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Racconti Erotici Etero

Il ragazzo di mia zia

By 22 Gennaio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Protagonista di questo racconto &egrave la moglie di mio zio, una bella quarantaquattrenne madre di tre bambini e decisamente troia, sessualmente insoddisfatta del marito (mio zio &egrave un ciccione insignificante, minidotato, miope e pelato), che si concede ai piaceri del cazzo con molta discrezione perché in paese le voci corrono e lei ci tiene alla reputazione. 44 anni, alta circa 1,65, magra, con una pancetta rimasta dalle gravidanze che mi arrapa molto, anche le inevitabili smagliature qua e là e un po’ di cellulite sui fianchi e sulle cosce sono molto arrapanti, quel po’ che non guasta… Capelli con lr m&egraveches lunghi alle spalle, a seconda dei giorni lisci raccolti a crocchia oppure a boccoli quando se li asciuga coi bigodini o si fa la permanente dal parrucchiere. Spalle e petto picchiettati di efelidi e qualche neo secondo me molto arrapante, anche sul seno. Tette grosse (4a abbondante), un po’ pesanti (ha allattato tutti e 3 i figli…), perfette da spagnola (fatte apposta per infilarci il cazzo) sul corpo magro sembrano ancora più grosse, non rifatte (mia zia ci tiene a dirlo!), a pera, con enormi capezzoli a forma di ciuccio che formano arrapantissimi “bottoni” quando si mette camiciette o magliette attillate. Culo bello sodo, da negra, mia zia dice che &egrave la parte del suo corpo che più le piace e che le sgallettate diciottenni di oggi un culo così se lo sognano, io sono d’accordo, &egrave proprio un bel culone anche se tremola un po’ per un filo di cellulite, che secondo me non guasta! Cosce sode, ben tornite, belle gambe dritte e affusolate. Mia zia &egrave sempre accuratamente depilata, fa la lampada e d’estate quando può (cio&egrave quando non c’&egrave mio zio…) prende il sole in topless, così &egrave sempre bella abbronzata, pure sulle tette. Porta sempre una cavigliera e, d’estate, un’arrapantissima catenina d’oro intorno alla vita, oltre a collanine e braccialetti vari. Veste in modo provocante ma non troppo volgare: tubini corti e attillati con generose scollature, camiciette aperte sull’attaccatura del seno con gonne al ginocchio con spacchi a tutta coscia, calze scure con la riga o a rete (arrapantissime!), scarpe a punta col tacco d’inverno e sandali coi lacci al polpaccio d’estate.
Io ho perso la testa per lei e ho cominciato a seguirla, con molta discrezione e stando ben attento a non farmi scoprire. Per molto tempo non &egrave successo niente, lei faceva una vita normale di madre di famiglia vedendosi con le amiche, andando a fare la spesa, portando i bambini al parco e al catechismo ecc. Una mattina di giugno l’ho vista sotto casa sua che salutava mio zio e saliva in macchina con i miei cuginetti per accompagnarli a scuola. L’ho seguita in motorino perché facevamo la stessa strada, dopo aver lasciato i figli alla scuola elementare lei ha proseguito al centro commerciale che sta alle porte del paese. Ci dovevo andare anch’io per comprare delle cose per mia madre, così mentre lei parcheggiava mi sono fermato nel settore delle moto davanti all’entrata e stavo per togliermi il casco per andare a salutarla quando ho visto che, invece di prendere il carrello e venire verso l’entrata, saliva in fretta su una potente cabrio sportiva parcheggiata vicino. Conoscevo quella macchina, era di un ragazzo poco più che ventenne molto cazzuto, tutto muscoli e tatuaggi, volgare e prepotente. Sgassando coi suoi 300 cavalli, la macchina si &egrave diretta fuori paese, io allora col cuore in gola per l’emozione l’ho seguita, facendo del mio meglio per non restare troppo indietro. A un certo punto però l’ho persa, ho cominciato a smadonnare convinto che a quella velocità fosse ormai chissà dove. Mentre ritornavo ho visto una stradina sterrata di campagna e, senza sperarci troppo, l’ho imboccata. Portava a una vecchia cava abbandonata, ben nascosta dalle fratte. Ero stato fortunato: la macchina era parcheggiata proprio lì, in un piazzale deserto! Ho nascosto il motorino e ho proseguito a piedi, appostandomi dietro una siepe, a una certa distanza dalla macchina per non farmi scoprire ma abbastanza vicino per vedere e sentire tutto, aiutato dal fatto che faceva già caldo e l’auto aveva la cappotta e le portiere aperte. All’inizio sono rimasto piuttosto deluso. Mia zia e il ragazzo chiacchieravano del più e del meno, ridevano e scherzavano fumando tranquillamente e sentendo la musica dallo stereo. Ero perplesso e non capivo che rapporto ci poteva essere fra una matura e rispettabile signora come mia zia e quel ragazzo poco di buono. Poi finalmente ho capito, quando sono scesi e lui ha abbassato gli schienali dei sedili, stendendoci sopra dei giornali aperti. Io guardavo con la gola secca e il pisello che cominciava a indurirsi. Mia zia ha spento la sigaretta e ha cominciato a spogliarsi! Si &egrave sfilata il vestitino corto e scollato che portava, restando in perizoma e reggiseno a balconcino dal quale le tettone pesanti sembravano schizzare fuori tanto erano strette. Come in un sogno l’ho vista slacciarsi il reggiseno e sfilarsi gli slip, restando completamente nuda a parte i sandali a lacci, la cavigliera e un’arrapante catenina d’oro intorno ai fianchi, sicura che non ci fosse nessuno a guardarla a parte il suo ganzo. A vederla così, tutta nuda, mi ero già arrapato e avevo tirato fuori l’uccello duro, cominciando a segarmi godendomi la vista del suo grosso seno dalle areole scure e i lunghi capezzoli a ciuccio, del bel culo sodo e del triangolo del pube talmente peloso e riccioluto che le labbra della vagina quasi non si vedevano! Ma era solo l’inizio! Il ragazzo, che invece si era sfilato solo la maglietta e sbottonato i jeans, l’aspettava in macchina menandosi l’uccello enorme, un bastone dritto intarsiato di vene scure rigonfie, con in cima una grossa cappella turgida. Doveva essere la prima volta che scopavano e che lui le mostrava il cazzo, perché mia zia se lo mangiava con tanto d’occhi in piedi appoggiata alla portiera aperta, facendogli tanti complimenti per il suo uccello così grosso e massiccio degno di uno tosto e cazzuto come lui, mica come quel trippone flaccido del marito che ci aveva un pisellino che neppure si vedeva fra le pieghe del pancione!! Io mi sentivo a disagio a sentirla parlare così di mio zio, che in fondo &egrave un brav’uomo che lavora sodo e che a lei e ai figli non gli ha mai fatto mancare niente, ma ero così infoiato che continuavo a masturbarmi con un gusto mai provato prima. Pino, così si chiama il ragazzo, l’ha interrotta sgarbato dicendole che a vederla nuda gli era venuto un botto duro e era ora che venisse a assaggiarlo invece di perdere tempo a chiacchierare. Prima però ha tirato fuori una fotocamera digitale, a mia zia piaceva farsi fotografare nuda e si metteva in posa sorridendo con le mani a coppa a sorreggere le tettone pesanti. Poi sussiegosa si &egrave piegata in avanti inginocchiandosi sul sedile a quattro zampe, lui arrapatissimo l’ha afferrata con una mano per i capelli e con l’altra le ha ficcato in bocca il cazzo, dicendole di ciucciarglielo bene fino alle palle! Cosa che mia zia ha fatto ingoiandolo da gran pompinara e succhiandolo di gusto, anche se quel pistone di carne la soffocava e la faceva lacrimare per quanto era grosso e Pino glielo pompava dentro a forza tenendola per la nuca con tutte e due le mani, mentre la insultava dandole della bocchinara-troia-ciucciacazzi. Io godevo come un pazzo segandomi a più non posso, per vedere meglio mi sporgevo dalla siepe col rischio di essere visto, ma era molto improbabile perché quel porco di Pino se la godeva troppo a guardarsi mentre fotteva in bocca mia zia e lei invece stava praticamente col naso affondato nei suoi folti peli pubici, anzi a un certo punto Pino ha preso di nuovo la fotocamera e ha fotografato mia zia mentre glielo succhiava! A un tratto ha squillato il telefonino di mia zia, Pino era molto scocciato (ti credo!!!) e non voleva che rispondesse, lei però &egrave riuscita a liberarsi la bocca dal cazzo e gli ha detto che sicuramente era il cornuto e che se non rispondeva poteva insospettirsi. Difatti era mio zio, che chiamava dal lavoro per sapere se i pupi erano tutti a scuola e se lei stava facendo la spesa. Quella sporcacciona gli ha risposto con la vocina dolce dolce, chiamandolo “caro” e “amore”, recitando alla perfezione la parte della mammina premurosa e della mogliettina affettuosa! Se quel povero cornuto di mio zio l’avesse vista!! Era nella stessa posizione di prima, inginocchiata nuda in mezzo alle gambe aperte del suo ganzo spaparanzato sui sedili, solo che l’uccello invece che in bocca adesso ce l’aveva stretto in mezzo alle tettone!!! Nonostante mia zia abbia un seno grosso e pieno, l’enorme cazzo scappellato di Pino le sbatteva sul mento mentre lui glielo pompava su e giù, lei quando ce l’aveva a tiro gli leccava la cappella gonfia e congestionata. Mio zio le ha chiesto allora che cosa stava facendo, lei ha risposto ridendo che si stava leccando un gelato con le amiche al centro commerciale e intanto strizzava l’occhio al suo ganzo, che ridacchiava pure lui senza smettere di pompargli il cazzo in mezzo alle tette che stringeva con le sue mani. Allora mio zio, non si sa se più comico o cornuto, le ha detto di gustarsi con calma il gelato che si sarebbero sentiti più tardi, lei lo ha salutato dicendo che quel gelato era proprio gustoso e che sarebbe tornata spesso a prenderlo nei prossimi giorni! Quando ha riattaccato &egrave scoppiata a ridere insieme a Pino, ridevano tutti e due di gusto alla faccia di quel povero cornutone di mio zio! Intanto Pino si era messo in ginocchio impugnando l’uccello, che in mezzo alle morbide tette di mia zia era diventato se possibile ancora più grosso e duro, faceva davvero impressione quel cazzone da somaro, in confronto il mio piselletto faceva ben misera figura… Ha ordinato a mia zia di mettersi a pecorina per farsi scopare, lei docile lo ha fatto mettendosi a cosce larghe e da gran porca si &egrave aperta le chiappe con le mani per favorire la penetrazione di quel cazzo da paura. Mentre lo faceva, sentivo che diceva a Pino che non aveva preso la pillola e che perciò doveva tirarlo fuori prima di venire per non rischiare di ingravidarla. Pino le ha risposto di non preoccuparsi, che questo rischio non lo correva proprio… Difatti, dopo essersi lubrificato la cappella turgida con la saliva, gliel’ha appoggiato nel culo tenendola stretta per i fianchi. Mia zia ha cominciato a strillare e a gemere, abituata al pisellino del marito non si aspettava un cazzo così grosso, si lamentava che era enorme e che le avrebbe sfondato il culo ancora vergine, lui le ha risposto che era proprio quello che voleva fare, romperle il culo! Io ero fuori di me dall’eccitazione, sono venuto riempiendomi la mano di sborra calda e appiccicosa ma non ho smesso di masturbarmi perché avevo il cazzo talmente in tiro che non si era smosciato neppure un po’! Pino era proprio cazzuto, ci sapeva fare: all’inizio &egrave entrato nel culo di mia zia a piccoli colpi, penetrandola pian piano, finché il suo enorme palo di carne &egrave entrato tutto, fino alle palle. Poi ha cominciato a fotterla con lentezza, impugnando il cazzo alla base e ruotandoglielo dentro per spanarle lo sfintere. Intanto chiedeva a mia zia se era tutto okay, lei lo guidava girata verso di lui dicendogli quando le faceva troppo male, sul viso gocciolante di sudore aveva una smorfia di dolore ma pure di goduria, si vedeva che ci aveva gusto, la troiona. Il ragazzo ha resistito un po’, poi siccome era arrapatissimo non si &egrave più regolato e l’ha sfondata, mentre la inculava a grandi colpi di cazzo la schiaffeggiava e la insultava, sentivo le sue palle sbattere sulle natiche sudaticce di mia zia che urlava straziante e gemeva di dolore ma anche di piacere e ha goduto sditalinandosi come una porca quando lui le ha scaricato il suo sperma nel culo bestemmiando e insultandola con gli occhi di fuori e la faccia stravolta. Anch’io sono venuto, schizzando sborra tutt’intorno con un gusto pazzesco. Pino &egrave rimasto per un po’ ansimante con la testa sul petto, infilato nel culo di mia zia, che si era afflosciata mugolando con il viso affondato nella morbida pelle del sedile, le cosce imbrattate da rivoletti di sborra che colavano dall’ano sfondato. Poi le ha preso la testa per i capelli e, dopo aver sfoderato il cazzo dallo sfintere slabbrato, se l’&egrave fatto pulire ben bene con la lingua dalla troia, che aveva gli occhi gonfi e la faccia stravolta. Finito di leccare di gusto il cazzo del suo amante, mia zia si &egrave alzata e si &egrave pulita il culo fuori dalla macchina con dei fazzolettini umidi da toeletta: dal numero dei fazzolettini che usava, doveva aver fatto proprio un bel pieno di sborra!!! Intanto Pino si era rivestito e, dopo aver rimesso a posto i sedili, si &egrave seduto alla guida armeggiando con la fotocamera. Anche mia zia si &egrave rivestita e si &egrave seduta accanto a lui, rassettandosi e rifacendosi il trucco allo specchietto. Poi si &egrave accesa una sigaretta e tutti e due hanno cominciato a scorrere le immagini sul monitor della digitale, sentivo Pino che diceva a mia zia che era una gran pompinara e che ciucciava il cazzo meglio di un’attrice porno, lei invece si meravigliava di essere riuscita a ingoiare e a prendere nel culo tutto quel pistolone che in foto sembrava ancora più grande che dal vivo. Io ero basito a sentirla parlare così! Dopo un po’ sono ripartiti e, quando la nuvola di polvere sollevata dalle sgommate si &egrave dissolta e nel piazzale &egrave tornato il silenzio, mi sono chiesto se era stato tutto un sogno! Ho abbassato gli occhi sul mio pisello ancora gocciolante e mi sono reso conto che era tutto vero, per quanto incredibile potesse sembrare…

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