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Racconti Erotici Etero

il vicino e la mia nuova passione!

By 24 Agosto 2021One Comment

il vicino e la mia nuova passione!

vivo sul mare ormai da qualche anno, un posto davvero tranquillo l’inverno, ovviamente tutt’altro in estate.

Ho 32 anni e non sono impegnata sentimentalmente, sempre troppo indaffarata con il lavoro, con lo sport, con la vita, questo è quello che racconto in giro, la realtà delle cose è che dopo la mia ultima relazione tossica fatico a riprendermi, fatico ad allacciare di nuovo rapporti in cui devo mettermi in gioco.

Vivere da sola per una ragazza non è così semplice, con tutte le noie che una casa di vecchia costruzione può dare, io poi con un cacciavite in mano potrei fare dei veri danni, evito che è meglio, è in casi come questi che mi rivolgo a Mario.
Mario è un uomo sulla 55ina, sposato con due figli, non molto alto, non molto educato, non molto bello, per nulla il mio tipo.
Pochi capelli, barba incolta, una pronunciata pancia, delle braccia grosse e possenti che fanno compagnia a due mani enormi e rovinate dalla fatica.
Mario fuma tantissimo, continuamente, non ha il minimo tatto, quasi che non sappia neanche come ci si rivolge a una signorina, parolacce, bestemmie, battute sconce, Mario è genuino!
Ha le mani d’oro, un vero tuttofare, pittura, muratura, idraulica, condizionatori, mi ha praticamente sistemato tutta casa, a prezzi modici tra l’altro, a Mario voglio bene.

Da qualche giorno notai una differenza di temperatura in casa, condizionatori accesi sempre allo stesso modo ma casa era più calda, e di molto!
Affranta e anche un po incacchiata vista la probabile futura spesa, scrissi a Mario che rispose come al solito rapidamente, informandomi che avrebbe finito di sistemare alcune cose e sarebbe salito per controllare.

Passò mezz’ora, un’ora e di Mario neanche l’ombra, decisi quindi di andare a fare una doccia, così da portarmi avanti con gli impegni della giornata ma ovviamente, passati 5 minuti suonò il citofono.

Uscìi velocemente dalla doccia, e indossai un accappatoio di spugna antistupro, “Mario ormai è uno di casa” pensai, mi diressi verso la porta, non prima di essermi data una rapida occhiata allo specchio ed essermi fatta i complimenti per le tette che con l’accappatoio chiuso sembravano ancora più grosse e decisamente poco discrete.

Aprìi la porta e attesi l’arrivo del mio salvatore, lo salutai con un caloroso bacio sulla guancia, convenevoli del caso, spiegai il problema o almeno ciò che avevo notato e:

“Mario, nel frattempo che controlli ti dispiace se finisco la doccia, ho degli impegni che non posso proprio rimandare!”

“figurate Carlò, fa pure, anzi…”

quell’anzi lasciato lì a metà non mi stupì più di tanto, conoscevo il tipo, mi faceva battute da anni ma in quell’istante, quell’anzi lì fece correre un brivido lungo tutta la schiena, ero eccitata, d’altronde non vedevo un pisello da mesi e va bene i problemi di cuore ma insomma a me il sesso era sempre piaciuto.

Mi diressi dunque verso il bagno, un pò scossa, non capivo perché quella voglia improvvisa di maschio, irrefrenabile, mi sarei fatta sbattere come la peggiore delle troie, lì sul pavimento, da un uomo che non era minimamente il mio tipo, per di più sporco e sudato dal lavoro e dal caldo, follia per me!

Varcai la soglia del bagno, mi voltai e lo guardai, lui guardava il mio culo, il mio corpo, in realtà da quando arrivò non mi tolse mai gli occhi di dosso, gli sorrisi e chiusi solo la porta, senza inchiavarla.

Entrai in doccia, in cuor mio speravo avesse recepito i messaggi, allo stesso tempo pensai di essere impazzita, aprìi l’acqua e regolai la temperatura, “dovrei farla gelida” pensai, in sottofondo un pò di musica che Alexa dispensava per tutta casa.

La doccia fredda non servì, toccai le mie tette, le strizzai, immaginai che le mie mani fossero di qualcun altro, qualcuno sconosciuto, qualcuno inaspettato.
Le mie mani correvano rapide e vogliose sul mio corpo, 32 anni e un corpo niente male, alta 1e73, mora, occhi scuri, labbra carnose, una quarta di seno che svettano su delle belle gambe lunghe, morbida, curvy, sexy, bagnata, eccitata, la mano intanto arrivò alla fonte del piacere, stuzzicò il bottoncino, lo torturò, lo schiaffeggiò, un dito dentro, due, ero un lago, alzai lo sguardo, vidi un’ombra nel bagno, sapevo fosse Mario,  mi spaventai lo stesso, chiusi l’acqua, aprìi la porta della doccia, di scatto presi l’accappatoio, ero eccitata e contrariata allo stesso tempo, Mario si voltò, stava pisciando:

“scusa bella mia, faccio un goccio d’acqua, non pensavo de disturbatte, comunque ammazza che bei boccioni che c’hai, sai come ce starebbe bene questo là in mezzo?!”

Si voltò di scatto col pisello barzotto e ancora gocciolante, sembrava già enorme, largo, quel poco, che svettava dalla patta della sua tuta da lavoro, faceva già spavento e gola, lui lo capíi, si avvicinò, mi tolse l’accappatoio, si fiondò sulle mie tette, la lingua come impazzita, leccò, succhiò e mordicchiò i miei capezzoli, nel frattempo con due dita scivolò con facilità dentro di me, praticamente grosse come il pisello dell’ultimo uomo con cui sono stata, le sfilò, le annusò e me le infilò in bocca:

I “ghhg”
M “sei fradicia zoccoletta, rimanda gli impegni che chai perchè oggi ce ne hai uno bello grosso che te occuperà pe bella parte d’a giornata”

mi guardò dritta negli occhi, con le dita entrò e uscì dalla mia fighetta ormai in fiamme, fu violento, mi baciò, mi arrivò al cervello con la lingua e con le dita, squirtai lì, in piedi nel bagno di casa mia, sconvolta, sconquassata dagli spasmi dell’orgasmo appena avuto, rise, mi baciò ancora, mi sollevò per mettermi poggiata sulla soglia della finestra, allargò le mie gambe, aveva ancora indosso la tuta, questa cosa mi rendeva anche nervosa, lo desideravo, volevo quel pisello appena intravisto poco prima, volevo vederlo, toccarlo, baciarlo, succhiarlo e prenderlo ovunque, volevo succhiargli le palle, guardarlo negli occhi mentre lo facevo, vederlo godere, mi scoprì devota a quell’uomo, quell’orgasmo avuto poco fu per me come una molla, una scintillà che scattò dentro di me e che fece cadere anche gli ultimi freni inibitori, in quel momento ero una troia in calore desiderosa di accogliere in ogni mio orifizio il membro dell’uomo che avevo davanti ma che non ne voleva sapere però, non che quello che stava facendo mi dispiacque, se ne stava in ginocchio tra le mie gambe, che leccava la mia patatina, sollazzandola con due dita, fu vorace, divorò i miei generosi umori estasiato, entrando e uscendo da tutti e due i buchi, venni di nuovo, scossa da mille brividi, inondai il suo viso, rise ancora, si alzò, mi baciò, mi diede della troia, si scostò e finalmente iniziò a spogliarsi, tolse la tuta, restò in slip e canottiera, una scena non propriamente sexy, se non fosse che dagli slip usciva fuori almeno mezzo pisello, non riuscì a staccare gli occhi da quel pezzo di carne, rise di nuovo, si tolse le ultime cose da dosso, mi prese per i capezzoli, mi fece abbassare e iniziò le danze, mise subito il suo cazzo tra le mie tette:

“mmm te l’avevo detto che ce stava bene, aprì la bocca e lecca la cappella quando spunta tra sti du bei zinnoni!”

ubbidì.

Leccavo quella cappella grossa a tal punto che mi spaventò l’idea che da lì a poco avrei dovuto succhiarla, avevo paura per la mia mandibola, per non parlare del mio culo “vabbè gli dico di no se me lo chiede” pensai, che errore!

Mario si staccò dalle mie tette, si spostò di qualche centimetro, mi assestò 3/4 pisellate in faccia così da farmene sentire la consistenza, un manganello praticamente!

mugolai di piacere, ne approfittò appoggiando la cappella sulle mie labbra, iniziai un sontuoso pompino alternando grosse cavalcate di gola a rapide leccate furtive, asta, palle, cappella, culo, non ci fu un solo centimetro di quel suo bastone che non gustai con tutta me stessa, grugnì dal piacere, mi guardò, mi incitò:

“brava e bella, mica a tutte glie dona la minchia in bocca, a te si, la morte tua proprio, aprila dai, spalanca sta bocca più che poi che te vado a dà ‘na controllata alle tonsille!”

ubbidì ancora e ci mancò poco che me le cacciò via le tonsille, riversai litri di bava sul pavimento del bagno, le sue palle sbattevano sul mio mento, rideva e godeva, lo sfilò via, finalmente presi aria, feci appena in tempo che me lo trovai di nuovo piantato in gola, mi tenne in ginocchio davanti al suo scettro per una buona mezz’ora, senza neanche un cuscino, mi fece sentire davvero come la peggiore delle puttane, mi scopò la gola insultandomi:

“te lo mangi proprio sto cazzone, te fà male la gola puttana? rispondi!”

provai a rispondere, impossibilitata dalla sua cappella ben piantata nella mia gola, ne uscì un suono strozzato che voleva sembrare un si, rise divertito:

“ahahahah, non se parla a bocca piena, non solo te devo riempì la bocca, bisogna che te mparo pure le bone maniere!”

mi prese per i capelli e mi tenne ferma, si scostò di una decina di cm e iniziò a scoparmi letteralmente la gola, per una ventina di volte fece su e giù dandomi davvero la sensazione che gli avrei ingoiato il cazzo da un momento all’altro, uscì di botto, con una mano smanettò il suo uccello, la cappella pulsava, l’altra mano ancora a tenermi bloccata per i capelli, puntò il suo cazzo all’altezza della mia fronte:

“vai, vaiii, guardame, me devi guardà mentre te sboro in faccia, mo te la vernicio sta faccia da troia che chai!”
ubbidì ancora, avrei obbedito ancora tante tante volte, ripagò la mia devozione riversandomi sul viso tutto il suo piacere,  sette, otto schizzi copiosi di sborra calda e buonissima, mi riempì la faccia, quella che catturai con la lingua la bevvi di gusto, guardò compiaciuto, passò la cappella sulle mie labbra andando a raccogliere qualche gocciolina di sperma, si allungò verso la tuta da cui tirò fuori il telefono:

“lucida dai, pulisci tutto per bene, famo un paio de foto pe ricordà il momento” disse, mentre guardò compiaciuto il mio viso.
Scattò due o tre foto, il risultato lo estasiata, “che svuotata alle palle bella mia, vatte a da na sciacquate però, che mo te do n’occhiata al condizionatore, poi quando ho finito te rompo ‘l culo”

continua…

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One Comment

  • Notorius Notorius ha detto:

    Buongiorno, racconto intrigante e scritto bene. Già questo interessa la mia mente visto che molti invece scrivono senza avere la minima proprietà di linguaggio. Penso sia una fantasia, ma in ogni caso rappresenta bene la tua predisposizione verso l’uomo autoritario. Predisposizione che si evince anche dal nick che hai scelto che riporta alla letteratura giapponese e all’inclinazione della donna alla sottomissione. Forse sbaglio ma se in qualcosa ho visto giusto e vuoi confrontarti scrivi pure a mastermind1755@gmail.com. Se di me vuoi sapere qualcosa di più posto racconti di vita vissuta come Notorius su questo sito. Ciao.

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