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Racconti Erotici Etero

Il Mare, il Labirinto e la Sera

By 20 Luglio 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

Il mare, il labirinto e la sera.

Salve, siamo al nostro primo racconto e proprio per questo &egrave d’obbligo aggiungere un piccolo prologo.
Io e la mia ragazza, che da ora verremo chiamati Alessio e Marika, abbiamo deciso che sarebbe stato intrigante ed erotico per noi fare una raccolta scritta delle nostre avventure, soprattutto di quelle più spinte ed erotiche. Da questa idea a quella di pubblicarle in modo più o meno ordinato in un sito alla portata di tutti il passo &egrave stato breve. Proprio per questo tutto ciò che pubblicheremo sarà avvenuto realmente tra noi: se siete abituati a racconti forti e molto spesso poco realistici, cambiate autore, qui avrete solamente le esperienze di una giovane e vivace coppia.
Io e Marika abbiamo 5 anni di differenza, lei &egrave sopra i venti, io sopra i venticinque. Siamo fidanzati da più di tre anni ed abbiamo avuto una storia un po’ scomoda ma piena di romanticismo e passione. Io sono un ragazzo alto nella media, magro, slanciato e muscolarmente definito, occhi e capelli castani, barba e sguardo da provocatore. Marika &egrave una ragazza un po’ bassina e piccolina ma anche lei slanciata, pelle olivastra che si abbronza facilmente, grandi occhi scuri, seconda di seno, pancia piatta, splendido sorriso e bel sedere. Per quanto riguarda i nostri caratteri ed i nostri modi di fare, li scoprirete leggendo.
Dopo la premessa iniziale &egrave il momento della prima storia. Abbiamo discusso e ci siamo confrontati spesso su come iniziare ed alla fine abbiamo optato non per qualche scopata particolarmente sopra le righe, ma con il racconto di una giornata particolare in cui, come molti giovani che non hanno sempre a disposizione un comodo e sicuro nido d’amore ci siamo dovuti arrangiare per soddisfarci con sveltine che seppur scomode, sono state sicuramente molto piccanti’.
Marika si era svegliata prima di Alessio quella mattina, come sempre faceva quando si trattava di andare al mare, lei &egrave sempre stata più mattiniera di lui ed adora arrivare in spiaggia di prima mattina per avere tutto il giorno per prendere il sole. Quando dopo aver preparato le sue cose andò da Alessio, lo trovò nel suo letto ancora addormentato, in fondo se lo aspettava. Gli diede un rapito bacio sulle labbra e dopo essersi seduta di fianco a lui iniziò a giocherellare con la mano sopra le sue parti intime, il trattamento servì a fargli aprire gli occhi, anche se non con particolare voglia.
‘Amore alzati dai, sai che ci tengo ad arrivare presto!’
‘Mmmm’ va bene Mari’ ma che ore sono?’
‘Sono le 9.00, devi ancora prepararti e ci mettiamo mezz’ora ad andare!’
‘mmm, allora dai fammi dormire ancora un po’, prima delle 11 ci sono solo vecchi in spiaggia, dormiamo un po’ di più’
‘No Alessio! Neanche per scherzo! Dopo il mare dobbiamo fare un sacco di cose non voglio andare tardi con il rischio di rimanere giusto 3 o 4 ore, altrimenti non ha senso!’
Per tutta la durata della discussione Marika aveva continuato a giocherellare con la mano lì, ormai almeno il cazzo di Alessio era completamente sveglio e lui, addolcito anche dal trattamento (Marika nel corso degli anni aveva capito ‘come prenderlo’) alla fine accetto di alzarsi subito e prepararsi velocemente. Quando furono d’accordo, lui le mise la mano dietro la nuca, e con poca dolcezza ma senza brutalità la spinse verso il basso. In tutta risposa lei gli sorrise ed abbassandogli le mutande prese senza bisogno di ulteriori richieste la cappella in bocca. Dopo qualche movimento la estrasse e leccò l’asta e le palle, inoltre annusò tutto in modo forte e deciso, sapeva che al suo uomo eccitava questa cosa, ed anche lei era attratta da quell’odore e quel sapore così maschio che con il passare degli anni le era diventato così familiare ed intimo. Alessio si stava eccitando e riprese la nuca della sua ragazza per spronarla a continuare’
‘No amore, adesso no, ti ho già detto che &egrave tardi’ E dicendo questo sorrise amabilmente e rimise il suo giocattolo nelle mutande.
‘Mari vuoi farmi rimanere tutto il giorno con la voglia? Dovrò anche vederti in costume tutto il tempo, come faccio?
‘Meglio no? Così stasera hai più voglia e ci divertiamo di più’ disse lei sempre sorridendo.
Alla fine Alessio si lascò prendere dal buon umore della fidanzata e segui tutti i suoi capricci per velocizzare la partenza. Arrivarono in spiaggia verso le 10.15, avevano parcheggiato praticamente di fianco la strada, Marika tenne il telo per permettere ad Alessio di cambiarsi e mettere il costume, era strano denudarsi con la propria ragazza che guardava mentre intorno passavano sconosciuti, ma a lui non dispiaceva questo livello di intimità così elevato. Dopo qualche movimento macchinoso riuscì a togliersi mutande e pantaloni ed a infilarsi un costume a pantaloncino corto (dai, il costume a mutanda &egrave o da bambino, o da depravato o da sfigato). Marika invece, avendo messo il costume sotto già prima di uscire, non dovette far altro che togliersi degli shorts di jeans ed una canottiera. Alessio la osservò subito con interesse e vide con piacere che aveva messo il costumino che avevano comprato insieme, una mutandina rossa con il dietro stretto, a brasiliana, che mostrava e valorizzava il suo bel culetto. La giornata passo senza nulla di particolare fino all’ora di pranzo. Si spalmarono la crema a vicenda, fecero un bagno, una passeggiata e pranzarono. Subito dopo pranzo si stesero vicini a prendere il sole, ascoltando musica, chiacchierando e facendo qualche selfie. Entrambi hanno una bella pelle che si abbronza molto facilmente e mentre si confrontavano l’abbronzatura Alessio fece notare a Marika che doveva stringere un po’ sia il pezzo sopra che quello sotto per non lasciare segni troppo evidenti che sarebbero stati visibili con l’intimo o con un altro costume. Con la scusa di questo discorso, sempre stesi in spiaggia, Alessio approfittava per dargli qualche schiaffetto amichevole al sedere, oppure una palpata al seno.
‘aspetta che ti aiuto io’ disse Alessio prendendo per i bordi il suo pezzo sopra, piegandoli verso l’interno fece una specie di fascia che copriva giusto i capezzoli, poi dedicò le stesse premure anche al pezzo sotto stringendolo finché poteva considerarsi opportuno senza scoprirla eccessivamente. Inoltre le porto i bordi del costume più in alto, sopra i suoi fianchi particolari, con l’osso un po’ sporgente, rendendolo quasi una ‘v’. L’effetto finale era fantastico, il costume ora era più appariscente ed un po’ retrò, sul culetto era ancora più stretto, così come anche davanti si vedevano strisce di pelle più chiara nell’incavo delle sue gambe. Si fermo a guardare la sua ragazza’ adorava letteralmente il suo corpo! Gli piaceva da morire guardarla, vestirla e svestirla come una bambola, la sua bambola. Spesso quando ne avevano voglia la usarla come una propria modella per fare molte foto, dalle più artistiche a quelle più porche. In tutto questo, Marika lo lascio fare con la naturalezza di un felino che fa le fusa mentre lo accarezza il suo padrone, protestando e ridendo solamente quando, per sbaglio, lui le aveva praticamente tirato fuori un capezzolo, subito rimesso al suo posto. Vicino a loro c’era della gente, non troppo vicino e non troppo attenti a loro, ma comunque non potevano comunque far nulla in più di quello che stavano facendo, ma Alessio aveva sentito crescere una forte erezione durante questi loro soliti giochi.
Era ormai passata l’una, loro avevano mangiato a mezzogiorno ed in quel momento in acqua non c’era quasi nessuno, approfittarono così per andare a fare un bagno che li rinfrescasse un po’ e spegnesse le loro voglie. Inizialmente il bagno fu come al solito: scherzi, schizzi e qualche nuotata. Ad un certo punto allontanandosi un po’ si accorsero che in acqua non c’era nessuno nel raggio di una trentina di metri e che se si fossero messi in seduti in acqua, sarebbe rimasta scoperta solamente la testa e la linea delle spalle. Alessio era il più alto dei due, così prese Marika in braccio e lei attorciglio le gambe intorno alla vita di lui. In quel momento rimasero rilassati a scherzare finché lei, guardandolo negli occhi con aria da marpiona, non mimò dei movimenti di bacino dal significato inequivocabile. Lui capì a cosa stava pensando e tenendola con le mani sotto il culo, le sposto il costumino ed inizio a masturbarla passandole due dita tra le labbra, lei appoggio il mento alla spalla di lui e si rilasso per un paio di minuti godendosi il trattamento, il sole ed il mare. Nonostante l’acqua Alessio sentì che la fica della sua ragazza non era bagnata soltanto di acqua salata, i suoi umori si riconoscevano dalla vischiosità e dalla consistenza. Ormai era molto eccitata e le dita entravano senza difficoltà. Lui la guardò e sollevandola un po’ si sfilò il costume fino alle ginocchia. Lei ricambiò lo guardò incuriosita ma arrapata, avevano già provato la penetrazione al mare, ma non era mai andata troppo bene per diversi motivi. Era scomodo, c’era sempre gente intorno e più di una volta avevano dovuto smettere perché sembrava che alcuni lì vicino si fossero accorti o comunque incuriositi, l’acqua del mare portava via gli umori di lei, rendendola meno lubrificata e difficile da penetrare. Infine, se anche tutto fosse funzionato, Marika ancora non prendeva la pillola quindi Alessio avrebbe comunque dovuto smettere prima di venire, lasciando l’amaro in bocca ad entrambi. Ma da qualche mese a questa parte, Marika aveva iniziato a prendere la pillola con immenso piacere di entrambi, quella era la prima volta che tornavano al mare dopo quel momento, sarebbe valsa la pena di provare’
‘Amore, tu controlla che quei ragazzi dietro a me non si avvicinino troppo o non si mettano a guardarci, io controllo dietro di te’ e dicendo questo sposto il costume della fidanzata e con qualche mossa un po’ scoordinata dal mare e dalla posizione, infilò la cappella sulla fica della fidanzata che mostro subito di apprezzare molto con un sospiro sexy.
‘Si amore tranquillo.. riesci a metterlo dentro tutto? Non farti male..’ il cazzo di Alessio non &egrave particolarmente grande, ma comunque leggermente sopra la media, soprattutto per quanto riguarda lo spessore, e già le altre volte con l’acqua che rendeva la fica di Marika poco lubrificata era stato difficile inserirlo tutto, ma quella volta Alessio aveva troppa voglia di scoparla, ci mise tutta la cattiveria che si era caricata dal vederla in costume e dal pompino della mattina, e dopo pochi colpi decisi la penetro completamente fino alle palle. Marika aveva uno sguardo eccitato e sognante, era completamente piena del suo ragazzo.
‘Amore controlla che dietro non si avvicinino troppo, secondo te ci vedono?’
‘Tranquillo Ale, quei ragazzi sono ancora ad almeno venti metri da noi e stanno giocando, non ci guardano, poi l’acqua ci copre fino alle spalle, se non mi tiri troppo su non si dovrebbe vere nulla’
Ormai la penetrazione era dura e completa ed i corpi si muovevano con forza sotto le leggere onde del mare
‘Mmmm’ Ti piace amore?’ Chiese Alessio.
‘Si tesoro’ mi piace molto’ &egrave molto sexy così, di giorno in acqua”
‘Sei una porca amore” disse Alessio sorridendole, adorava trattare la sua ragazza con dolcezza e riservarle tutte le premure possibili, ma a letto era irresistibile trattarla male, offenderla ed usarla come una puttana per fare un sesso duro e molto spinto. Ed anche lei nell’intimità adorava essere trattata in questo modo’
‘si amore, sono la tua porca, mmmm sfondami’.’ Disse ansimando e godendo visibilmente: ‘dai amore che abbiamo poco tempo sbrigati a venirmi dentro.’
Marika sapeva che Alessio era stuzzicato dalle sue parole quanto dal suo corpo, e queste frasi così stimolanti gli fecero sentire l’avvicinarsi dell’orgasmo. Ormai tanto valeva la pena di rischiare, inizio a fotterla con ancora più foga e cattiveria stringendole il culo per tenerla aperta, ancora qualche colpo deciso ed inizio a venirle dentro. Lei quando si accorse che stava venendo lo strinse ed accompagno il movimento con modi sinuosi cercando di incrociare il suo sguardo. Era radiosa, felice, innamorata e tremendamente arrapata.
Dopo una prestazione del genere si allontanarono un po’ l’uno dall’altra per sembrare una normale coppia che nuotava. Non tornarono subito in spiaggia perché lei aveva il suo sperma dentro e volevano essere sicuri che uscisse tutto prima di tornare in spiaggia, così avrebbero evitato incidenti imbarazzanti. Usciti dall’acqua la tensione sessuale si era finalmente affievolita e passarono il pomeriggio a prendere il sole, bagnarsi e fare foto in riva al mare. Quando fu il momento di ricomporsi per tornare a casa, ripresero tutte le loro cose ed andarono nel bar della spiaggia privata per prendere una cabina, così avrebbero potuto farsi la doccia calda e comoda in privato’ Dopo aver preso qualche gettone per l’acqua calda, andarono a scegliere una cabina leggermente fuori mano ma spaziosa e che si chiudesse a chiave. Un gruppetto di ragazzi appena adolescenti li guardarono entrare insieme ed una ragazzina ridacchiò leggermente. Una volta dentro si spogliarono nudi senza alcun pudore e cerimonie, per loro la cabina per fare la doccia e scopare era una tappa fissa quando tornavano dalla spiaggia. Senza dirsi nulla di particolare se non richieste pragmatiche per aiutarsi a lavare i costumi iniziarono a lavarsi e si tolsero lo strato di sabbia che avevano addosso e nelle parti intime, i capelli scuri, forti e lunghi di Marika erano completamente bagnati e si appiccicavano in modo attraente alla sua schiena, era quella la parte più attraente di lei. Aveva quel tipo di schiena che ha delle linee eleganti, magra ma forte e proporzionata, nello scendere verso il sedere le due curve, quella a rientrare e quella del sedere, erano molto accentuate, rendendola molto invitante, come se fosse sempre disponibile per essere montata’. E quel culetto nudo e sodo’.
‘Beh?’ disse Marika interrompendo gli sguardi sognanti di Alessio.
‘Beh cosa?’ Lei in tutta risposta si guardo intorno alzando le spalle come a dire, ‘come cosa?’
‘Vuoi scopare di nuovo?’ chiese Alessio.
‘Perché tu no?’
‘Sei proprio una maiala’
Allora Alessio la prese e in modo abbastanza brusco la girò e l’appoggio con le mani al muro della doccia, la schiena spiegata ed il culetto all’insù. Anche ora avevano poco tempo e non potevano perdersi in preliminari, lì fuori c’era gente e non potevano rimanere un’ora per una doccia senza rendere la cosa imbarazzante, così senza alcuna dolcezza ma con molta praticità si sputò su una mano che si passò poi sul cazzo, si segò il tempo che gli serviva per essere più duro e lo butto tutto dentro la fica della sua fidanzata.
‘Mmmm amore che modi’.’
‘a te piace quando ti tratto così’.’
‘mmm si amore si”
Lui le prese con una mano i capelli tirandoli fino ad essere sicuro di farle almeno un po’ male, mentre che con l’altra mano le strizzava un po’ i seni, un po’ le stringeva i fianchi un po’ le toccava il clitoride.
Dopo qualche minuto di questo trattamento lui le chiese :’Amore dove vuoi che vengo?’ Questa era una domanda abbastanza classica tra loro, ad entrambi piaceva finire in modi diversi, sporcando il corpo di lei, ed a lui eccitava che fosse lei a decidere dove’ ma questa volta Marika le disse che le piaceva abbandonarsi completamente a lui e che doveva essere lui a decidere’.
‘Amore voglio venirti in faccia’ ho voglia di sporcarti ed umiliarti, marcare il territorio, voglio sporcarti faccia e capelli” Anche questa era una richiesta abbastanza abituale per loro.
‘mmmm si amore, fai pure, tanto poi mi aiuti a lavare i capelli’ disse lei sorridendo: ‘allora forza amore’ vieni e sporcami tutta, fammi sentire tua’
A quelle parole Alessio non resistette, solitamente, tranne nei casi in cui &egrave molto che non lo fanno, riesce a non venire anche per ore, ma considerando il poco tempo ed il rischio, ma soprattutto le parole eccitanti di Marika, sentì l’orgasmo che gli saliva dentro. Sfilò il cazzo dalla sua fidanzata, la fece inginocchiare davanti a lui e si masturbò furiosamente mentre lei lo guardava eccitata.
‘Dai amore vieni’ sporcami tutta”
Il primo schizzo colpì la fronte di Marika, poi il successivo finì più lungo e le sporco i capelli sopra la testa, gli altri andarono su guance, naso e bocca dopo che il ragazzo la prese per i capelli avvicinandola al suo sesso. In tutto questo, Marika rimase rilassata, fino al primo schizzo il suo viso era disteso ed eccitato, ebbe un sussulto quando senti il primo schizzo denso e caldo che la colpiva e le scendeva nella pelle, poi si rilassò e rimase sorridente e soddisfatta, con una mano a coprirsi un occhio per non sporcarlo (lo sperma glie lo aveva bruciato già altre volte ed ora &egrave attenta) mentre il suo fidanzato le scaricava una copiosa sborrata su viso e capelli. Era una cosa molto ‘Maschia’ e sexy, aveva marcato il suo territorio, per quanto bella ed attraente, lei era, e voleva sentirsi, solamente sua.
Dopo l’orgasmo, tornarono dolci e scherzosi come il solito, lui la aiutò a pulirsi il viso e ad insaponarsi i capelli, si sistemarono e si cambiarono con degli abiti comodi ma che andassero bene anche per la sera. Lui scarpe, pantaloncini e T-shirt attillata, lei una canottiera scollata ed una minigonna stretta e corta. Solitamente dopo il mare tornavano a casa stanchi, ma questa volta avevano altri impegni; si erano organizzati per andare a visitare un’attrazione turistica della zona, un labirinto costruito su un campo. Poi, sarebbero andati a cena fuori.
Quella lunga giornata era appena iniziata’

Fianco di Venere

Vi ringrazio per il tempo che ci avete dedicato, &egrave il nostro primo racconto e per chi vuole ci piacerebbe avere dei feedback dai lettori con pareri e consigli all’indirizzo fiancodivenere@gmail.com
astenersi per qualsiasi altro scopo.
Alessio

Dopo un rilassante pomeriggio trascorso al mare, tra nuotate nell’acqua piacevolmente fresca, il sole preso sulla spiaggia, le foto scattate per immortalare i momenti di quella giornata estiva e i fugaci e stuzzicanti momenti per soddisfare piccoli piaceri di coppia, decidiamo di ripartire. Terminata la doccia e una volta rivestiti, lasciamo la spiaggia e ci rechiamo all’auto di Marika dove disponiamo borse e ombrellone nel portabagagli posteriore. All’andata, nella strada per raggiungere il mare, aveva guidato Marika, questa volta decido di mettermi io alla guida per arrivare in questo posto nuovo per entrambi. Marika aveva trovato il “labirinto” per caso su internet un anno prima. Non era molto distante da luogo in cui viveva la mia fidanzata (circa una ventina di minuti da casa) ma non avevano mai preso in considerazione seriamente l’idea di andarci. Questa volta, per rompere la solita routine, ci convinciamo e partiamo curiosi di questa nuova esperienza. Una volta in macchina chiedo a Marika di impostare il navigatore, noi facciamo sempre così quando andiamo in posti che non conosciamo, uno guida mentre l’altra imposta il navigatore e resta concentrata per aiutare a prendere le strade giuste. Solitamente in questi casi la parte del guidatore la faccio io per due motivi. Primo: ho la patente da diversi anni prima di lei e sono più pratico e sciolto alla guida. Secondo, ma forse primo per importanza, mi piace che la mia fidanzata mi tenga la mano nell’interno coscia mentre guido, e magari che non faccia solo quello. Comunque le strade di campagna in quelle zone, alle sei di sera e con i trattori che sarebbero stati superati anche da un carro di buoi, non c’erano i presupposti giusti per certi giochi, così chiacchierammo delle nostre abbronzature.
‘Eh Mari, anche quest’anno tu sei completamente nera mentre io, come dici sempre tu, mi abbronzo molto più lentamente di te” L’ironia della frase era palese. In effetti lei da quando c’eravamo conosciuti era sempre stata fiera di essere considerata quella con più melanina tra le sue amiche, al punto che la prendevano in giro dicendo che fosse stata adottata da qualche famiglia del medio oriente. Ma purtroppo per lei, io ero messo ancora peggio. Ok, mi scottavo anche molto più facilmente, ma ero comunque più scuro di lei.
‘Non sei veramente più scuro di me, hai solamente più pelo. Per questo fa quell’effetto”
‘Certo certo” risposi godendomi il suo finto broncio.
Questi discorsi ci hanno intrattenuti durante il viaggio e dopo alcune difficoltà iniziali che ci hanno fatto sbagliare qualche strada, finalmente raggiungiamo il famigerato labirinto e parcheggiamo negli appositi spazi riservati agli ospiti del luogo. Il posto al momento del nostro arrivo era quasi vuoto (deducibile dal numero di macchine parcheggiate), pochi visitatori, forse due o tre e noi. Rimaniamo subito entrambi affascinati dalla location dall’atmosfera quasi fiabesca. Il luogo era completamente all’aperto, decorato e allestito con molto gusto, dall’aspetto anche un po’ retrò e il tutto ornamentato da un gran numero di piante, alberi e vegetazione varia che facevano da cornice. Ci dirigiamo verso l’area dove &egrave possibile acquistare i biglietti per l’ingresso e veniamo accolti da un giovane ragazzo che ci fornisce alcune semplici indicazioni e un bracciale di carta a testa su cui &egrave segnato un numero di telefono da chiamare nel caso in cui, una volta nel labirinto, avremmo avuto difficoltà a ritrovare l’uscita. Subito dopo il ragazzo ci lascia ad una sua collega, altrettanto giovane, che ci spiega in breve come nasce il labirinto e a quale storia si ispira la sua creazione. Al momento della partenza vengo lasciato solo con Marika, sinceramente non abbiamo ben capito il fatto che l’inizio del labirinto sia anche la sua fine, quindi in pratica basta viaggiare un po’ e tornare indietro? Nonostante le riflessioni decidiamo di tuffarci comunque in questa avventura con il giusto entusiasmo, in fondo dovevamo soltanto entrare, perderci un po’ girando a cazzo e poi sforzarsi di ritrovare la strada.
Era sera, tra le 18 e le 19, il sole non era alto, stava tramontando, ma da subito iniziammo a sentire molto caldo per via dell’aria molto afosa che caratterizza le zone del luogo. Inizialmente ci sembrò semplice orientarsi e saper scegliere strade che non portassero a un vicolo cieco, ma più ci addentravamo nel labirinto e più le strade diventavano controverse. Tante vie tra cui scegliere, pochi punti di riferimento, molti vicoli ciechi. Nonostante ciò, io che sono più bravo di Marika nel sapermi orientare, riesco comunque ad inoltrarmi e a proseguire il cammino ulteriormente. Marika aveva già gettato la spugna e ormai semplicemente si lasciava guidare da me. Il caldo e la stanchezza di quella lunga giornata iniziavano a farsi sentire e la prova del labirinto ci sembrava più pesante di quello che credevamo.
‘Amore, ho tutte le palle sudate’ dissi con aria mesta mentre che, un po’ per alleggerire la situazione un po’ per effettivo disagio, mi infilavo la mano nelle mutande per spostarmi e grattarmi un po’ le palle. Lei mi guardo con tenerezza, era abituata sia al mio romanticismo sia ai miei modi volgari, entrambi le piacevano.
‘Io Ale sono tutta sudata tra le tette, con il reggiseno e la canottiera che le stringono verso il centro, le sento proprio bagnate tra di loro’
‘Mmmm tette bagnate’ dissi sorridendo. ‘Sexy’ poi continuai ‘Perché a questo punto non ti togli il reggiseno? &egrave mezz’ora che non incontriamo nessuno, poi con la canottiera se stai attenta e ti stringo le spalline, non si nota troppo, poi puoi rimetterlo prima di andare al ristorante, chi vuoi che si accorga?’
L’avevo convinta. Feci il palo mentre lei abbassava le spalline e lo sfilava per metterlo in borsa, poi l’aiutai perché la canottiera era un po’ troppo lenta per essere portata senza reggiseno, e rischiava che le uscisse una tetta. Comunque approfittati di quel momento per chinarmi ed annusare la sua pelle, nonostante il sudore fosse un po’ acre, si distingueva distintamente l’odore della donna che amavo, fu come un colpo al pene e non resistetti alla voglia di fermarmi qualche secondo a leccarle il seno. Era si una seconda non troppo appariscente, ma era alto e sodo, ben proporzionato e tendente ad avere più consistenza verso l’esterno piuttosto che al centro. Lo adoravo perché questo faceva sì che da nuda le stesse su una meraviglia’
Ero perso in questo mio rilassante paradiso quando sentiamo le voci di due uomini che si erano persi e dai loro discorsi capiamo che stavano attendendo che gli addetti venissero a recuperarli per portarli fuori dal labirinto. Marika ha tutto il tempo di ricomporsi e tirare su la canottiera per coprire adeguatamente le sue grazie, dopo pochi minuti li vediamo quando si affacciamo sulla nostra stessa strada. Erano due uomini di mezza età, vestiti anche in modo serio, ci chiedono se abbiamo visto i ragazzi che avrebbero dovuto aiutarli ad uscire fuori di lì spiegandoci che avevano anche fretta di uscire perché dovevano andare ad una cena entro poco tempo. Gli rispondiamo negativamente, in quell’ora trascorsa nel labirinto non avevamo incontrato nessuno prima di imbatterci in loro, ma ci offriamo comunque di aiutarli. Ricordavo ancora il tragitto percorso per giungere fino in quel punto e allora gli spiego molto abilmente quale direzione avrebbero dovuto prendere e quali svolte fare. Non li avrei condotti fino all’uscita ma perlomeno li avrei permesso di uscire dall’incasinata matassa di strade che caratterizzava la zona più interna del labirinto. Ci ringraziano di cuore e si allontanano. Durante il tragitto avevo paura che potessero notare che la mia donna era senza reggiseno, ma osservando da fuori mi sono reso conto che era difficile farci caso ed anche lei mi ha tranquillizzato. Io e Marika abbiamo continuiamo a proseguire ma ancora una volta altri vicoli ciechi. Sbagliamo ancora strada e un po’ ci perdiamo. Intorno nessuno, nessuna voce in lontananza; forse i due uomini erano già giunti all’uscita e probabilmente eravamo soli in tutto il labirinto. Ripensando al suo seno mi viene una stuzzicante idea che mi appresto subito a proporre a Marika: una veloce sveltina nel labirinto. Lei inizialmente sembrò titubante, non era del tutto convinta, temeva che potesse essere poco sicuro come luogo e che qualcuno potesse vederci. Cerco di essere razionale, le spiego che lì intorno non c’&egrave nessuno e che prima che qualcuno arrivasse ce ne saremmo accorti molto prima di poterci far cogliere sul fatto. A meno che qualcuno non passi volando, siamo virtualmente al sicuro. Non ci vuole molto per convincerla e allora ci “appartiamo”. Cerchiamo un punto in cui fossimo abbastanza coperti su tutti i lati dalle piante di mais ma che allo stesso tempo ci permettesse di controllare abbastanza facilmente la situazione intorno a noi. Ci inoltriamo quindi in una strada che conduce in un vicolo cieco. Quando troviamo quello che fa per noi iniziamo in modo pragmatico a decidere come fare, non capita tutti i giorni di scopare di giorno e vestiti in un campo/labirinto. Prima di tutto le faccio appoggiare la borsetta a terra, mi avvicino per baciarla e le infilo le mani sotto la gonna. Mi abbasso lentamente baciandole il collo ed il seno, lei mi aiuta spostando una spallina e lasciando uscire la sua tetta destra. Ancora si guarda un po’ intorno sospettosa ma io so come distrarla.
Dal suo seno continuo a scendere fino ad inginocchiarmi completamente, le sollevò la gonna stretta che data la sua elasticità, una volta arrotolata, resta alta intorno alla vita. Le bacio prima una coscia, in modo delicato senza alcuna fretta, poi in modo deciso ma ancora dolce le prendo i bordi delle mutandine e glie le abbasso completamente facendolo cadere a terra. Senza dire nulla Marika si abbassa per raccoglierle e rimetterle in borsa vicino il suo reggiseno. “Queste non ci serviranno più…”
Ora mi trovo in ginocchio, in uno strano campo di mais, ad osservare la fica di Marika. Il mio viso &egrave ad un paio di cm, sento tutto il suo femminile odore, accentuato dalla giornata caldissima, che mi impregna le narici, risvegliando in me istinti ancestrali e selvaggi. Io sento lei e lei sente me. Non soltanto sente il mio respiro che la solletica, sente anche il mio sguardo pieno di desiderio in una situazione così particolare. La lascio qualche secondo così, nuda e scoperta ad aspettare con voglia quello che verrà, intanto la osservo nella sua intimità più nascosta. La sua fica ha delle labbra pronunciate ma non troppo, delicate a modo suo, un fiore ormai sbocciato e nel pieno della sua bellezza. Per anni si &egrave sempre depilata completamente, ma da qualche mese l’ho convinta a lasciarli un po’ lunghi sopra, tra la montagna di venere e l’inizio del suo sesso. Ora mi sembra più donna, ed in realtà, anche più porca. Lei continua a preferire il look precedente, ma conoscendo le mie voglie ed il dolore della ceretta, ha deciso di provare.
Il primo bacio &egrave stato inaspettato dopo quei secondi di agonia, al punto che Marika non riuscì a trattenersi e spostò un po’ il bacino all’indietro poi riuscì a rilassarsi ed accarezzandomi i capelli mi spronò a continuare. Iniziai a leccarle l’interno coscia, poi l’inguine. Le baciai la fica come si bacia una bocca, prima con dolcezza, quasi con tenerezza, poi con passione ed infine le apri le labbra ed iniziai il vero lavoro. Alternavo leccate che partissero dal basso fino al clitoride, facendola bagnare il più possibile per poi concentrarmi con leccate precise intorno al suo punto più sensibile, il clitoride.
Non ci volle molto per sentire che era ormai molto eccitata e spingeva oscenamente la fica verso il mio viso, tirandomi i capelli con forza al punto di farmi male. Era giusto il momento in cui io avrei fatto male a lei…
Mi alzai di scatto da quella posizione scomoda, lei mi guardo quasi confusa, sapeva cosa fare, ma le piaceva che fossi io a guidarla con la mia foga. Così le presi un braccio e girandoglielo la feci girare verso alcune piante più robuste di altre, le abbassai completamente la canottiera rendendola nuda tranne per i vestiti arrotolati all’altezza della pancia e mente guardavo il suo culetto invitante le sferrai un sonoro schiaffo seguito da un suo sospiro per il dolore. Avevo voglia di vederla e saperla conciata così oscenamente porca in un posto pubblico alle luci del giorno.
“Sei proprio una Puttana” le dissi “stavolta ti sfondo proprio”
Lei mi guardò, sapeva che in quel momento nel gioco dell’eros sarebbe dovuta essere una specie di vittima, ma non riuscì a trattenere un sincero sorriso di piacere e divertimento. Questa reazione mi infuocò ancora di più e dopo essermi sputato su una mano per lubrificarmi la cappella la infilai a pecorina senza alcuna cerimonia, facendolo arrivare fino alle palle con la prima spinta.
‘mmm oh si amore’ si’ sfondami’ riempimi tutta’
Le strinsi il fianco ed il seno cercando con le mani di accaparrare più ‘Marika’ possibile con le mie mani, inoltre nei miei tentatiti cercavo di stringere più che potessi perché era mia intenzione farle male. Le mie spinte erano troppo forti e lei non riusciva a tenersi in equilibro sull’esile pianta, così fu costretta a cercare di rimanere in equilibrio appoggiando i palmi delle proprie mani sopra le ginocchia. Allo stesso tempo aveva capito il mio bisogno di sesso violento e non si tirava indietro adorando essere montata in modo così animale e vigoroso.
‘Si amore così, continua’ fammi male..’
Adoravo quelle parole, nella vita sono solito trattare la mia donna come una principessa, in modo scherzoso ma sempre molto rispettoso, ma nel sesso gli istinti primordiali che sono in noi si esorcizzano mostrandosi nei loro aspetti più brutali. A quella richiesta di qualcosa di ancora più forte le misi le dita sopra la bocca. Lei, da troia eccitata qual era in quel momento si mise a succhiarmi le dita come se fossero la sua appendice preferita. Ma quella saliva era soltanto un mezzo. Quando il pollice della mano destra fu lubrificato a dovere appoggiai il palpo della mano destra alla base della sua schiena, appena sopra il sedere. Da lì, mi bastò spostare il pollice verso il basso per trovare la strada del suo buchino e penetrarlo con tutta la prima falange. La sensazione di penetrare una donna già penetrata nel posteriore &egrave fantastica. Non soltanto &egrave erotica come scena, ma il lembo di carne che separa i due apparati &egrave così poco spesso che penetrandoli entrambi senti lo spazio della fica farsi più sexy, si sente più piacere, ma soprattutto, si sente di scavare dentro di lei centimetro dopo centimetro. Marika era abituata a questo trattamento, ma tra il dito dietro e le spinte le riuscì difficile non godere a voce alta. Inoltre la sua posizione era scomoda, allora ebbi una brillante idea. Per tenerla in equilibrio e non farla mugugnare a voce troppo alta, le misi una mano piena contro la bocca, la tenevo così forte che lei si appoggiava alla mia mano dopo le mie spinte, in questo modo controllavo come volevo la penetrazione, ma stavo usando’ La stavo scopando da almeno 10 minuti ed era arrivato il momento di rilassarsi e concludere. Lei soffiava contro la mia mano tutto il mio piacere, io mi chinai per parlarle all’orecchio offendendola e dicendole tutte le frasi sconce e porche che mi venivano in mente’
‘Amore sei un troia, una puttana… mignotta’ ti sto sfondando’ ti apro tutta, davanti e dietro’ ti uso come uno sborratorio’ sei la mia zoccola.. adesso ti riempio tutta di sborro”
Dicendo questo miscuglio di sconcezze non riuscii più a trattenermi e le scaricai una bella quantità di sperma direttamente dentro. Durante la scopata della mattina nel momento del mio orgasmo lei era eccitata ed euforica, in questo momento il piacere ed i miei modi l’avevano provata, avevamo sudato come maiali ed entrambi rimanemmo abbracciati in silenzio per almeno un minuto a prendere fiato e tornare con la mente al mondo reale.
Passato questo momento ci tirammo su e ci sistemammo come potevamo, lo sperma le era colato dalla fica lungo la coscia e la rendeva ancora più oscena, nonostante l’aria aperta aleggiava odore di sesso. La aiutai a pulirsi con un fazzolettino la coscia e la fica, anche io mi ripulì la cappella che lentamente si stava ormai sgonfiando. Anche se sudati ci rivestimmo e ci costringemmo a riordinare le idee e pensare a quale strada prendere. Seguendo un impulso improvviso mi avvicinai e la baciai in bocca.
‘Ti amo da morire amore, come farei senza di te?’ ero spesso colto da questi momenti di tenerezza dopo aver fatto del sesso molto dure, avevo il bisogno di compensare.
‘Amore, infatti tu non devi stare senza di me, altrimenti chi si fa scopare così?’ disse baciandomi, le nostre bestie primordiali erano tornate a dormire eravamo di nuovo Alessio e Marika.
Soddisfatti ed euforici di questa nuova gratificante esperienza, ci ricomponemmo e proseguimmo nel nostro cammino quasi come se nulla fosse accaduto. A me e a Marika piace elencare i posti più strani e inconsueti in cui abbiamo avuto un rapporto sessuale e sicuramente questa avventura &egrave andata ad aggiungersi alla lista. La consapevolezza di ciò ci rende felici e di buon umore. Un altro ricordo felice nella nostra storia. Il caldo continua ad essere insistente, l’aria appiccicosa diventa insopportabile e soprattutto dopo aver scopato ci sentiamo più appiccicosi che mai. Abbiamo anche molta sete, boccheggiamo, e non vediamo ormai più l’ora di uscire fuori da quel groviglio di strade intrecciate. Come al solito Marika si affida totalmente a me ed io, dal canto mio, mi affido al mio buon senso dell’orientamento che ci porta in mezz’ora dritti fuori dal labirinto. Siamo una bella squadra, ci diciamo, siamo soddisfatti di noi stessi, sia per aver concluso e risolto il percorso sia per aver dato vita a un rapido momento di passione in un luogo fuori dagli schemi. Alla nostra uscita stavano arrivando molti nuovi visitatori. La zona di attrazione si stava a poco a poco riempiendo di nuovi curiosi esploratori volenterosi di mettersi alla prova e superare gli inganni del labirinto. Siamo stati fortunati ad avere un po’ di tempo il labirinto a nostra completa disposizione. Quanti di loro potranno immaginare cosa ha avuto luogo nei meandri del labirinto solo pochi minuti fa? E chissà se altri prima di noi hanno avuto la nostra stessa idea o se altri ancora in futuro tenteranno la nostra impresa. Nelle nostre menti immaginiamo di uscire portandoci via la ‘verginità’ del labirinto. Ancora euforici ritorniamo alla “biglietteria”; il ragazzo che ci ha accolti inizialmente ci chiede della nostra esperienza nel labirinto e noi rilasciamo qualche feedback con le nostre impressioni. (tranquilli, nulla riguardo il suo essere un perfetto bordello a cielo aperto). Siamo contenti, ma il caldo e il sesso ci hanno scombinati, chiediamo quindi dove fosse una toilette. Il ragazzo molto sbrigativamente ce la indica ed io e Marika ringraziamo e ci dirigiamo verso i bagni. Il bagno era situato su quello che sembrerebbe un casolare ristrutturato a pochi passi dalla biglietteria e dall’ingresso del luogo. Si accedeva dall’esterno come se fosse una piccola stanza a sé che non aveva nulla a che fare con il resto dell’abitazione. Aveva una porticina piccola e graziosa con un’insega a forma di cuore sulla quale c’era scritto “toilette”. Una volta entrati controlliamo che ci sia modo di chiudere a chiave, se avessimo dovuto andare a casa non sarebbe stato un problema, ma prima saremmo dovuti andare al ristorante e ci serviva una rinfrescata. Non eravamo sudati da avere i vestiti bagnati, ma c’era quel genere di caldo che ti fa sentire appiccicoso e sicuramente il sesso non ha aiutato. Approfittando della porta chiusa e delle persone che entrando ora nel labirinto stavano ignorando il bagno, ne approfittai per chiuderci dentro spogliarmi ed usare il grande e comodo lavandino come una vasca. Marika inizialmente era dubbiosa di questa pratica un po’ poco signorile, ma alla fine si lascio convincere e si tolse canottiera e gonna ricordandomi che sotto non aveva assolutamente nulla. Con la bellezza di una madonna di un dipinto iniziò a rinfrescarsi con acqua e sapone. Era difficile rimanere a guardarla senza toccare quel corpo, così iniziai ad aiutarla, bagnandomi le mani e passandole lungo il suo corpo. Inutile dire che le parti dove mi soffermai furono principalmente le sue tettine e l’incavo che dal culetto portava al suo sesso. Quando la aiutai ad asciugarsi e lei ammise che in effetti stava molto meglio così. Io feci un finto broncio dicendo che al di là del busto io non mi ero rinfrescato certe parti, speravo di essere un po’ lavato un po’ accarezzato anche io. Ma quello che lei fece mi lascio eccitato e desideroso.
‘Se hai bisogno di essere rinfrescato lì sotto, ci penso io’ dicendo questo si abbasso in ginocchio, ancora nuda dentro questo vecchio bagno, mi slaccio i pantaloni e li abbasso insieme alle mutande. In quel momento inizio a leccare con la lingua molto umida tutta la mia intimità. L’effetto di quella lingua fresca e delicata sul mio cazzo e sulle palle dopo una giornata così calda aveva un effetto terribilmente piacevole, non era soltanto erotico, era piacevole in tutti i sensi, continuo così insalivandoli e leccando via con la lingua, mi lavò come una mamma gatta avrebbe lavato un suo piccolo micino. La guardavo estasiato, non era il caso di volere altro in quel momento, avevo avuto un orgasmo pazzesco da poco, il terzo della mia giornata, per venire con un pompino sarebbe servita più di un’ora. Visto che lo sapevamo entrambi lei finì il suo lavoretto, poi si risollevò su chiedendomi di aiutarla a vestirsi. Anche se ancora mezzi nudi aprimmo un po’ la porta per goderci l’aria fresca che stava entrando, ormai era quasi sera, era il momento di andare a cena fuori per poi concludere in bellezza questa straordinaria serata.
Fianco di Venere

Vi ringrazio per il tempo che ci avete dedicato, &egrave il nostro primo racconto e per chi vuole ci piacerebbe avere dei feedback dai lettori con pareri e consigli all’indirizzo fiancodivenere@gmail.com
astenersi per qualsiasi altro scopo.
Marika

Usciti dal labirinto eravamo esausti e affamati, quindi decidemmo di prendere la macchina per andare in un pub/ristorante della zona per mangiare qualcosa e recuperare un po’ di energie. Il posto era poco distante e impiegammo una decina di minuti ad arrivare. Giunti nel parcheggio, mi incamminai velocemente verso il ristorante per poter richiedere presto un tavolo a cui accomodarci, non avevo molta voglia di perdere altro tempo. Indossavo una gonna che evidenziava le mie linee e capii subito che Alessio era a qualche metro da me per potermi guardare, &egrave sempre piacevole per una donna sentirsi osservata quando &egrave vestita in modo attraente. Il parcheggio era un po’ isolato e distante dal ristorantino. Nel momento in cui arrivammo non c’era nessuno lì fuori, solo macchine vuote parcheggiate. In modo quasi automatico Alessio mi sollevò la gonna che indossavo fino a scoprirmi tutto il culo, per potermi guardare l’intimo. Subito mi voltai di scatto ed abbassando velocemente la gonna protestai:
“Alessio, ma sei pazzo?”.
“Che ho fatto? Dai, non c’&egrave nessuno qui che ti ha vista!”.
“Nel parcheggio no, ma dalla strada passano molte macchine, qualcuno potrebbe avermi visto il culo!”
“Eh vabb&egrave, si saranno goduti lo spettacolo”. Disse Alessio con uno scintillio malizioso negli occhi, adora sapermi guardata.
Un po’ imbronciata, alla fine scoppiai a ridere e gli diedi dello scemo scherzosamente. Ci demmo un bacio affettuoso e ancora sorridenti giungemmo all’ingresso dove un cameriere ci fece accomodare ad un tavolo all’esterno. Non c’era molta gente in settimana e questo permise al nostro ordine di arrivare subito. Mangiammo hamburger e patatine; volevamo fare una cena senza troppe pretese ed evitare portate impegnative. Ci godemmo la serata, mangiammo con gusto, il clima era sereno e il caldo si era finalmente attenuato. Restammo a lungo a chiacchierare al tavolo anche dopo aver terminato di mangiare già da molto tempo. Fu divertente e spettegolammo di alcuni nostri amici, di chi era attraente e chi no e di chi secondo noi poteva avere una vita sessuale più attiva. Poi chiacchierando di questo arrivammo ad analizzare la nostra e come era cambiata in questi anni, rimanendo soddisfatti nel constatare che nonostante il tempo passi la nostra voglia di intimità non si esaurisca. Finalmente poi decidemmo di alzarci, pagare il conto e tornare a casa insieme.
Eravamo sazi ma anche stanchi e la prima cosa che facemmo una volta rientrati fu quella di stenderci sul letto. L’intera giornata fu molto impegnativa ed ora che era sera, tutte le fatiche del giorno iniziavano a farsi sentire. Con molta fatica mi alzai dal letto per togliermi le lenti a contatto e dare sollievo anche ai miei occhi e vestirmi in modo comodo. Preferii non esagerare mettendomi un outfit troppo sexy e succinto. Per questo lasciai sotto l’intimo che Alessio aveva già ammirato fuori dal locale (e probabilmente anche qualche camionista di passaggio) e sopra mi misi un pigiamino composto da lenti pantaloncini corti ed una canottiera. Alessio si mise uno dei suoi comodi pantaloncini da calcio ed una maglietta a maniche corte che però si tolse, mostrando i suoi muscoli tesi e stanchi sulla pelle abbronzatissima e rossa sulle spalle, appena entrambi ci stendemmo a letto a vedere la tv. Ci rilassammo un po’ vedendo senza impegno qualche programma che neanche ricordo, mangiando gelati e godendoci ventilatore ed aria condizionata. La giornata era stata dura, soprattutto il camminare con quel caldo per il labirinto. Mi facevano male i piedi e lo feci presente ad Alessio, chiedendogli, con aria da cucciola, di farmi un messaggio ai piedi. Alessio ha delle mani che sanno essere molto delicate e sanno premere i punti giusti’ in tutto il mio corpo. Da bravo fidanzato si mise subito all’opera, io ero stesa a pancia in su, con le gambe un po’ divaricate ed Alessio si stese parallelo a me ma capovolto. In questo modo io ero rilassata a vedere la tv mentre lui mi massaggiava i piedi. Poco dopo mi rilassai in estasi e chiusi si occhi per godermi la piacevole sensazione. Mi accorsi delle sue intenzioni soltanto quando sentii qualcosa di umido e fresco che mi solleticava il collo del piede vicino l’alluce. Sorrisi senza neanche aprire gli occhi, sapevo cosa mi aspettava. Dopo qualche leccata delicata sul collo e sul lato del piede, fece quello che più aspettavo. Prese il mio alluce in bocca e si mise a ciucciarlo e leccarlo con avidità, passando anche alle altre dita, leccando tra di esse. Poco dopo cambio piede e passò all’altro, era veramente molto piacevole, &egrave una sensazione difficile da descrivere. Fa venire i brividi ma a tratti fa anche il solletico, &egrave un perfetto mix tra piacere e tensione. Sorrisi pensando che era un po’ un modo per provare quello che lui provava durante i miei pompini, ecco perché li adora tanto. (Secondo Alessio, o almeno gli piace ripeterlo spesso, in realtà la felicità di un uomo &egrave direttamente proporzionale ai pompini che riceve. Mi piace rispondergli che allora lui deve essere un uomo proprio felice)
I miei pensieri furono interrotti dalla sua voce: ‘Amore, togliti la maglietta e girati di schiena così ti faccio un ‘servizio completo’. Inutile dire che accettai senza nessuna protesta. Io tolsi la maglietta rimanendo in reggiseno, lui si sedette dietro a me e con l’intimità di anni di sesso mi tolse il reggiseno con estrema naturalezza. Lo guardai con dolcezza mentre le mie tette ‘uscivano’. Diede loro due leggeri baci sui capezzoli e poi mi fece stendere a pancia sotto con le braccia sotto il collo, la testa sprofondata sul cuscino. Si sedette sopra il mio sedere ed inizio a massaggiarmi partendo dal collo. Era molto delicato, ma spingeva con forza sui punti giusti dandomi delle piacevoli sensazioni di muscoli che si rilassano. Dal collo scese alla schiena, lentamente e sempre più in basso, arrivando al sedere, per poi risalire quando io iniziavo a desiderare che rimanesse sempre lì. Dopo aver fatto questo esercizio per diversi minuti, finalmente si concentro sul culetto che lui adora tanto. Senza dirmi nulla si sedette qualche palmo più in basso, e mi abbassò i pantaloncini e mi diede una sculacciata sul sedere.
‘Fai piano che mi fai male!’ protestai sorridendo.
Al quel punto ormai non era più il momento dei massaggi rilassanti, abbassò il viso, mi aprì con forza il culo ed annusò l’odore proveniente dalla mia intimità. Baciandomi passò la lingua vicino le labbra, poi mise le dita’
‘Amore sei un lago”
‘Sono 40 minuti che ti occupi lentamente di me, che ti aspettavi?’
‘In effetti ormai lo so che sei una maiala’ Mi rispose sorridendomi. ‘Stasera ho voglia di stuzzicarti piano piano’ sarà che siamo a pezzi ed abbiamo già scopato tre volte, ma ho voglia di godere piano piano, in modo quasi pigro’
Gli dissi che ero d’accordo, mi stava piacendo tenere gli occhi chiusi ed essere stuzzicata, ero eccitata e fradicia, ma anche stanca e rilassata. Mentre aspettavo che dicesse altro si abbasso e si concentrò per un po’ su un’unica cosa: leccarmi il mio buco del culo. &egrave piacevolissimo, l’ano &egrave molto vicino alla vagina, quindi oltre che essere piacevole di suo &egrave come sentirsi stuzzicare lei ma in modo più attenuato. Mentre mi leccava mi prese una mano e la portò alla mia fica. Era eccitante sentirsi così bagnata, con il suo viso lì di fianco a lei mentre mi leccava il culo con piacere. Capendo cosa voleva, lo accontentai. Iniziai a masturbarmi toccandomi il clitoride. Prima di tutto passai le dita tra le labbra per approfittare dei miei umori per bagnarle, poi mi concentrai sul mio punto più sensibile. Continuammo in questo modo per un bell’intervallo di tempo, Alessio adora occuparsi di me lentamente ed a lungo, può stare anche un’ora a leccarmi e guardarmi mentre mi masturbo. Quella sera però avevo voglia che ci rilassammo insieme.
‘Ale, stenditi di fianco a me e masturbarti anche tu’
Lo sentii abbassarsi le mutande muovendosi sopra di me, ero stesa con il viso sul cuscino e non potevo vederlo. Poi in un attimo lo sentii schiacciarmi con il suo peso e buttarmelo tutto dentro, fino alle palle, in un colpo solo.
‘Oddio amore’.’ Dissi estasiata. Mi aveva riempito in un secondo.
‘Scusa Mari, mi va di masturbarmi invece di scopare, ma prima volevo lubrificarlo un po’, così ho approfittato del tuo laghetto.’ Detto questo mi diede un paio di colpi profondi, per farmelo sentire bene, poi si sfilò e si mise accanto a me. Sorridendo mi girai a pancia in su ed aprii le gambe, lui aveva già il cazzo in mano e se lo toccava velocemente. Mi &egrave sempre piaciuto vederlo masturbarsi, lo fece anche la prima sera che uscimmo insieme, ma questa &egrave un’altra storia. Ci baciammo e ridacchiammo come bambini eccitati da un gioco un po’ proibito. Ci mettemmo comodi e mi masturbai guardandolo negli occhi (con qualche occhiata verso il suo bel cazzo ovviamente). Eravamo nudi, io avevo le gambe aperte con una coscia sopra le sue gambe, con una mano si segava mentre con l’altra mi accarezzava dolcemente la coscia, io titillavo velocemente ma con esperta delicatezza il mio clitoride mentre a volte gli accarezzavo le palle. La penetrazione di prima però mi aveva aperto, ed anche se preferivo masturbarmi volevo sentire qualcosa dentro.
‘Amore prendi il giochino e mettilo dentro, dai’
In quel periodo non avevamo ancora né il piccolo vibratore né il grosso contenitore di lubrificante che ora usiamo per penetrarmi (sfondarmi viste le dimensioni), così ci portavamo dietro uno stappa bottiglie in plastica dura e dalla forma leggermente fallica. Negli anni per noi era diventato semplicemente ‘il giochino’. Lui lo prese dalla valigia, lo succhio per lubrificarmi e poi stendendosi di nuovo di fianco a me e me lo infilò dentro fino alla parte in ferro da usare per i tappi. Finalmente ero riempita, la scena oltre ad essere piacevole era estremamente porca, ero a gambe completamente aperte di fianco a lui con un oggetto nella fica e le dita furiose sul clitoride, il tutto mentre lui di fianco a me si masturbava guardandomi la fica e gli occhi. Le nostre gambe ed i nostri bacini tremavano incontrollati per la tensione sessuale, Più di una volta vidi che stava per venire ma che si fermava, voleva continuare finché non fossi venuta anche io. Alla fine, dopo un bel po’ di quel trattamento rilassante ma ormai estremo e forte, iniziai a sentire quelle piacevoli contrazioni che preludono l’orgasmo. Mi venne spontaneo cercare di chiudermi, cercare di respingerlo e per un momento il mio mondo fu soltanto le pareti della mia fica che si stringevano convulsamente su quel gioco come a cercare di stritolarlo. Dopo le diverse scopate della giornata, quello era il mio primo orgasmo e dovendo scaricare tutta la voglia accumulata durante il giorno fu veramente intenso. Un attimo dopo, quando ripresi un po’ di coscienza, vidi l’effetto che la scena aveva avuto su Alessio, mi masturbava velocissimo e si mordeva le labbra.
‘Amore che troia che sei’ apri le gambe voglio sborrare sulla fica!’
Quello &egrave il mio modo preferito di ricevere lo sperma, non dentro di lei, la sopra le labbra eccitate. Sentire gli schizzi caldi che mi solleticano &egrave porco e piacevolissimo. Lui si era così teso verso di me che ormai era girato di fianco, non avrei fatto in tempo a cambiare posizione, così mi misi di fianco anche io, girata verso di lui, e per tenere le gambe più aperte possibile alzai la gamba destra verso l’alto, quasi come un cane che fa pipì. In effetti mi stavo sentendo abbastanza cagna. Glie la avvicinai i più possibile dicendogli di venire, lui adora se glie lo dico con tono implorante mentre sta esplodendo. Le scariche furono copiose, sembravano delle carezze sulla mia patata ipersensibile dal trattamento ricevuto e dall’orgasmo. Ora era oscenamente aperta, con il giocattolo che spuntava ed era completamente grondante di sperma caldo.
Gli ci volle qualche secondo per riprendersi, rimanemmo in silenzio qualche secondo a guardare il soffitto riprendendo fiato. Ridemmo quando subito dopo alzo il braccio nel gesto internazionale del ‘Dammi il 5!’. Ovviamente glie lo diedi, era il nostro modo per complimentarci tra noi per la prestazione. Avevamo sonno e potevamo addormentarci da un momento all’altro.
‘Beh?’ dissi tra l’imbarazzata ed il contrariata ‘Mi vuoi lasciare così?’ Capendo a cosa mi riferissi, mi sfilò il giocattolo (era sempre più difficile estrarlo dopo l’orgasmo piuttosto che metterlo prima) e prese un piccolo asciugamano. Sarebbe stato più normale se mi fossi pulita da sola le mie zone intime violate e sporche, ma lui ormai sa che preferisco che sia lui a pulirmi, mi fa sentire la sua bambina da accudire.
‘Mari, &egrave stata veramente una giornata lunga, ‘
‘Già, prima il mare, poi il labirinto e poi questa serata insieme’ risposi. ‘Una giornata di sesso, amore ed ancora sesso’
Lui si girò verso di me baciandomi in bocca, si stese verso guardando verso il soffitto con aria beate e disse
‘Praticamente come quasi tutte le nostre giornate.’

Questa nostra storia suddivisa in tre racconti si &egrave conclusa. Come sempre ci piace molto ricevere al nostro indirizzo e-mail fiancodivenere@gmail.com commenti, domande e pareri sul racconto. Fateci sapere se preferite racconti composti da più capitoli o racconti singoli.

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