Skip to main content
Racconti Erotici Etero

…il sogno

By 17 Maggio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Era un pomeriggio di mezza estate,
c’era una stanza tiepida illuminata da delle persiane che avevano delle scalette semi aperte
la luce entrava a fascie e illuminava un letto con delle lenzuola tutte scombinate’
c’era un non so chè, che sapeva di mandarino’
ma soprattutto c’era una sagoma che era illuminata a metà da quelle fasce di sole
mentre l’altra metà era in penombra’
un abito lungo nero non elegantissimo ed estivo che lasciava una spalla coperta mentre l’altra a vista, con dei tacchi su delle scarpe anchesse nere ma con degli strass luccicosi quasi ambra
che slanciavano delle coscie lasciate a metà scoperte’
occhiali neri, capelli più neri e lisci che mai’
trucco qb, belle le e-liner sotto gli occhi e anche quelle sopra che allungavano di poco l’occhio’
gliss trasparente e una pietra al collo come gli orecchini pendenti anchesso di colore ambra-terra’
anche la cinta aveva quei colori tendenti al giallo scuro che intensificavano la loro luce con il riflesso di quella luce soleggiata
‘ poggiata con un anca su un pilastro della stanza, braccia conserte..
Ma sguardo libero, occhi da pantera, scuri e profondi, che non avevano in testa altro che spensieratezza.
La pelle candida che contrastava lo scuro degli altri colori facendoli marcare di più’
Una mano si avvicina portando le lisce ciocche dietro l’orecchio,
scoprendo un collo che al solo essere sfiorato vibrava di pelle d’oca e di desio
‘era una pantera, elegante su un manto nero, con la sinuosità delle sue forme,
con degli occhi pieni di luce e un desiderio profondo di scoprire cosa è la vita’
il naso sfiorava le guance e faceva sentire il fiato su quel collo che intimava un contatto con quelle labbra
che sì si facevano vicine.
Quel contatto fu insolito e sconvolgente
annegava in quella scioglievolezza
la punta della lingua saliva fino ora a sfiorare l’orecchio per poi annegare sul lobo’
le mani stringevano il fianco, mentre una si allungava con piena naturalezza poco giù.
Le sue labbra si muovevano, piccoli morsi così da non notarsi, così involontari
che alimentavano il desiderio’
Mentre gli occhi puntavano l’uno all’altro,
la mano che attraversava tutto il suo corpo in altezza si fermava sulla spalla scoperta,
facendo scivolare la bratellina nera su se stessa
la mano s’incuneava all’interno di quella bratellina scivolando dentro il vestito
e cercando di avvolgere in quella meravigliosa scollatura il seno destro
morbido, e prepotente del suo essere pieno e vivo nello stesso momento,
il culmine di quella collina di verve, era turgidamente pieno di desiderio’
Le mani con un semplice e deciso click aprivano da dietro il reggiseno’
L’altra bratellina si sfilava dalle braccia e come per magia, il reggiseno usciva dalla scollatua’
Anche la lampo dietro tenuta con mignolo e pollice con pressione portando il suo corpo
nel suo petto con decisione, facendole sentire la sua presenza,
fu aperta con l’altra mano’
il vestito cadde e il contrasto di quei colori si invertì’
tanto magnifico bianco, di una pelle candida, con un perizoma nero liscio coprente
sotto un reggicalze nero semplicissimo che con le sue bacchettine teneva delle calze autoreggenti.
Era una vista meravigliosa..
Quegli occhiali quasi da maestrina, quei capelli eleganti che arrivati alle spalle
assieme a quelle pietre degli orecchini sfioravano il suo corpo
quei due seni scoperti e pieni di vita che si tenevano bene su, con quella ciliegina piena di desiderio
che si ergeva su quell’aureola rosa’
i suoi fianchi scendevano e irrompevano su quello spettacolo di voglia di essere donna
con tutti gli accessori semplici ma decisi per fare impazzire un uomo’
a quella vista le mani di quella figura maschile non seppero che stringere a se la donna
accarezzando sì dolcemente le spalle di quella donna, ma pressando con le dita
in modo sicuro e confortevole per farle intendere la propria passione’
i quei piccoli baci cominciarono dal collo per scivolare in quel petto,
anche le sue mani cominciavano ad accarezzare la pelle di quell’uomo’
..le mani si muovevano sempre più energicamente in quella schiena
Avvinghiandola e stringendo il desiderio su quella pella
‘ad un tratto sul bacio di quei seni, le mani si fermano,
girano la donna’
lui si china e comincia a percorrere tutta la sua colonna vertebrale
di quella donna con l’umidità di una lingua che sfregava ardente quella pelle
che al passaggio la pervadeva di brividi’
la sua corsa culminava con un bacio sul collo
le mani la stringevano a lui da dietro, avvolgendo i suoi seni
il collo della donna si appoggiava alla spalla abbandonata al desiderio di lui,
le mani scivolavano sul ventre fino a poggiare il palmo sull’elastico del reggicalze
premendo e facendole sentire dietro di lei la passione più evidente in lui’
lei inarcava la schiena su quei tacchi alti che le portavano in su, quel rotondo sedere.
Quella mano sul ventre cominciava a giocare con quell’elastico, cominciando a farsi strada
In una curata valle dal manto nero…
Accompagnata sul letto, coricata su quel bianco letto alla rinfusa
Il suo ventre venne coperto dai baci appassionati ed umidi di lui
Mentre i baci e quelle labbra accarezzavano il velluto di quella pelle
Le mani cingevano in modo sempre più prepotente il sederino di lei’
lei inarcava la schiena, le mani cominciarono a farsi strada su quel perizoma… Il naso sfiorava quel elastico nero, e saliva dolcemente su e giù fino l’ombelico,
il respiro si faceva più ampio.
Quella micro-mutandina nera morbida vedeva appoggiare le labbra di lui
Su quel monte di venere ancora coperto. Le labbra di lui si aprono pian piano
E lasciano andare un getto di aria che attraversa quel tessuto riscaldando il piacere di Lei.
Le mani dai fianchi cominciano a scendere,
portano via con se l’elastico, il perizoma sta per scivolare, ma il piacere di lui
di rivedere quel sederino incorniciato da quel filo nero, fa si che lei si voltasse,
e alla sola vista provocare in lui un turbamento fisico ed emotivo.
La mutandina va via, passando da quei tacchi mai tolti’
Le mani sui suoi fianchi, le labbra dal ventre si fanno strada fino ad arrivare in prossimità
Di due belle gambe che si lasciano aprire da sole’
Un colpetto di lingua a stuzzicare’ una carezza della guancia sulla coscia
‘la sua Lei lei era gonfia, e desiderosa di piacere’
Questa lentezza le creava nervosismo ma attesa che si trasformava in desiderio’
Lui comincia a Baciarla, prima salendo da su a giù percorrendo tutto il suo taglio,
poi allargando con i pollici l’inguine e viaggiando nelle pareti delle grandi labbra’
un bacio, un soffio, una scioglievolezza di sensi’ la lingua si incuneava dentro e diventava
sempre più arrogante e presuntuosa’
le mani di lei calavano sulla sua nuca spingendolo a se’
come se non le bastasse’ i suoi occhi chiusi’ i capelli di lui tra le sue dita,
piccoli gemiti che creavano sussulti e contrazioni sul suo ventre’.
Un dito si faceva strada nella sua lei prima assecondando la lingua,
poi s’infilavano nella parte bassa, giocavano ma non irrompevano,
lei allargava le gambe come ad invitarle, ma lui niente aspettava un suo sguardo di rimprovero
che subito arrivò!
Era il momento!! La lingua diventò un vortice, le dita prima sfregando le pareti delle sue grandi labbra, e poi tremando volontariamente s’incunearono nella morbidezza più assoluta’
I suoi occhi si aprirono, le dita si muovevano e si davano il cambio, roteavano al suo interno, prima una poi l’altra, poi insieme, la sorpresa di qualcosa sempre più ingombrante produceva piacere e piccoli gemiti.
Lei era assuefatta, ma desiderava di più’.

Leave a Reply