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Racconti Erotici Etero

Il principe col pisello

By 26 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono teso.
Devo un favore ad un’amica e, a quanto pare, &egrave giunto il momento di saldare i conti.
A dir la verità speravo in qualcosa di meno inusuale per me ma alla fine ho dovuto accettare senza poter troppo recriminare.
Sandra, la mia amica, &egrave una ballerina ed &egrave titolare di una scuola di danza dove insegna a persone di tutte le età.
Oggi c’&egrave il saggio di fine anno e qualche giorno fa uno dei ballerini si &egrave infortunato ad una caviglia durante le prove. Sandra ha già assegnato agli altri ballerini quasi tutte le coreografie che avrebbe dovuto eseguire il ballerino sfortunato ma evidentemente un pizzico di cinismo si &egrave impossessato di lei facendole venire la brillante idea di assegnare anche a me una piccola comparsa. Questo sarà il modo in cui le restituirò il favore.
Non &egrave la prima volta che aiuto Sandra in un saggio di fine anno ma negli anni passati mi sono sempre limitato all’organizzazione, alla scelta delle musiche, a presenze quasi statiche sul palcoscenico. Ora mi stava chiedendo di indossare i panni di un principe e fare due passi di danza con lei sul palco. Non &egrave una cosa difficile ma per uno come me sarà sicuramente di un imbarazzo mostruoso indossare chissà cosa e danzare voluttuoso davanti a tutta quella gente.
Il gran momento &egrave arrivato. La gente comincia a riempire i posti a disposizione. Parrucchieri e truccatori lavorano incessantemente. Sono tutti eccitati per l’esibizione che di lì a poco li vedrà protagonisti.
&egrave un teatro all’aperto e dietro le quinte non sono presenti più di tre o quattro camerini che Sandra ha però riservato agli ospiti chiamati a partecipare al saggio.
Quindi per me e per tutti gli altri &egrave rimasta solo una enorme stanza piena di panche e di appendiabiti. C’&egrave una confusione indescrivibile, tipica di situazioni del genere.
Ho appena preso posto sulla mia panca e Sandra si avvicina, mi butta addosso una busta e mi dice: ‘Mettiti questo!’.
‘&egrave il mio costume?’ chiedo come se non conoscessi la risposta.
‘Sì, spero ti vada bene perché non ho altro da darti’ &egrave esattamente la risposta che mi aspettavo.
Dentro la busta ci sono una camicia bianca, una tutina celeste, un paio di stivali e un tanga da uomo. A guardare sembra tutto della mia misura, meno male.
Qualunque obiezione sarebbe del tutto inutile per cui non mi rimane che cambiarmi.
Tolgo la maglietta che avevo e mi metto la camicia. Mentre la abbottono cerco di rilassarmi un po’ e mi perdo nell’osservare quello che stava accadendo intorno a me.
Anche le ballerine si stanno cambiando. La loro naturalezza &egrave disarmante. Si spogliano come se fossero in camera loro. Tutto questo avrà conseguenze devastanti, lo so. Mi sforzo di pensare a tutt’altro ma quando tolgo jeans e mutande per indossare il tanga e la tutina mi rendo conto che &egrave ormai in atto un’eccitazione irreversibile. Cerco di fare in fretta e appena messa la tutina mi siedo di nuovo sulla panca per mettere gli stivali… ma non riesco a staccare lo sguardo da quello spettacolo così eccitante. Ho davanti a me tette di tutte le misure, capezzoli più o meno in tiro, culi in tanga, culi ancora in mutande, fighe curate e non, viste giusto il tempo necessario per togliere le mutande e mettere il tanga… praticamente un’orgia di desiderio. E meno male che pensavo di rilassarmi…
Per loro &egrave tutto normale ma per me non lo &egrave assolutamente e dopo aver messo gli stivali mi rendo conto che ho il cazzo per nulla imbarazzato dalla tutina e che se potesse salterebbe fuori per andarsi a divertire tra quei culi praticamente perfetti e quelle tette così sode.
Provo ad alzarmi in piedi e la situazione &egrave drammatica. La tutina &egrave attillata e ho il cazzo dritto. Devo fare assolutamente qualcosa.
Coprendomi con la busta, mi avvicino a Sandra che &egrave ancora con le tette al vento.
‘Tutto bene?’ mi chiede.
‘No Sandra, per niente.’ le rispondo.
‘Cosa c’&egrave che non va, ti vergogni di quella tutina?’ indaga lei ironica.
‘Magari fosse solo quello. Guarda!’ le dico spostando la busta.
Sandra rimane qualche interminabile secondo a guardarmi il pacco.
‘Non posso ballare in queste condizioni cazzo! Qui c’&egrave un mare di figa e se pensavi che io fossi di legno eccoti la dimostrazione del contrario!’ aggiungo con un tono di finta protesta.
‘A dire il vero sembra che lì abbia proprio un bel paletto di legno ma se legno non &egrave allora vieni un secondo con me!’ mi dice Sandra come se non fosse per nulla meravigliata dal mio problema. Si mette una maglietta sulle spalle cercando di coprirsi il seno e ci avviamo.
Mentre andiamo non so dove inizio a pensare a quale potrebbe essere la soluzione che ha in mente e l’unica plausibile &egrave una classica conchiglia che però vorrei evitare per non aumentare ulteriormente il mio imbarazzo.
Mi porta in uno dei camerini. Sulla porta c’&egrave un foglio con scritto ‘Antonella Polidoro’. Apre la porta senza bussare e entriamo. Dentro non c’&egrave nessuno.
Si inginocchia davanti a me e mi tira giù la tutina.
‘Ma…’ le accenno sorpreso.
‘Non ti preoccupare. Antonella ballerà alla fine del saggio e non arriva mai puntuale.’ mi risponde lei come se la mia sorpresa fosse dovuta al fatto che eravamo in un camerino riservato.
La tutina &egrave ormai abbassata e il cazzo spunta fuori dal tanga. Lei mi accarezza la cappella e scendendo giù mi tira via anche il tanga.
Ora &egrave libero, duro, nodoso, voglioso, svettante.
E lei lo stringe in pugno e inizia a segarmi. Lascia scivolare la maglietta che aveva sulle spalle e mi regala di nuovo le sue tette. Sandra ha una terza di seno, tenuta su da anni di danza. Ha capezzoli molto pronunciati al centro di una piccola aureola.
Mi sta segando il cazzo lentamente mentre io mi divido tra il pensiero di tutta la carne che &egrave ammassata in quell’altra stanza e la vista di quelle due splendide tette. Incrocio i suoi occhi e mi accorgo che si sta passando la lingua sulle labbra truccate. Un’ulteriore spinta di eccitazione si fa sentire lungo tutta la mia asta.
Ho la cappella bagnata ma a Sandra non basta e così ci fa colare su un po’ della sua saliva e riprende a segarmi con maggiore forza e velocità.
La sensazione che può provare lei ora &egrave davvero quella di stringere un paletto di legno perché me lo sento durissimo.
Mi fa sedere… mi fa togliere gli stivali e sfilare via definitivamente tutina e tanga. Allargo le gambe e lei, sempre inginocchiata ci si mette in mezzo.
Allungo una mano a sfiorarle un capezzolo… e la vedo subito aprire la bocca in un gemito silenzioso. Allora continuo a giocare un po’ pizzicandola ma lei si spinge ancor più verso di me come a volermi mettere tutta la tetta in mano. Non posso evitarlo e gliela stringo un po’… a quel gesto lei si fionda sul mio uccello e lo ingoia completamente facendomi sentire le sue labbra sulla pancia e sulle palle. E inizia un pompino meraviglioso.
Quando lo tira fuori la saliva cola dappertutto e quando riprende la sega mi sembra quasi di scopare per quanto &egrave bagnato e caldo.
‘Fermati ora. Alzati!’ le ordino.
‘No, non c’&egrave tempo. Torturami le tette, ti prego, non fermarti!’ mi implora lei.
Questa sua richiesta mi regala l’ennesimo impulso di eccitazione che riempie ancora di più le palle di sborra.
Sono sicuro che la figa le stia colando copiosamente ma non mi &egrave dato appurarlo. Però da come lei allarga leggermente le ginocchia capisco perfettamente di avere ragione.
Inizia a leccarmelo, tutto… si china un po’ di più per raggiungere le palle con la lingua e un mio brivido le dimostra quanto sia brava. Da lì sale su con la lingua, con movimenti regolari, fino alla cappella dove cerca di esplorare il buchino alla ricerca di qualche umore saporito.
Ormai non ha più rossetto sulle labbra e la saliva che ho sul cazzo ha un colore roseo che rende il tutto ancor più eccitante.
Io sono un gran maiale, questo l’ho sempre saputo… ma che Sandra fosse una pompinara così brava dovevo ancora scoprirlo. Tuttavia, sarete tutti d’accordo con me nel pensare che scoprire di avere un’amica troia in più &egrave sempre un gran piacere.
Le sto palpando le tette senza sosta e i suoi capezzoli sono ormai di pietra.
Si alza un po’ e mi struscia la cappella fradicia sui suoi capezzoli lasciandosi una scia bagnata sul petto. Si mette in bocca la cappella e mentre me la lecca avidamente, continua a segarmi con foga.
Ho i coglioni ormai colmi… e non vedo l’ora di godere.
‘Continua, continua…’ le consiglio tra i miei gemiti e lei senza dire nulla accelera i suoi movimenti, sia con la mano che con la lingua mentre inizia anche a ciucciarmi la cappella come se stesse bevendo un drink dalla cannuccia. Mentre lo fa mi guarda.
Quei suoi occhi che mi guardano così e le sue guance rientrate per succhiarmi la cappella sono il colpo di grazia.
‘Eccomi!!!’ &egrave il mio avvertimento.
Lei apre leggermente la bocca lasciando dentro la cappella e continua a segarmi stringendo l’asta con più forza.
Il mio orgasmo arriva insieme ad un gemito rauco. Le riempio la bocca di sborra bollente. E’ una sborrata lunga la mia, che vorrei non finisse mai. Lei lascia che i colpi del mio orgasmo finiscano insieme ai miei gemiti e dopo essersi passata di nuovo la lingua sulle labbra ingoia tutto come solo una gran troia sa fare.
Non vuole lasciare tracce, &egrave evidente. Infatti, subito dopo mi ripulisce per bene la cappella orami esausta con la lingua e con uno sguardo arrogante mi dice: ‘Visto? Ancora due minuti e potrai rimettere la tutina senza più imbarazzo.’.
‘Cazzo Sà, adoro il tuo modo di risolvere i miei problemi!’ la ringrazio sorridendo.
‘Con quel bastone che ti ritrovi non sai quanti problemi potresti risolvere tu a me! Ma ora andiamo, rimetto un po’ di rossetto e si va in scena! Ah, dimenticavo, con questo sei di nuovo in debito con me ma per come mi sta colando puoi già immaginare cosa ti costringerò a fare stavolta!’ &egrave la sua risposta.
‘Se solo avessi saputo prima quanto sei troia…’ i fumi del pompino non mi abbandonano.
‘Beh, ora lo sai, quindi regolati di conseguenza e vedi un po’ che devi fare!’ mi dice mentre si risistema la maglietta sulle spalle e apre la porta per uscire. ‘Ma ora cambiamo discorso se no mi toccherà spompinarti di nuovo!’.
Come darle torto?!

Per commenti e/o suggerimenti: hidden74@gmail.com

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