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Il potere logora

By 29 Aprile 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Tutto ha un inizio,
ogni inizio non è altro che il primo passo verso la fine…

Ero appena arrivato in quell’ufficio, assunto da poco a 30anni ero il più giovane, i colleghi erano quasi tutti molto più grandi di me e, a parte i buoni rapporti di lavoro, avevo ben poco in comune con loro.

L’unica con la quale si stabilì una certa amicizia, e poi intimità, era Veronica aveva 40anni, sposata con due figli, ed era simpatica, fisicamente gradevole, ma si vestiva sempre un po’, come dire, troppa seriosa. Con lei mi trovai subito a mio agio, mi piaceva, fisicamente ed intellettualmente, poi il fatto che fosse felicemente sposata la rendeva ai miei occhi inaccessibile a qualunque coinvolgimento romantico-erotico, per cui la simpatia fu subito priva di doppi fini.
Il lavoro ci faceva passare molto tempo assieme, e via via l’iniziale simpatia si trasformò in vera e propria amicizia. Io le raccontavo le mie disavventure sentimentali e lei mi confidava dei soliti problemi che sempre ci sono in famiglia. L’amicizia era talmente limpida che spesso e volentieri ci si scambiava SMS di saluto o di scherzo anche durante il fine settimana.

Un giorno durante una dura giornata di lavoro, la vedevo più tesa e nervosa del solito, così gli dissi:
– anticipiamo la pausa caffè?
– si, dai, non riesco proprio a concentrarmi oggi…
Uscimmo così per andare al solito bar vicino, ci sedemmo e ordinammo, mentre aspettavamo i caffè, vedevo che il cambio d’aria non le aveva giovato ed aveva ancora su un muso lungo che non mi piaceva affatto, così provai con una battuta:
– dovresti fare un po’ più sesso con Davide (suo marito), almeno arriveresti un po’ più distesa al lavoro!
– ah… ah… ah… simpatico come sempre. E poi, fosse per me…
e lasciò cadere la frase così, evitando di guardarmi in faccia.
Mi ero cacciato nel solito ginepraio! Che fare ora, entrare in argomento e provare a parlarne o lasciar cadere le sue parole?
In tutti i casi sarebbe stato un possibile insuccesso, o ci facevo a figura del ficcanaso o passavo per insensibile a quella che poteva anche essere una specie di richiesta d’aiuto da parte di un’amica. Visto che il pericolo è il mio mestiere decisi di indagare:
– dai, non mi dire che hai problemi a “sedurre” tuo marito, non ci credo nemmeno se lo vedo!
– non è questo…
– aah… volevo ben dire…
– è che non mi vede più come un tempo, sarà forse che sono invecchiata o imbruttita, non so, ma non cerca più di sedurmi, mi da per scontata, ecco.
– mmm… sarà lo stress… capita, ma passa. Di sicuro, a guardarti, non è un problema di età, tantomeno di bruttezza, sei uno schianto, e lo sai.
– grazie, sempre galante… però non so se è una cosa passeggera, prima era anche un tipo geloso, mi stressava sempre se per caso mi vestivo un po’ troppo sexy, o se mi sentiva parlare al cellulare con qualche collega fuori orario di lavoro. Ora più nulla…
– vabbe’… avrà capito che i colleghi hanno bell’e raggiunto la pace dei sensi…
– ahahahah… già… pensa che l’unico “segno di vita”, lo ha avuto l’altra sera, eravamo in macchina che tornavamo a casa, e mi è scappata una risatina per un SMS che mi avevi mandato tu, ha iniziato a chiedere “chi è, cosa vuole, come mai ti fa ridere? ecc…” e nche la sera a cena è stato un po’ più presente, dopo molto tempo ho avuto l’impressione che fosse più interessato a conversare con me che a quello che aveva nel piatto.
– beh… se è per così poco, che ci vuole? Basta che mi fai sapere quando hai voglia farti sedurre ed io ti mando SMS, sinché non si ingelosisce e ti salta addosso.
– ahahahahah… che scemo, magari funziona!?!?! Comunque sei riuscito a farmi sorridere. Grazie.
– ma ti pare… ahahahahah…
chiudemmo lì la conversazione, pagai i caffè e ce ne tornammo in ufficio. In effetti in qualche mdo ero riuscito a farle tornare il buonumore, ed il resto della giornata scorse tranquilla.

Tutta la settimana era passata via tranquilla, il venerdì sera, mentre tornavo a casa ero stanco ma sereno, non avevo programmi per la serata e mi sarei potuto dedicare a cucinare, mangiare, magari uscire per un caffè dopocena senza dovermi preoccupare neppure dei piatti da lavare, che avrei tranquillamente potuto rimandare all’indomani.
Entrato in casa, mi metto comodo e, inizio a darmi da fare per la cena, Tv accesa come sottofondo sul solito quiz preserale, un assaggino di tanto in tanto mentre cucino e intanto rispondo a voce alta alle domande che il conduttore fa a quel tontolone del concorrente.
Saltate le verdure, con abbondante peperoncino, per la pasta , che intanto avevo già buttato nell’acqua, non mi restava che aspettare. Mi sono seduto un attimo sul divano, poi mi son reso conto che non avevo a portata d’occhio il cellulare, allora mi alzo e lo vado a cercare, lo avevo lasciato vicino alle chiavi all’ingresso. Mentre mi sto risedendo sul divano vedo che c’è un SMS di Veronica:
“oggi ci vorrebbe uno dei tuoi “sms”, stiamo andando a cena fuori, siamo passati in macchina davanti al posto dove abbiamo fatto l’amore la prima volta. Quando gliel’ho fatto notare mi ha risposto quasi freddamente “già… quanti secoli”“
Sorrisi e risposi di getto:
“Colpa tua, dovevi provocarlo. Se gli dicevi “sai, qui una volta ho fatto l’amore con uno. Non è stato un granché!” avresti visto che reazione!!! ahahahah”
Inviato, mi sono alzato, posando il cellulare sul tavolino, per andare a controllare la pasta. Quasi pronta. Allora mi dedico ad apparecchiare il tavolo, sono solo e potrei benissimo limitarmi ad un piatto, bicchiere ed una forchetta, tanto l’etichetta non conta, però ho voglia di fare le cose per bene e poi mi accorgo di avere una gran fame. Allora dal frigo tiro fuori un po’ di salumi e formaggi per prepararmi anche un antipastino. Mentre preparo la tavola sento la vibrazione del cellulare amplificata dalle vibrazioni che provoca sul tavolino.
Abbandono i salumi, vado a vedere chi mi cerca. Magari qualche amico che organizza la serata. Niente, è di nuovo lei:
“ahahahah… il solito scemo. Però sta funzionando, come l’altra volta ha notato che ho sorriso e mi ha tempestato di domande. PS come facevi a sapere che non era stato un granché?”
Risi di gusto mentre rispondevo:
“la prima volta coi mariti è sempre così… infatti ci si sposa per vedere se migliora!!! Ahahahah”
Ho tirato il cellulare sul divano, così non avrei sentito nemmeno la vibrazione e mi dedicai a mangiare, la fame era aumentata mentre la cucina si riempiva dell’odore delle verdure saltate.

Mi sono seduto a tavola ma, appena presa la forchetta in mano, mi è venuta la curiosità di sapere com’era andata a finire col marito di Veronica. Ho recuperato il cellulare dal divano e mi sono rimesso a tavola, mentre assaporavo il primo boccone leggevo il suo ultimo messaggio:
“gli ho detto che eri tu, e della battuta sulla prima volta coi mariti. Ha riso, ma si vedeva che era una risata finta, in faccia è livido. Ahahah… se continua così altro che attenzione alla conversazione, qui ci scappa “qualcosa”. A più tardi”
“a più tardi”? mi vuole fare le cronache della serata? ho non mi sono risposto e gli ho scritto:
“prova a provocarlo un po’ durante la cena… magari al ritorno si ferma in quel posto… ahahaha”
Finito di cenare, ho deciso di cambiare programma, lavo i piatti e poi mi metto davanti alla Tv, l’indomani si prospettava una giornata di sole e sarei potuto uscire a fare una passeggiata e godermi la mattinata. Alle 23 ero già a letto e, dico la verità, prima di addormentarmi mi sono chiesto come fosse finita la serata di Veronica.
La risposta l’ho avuta la mattina alle 8 quando mi sono svegliato, il led del cellulare lampeggiava, mentre realizzavo che a quell’ora non poteva essere che un SMS di Veronica mi accorsi anche di avere una certa erezione, la situazione iniziava effettivamente a stuzzicarmi, inizio a toccarmi con la mano sinistra, mentre con la destra prendo il cellulare. C’erano 2 messaggi:
3:05 “ho seguito il tuo consiglio. Ha funzionato, al ritorno ci siamo fermati ed è stato particolarmente passionale… ora mi sto preparando per andare a letto mentre lui parcheggia… magari ci scappa il secondo round… hahahahahah”
4:03 “wow… altro che secondo round… è stato proprio un combattimento… e lui è andato al tappeto… ahahahah… chissà perché te lo dico a te poi? Sarà colpa del vino a cena!”

Un po’ intrigato ed un po’ preso dall’erezione che intanto, con il lento massaggio, era cresciuta, risposi con la prima cosa che mi venne in mente:
“se continua così mi dovrete assumere come consulente sessuale di coppia… però dovremmo concordare un “compenso”… ahahahah”
Subito dopo averlo mandato me ne pentii, poteva essere frainteso e, poi, era troppo presto per risponderle, il marito avrebbe potuto perdere la pazienza. Invece:
“se il risultati sono questi… considerati assunto!!! per il compenso… l’accordo si trova!!! Ahahahah… ps: Buongiorno, com’è andata la serata?”
Evidentemente il gioco le piaceva, quindi decisi di giocare:
“la serata è stata tranquilla, cena e a letto presto. Il risveglio è stato meno tranquillo, a causa di una certa signora, che non trova di meglio che raccontarmi le acrobazie col marito, mi sono svegliato con una certa “voglia”, il che non è il massimo quando ci si sveglia da soli… ahahahah… ps: ma tuo marito non si arrabbia che di primo mattino stai già massaggiando con me?”

Ora, pensando a Veronica alle sue forme, un fondoschiena ancora sodo con fianchi solo appena allargati dall’età e la gravidanza, il viso rotondo e quelle labbra, ne troppo sottili ne troppo pronunciate, mi stavo lentamente masturbando. La passeggiata si poteva rimandare un po’. Ma, proprio quando mi stavo perdendo completamente nelle mie fantasie, squillò il cellulare. Richiamato alla realtà guardai il display, era lei che mi chiamava, presi il cellulare e risposi con la mano destra, mentre con la sinistra proseguivo il lento massaggio anche se non era certo una finezza masturbarsi mentre si parlava con un’amica, risposi:
– pronto… ‘chè rompi all’alba???
– Ahahahahahah
– che c’è da ridere, allora… tuo marito non si incazza?
– ahahah… no, è fuori che traffica col giardino.
– ridevo per il tuo risveglio con le voglie…
– c’è poco da ridere… tu soddisfi le tue voglie con tuo marito grazie a me, e a me vengono voglie in soddisfabili per colpa tua…
– ahahahah… già, la si può vedere anche in questo modo…
– già…
– comunque ti devo ancora ringraziare per le dritte, in Davide si è risvegliato “qualcosa”, ed era da tempo che non lo facevamo così…
– aspe’… non vorrai mica iniziare a raccontarmi la tua notte di sesso?
– che c’è di male, magari ti aiuta a placare le tue voglie, puoi sempre toccarti… ahahahahah
– se la metti così… sappi che lo stavo già facendo prima che chiamassi… e non ho smesso…
– …
Restò in silenzio, forse ero stato un po’ troppo diretto, ma era stata lei a provocarmi e non sarei stato certo io ad arrendermi per primo, per cui:
– che c’è… ti è mancata la voce? Non mi dire che prima mi racconti i tuoi segreti più intimi… e ora sei scioccata per così poco? Sono un uomo anch’io, non sono fatto di legno…
– hai ragione, forse non dovrei dirti queste cose, ma con te mi sento libera e… e poi, devo essere sincera, era bello agire senza pensare, seguendo i consigli che mi davi tu… e… non sono scioccata perché sei eccitato, è che mi sono sorpresa ad essere lusingata dal fatto che lo fossi a causa mia…
– non fare la falsa modesta con me, lo sai benissimo di essere una bella donna.
– si, forse lo so, ma ogni tanto me lo scordo, e se me lo sono ricordata, e soprattutto se l’è ricordato mio marito è grazie a te…
– e quindi?
– quindi mi piacerebbe raccontarti cosa è successo ieri…
– e se rientra e ti trova a raccontare ad un altro uomo quello che fai con lui?
– non c’è problema, stamattina si è svegliato “pieno di energie” ha detto, starà in giardino almeno un paio d’ore… vuoi ascoltarmi?
– perché no?
– e continuerai a toccarti?
– a questo punto potremmo anche chiamare le cose col proprio nome, no? si, continuerò a masturbarmi!
– si, forse hai ragione…
– allora… che è successo di tanto interessante ieri sera?
– si, ok, ecco… dopo gli SMS in macchina, lui era proprio arrabbiato, rodeva di gelosia. Ero proprio contenta, mi stava facendo sentire di nuovo bella e desiderabile, come non mi sentivo da tanto. Così durante tutta la cena mi sono ho cercato di fare come mi hai detto tu e di sedurlo. È stata una cena fantastica, lui pian piano si è sciolto ed ha iniziato a flirtare con me come non faceva da anni. Gli facevo piedino sotto il tavolo e ci baciavamo come due fidanzatini. Arrivati al dolce la sua mano era costantemente sulla mia coscia…
– ti eccitava?
– si…
– ti stavi bagnando?
– sempre diretto eh?
– non si era detto di chiamare le cose col proprio nome?
– si…
– e allora?
– allora che?
– ti stavi bagnando?
– si…
– dillo!!!
– si, ero già bagnata!!!
– ooh… non ci voleva tanto… continua…
– finito il dolce ci siamo baciati ancora, la sua mano è scivolata sotto la mia gonna, appena ha sentito la mia eccitazione ha subito tolto la mano, ha chiamato il cameriere ed ha chiesto il conto… e con una certa impazienza direi.
– lo capisco… e tu non hai controllato la sua eccitazione?
– ahahahah… non al ristorante. L’ho fatto appena siamo arrivati alla macchina, mi ha baciata, mi sono appoggiata alla portiera e lui si è appoggiato a me aderendo con tutto il corpo. La sua eccitazione era evidente. Ahahaha… sembrava addirittura più grande… ahahahah…
– non è che sia proprio interessatissimo alle sue dimensioni…
– ahahahah… paura del confronto…
– me ne infischio dei confronti sulle misure… se mi stai raccontando queste cose è evidente che non sei alla ricerca di centimetri in più… per questo esistono dei giocattoli!!!
– ahahaha… hai ragione… ancora una volta…
– comunque… se non inizi a dirmi qualcosa di più interessante, riattacco, e mi riaffido alla mia immaginazione…
– si, si… ora ti racconto. Appena siamo ripartiti lui mi ha subito messo una mano sulla gamba, e ha iniziato a risalire sotto la gonna sino alle mie mutandine e si è messo a giocare con l’elastico. Io intanto cercavo di arrivare alla sua patta per toccarlo…
– toccare cosa?
– il suo coso…
– ci risiamo?
– si scusa… il suo pene, cercavo il suo cazzo… così va bene?
– si, continua pure… poi che è successo?
– capivo che aveva difficoltà con le mie mutandine, così ho slacciato la cintura, ho fatto forza sui talloni sollevando il bacino e me le sono abbassate sino alle ginocchia e mi sono riseduta, alzandomi la gonna a metà coscia. Lui ha apprezzato parecchio ed ha inziato a frugarmi la cos… la figa…
– brava, vedi che quando ti impegni ci arrivi da sola?
– ahahahah… non ci sono abituata, però ci provo…
– allora…
– beh, intanto io ero arrivata al suo cazzo, glielo avevo tirato fuori e lo masturbavo… forse con troppa foga, perché ad un certo punto mi ha bloccato la mano. “amore, così vengo” mi ha detto, allora gli ho afferrato la mano con le mie e l’ho guidata verso il mio piacere…
– una domanda…
– si?
– ora sei bagnata?
– mmm…
– è facile… si o no?
– si…
– perché?
– come… “perché”?
– perché sei eccitata… per i ricordi della serata, o perché li stai raccontando a me?
– mmm… ora che mi ci fai pensare, forse un po’ tutt’e due…
– e ti stai toccando?
– certo che no… mio marito potrebbe sempre entrare in casa…
– lo faresti se te lo chiedessi?
– forse…
– per stavolta non te lo chiederò… ma dovrai fare una cosa…
– cosa?
– quando chiudiamo la telefonata, dovrai andare da tuo marito e fargli sentire come sei bagnata, vedrai che apprezzerà…
– ahahahah… ne sono convinta…
– che è successo quando siete arrivati nel famoso “posto della prima volta”?
– mi è letteralmente saltato addosso…
– senza preamboli eh?
– no, giusto il tempo di spostarci sui sedili posteriori. Non ha voluto nemmeno che mi spogliassi completamente, mi ha presa così, abbassando la spallina del top per farlo scendere ed arrivare ai seni… era molto appassionato, rude, al limite della violenza…
– i particolari, a te piaceva?
– si, ero eccitatissima…
– a che pensavi?
– non pensavo, mi godevo tutto, l’unico pensiero era che dovevo essere grato a te per tutto quello che stava succedendo…
– quindi te la godevi pensando a me?
– si, in un certo senso, si!
– e poi?
– poi è andato avanti per un po’, più del solito devo dire, poi mi è venuto dentro… non lo faceva da tanto… forse era talmente eccitato che non ha fatto in tempo…
– no, ha voluto ristabilire il suo possesso, così facendo ti ha voluto ricordare che sei la sua donna…
– beh, si… ha una logica…
– e tu?
– io cosa?
– tu sei venuta?
– si, mi è piaciuto molto…
– non ti ho chiesto se è stato piacevole… sei venuta o no?
– non proprio, è stato piacevole. Tutta la situazione lo era… averlo sentito venire dentro di me, mi ha quasi portato all’orgasmo… ma mi mancava qualcosa per venire, forse sarebbe dovuto durare un po’ di più, non so!?!?
– qual è la prima cosa che ti è passata per la mente mentre lo sentivi venire dentro di te?
– …
– allora?
– avrei voluto chiamarti per raccontartelo…
– ecco cosa ti mancava!!!
– tu?
– qualcuno che capisse il tuo piacere…
– si… ora ho voglia di toccarmi!!!
– non lo fare…
– non riuscirò a raccontarti cosa è successo al ritorno a casa se non mi tocco, sento che potrei impazzire…
– non lo farai… tutta la situazione è certo intrigante, ma andiamo avanti da quasi un’ora, e il braccio mi si è stancato…
– vuoi dire che ancora non hai finito di…?
– di che? Di farmi una sega mentre parlo con te? Se vuoi risposte fai le domande giuste!
– si, non hai ancora finito di masturbarti pensando a me?
– no… e non intendo finire… finirai tu dopo pranzo, mentre mi racconti il resto… problemi?
– ma…
– niente “ma”… se vuoi continuare a raccontare dovrai farlo qui, ma in cambio ti darò un premio…
– che premio?
– prima dimmi se accetti… tanto tuo marito avrà certo qualche partita come al solito… no?
– si, infatti… allora ok!
– ok che?
– ok, verrò a casa tua a masturbarti mentre ti racconto cosa ho fatto stanotte!!! Contento ora? Ma dimmi quale sarà il premio, sono curiosa come una scimmia, lo sai!
– così va bene. Ti dirò il sistema per venire mentre ti scopi tuo marito!!
– si… e quale sarebbe il sistema… ti chiamo mentre sento che sta per venire? Così ammazza me e poi anche te!!!
– sarebbe da verificare chi ammazza chi! Comunque si, più o meno ci hai azzeccato… ora ti metti il cellulare in tasca e vai in giardino da tuo marito e gli fai sentire che sei bagnata e te rientrerai in casa, se non è pazzo ti seguirà. Qui tu dovrai sistemare il cellulare in una posizione dalla quale poterlo tenere d’occhio anche mentre ti fai scopare… scegli la posizione prima di uscire, così poi non perdi tempo… mi stai seguendo?
– si, tutto chiaro, così tu mi potrai sentire…
– esatto… farai in modo di farlo venire dentro… così stavolta quando sentirai di volermelo dire, penserai che ti sto già ascoltando e verrai anche tu!!!
– ahahah… Questa voglio proprio provarla… Ma come ti vengono in mente?
– tu non ti preoccupare di questo… pensa ai tuoi compiti che non sono ancora finiti…
– si ti ascolto…
– ti farai venire di nuovo dentro, ripeto… e quando verrai anche tu… dovrai ringraziarmi!!!
– e come dovrei farlo?
– semplice, urlerai tutto il tuo piacere con quanto fiato hai in gola, ricordandoti di ringraziare… tuo marito certo penserà che ce l’ahi con lui… invece tu e io sapremo la verità… un’altra cosa… quando andrai i bagno non ti dovrai lavare. Anzi metterai un assorbente interno e lo terrai sino a che non sarai qua. Tutto chiaro?
– si, ci proverò…
– se non ci riesci puoi pure restartene a casa e chiamare il telefono amico se hai voglia di parlare di sesso… la nostra amicizia non è certo in discussione, ma se vuoi che parliamo di sesso detto io le regole… ok?
– ok… credo di averti capito… ora vado, ho già tolto suoneria e vibrazione… ora metto il cellulare in tasca.
Non gli ho risposto, continuavo solo a massaggiarmi lentamente mentre ascoltavo, le voci sembravano lontane, ma comprensibili:
– caro, stai ancora lavorando… non sei stanco?
– ho quasi finito, che mi prepari per pranzo… lo sai che devo mangiare presto che poi ho la partita…
– a dire il vero, al pranzo non ci ho ancora pensato… ma…
– che fai? Sono tutto sudato, lasciami la mano…
– ma, dicevo, qualcosa pronta per c’è già… stamattina mi sono svegliata così, ripensando a questa notte…
– ah… però… forse è anche meglio del pra…. ma dove vai ora? Aspetta…
si sentono i rumori di lei che corre verso casa, uno scorrevole che viene chiuso, del cellulare che viene appoggiato, un tonfo sul divano, di nuovo lo scorrevole che si apre… poi:
– ma dove scappi? Non puoi andartene dopo avermi fatto sentire come sei… aspetta un attimo… e la tuta che fine ha fatto? E le mutandine?
– mi davano fastidio… e visto che siamo soli oggi… non aveva senso portarli ancora… no?
– mi piacciono queste iniziative…
quello che segue è un susseguirsi, di ansimi, gridolini, e parole indistinte nella confusione del piacere… poi dopo molti minuti… la voce di lei, chiara e forte:
– siii, lo sento… sento che si ingrossa… ti prego non uscire… vienimi di nuovo dentro… come ieri… ti prego…
poi un urlo incredibile e, ancora:
– siii… vengo… grazieeee, grazieee… grazieeee… farò sempre tutto quello che vuoi!!!
– amore, sei stata fantastica…
ho chiuso io la chiamata senza aspettare altro… aveva fatto più di quanto le avessi chiesto… mi aveva promesso obbedienza senza che glielo chiedessi.
Non avevo più alcun dubbio che dopo pranzo avrei ricevuto la sua visita.
Dopo mezzora circa mi arriva un SMS:
“avevi ancora ragione, quando ho sentito che lui mi stava vendo dentro, non ho pensato solo che tu mi stavi ascoltando, ed è stato come hai detto tu… sono venuta anch’io… non vedo l’ora di essere lì”
Ero compiaciuto, tutto si stava evolvendo velocemente. E la situazione prendeva una piega molto interessante. Risposi il più freddamente possibile:
“ non mi interessa… se vuoi raccontarmi qualcosa vieni qui!!!”
Ormai era tardi, ho definitivamente abbandonato l’idea della passeggiata, ho spento il cellulare e ho iniziato a darmi da fare per il pranzo, tra una cosa e l’altra, non avevo nemmeno fatto colazione, anzi, non avevo neppure preso un caffè.

Erano quasi le due del pomeriggio e non avevo fatto un bel nulla, dopo la lunga telefonata con Veronica sono rimasto a lungo nudo mentre giravo per casa o guardavo la tv, almeno fino a quando non era iniziato un programma di cucina e mi sono ricordato che dovevo pranzare. Solo allora ho messo su i pantaloni della tuta, non mi sembrava il caso di mettermi a cucinare nudo (so che molti lo trovano sexy, ma se sei da solo in casa è solo ridicolo, essere sexy per se stessi non ha senso) e poi mi è sempre piaciuta la sensazione che da lo sfregamento del tessuto sulla cappella quando ho un’erezione. Specie se l’erezione è prolungata nel tempo, e oggi erano ore che avevo un’erezione, che non accennava a passare.

Ora finito il pranzo ero di nuovo seduto sul divano, fissavo la Tv senza guardarla. Ogni tanto sollevavo l’elastico della tuta e mi guardavo compiaciuto il sesso, la punta violacea, ci soffiavo sopra, l’aria fresca mi provocava un piccolo brivido e uno spasimo al pene che, sempre in erezione si ergeva verso la mano che tendeva l’elastico per poi ricadere sul ventre. Stavo diventando impaziente, sapevo che sarebbe arrivata, speravo solo che facesse presto.

Mi ricordo che il cellulare è spento, ero indeciso se riaccenderlo, se mi aveva chiamato, gli sarebbe arrivato il messaggio che ero di nuovo raggiungibile, e avrebbe potuto scoprire la mia impazienza. “ma chi se ne importa” dissi a voce alta, mentre riaccendevo il telefono, pensasse pure ciò che voleva. La verità era che lei voleva raccontarmi le sue sensazioni, io ero disposto a farlo, me solo se fossi stato io a dettare le regole. Lei aveva accettato, ora doveva stare al gioco. Finito il riavvio mi sono subito arrivate 5 notifiche di chiamate, manco a dirlo erano tutte sue, e un SMS:
“so che non dovrei scriverti, che dovrei essere già lì, ma ho avuto un contrattempo, lo so che non t’interessa che tipo di contrattempo per cui non te lo dirò… ahahahahah… solo tardo un po’… sarò lì verso le due”
Non dovevo aspettare ancora molto quindi, ho abbassato la tuta ed ho iniziato a masturbarmi con estrema lentezza.

Dopo cinque minuti, suona il campanello. Mi sono tirato su i pantaloni e sono andato ad aprire. Era lei. Ho lasciato la porta socchiusa, me ne sono tornato sul divano e l’ho aspettata col telecomando in mano.
Lei ha scostato la porta, è entrata e ha guardato dietro la porta (forse si aspettava di trovarmi lì nascosto per farle uno scherzo), poi si è richiusa la porta ed è rimasta immobile. Non la guardavo, ma sapevo dov’era perché non avevo sentito alcun rumore di passi. Era titubante, aveva bisogno di un incoraggiamento evidentemente:
– sei venuta per controllarmi l’ingresso… o per ringraziarmi? Se sei venuta per l’ingresso, lo hai visto e te ne puoi andare… s invece sei venuta per ringraziarmi, sai cosa devi fare!
Non ha risposto, ma ho sentito il rumore dei suoi passi che si avvicinavano.
– avevi ragione, non mi interessano i tuoi intoppi…
– sc… scusa… ma mio mari…
– non m’interessa ho detto… sei qui per raccontarmi qualcosa e ringraziarmi per il fatto di averti fatto godere mentre scopavi tuo marito o sbaglio?
– si… sono qui per questo…
– e allora che cosa aspetti… vuoi che venga io a prendermi il ringraziamento? Non sarebbe carino da parte tua costringermi a questo.
Si avvicina al divano e mi dice:
– cosa devo fare ora?
– come… “cosa devo fare?” sei qui perché volevi parlarmi di come ti ha scopata tuo marito giusto?
– s… si?
– ti ho già detto cosa mi succede quando penso a te che fai sesso, no?
– si, me lo hai detto…
– e allora? Inizia pure se vuoi. Siediti pure vicino a me e inizia…
– prima devo dirti che io non voglio tradire mio mar…
– di tuo marito mi interessa veramente poco. Ora ti ribadisco il concetto. Se vuoi la mia amicizia, ce l’hai già, quindi puoi tornartene a casa e lunedì ci rivediamo a lavoro come se la notte di ieri e questa mattina non ci fossero mai state. Se, invece, vuoi che ti aiuti a godere devi fare quello che ti chiedo… allora… cosa vuoi da me?
– che mi aiuti a godere…
detto questo, si è seduta di fianco a me. In silenzio si fissava la punta dei piedi, poi si guardava intorno per tornare a fissarsi sui suoi piedi… dopo qualche istante che prendeva tempo il suo occhi si sono posati sul rigonfiamento della mia tuta…
– allora… sei qui per parlare o per fissarmi l’uccello da sotto la tuta?
– è che non so, da dove iniziare…
– puoi iniziare da quando Davide è entrato in camera vostra stanotte…
– ecco… si… avevamo fatto sesso in macchina, non lo facevamo da moltissimi anni… mi era piaciuto motlo…
– bla… bla… bla… questo me lo avevi già detto… se vuoi farmi perdere l’erezione… sai dov’è la porta…
– va bene… lui è entrato in camera, io ti avevo appena inviato l’SMS, per poco non mi scopre. avrei dovuto fare una doccia, ma non mi andava, volevo sentirmi ancora addosso il suo odore…. Dicevo? Ah si… lui è entrato, io ero nuda, a parte una sua vecchia maglietta che indosso come camicia da notte…
– che carina… proprio come una ragazzina…
– non prendermi in giro…
– non mi permetterei mai… lo sai… ora però continua…
– allora… lui è entrato, io con la sola maglietta addosso davo le spalle alla porta mentre sistemavo il letto… mi ha spinta sul letto, mi ha sollevato la maglietta sulla testa e mi si è buttato addosso… mi ha preso da dietro… mi ha proprio usata…
– ah però il maritino… però tu stai solo raccontando… hai intenzione di ringraziarmi si o no?
– si… ma cosa devo fare esattamente?
– ok… il mio cazzo è duro… un braccio è ancora stanco da stamattina, l’altra mano mi serve per il telecomando… ora vedi tu…

è rimasta ferma in silenzio per un attimo, poi ha allungato la mano verso il mio sesso, ce l’ha posata sopra, poi, dopo un mio sguardo interrogativo, ha iniziato ad accarezzarlo da sopra il tessuto.

– beh?!?! È questo il tuo modo di dire grazie? Non ti va di vedere cosa tocchi?

Non mi risponde, afferra l’elastico dei pantaloni con tutt’e due le mani e me li tira giù sino alle ginocchia, poi si appoggia con la spalla sinistra a me ed inizia a masturbarmi con foga con la mano destra.

– non così veloce… più piano… ecco… così… brava, continua ora.

Mi fissava il sesso, assorta nel suo nuovo compito…

– cosa dicevo?
– ti ha usata da dietro… ma dove?
– come dove?
– ok, chiamiamo le cose col loro nome… ti ha preso il culo?

Non si aspettava la domanda, mi ha stretto forte e ha spinto la sua mano fino a schiacciarmi i testicoli, facendomi anche un po’ male…

– ehy!!! vuoi stare attenta?
– s… si… scusami… è che non mi aspettavo… sai…
– ok, non te lo aspettavi… ma non ti ho chiesto giustificazioni, voglio sapere come ti ha presa!
– eeehm… no, mi ha preso nel modo “normale” diciamo…
– non ti prende mai nell’altro modo?

L’argomento la turbava, aveva aumentato il ritmo della mano senza che le dicessi nulla.

– ti ho già detto di andare più piano… allora? Te lo mette mai nel didietro?
– eeehm… no… ci ha provato una volta, molti anni fa, ma mi faceva male e non ha insistito…
– ecco…. Non gli piace conquistarsi le cose proibite eh?
– ci hai preso in pieno…
– quando ha finito…. Ti è venuto dentro?
– no… stavolta è uscito in tempo…
– e poi… insomma, ti devo interrogare?
– no, no… ecco, mi ha schizzato sulla schiena… poi… poi si è ripulito sulla mia maglietta…
– basta parlare di questa notte… dimmi di questa mattina…
– di quando ci hai spiati?
– io non spio nessuno!!! Sei tu che volevi essere ascoltata… comunque si… di quando ti sei fatta scopare da tuo marito perché io ti potessi far godere!
– cosa vuoi sapere?
– hai fatto quello che ti ho detto?
– si… dopo mi sono messa subito l’assorbente interno… e ce l’ho ancora…
– che sensazione ti da?
– è tutto il giorno che mi sento bagnatissima, e più mi sento così, più mi eccito, e più mi eccito, più mi bagno… indescrivibile!!!
– avresti voglia di toccarti?
– si!
– puoi farlo…
La sua mano sinistra si è infilata immediatamente sotto la sua gonna, evidentemente non aspettava altro che gli dessi il permesso.

– così però non è giusto, tu godi e mi puoi guardare… mentre io non posso guardare te!
– mi devo spogliare?
– no… basta che ti sollevi la gonna e ti tolga le mutandine…

lo fa senza fiatare si alza un attimo per abbassarsi gli slip, si risiede stando attenta a piegarsi la gonna in vita… libera un piede dalle mutandine e allarga per bene le gambe.
Il suo sesso è bello e curato, lascia un ciuffetto di peli ben definito appena sopra la figa…
Cambia velocemente mano, inizia a masturbare me con la sinistra e se stessa con la destra.
Inizia immediatamente a provare piacere, il suo respiro si fa più pesante, poi via via più corto man mano ch il piacere sale. Aumenta anche il ritmo con cui ci masturba, tanto che a un certo punto debbo afferrargli il braccio per farla rallentare.

– ora voglio che, quando stai per venire, ti accucci sul tavolino di cristallo davanti a noi, ti levi l’assorbente e ti lasci andare masturbandoti sino all’orgasmo… mentre lo fai puoi smettere di masturbarmi… ma devi spalancare le gambe di fronte a me… ok?
– non riuscirò a tenermi in equilibrio e continuare a masturbarti però…
– quando sarà il momento, potrai interrompere, ma solo per il tempo necessario perché tu raggiunga l’orgasmo, poi dovrai immediatamente ricominciare… capito bene?
– si… ci sono già!!!

Non ha aggiunto altro, si è alzata mettendosi nella posizione che gli avevo detto… si è tolta l’assorbente, facendolo cadere sultavolino, ed ha preso a masturbarsi quasi furiosamente con la destra, mentre con la sinistra si reggeva per mantenere l’equilibrio.
È venuta urlando, mentre sul cristallo gocciolavano i suoi umori misti allo sperma del marito.
Tremava, perse quasi l’equilibrio e l’ho dovuta sorreggere mentre scendeva. Era frastornata, mi guardava con gli occhi lucidi, quasi piangeva per il piacere appena provato, il suo sesso gocciolava ancora.

– beh… ti sei già scordata dell’accordo? Potevi venire, ma dovevi subito ricominciare… cosa aspetti?
– s… si… si… perdonami ti prego…
– avanti…
gli ho detto allargando le gambe. Si è gettata in ginocchio ai miei piedi. Mi ha afferrato il pene alla base, poi ha avvicinato la testa e lo ha preso con la bocca. Per carità, l’iniziativa era lodevole, ma non era quello che le avevo chiesto, e io volevo godere come dicevo io. Le ho poggiato il mio piede destro sulla sua spalla sinistra e l’ho scacciata con una pedata.
– come ti permetti? Mi sembrava di essere stato chiaro, io ti avrei ascoltato, ti avrei detto come godere e in cambio tu avresti fatto per me quello che dicevo!
– m… ma… ma… io…
– niente “ma”, era così… o no?
– si…
ha risposto abbassando la testa mentre si rimetteva in ginocchio avanti a me…
– prenderai più di queste iniziative?
– no… se tu non me lo chiederai…
– bene, ora puoi ricominciare…
– grazie… grazie… grazie…
sorrideva, e mi fissava negli occhi, mentre mi si riavvicinava e ricominciava a segarmi, aveva già appreso il giusto ritmo. Mi gustavo la scena ed il massaggio.
– perché lo volevi nella bocca?
– perché avevo goduto tanto, non avevo mai goduto così, e volevo mostrarmi tutta la mia gratitudine…
– si? E allora perché non hai cercato di scoparmi?
– non mi sei forse abbastanza grata per farlo?
– farei tutto per te, ma volevo sentire com’era…
– aaah… ecco… non ti è bastato godere? Volevi sapere anche com’è? Volevi godere con la bocca?
– si…
– piccola egoista vogliosa… ti dato piacere e in cambio ti ho chiesto solo una sega… ma non ti era bastato e hai pensato bene di prenderti ciò che volevi… è così?
– si…
aveva abbassato di nuovo la testa, ero riuscita a farla vergognare…
– se non ti è bastato, puoi pure ricominciare a toccarti…
– graziee…
Non aspettava altro, si è subito accucciata, poggiando tutto il peso sulle punte dei piedi, allargando le gambe e ricominciando a toccarsi con la mano sinistra, mentre con la destra non ha mai interrotto il lento massaggio al mio pene.

Anche io ormai ero prossimo a venire, era passata più di un ora da quando aveva suonato alla porta, e la mia resistenza era ormai al limite.
– sto per venire…
e lei istintivamente ha aumentato il ritmo. Per richiamarla all’ordine le diedi uno schiaffetto sulla guancia, e lei mi risponde con una smorfia dispiaciuta come quelle dei bambini che cercano di strappare un sorriso a chi li rimprovera…
– scusa… è che non vedo l’ora…
– ok… dovrai stare attenta a non far cadere una goccia del mio seme, lo raccoglierai in una mano…
– va bene…
si stava eccitando moltissimo, lo capivo dalla velocità con cui si dava sollievo al clitoride.

Stavo per venire, sentivo il pene che mi si ingrossava mentre la sua presa si faceva più stretta. Se ne era accorta anche lei, infatti aveva smesso di masturbarsi e inclinato in avanti il mio sesso per mettere il glande in direzione della sua mano destra chiusa a conca, pronta a raccogliere il mio seme.

Sono venuto trattenendo un grugnito e ansimando, riempiendole la mano, qualche goccia è finita sul pavimento, ed uno schizzo anche sul suo piede. Ero finalmente soddisfatto, per colpa sua ero rimasto eccitato tutto il giorno e l’eiaculazione è stata uno vero sollievo.
Le ho accarezzato la testa come si fa ad un cagnolino che ti ha portato le pantofole.

– ora puoi anche assaggiare, te lo sei meritato un premio… ma attenta a non sporcare ancora per terra…
– grazie…
– lecca tutto, mi raccomando…
leccava, leccava, leccava, prima titubante, poi avidamente, nel portarsi la mano alla bocca, per raccogliere le ultime gocce, un rivolo le era colato sul polso fino all’avanbraccio. Ha leccato anche quello…
– era di tuo gradimento?
Ha risposto con un gesto della testa mentre deglutiva e sorrideva…
– guarda le dita del tuo piede, lecca via anche quelle…
– si si… subito…
con una mossa quasi da contorsionista si era portata il piede alla bocca e si era leccata le dita…
– mi hai sporcato tutto il tavolino…
– ooh… scusa, scusa… se mi dici dove trovo uno straccio…
– ne hai uno intorno al piede…
aveva ancora le mutandine attorcigliate alla caviglia. Non ha battuto ciglio, le ha prese e ha pulito completamente il tavolino. Erano zuppe. Si guardava attorno come a cercare un posto dove poterle buttare.
– stendile sul balcone, quando vai via te le porti dietro, non c’è una discarica per la sborra di tuo marito qui!!!
– si…
– poi torna qui, che mi devi ripulire il cazzo, e visto che sei stata bravina… lo potrai fare con la bocca…
– si si si…
è andata e tornata in un lampo, non vedeva l’ora di riprenderlo in bocca. Infatti mi si è gettata ai piedi ed ha subito iniziato ad espletare il nuovo compito. Lo scappellava, lo leccava e lo succhiava, me lo voleva far venire nuovamente duro, ma per il momento aveva avuto già abbastanza premi, era stata brava, non si doveva montare la testa, e c’erano molte cose da mettere in chiaro. Così le ho preso il mento, staccandola dal suo “pasto”, costringendola a guardarmi negli occhi.
– ora dobbiamo mettere in chiaro alcune cose…
– si? Cosa? Io? Cioè… io non posso abbandonare la mia famiglia…
– ahahahahah… ma sei scema? Non penserai, che mi metta in una situazione simile? Per una sega poi!!! Ahahahah
– stronzo… ma dopotutto hai ragione…
aveva abbassato ancora la testa, stava realizzando l’enormità della situazione a cui andava incontro per una “semplice” sega. Si stava rattristando, era quello che volevo. Doveva realizzare che senza che io facessi nulla ero riuscito a portarla ad annullarsi, e che, forse proprio da questo aveva tratto maggior godimento durante l’orgasmo.

– ora, abbiamo diverse soluzioni…
– e quali?
– potremmo finirla qui, tu te ne vai, non ne parliamo più e facciamo finta di nulla…
– già…
– ovviamente ti dovresti scordare orgasmi come quelli di oggi, o meglio dovresti vivere il resto della vita nel ricordo proprio di questi… vuoi questo?
– no!!!
– potremmo fare i “trombamici” che di tanto in tanto si fanno una squallida sveltina alle spalle di tuo marito…
– beh…
– scordatelo! Non mi piacciono i ruoli da attore non protagonista…
– allora… se non vuoi che lasci…
– basta così… la tua voce che non mi parla di sesso mi sta venendo a noia… abbiamo tempo in ufficio per questo… da ora in poi non dirai più una parola… fino a che non te lo chiederò io, se hai capito annuisci… bravissima! ora ti dirò cosa potremmo fare… ti chiederò di accettare prima ancora di sapere quali sono le regole, se non accetterai uscirai sul balcone, prenderai le tue mutandine sborrate ed uscirai di qua scordandoti le ultime 24 ore, se invece accetterai dovrai riprendermelo in bocca e succhiarmelo mentre ti detto le regole. Allora, d’ora in poi sarai mia, solo mia, ti concederò in prestito a tuo marito, ma sarai solo una cosa MIA!!! Allora, accetti?

Ci ha pensato un attimo. Poi ha abbassato la testa sul mio ventre, con la mano ha ripreso a massaggiarmi il sesso per poi prenderlo in bocca. Aveva accettato allora, ci ha pensato solo un attimo, ma ci ha pensato, per cui la sua scelta non è stata di puro istinto, è stata una scelta meditata. E nonostante questo ha accettato ormai era mia.

– brava… allora, queste sono le prime regole.
Uno) Farai solo quello che ti dirò io di fare. Quando sarai davanti ad una scelta ed io non ti avrò dato preventive istruzioni, dovrai chiedere a me… in qualsiasi occasione.
Due) Sei mia, non solo dal punto di vista sessuale, ma in tutti gli aspetti della tua vita… via via che passerà il tempo sarò io a decidere come ti vestirai, cosa mangerai, con chi parlerai, chi amerai e chi odierai e, ovviamente, con chi e come farai sesso, ecc…
Tre) Qualsiasi mancanza o rifiuto provocherà una punizione. Le punizioni saranno soprattutto di tipo sessuale, che sarò io a decidere e alla quale tu non ti potrai sottrarre per alcun motivo.
Quattro) Se io vorrò ti potrò liberare in qualsiasi momento e da allora tu non potrai più cercarmi. Se ti dovessi sottrarre ad una punizione sarei costretto a liberarti.
Cinque) Se vorrai potrai liberarti in qualsiasi momento, basterà che mi chiedi di liberarti.
– Hai capito quali sono le prime cinque regole? Puoi rispondere ora
– si, in pratica vuoi che diventi la tua schiava?
– no, voglio che tu capisca che SEI una COSA MIA… punto!!! E poi ti avevo detto che potevi rispondere… non che potevi farmi una domanda!!! Quindi alzati, vatti a prendere le mutandine sul balcone e vattene a casa!!!
Ha alzato la testa, guardandomi delusa, ha aperto la bocca per parlare, ma un mio sguardo contrariato le ha farro capire che era meglio non replicare. Quella era la prima punizione.
– dov’è il bagno?
– Non sono certo problemi tuoi… non ti aspetterai di potermi sporcare il bagno, dopo avermi deluso alla prima occasione?
Si è diretta fuori a riprendersi le mutandine che col sole si erano un po’ asciugate, mettendosele nella borsetta. Si stava riassettando alla bell’e meglio…
– le mutandine… indossale, le potrai togliere solo a casa, dopo che tuo marito ti avrà toccata in qualsiasi parte del corpo, se non c’è quando rientri lo aspetterai sentendoti bagnata. Capito?
– Si…
– Brava… se continui così, la punizione non durerà a lungo!!!
– Vado allora…
– Ok, chiudi la porta… aaah… dovrebbe essere ovvio, ma te lo dico chiaro e tondo, se tuo marito vuol fare sesso con te… devi chiedermi il permesso e, in caso te lo conceda, limitarti a fare quello che ti permetto…
Forse si aspettava un bacio, ma visto che non mi ero neppure alzato dal divano ha capito che non ero in vena di concederle premi, così se n’è andata senza dire altro.
Erano le cinque, ero di nuovo eccitato e affamato, uno spuntino era obbligatorio. Almeno la fame l’avrei potuta calmare.

Dopo lo spuntino mi ero steso sul divano, ed avevo iniziato a masturbarmi, con forza, non cercavo il piacere in se, volevo semplicemente farmi passare l’erezione e stancarmi abbastanza da appisolarmi e passare così il resto del pomeriggio sul divano.
Pensavo a tutto quello che era successo nelle ultime 24ore, ricordavo tutto quello che Veronica aveva fatto solo perché glielo avevo chiesto, senza alcuna costrizione, solo per ricevere in cambio un orgasmo che, tra l’altro, non ero stata io a darle direttamente, ma verso il quale l’avevo semplicemente guidata.
Poi ho iniziato a pensare sino a che punto si sarebbe spinta e, soprattutto, sin dove sarei riuscito a guidarla io. L’avrei scopata? Certamente si! Lo avrei fatto anche davanti al marito? Avrei potuto farlo! L’avrei fatta scopare da altri? Non lo sapevo, lei mi piaceva molto, concederla al marito in fondo mi sembrava “normale”, ma farlo con altri non lo sapevo…
Sono venuto così, mentre ero perso in questi pensieri, continuando il movimento della mano mentre i primi schizzi mi cadevano sull’addome, gli ultimi mi sono colati sulla mano sporcandomi il cazzo. Ho continuato a tenerlo stretto con la sinistra, mentre allungavo la destra per arrivare al cellulare sul tavolino. Ho s**ttato una foto del mio ventre dove si vedevano chiari gli schizzi e la mia mano sinistra che stringeva il sesso, che piano piano si afflosciava, che colava rivoli bianchi. Gliel’ho inviata con questo messaggio:
“visto? mi sono sporcato, ed è colpa tua! Se non ti avessi dovuta punire tutto il mio seme lo avresti raccolto tu e non mi sarei dovuto neppure stancare!”
“ahahahah… scusami, farò tutto quello che vuoi per rimediare. Ma vedere tutto il tuo seme “sprecato” è già una punizione per me, oggi quando mi hai dato il permesso di assaggiarlo è stato bellissimo… Ps: ci sono novità e non so come comportarmi… mio marito è rientrato, mi ha baciata, e mi ha chiesto come mai non avevo fatto la doccia dopo che avevamo scopato stamattina (ho paura che abbia sentito “l’odore d’orgasmo” che avevo addosso), solo allora sono andata in bagno per lavarmi e cambiarmi, sono stata brava? Ma quello che volevo dirti è che a sorpresa sono rientrati i ragazzi per il fine settimana, quindi non credo che mio marito prenderà iniziative con loro per casa. Come mi devo comportare?”

Bene bene, i suoi figli erano in giro per casa. Non avevo ancora pensato a questa eventualità, sapevo che aveva due figli al primo anno di università, due gemelli di 18 o 19anni, non ricordavo non li conoscevo nemmeno, me ne aveva parlato a lungo sul lavoro, erano un maschio e una femmina, se mi fossi sforzato mi sarei forse potuto ricordare i loro nomi, ma non ce n’era la necessità per cui passai oltre mentalmente. Era però interessante l’interferenza che, la loro presenza in casa, creava nei rapporti tra Veronica e Davide. Ancora più interessante poteva essere la loro reazione ai cambiamenti che io avrei introdotto in questi rapporti.
Si si… la loro presenza poteva risultare un piacevole imprevisto.
Dovevo solo pensare bene agli ordini da darle. Per pensarci meglio ho schiacciato un pisolino dopo avere fatto una bella doccia. La risposta con le istruzioni gliela avrei inviata più tardi, per il momento l’avrei fatta crogiolare nel dubbio, l’incertezza e la paura di sbagliare.

Quando mi sono svegliato, verso le 19, c’erano un po’ di suoi messaggi, il succo era che la famiglia voleva uscire fuori a cena, che lei aveva istintivamente approvato, però poi si era resa conto che forse avrebbe prima dovuto chiedere il permesso, ma io non rispondevo ed ora aveva la sensazione di aver sbagliato.

“non c’è problema se esci a cena con la famiglia. Ma la mancanza è stata gravissima, avresti dovuto prender tempo sino a che non ti avessi dato istruzioni. Ora deciditi una volta per tutte, vuoi tornare ad esser libera di fare tutto di testa tua o vuoi continuare ad affidarti a me per riuscire a godere il più possibile?”

“mi sono subito pentita, scusami. Mi sto impegnando il più possibile, ma non sono abituata a dipendere da un altro per qualsiasi mia decisione. Voglio abbandonarmi totalmente a te, ci sto provando, non è facile, ma sono pronta a qualsiasi punizione me la merito… vuoi che annulli la cena? ti prego…”

“ok… facciamo così, non ti chiederò di annullare la cena, sarebbe troppo complicato ora e non servirebbe a punirti e prepararti al piacere. Perché ogni punizione che ti do non è solo una “sanzione”, ma serve anche per prepararti al piacere che intendo darti. Che tipo di serata avete organizzato?”

“una semplice cena nel ristorante dove andiamo di solito… niente di troppo elegante… cosa devo fare?”

“primo, vestiti pure come credi, purché indossi una gonna abbastanza larga che arrivi al massimo al ginocchio, hai qualcosa del genere, te l’ho vista in ufficio. Secondo, non dovrai indossare mutandine. Terzo, dal momento che entrerete nel ristorante dovrai tener ben d’occhio l’orologio, ogni mezz’ora dovrai andare i bagno e masturbarti per 5minuti esatti o comunque dovrai interromperti prima di venire. Quarto, mentre lo fai dovrai registrarti dopodiché mi invierai il video. Dopo la prima volta, ti invierò possibili altre istruzioni. Dovrai farlo almeno tre volte, per cui ti consiglio di andarci una prima volta subito all’arrivo al ristorante… hai capito?”

“si… credo di si, ma sono un po’ preoccupata, preoccupata ma anche eccitata, spero di riuscirci…”

Bene, la sua serata era programmata, avrei certamente pensato a qualche altro modo per stimolare ancora voglia di godere che lei aveva già dimostrato. Non rimaneva altro che organizzare la mia ora, non volevo certo passare anche il sabato notte a masturbarmi.
Però dovevo organizzare qualcosa che mi permettesse di mantenere sotto controllo l’evoluzione di Veronica. Magari una cena in casa, ma chi chiamare? Non potevo certo mettermi in casa degli amici dai quali mi sarei dovuto appartare ogni mezzora per il tempo necessario a vedere i video! Lo stesso valeva per un’uscita in comitiva. L’unica soluzione era cercare qualcuno abbastanza intimo da concedermi qualche minuto senza che faccia troppe domande. Il primo nome a cui ho pensato è stato Francesca, la mia più cara amica, c’era stato una certa attrazione un tempo, soprattutto da parte mia onestamente, poi era nata una sincera amicizia. Lei si era fidanzata subito dopo, il ragazzo però lavorava fuori città, per cui la nostra amicizia non ne aveva risentito, e di tanto in tanto ci si concedeva qualche cena, o qualche serata in giro per locali. Con lei si poteva parlare di tutto, più di una volta ci eravamo fatti confidenze sulle rispettive storie, anzi, pensandoci bene, aveva una mente abbastanza aperta da poter magari condividere il gioco con lei, ma a questo avrei pensato dopo, ora bisognava chiamarla prima che prendesse qualche impegno, se già non li aveva.
– pronto… che combini?
– Maa ciaaaoooo… niente di che, tu?
– Stavo pensando di invitare una bella donna a cena… ma mi ha dato buca, così ho pensato di ripiegare su di te…
– Galante come sempre!!!
– Ahahah… certo… hai già impegni?
– Veramente avevo un mezzo impegno per uscir a bere qualcosa con degli amici…
– E puoi liberarti?
– Dipende… cosa mi offri?
– Io cucino… cena a casa… quattro chiacchiere… il mio solito due di picche al tuo tentativo di seduzione… poi tu lavi i piatti e se ne abbiamo voglia ci giriamo tutti i locali della zona a criticare le coppiette che fanno finta di amarsi perdutamente mentre si cornificano spudoratamente!!!
– Come dire di no ad un programma così sfizioso… a che ora si cena?
– Anche alle 8, ma se vieni prima apparecchi e parliamo un po’…
– Ok allora, mi preparo e arrivo… baci…
– Ti aspetto…

E così anche la mia serata era bell’e risolta. Non mi restava che vestirmi, avevo dormito nudo sul divano dopo che ero uscito dalla doccia. Che strano, ero rimasto quasi tutto il giorno nudo, di solito non lo faccio, ma mi si stava aprendo un mondo nuovo, dove il sesso aveva tutta un’altra importanza. Le sensazioni che mi dava controllare le azioni di Veronica facevano passare in secondo piano qualsiasi altra cosa, persino il mio innato pudore. Anche ora, mentre mi stavo vestendo ero eccitato, non avevo una vera e propria erezione, il mio sesso però era “vivo”, semiduro, come fosse all’erta, pronto a rispondere a qualunque stimolo…
Mi ero perso un attimo in questi pensieri, quando mi sono ricordato che avrei fatto meglio a darmi da fare per la cena se non volevo beccarmi una sfilza di “vaffa” da Francesca, così sono andato in cucina ed ho iniziato a cucinare. Niente di impegnativo, della pasta due bistecche e un’insalata di contorno.

Ero in piena attività culinaria quando è suonato il campanello, doveva essere Francesca, e infatti:
– buonaseeera…
– ciao bella… come stai?
– Tutto bene, è pronta la cena… ho una fameee!!!
– Fosse una novità!!! Comunque ci siamo quasi, anche la tavola è quasi pronta, cosa ti va di bere a cena… ti apro una bottiglia o vuoi la solita birretta?
– Birra ovviamente, il vino te lo lascio per quando inviti qualche fighetta!!!
– Ahahahah, ci avrei giurato!!!

Era bella come al solito, capelli ricci legati in una coda di cavallo “perché così sono più pratici”, il filo di trucco metteva ancor di più in risalto la sua pelle bianchissima, e i suoi soliti jeans che risaltavano ancor di più la sua magrezza, esile la sarebbe potuta definire, e un top appena scollato sul suo seno piccolo ma attraente. Si vestiva come se non gliene fregasse un cazzo di risaltare la sua bellezza e, non so quanto ingenuamente, questo la rendeva ancor più sensuale.

– allora, quando torna Luca?
– Il prossimo fine settimana, con i turni che fa riesce a tornare a venerdì alterni…
– Allora sono stato fortunato a chiamarti oggi…
– Già… sabato prossimo non sarei uscita di sicuro!!!
– Poverino, con la storia che lo vedi ogni due settimane, quando ti capita a tiro lo spolpi!!!
– Ahahahah… oh… anch’io ho le mie necessità!!!
– Fai benissimo…. Anzi, se nelle settimane buche, avessi bisogno di un sostituto… non farti scrupoli… approfitta pure di me!!!
– Ahahahah… scemo… lo sai che con te non potrei…
– Con altri invece si? Grazie della considerazione!!!
– Ahahahah… ma nooo… non cerco surrogati, voglio lui… piuttosto, tu? Come procede la ricerca l’anima gemella
Intanto ci eravamo seduti a tavola e avevamo iniziato a mangiare.
– ho smesso di cercare la mia anima gemella… ma forse ho trovato l’anima gemella di qualcun altro… potrebbe andar bene lo stesso secondo te?
– Eeeh… che vuoi dire? Ti sei innamorato di una donna impegnata? È sposata? Ma sei scemo? Che combini?
– Calma… calma… che ti va la birra nel naso… non mi sono innamorato proprio di nessuno, lo sai che nel mio cuore c’è posto solo per te…
– Ma sii serio…
– Ahahahah… ok… però è vero, non sono affatto innamorato, ma sto instaurando un rapporto molto stretto con una donna… e si, è sposata…
– Chi è, la conosco?
– Non credo, è una mia collega, forse te ne avevo parlato…
– La bella mammina riccia?
– Si lei… ma non è come potrebbe sembrare… oddio che luogo comune del cazzo che ho detto, però è così. È una situazione fuori dal comune…
– Certo, certo, come no? lo immagino, lei sarà un mammina insoddisfatta e tu la starai consolando a tempo perso nel tuo letto o in macchina… giusto?
– Sbagliato!!!
– E allora?
– Lei è si insoddisfatta, ma non la sto consolando, non in quel modo almeno…
– O mamma… non mi dire che sei diventato il suo confessore… il ruolo dell’amico gay che ascolta le lamentele di una donna sposata sugli uomini non ti si addice…
– No, infatti…
– Ripeto… e allora?!?!
– Sono più che altro un consulente…
– “consulente”?
– Più una guida forse…
– Non ci sto capendo più un cazzo!!!
– Andiamo per ordine, è iniziato tutto con lei che si lamentava delle scarse attenzioni del marito. Così le ho dato qualche consiglio…
– Ecco… appunto… il confidente gay…
– Ahahah… no… il bello è che lei questi consigli ha iniziato a metterli in pratica…
– Ed hanno funzionato?
– Non esattamente, cioè il marito ha iniziato a concederle molte più attenzioni… e a lei questo ha fatto certamente piacere, ma il bello, per me intendo, è che ha iniziato a provare più piacere nel mettere in pratica quello che le dicevo io più che nella ritrovata vitalità del marito…
– Cioè?
– Cioè? È successo tutto ieri, all’improvviso. Lei mi ha confidato che il marito era un po’ geloso dell’amicizia che stava nascendo con me. Io gli ho detto di approfittare della situazione per ravvivare la loro passione.
– E poi?
– Poi ha iniziato a mettere in pratica i consigli. Poi ha iniziato a raccontarmi gli effetti che i suoi comportamenti avevano sul marito. Poi ha proseguito descrivendo le sue sensazioni, anche quelle più intime. Poi, ha iniziato a provare piacere nel raccontarmi per filo e per segno come faceva sesso con il marito… insomma, per farla breve, ora fa tutto quello, e solo quello, che gli dico io di fare, anche per fare sesso col marito deve chiedere a me. E pare che la cosa le piaccia moltissimo…
– Le piace essere dominata?
– Si, si potrebbe dire così…
– Non ci credo!!!
Proprio in quel momento il cellulare sul tavolino vibra, il rumore amplificato dal cristallo attira la nostra attenzione…
– questa è lei… siccome non mi ha chiesto il permesso di andare a cena con il marito e i figli, per punirla, le ho ordinato, di andare in bagno ogni mezzora, mentre è al ristorante, e lì registrare un video mentre… beh… mentre si tocca…
– non può essere vero!!!
– Vai a prendere il cellulare e guarda…
Si è alzata senza ed è andata a prenderlo, aveva l’aria di chi voleva scoprire un bluff… peccato che io non stessi bluffando affatto… mi ha porto il cellulare, ma gli dico di fare come se fosse il suo e di leggere pure il messaggio…
– è un messaggio chat, dice “ho seguito il tuo consiglio, sono andata subito la prima volta, appena arrivati, ho fatto bene?”, c’è anche un allegato, un video credo…
– lo vuoi guardare?
– Ma sei scemo, a questo punto lo DEVO vedere!!!
– Avvialo allora e mettilo sul tavolo, così lo guardiamo assieme…
Il video era di buona qualità (dio benedica le moderne tecnologie), iniziava col suo viso, mi mandava un bacio, si sente anche un “ciao” sussurrato, sullo sfondo il placcaggio in mattonelle bianche della toilette, poi l’inquadratura si abbassa a mostrare le sue gambe nude, è seduta sul water, allarga le gambe e mette in mostra il suo sesso, “quel ciuffo non mi piace, dovrò dirle di farlo sparire” penso, mentre la mia amica guarda con un misto tra l’attonito e l’interessato. Nel video si vede la mano destra di Veronica che inizia a toccarsi, prima allarga un po’ le labbra del suo sesso, ci gioca un po’ con le dita. Poi inizia la masturbazione sfregando in su e in giù con il dito medio sul clitoride, ogni volta che scende si penetra leggermente con la punta della falange, mentre l’indice e l’anulare accarezzano le grandi labbra.
Finalmente, dopo circa un minuto di video, Francesca alza lo sguardo dal display e mi parla…
– ma è fuori di testa? È uno scherzo? La stai pagando?
– No, NO e NOOO! Lo fa perché glielo dico io, lo fa perché sa che se fa tutto quello che le dico, poi le ordinerò di avere un orgasmo, e… pur di averlo è disposta a tutto…
– Non ho mai visto niente del genere…
Dal cellulare ogni tanto si sentiva qualche rumore, dei passi di qualcuno che entrava in bagno, qualche respiro di Veronica che piano piano iniziava a darsi piacere… arrivati a 5minuti, la sua mano destra si stacca dal suo sesso, l’inquadratura si sposta sul suo viso, bacia le dita con cui si stava dando piacere e soffia il bacio verso l’obbiettivo, come a mandarlo a me. Il video si interrompe sul fotogramma con la bocca nella smorfia del soffio…

– ed ora?
– Ora starà già al tavolo con i suoi, tra mezzora circa ne manderà un altro…
– Ma cosa gli hai fatto per renderla così accondiscendente?
– Proprio un bel niente, le ho solo dato indicazioni per godere che lei segue alla lettera…
– E quando siete a letto?
– Veramente non siamo mai stati a letto…
– Come?
– Si, è così, mai stati a letto, le ho permesso solo di masturbarmi e le ho concesso di masturbarsi davanti a me!!!
– E tra poco lo rifarà?
– Si, anzi, rispondi alla mail e scrivile “sei stata brava, ma la prossima volta fallo più energeticamente”
– Ma sei sicuro, perché vuoi che lo faccia io?
– Perché ti si legge in faccia che vuoi provare….
– Ahahahah… è vero…

Ha sgranato gli occhi, ha scritto, inviato e ha ripreso a mangiare, per i venticinque minuti seguenti abbiamo parlato pochissimo, un po’ per imbarazzo, un po’ perché non c’era proprio un bel niente da dire…
I cellulare vibra di nuovo, io guardo Francesca, lei guarda il telefono e poi me.
– leggilo pure… ormai cosa ci sarebbe da nascondere?
– Dice “ho passato una mezzora terribile ed eccitante al tempo stesso, prima non sono andata nemmeno vicina all’orgasmo, ma l’eccitazione è continuata a salire mentre ero al tavolo, mia figlia continuava a chiedermi se mi sentivo bene, le ho detto che mi avevo un po’ di mal di stomaco, non potevo dirgli che ero eccitata e non vedevo l’ora che tu mi vedessi godere”. Sua figlia?
– Si, sono a cena tutti assieme. Lei, lui e i loro due figli… Vuoi vedere il video?

Non ha risposto, lo ha semplicemente avviato, sistemando di nuovo il cellulare in modo che il display fosse visibile ad entrambi.
Il set del video era lo stesso, iniziava col Veronica che si leccava le stesse dita che aveva iniziato mezzora prima, poi l’inquadratura si è spostata sulla sua zona pubica. Si masturbava come prima, ma più velocemente, molto più velocemente, ogni volta che scendeva, il suo dito medio penetrava nel suo sesso fio alla seconda nocca. Si sentiva di tanto in tanto il suo respiro farsi sempre più corto, contemporaneamente allargava e stringeva le gambe. Si vedeva che era vicina, molto vicina all’orgasmo.
Per fortuna i 5minuti erano scaduti prima che venisse. Si era fermata, ma la sua mano rimaneva sul suo pube, con il dito medio ancora per un terzo dentro la fessura, aveva il respiro lento e pesante. Si sentiva il rumore di tacchi in avvicinamento, l’inquadratura era passata ancora sul viso di Veronoca, si succhiava le dita con avidità.

– Vuoi darle tu il prossimo ordine?
– Di nuovo… e cosa gli vuoi ordinare?
– Intendevo di decidere tu… scriviglielo… poi me lo dirai…
– Davvero? Ahahahah… vediamo, cosa posso fargli fare… io non ho la tua immaginazione…
– Scommetto che riuscirai a trovare qualcosa…

Ci ha pensato su cinque minuti buoni, stava con lo sguardo fisso sul cellulare che teneva nelle mani, digitava qualche lettera poi cancellava. Alla fine ha scritto per un po’ ha fatto una pausa ed ha inviato, poi lo ha posato, ha ripreso in mano la forche e ha iniziato a mangiare l’insalata. Mentre mangiava sorrideva, poi mi guardava e si faceva sfuggire un risolino. Era molto soddisfatta dell’ordine impartito e non vedeva l’ora di vederne l’effetto, e sicuramente voleva vedere quale sarebbe stata la mia reazione. Ero molto curioso anch’io in effetti.

Finito di mangiare abbiamo sparecchiato e messo i piatti in lavastoviglie, poi ci siamo seduti sul divano a prendere il caffè, mentre parlavamo, in realtà era un vero e proprio interrogatorio da parte sua, continuava a fissare il display.
Quando si è illuminato si è letteralmente fiondata a prenderlo, poi, in un attimo di esitazione mi ha chiesto:

– scusa… posso?
– Certo…ma non sarebbe ora di dirmi cosa le hai ordinato di fare?
– Ahahahah… già, mi ero quasi scordata… allora, mi avevi detto che era a cena con la famiglia, ho pensato che, visto che noi donne tendiamo ad andare in bagno in coppia, alla figlia sarebbe sembrato assai strano che lei andasse sempre da sola…
– E quindi?
– E quindi le ho scritto di farsi accompagnare dalla figlia perché le tenesse d’occhio la porta mentre era in bagno… il fatto di masturbarsi con la figlia oltre la porta e con il pericolo di poter essere sentita, certamente l’avrebbe fatta tremare di paura…
– … o di eccitazione!!! Ahahahah… sei tremenda!!!
– Siiii… ihihihihihi… leggiamo?
– Vai…
– Allora… “sei tremendo… costringermi a masturbarmi per te, con mia figlia a pochi centimetri… ad un certo punto ha bussato alla porta per vedere se stavo bene… ho quasi urlato per lo spavento… ed ho quasi avuto un orgasmo…”
– Ahahahah… poverina… dai vediamo il video…

Francesca si era seduta proprio accanto a me, sistemato il cellulare sul tavolino e avviato la riproduzione. Come negli altri, il video cominciava con un primo piano del suo viso e poi scendeva verso il suo pube.
Le dita si muovevano veloci, il medio spariva completamente nella sua fessura. Il suo respiro era interrotto da qualche mugolio quasi impercettibile. Le gambe si allargavano e si chiudevano allo stesso ritmo del saliscendi della sua mano. Se non ci fosse stata la figlia a pochi centimetri, sono sicuro che avrebbe urlato volentieri.
Il video era arrivato a 4.33 quando si sentì improvviso un leggero bussare sulla porta del bagno e una voce che chiedeva preoccupata “mamma, va tutto bene?”. La mamma fu scossa da un improvviso tremore, come aveva detto lei era stato lo spavento ma anche, l’orgasmo. O forse era stato lo spavento a provocare l’orgasmo. Lei prese un paio di lunghi respiri, mentre ancora tremava, prima di rispondere “ssi… si… tutto bene, ora mi sento mooltooo meglio” enfatizzando, forse inconsciamente l’ultima parola, il video si interrompeva così.

Francesca fissava ancora il display congelato su quell’ultimo fotogramma, poi all’improvviso si è scossa…
– lo ha fatto…
– certo che lo ha fatto…
– cioè… io gliel’ho chiesto… e lei lo ha fatto… ancora non ci credo… mi ha mi ha mi ah… fatto bagnare… non ho mai visto niente di più eccitante…
– ahahahah… schietta come sempre…
– e ora?
– E ora che?
– Finisce così?
– Vuoi che finisca?
– No di certo!!!
– Allora potremmo dargli indicazioni per andare in un locale… dove potremmo incontrarli!!!
– Siiiiiii!!!
Rispose urlando e stampandomi un bacio in bocca… nonostante non fosse nulla più che un bacio, devo essere sincero, quel bacio mi aveva spiazzato per un attimo.
Solo un attimo…
Subito dopo, ripreso il controllo, inizio a scrivere il messaggio “sei stata molto brava finora, penso che ti meriti un piccolo premio. Convinci i tuoi ad andare a prendere il caffè e il digestivo al “Bar Merlo”, tanto è sulla via di casa per voi… ci sarò anch’io”
La risposta non tardò molto “ok”
La brevità stava a significare che aveva risposto alla presenza dei suoi, cercando di non dare troppo nell’occhio. Era comprensibile, ma si sarebbe potuta impegnare di più, meritava un’ulteriore punizione, quindi le ho scritto “sappi che tutti e tre i video li ha visti anche la persona che sarà con me più tardi… ti ho già ceduta a questa persona stasera, la quale ti ha impartito le indicazioni per l’ultimo video!!! Non serve che rispondi”
Bene, non restava che raggiungerli al locale.

Francesca non stava nella pelle, voleva vedere di persona quella donna disposta ad obbedire a qualsiasi ordine. Darle lei stessa un ordine ma, mi raccontò sulla via del locale, vederla mentre eseguiva senza fiatare le aveva provocato un’emozione sconosciuta.
– non saprei come spiegartelo…
– so di cosa si tratta… è una specie di vertigine…
– ecco… si… proprio così!!!
– È il potere… la presa di coscienza del potere che si ha su un’altra persona, è una vertigine inebriante, come una droga forse.
– Speriamo non dia assuefazione…
– Dipendenza sicuramente si. Credo di non essere in grado di tornare alla vita di prima!!!
– E se lei decidesse di smettere?
– Dovrò fare in modo che non smetta. Il modo di farle provare sempre nuovo e più intenso piacere… cazzo!!
– Che c’è?
– Prima mi hai chiesto se era la mia schiava… sono io il vero schiavo…
– E lei è la tua padrona?
– Di lei me ne importa meno di niente! Cioè, è una bravissima persona e le voglio bene come amica. Ma quello che mi da dipendenza non è lei, ma il potere che sono in grado di esercitare. Probabilmente se non fosse lei, ma un’altra, più bella o più brutta, giovane o vecchia, non farebbe differenza, l’importante è che ubbidisca!!!
– Capisco… le potrò dare qualche altro ordine?
– Vuoi che te la presti?
– “prestarmela”?? ahahahahah, si, diciamo così. me la presteresti ancora? Ahahahah
– Vedremo… se ci sarà l’occasione potrebbe essere!

Intanto eravamo arrivati al locale che stava iniziando a riempirsi, erano passate da poco le 22. all’interno c’erano ancora un buon numero di tavoli liberi. Eravamo fortunati, si poteva sceglierne uno in posizione strategica. Il migliore era uno vicino al muro esterno, era a metà strada tra l’ingresso e il bagno, si poteva tener d’occhio tutto il locale senza essere troppo al centro dell’attenzione, perfetto per i miei piani. Abbiamo ordinato mentre continuavamo a chiacchierare del più e del meno, ma Francesca era impaziente…
– quando arriva?
– Tranquilla… le ho già scritto di farmi sapere quando stanno per arrivare…
– Uff… non vedo l’ora… che curiosità!!!
– Appena mi avvisa, tu andrai in bagno e mi manderai un SMS per dirmi in quale toilette sei, io le dirò di entrare lì e da quel momento sarai tu a decidere cosa fare…
– Eeeh… ma dici sul serio?
– Si… non importa cosa le fai fare, ma mi raccomando… niente di violento o disgustoso… non troppo almeno… ahahahaha… l’importante è che riprendiate tutto…
– Non so… però mi tenti…
– Dai che muori dalla voglia di farlo…
– Va bene…

Ho posato il cellulare sul tavolino così che potesse controllarlo anche lei…
Dopo pochi minuti, durante i quali lai mi esponeva le sue idee, ed io le rispondevo che non volevo saperne nulla, avrei visto tutto dopo con calma, arriva il messaggio di Veronica, era vuoto, probabilmente era in e aveva risposto al mio ultimo senza guardare per non farsi notare.
Francesca mi guardava e non diceva niente, era bloccata. Gli ho toccato il braccio per riportarla alla realtà, e con un gesto della testa le ho indicato la direzione del bagno.
È sparita dietro la porta proprio mentre la famigliola faceva capolino all’ingresso, mi sono girato in posizione tale da non essere visto da loro. Dal bagno mi era già arrivato l’SMS, e subito ho scritto a Veronica: “chiedi a tuo marito di ordinare per te e vai subito in bagno. Da sola e entra nella prima toilette. Dopodiché dovrai solo obbedire per 10minuti. Poi potrai tornare dalla famiglia”
Non ho avuto risposta, ma guardando in direzione del bagno l’ho vista passare, così ho avvisato Francesca “sta entrando. Non più di 10minuti, quando esci cercami, sto cambiando tavolino”. Si guardava attorno ma non riusciva a vedermi poi è entrata senza girarsi, forse era sicura di trovarmi lì dentro.

Ora potevo iniziare la seconda fase.
Mi sono alzato prendendo con me i due bicchieri, il locale intanto si era quasi del tutto riempito, vedevo Davide e i figli che avevano puntato un tavolo libero, mi sono fiondato anch’io, facendo finta di aver scelto lo stesso tavolo.
– ehii… Davide? Che combinazione…
– ooh ciao… che fai qui?
– Beh.. io sono “giovane” è normale che stia in giro il sabato sera… tu invece, hai abbandonato la tua mogliettina?
– Ahahahah, hai ragione questa confusione non fa per me infatti… Veronica è qui… è andata in bagno, speriamo non si perda…
– Anch’io sto aspettando una mia amica, gli uomini passano metà del loro tempo fuori dai bagni in attesa delle loro donne…
– Ahahahah… hai proprio ragione… vuoi aspettarla insieme a noi? Almeno inganni l’attesa!
– Ma certo…

Era stato gentile, esattamente come mi aspettavo. Mi aveva presentato i figli, Alice e Piero, spiegando loro che ero un collega della madre, e a me che i figli erano tornati all’improvviso dall’università per un attacco di nostalgia ed avevano approfittato per un’uscita tutti assieme, ovviamente io sapevo già tutto, ma ho mantenuto comunque un’espressione interessata.
I due ragazzi si somigliavano molto più di quanto mi aspettassi, la ragazza portava i capelli ricci lunghi, un viso meno dolce di quello della madre con lineamenti marcati, ed un naso leggermente troppo grande per le dimensioni del viso. Niente di eccezionale eh, non era un nasone, anzi la forma era deliziosa, solo un tantino “fuori proporzione” tanto da attirare il primo sguardo, che poi, aprendosi alla totalità del viso, ne scopriva la bellezza. Il ragazzo era praticamente identico, differiva, solo, per i capelli coti e un accenno di barba che ne evidenziava la mascolinità.
Anche nella corporatura erano molto simili, entrambi magrissimi, si distinguevano giusto per una leggera rotondità dei fianchi ed il seno nella ragazza, anche se era ancor meno dotata della madre.
Se avessi avuto 10 anni di meno sarebbe potuta essere il mio tipo.
Cercavo di mantenere elevato il ritmo della conversazione in modo tale che il marito e i figli no non avessero modo di chiedersi il motivo del ritardo di Veronica. Lo nascondevo bene, ma fremevo. Avevo una voglia matta di sapere cosa stavano combinando quelle due. Proprio in quel momento ho visto Francesca uscire dal bagno, allora mi sono alzato per richiamare la sua attenzione, quando si è avvicinata le si è illuminato lo sguardo vedendo con chi ero seduto, l’ho presentata come una mia cara amica.
Io – ma quanto ci hai messo? Eri in bagno da una vita…
F – già… c’era molta fila… per di più volevo aggiustarmi le ciglia… e ho perso il mascara…
Io – e da quando sei una di quelle donne che si aggiusta il trucco nelle toilette dei bar?
D – è da non credere cosa fanno le donne cosa fanno le donne nei bagni, mentre come dicevi tu, noi stiamo fuori dalla porta ad aspettare… a proposito ecco finalmente Veronica!
F – Eh eh eh… non sai quanto hai ragione… eheheheheh

Mentre rispondeva il viso di Francesca era tutto un programma, aveva fatto un’allusione che solo io avevo potuto cogliere. Stavo impazzendo di curiosità. Intanto Veronica, che si era avvicinata, era sorpresa di vedere altra gente seduta al tavolo col marito, molto più sorpesa quando aveva visto di chi si trattava. Io che conoscevo la situazione riuscivo a leggere l’imbarazzo e un pizzico di terrore nei suoi occhi… prese posto proprio davanti a me, di fianco al marito, Francesca si era seduta alla mia sinistra.

V – che combinazione… come mai qui?
Io – come dicevo a tuo marito, per noi è normale, noi siamo giovani… noi… ahahahah… aah, a proposito, lei è Francesca, una mia amica intima…
V – Piacere…
F – Piacere mio, anche se ci siamo già incontrate in bagno… una vera combinazione…
V – aah… già… è vero… eh eh

L’imbarazzo di Veronica era sempre più evidente, sembrava che non riuscisse a trovare una posizione comoda da mantenere. La conversazione proseguiva a rilento, Francesca continuava a fare battutine ed allusioni, che gli altri non coglievano, ma che accrescevano in me la curiosità e in Veronica l’imbarazzo. Vederla in quello stato non mi dispiaceva, mi divertiva, però la mia sete di sapere era troppa, e poi a dirla tutta, avere lei davanti a me, sapendo che era stata nelle mani di Francesca, mi provocava una certa eccitazione. Il cazzo iniziava a pretender troppo spazio nei miai pantaloni.
Ero quasi deciso a salutare la famigliola per allontanarmi con Francesca e farmi raccontare per filo e per segno ciò che aveva combinato nel bagno, quando da sotto la borsetta di Veronica cascò qualcosa che mi era rotolato vicino alla scarpa. L’ho raccolto porgendoglielo

Io – ti è caduto questo…
F – ma quello è il mio mascara… pensavo di averlo perso???
V – ehm… ecco…

Veronica era in difficoltà, non sapeva proprio cosa dire… per fortuna avevo la battuta pronta per peggiorare la situazione…

Io – Veronica!!! Ma come… rubi le cose nei bagni? Lo sai che chi lo fa dovrebbe essere punito?
D – Vero’… ma?
F – deve essermi caduto dalla borsa mentre lo cercavo…
V – si… si… è così… ecco l’ho raccolto mentre uscivi, poi ti ho persa di vista e quando ti ho trovata qui, tra le presentazioni ed il resto mi è passato di mente…
D – aaah…
Io – pecato… e io che ti vedevo già dietro le sbarre…
F – ahahahah, per un mascara???
D – non importa il valore, ma il gesto… ahahahah
Io – giusto! Ahahahah comunque è giusto lasciarvi soli ora, noi proseguiamo, la notte è giovane ma con Francesca abbiamo ancora tante cose da fare!
F – vero… è ora di spostarci… è stato un piacere conoscervi
Io – Veronica, mi raccomando non rubare nient’altro. Se non ti comporti bene… potresti essere punita!!!
Sono seguite, risate, saluti e i soliti convenevoli. Veronica era sempre tesa, mentre Davide non si accorgeva di nulla e, anzi, proponeva una cena a quattro per il prossimo futuro, alla quale, io e Francesca ci siamo mostrati molto grati. Avevo quasi la tentazione di cogliere l’attimo ed invitarli per il giorno dopo a casa mia, ma ora, dopo la scena del mascara, avevo una erezione che reclamava tutta la mia attenzione. Già perché appena l’oggetto era cas**to non avevo fatto caso che non era caduto dalla borsa, ma da sotto alla borsa che Veronica, teneva sulle ginocchia e, solo quando Francesca ne aveva reclamato la proprietà, avevo realizzato che era caldo e umido. Durante i saluti, approfittando della distrazione degli altri lo avevo ficcato in tasca.

Uscendo dal locale, a braccetto con Francesca, l’ho tirato fuori e, dopo averlo annusato ho detto:
– ho una mezza idea del perché odori di sesso… ma sono curioso di sapere come ci è finito questo nella figa di Veronica!!!
– Ahahahah… che sfiga… non dovevi trovarlo tu, ma quando lo hai raccolto ho dovuto improvvisare!
– Allora?
– Allora che?
– Me lo vuoi dire o no, cosa avete combinato?
– Eh eh eh… curioso?
– Altrochè!!!
– Torniamo a casa tua… Luca mi perdonerà… ma ho bisogno di sfogare l’eccitazione. Sarei saltata addosso a te, a quel cornuto seduto con noi e anche a quel bamboccio del figlio per quanto ero bagnata…
– Non che la cosa mi dispiaccia… ma che fine farà la nostra amicizia?
– La mettiamo in pausa per una notte…

Francesca mi piaceva da sempre, se non avevo mai insistito nel farle la corte era solo perché temevo di perdere la sua amicizia, ma se era lei a volerlo, era tutta un’altra storia. Ho guidato verso casa con una certa fretta e senza parlare, ero nervoso come a un primo appuntamento.

Entrati in casa non saprei dire chi sia stato a saltare addosso a chi, ma dopo due minuti io ero seduto nudo sul divano, mentre lei era rimasta con addosso solo l’intimo e mi si era seduta sopra a cavalcioni.

– allora? Vuoi scoparmi senza nemmeno un accenno a cosa le hai fatto fare?
– Non so se saprò aspettare…
– Tu racconta, io mi occupo delle tue urgenze…

Così dicendo, l’ho sollevata mentre mi alzavo e l’ho messa a sedere al mio posto. Le ho tolto il reggiseno e le ho baciato i capezzoli, uno alla volta, mentre l’altro lo titillavo con le dita.
Poi mentre lei si diceva interessata alla proposta, io scendevo con la testa disegnando, con dei baci sulla sua pelle bianchissima, la linea che dai seni portava al suo pube. Arrivato lì, le ho afferrato le culotte tirandole verso le sua ginocchia e poi giù fino a sfilarle completamente. Era bellissima, completamente depilata, allargava le gambe sino quasi a toccare con le ginocchia il bordo dei cuscini del divano. Io le baciavo il clitoride, mentre lei, impaziente, con le dita si allargava le labbra del suo sesso mettendosi oscenamente in mostra.
Ho continuato a leccare e succhiare per tutto il tempo che lei ha impiegato a raccontarmi quei dieci minuti nella toilette con Veronica. Le sue frasi erano prima chiare poi, via via che il racconto si faceva più caldo, e la mia lingua più dispettosa, sempre più sconnesse e interrotta da continuo sospiri e ansimi…

– appena è entrata nella toilette si è come pietrificata, vedrai poi lo spettacolo della sua faccia nel video, avevo già iniziato a registrare. Credo si aspettasse di trovarci te…
– chissà che delusione?
– Non le ho dato tempo di provare niente! Le ho detto subito “ti ho ordinato io di masturbarti vicino a tua figlia, lo hai fatto senza fiatare… mi aspetto che faccia lo stesso ora” non ha nemmeno risposto, ha abbassato la testa e ha chiuso la porta.
– Sapevi già cosa farle fare?
– No, ho impr… aaaah… sei crudele, non puoi mordermi lì mentre parlo… aaaah…
– Devo smettere?
– Noooo… ho improvvisato sul momento… le ho detto che aveva 5minuti per venire e altri 5 per far venire me, se non ci fosse riuscita l’avrei punita. Le ho fatto arrotolare la gonna in vita e con una mano sulla spalla l’ho costretta ad accucciarsi, io la riprendevo stando in piedi, mentre ha iniziato a masturbarsi timidamente…
– E tu?
– Le ho detto di non fare la verginella, che i video li avevo visti anch’io, e quindi doveva darci dentro… ha accelerato il ritmo, ma non mi guardava. Ho tolto i jeans, messo un piede sul water, ho scostato le mutandine e le ho detto “se non mi guardi, e mi fai pensare che lo fai con piacere… te la faccio addosso”
– Ma no? e lei?
– Ha alzato la testa… ma secondo me non mi vedeva, aveva gli occhi rivolti all’indietro e ansimava… era bagnatissima… è andata avanti un po’ fin quando non è venuta con un rantolo. ci ha impiegato forse meno di cinque minuti. I suoi umori si erano sparsi sul pavimento… vista la quantità ho pensato che se la fosse fatta addosso…
– Hai un sapore fantastico… si sente che sei eccitata da molto… vuol dire che non è riuscita a farti venire?
– Aaaaah… non parlare ti pregoooo… ti dirò tutto, ma non staccare la lingua da me!!! Aaaah… ho barato con lei… l’ho afferrata per i capelli, avvicinandola al mio sesso e, poi, costringendola a sfregarsi con li viso, sentendo quanto anch’io fossi bagnata. Poi le ho detto… se non vuoi metterci più di cinque minuti sarà meglio che usi la lingua. E lei docile lo ha fatto ma, per quanto fosse veramente volenterosa, non ha mai raggiunto la tua abilità… oooooh… siiiii….aaaaaaah… però stavo proprio per venire, ci sapeva fare, ma avevo una voglia matta di punirla, così l’ho tirata su per i capelli… non so spiegarti quanto mi sia costato interromperla!!! E le ho detto “povera sfigata, non sei nemmeno riuscita a farmi venire!!!” lei ha abbozzato un “mi dispiace…”. È in quel momento che ho avuto la folgorazione, dalla borsetta ho tirato fuori il mascara e gliel’ho infilato ben dentro io stessa e le ho detto “tienilo su finché stanotte non te lo trova tuo marito… se ancora riesci a farglielo tirare” l’ho lasciata lì e sono tornata da te… cosa è successo poi lo sai.
– Hai notato come si muoveva mentre era seduta al tavolino?
– Aaaaaah… bastardooooo… se continui così mi fai venireeee!!! Certo, glielo avevo spinto molto in dentro, ma era talmente fradicia che il mascara si muoveva e cercava di uscire. Si muoveva così perché provava a non farselo uscire…
– Ora basta… non resisto più, ti voglio stare dentro tutta la notte, ma prima…

Mi sono alzato, ho preso il cellulare e mi sono piazzato con la cappella appoggiata al suo sesso. Mi sarebbe piaciuto che me lo succhiasse, ma avevo altro in mente…

– che fai col cellulare?
– Le do le ultime istruzioni della notte… ma le mando anche una foto per farla morire di invidia e di voglia.

Ho s**ttato una foto del mio sesso in procinto di farsi largo in quello di Francesca e gliel’ho inviato accompagnandola con questo messaggio “sei stata brava… e sei stata cattiva… sei stata brava perché mi hai fatto eccitare, come puoi notare dalla foto… ma visto che non sei riuscita a far godere Francesca, dovrò pensarci io!!! Visto che non sei riuscita neppure a rispettare la punizione che ti ha dato lei te ne do un’altra… non dovrai assolutamente fare sesso con tuo marito, al massimo una sega! Poi dovrai ripetere il gioco del ristorante con alcune varianti. Non ti dovrai riprendere (non meriti di farti vedere da me). Poi dovrai farlo ad intervallo di un’ora, da quando riceverai il messaggio, sino a quando non ti dirò io di smettere, e il tempo durante il quale ti masturberai aumenterà ogni volta di 5minuti… PS: NON ti è consentito venire”, l’ho inviato. Poi ho penetrato Francesca, ho s**ttato un’altra foto e gliel’ho inviata, poi ho gettato il cellulare e ho iniziato a godermi le sensazioni che la donna sotto di me mi stava dando.
Mentre scopavamo Francesca ha voluto che le dicessi cosa avevo scritto a Veronica e ho incontrato la sua piena approvazione…

– sei un genio del male… aaaaah… ora scopami però pensa al mio piacere, non a quella sfigata!!!
– Sono tutto per te!!!

Dopo un po’ che andavo avanti e che lei era venuta almeno una volta, me ne ero accorto per le unghie che mi aveva piantato nella schiena, le ho preso le gambe da dietro le ginocchia, gliele ho sollevate sino a poggiarle suoi seni. Sono uscito dal suo sesso e ho poggiato la cappella contro il suo ano. Non ho avuto neppure bisogno di prepararla con le dita. Il mio cazzo era talmente scivoloso per i suoi umori che non ha sentito nessun dolore. Solo un sordo verso ha accompagnato la penetrazione.

– non sono molto abituata lì… non farmi male…
– tranquilla… sto per finire… ma volevo venirti dentro senza trattenermi…
– siiiiii…. Vengo anch’iooooo

ho sentito il suo sfintere farsi più stretto, mentre il mio sesso si induriva all’inverosimile nell’attimo immediatamente precedente al mio orgasmo. Allora ho interrotto ogni mio movimento aspettando di esploderle dentro tutto il mio piacere… sono venuto in tre lunghi schizzi… poi ho ricominciato a muovermi dentro di lei, piano piano, il mio sesso aveva perso gran parte dell’erezione, ma lei riusciva ancora a sentirmi.

– non provare ad uscire da me!!!
– Non ci avevo neppure pensato…

Mi sono svegliato con un senso di oppressione sul petto.
Era la testa di Francesca che, ancora addormentata, si muoveva al ritmo del mio respiro. Beata lei che ancora dormiva, io avevo terminato il mio sonno.
È brutto svegliarsi senza sonno dopo una notte di sesso, e che sesso, con la donna che, in fondo in fondo, desideri da sempre, la realtà prende il sopravvento e non si ha neppure la possibilità di rifugiarsi nel sonno per provare a prolungare, almeno un poco, il sogno.

Le accarezzavo i capelli e ripensavo alla notte appena passata (“appena passata” poi, sarà già stato mezzogiorno, vista la luce che filtrava dalle tapparelle), era stato fantastico.
Lo avevamo fatto in tutti i modi, lei non si era tirata indietro davanti a nulla, aveva anzi dimostrato fantasia e spirito di iniziativa. Dopo che ero venuto le ero rimasto dentro per molti minuti, mentre ci baciavamo e parlavamo di quello che avevamo fatto fare a Veronica. Dopo un po’ di queste “chiacchiere” la mia erezione ricominciava a farsi sentire dentro di lei.
A quel punto lei, con un’espressione fintamente sorpresa:
– a che succede là sotto? Fammi controllare…
dopodiché mi ha fatto girare e appoggiare allo schienale, quindi ha iniziato a leccarmi dalla base dell’asta fino alla cappella dove si soffermava e, dopo un bacio, iniziava a succhiarla, ingoiandola man mano fino ad arrivare ad accogliere completamente il mio sesso in bocca, per poi ripetere tutto daccapo. Io non facevo niente, la guardavo soltanto, godendomi le sue bellissime labbra.
Dopo molti minuti di quel trattamento ero ormai prossimo a venire, allora le ho messo una mano sui capelli cercando di attirare la sua attenzione ed avvisarla, ma non ce n’era bisogno, lei aveva già capito sentendo il mio sesso farsi ancora più duro e più grosso, infatti aveva preso a segarmi furiosamente mentre teneva le labbra ferme sulla mia cappella pronta a ricevere tutto il mio piacere. Pochi secondi e gli sono venuto in bocca con un grugnito, uno, due tre schizzi che lei ha inghiottito senza alcuna difficoltà, dopo essersi tolta il mio cazzo di bocca si è leccata le labbra dopodiché si è alzata dirigendosi verso la camera da letto. Non ho potuto far altro che seguirla.

Insomma ero lì, sveglio, con la donna che da sempre desideravo addormentata sul mio petto dopo una splendida notte di sesso, il cazzo mi era tornato duro, ma, anziché essere felice ed assaporarmi il momento, mi stavo intristendo. Tutto era stato perfetto, troppo. Sapevo che se non avessi trovato la forza di finirla lì, non avrei più potuto fare a meno di lei, dopo una sola notte ero diventato dipendente da lei. Mi dava astinenza.
Se fosse successo prima, anche solo il giorno prima, mi sarei goduto il momento. Mi sarei dato completamente a lei, non mi sarebbe, forse, neppure importato di essere “l’altro” annullandomi completamente.
Ma non era successo “prima”. Era successo “dopo”, anzi era successo proprio “grazie” a Veronica.
Dopo le sensazioni che mi aveva dato Veronica annullandosi per me, non potevo certo tornare indietro nella “scala evolutiva”, annullandomi a mia volta per Francesca.
No, non lo avrei permesso.
Quella “scala evolutiva” avevo appena iniziato a scalarla. Mi sarei fermato solo una volta arrivato in cima.

Mi sono alzato facendo attenzione a non svegliare Francesca, mentre andavo in cucina a prepararmi il caffè ho perso il cellulare che avevo lasciato in salotto. In cucina mi sono seduto e ho guardato il display, avevo ragione, era mezzogiorno passato, c’era un messaggio arrivato alle 10. Ovviamente era Veronica: “ti prego, permettimi di godere, non resisto più, sto facendo tutto quello che mi hai ordinato, ma ora non mi reggono più le gambe. Davide è andato alla casa al mare coi ragazzi, starò sola tutto il giorno. Non resisto più!!!”

L’ho chiamata, appena ha risposto:
– pronto, ti pre…
– hai 15 minuti per venire qui. Un secondo di ritardo e puoi tornartene a casa…
ho chiuso senza aspettare la risposta. Poi ho rimandato l’idea del caffè e sono andato in bagno.
Ho fatto una bella doccia, bella ma inutile, l’erezione non era passata, così sono andato a preparare il caffè.
Acceso il fornello suona il campanello, Veronica era stata puntuale. Ho aperto la porta, nudo così come ero uscito dalla doccia, lei aveva indossato un vestito primaverile che le cadeva addosso leggero enfatizzandone le forme, ha iniziato subito a parlare, e seguirmi mentre io tornavo in cucina:
– ti ringrazio di avermi chiamato, non resistevo più… dopo le prime tre volte che mi sono chiusa in bagno, a toccarmi secondo le tue regole, credevo di impazzire… tornavo a letto e le gambe mi continuavano a tremare… Davide continuava a chiedermi cosa avessi… è stato terribile, ma anche bellissimo… quando mi hai chiamato avevo già rinunciato al mio piacere, pensavo solo a te. Il mio unico scopo era eseguire i tuoi ordini, visto che ero sola in casa non mi rivestivo nemmeno, tra una volta e l’altra, e non uscivo dal bagno, mi sono portata la sveglia lì e continuavo a fissarla fino a quando non scadeva il tempo… sono ancora tutta bagnata… anche se la pelle là sotto è ormai tutta irritata a dire il vero, forse l’ho fatto troppo forte, non so….
– Hai finito? Mi serve la tua bocca… ma certo non mi serve per stancarmi le orecchie…

Non se lo aspettava, l’avevo fatta parlare a ruota libera mentre mi versavo il caffè e mi mettevo a sedere, quando l’ho interrotta è rimasta interdetta. Io non ho aggiunto altro, ho solamente allargato le gambe. Lei si è inginocchiata tra i miei piedi, ha afferrato il mio sesso, già in erezione da quando mi ero alzato dal letto, e, dopo averlo baciato e leccato per benino, ha iniziato a succhiarmelo rumorosamente. Io mi gustavo lei e mi gustavo lei, non era brava come Francesca, ma ci metteva il giusto impegno.

Il profumo del caffè era intanto arrivato alle narici di Francesca, svegliandola
– È PROFUMO DI CAFFÈ QUELLO CHE SENTO?

Veronica si era bloccata, sentire la voce di un’altra donna le aveva provocato un tuffo al cuore, probabilmente dentro di se sperava di avermi tutto per se. Ha messo su un broncio da bambina, era comica con quell’espressione e il mio cazzo sempre in bocca. Le ho messo la mano sotto il mento, facendole una carezza e guidandola a tirarsi su, lei continuava a guardare in basso.

– SI, ORA TE LO FACCIO PORTARE… capito? tocca a te, versa una tazza di caffè e portalo a Francesca, mentre lo beve dovrai darle piacere. Tra un po’ arrivo anch’io, se ti troverò con la testa fra le sue gambe… e lo spettacolo sarà abbastanza invitante… potrebbe anche darsi che decida di scoparti. Lo farai?
– Siiii!!!

Quasi urlò di gioia, come una bimba a qui si è promesso una bambola nuova in caso di un bel voto a scuola. Era eccezionale. Ha preso la tazzina e si è diretta verso il corridoio da cui era provenuta la voce di Francesca.
Io intanto l’avevo seguita e mi ero avvicinato alla porta per guardarle. Mentre Francesca si tirava su per bere il caffè più comodamente, Veronica aveva tirato via il lenzuolo, era salita sul letto posizionandosi in ginocchio fra le gambe dell’altra che intanto beveva e mi guardava:
– ehy… ma ti sei fatto la cameriera? ahahahah… mmmmmhmmmmmh… non si accontenta del mezzo servizio eh?
– mi ha ordinato di darti piacere, non mi importa se sei d’accordo o no, se sarò brava lui mi concederà il piacere…
– beh… se è così non mi opporrò di certo…

Veronica si era abbassata sul sesso di Francesca e aveva iniziato a leccarla, questa le aveva posato un mano sulla testa, come si fa per accarezzare un gatto che fa le fusa. Intanto però il piacere cominciava a montare, così aveva infilato le dita si tra i capelli stringendo pian piano il pugno, fino a che la carezza non si era trasformata in una vera è propria morsa, guidandola a suo piacimento, tirandole i capelli come si fa con le briglie dei cavalli.
Man mano che il piacere saliva con l’altra mano batteva dei colpi sul letto, quasi a voler dettare il ritmo all’altra donna.
Quando Francesca era ormai giunta all’attimo prima dell’orgasmo, sempre con una mano ben stretta sui capelli di Veronica, si è sporta in avanti e le ha sollevato il vestito, mettendomi in bella mostra il suo culetto, passandole poi il dito medio tra le natiche e soffermandosi proprio sul forellino del suo ano e, guardandomi e inumidendosi le labbra

– Cosa aspetti a scopare questa puttanella? Falle sentire cosa vuol dire avere un’orgasmo!
– Come potrei rifiutare una proposta tanto allettante…

Così dicendo mi sono avvicinato al letto, ho afferrato Veronica per i fianchi e, nel momento in cui Francesca raggiungeva l’orgasmo l’ho tirata con forza verso di me fino a portarla col culo ad aderire al mio bacino, costringendola a staccare la bocca dal sesso dell’altra.
L’orgasmo di Francesca per la delusione si era trasformato in un urlo quasi di rabbia. Facendo forza sui talloni si era spostata in avanti fino a portare il suo sesso di nuovo alla bocca di Veronica, che, quasi fosse priva di volontà, non si opponeva a nulla. Io intanto le avevo preso le mani e gliele avevo portate alle grandi labbra del suo sesso perché si offrisse a me.
Francesca intanto, sempre afferrandola per i capelli, facendo forza sui talloni e sul braccio libero aveva inarcato la schiena a sollevare il bacino più in alto possibile. In quella posizione moveva il bacino come a mimare una scopata con la bocca di Veronica sulla quale continuava a strofinare il suo sesso con rabbia, alla ricerca di quell’orgasmo di cui poco prima l’avevo privata.
Il suo orgasmo esplose senza che smettesse di muoversi. Urlò, schizzando i suoi umori dappertutto, la gran parte nella bocca di Veronica il cui viso era ormai bagnato come se le avesse urinato in faccia.
Io ho approfittato proprio di quel momento per penetrare il sesso bagnatissimo di Veronica, che sentendomi dentro di se ha provato un orgasmo quasi istantaneo, urlando proprio mentre Francesca le schizzava in bocca il suo piacere.
Francesca si era abbandonata sulla schiena, con le gambe larghe, le mani tra i capelli di Veronica a costringerle viso sul suo sesso, che intanto aveva ripreso a sfregarle sul clitoride al ritmo con cui io la stavo scopando.

La scopavo sempre più velocemente, quasi con violenza ormai. Le due donne ansimavano, urlavano, godevano. Francesca inveiva su Veronica con insulti e sconcezze irripetibili.
Veronica stava venendo ancora, era talmente bagnata che mi era venuto il dubbio che, dopo tutta la stimolazione della notte precedente se la fosse addirittura fatta addosso.
Quel pensiero era la classica goccia che faceva traboccare il vaso.
Ho sfilato il pene dal suo sesso e gliel’ho appoggiato fra le chiappe, strofinandolo al ritmo della scopata. Sono venuto subito dopo. I numerosi schizzi, il primo aveva superato la testa di Veronica, e si era spalmato sul seno di Francesca, gli altri, a scemare si erano sparsi sulla schiena di Veronica.

Tutti e tre ansimavamo allo stesso ritmo. Io sono stato il primo a parlare, rivolgendomi a Veronica.
– Ti è piaciuto?
– Si… mai provato niente di simile!
– Bene… ma da ora in poi… ogni volta che avrai un orgasmo mi dovrai ringraziare espressamente per avertelo concesso…
– Grazie per il bellissimo orgasmo che mi hai concesso…
– Brava, ora ripulisci Francesca con la lingua, poi levati quello straccio di dosso e vai a preparaci il pranzo. Quando sarà pronto vieni ad avvisarci!
– Va bene…
– Dopodiché ti potrai vestire e te ne andrai. Stasera verrai qui a cena con tuo marito, gli devo fare un discorsetto…
– Maaa…
– Niente ma… e vedi di presentarti completamente depilata. Ora vai ed esegui, io e Francesca ci meritiamo un po’ di riposo!

Sentivo Veronica darsi da fare in cucina. Era divertente sapere di avere una bella donna, madre di 2 figli e moglie integerrima, che preparava nuda il pranzo per me e la donna che mi sonnecchiava accanto.
Ho iniziato a masturbarmi, per noia, non ero propriamente eccitato, mi era rimasta una mezza erezione dalla scopata di prima, si, ma non ero eccitato, solo non sapevo che fare.
Quando Francesca se n’è accorta:
– ma non ti basta mai?
– non lo so…
– dovrei sentirmi offesa… hai appena scopato quella la, io sono qui, nuda, accanto a te… e tu… tu che fai… ti tiri una sega?
– non sapevo che fare…
– e, a quanto vedo, non intendi smettere…
– perché dovrei?
– rispetto?
– per chi?
– per me?
– se ti scopassi ora… mancherei di rispetto a m stesso!
– che cazzata è mai questa?
– vedi… ho deciso una cosa…
– e che cosa?
– non scenderò mai più a compromessi! da ora in poi prenderò tutto ciò che voglio e niente di meno. O tutto o niente!
– e perché questa decisione dovrebbe impedirti di scoparmi? Non mi vuoi?
– Certo che si, non ho mai desiderato nessuna più di te… ma tu sei disposta a darmi solo il tuo corpo, al limite la tua mente per la durata di una scopata… e questo sarebbe solo la minima parte di ciò che voglio. Il tuo cuore lo hai già concesso a qualcun altro…
– lo sai che amo Luca…
– certo, proprio per questo non farò più l’am… o meglio… non farò più sesso con te… sarebbe un accontentarsi…
– mentre con quella là lo farai?
– con Francesca? Certo che si… anzi… mi dedicherò totalmente alla sua sottomissione e in questo, se vorrai, potrai anche darmi una mano.
– perché con lei si?
– perché lei ama il marito, ama i figli, la sua vita… ma, con la giusta preparazione, sono sicuro che, pur di compiacermi e godere del mio piacere, sarebbe felicissima di consegnarmi i suoi stessi figli se glielo chiedessi… e non è detto che non lo faccia…
– ed io dovrei aiutarti… e come?
– vedi… se volessi, potrei andare di là e dirle di trasferirsi qua… lei probabilmente non ci penserebbe su molto, lascerebbe il marito e ed attraverserebbe nuda la città pur di obbedirmi… ma non è questo ciò che voglio…
– e si può sapere cos’è che vuoi?
– tutto…
– cioè?
– per iniziare voglio poter entrare in casa loro mentre dormono e scoparla sul loro stesso letto…
– certo sarebbe eccitante… ma la domanda è la stessa… io come dovrei aiutarti?
– semplice… il marito è un brav’uomo, ma caratterialmente non è certo più forte della moglie… e, se adeguatamente stimolato potrebbe diventare altrettanto docile… e tu, visto come ti guardava ieri sera, sei il giusto stimolo.
– dovrei sottomettere il marito?
– certo che no!!! Una padrona mi sarebbe d’intralcio… io devo essere l’unico padrone…
– padrone?
– si!!! PADRONE, dovranno diventare una mia proprietà, e lo dovranno fare spontaneamente… tu dovrai aiutarmi a fargli capire che è questo quello che anche loro desiderano…
– e io che ci guadagno?
– puro divertimento… quello che ti ho concesso di fare a Francesca ieri sera è solo un assaggio di quello che potrei concederti in futuro…
– mi tenti…
– ti ho già convinta… lo sappiamo benissimo entrambi!
– ahahah… già… ma cosa dovrei fare in concreto?
– verrai stasera a cena, a loro dirò di venire alle 20, tu arriverai con una mezzora di ritardo durante la quale io me li cucinerò a puntino…
– e cosa dovrò fare di preciso?
– recita pure a soggetto, mi fido del tuo spirito di iniziativa…
– ed ora… non vuoi che ti aiuti a venire?
– non è compito tuo! VEROONICAAA!

Non avevo mai smesso di masturbarmi, lentamente, mentre parlavo con Francesca. Veronica è entrata di corsa dopo pochi secondi…
– mi hai chiamata?
– certo che ti ho chiamata! Cosa pensavi che stessi urlando nel sonno? Inginocchiati qui e spalanca la bocca… muoviti…
Lei non ha aggiunto una parola, il mio tono non ammetteva repliche, si è inginocchiata vicino al letto. Io mi sono tirato su, sedendomi sul bordo, ho allargato le gambe davanti a lei e, mentre con la mano sinistra continuavo a masturbarmi, con la destra le ho afferrato i capelli attirandola a me, facendole inclinare la testa all’indietro. Le ho infilato la cappella in bocca, si vedeva che si sforzava per tenerla aperta il più possibile, stando attento a non sfiorarle nemmeno le labbra, continuando a masturbarmi fino a schizzarle il mio piacere direttamente sul palato. Il mio seme gli si addensava in gola e faceva fatica a deglutire, ma lei, docile, è stata ferma sinché non mi ero completamente svuotato.
Non le ho neppure ordinato di ripulirmi, mi sono semplicemente sdraiato voltandole le spalle.

– beh… non hai ancora imparato?
– si… scusa… non sapevo se avevi finito con me… molte grazie di avermi concesso il tuo piacere…
– così va meglio, ora datti da fare in cucina, che a trattarti come meriti si sprecano un sacco di energie e mi è venuta fame!!!

Si è alzata ed è uscita senza una parola. Neppure Francesca aveva proferito verbo, durante la presenza di Veronica nella stanza, ma quando mi sono girato mi sono accorto che si stava accarezzando con le mani serrate tra le cosce, ma non avevo voglia di pensare al suo piacere ora, che ci pensasse pure da se, così mi sono girato dandogli le spalle.
Mi ero quasi appisolato quando Veronica è venuta a chiamarci:
– era ora! Speriamo almeno che il pranzo sia valsa l’attesa!
– era ora si… anch’io ho una gran fame!
aveva aggiunto Francesca mentre si dirigeva verso i vestiti… ma avevo una certa idea, quindi gli ho passato una mia maglietta che le avrebbe coperto giusto le natiche quando stava in piedi.

– metti solo questa, per quello che ho in mente ti basterà…
– e cosa avresti in mente?
– hai diritto alla tua dose di piacere… ti ho vista prima mentre ti toccavi…
– beh… ero eccitata e… tu mi ignoravi…
– mettitela e smettila di giustificarti… su, andiamo a pranzare…

come previsto la mia maglietta le stava larga, lasciando appena intravedere i capezzoli induriti dall’eccitazione, e lunga sino a coprirla fin sotto all’attaccatura delle cosce. Anch’io avevo infilato una maglietta, giusto per non sedermi a tavola a torso nudo.
Entrando in cucina abbiamo trovato una tavola imbandita, considerato lo scarso tempo a disposizione. Il pane tagliato in un cestino, l’insalata, le fettine già pronte su un vassoio e un altro cestino con un po’ di frutta, mentre ci stavamo sedendo, Veronica stava portando a tavola gli spaghetti.

– il pranzo è pronto, ora posso andare?
– no… c’è un piccolo cambio di programma, ora ti accucci sotto al tavolo e dai piacere a Francesca con la tua bella linguetta… e vedi di impegnarti, perché deve godere prima di arrivare al caffè!!!

Senza batter ciglio si è infilata sotto al tavolo, stava diventando proprio mansueta. Stavo porgendo il piatto a Francesca quando Veronica ha iniziato a leccarla, l’ho capito dall’espressione sul suo viso.
Subito dopo ho iniziato a mangiare, con il piede destro ho cercato il corpo di Veronica sotto al tavolo e, tastandolo, sono arrivato tra le sue gambe, risalendo pian piano poi fino al suo sesso. Potevo sentire che si bagnava sempre più, così le ho infilato l’alluce nella figa e le davo il ritmo nel suo leccare guidandola come fosse una marionetta. La tiravo verso di me per farla rallentare, quando vedevo ch Francesca stava per venire per poi spingerla in avanti per farle affondare la faccia nel sesso che stava leccando.
Durante il pranzo ho cercato di conversare con Francesca, ma era quasi un’impresa, le sue frasi erano continuamente interrotte da mugolii e ansimi. Sino a che non siamo arrivati alla frutta:

– non ti ho ancora chiesto del tuo lavoro… come procede?
– Si… oooh… beh… procede bene… CAAZZOOO… questa tua troietta sta proprio diventando brava con la linguaaa… aaaah… che belloooo…. Come goodooo…

Era in estasi, il pranzo era iniziato da quasi mezzora e Veronica non aveva smesso un solo attimo di leccarla. Non parlava più, ansimava e basta. Aveva piegato la testa all’indietro e sbatteva le mani sul tavolo, se la stava proprio godendo. Sotto al tavolo intanto io avevo aumentato il ritmo del mio andare avanti e indietro col piede, la stavo masturbando a tutti gli effetti con l’alluce. Il mio piede colava dei suoi umori.

F – oooooh… aaaaah… baaaastaaaaa…. godooooo…
V – aaaaaaah… vengoooooo…

Francesca teneva la testa di Veronica stringendola con le mani per i capelli, costringendola a sfregarle il viso sul sesso. Dopo l’orgasmo l’ha lasciata andare accasciandosi sullo schienale.

Io – vieni fuori da la sotto…
V – grazie… grazieee… grazie di avermi concesso di godere…
L’ho fatta sedere sul tavolo con le gambe larghe. Le ho infilato il medio e l’anulare della mano destra, estraendoli madidi dei suoi umori… ho preso una pera dal cesto sul tavolo, l’ho strusciata sul suo sesso per intingerla nel suo sapore, l’ho portata alla bocca e l’ho morsa, poi ho ripetuto l’operazione, facendola però mordere a lei…

Io – che buon sapore che hai… assaggia…
V – grazie… si, ha un ottimo sapore…
Io – sai perché è così buona? Perché è il sapore del tuo orgasmo…
V – si ha il sapore dell’orgasmo che ho avuto grazie a te…
F – lasciala andare… altrimenti questa gode un’altra volta solo ad ascoltarti…
V – si… si… io godo anche parlandoti
Io – ok… ok… ora rivestiti e vai a casa. Alle 20 vi voglio qui, tu e tuo marito. Indossa un vestito con gonna corta e larga, niente intimo ovviamente e non dimenticarti di depilarti completamente… nell’attesa masturbati per 5minuti ogni ora e mezza… tutto chiaro?
V – si! Qui alle 20, con mio marito, gonna corta e depilata…
Io – perfetto… vai ora…

Veronica era uscita… Francesca si stava godendo il retrogusto dell’orgasmo… io avevo di nuovo un’erezione urgente…

– sarà meglio fare una doccia e che vada anche tu ora…
– già… o magari potremmooo…
– vai… doccia e a casa… io mi devo riposare un po’ prima di preparare la cena…
– ok… ok…

si è diretta in bagno, mentre io mi sono steso sul divano accendendo la TV, sentivo l’acqua scorrere e la sua voce canticchiare. Pensavo a quello che avevamo fatto. Pensavo a cosa mi aspettava a cena.
Non potevo far altro che ricominciare a masturbarmi.
Francesca mi ha trovato così quando è uscita dal bagno già vestita e pronta ad andare, con in mano la maglietta che le avevo prestato…

– ancoraaaa… ma quando la smetterai?
– quando otterrò tutto quello che voglio… ciao!!!
È uscita dopo avermi tirato in faccia la maglietta… era intrisa del suo odore, un misto di orgasmo e sudore. Sono venuto mentre chiudeva la porta, ripulendomi su quella maglietta che odorava di lei.

Veronica era uscita… Francesca si stava godendo il retrogusto dell’orgasmo… io avevo di nuovo un’erezione urgente…

– sarà meglio fare una doccia e che vada anche tu ora…
– già… o magari potremmooo…
– vai… doccia e a casa… io mi devo riposare un po’ prima di preparare la cena…
– ok… ok…

si è diretta in bagno, mentre io mi sono steso sul divano accendendo la TV, sentivo l’acqua scorrere e la sua voce canticchiare. Pensavo a quello che avevamo fatto. Pensavo a cosa mi aspettava a cena.
Non potevo far altro che ricominciare a masturbarmi.
Francesca mi ha trovato così quando è uscita dal bagno già vestita e pronta ad andare, con in mano la maglietta che le avevo prestato…

– ancoraaaa… ma quando la smetterai?
– quando otterrò tutto quello che voglio… ciao!!!
È uscita dopo avermi tirato in faccia la maglietta… era intrisa del suo odore, un misto di orgasmo e sudore. Sono venuto mentre chiudeva la porta, ripulendomi su quella maglietta che odorava di lei.

Dormivo da un po’, quando ho aperto gli occhi in TV stava iniziando 90° minuto, mi dovevo dare una mossa se volevo farmi trovare pronto alle 20. ci voleva una doccia.
Mi sono tirato su, sedendomi, un piede era sul pavimento, l’altro sulla maglietta sulla quale mi ero ripulito. L’ho raccolta, l’ho annusata, odorava ancora di Francesca e del mio sperma. Mi sono alzato portandola con me in bagno, stavo per metterla nel cesto dei panni sporchi, ma ci ho ripensato, l’ho lasciata buttata “casualmente” sul divano. Sono tornato indietro anche dall’idea della doccia, mi intrigava l’idea di cucinare nudo con ancora l’odore di quelle splendide donne addosso, così quello che avremmo mangiato a cena avrebbe saputo di piacere.
Un lampo a quel punto, ho preso il cellulare e ho scritto un sms a Veronica: “per stasera… quando arriverete la cena sarà pronta, tu ti offrirai di servire a tavola… non ti disturbare a rispondere, so che lo farai!”

Poi ho chiamato Francesca:
– pronto… come stai?
– non lo so, te lo dico quando mi sveglio…
– eh eh, anch’io mi sono appena svegliato…
– che vuoi?
– un favore…
– mmm… se posso…
– per stasera dovresti fare la troia col cornuto…
– perché… cos’hai in mente?
– sottometterlo, proprio come la mogliettina… e per farlo avrei bisogno che tu lo seduca…
– ed io che ci guadagnerei?
– orgasmi… ovviamente…
– mmmh… sai usare sempre le parole giuste… cosa devo fare in particolare, gli salto addosso o cosa?
– no, dovrai essere più sottile, io farò in modo di lasciarvi soli il più possibile, il resto lo lascio alla tua ispirazione…
– mmmh… ok, farò del mio meglio…
– ok, sarà più ch sufficiente… a dopo…

Ho iniziato subito a cucinare, prima di tutto ho tagliato le patate e le ho stese a letto sul quale ho adagiato un bel filetto di manzo, salato e in forno per una prima cottura di quarto d’ora. Poi un trito di verdure per il soffritto di un ragù vegetale veloce, giusto il tempo perché il filetto fosse ben rosolato. Dopodiché ho tolto il filetto dal forno mentre le patate terminavano la cottura. L soffritto mandava un profumo invitante, le verdure erano perfettamente rosolate, ho aggiunto un po’ di salsa di pomodoro e ho abbassato il fuoco, ero in perfetto orario, c’era giusto il tempo per fare la doccia prima di metter su l’acqua a bollire.

Mentre mi lavavo ero eccitatissimo, non riuscivo a non pensare a come avrei potuto sottomettere il marito di Veronica. Doveva capire che la moglie era ormai una cosa mia, che non aveva scelta, sottomettersi volontariamente o accettare l’umiliazione di vivere con una moglie che non le apparteneva più.

Finita la doccia era quasi ora di cena e mi sono vestito in fretta, ho acceso il fornello sotto l’acqua poi ho rimesso il filetto in forno per terminare la cottura. Ho preso dal frigo salumi e formaggi ed ho iniziato a tagliarne un po’ per servirli come antipasto.

L’acqua stava iniziando a bollire quando è suonato il campanello.

Ho aperto la porta, Veronica era bellissima, un filo di trucco, una magliettina leggera che grazie alle spalline stava su senza scoprire il seno, gonna larga a coste, un po’ da ragazza pon-pon, niente calze (e niente intimo, lo sapevo senza controllare) e scarpe basse.
Lui era vestito in maniera casual ma sobria.
Ho dato un bacio sulla guancia a Veronica, o meglio, ho aspettato che lei si sporgesse verso di me per baciarmi, molto più sobriamente, ho poi teso la mano a Davide, facendoli accomodare.
Si sono sistemati vicini sul divano, io sono rimasto in piedi a preparare gli aperitivi.
Visto che non sembravano aver voglia di parlare per primi ho cercato di rompere il ghiaccio…
Io – allora… com’è andato il fine settimana
D – benone, grazie… io sono stato al mare coi ragazzi, la spiaggia era bellissima
Io – e tu Veronica… Non sei andata?
Ovviamente conoscevo già la risposta… ma volevo metterla in difficoltà…
V – no… io… io… avevo cose da fare…
D – già l’abbiamo lasciata sola e lei si è messa a rivoltare la casa… quando siamo tornati era stremata…
Io – mi sembra di vederla!!!
Lei era arrossita, io avevo appoggiato il vassoio sul tavolino
Io – beato te che hai tante occasioni di distrazione, io non esco di casa da ieri notte… ho dovuto trovarmi in casa delle “cose” da fare…
D – la vita da single ha i suoi lati negativi…
Io – per fortuna ha molti lati… alcuni piacevoli…
Veronica a questo punto ci interrompe…
V – ma non mi dire che hai già preparato la cena… e tutto da solo?
Io – beh… a dire il vero restano da impiattare gli antipasti, e buttare la pasta… ma per questo pensavo di aspettare che c fossimo tutti…
D – ah ecco, mi chiedevo appunto se saremmo stati solo noi…
Io – no, c’è anche Francesca, l’avete conosciuta ieri sera…
V – io allora vi lascio alle vostre chiacchiere da uomini… io mi occupo degli antipasti, ok?
Io – certo. È giusto così, il ruolo della donna è servire… giusto? eheheheh
L’ho detto strizzando l’occhio a Davide…
D – eheheheheh, magari fosse, il problema è convincerle…
Io – convincerle non è un problema, il problema è essere in grado di sostenere il peso del comando… eheheheh
Ovviamente non ha colto l’allusione, Veronica si e dalla zona cucina mi sorride, alle spalle del marito.
D – allora… aspettiamo la sua amica?
Io – si, non sarebbe stato giusto avervi solo per me…
Davide assume una smorfia interrogativa… il “in che senso?” gli si leggeva in faccia.
Io – sai… Francesca è stata piacevolmente colpita da voi due… lei è una donna, come dire, decisamente moderna, libertina forse… ed è sempre attratta dalle coppie tradizionali affiatate…
D – ah ecco… ho notato subito che era una donna… “intrigante”… ma di la verità… che c’è tra di voi?
Io – cosa ci dovrebbe essere? Lei è fidanzata e siamo molto amici…
D – beh… si certo, non volevo insinuare nulla… è che mi era sembrato ci fosse una certa intesa tra di voi…
Io – l’intesa c’è… in tutti i “sensi”
Gli ho strizzato ancora l’occhio, lui ha risposto con una risatina, proprio mentre suonava il campanello… mi sono alzato per andare ad aprire, ho sorriso anch’io passandogli davanti. Una volta uscito dal suo campo visivo ho fissato Veronica, lei sorrideva, io no, la guardavo severo. Ha abbassato lo sguardo sul tavolo intristendosi.
Ho aperto, Francesca era uno splendore. Per l’occasione ha indossato un abitino leggero, molto sensuale. Tutto era perfettamente coperto, ma, cadendo sul suo corpo, la stoffa faceva intuire le sue forme.
Io – benarrivata… aspettavamo giusto te…
F – beh… l’ospite d’onore deve farsi attendere…
Io – e chi l’ha detto che sei tu l’ospite d’onore?
F – stronzo…
Io – ahahahah… vai a tenere “compagnia” a Davide… io mi occupo della cena e di Veronica in cucina…
L’ho detto senza abbassare il tono di voce, Davide aveva certamente sentito… ma non aveva colto… lo conoscevo poco, ma mi ero già fatto l’idea che avesse l’intuito di un posacenere…
Lei mi ha sorriso, mi ha fatto una carezza sul viso mentre passava oltre dirigendosi in salotto da Davide.
Io mi sono andato in cucina, Veronica era alle prese con i salumi. Davide si è alzato porgendo la mano a Francesca, lei l’afferra e si sporge per baciarlo sulle guancie, avendo l’accortezza di stringersi a lui il più possibile, prendendosi con una confidenza immotivata. Poi si è seduta sul divano dandoci le spalle ed invitandolo a sedersi vicino a lei.
Oramai potevamo vedere solo i loro capelli da sopra la spalliera del divano, impegnati subito in una fitta conversazione.
Io non avevo detto una parola a Veronica. Avevo controllato l’acqua, bolliva. Ho preso le pennette e le ho tuffate nell’acqua, una manciata di sale e via… mi sono girato verso il salotto, posizionandomi alle spalle di Veronica… fissavo le due teste sul divano, cercando di sentire cosa si dicevano, ma avevano abbassato il tono e riuscivo giusto a cogliere qualche parola qua e là.
Tutto procedeva bene.
Ho messo una mano sulla schiena di Veronica costringendola ad appoggiare le mani sul tavolo. Lei, come un automa, ha subito divaricato leggermente le gambe. Le ho sollevato il lembo posteriore della gonna, fissandolo alla strisciolina di stoffa che cingeva il vestito in vita. Lasciandogli le natiche all’aria.
Poi mi sono appoggiato al suo fianco sinistro, con la mano destra le ho prima saggiato la pelle bianca, poi l’ho infilata tra le sue cosce trovando il suo sesso liscio e già umido. Le ho fatto sentir ancor di più il mio peso avvicinando la mia bocca al suo orecchio, perché potessi bisbigliare senza farmi sentire dagli altri:
Io – “brava cagnetta… tutta liscia e bagnata…”
Stava per rispondere, ma con un dito sulle sue labbra l’ho costretta al silenzio.
Intanto continuavo a toccarla, lei tratteneva a stento i mugolii di piacere mentre le infilavo il dito medio nella sua intimità, mentre col pollice premevo sul suo ano.
Intanto gli altri sul divano erano presi dalla conversazione, mi sono scostato da lei, senza smettere di frugarla dove a lei piaceva di più, quindi a voce alta ho detto:
Io – Davide… tua moglie è davvero brava… con i salumi…
D – come??? Aaah… si… si… ci sa proprio fare…
Non si era neppure girato, aveva giusto alzato un po’ la testa, poi aveva ricominciato a parlare con Francesca. Allora, abbassando il tono mi sono rivolto a Veronica:
Io – “è proprio un inetto… è talmente preso dalle tette di Francesca che ti potrei inculare qui e adesso senza che lui si accorgesse di nulla…”
V – “brutto stronzo… se lo meriterebbe…”
Io – “tranquilla… prima che la cena sia finita, vedrai che gli avremo spiegato qual è il suo ruolo…”
V – “mmm… ti prego se continui devo urlare…”
Io – “non ci provare… non è ancora il momento… e ora cerca di darti da fare, non ti ho mica detto smettere… è un quarto d’ora che sei alle prese con questi quattro antipasti…”
Stavo intanto continuando a masturbarla. Dovevo girare la pasta, perché non si attaccasse, ma non volevo smettere di toccarla, per cui ho cambiato mano, con la sinistra continuavo a stimolarla, mentre con la destra ho preso il mestolo e l’ho infilato nell’acqua calda.
Io – “ora stai attenta… e cerca di non urlare…”
V – “perc…”
Non lasciandole il tempo di finire la domanda ho estratto il mestolo dall’acqua bollente e gliel’ho appoggiato sulla natica sinistra.
Nonostante il dolore, e la sorpresa, era riuscita a trattenersi. Gli era sfuggito giusto, un lungo “mmmm” mentre irrigidiva tutto il corpo.
Proprio in quel momento:
F – Veronica, ma lo sai che tuo marito è proprio galante… devi starci attenta, altrimenti chssà che ti combina… eheheh
V – eeeh??? Ahhh… si… eh eh eh…
D – non dargli retta, sono solo “cordiale”…
Io non ero intervenuto… mi limitavo a guardare il rossore sulla pelle di Veronica…
L’acciaio caldo ha marchiato la sua pelle bianca con una mezzaluna rossa punteggiata.
Guardavo soddisfatto la mia “opera d’arte” mentre appoggiavo sul piano il mestolo, lei si mordeva le labbra mentre, due lacrime le solcavano le guance… continuavo a masturbarla con la mano sinistra… ho cambiato nuovamente mano per potermi riappoggiare al suo fianco bisbigliarle nell’orecchio:
Io – “sei stata veramente brava… meriti un premio… anche se ancora non me lo hai chiesto, ti do il permesso di godere. Ma lo devi fare in assoluto silenzio…”
L’ho fatta girare, si è appoggiata al tavolo, allungando le gambee tenendole larghe, tanto da poggiare a malapena le punte dei piedi, stava ferma e mi guardava:
Io – “ti ho detto che puoi godere… non che mi devo stancare io per te…”
Lei mi guardava quasi delusa, io mi sono girato e dal cestino ho preso un limone, non troppo grosso, con la buccia bella rugosa, gliel’ho passato e, sempre sussurrando:
Io – “usa questo, ma fai presto…”
V – “va bene…”
Io – “va bene… cosa?”
V – “va bene padrone…”
Ha abbassato la testa e, senza mai risollevare lo sguardo, ha preso a sfregarsi il sesso con il frutto giallo. Lo passava lungo il solco formato dalle grandi labbra sino ad arrivare al clitoride, dove si soffermava, per poi riscendere verso la vagina.
È andata avanti un paio di minuti, non di più, era talmente eccitata che è venuta in un attimo. Aveva iniziato a sfregare sempre più velocemente mentre irrigidiva i muscoli degli arti inferiori. Era chiaro che stava per venire. Ho messo la mia mano sulla sua e l’ho costretta ad aumentare il ritmo e a strofinarsi sempre più forte. Raggiunto l’orgasmo si è fermata, lasciando cadere il limone e portandosi le mani sul pube e premendo forte, quasi temesse che l’orgasmo potesse scapparle e cercando di trattenerlo. Si è così sbilanciata in avanti, cadendomi tra le braccia, io l’ho sotenuta. In quella posizione potevo vedere il divano, a malapena vedevo i capelli di Davide, Francesca era sparita sotto la spalliera, non ci feci caso subito, ma non si sentiva più il loro confabulare… cercavo di concentrarmi su di loro… si sentiva qualche rumore, quasi impercettibile… il respiro di lui… era pesante… Veronica mi riporta alla realtà bisbigliando:

V – “grazie padrone, ho goduto molto…”
Io – “brava, finisci con questi benedetti antipasti ora…”

Ero molto più interessato a quei due che non a lei. Ma non potevo vederli. Lei si stava rimettendo al lavoro, ma prima di farlo voleva ricomporsi, un colpetto sulla mano le ha fatto capire la gonna stava bene come stava.
All’improvviso da dietro il divano sbuca il braccio di Francesca che cerca di attirare l’attenzione, con l’indice fa il gesto di avvicinarmi…
Evidentemente è successo qualcosa… non riesco ad immaginare perché voglia che mi avvicini, e perché non mi ha semplicemente chiamato?
Mi sono avvicinato ma, non so neppure io perché, senza far rumore. Man mano che mi avvicinavo riuscivo a vedere, Davide era sprofondato verso il pavimento allungando le gambe sotto il tavolino, di Francesca vedevo la schiena, era praticamente accucciata con la testa sul petto di Davide.
Un altro passo ed ho potuto avere l’immagine completa.
Francesca aveva in mano il cazzo ormai quasi moscio di Davide. Lui aveva in faccia ancora l’espressione del piacere, con gli occhi socchiusi. Lei con la mano lentamente gli massaggiava il pene facendogli cadere le ultime gocce di sperma sui pantaloni.
Ero immobile che li guardavo, lui non si accorgeva di nulla, Francesca invece si deve essere sentita osservata, perché ha sollevato la testa sino ad incrociare il mio sguardo…

F – dici che sono stata troppo sbrigativa?
Io – no… anzi… è meglio non perdere tempo…

Davide ha un sussulto cerca di allontanare Francesca mentre si gira sul fianco destro, sollevando e flettendo la gamba sinistra cercando di nascondere il suo pene. In certi momenti si ritorna ragazzini, e lui, proprio come un ragazzino sorpreso dalla mamma a masturbarsi in bagno, cercava di nascondersi farfugliando delle scuse…
Non l’ho neppure ascoltato… ho trattenuto a stento una fragorosa risata… e con l’espressione più seria di cui ero capace gli ho detto quasi urlando:

Io – ma che cazzo stai facendo? Non credi che stai approfittando un po’ troppo della mia ospitalità?
D – no… senti… io non c’entro… è stata lei che…
Io – “lei”??? cos’ha fatto… ti ha costretto a tirare fuori il cazzo? VERONICA VIENI IMMEDIATAMENTE QUI A VEDERE QUEST’INETTO!!!
D – no… aspetta… io… io non volevo… è stata lei…

Francesca si era messa seduta, il suo sguardo si alternava tra me e lui, e intanto se la rideva spudoratamente.
Veronica che, ovviamente non ci stava capendo più nulla, si era avvicinata. Non aveva avuto il tempo, la prontezza o forse il coraggio, di risistemarsi la gonna, per cui si avvicinava camminando quasi di lato per non mostrare il suo fondoschiena agli altri…
Una volta di fianco a me cercava di capire qualcosa guardando il marito che si era rannicchiato sulla sua destra, cercando quasi di nascondersi dietro la schiena di Francesca.
Non saprei dire se la scena era più comica o surreale, comunque Francesca, spostandosi di colpo e con una spinta era riuscita a far cadere Davide steso sulla schiena, lui aveva fatto in tempo a rimettere il pene nei pantaloni, ma non a richiudere la lampo. Sulla coscia sinistra era poi evidentissima la macchia di sperma.

F – dai “Schizzo” ahahahaha … fai vedere alla mogliettina cosa riesci a combinare i 3minuti… ahahahaha…
V – Davide… ma cosa hai fatto?

Forse veramente non aveva capito, forse era solo troppo delusa… ma non c’era rabbia nella sua voce.

D – no… aspetta… io… io non volevo… è stata lei…
Io – ti si è incantato il disco? Allora? CAZZO… vuoi rispondere???
V – Davide… allora? Ti pregooo… spiegami…
D – è stata lei… stavamo parlando… poi ha iniziato a toccarmi e…
Io – e cosa? Ti sei venuto sui pantaloni? Fortuna che almeno non mi hai insozzato il divano…
F – aaah beh… per questo non c’era pericolo… quello schizzetto non sarebbe mai arrivato così lontano!!! ahahahahahah
V – ma Davide? Come hai potuto?
Io – si Davide… come hai potuto? Come hai potuto mancare di rispetto a tua moglie e a me?

Lui non si aspettava certo questa domanda, ci guardava inebetito, le risate di Francesca erano la colonna sonora della scena.
A questo punto ho afferrato Veronica per un braccio e con un colpo secco l’ho fatta girare.
Davide per poco non ha un infarto, è sbiancato di colpo.
Veronica ha istintivamente portato le mani a coprirsi, le ho dovuto dare due schiaffi sulle mani per fargliele levare.
Francesca rideva sempre più.

D – mah?!?!?! Cosa vuol dire questo… Veronica… perché sei nuda?
V – ioo…
Io – tu ZITTA… lui non ha diritto a fare domande… un uomo grande e vaccinato, un padre di famiglia, che si fa sorprendere a casa di uno sconosciuto col cazzo in mano di una sconosciuta, con la moglie a meno di dieci metri non ha diritto di fare domande…
D – io ho tutto il diritto di…
Io – tu non hai proprio nessun diritto… sei a casa mia con i pantaloni sporchi di sborra… ora ti spiego io cosa è il rspetto…
D – ma…
Io – “ma” niente… ZITTO… e ascolta… io mi sarei potuto inculare tua moglie alle tue spalle, mentre tu eri qui a farti fare le seghe come un quindicenne… ma non l’ho fatto perché ti rispettavo…
D – come sarebbe a dire?
Io – avanti… spiega a tuo marito se avrei potuto farlo…
V – s… si… avrr… avresti potuto…
D – cosa?
Io – avanti… digli perché avrei potuto fare quello che volevo…
V – per… perché sei… sei il mio pa… padrone…
D – il tuo cosa?
Io – su girati… smettila di fargli vedere il culo, da ora in poi per vederlo dovrà chiedermi il permesso…
V – si Davide… caro… io… io ti amo… ma il mio padrone è lui…
D – una puttana… ecco cosa sei…
V – no Davide… non dire così… lascia che ti spieghi…

Dicendo così gli si era buttata ai piedi, lui si era girato di s**tto quasi scalciandola…

D – vattene via… PUTTANAAAA!!!
V – amore… lascia che ti spieghi…
Io – ALZATI… non ti ho dato il permesso di inginocchiarti…

Lei, sentendo il mio ordine si è alzata di colpo abbassando la testa:

V – mi scusi… padrone
D – “padrone”? ma ti senti? Sei ridicola!!!
Io – ahahahah… Veronica, vai a scolare la pasta… sarà scotta ormai… qui se c’è uno ridicolo è quello che si è venuto nei pantaloni come un ragazzino!!!
D – come ti permetti??? Io ti…

Finalmente… mi si è scagliato contro. Sapevo che lo avrebbe fatto, e sinceramente mi sarei aspettato che lo facesse prima… evidentemente lo avevo sopravvalutato, nonostante tutto…
Con un manrovescio lo rimesso seduto… non sono fisicamente un colosso… ma certo più giovane e prestante di lui, poi c’era il fatto che io sapevo esattamente cosa stava succedendo, lui era ancora frastornato…

Io – Veronica, esegui gli ordini… hai già disobbedito abbastanza… dopo faremo conti…
V – ti prego… non…
Io – non preoccuparti… non ho nessuna intenzione di sporcarmi le mani con questo inetto… se se ne sta buono ad ascoltare non lo sfioro nemmeno… capito cornuto?
D – cos’è che dovrei ascoltare, brutto stronzo?

Ho dovuto fare un lungo respiro per mantenere la calma e passare sopra l’insulto, ma avevo detto che non lo avrei toccato, e non avevo nessuna intenzione di rimangiarmi la parola. Per essere il padrone assoluto doveva essere la mia volontà a comandare, non dovevo piegarmi a nulla… neppure ai miei istinti.
Veronica vedendo che non avevo battuto ciglio si era diretta in cucina, Francesca dopo un attimo di tensione e smarrimento, quando avevo colpito Davide, aveva ripreso la sua ilarità…
A Davide la botta di adrenalina era passata in fretta… ed io mi ero seduto sulla poltrona di fronte a lui…

Io – bene, ora che siamo tutti più calmi ti spiegherò la situazione…
D – da quanto va avanti?
Io – non ho detto che avresti potuto fare domande… io sono PADRONE in casa MIA… TU sei quello con i pantaloni sporchi di sborra seduto sul MIO divano se non ti ho ancora cacciato, magari dopo aver chiamato la polizia per denunciarti per aggressione, nota che in tal caso avrei due testimoni a mio favore, una delle quali è tua moglie…
Lui si è guardato intorno… quando ha incrociato lo sguardo di Francesca, lei ha ammiccato e gli ha strizzato l’occhio…

Io – … è solo perché mi preme spigarti la situazione…
D – quindi?
Io – quindi sta zitto e ascolta… ti dirò io tutto quello che devi sapere… se non ti sta bene quella è la porta… ovviamente tua moglie e tutti i tuoi dubbi rimarranno qui… sono stato chiaro?
D – si…
Io – bene, allora possiamo continuare finalmente… Francesca, andresti a controllare che Veronica non combini qualche guaio?
F – ok… ho capito, vi lascio soli…
Io – primo, tua moglie è mia… non è la mia amante… è la mia schiava… in questi ultimi due giorni ha scopato con te… ma lo ha fatto per ubbidire ai miei ordini…
D – ma…
Io – niente “ma”… ascolta che magari impari qualcosa… secondo tua moglie ha deciso liberamente di essere la mia schiava, nessuno l’ha costretta o ricattata in alcun modo. Si è data a me… o meglio si è affidata a me perché io sono in grado di farla godere, di farla sentire viva, di farle sentire emozioni che tu non gli dai più o, forse, non gli hai mai dato
D – ma noi ci amavamo…
Io – probabilmente lei ti ama ancora e, per quanto mi riguarda, può continuare a farlo… solo che tu non gli dai quello che le serve… io si e se vuole che continui a darglielo dovrà scegliere ogni giorno di annullarsi in me…
D – ma chi credi di essere?
Io – terzo, il fatto che lei è la mia schiava passa in secondo piano ogni altro suo ruolo. È prima di tutto, in ogni istante del giorno e della notte, la mia schiava, poi può essere moglie, madre, amica ecc… ciò significa che qualunque cosa lei faccia o dica, qualunque sentimento o sensazione lei provi, le farà, dirà o proverà perché io ho voluto così. Ti è chiaro quanto ho detto sinora?
D – fin troppo…
Io – perfetto… quarto, lei sa benissimo di essere libera di liberarsi in qualunque momento, non deve far altro che decidere… ovviamente in tal caso con me avrebbe chiuso…
D – e lei ha scelto liberamente?
Io – niente domande… CAZZO… sei stupido o cosa? Comunque quando avrò finito ti farò confermare tutto da lei… allora?
D – allora che?
Io – allora… sei stupido o cosa?
D – non sono stupido…
Io – mi fa piacere che lo pensi… ma smettila di interrompere… quinto… se tu vuoi continuare a far parte della sua vita dovrai accettare la situazione e, se è vero che la ami, le stesse regole…

Ho osservato la sua reazione, ma non sembrava averne alcuna. Era attonito…

Io – com’è… ora che dovresti parlare stai zitto?
D – che dovrei dire?
Io – se hai capito e se accetti?
D – ho capito benissimo… e mi sembra logico che non possa accettare…
Io – un vero peccato…
D – io me ne vado… VERONICA ANDIAMO…
Io – Veronica, vieni qui…

Lui era in piedi di fronte a me, Veronica si avvicina, lo supera e si avvicina a me. Gli faccio cenno di girarsi, lei esegue ora guarda in faccia il marito. Il lembo posteriore della gonna è sempre sollevato come lo avevo messo io… inizio a palparle il sedere, lei per agevolarmi si sporge leggermente in avanti divaricando le gambe, così le posso infilare due dita nella figa già umida…

D – ma che fai?
V – mmm…
Io – rispondi…
V – tutto ciò che vuole il mio padrone… mmm…
D – ma Veronica… come ti puoi ridurre così???
Io – puoi andare… apparecchia per tre e porta in tavola

Davide, stravolto era ricaduto seduto sul divano. Era sempre più pallido ed incrdulo…

Io – come hai potuto vedere lei non verrà con te… sei libero di andartene… ma questo ti costerebbe…
D – più di così?
Io – molto di più…
D – che intendi?
Io – che uscito di qui dovresti chiamare i tuoi figli e spiegargli perché non vedranno più la madre in casa vostra. Ti troveresti a dover spiegare in tribunale perché tua moglie vuole il divorzio. Dovresti spiegare a parenti ed amici perché tua moglie preferisce prostituirsi, perché questo le ordinerei di fare, che vivere con te. Dovresti preparare i tuoi figli che se vogliono rivedere la madre lo potranno fare solo qui, mentre mi fa una sega o mentre la faccio montare da qualche passante… perché questo è quello che succederà se tu ora te ne vai…

Dire che era sconvolto non rende l’idea. Probabilmente aveva già pensato all’opzione “divorzio”, ma non aveva ancora avuto il tempo di pensare alla reazione dei figli. Era immobile, fissava il vuoto.
Mi sono alzato, avvicinandomi a lui. Gli ho posato una mano sulla spalla e, con il tono più pacato possibile gli ho chiesto:

Io – allora? Te ne vai?

Non mi risponde, scuote solo la testa in segno di diniego…

Io – molto bene… Veronica… vieni qui… tuo marito resta a cena con noi
V – che bello… sono molto felice… gli posso dare un bacio?
Io – direi che merita di più… togligli quei pantaloni luridi e ripuliscilo un po’… non vogliamo che venga a tavola sporco di sborra… vero?
V – eh eh… proprio no… non sarebbe bello

Davide non parlava, lasciava fare, la moglie gli toglie le scarpe, gli slaccia i pantaloni e glieli sfila, mi guarda interrogativa, aveva ancora il pene fuori dagli slip… era quasi eretto… la sua volontà era annichilita, ed i suoi istinti più bassi stavano evidentemente prendendo il sopravvento… l faccio un cenno e lei gli toglie anche gli slip, lasciandolo completamente nudo dalla vita in giù

Io – dagli una bella ripulita, la puzza di sperma si sente sin qui…
V – cosa vuoi che usi?
Io – la lingua… poverino gli sta crollando il mondo addosso… magari lo tira un po’ su… ahahahah

Veronica inizia subito a leccare il pene del marito.
Lo fa con passione, è la prima volta che lo fa davanti a me e si impegna al massimo per dimostrarmi la sua obbedienza, leccandolo con avidità.
Il marito sembra gradire, l’asta è completamente eretta, la cappella gonfia e di un rosso scuro. Non la guarda mai, ma gli mette una mano sulla testa quasi a guidarne i movimenti.

Io – togli quella mano… non è la tua puttana…

A queste parole Veronica si porta una mano tra le gambe ed inizia a masturbarsi furiosamente e a mugolare. Il marito le toglie la mano dai capelli…
Allora mi alzo, l’afferro per un braccio e la tiro su…

Io – ti ho detto di ripulirlo… non di farlo venire… e tantomeno ti ho dato il permesso di provare piacere…
V – scusami, merito di essere punita…
Io – e lo sarai… ma adesso ho fame, andiamo a tavola… anche tu cornuto…

Ci siamo diretti al tavolo, Francesca, visto che Veronica era affaccendata aveva finito di apparecchiare e si era già seduta… quando vede Davide avvicinarsi, nudo dalla vita in giù, con il cazzo in erezione scoppia di nuovo a ridere.
Davide si rende conto, si guarda le gambe e poi guarda me…

Io – non ti preoccupare… non mostri niente che non abbiamo già visto
F – beh… io lo avevo visto… ma per poco… dopo un minuto si era già venuto addosso… ahahah
Io – sei senza pietà… comunque abbiamo un problema… Davide mi aveva quasi convinto che sarebbe andato via… ed ho fatto apparecchiare solo per tre…
V – posso aggiungere un posto, ci metto un attimo…
Io – non ti disturbare… tanto tu dovrai servirci quindi non ti serve un posto e Davide può sedersi vicino a Francesca, che tanto hanno già un certo “affiatamento”… giusto?

Mentre lo dicevo mi ero già seduto, e Davide faceva altrettanto di fianco a Francesca, di fronte a me.

V – certo… hai ragione… ma Francesca ha già portato tutto in tavola…
Io – se sopra il tavolo non c’è nulla da fare… vorrà dire che ti troveremo qualcosa sotto al tavolo… dopotutto siamo in casa mia, io sono il padrone, i miei schiavi hanno già goduto ed io e la mia ospite ancora no…
F – già… è una vera scortesia la tua…

Veronica non attese ulteriori istruzioni, si è inginocchiata e carponi è entrata sotto il tavolo… non avendogli dato ordini diversi ha pensato bene di iniziare dal padrone…
Mi ha slacciato i pantaloni e me li ha tirati giù…

V – padrone, vuoi che inizi con te… vero?
Io – certo… già che ci sei aiutami a sfilare anche le scarpe…
F – sei un maleducato ed un egoista… alla tua ospite non ci pensi?
Io – hai ragione cara… Veronica occupati pure di Francesca… io aspetterò
È iniziata così una cena dalla conversazione più assurda che si ricordi. Quando Veronica leccava Francesca, io parlavo e lei rispondeva a mugolii. Quando viceversa Veronica era intenta a succhiare me, Francesca parlava poco e io la ascoltavo meno.
Dal canto suo Davide non parlava affatto, si limitava ogni tanto a guardare Francesca.
Eravamo quasi al dolce quando ho capito il perché di quegli sguardi…
Quando Veronica era impegnata con me, Francesca con una mano si masturbava furiosamente e con l’altra, ogni tanto posava la forchetta e iniziava a segare Davide, che reagiva guardandola stranito.

Io – così non va… stai barando… ti godi lei… e anche lui…
F – che vuoi fare… vuoi venire a segarlo tu?
Io – avrei un’idea migliore…
F – si?
Io – si, si… Davide… ti andrebbe di dare una mano a tua moglie?
D – cosa?
Io – sai… Veronica è tutta a sera che fatica tra me e Francesca… ora se tu ti volessi occupare di dare il giusto piacere a Francesca, sono sicuro che tua moglie te ne sarebbe grata…
F – si… molto grata… e anche io…
D – c… cosa devo… fare?
Io – vai sotto il tavolo e dai piacere a Francesca con la tua lingua… tanto per parlare non mi sembra che tu la utilizzi granché…
F – infatti… sotto il tavolo saresti decisamente più utile…
D – c… certo…
Io – bene… che aspetti allora? Vai giù…
F – su… da bravo Davide, fai vedere alla mogliettina che anche tu ti sai dar da fare…

Davide si alza, si accuccia e prende posto sotto il tavolo, si sente Veronica emettere un lamento, quasi gli dispiaccia ceder un po’ dello spazio o, forse delle sue mansioni.
Con Francesca inizia una gara di sguardi a chi gode di più. I coniugi sotto al tavolo sembrano impegnarsi in una sfida a chi da più piacere…
Francesca è quasi in preda alle convulsioni, mette tutte e due le mani sotto al tavolo per afferrare la testa di Davide mentre gli esplode tutto il suo piacere in bocca… i suoi umori sono così copiosi che ne sento gli schizzi sulle gambe.
Anch’io sono prossimo all’orgasmo. Sposto un po’ indietro la sedia… veronica segue il mio movimento senza staccare la bocca dal mio sesso. Con la mano la scosto… la faccio continuare con la mano.
Quando vengo mi muovo in modo da dirigere gli schizzi sul marito, lo colpisco su una coscia, sulle natiche e su un piede.
Guardo Veronica senza dirgli niente, lei capisce al volo, prima mi lecca un po’ la cappella per ripulirla, poi si gira ed inizia a raccogliere i residui del mio sperma che imbrattano il marito.

F – wow… tu si che sai organizzare le cene…
Io – il servizio è tutto…

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