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Racconti Erotici Etero

Il Pompino dalla Prof

By 15 Maggio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Finalmente il quinto anno. La scuola stava per finire. Io non sono mai stato una cima, anzi, bocciato una volta al terzo anno, qualche sospensione e per passare l’anno collezionavo debiti formativi. Inglese, matematica, economia aziendale, ma quest’anno la professoressa di italiano mi si era messa di traverso. Insisteva che io copiavo i compiti in classe e per questo se lei non mi avesse dato la materia io non ero ammesso all’esame e questo comportava non solo la bocciatura, ma una rottura di palle a casa e poi ritornare un altro anno in quella scuola di merda. Come ogni mercoledì alle tre bisognava fare il rientro di due ore, per approfondire una materia. Oggi toccava a matematica. Dopo un’oretta, come sempre, chiesi di andare in bagno. Uscito dalla stanza aspettavo che venisse anche Luca, il mio migliore amico, per prendere un caff&egrave al bar della scuola. Ma niente, mi sa che non l’avevano fatto uscire. Decisi di fare una passeggiata per i corridoi. La scuola era semi deserta, c’erano solo le altre tre quinte che come noi erano costrette al rientro. Arrivai fino alla palestra per vedere se come me c’era qualcuno datosi alla fuga dalla classe, ma niente. O meglio, in palestra nessuno, ma qualcuno era nelle docce. Mentre attraversavo la palestra sentivo un bisbigliare affannato, sicuro era la voce di una donna. Mi affaccia dalla porta e non c’era nessuno ma il vociare era sempre più forte. Allora piano piano entrai nello spogliatoio delle ragazze, perché da li che veniva questo bisbiglio e con mia sorpresa scorgevo il volto della professoressa di Italiano in palese atteggiamento godurioso. Da dove stavo io vedevo solo il suo capo chinato che andava avanti e dietro e le mani poggiate ad una panchina. Di colpo presi il cellulare e tolta la suoneria scattai qualche foto. Quella puttana chi sa chi si stava scopando? Subito dopo scappai dalla palestra sperando non mi avesse visto nessuno, però non ritornai in classe. Mi misi appostato qualche metro più in là attendendo la professoressa ed il suo misterioso cavaliere. Subito pensai ad un alunno, e mi stavo scervellando per capire chi delle quinte potesse scoparsi una prof. Passarono pochi minuti e dalla palestra uscì solo la prof. Io facevo finta di parlare al telefono, lei mi passo d’avanti e con il dito mi intimò di rientrare in classe, feci capire che ero al telefono e sarei subito rientrato e lei se ne andò. Pensai quanto era stronza, mi ordini cosa fare e poi ti scopi chi sa chi in palestra. Qualche attimo dopo uscì il professore di matematica della sezione D. Scapolone incallito, super nerd, un po’ di pancetta, capello tirato indietro anni 90 e l’immancabile quotidiano sotto al braccio. Ritornai in classe, ovviamente non seguivo neanche una virgola della lezione. Pensavo sempre alla faccia da maiala che aveva la prof in quelle foto e come avrei potuto utilizzare quelle foto a mio vantaggio. Non era un gran che, non molto alta, capelli biondi tinti con evidente ricrescita, magrolina, massimo una seconda di seno, culetto nella norma, quasi 50 anni, vestita sempre con super casacche larghe e gonne al ginocchio, saccente solo come sa essere una prof d’italiano e quell’espressione tipica delle professoresse sempre infastidita. Mantenni il segreto anche con Luca. Tornai a casa, mi chiusi in camera facendo finta di studiare e guardavo e riguardavo quelle foto. Tanto le guardavo che mi venne duro. Cosi aiutato da qualche video porno ricevuto sui vari gruppi whatsapp mi feci una sega e dedicai quella sborrata alla professoressa di italiano. Nei giorni successivi quando andavo a scuola, la mia attenzione verso le materie da studiare era sempre più bassa, fantasticavo solo sulla professoressa. Dato gli screzi avuti quest’anno con lei decisi di minacciare la puttana. Arrivò il sabato e le ultime due ore avevamo italiano. Ovviamente la sua voce mentre spiegava era come ovattata alle mie orecchie non sentivo e non volevo sentire quello che diceva. Finita l’ora tutti andarono via ed io feci l’ultimo tanto che lei con area sorpresa esternò tutto il suo compiacimento per l’attenzione che avevo messo nella lezione. Mi avvicinai con area sicura ma dentro tremavo come una foglia e con il telefonino in mano dissi che le volevo far vedere una foto attinente a quello che aveva spiegato. Appena girai il telefono la professoressa sbiancò. Gli cadde il registro e la borsa da mano. Chiuse la porta e con area infuriata mi minacciò. Alle sue parole, mi avrebbe denunciato, l’avrebbe detto ai miei genitori, e mentre parlava io la interruppi dicendo che se voleva lo poteva dire anche al preside ed a suo marito, perché se non ci pensava lei l’avrei fatto io, e poi ormai con la tecnologia odierna non ci voleva molto a far girare una foto tra le persone della scuola. E andandomene, senza pretendere niente, per adesso, dissi che toccava a lei trovare una soluzione per risolvere questo inconveniente. Passò il fine settimana ed il lunedì mattina ritornando a scuola attendevo con ansia una risposta della prof. Ma per mia sorpresa, alla quarta ora invece della prof di italiano c’era sostituzione. Si era data malata. Con un’irrequieta pazienza aspetto il mio momento. La professoressa si assentò per una settimana intera, poi la domenica mattina mi arrivò un messaggio che dice testualmente. ‘Buongiorno Paolo, spero non abbia fatto un cattivo uso di quelle foto. Perché non ci incontriamo nel pomeriggio e ne parliamo, così risolviamo la situazione?’ ‘Ok, mi dica dove ed a che ora’ ‘Ci vediamo alle 18:30, alle spalle della chiesa’ ‘Ok’. Dopo pranzo sembrava che l’ora dell’appuntamento non arrivasse mai. Avevo un misto di ansi ed adrenalina che a tratti mi facevano diventare l’uccello duro. Alle 18:00 scendo da casa e mi avvio a piedi alle spalle della chiesa. Quando arrivo, lei era già lì. La sua clio blu già era nel parcheggio. Mi avvicino alla macchina, busso al finestrino, lei si spaventa, &egrave molto tesa, con la mano mi fa cenno di salire. Appena entro la trovo che mangia freneticamente un chewing gum, indossava come al solito la solita gonna, tirata un po più su dato che era seduta in macchina, una maglietta a casacca con uno scollo molto ampio, capelli raccolti ed occhiali da sole.
A parte il saluto appena entrato la mia prima affermazione &egrave stata ‘Ma gli occhiali da sole servono per camuffarsi?’ e scoppio in una risata. ‘Non fare l’insolente, cosa vuoi per cancellare quelle foto?’ ‘La proposta l’ho fatta io a lei, trovi una soluzione, sono tutto orecchie’ ‘Paolo non farmi innervosire, vuoi che tutto questo influisca negativamente sul tuo reddito scolastico?’ ‘Forse non ha capito chi ha il coltello dalla parte del manico in questo momento! Mancano solo tre mesi alla fine della scuola, e mi sa che lei vuole far finire l’anno scolastico con uno scandalo!’ “Ma sei pazzo non lo dire neanche per scherzo’ però adesso &egrave meglio che andiamo via da qui stanno per arrivare le mie amiche per andare a messa’ ‘Lei va anche a messa’ mi sa che deve farsi una bella confessione!!!’ E stavolta la mia risata fragorosa sulla prof ha l’effetto di ammutolirla ed in silenzio mette in moto la macchina ed esce dal parcheggio. Percorriamo pochi km, giusto quelli che ci consentono di uscire dal paese nel quale abitiamo e la prof si ferma in un parcheggio di un centro commerciale che ha chiuso i battenti. ‘Allora facciamo così, ti promuovo nella mia materia e mi impegnerò anche con gli altri professori affinché non ti mettano un brutto voto. Mi sembra una ricompensa più che valida no? Che ne pensi?’ Ed io guardandola fissa negli occhi, senza far trapelare nessuna sensazione le dico un secco NO. ‘Non mi basta!’ ‘Non accetterò mai un ricatto in denaro, tantomeno da un moccioso come te. Sei più piccolo anche dei miei figli. Insolente, presuntuosello che non sei altro!’ Hai soldi non ci avevo mai pensato, però poteva essere un’altra alternativa. Dei soldi non me ne facevo niente, perché in fondo che cifra avrei potuto chiedere, senza destare sospetti. Lei non capiva cosa avevo in mente, non immaginava proprio. Ero tranquillo, comandavo io. Le sue pseudo minacce non mi facevano paura, anzi. Era come un cane in gabbia che tenta di attaccare ma purtroppo batte le zanne vicino alle sbarre. ‘Questo tuo silenzio mi infastidisce, parla! Esprimiti! In classe tutta quella vogliad di parlare ed adesso”
“A parte l’essere promosso, e questo mi sembra il minimo… Voglio scoparla!” “Ma come ti permetti, piccolo stronzo che non sei altro… Scendi subito dalla macchina, ti lascio a piedi… E ti boccio…” Mentre lei mi insultava spingendomi quasi fuori dall’auto, queste furono le mie parole. “Ok… Allora… whatsapp, gruppi, quelli della 5A, calcetto amore mio, il club… Sono sicuro che già questi tre apprezzeranno il materiale” “Che fai?! Fermati, ti prego.” “Ho detto scopiamo!” “Per favore non farmi questo…” Poi riflettendo, scoparmi la prof, non era così allettante, però volevo umiliarla, doveva stare lei sotto di me. Di tutta risposta le dissi “Allora mi faccia un pompino” “Io queste cose non le faccio, ma per chi mi hai presa…” “Non faccia la santarellina con me, io ho visto come godeva mentre il professore la scopava da dietro! Prendere o lasciare!” Dicendo questo e non vedendo in lei nessuna reazione, faccio come per scendere dalla macchina, ma mi sento tirare al braccio… “Fermati…” Avevo il cuore a mille, un pompino dalla prof, troppo figo!!! “Quando e dove” “ora e qui, così risolviamo la situazione.” Mi guarda con area affranta e di sconfitta. Mi sbottono i pantaloni ed alzando un po i fianchi dal sedile me li porto alle caviglie. Ho ancora gli slip, ma la mia erezione &egrave ben visibile. “Vogliamo cominciare” senza dire una parola e soprattutto senza guardarmi negli occhi mette una mano sul mio cazzo ed inizia ad accarezzarlo. Simula una sega da sopra gli slip e poi tirandoli per l’elastico, con il mio aiuto mi libera il cazzo. Prende in mano il mio arnese, ed inizia una sega svogliata. “Allora… Devo fare come dicono i professori… Si impegna ma può fare molto di più.” Ed inizio a ridere, scorgo dal suo viso un sorriso, subito celato dal pensiero di avere il cazzo di un suo alunno tra le mani. Stavolta impugna con decisione il mio bastone di carne ed inizia una sapiente sega. Usa l’altra mano per accarezzarmi delicatamente le palle ed intanto intensifica il movimento della sega. La prof ci sa fare con il cazzo in mano. Poi molla tutto, impugna il cambio, inserisce la prima, toglie il freno a mano, si mette con le ginocchia sul suo sedile e piano piano si abbassa sul mio cazzo. Prima di poggiare le labbra vicino sento il suo respiro affannoso che avvolge la cappella completamente scoperta. Caccia la lingua ed a piccoli colpi inizia ad insalivare il glande. Il momento &egrave arrivato ora glielo ficco in gola. E con un movimento di bacino entro prepotentemente nella sua bocca. Lei di istinto si ritrae cercando di alzare la testa, ma trova la mia mano che facendo pressione sul suo capo non la fa muovere. La sensazione &egrave di soffocamento ma senza rispetto non alzo la mano da testa. Non potendo si liberare l’unica cosa che le resta da fare &egrave iniziare a succhiare. Appena sento le sue labbra che iniziano a muoversi allentò la presa sul suo capo senza mai togliergliela da testa. Sale e scende senza fermarsi, poi con un braccio mi scosta la mano dalla testa, con l’altra mano impugna il mio cazzo, se lo toglie da bocca e prima di fiondarsi sopra mi guarda con aria di sfida. Adesso succhia e sega come si deve, tanto profonde sono gli affondi che emette suoni osceni di risucchio. Io non capisco niente più sono in trans. Non immaginavo che la prof facesse dei pompini così bene. Inizia ad accarezzarmi le palle per accelerare il mio godimento, ed infatti al massaggio quasi non resisto. Devo trovare un modo per fermarla, non voglio già venire. Così le ordino di leccarmi le palle, con fare infastidito, ma senza lamentarsi si abbassa con la bocca sulle mie palle e con la mano continua a farmi una sega. Così &egrave peggio, porca puttana, penso tra me e me, e bloccandogli la mano la faccio continuare solo di bocca. Alterna profonde leccate a momenti in cui prende singolarmente le palle in bocca, per poi lasciare la presa delicata ma decisa e continuare a leccare come un gatto beve il latte dalla ciotola. Ora il mio pensiero &egrave che le devo venire in bocca, immagino che lei non voglia ma ci devo riuscire. “Avvisami quando stai per venire” queste sono le uniche parole che la prof dice tra una leccata e l’altra. Appena le dico che sto per godere, lei molla con la bocca le palle e rimango esterrefatto quando riprendendo tutto il cazzo tra le labbra fa esplodere tutto il mio piacere in bocca. Senza far cadere neanche una goccia ingoia tutto. Si tiene il cazzo tra le labbra giusto il tempo che serve per far sì che la cappella esca lucida come l’argento e poi con fare autoritario mi dice “hai ottenuto quello che volevi ora cancella quelle foto!” Ancora con il cazzo da fuori prendo il telefono e cancello tutte le foto. Mi sistemo, lei si ricompone rossetto e capelli e andiamo via. Mi lascia un po’ prima della chiesa, la saluto, scendo dalla macchina e lei abbassa il finestrino mi chiama e dice “Si vede che sei un ragazzino… Ti sei accontentato di un semplice pompino” e accelerando se ne va…

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