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Racconti Erotici Etero

Il primo rapporto anale

By 15 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La mia fidanzata Alessia &egrave una ragazza allegra e amichevole. Non era facile farla arrabbiare e metterla di cattivo umore così rimasi un po’ sorpreso un giorno dal suo leggero ma improvviso cambiamento d’umore. Eravamo in un centro commerciale, e mi aveva chiesto di andare con lei a ritirare un vestito al quale aveva chiesto di fare delle modifiche.

Mi lasciò ad aspettare vicino alla cassa mentre lei tornò nel camerino per togliersi il vestito. Quando se ne era andata aveva il suo solito umore allegro e cordiale, ma quando ritornò mi sembrò improvvisamente distratta e nervosa.

Alessia mi disse che aveva bisogno di prendere meglio le misure e che sarebbe ritornata, quindi si diresse di nuovo verso il camerino.

&egrave piuttosto divertente, ma mentre la guardavo allontanarsi stavo osservando il suo corpo. Alessia &egrave quel genere di ragazza che si definisce carina, carattere dolce e modesto, non ha un atteggiamento appariscente o licenzioso. Non indossa vestiti corti, selve di orecchini o centimetri di mascara. &egrave la tipica ragazza dalla faccia pulita.

Non era più vergine quando ci incontrammo, e avevamo rapporti sessuali piuttosto regolarmente, quindi non era una puritana. Ma non indossava un piccolo bikini in spiaggia e non le piaceva mostrare troppo il suo corpo, e io non l’avevo mai sentita parlarmi alcun rapporto sessuale in un posto pubblico prima.

Ma sotto ai suoi vestiti semplici, Alessia aveva quello che si può descrivere come un corpo delizioso con un seno bello pieno, e il loro peso mi sorprende sempre quando li afferro a coppa. Alessia ha anche dei fianchi generosi che esplodono fuori da una vita a forma di clessidra e con un bel culo, ben proporzionato con una profonda e liscia spaccatura scolpita fra le natiche.

Il cambiamento di umore di Alessia mi fece chiedere se il sarto non le avesse prospettato tempi lunghi per la consegna del vestito. Immaginando vagamente che avrei potuto darle un minimo supporto morale, mi diressi verso il retro del negozio.

Non appena arrivai vidi che c’era un portone che conduceva in un corridoi con una serie di camerini chiuse con le solite porte a metà di colore bianco in cui era possibile provarsi i vestiti. Mi immaginai che Alessia doveva essere dentro a uno di questi. Camminavo con un po’ di nervosismo e con il cuore in gola, sperando di non incrociare una donna mezza nuda che cominciasse ad urlare non appena mi potesse vedere.

Non sentivo la voce di Alessia, ma vidi che il corridoio proseguiva sulla sinistra, e quindi girava a destra. Intuì che la stanza del sarto per prendere le misure dei vestiti fosse subito dopo.

Girai l’angolo e trovai la sartoria. C’era un tavolo con scampoli di vestiti ovunque, sparsi dappertutto.

Tuttavia non riuscivo ancora a sentire nessuno, così cominciai a farmi strada attraverso tutta quella confusione. Poi ad un certo punto sentii un rumore, come di qualcuno che respirava affannosamente, e sentivo dei mormorii sommessi, come di qualcuno che stava parlando sottovoce. Era la voce di un uomo, con un tono sommesso, che stava chiedendo qualcosa, stava esortando a fare qualcosa.

Ad un certo punto, improvvisamente e distintamente, sentì la voce di Alessia.

‘Va bene,’ disse lei ‘ma velocemente.’

La voce di Alessia veniva dalla destra, dietro ad un tavolo su cui erano impilati un mucchio di vestiti. Non potevo vedere oltre i vestiti e quando riuscì a sbirciare oltre al tavolo, raggelai! Per un momento non riuscivo a capire affatto quello che stavo vedendo.

Quello che vidi fu un uomo di mezza età con i capelli scuri e una magliettina senza collo bianca. Quello doveva essere il sarto, pensai.

Non aveva indosso i pantaloni e le sua gambe erano leggermente allargate. Inginocchiata con garbo di fronte a lui c’era Alessia con il suo vestito a strisce, sobrio e carino, i suoi biondi capelli vaporosi si muovevano con gentilezza mentre lei ritirava fuori dalla sua bocca il grosso, rigido e bagnato cazzo di quell’uomo.

Alessia si alzò improvvisamente. Quando si girò verso di me io mi accucciai dietro al tavolo, e il mio cuore cominciò a battere all’impazzata. Riuscivo ancora a vedere qualcosa tra un vestito e l’altro, ma lei non poteva vedermi. Lei si portò una mano alla bocca e si strofinò via un filo di saliva dal suo mento. Si era messa un po’ di lucidalabbra la mattina prima di uscire, ma adesso era tutto sbavato.

Alessia mi diede la schiena, si tirò su il vestito e fece scivolare i suoi slip alle caviglie. Poi lei allungò una mano alle caviglie e se le sfilò completamente. Poi le appoggiò con cura vicino a lei sul lungo bancone di legno. Si girò e si sollevò il vestito ancora di più, sopra al suo culo completamente scoperto e si piegò sopra al bancone.

Allungò la sua graziosa mano sinistra dietro alla schiena sulla quale scintillava il nostro anello di fidanzamento. Con garbo poi si prese le natiche e se le allargò. Riuscivo a vedere le labbra della sua vagina, sottili e delicate, circondate dai suoi peli pubici biondi spuntati.
Quando mi girai verso il sarto, stava muovendo la sua mando ritmicamente su e giù sul suo cazzo, cospargendolo completamente con un olio. Mi accorsi che aveva un cazzo veramente notevole, ed era grosso e duro, mentre faceva scorrere leggermente la punta delle sue dita sopra al glande gonfio.

Il sarto era in piedi dietro ad Alessia, e gli mise una mano sul suo sedere completamente scoperto. Dalla posizione in cui mi trovavo riuscivo a vedere perfettamente. Lui indirizzò il suo cazzo verso il sedere di Alessia, e posizionò la cappella in mezzo alle natiche, premendolo direttamente sullo stretto anello del suo culo.

Lentamente, ma senza alcuna esitazione, questo uomo spinse tutto il sua cazzo duro fino in fondo al buco del culo della mia fidanzata. Lei non mi aveva mai permesso di incularla, sebbene ci avessi provato varie volte.

Alessia all’inizio non emise alcun rumore. Si morse solo leggermente le labbra. Il sarto grugnì quando entrò dentro di lei e sospirò profondamente quando alla fine il suo cazzo riuscì ad entrare completamente dentro di lei, fermandosi un momento saldamente con i suoi fianchi pelosi, sul sedere bianco e imberbe di Alessia.

Cominciò lentamente a dare dei colpi decisi con il suo cazzo, dentro e fuori, avanti e indietro, dentro al culo di Alessia. Gli mise la mani sui fianchi per tenersi in equilibrio e cominciare ad accelerare, pompando ancora più forte e ficcandolo dentro al culo di Alessia con sempre più insistenza.

Io immaginavo come il suo cazzo si stesse gonfiando e ingrossando sempre di più dopo che aveva cominciato a penetrarla, diventando ancora più duro e più lungo di quanto non lo fosse prima essendo diventato più eccitato, così che ad ogni colpo il suo cazzo riusciva ad esplorare il retto di Alessia sempre più profondamente. Alessia intanto cominciava a gemere più rumorosamente, in sintonia con i movimenti di lui.

‘Oh! Oh mio Dio!’ gemeva lei alla fine di ciascun colpo, proprio quando il cazzo dell’uomo la riempiva completamente.

Improvvisamente il sarto afferrò i fianchi di Alessia in modo più deciso e cominciò a ficcarlo dentro con sempre più insistenza e forza. Poi diede un colpo forte e prolungato, e dopo un poco potei vedere la cappella levigata del suo cazzo emergere completamente fuori dal culo di Alessia prima di ricacciarsi di nuovo dentro di lei.

Lui cominciò a ringhiare e a sbuffare rumorosamente, e potei capire che era sul punto di venire. Io cominciai a tremare un poco, non so con quali turbamenti, mentre mi immaginavo la sua densa sborra bianca schizzare dentro al culo di Alessia e come lei avrebbe sentito il suo cazzo palpitante e gonfio dentro al suo stresso anello del suo buco del culo.

Lui emise un grido e smise di spingere. Spostando le sue mani dai fianchi alle cosce di Alessia la tirò verso di se in maniera rude, tirandola con forza per poter spingere il suo cazzo ancora più a fondo di quanto non fosse possibile, dentro al culo della mia ragazza. Lei cominciò ad urlare fragorosamente, venendo insieme a lui e cominciando ad allagare il bancone con i suoi umori, come era solita quando aveva un forte e piacevole orgasmo.

Poi lui gemette e i suoi muscoli si allentarono e la lasciò andare. Mentre lui lo tirò fuori barcollando per lo sforzo, io vidi il suo cazzo moscio e untuoso scivolare fuori dal culo di Alessia e balzare fuori come un tappo di una bottiglia di champagne. Un minuscolo filo di sperma bianco cominciò a gocciolare dalla sua punta e cadde sulla carnagione bianca di Alessia, rimanendo tra le natiche del suo meraviglioso culo liscio.

Era difficile sapere esattamente cosa fare, e la mia testa era tutta in subbuglio. I miei pensieri stavano correndo, mescolando insieme i ricordi del casto bacio di Alessia dopo il nostro primo appuntamento e il suo modo timido dopo che mi aveva permesso ti accarezzarle i capezzoli sotto alla sua maglia, mischiando insieme alle cose che avevo appena visto: Alessia che si apriva il culo con le mani così che un perfetto sconosciuto potesse infilarle il cazzo su per il culo.

Feci un passo dietro al tavolo dove loro non potevano vedermi. Sentivo le loro voci e percepivo i loro movimenti, e capii che se fossi rimasto dov’ero, sarei sicuramente stato scoperto. Avevo bisogno di un po’ più di tempo per pensare a quello che avevo visto, così uscì silenziosamente dalla stanza, passando lungo il corridoio con i camerini, senza farmi notare da nessuno, e ritornando infine nel negozio.

I rumori nel locale del centro commerciale mi sembravano surreali. Il trambusto contrastava in modo così stridente con quello che era appena accaduto, avevo visto una bellissima ragazza che veniva inculata in modo risoluto.

Avevo il capogiro, che cosa avrei dovuto dire ad Alessia? Erano passati solo pochi minuti da quando lei era tornata qui per la prima volta e sarebbe uscita molto presto dai camerini. Lei non aveva certo idea che io l’avevo guardata durante l’amplesso.

Quando uscì dal retro del negozio sembrava normale, camminando senza indugio verso di me e sorridendomi dolcemente come suo solito. Il suo vestito ondeggiava in modo naturale, e il suo lucidalabbra rosso non era più sbavato.

Pensai che potevo accorgermi che i suoi capelli erano un po’ scompigliati, e naturalmente mi ricordai di quel filo di sperma che avevo visto cadere in mezzo alla spaccatura delle sue natiche. Lo sapeva lei che c’era? Se l’era ripulito prima di rimettersi le mutande? Si era presa la seccatura di rinfilarsi le mutande?

Alessia ed io uscimmo dal negozio. Lei mi disse che il sarto era stato d’accordo di fare le modifiche al vestito e che sarebbe tornata a prenderlo dopo qualche giorno. Passeggiammo nel corridoio principale del centro commerciale e andammo verso il negozio musicale.

Passammo di fronte a un ristorante con delle grandi vetrate davanti. C’erano un paio di ragazzi dentro che stavano mangiando e guardarono sia Alessia che me che stavamo camminando insieme. Guardarono verso Alessia con un poco di gelosia e inizialmente mi sentii orgoglioso, come faccio sempre, pensando a questa donna piacente al mio fianco.

Potevo vedere il riflesso di Alessia nel vetro del ristorante e sembrava veramente bella. Bei capelli biondi, un sorriso dolce, un sedere carino a forma di mandolino, gambe molto sensuali e ben tornite, un sedo sodo e saldo che stava su impettito sotto al vestito.

Ma poi mi tornò in mente che questa donna che stava accanto a me, mano nella mano, aveva il culo pieno di sperma di un altro uomo che l’aveva riempita proprio in quel momento.

La mia ragazza si era appena presa su per il culo uno dei più grossi cazzi che avessi mai visto in tutta la mia vita e aveva permesso ad un completo sconosciuto di riempirle il culo con la sua sborra che probabilmente le stava ancora colando dalle gambe e adesso si stava comportando in modo perfettamente normale come se niente fosse accaduto. Chi diavolo era questa donna in realtà?

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