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Il lato proibito di Angy – Sotto il tavolo

By 27 Luglio 2024No Comments

Sono in bagno e mi sto preparando, esattamente come Alessio mi ha ordinato.
Vuole che indossi un abitino bianco a macchie nere!
“Devi sembrare una cagnolina della Carica dei 101 ,” queste le sue testuali parole, qualche giorno addietro.
La sua fantasia mi sorprende sempre e mi sono chiesta il perchè di questa necessità. Di certo ha in mente qualcosa di ben preciso, le sue richieste non sono mai casuali.
Immagino che abbia a che fare con il ruolo di schiava che ho deciso di provare ad interpretare. Anche se non so quale effetto possa avere su di me e neppure se possa piacermi. Ma voglio calarmi in tale ruolo, come un’attrice si cala nel personaggio.
Quindi, diligentemente, ho girato mezza città alla ricerca di questo capo di vestiario un tantino bizzarro. Ho subito occhiate interrogative da parte delle commesse, stupite da questa strana richiesta, ma non mi sono arresa.
Alla fine l’ ho trovato in un mercatino dell’ usato e sono tornata a casa tenendo il pacchettino in mano come se fosse un trofeo.
Dunque indosso questo benedetto vestitino, senza intimo come mi è stato richiesto e infilo gli stivali bianchi con tacco 12, alti fino a metà coscia.
Anche la ricerca degli stivali non è stata semplicissima, anzi.
“Al collo non devi portare niente”, le parole di Alessio mi risuonano in testa, per cui tolgo la collanina che porto da sempre .
Per quanto riguarda il trucco mi ha dato carta bianca, bontà sua.
Opto per un make up leggero, effetto nude look, scegliendo una cipria madreperlata, un ombretto color pesca e un semplice lucidalabbra.
Raccolgo i capelli in una coda bassa, trattenuta da un fiocco di raso nero e do un’occhiata all’orologio.
Segna le 20 in punto e dunque mi avvio verso la cucina. Alessio non sopporta ritardi.
Intanto non posso fare a meno di chiedemi cosa mi aspetta, e ammetto a me stessa di sentirmi piuttosto inquieta.
“Bene, vedo che sei puntuale” mi apostrofa appena entro in cucina.
Mentre mi squadra da capo a piedi, noto che in mano tiene qualcosa che poi mi porge.
E’ un collare nero, con un guinzaglio.
Sgrano gli occhi “Ma non vorrai…”
“Mettilo e taci, ti conviene”.
Inizio a pensare che avevo ragione ad essere preoccupata, comunque ubbidisco in silenzio, anche se le gambe cominciano a tremare. Ma non lo voglio dare a vedere.
“Perfetto, adesso mettiti sotto il tavolo, in ginocchio, vicino alla sedia.”
Il suo tono imperioso mi urta e mi viene voglia di tirargli un calcio negli stinchi, rendendo i tacchi perlomeno utili a qualcosa. Ma mi trattengo.
Mentre mi “accomodo “sotto il tavolo, rifletto sul fatto che non so come reagirò a questa situazione, del tutto nuova e insolita per me. Temo che potrei reagire male e rovesciare il tavolo con tutto quello che c’è sopra.
“Ok Angy, stai calma, in fondo l’hai voluto tu “, mi dico.
E, nonostante una certa ritrosia, sono anche curiosa di scoprire come mi sentirò realmente.
Ora sono sotto il tavolo e Alessio mi tiene per il guinzaglio.
“Tu sei la mia cagna, anzi, la mia cagna in calore!”
Quelle parole mi danno una sferzata e comincio a sentir crescere una eccitazione mista ad attesa dentro di me.
Sento che Alessio apre un barattolo e poi la bottiglia d’acqua, che versa presumo in un bicchiere, ma mi sbaglio clamorosamente. Infatti poco dopo mi mette una ciotola riempita fino all’orlo vicino.
“Che stupida, avrei dovuto intuirlo” penso contrariata.
“Ti servirà”
La posizione è scomoda e spero che questa rappresentazione sia breve e indolore.
Alessio porta le sue dita, imbrattate di qualcosa, vicino alla mia bocca.
“Le devi leccare e pulire perfettamente, capito? Lecchi, bevi dalla ciotola e poi lecchi ancora. Forza comincia.”
Avvicino le mie labbra alle sue dita e timorosamente comincio a leccare.
Grazie a Dio è Nutella….
“Adesso voglio sentirti bere con la lingua, cagna di merda.”
Gli piace insultarmi, lo eccita e sa che mi eccita.
Bevo con la lingua…Mi sento umiliata e per un attimo mi passa per la testa l’idea di lasciar perdere tutto. Il fatto di avere una parola di sicurezza però mi tranquilizza.
Cerco di non pensare e semplicemente sentire. Sentire le vibrazioni del mio corpo, di ogni mia singola cellula.
Riprendo a leccare le sue dita …Lui me le infila in bocca, mi scopa la bocca.
Io le succhio con avidità, risciacquandomi di tanto in tanto .
Abbandonata ogni remora, mi sento sempre più eccitata, sempre piu bagnata. Sempre più vogliosa.
Alessio intuisce subito “Brava troia, così mi piaci”, mi dice, mentre infila l’altra mano sotto il vestito e mi tira un capezzolo stringendolo con forza,
Sono molto sensibile, adoro sentire dolore misto a piacere.
“Ti piace vero, puttana ”
Io comincio ad agitarmi sotto il tavolo.
Stai ferma! E adesso succhiami il cazzo …Sei una nullità, solo una succhia cazzi!”
Lo prendo in bocca e inizio a succhiarlo, fino in fondo, dentro e fuori, dentro e fuori…
Sento che Alessio si abbandona all’indietro sulla sedia e avverto che la sua eccitazione aumenta.
Dopo un pò mi tira, anzi mi strattona per il guinzaglio.
“Esci, muoviti. ”
Faticosamente esco da quella posizione, ho i crampi alle gambe ma non mi importa.
Voglio il suo cazzo dentro di me.
“Piegati sul tavolo – mi ordina- e tira fuori le tette. Voglio vedere le tue tette da vacca.”
Il contatto della pelle nuda con il freddo marmo del piano mi fa inturgidire ancora di piu i capezzoli, mentre lui comincia a masturbarmi con le dita.
“Sei fradicia cagna, voglio che ti dimeni e urli di piacere ”
Ormai mi sento fuori controllo ! Alessio appoggia il suo cazzo contro di me e poi me lo sbatte sulle natiche e tra le gambe.
“Troia, supplicami di scoparti ”
“Ti supplico Alessio, scopami”
Alessio rimane fermo per qualche istante, vuole vedermi in preda ad una frenesia incontenibile.
“Non ho capito troia, cos’ hai detto? Ripeti piu forte.”
“Ti prego Alessio, Ti supplico, scopami, ti prego…”
Farei qualsiasi cosa…o quasi, per farmi sbattere.
Finalmente mi penetra da dietro, affondando sempre di più e continuando a masturbarmi .
Fa caldo, siamo tutti e due sudati e i nostri umori si mescolano nell’amplesso.
Insieme arriviamo al culmine del piacere, Un piacere torbido e perverso, Torbido e perverso come la sua dannata mente.
Io mi accascio ancora di più se, possibile sul tavolo e chiudo gli occhi, in preda a mille sensazioni diverse.
Fondamentalmente mi sento frastornata.
Alessio va in bagno e torna poco dopo. Mi trova ancora li, nella stessa posizione, con il collare indosso e il guinzaglio penzoloni.
“Guarda che ti puoi muovere eh” mi dice con un sorriso divertito, poi mi toglie il collare e prendendomi delicatamente per un braccio mi aiuta a rimettermi in posizione eretta,
“Sei stata brava Angy, davvero! Vai a farti una doccia, cambiati e torna, ti aspetto”, dice risedendosi .
Sotto l’acqua calda cerco di non pensare e di abbandonarmi alla sensazione di piacere…Il piacere dell’acqua calda misto al piacere lieve e diffuso che ancora mi avvolge.
Mi asciugo rapidamente, infilo un paio di jeans, una maglietta bianca e a piedi nudi torno in cucina.
“Eccoti, dai, usciamo in giardino, ho preparato un drink”
Seduti su un divano a dondolo rimaniamo in silenzio, godendoci la luce calda e rossastra di un tramomte di fine estate, mentre il sole si nasconde dietro le colline.

5
4
Dana

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