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Racconti Erotici Etero

Il parco

By 25 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Ricordo che stavo camminando senza meta per la città. Dovevo partecipare ad una iniziativa, ma, un po’ per via dello spostamento obbligato coi mezzi pubblici e un po’ per carattere, ero arrivato con due ore d’anticipo. Siccome non mi piace andare al bar da solo (lo ammetto, la solitudine mi mette tristezza) optai per una lunga passeggiata nella zona dell’evento. Il clima non era dei migliori. Il cielo, grigio e nuvoloso, minacciava pioggia. Ciononostante girovagai comunque senza meta. Mi trovavo a metà di un grosso viale alberato quando, d’improvviso, mi sentii chiamare. Voltatomi vidi venire verso di me Laura, una mia vecchia amica. Una vecchia amica (la conosco fin da tempi dell’asilo) per cui, lo ammetto, ho sempre avuto una cotta. E, per un periodo, avevamo avuto anche una breve, ma intensa relazione. Una relazione soprattutto fisica. Vedendola venire verso di me a passo svelto, con il seno pieno, abbondante, sodo che si muoveva danzando dolcemente, mi tornarono alla mente i nostri appuntamenti focosi. Provai una sensazione di calore dentro di me, mentre qualcosa iniziava a muoversi nei pantaloni. Non si era ancora risvegliato del tutto, ma si stava mettendo in posizione, come in allerta. Giunta davanti a me mi abbracciò, gesto che scambiai felicemente stringendola ancora più forte. Dopo i convenevoli iniziò a farmi le classiche domande di rito e mi chiese come mai passavo per quella zona. Le spiegai la situazione e subito decise di tenermi compagnia passeggiando assieme a me. Camminando mi stringeva il braccio, ragion per cui sentivo il suo seno prosperoso accarezzarmi dolcemente. Dovetti fare uno sforzo enorme per evitare una prepotente erezione. Camminando e dialogando arrivammo a fiancheggiare un parco di medie dimensioni. Visto il clima il parco era completamente deserto.
‘Non sapevo che qui ci fosse un parco!’ esclamò Laura, trascinandomi all’interno.
Dopo una passeggiata tra gli alberi decidemmo di sederci su una panchina. Laura era sempre più vicina a me. Ora non solo i suoi seni mi sfioravano, potevo sentire tutto il suo corpo sinuoso e magnifico. Parlavo a dirotto, toccando gli argomenti più disparati, pur di distrarmi ed evitare sorprese a sud dell’ombelico. Notato che il parco era completamente deserto fu Laura a rompere gli indugi con una sorpresa. D’improvviso (come era sua abitudine) cominciò a baciarmi e leccarmi il collo. Sapeva che questo mi fa impazzire. Non riuscii più ad evitare l’inizio di una potente e ben visibile erezione. Ovviamente lei se ne accorse subito e, mentre da un lato mi baciava e leccava il collo (intervallando la cosa con dei baci molto passionali) dall’altro percorreva tutto il mio corpo con le sue dita, giungendo ad afferrare il mio pene attraverso i pantaloni. Dopo averlo tastato per un po’ decise di abbassare la zip dei pantaloni e, con poche ed esperte mosse, liberò il mio amico. Era molto duro, così duro da far quasi male.
‘Non me lo ricordavo così grosso e duro’ ansimò.
Subito dopo si chinò e iniziò a baciarlo. Sentivo le sue labbra baciare e assaporare la mia cappella, sentivo la sua lingua picchiettare dolcemente la punta del pene. Andò avanti così per un po’, dopodich&egrave decise di far sparire tutto il mio pene nella sua calda bocca. D’istinto le afferrai con una mano un seno, stringendolo e giocando con un capezzolo che potevo sentire turgido nonostante fosse costretto nel reggiseno e nel maglione. Dopo aver giocato per un po’ con i seni le afferrai la nuca e, con la mano, accelerai il ritmo. Non ce la facevo più. Era il miglior pompino della mia vita. Decisi di non opporre resistenza e mi lasciai andare al potente orgasmo. Esplosi dentro la sua bocca con degli schizzi rapidi, potenti e massicci. Lei ingoiò tutta la mia sborra calda. Fortunatamente per nessuno dei due era abbastanza. Iniziai subito a spostarle la gonna. Toccai le sue mutandine e sentii quanto era bagnata ed eccitata. Iniziai a massaggiarle la vagina. Dopo un po’ misi la mano all’interno delle mutandine e penetrai con due dita la sua figa bagnata, calda, accogliente. Sentivo il suo corpo fremere. Infilai il terzo dito. Era meravigliosa come sempre. Nel frattempo il mio pene si era risvegliato e ricominciava a pulsare contro i pantaloni. Stavo per tirarlo fuori di nuovo per penetrare Laura quando sentii delle voci venire verso di noi. Ci ricomponemmo in fretta e furia, appena in tempo per evitare che la coppia di anziani che venne a sedersi sulla panchina accanto alla nostra potesse vederci in atteggiamenti non consoni ad un luogo pubblico. Dopo poco ci separammo, con la promessa che ci saremmo visti a breve per continuare il nostro incontro.

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