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Racconti Erotici Etero

il mio lavoro precedente

By 22 Giugno 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Passarono i giorni il lavoro mi teneva sotto pressione e il pensiero della donna misteriosa si stava affievolendo.
Nessuna notizia e quindi pensavo che fosse stato solo un gioco per lei.
arrivò una telefonata era l’ingegnere della casa che mi chiedeva quando potevo scendere per posizionare le tegole e finire i lavori. Risposi che mi sentivo coi ragazzi guardavo le tempistiche e gli avrei telefonato io la sera stessa.
Così feci alla fine della giornata riunì i miei operai e chiesi chi avesse voluto andare due tre giorni a finire i lavori tutti chiesero se potevano restare qui chi per la cresima del figlio chi perché era troppo caldo in quella città chi perché aveva appena trovato una ragazza da conoscere.
Un po’ stizzito dissi va bi ci vado io. Chiamai l’ingegnere e comunicai che dopodomani sarei arrivato la mattina e di farmi trovare il camion in cantiere per scaricare le tegole.
Alle quattro la sveglia suonò il furgone lo avevo preparato la sera prima e quindi parti per finire il lavoro durante il tragitto il pensiero venne turbato dalla bella signora e mi venne una forte erezione pensando a lei. La volevo la desideravo arrivato al cantiere sali sul tetto voltai lo sguardo alla finestra e la vidi in una vestaglia di seta che la rendeva ancora più irresistibile alzai una mano in segno di saluto lei sorrise feci il gesto di un caffè dopo pranzo e lei fece un segno di consenso con il capo. Mi misi di buona lena scaricai il camion e suonò mezzogiorno andai a mangiare. Mentre stavo facendomi fare la fattura dal proprietario senti una voce femminile urlare Nooooo! le mie tovaglie!!
uscimmo con il proprietario e un imponente scroscio di pioggia ci fece capire l’ira della donna che aveva steso ad asciugare all’aperto le tovaglie che ora erano fradice di pioggia.
rientrammo mi consegnò la fattura e dissi mi da una bottiglia di un buon spumante Abate nero se lo ha etichetta nera mi guardò stupito e mi disse
ottima scelta .
Decisi di andare a bere il caffè da Samantha tornando sali nel palazzo e suonai alla porta dell’appartamento e lei ad aprirmi ancora con una vestaglia di seta che seguiva ogni centimetro di quel corpo sexy che emanava sesso da ogni centimetro entrai la salutai e poi mi disse aspettami in cucina che ti raggiungo mi sedetti sulla sedia con le spalle alla porta della cucina lei con un colpetto di tosse disse eccomi
mi girai e lei era nuda
non riuscì altro che a dire wow e tra le mie gambe si eresse dritto tutta l’ammirazione per ciò che i miei occhi vedevano
Improvvisamente Samantha si avvicinò a me, prese la mia mano e la mise sulla sua tetta, e disse: “Il week-end è lungo, fuori piove e vedrai come ci divertiremo se staremo insieme a casa mia. Ti farò tante cose nuove che ti faranno impazzire.

Poi l’altra sua mano s’infilò tra le mie gambe e iniziò ad accarezzarmi il cazzo.

Ci baciammo appassionatamente, la sua lingua era come un fulmine: un momento mi penetrava in bocca e un attimo dopo mi leccava e mi succhiava l’orecchio.

Presi dall’eccitazione mi spogliai rapidamente gettando a terra i miei vestiti.

Poi Samantha mi disse grazie per avere risvegliato la voglia di sesso in me per farmi sentire desiderata poi guardandomi negli occhi si mise in ginocchio davanti a me, afferrò con una mano il mio cazzo e lentamente iniziò a farla scivolare su e giù scoprendo completamente la mia cappella.

Con la lingua cominciò a leccarmi la punta bagnata, poi spalancò le labbra calde e umide, avvolse la cappella e lentamente ingoiò il mio cazzo.

Rilassati, non ti agitare, non vorrai mica venire subito – disse sorridendo maliziosamente e dicendo sai dopo tanto aspettare magari esplodi subito chissà quanta sborra hai!’
In realtà io ero già pronto a sborrarle in bocca.

“Uhmmmmm, sei fantasticaaaaaaaaa, mio Dioooooooo se continui così non resisto a lungooooooooo. Ti prego non ti fermareeeeeeee!!.

La sua mano continuava a scivolare su e giù lungo il cazzo, mentre con l’altra si masturbava la sua figa.

Più io ansimano e più lei si dimenava inarcando la schiena. Accompagnavo i suoi movimenti appoggiandole una mano sulla nuca e spingendo il bacino verso di lei.
Le stavo splendidamente scopando la bocca: volevo godere dentro di lei e ammirarla nel bere ogni goccia del mio piacere.

Poi ad un tratto con una mano mi afferrò le palle tenendole strette, mentre con un dito dell’altra mi penetrò improvvisamente il mio ano.

Ahhhhhhhhhhhh, – uhmmmmmm, ooooohhhhhhhhhhh. lei sorpresa mi guardò e disse
allora non sono la prima donna che ti fa questo
risposi
no ma era molto tempo che nessuna lo faceva uhmmm……….aaaaahhhhhh!!

Adesso rilassati e vedrai come godiiiiiiiii – ribatté di nuovo Sam penetrandomi con un secondo dito e spingendoli tutti e due fino in fondo.

Ohhhhhhhhh, siiiiiiiiiiiiii godoooooooooooooo ……….., succhiami tutto, sto sborrandooooooooooooo!! Non ti fermareeeee, vengooooooooooooooooooooooooo!!

Sentivo la sua bocca succhiare la mia sborra calda che usciva dalla cappella, le sue labbra erano incollate come una grossa ventosa, ed io continuavo a sparare schizzi di sborra dentro di lei.

E’ fantastico, uhmmmmmmm, è bellissimoooooo, sei adorabile – le dicevo tra un lamento e l’altro – ohmmmm, così ingoia fino all’ultima gocciaaaaaaaaaa!!

Dopo alcuni interminabili minuti di piacere e di silenzio Sam sottovoce mi disse: “Allora come inizio cosa ne pensi? Dai coraggio, raccontami, dimmi un po’ quali sono i tuoi desideri più sfrenati, le tue fantasie più morbose, così potrò soddisfarti.”

Mi vergogno un po’ a parlarne così apertamente… – le risposi – …. sai un mio sfrenato desiderio erotico era proprio quello di fare sesso con una donna matura come te. E quando dico fare sesso intendo quello vero.
.

A quel punto Sam si alzò e mi disse – Penso di poterti accontentare, anzi posso fare molto di più
aprì le sue cosce e si stese sul tavolo della cucina la presi cominciai a baciarle le caviglie alternando le mie labbra alla punta della mia lingua e passando in modo vellutato i miei polpastrelli sulla sua pelle

Il mio cazzo ricominciò immediatamente a ridare segni di impazienza.

Allora è questo che desideri? E’ così che mi immaginavi?
Le risposi è solo l’inizio fuori intanto il temporale imperversava senti i tuoni e le dissi
senti fuori sarà quello che proveremo in questi giorni io e te sarà un turbinio di emozioni tesoro ho da recuperare molto e anche tu quindi possiamo dare uno all’altro tutto ciò che vogliamo detto questo con molta premura di occuparmi di lei iniziai lentamente a salire le sue gambe scivolavano sotto la mia bocca la mia lingua le percorreva e le mie dita le palpavano con dolcezza arrivai vicino a quel ben di Dio mi fermai un attimo poi mi dedicai all’interno delle sue cosce porgendo sempre più attenzione ad accentrarmi cominciai a gironzolare sui peli della sua vagina passando le mie dita sulle sue grandi labbra facendole scorrere per tutto ilo suo solco passandole anche sul suo sedere e sul suo orifizio anale quando arrivai a sentire il calore del suo sesso, il contatto con i peli che la ricoprivano in modo armonioso lasciando un piccolo gusto dei suoi odori mi fecero trasalire, pulsavo e faticavo a trattenermi.
Iniziai a carezzarle la sua passera, ad esplorarle la fica:, tra le mie mani. Lei colava, letteralmente fradicia e sfacciatamente aperta. La guardai in volto, mantenendo la mano dentro di lei, mi sorrise con lussuria, tolsi la mano dalle sua cosce e la portai a me: la succhiai. mi bisbigliò: “Dai ti prego, mangiami la fica, ho voglia di sentirmi divorata da te”.
Non me lo feci ripetere e mi tuffai su quella meraviglia della natura iniziando a leccare le grandi labbra e poi le piccole che, frastagliate, mi si porgevano come i petali di un’orchidea selvaggia e matura.
Leccavo, annusavo, guardavo e succhiavo quella incantevole fica di cui mi stavo riempiendo la bocca e che mi stava regalando assoluta estasi sensoriale. Me ne profittai a lungo, indugiando per parecchi minuti su quel desiderabile e odoroso fiore, lei intanto iniziò a contorcersi per il piacere e a premere con le sue mani sulla mia nuca, spingendomi sempre più la passera dentro la bocca, come a porgermela a concedermela a incitarmi nel torturarla sempre più di attenzioni.
Le succhiai il clitoride, così pronunciato ed eretto, la penetrai nel pertugio con la lingua, iniziando un dentro e fuori che sembrava apprezzare particolarmente, la leccai il perineo e poi a piena lingua anche il buco del culo, per poi tornare alla fica, così meravigliosamente slabbrata, e succhiarle un labbrone scuro alla volta (che deliziosa passera, che fica aperta e matura, che incanto) fino a quando stringendomi le cosce attorno alla testa mi disse: “Vengo, Denis, vengo, sto godendo: bevi tutta la mia voglia di te… sìììììììì”
E io, ovviamente, bevvi, gustando ogni singola goccia di quel denso e appetitoso distillato di piacere che mi regalò.
Ebbe un orgasmo forte e prolungato: gridò, si dimenò, mi strinse e si agitò fino ad adagiarsi appagata e liberata.
Sapeva di femmina e di sesso. Persi la testa.
Le spiegai che non avrei resistito oltre: “Ti voglio scopare Samantha”.
Mi alzai, la guardai, splendidamente femmina, meravigliosamente donna, rossa in viso per l’orgasmo appena vissuto e le dissi: “Sei deliziosa e, ora che ti ho assaggiata, però, voglio sentirti godere di me”. il mio batacchio tornò prepotente sull’attenti, duro, eretto, pulsante, a meno di un metro da lei… ad un passo dalla sua incantevole femminilità.
Mi guardava e lo ammirava, lo voleva almeno quanto io desideravo lei.
Nudo, eccitato, elettrizzato, vizioso come non mai e infoiato insieme ad una donna eccitante e provocante e al cospetto della sua vulva matura, pronta e oscenamente aperta di fronte a me… … ero nudo, eccitato, infoiato, in piedi, di fronte ad una donna splendida
“Samantha sei splendida, mi fai impazzire” le dissi, con il sapore del suo orgasmo in bocca, con l’odore della sua fica matura sul volto, guardava dritto nei miei occhi lasciando trasparire tutto il desiderio che aveva di farsi montare.
Era seduta, le gambe leggermente aperte, il suo fiore si mostrava in tutta la sua straordinaria e straripante bellezza. Mi sconvolgeva sì, quella passerona grande, aperta, le sue labbra pronunciate, scure e frastagliate, il suo pelo saporito e ben curato rendevano ai miei occhi quella donna così desiderabile che non avrei potuto chiedere altro che lei…
e francamente sarei anche tornato a succhiargliela, tanto calamitava le mie attenzioni, solleticando i miei sensi, se solo lei non si fosse decisa a prendere lei l’iniziativa…
Mi Disse. Denis avvicinati a me, voglio assaggiarlo ancora, il tuo cazzo ha un sapore divino e così facendo lo prese in bocca tutto, in un sol colpo, cacciandoselo nuovamente in gola.
Non mi era mai successo: stavo in piedi, lei accovacciata dinnanzi a me, con il mio bastone nodoso e pulsante tutto nella sua famelica bocca. L’immagine di ciò che stava accadendo mi mandò in visibilio. Lo aveva ingoiato per intero e, apparentemente, non si muoveva. Dentro però sentivo vorticare la lingua sulla mia asta e succhiare, sì, succhiare come un’idrovora. Mi stava succhiando con una forza e una passione tali che dal mio membro salivano al mio cervello sensazioni sconosciute. Dopo un paio di minuti così si tolse il cazzo dalla bocca e fece altrettanto con il mio scroto. Dapprima mi leccò per bene i testicoli poi perineo e orifizio anale con grandi profonde lappate e infine, boom, in un sol boccone si infilò in bocca entrambi i miei testicoli iniziando a mulinare la sapiente lingua sulle mie palle estasiate, mantenendole entrambe dentro la sua bocca.
voglio farti perdere i sensi di me, voglio tutto di te” disse continuando a lavorarmi i coglioni.
E io di lì a poco sentii salire in me l’orgasmo, forte, potente incontrollabile…
Se ne accorse e riprese in bocca il bastone succhiandolo ancora più forte di prima. Venni, gemendo e spingendo verso di lei il bacino, infilandole ancora di più il mio membro in gola, schiacciai la sua nuca contro il mio pube e lei bevve tutto, senza mai toglierlo dalle sue fauci, continuando fino a quando la costrinsi a lasciarlo perché mi doleva.
Svuotato, ma ancora incredibilmente eccitato, sentivo il desiderio, forte, un desiderio cerebrale, una voglia

quasi atavica, mai provata prima.
Le gambe mi tremavano ma decisi di prenderla in braccio e portarla in camera da letto arrivai sul letto la posi dolcemente sul materasso ampio spazioso dove avremmo passato il resto del fine settimana mi sdraiai accanto a lei accanto dicendole:
“Ingorda sei una donna incantevole, non credevo si potessero raggiungere picchi di godimento tali…”.
per tutta risposta mi baciò, infilandomi la lingua in gola. Sapeva di me, del mio cazzo, dei miei sapori Il suo calore, la sua audacia, il suo odore, la sua procace femminilità mi stavano inebriando come mai prima. Vivevo un sogno erotico, una realtà onirica, una situazione unica.
Ci baciammo ancora, intrecciando i nostri corpi nudi il bacio durò minuti e minuti, e crebbe nuovamente l’evidente voglia di entrambi. La baciai sul collo, le leccai le orecchie e le sussurrai: “Vorrei ancora bere alla tua fonte: ho una sete terribile”,
Mi dedicai ai suoi seni belli grandi al punto giusto, una terza piena ,avevano grandi areole e capezzoli grossi come pollici duri e eretti cui prima passai la punta della mia lingua e poi succhiai mordicchiandoli con delicatezza Samantha emise un urletto io andai in cucina aprii il freezer presi due cubetti di ghiaccio e cominciai a passarli sulle sue tette sul suo corpo devo raffreddarti un pò se no al tuo contatto potrei ustionarmi le dissi sorridendo la pelle d’oca affiorava sulla sua pelle. poi tornai ai suoi seni. Protesi verso di me li succhiai, uno alla volta, mordicchiandoli fino a farle emettere dei piccoli gridolini di dolore. “Ti voglio mangiare, sei una femmina speciale”.
La feci adagiare supina e tornai a bearmi della vista di quel suo sconvolgente fiore, , di quell’incantevole figa.
Davvero una meraviglia della natura continua volevo farvi essere partecipi di tutto il fine settimana e allora ho aggiunto il terzo capitolo.
reciproca la ho sempre avuto con donne vere donne che però non si sono mai concesse come te.
mi spiego si sempre sesso puro ma non con una passione tale come con te Sam.
Lei mi guardò voglio dirti una cosa oggi con te sono riuscita a rivivere cioè io ho un marito due figli una vita serena con mio marito vado d’accordo c’è amore ma non ho mai goduto così non mi sono mai sentita piena e soddisfatta voglio una promessa da te senza legami d’affetto voglio vivere la mia seconda vita il sesso con te quando e come potremo.
la guardai le sorrisi la baciai e le dissi quando e come vorrai mio sogno mia dea. Dai suoi occhi uscii una lacrima.
Perché piangi?
Aggiunsi dopo aver staccato le labbra dalle sue ti sei pentita di avere fatto sesso?
La presi in bocca, così come fece lei poco prima con il mio cazzo: tutto d’un fiato me ne riempii le fauci e iniziai a succhiare, a leccare… a divorarle la fica come se fosse tutto ciò che potevo volere, l’unica cosa di cui mi importasse. Era un vero e proprio lago. Venne come un fiume in piena la notte era quasi trascorsa interamente a darci e prenderci uno all’altra. ci addormentammo uno sopra all’altro due corpi nudi stesi come foglie su un prato. Mi svegliai prima io andai in cucina e visto che mia mamma era stata cuoca mi aveva insegnato a fare dei buoni dolci cercai tra il freezer la dispensa e il frigo ciò che poteva fare da ingrediente per preparare una buona colazione. Trovai nel congelatore un rotolo di pasta sfoglia nel cestino della frutta delle mele un pò di uvetta e un pò di cannella pensai perfetto mele in camicia!. Mi misi a prepararle il tempo di far sgelare la pasta preparai il composto venti minuti di forno ben caldo e hualaà ecco pronto il dolce!!!!
preparai latte e caffè improvvisai un vassoio e lo portai in camera Samantha era appena uscita dal sonno mi guardò e sorridendo disse sembra un sogno tutto ciò che ho sempre desiderato me lo stai regalando e pensare che potevo non goderti non averti solo perchè non volevo sembrarti una puttana!!!
la guardai la baciai dolcemente sule labbra e le dissi non sei una puttana sei una donna una donna vera che ha dei bisogni delle voglie e io sono qui per poterteli regalare perchè tu Samantha sei il mio piacere la mia voglia. Avevamo appena consumato la più soddisfacente e animalesca delle scopate.
Samantha era stravolta, ancora distesa, supina, con le cosce spalancate: la sua incantevole passera sbattuta si ergeva dal monte di venere protendendosi in tutto il suo spendore.
Le labbra grosse scure pronunciate, carnose, gonfie frastagliate si mostravano al mondo e a me in tutta la loro incredibile bellezza e il pertugio era ancora dilatato all’inverosimile…
ripresi da dove avevamo interrotto la sera prima leccando e baciando il suo corpo coprendo ogni centimetro di pelle delle mie attenzioni e arrivando sulla sua figa che incominciai a lappare come un disperso nel deserto che ha bisogno di bere
Colava come una sorgente risorgiva. Ma non riuscii a saziarmi a lungo, non quanto avrei voluto almeno.
Mi prese per i capelli e mi trascinò su sospirandomi: “Ora scopami, ti prego Denis scopami, non ce la faccio più”.
Mi adagiai su di lei, pronta, lasciva, aperta, smaniosa di essere montata da un giovane virgulto maschio arrapato. La baciai,ma non penetrai…
Intendevo protrarre oltre quel nostro pazzo desiderio di averci,di darci,di fotterci. Di possedere uno l’altra e viceversa.

La mia cappella rossa strusciava sulle sue labbrone scure e pronunciate senza entrare… il mio cazzo ispezionava il bosco del suo piacere quasi a volerle far crescere ulteriormente l’appetito. La sua voglia era evidente, almeno quanto la mia, ma volevo resistere, volevo farla impazzire.
“Che devo fare per farmi scopare, sei un porco vuoi farmi impazzire Denis non ce la faccio più. mi disse…
Non me lo feci ripetere: “Nulla” risposi e nel mentre la penetrai forte.
Un colpo secco fino alle palle, e fui tutto dentro di lei.
Entrai come il coltello nel burro caldo. Sbattei sul collo del suo utero e mi fermai.
Lei con le gambe cinte dietro al mio culo cercava di muoversi ma io nulla, l’avevo infilzata, riempita e stavo fermo con il cazzo totalmente piantato dentro di lei.
La guardai e vidi il piacere sublimato in volto.
Mi guardò con occhi languidi quasi a supplicarmi.
La baciai con il bastone piantato dentro e solo dopo un po’ iniziai a scoparla, lentamente.
Lo infilavo tutto dentro e poi lo toglievo mettendolo tutto fuori. Entravo ed uscivo, per intero. Lentamente. Mi produssi in andirivieni che sembrava gradire, molto.
Venne subito, sembrava urinasse per quanti umori secerneva la sua fica. Venne mentre io la penetravo lentamente, un paio di minuti dopo esserle entrato dentro ma io continuai a scoparla piano, terribilmente lento fino a quando il suo orgasmo toccò l’apice.
Sì, perché solo quando percepii il sopraggiungere del parossismo del suo piacere iniziai a stantuffarla forte, fortissimo.
Sembrava non avessi mai atteso altro.
Scopavo come fossi posseduto e così la stavo possedendo. Posseduto dall’incontrollabile voglia di lei.
Il forte e inequivocabile rumore dei miei testicoli che sbattevano contro le sue labbrone scure e zuppe di umori ci riempiva le orecchie e lei allentando la morsa delle sue cosce, si lasciò andare come sconvolta.
Girò la testa sul fianco continuando a farsi scopare.
Era distesa, quasi assente. Passiva.
La martellai per una buona mezz’ora senza che lei battesse ciglio: viveva come uno stato di trans e tanto godevo del prenderla e del darle piacere che nemmeno mi venne l’idea di cambiare posizione.
Mi piaceva montarla così, vederla provata e concessa, distesa, stravolta e sconvolta dai miei fendenti che, incessantemente, senza soluzione di sosta, con ardore incalzavano sempre più. Persi il conto dei suoi orgasmi. Si lasciò andare e gridò a lungo, spesso, senza vergogna, senza alcun pudore esternò tutto il suo essere femmina, il suo sentirsi scopata, viziosa e lussuriosa su quel letto immenso unico testimone della monta cui aveva deciso di sottoporsi, che aveva voluto che io volevo.
Una cavalcata che, in verità, mise a dura prova anche la mia resistenza fisica. Il cazzo che, dopo essere stato spremuto per ben due volte dalla sua avida bocca la sera prima sembrava essere di nuovo pronto in ottima forma, Insomma tutti gli altri miei muscoli non ce la facevano più. Ero stremato e accelerai sbattendola come un toro sempre più forte sempre più velocemente fino a venirle dentro in un orgasmo che pareva quasi animalesco per come si presentò.
Gridai anche io e, sfinito, mi lasciai andare su di lei che era sazia, riempita, deliziosamente sfinita e consumata da me, da lui, da noi.
Infilò la sua lingua nella mia bocca e mulinò
Ricambiai il bacio con altrettanta passione prendendole la
“Sai – mi disse – non sono proprio di primo pelo, mi sono tolta le mie soddisfazioni a letto nella vita, ma un’esperienza del genere confesso di non averla mai vissuta”.
“Non dirlo a me, splendore – dissi io -. Non avevo mai conosciuto una donna come te, e tanto meno avevo mai avuto il piacere di trombare con una femmina…”
“Così
“No Sam, tu sei tutt’altro di primo pelo li hai e il sapore che hanno m,i piace da impazzire, comunque sì,
Mi hai fatto provare sensazioni ancora sconosciute anche a me…
Di donne ne ho incontrate parecchie anche io,
ma “Sarai abituato alle ragazzine, belle, sode, prestanti, altro che alle donne come me

“Non è vero io ho quasi sempre avuto donne più mature di me anche qualche ragazzine di cui parli non sanno nemmeno cosa significhi dedicarsi ad un uomo e farlo sentire libero e felice svuotato come tu stai facendo sentire me
“Beh non saprei, senz’altro avranno molto di più di me da darti, comunque nemmeno mio marito mi ha mai scopato come hai fatto tu ieri e come stai facendo
” guarda un po’ a 45 anni sono qua, nuda, sfinita, riempita e consumata con un bell’ometto di dieci anni più giovane di me che mi ha appena fatto la festa”

“La cosa ti disturba?” le risposi immediatamente io.
“Dovrebbe? Denis, se sono qua è perché avevo voglia di farlo non credi?” rispose.
“Lo spero, Sam, così come mi auguro che tu non ti sia pentita o non sia in qualche modo rimasta delusa da questo nostro incontro” le spiegai io.
“Sai – iniziò lei -. Non ho mai considerato gli uomini più giovani di me.
Mai nella vita sono stata a letto con un uomo che fosse anche solo di un anno in meno di me e ora mi sono scopata un maschietto che ne ha ben dieci in meno.
Non mi ci far pensare altrimenti mi imbarazzo”
“E dimmi Sam la cosa non ti ha eccitato. Insomma non ti è forse piaciuto?”
“Stupido, non devo risponderti, credo tu abbia constatato quanto e come mi sia piaciuto.
“Da come e quanto mi hai succhiato il cazzo e da come e quanto hai goduto nel farti succhiare la fica e nel farti sbattere come una vacca non mi sembra che ti ponessi di questi problemi fino ad alcuni minuti fa?”
“Modera i termini ometto” mi disse con un velo di provocatorio sarcasmo.
E io per tutta risposta intrufolai una mano tra le sua cosce e trovai la passera nuovamente zeppa di umori.
“Ahhh quindi ti piacciono le tardone – sorrise – E sentiamo perché ti piaccio così tanto? Non mi dire che non preferiresti sbatterti una qualsiasi troietta con le tette sode e il culo senza cellulite?”.
“No – le risposi – a me piacciono le femmine mature e mi piace gustare il frutto maturo, non acerbo” e così dicendo scesi forzandole le gambe, che apparentemente voleva stringere quasi a negarsi, tornando con il viso tra le sue cosce, con il naso ad un centimetro dalla sua natura.
Ero di nuovo al cospetto della sua figa che mi aveva stregato. Ipnotizzato, per certi versi quasi innamorato di quella fica così bella, appetitosa, gustosa e matura.
“Mi piace,Sam, mi piaci e adoro odore, sapore e fragore di questo delizioso passera di donna matura”
e nuovamente iniziai a leccare le grandi labbra che senza vergogna si protendevano verso di me. Succhiavo un labbro alla volta, poi entrambi, poi prendevo tra le labbra il clitoride grosso ed eretto e lo mordicchiavo e ancora mi riempivo le fauci del suo fiore gustandolo tutto, cospargendomi il volto della sua ambrosia, del nettare del suo e del mio piacere.
Era nuovamente partita…
“Sì, Denis, mangiami, bevi i succhi di questa femmina viziosa e lussuriosa che gode nel fare la troia con un molto più giovane di lei.
Mi piace, mi sento viva, vacca, e sto bene” disse lasciando andare la testa all’indietro e cingendomi la nuca con le cosce intrecciate tra di loro dietro di me.
Mi dedicai a quella che per me era l’ottava meraviglia della natura e la torturai riempiendola di attenzioni.
Venne poco dopo, un altro fiume in piena, l’ennesimo e io non mi fermai bevendo tutto, cogliendo ogni goccia di quel distillato di femmina in calore. Poi la girai, le feci mettere prona e, come un cane, iniziai a leccarle fica e culo con grandi e profonde lappate a piena lingua.
Lei accovacciata, con la testa adagiata sul plaid, apprezzava il lavoro.
La guardavo e mi beavo della donna che avevo di fronte.
Bella, sensuale, femmina da morire e vacca. Tremendamente rapita dalla situazione e dalle mie attenzioni.
Aveva un sapore ipnotico, delizioso.
E che culo, che meraviglioso culo
Un orifizio anale che si mostrava a me senza pudore e senza vergogna contraendosi ad ogni mia leccata.
Ci intrufolai la lingua, solleticandolo ripetutamente e, pur senza mai dimenticare la sua incantevole fica, dedicai la quasi totalità delle mie attenzioni al suo appetitoso buco del culo.
Contornato di peli, incurante di tutto, leccavo e solleticavo quell’invitante piatto che avevo dinnanzi fino a quando lei, all’improvviso mi disse: “Fallo, dai, non resisto più. Mettimelo in culo, voglio darti tutto, mi fai impazzire e non credo di poter continuare a venire senza sentire il tuo cazzo che mi sbatte come una cagna”.
“Sei sicura Samantha – le risposi -. Vuoi che ti sodomizzi?”.
“Smettila di indugiare e scopami il culo Denis, cazzo non vedi che non ce la faccio più”.
Non me lo feci ripetere due volte. Cominciai dolcemente a lavorarle il buchetto prima con la lingua e poi alternando un dito la lingua due dita sempre cercando di fermarmi quando la avevo penetrata per dilatare bene il suo culo
Mi posizionai con l’uccello all’altezza del suo buco e non senza qualche resistenza spinsi riuscendo ad infilarci la cappella. La vidi contrarsi, trattenere un segno di dolore.
Allora dolcemente usci e con due dita le passai sulla sua figa fradicia per poi tornare a farle il culo
“Mamma mia Samantha, sei la femmina più desiderabile del mondo” dissi spingendo a intervalli il mio cazzo dentro di lei facendola abituare alla grossezza per non farle troppo male tutta la mia verga dentro al culo, a dispetto del suo soffrire.
Le mie palle sbatterono sulle labbrone scure della sua fica intrisa di umori, il mio cazzo era per intero dentro al suo incantevole pertugio.
Mmmm cosi mi stai facendo venire i brividi di piacere e sento pochissimo dolore se inizi a muoverti poi inizio a godere e, comunque, sentirmi inculata da te mi eccita da morire, avanti dai scopami il culo Denis”.
Iniziai a stantuffarla, dapprima piano, con moderata lentezza, infilandolo e togliendolo e facendo attenzione a non uscire del tutto e lei, masturbandosi la fica iniziò a distendersi e a godere.
“Sìììì tesoro, ora mi piace, lo sento tutto dentro, lo sento entrare nelle viscere, che bello sìììì, mi stai riempiendo il culo, continua ti prego, scopami Denis mmm che cazzo non mi sono mai sentita piena come con il tuo, mi piace da morire” disse gemendo a gridando dal piacere…
Mi alzai sulle gambe e come un toro iniziai a cavalcarle il culo realizzando una meravigliosa sodomia.
Avevo una donna splendida, una femmina matura sotto di me che mi implorava di sbatterla e io le stavo montando il culo con un vigore e con un piacere indescrivibile, inenarrabile.
Intorno a noi si udiva il fruscio delle foglie dei platani mosse dal vento e il cinguettio degli uccelli.
Oltre agli inconfondibili rumori del mio chiavarla e del nostro gemere di piacere.
“Vengo, tesoro, vengo” gridava e io martellavo sempre più forte.
“Mi stai sfondando, Denis, mi sento aperta” diceva spossata e io imperterrito continuavo a schiaffarle il membro nodoso nel culo.
Venne, ripetutamente, la sentii godere in un continuum.
Sembrava avesse un orgasmo senza fine, fino a quando sfinita si accasciò con me dentro, con me dietro che arrapato all’inverosimile, le riempivo le viscere senza vergogna.
Strinse l’orifizio, mungendomi e stravolta distesa a terra non mi fermavo…
Scopare quella femmina era come stare in paradiso e il suo culo era un celestiale sogno.
Sentii l’orgasmo salirmi dalla punta dei piedi ai capelli.
Accelerai ulteriormente e gridando come un animale venni, dentro di lei che, spossata si ciucciava un dito, rossa in volto come un peperone. Sborrai in lei, nelle sue viscere il piacere della nostra sodomia e mi accasciai su di lei.
Le baciai il collo e le dissi: “Sam, mi hai munto, mi hai svuotato, mi hai stregato”.
Il mio cazzo si stava ritraendo infuocato dentro a quel pertugio accaldato e lei mi rispose “E tu mi hai spaccato Denis, ma giuro che mai ho goduto tanto, mai mi sono sentita così femmina. E’ stato un sogno, mi hai regalato l’estasi allo stato puro”.
Si voltò e mi baciò, esausta.
Eravamo senza forze e senza pensieri, avvinghiati nudi su un letto disfatto ci eravamo dati tutto, come mai prima. L’indomani facemmo colazione insieme mi vestii e la salutai dicendole aspetterò con ansia il momento di regalarti ancora momenti intensi della tua vita segreta della tua seconda vita fatti sentire presto. Lei sorrise no non mi farò sentire mi farò vedere gustare da te non vedo l’ora non sai quanto tempo abbiamo da recuperare io e te e la nostra nuova vita.

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