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Racconti Erotici Etero

In ufficio

By 8 Maggio 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono le 18.00 e sei ancora in ufficio. Sei stanco, la giornata di oggi &egrave stata massacrante ma stai aspettando una persona per fare un colloquio di lavoro. Mentre ripassi gli ultimi punti chiave per la prossima riunione squilla il telefono.
E’ la centralinista che ti avverte dell’arrivo della persona che stai attendendo.
Mentre chiudi i vari programmi sul pc le chiedi di far accomodare l’ospite nel tuo ufficio. Dopo un minuto bussano alla porta, stai archiviando alcune quotazioni quando rispondi di entrare. Dietro alla centralinista c’&egrave la ragazza che stavi attendendo, e una volta entrata si avvicina alla scrivania, allunga la mano e ti saluta formalmente. Apprezzi la presa decisa della sua mano, indica un’assenza di titubanza e un carattere deciso.
Le fai alcune domande inerenti ai suoi precedenti impieghi e mentre lei parla la osservi. Ti alzi dalla sedia e posi il raccoglitore nell’armadio a fianco della ragazza che nel frattempo ti ha detto di chiamarsi Milena.
Hai la possibilità di guardarle bene le gambe che ha accavallato in questo momento, sono fasciate da pantaloni neri aderenti e non nascondono la linea armoniosa che va dalla coscia fino ai fianchi.
Ritorni a sedere al tuo posto e con una rapida occhiata posi lo sguardo sul seno pieno e sodo, un seno a parer tuo dove sarebbe un piacere sublime perdersi.
Ti viene immediatamente la voglia di accarezzarlo e affondarci il
viso, passare la lingua da un capezzolo all’altro fino a far scomparire una punta rosata nella tua bocca e assaggiarne la sua dolcezza. Ti rendi conto che non
hai afferrato una sola parola di quello che ha detto e adesso &egrave in attesa
di un’altra domanda. Ci pensi un attimo e poi le chiedi se ha qualche
nozione di gestione di magazzino; non ti interessa a dire il vero ma almeno
mentre lei parla tu puoi continuare ad osservarla indisturbato.
La sua bocca piena, si muove per far uscire parole che ti sfuggono ma trovi piacevole immaginare cosa potrebbe fare su un uomo o meglio su di te, quelle labbra carnose insieme ai quei piccoli dentini, ma soprattutto quella linguetta.
Immaginare quelle labbra aperte, divaricate dalla tua verga che entra ed esce da quella calda bocca, che si muove alternando affondi lenti a quelli rapidi’
Sei talmente assorto nei tuoi pensieri che non ti rendi conto subito che la bocca che tu stai fissando non si muove più.
Imbarazzo” ecco, la parola giusta &egrave che sei in imbarazzo.
Forse Milena si &egrave accorta di come la stavi osservando, sposti immediatamente lo sguardo sul suo curriculum che tieni tra le mani.
Lo leggi senza concentrarti sulle parole, tante lettere che ti entrano ed escono dalla mente senza aggrapparsi a nulla, concentrati Marco forza!
Alzi lo sguardo da quelle carte ripromettendoti che una volta uscita le rileggerai con più tranquillità e posi gli occhi su di lei, stai per farle un’altra domanda quando quella lingua accattivante fa capolino e con la punta si lecca le labbra lentamente, seguendone il contorno; compie lo stesso giro per una, due, tre volte. Quella lingua ti ha ipnotizzato, avverti immediatamente le cuciture del pantalone tirarsi, lo senti duro e tutto questo solo con il movimento della lingua di quella ragazza. Adesso si che sei totalmente imbarazzato, cosa fare? Far finta di nulla oppure alzarsi dalla sedia, appoggiarla alla scrivania e prenderla, possederla, e far diventare realtà quello che poco prima avevi immaginato.
Fai un piccolo colpo di tosse per riprendere il controllo di te e soprattutto dei tuoi pensieri, le guardi il volto. I capelli ramati incorniciano un bell’incarnato chiaro, gli occhi sono nascosti da un delicato paio di occhiali e il loro riflesso non ti consentono di osservare il colore degli occhi. C’&egrave qualche attimo di silenzio.
Sei imbarazzatissimo ma al tempo stesso eccitato.
Non ti &egrave mai accaduto una cosa del genere, mai!

Noto quasi subito la tua assenza di interesse per le mie capacità lavorative
e questo mi urta, d’altra parte noto anche che ti interessano molto le mie
curve da come mi hai fissato le gambe, il seno’.il tutto confermato quando ho lasciato che la lingua inumidisse le labbra.
Sei talmente preso che non ti sei reso conto che dicevo cose senza senso.
Sono arrabbiata per la tua mancanza di interessamento e penso che una lezione non guasti’. Cambio totalmente atteggiamento, mi rilasso sulla poltroncina, mi umetto per bene le labbra con la lingua, poi con in dentini afferro il labbro inferiore e lo mordicchio dolcemente.
Gli occhi sono puntati sulla bocca, non dici una sola parola, guardi solo il movimento della lingua ‘ne sei incantato.
Mi alzo dalla poltroncina e con passo lento aggiro la scrivania avvicinandomi a te.. Mi fermo, sono in piedi di fronte a te, mi abbasso e afferro i braccioli della poltrona dove siedi e con un sorriso malizioso ti sposto per quel giusto
spazio che mi occorre per sedermi sulla scrivania.
Accavallo nuovamente le gambe e ti osservo dalla mia nuova postazione, nuovamente un sorriso accattivante si allarga sul viso, sollevo una mano e con due dita mi accarezzo la bocca seguendo il contorno delle labbra, sfiorano il viso e poi scendono sul collo, continuando ad accarezzarlo mentre piego la testa all’indietro sospirando. I tuoi occhi non si staccano da questa scena eccitante, sei fermo come una statua e inizio ad avere dei dubbi sul fatto che respiri ancora, ma continuo imperterrita, soddisfatta della tua immobilità.
Le dita scendono lentamente, molto lentamente, arrivano sul seno e ne accarezzano le rotondità, con un movimento circolare le mani sfiorano la parte esterna del seno, si portano sotto di esso, lo sollevano, e lo schiacciano quando le dita si attanagliano sulla morbida carne.
Le mani continuano a scendere e arrivate alla vita afferrano l’orlo del maglioncino, e lo sollevano fino a sfilarlo dalla testa.
Qui capisco che sei ancora vivo dall’espressione colorita che ti esce dalla bocca. Non ti muovi. Continui a fissare il seno florido costretto in quel bustino di pizzo nero con disegni rossi sulle coppe.
Sei bloccato, ti senti pesante mentre il membro diventa di pietra.
Non smetto di osservarti, mi piace vederti in balia delle mie movenze.
Rimetto le mani sul seno, le dita calde accarezzano la carne morbida e vellutata, infilo le dita all’interno delle coppe estraendo prima un capezzolo e poi l’altro.
Sono turgidi nel solo sentire i polpastrelli sfiorare le punte.
Mi porto un dito sulle labbra, la lingua fa capolino e ne lecca la punta, socchiudo gli occhi mentre piegando la testa di lato faccio scorrere la linguetta vogliosa, passando tra un dito e l’altro.
Bacio il polpastrello e lentamente lascio che il dito scivoli all’interno della bocca mugolando di piacere, poi lo inizio a muovere dentro e fuori, piano, sempre molto piano per farti vedere e godere di quanto posso essere troia.
Sfilo il dito dalla bocca e lo appoggio sul capezzolo, sfiorandone la punta con il polpastrello bagnato, il piacere &egrave molto delicato ma non per questo trattengo i sospiri. Bagno anche un dito della mano sinistra e lo poso sull’altro capezzolo, sublime’. I seni sono gonfi, i capezzoli turgidi e dolenti, hanno voglia di essere carezzati, presi e modellati tra le mani” non resisto oltre, così prendo i capezzoli tra le dita e li tiro verso l’alto spingendo in avanti anche il busto.
Li lascio liberi e me li ritrovo ancora più duri e con le punte alte, come ad implorarmi di tirarli ancora.
Ti guardo di nuovo, abbasso il viso per osservare la tua prominente erezione impossibile da nascondere con i jeans, e sorrido compiaciuta.
Scavallo le gambe e scendo dalla scrivania mettendomi davanti a te, ti accarezzo il collo fino ad abbracciarlo e mi siedo a gambe aperte sulle tue ginocchia.
Inizio a baciarti, la mia lingua fino ad allora agognata te la ritrovi nella bocca alla ricerca della tua, si toccano e si intrecciano facendo salire l’eccitazione.
Le tue mani perlustrano il seno, le dita lo stringono, lo sollevano per poi abbassare la testa e leccarlo. La lingua lecca la carne calda e liscia come seta, vogliosa di essere toccata, leccata ancora.
Si sofferma su un capezzolo, la punta della lingua lo tintilla, ci gioca facendolo indurire ancora di più, fino a quando le labbra lo afferrano e lo succhiano avide.
Inarco la schiena per aiutarti e offro il seno, gli ansimi si fanno sempre più forti e solo quando i denti mi tirano il capezzolo inizio a gemere.
Ritorni a torturarlo dolcemente con il pollice e l’indice mentre la tua lingua mi sfiora il collo e mi penetra nuovamente nella bocca affondando bramosa e assorbendo i sospiri. Mi stringi a te e mi accarezzi la schiena, i movimenti sono frenetici, le mani pesanti sul corpo come a volermi lasciare l’impronta del tuo passaggio sulla pelle.
Con un grosso sforzo di volontà scendo dal grembo e mi inginocchio ai tuoi piedi, non smetto un secondo di guardarti.
Il pantalone all’altezza dell’inguine mette in mostra tutta la tua eccitazione.
Mi osservi…….sai già cosa ti aspetti, e l’attesa ti delizia e ti eccita da morire.
Abbasso lo sguardo osservando la patta gonfia, con lentezza ti slaccio il primo bottone dei jeans e ti riguardo maliziosa negli occhi.
Sei in trepida attesa’ Slaccio il secondo bottone e appoggio la bocca sull’apertura del pantalone e ti faccio sentire i miei dentini sulla testolina coperta dal tessuto dei boxer. Apro il terzo bottone, riappoggio la bocca e alito sull’apertura.
Quando apro il quarto bottone e lo tocco con le dita avverto il tuo primo tremito.
Lo libero dalla costrizione della stoffa dei jeans e dei boxer, lo accarezzo
così leggermente che quasi lo sfioro. Chiudi gli occhi, il lieve tocco quasi
ti rilassa, ma appena senti la lingua che ti solletica il glande stringi
i braccioli della poltrona fino a farti sbiancare le nocche. Ho appena
iniziato a darti piacere che sento un forte tonfo e una voce che ti chiama.
Stai godendo della mia lingua quando si apre la porta ed entra il tuo titolare tutto eccitato, (non come te, ovviamente) perché ha una grande notizia da darti.
Dalla sua entrata sono trascorsi solo pochi secondi ma bastano perch&egrave io mi rannicchi sotto la scrivania e tu ti accosti ad essa con la poltrona.
Cerchi di fare la faccia della persona interessata, anche se i tuoi pensieri corrono ad eccitazioni diverse. Lo stai maledicendo mentalmente mentre gli sorridi, perch&egrave………..NO…..che cavolo sta facendo’….non sta pensando di……. no non lo farà……….non adesso……..!!!!!
Considerando che porto sempre a termine ciò che inizio, afferro la tua asta e inizio a massaggiarla, per poi prenderla in bocca tutta.
Ti irrigidisci, anzi inizialmente sbianchi, tossisci mentre il tuo capo ti illumina sui futuri meeting che avrai con i nuovi clienti.
Il tuo sorriso strano, &egrave tirato, sforzato quasi, e il continuo muoverti sulla poltrona,
e l’annuire da ebete fanno venire dei dubbi al tuo titolare sulle tue capacità mentali, ma poi decide di uscire pensando che hai solo bisogno di ferie.
Capito quello che stava succedendo non mi sono voluta risparmiare il divertimento così mentre il tuo titolare ti dava tutti i ragguagli del caso ho sfoggiato tutto il mio talento per metterti in difficoltà.
La lingua si muove lenta sulla cappella girandoci attorno, colpisce ripetutamente il filetto sotto il glande fino a che i dentini lo solleticano.
Appoggio la punta della lingua sul buchino fino a solleticarlo un po’ e poi lascio scivolare la saliva fino a farti bagnare tutta la cappella, attendo qualche secondo per godere del fremito che sento tra la mano mentre ti sego e poi lo prendo tutto in bocca, fin quasi in gola.
Odo la tua voce che cerca di fare l’indifferente senza riuscirci molto, non riesco a trattenere un ghigno mentre la lingua ti accarezza.
Lentamente te lo lecco, lo succhio e poi lo riprendo tutto in bocca, senza mai smettere di segarti e di accarezzarti le palle.
Una volta uscito l’intruso, ti rendi conto di essere al limite…………..la
streghetta ti sta succhiando veramente il midollo. La tua asta bagnata non
fa altro che entrare e uscire di continuo dalla mia bocca, la lingua non
smette di titillarlo e lapparlo dalla base fino alla cappella.
Sei al limite, anzi all’osso. La tua mano appoggiata alla mia si muove veloce dettando il ritmo, i tuoi ansimi pesanti non hanno più bisogno di essere soffocati, li sento liberi, bassi e forti. Non smetto di succhiarti e di muovere la testa, mi piace averti in bocca e non mi voglio di certo fermare’.
Vieni come un’onda in una tempesta che si abbatte sugli scogli, tutto il tuo corpo &egrave scosso da fremiti di piacere.
Trascorrono lunghi secondi prima che ti riprenda mentalmente e realizzi
l’accaduto. Ti scosti con la poltrona dalla scrivania, abbassi lo sguardo
e…………..l’uccello ti si indurisce di nuovo.
Quello che vedi te lo mette in tiro come se fossi un ragazzino alla sua prima esperienza. Mi osservi mentre raccolgo lo sperma caduto sul seno con le dita, me le porto alla bocca e le succhio avida prima un dito, poi l’altro.
Finito di raccogliere quello che &egrave caduto sul seno mi levo gli occhiali e lecco le lenti con deliberata lentezza, lo so che mi stai osservando, lo so benissimo.
Il “lavoro” di ripulitura dura qualche minuto, ti sembro una gatta golosa che lecca il suo latte, adesso hai una gran voglia di prendermi sulla scrivania e scoparmi finch&egrave non senti dire basta! Ti vedi già affondare ripetutamente nella fighetta bagnata, di riempirmi di te’e guardare mentre gemo e godo ad ogni tuo affondo. Ma qualcosa non fa andare il tutto per il verso da te immaginato”perché mi alzo dal mio cantuccio, mi infilo il maglioncino, e ti saluto cordialmente mentre esco dall’ufficio ancheggiando.
Rimani bloccato, non ti aspettavi assolutamente l’interruzione di quella bella troia
che ha osato succhiarti il midollo con il titolare a pochi passi, e tanto meno che uscisse dalla porta. Trascorre un pò di tempo in cui cerchi di capire se quello che &egrave appena successo &egrave stato reale o no, e soprattutto il motivo per cui me ne sono andata. Dopo alcuni giorni hai il primo meeting con il nuovo cliente, ti sta aspettando in sala riunione assieme al tuo titolare.
Ci vai ma con la mente sempre alla ricerca di quella gattina che non sei riuscito più a rintracciare, hai provato nei giorni successivi a mandare e-mail e a telefonare ma mai nessuna risposta. Entri nella sala riunioni, e prima di accomodarti saluti cordialmente e allunghi la mano prima all’uomo che il tuo capo ti presenta come il cliente e poi alla sua………..ma &egrave lei, la tua gattina!!
Sei stupito, ti blocchi…mentre allungo la mano e ti saluto con un sorriso dolce, pieno di…….. Il tuo titolare ti guarda e mentre sei ancora intento a fissarmi decide che hai veramente bisogno di ferie.

E’ il mio primo racconto spedito, siate clementi’..ogni commento &egrave gradito
Kattina1@alice.it

IN UFFICIO
(SECONDA PARTE)
DI JESSICA

E’ trascorso un mese da quel primo incontro in ufficio per il colloquio di lavoro, e non ci sarebbe nulla di male se tutto si fosse limitato ad un intrigante incontro erotico ma non &egrave stato così.
Ho incontrato Marco in varie occasioni, visto che lui &egrave il responsabile fornitore della ditta in cui ho trovato lavoro come assistente del titolare, e ammetto placidamente che ogni volta che ho incrociato il suo sguardo un brivido di eccitazione mi ha percorso il corpo.
Ogni volta che ho avuto occasione di udire la sua voce, mi rimbalzavano alla mente i suoi sospiri rauchi, i suoi gemiti di quando raggiunse il culmine del piacere la prima volta in cui ci siamo incontrati nel suo ufficio.
E ogni volta, ogni singola volta che quei pensieri mi ritornavano alla mente, mi sentivo sciogliere nella mia stessa eccitazione, avvertivo distintamente il liquido caldo che mi bagnava le mutandine accumulando così un senso di insoddisfazione sempre maggiore.
Ho voglia di toccarlo, di sentire l’odore della sua pelle, il suo calore mentre mi abbraccia, mentre mi prende e affonda nella carne calda e bagnata’.
Scuoto la testa e focalizzo chiudendo e aprendo gli occhi velocemente la scritta sull’agenda del titolare, ‘dopo domani incontro con fornitore per rileggere e firmare l’accordo di fornitura. Chiedere a Milena di apportare le modifiche al contratto come abbozzato ieri’.
Gli accordi tra le due aziende sono andate avanti per un altro mese e ci siamo incontrati 3/4 volte ancora, ed &egrave sempre stato con un notevole cumulo di tensione da parte mia e di Marco..
Un velo di tristezza e malinconia mi ricopre per tutta la giornata aumentando il mio senso di scontentezza, sapendo che sarà l’ultima volta che lo vedrò.
Il giorno dopo vengo chiamata nell’ufficio del titolare per leggere di nuovo insieme il contratto in tutte le sue parti e una volta terminato mi dice:
– ‘Milena &egrave da poco che lei collabora con me, ha potuto assistere alla trattativa dall’inizio e devo ammettere che si &egrave rilevata una ragazza sveglia, attenta e che sa come muoversi’
– ‘Grazie, ma ho fatto qualcosa perché lei mi debba dire ciò?’
Non so il perché ma i nervi sono a fior di pelle
– ‘Ma non ha fatto nulla, che va a pensare ‘ ride mentre parla ‘ quello che le ho detto &egrave la verità, sono molto soddisfatto di lei. Ma arrivo subito al dunque.
Domani non potrò esserci all’incontro, purtroppo ho un impegno che non posso assolutamente riinviare. Quindi domani pomeriggio andrà lei all’incontro e farà firmare il documento. Non si preoccupi non avrà problemi.’
– ‘Grazie per la fiducia’ sorrido eccitata per la notizia
Esco dal suo ufficio e mi dirigo alla scrivania con mille pensieri che mi turbinano nella testa, e non uno di questi &egrave interessato al contratto”.sono tutti per Marco.

Sono le 18.00. Entro nel centralino e avviso la segretaria che ho un appuntamento con il responsabile delle forniture, gli dico chi sono e per conto di chi lavoro e lei subito avvisa Marco che il cliente che lui attendeva &egrave arrivato.
Gentilmente la ragazza mi accompagna davanti al suo ufficio.
Sorrido nel pensare che ci sono tante cose uguali allora, ma ora così diverse’..
Bussa alla porta: – ‘Avanti’
Entro con un sorriso smagliante, lui mi osserva
Mi fa accomodare di fronte a lui, anche se la voglia &egrave quella di sedergli sulle ginocchia, di abbracciarlo, di baciarlo e sentire il suo sapore con la lingua’basta!!
Lui molto professionale, dopo una breve conversazione lavorativa mi chiede la copia del documento da leggere e da firmare, poi gentilmente mi chiede se ho voglia di bere un caff&egrave.
– ‘Si grazie, e se non &egrave un problema con del latte freddo’
– ‘Nessun problema Milena, la mia segretaria ordinerà tutto al bar qui sotto’
Telefona immediatamente alla segretaria e le chiede di ordinare il tutto al bar e di portare il vassoio in ufficio appena arriva.
Intanto che Marco parla al telefono, dalla valigetta prendo il contratto e glielo pongo; lui lo legge distrattamente ‘sembra che legga solo alcuni punti.
Rimango in silenzio mentre Marco rilegge l’accordo in ogni sua parte, non vedo l’ora di chiudere e poi’.chi se ne frega! Io lo invito a mangiare fuori per cena’.tanto per festeggiare la chiusura del contratto.
L’idea non &egrave affatto malvagia’dopo glielo accenno.
Al massimo mi dirà di no’peggio per lui!!
Trascorsi una decina di minuti, bussano alla porta, &egrave di nuovo la segretaria di Marco che porta il vassoio con i caff&egrave e il latte; lo appoggia al lato della scrivania e prima di uscire dice che noi siamo gli ultimi rimasti in azienda e che dovrà chiudere tutto e mettere l’allarme.
– ‘Milena prenda pure il caff&egrave, a me piace leggermente tiepido e non caldo, così intanto ho la possibilità di terminare di leggere il contratto’
Prendo il bricco del latte (c’&egrave talmente tanto latte che il barista avrà pensato che serviva per fare una tazza di un latte e biscotti!) e nel versarlo nella tazzina accidentalmente alcune gocce cadono sul piattino.
Involontariamente o per forza dell’abitudine con il dito raccolgo le goccioline di latte sul piattino e lo metto in bocca e”..flash
L’idea mi colpisce in pieno! Sogghigno soddisfatta mentre mi metto comodamente sulla poltrona, accavallo le gambe e mi sorseggio il caff&egrave macchiato mentre osservo Marco e nella mia mente delineo il tutto’ci faccio caso ora, sarà la corporatura, sarà la sua voce ma dà molto l’idea del guerriero’
– ‘Benissimo, l’accordo &egrave concluso, il contratto rispecchia in ogni parte i punti d’intesa per entrambi’
Così detto prende la penna dal taschino e appone timbro e firma in ogni pagina e così faccio anche io nella copia che rimarrà a lui.
Dopo aver messo via’.la parte burocratica del nostro incontro, Marco prende il suo caff&egrave e iniziamo a parlare, con mia grande sorpresa &egrave lui che mi vuole invitare a cena. L’aria si sta facendo pesante, entrambi pensiamo a quello che &egrave successo in questo in ufficio qualche mese fa, ma nessuno dei due ha il coraggio di nulla. Basta! Il contratto &egrave stato firmato, io mi butto al massimo mi manda a quel paese, ma almeno ho tentato! Quello che mi serve &egrave solo una ciotola’.

‘Certo che Milena fa venire in mente solo nuovi modi per prenderla!! Ora l’ho invitata a cena, ma di certo non mi faccio scappare il dopo cena!
Mi sta guardando, anzi fissando, spero solo che non mi legga nel pensiero perché le mie intenzioni sono quelle di un vero porco’..e quanto la vorrei di nuovo sotto la scrivania’.ho di nuovo un erezione, come mi succede sempre quando penso a quella volta e soprattutto a lei’.
E’ distratta, si sta guardando intorno, sembra che stia cercando qualcosa ma che non riesce a trovare, sto per dirle qualcosa quando la vedo che si alza e si dirige verso il tavolino basso davanti al divano al lato opposto della stanza, prende la coppetta in cristallo e rovescia sul tavolino le caramelle che si sono dentro.
La guardo curioso, non capisco che intenzioni abbia, ma preferisco attendere prima di proferire parola.
Ritorna alla scrivania, (&egrave una di quelle in massello molto lunghe), la sgombera di quelle poche cose che ci sono sopra appoggiandole con cura sul davanzale della finestra. Si muove sicura, e si capisce che ha un’idea precisa in testa.
Riempie la coppetta di latte e la posa all’inizio della scrivania, praticamente alla mia destra. Milena &egrave alla sinistra, e mi guarda come se si aspettasse un mio intervento, che le dica qualcosa, ma sono solo curioso di sapere cosa ha in mente quella streghetta’..streghetta perché &egrave così che la vedo ora.
– ‘Marco, ti piacciono i gatti?’
– ‘Si, molto’ a questa mia risposta si mette a fianco della poltrona
– ‘ti piacciono anche le gatte?’ la voce &egrave molto bassa, suadente, erotica’.mi
da molto l’idea di una gattina che vuole fare le fusa
– ‘Soprattutto le gattine’ con un sorriso le faccio capire che ha carta bianca
A quelle mie parole, la Milena divarica leggermente le gambe, si abbraccia e con le mani si accarezza la vita, i fianchi.
Mani che vedo muovere sul pancino, che salgono fino a sfiorare la parte esterna del seno, il collo, e mentre una mano continua a salire per sollevarsi i capelli, l’altra si ferma sulla guancia, e con la bocca dischiusa strofina le labbra sul palmo con dei piccoli sospiri. Sono bloccato su quella poltrona di pelle senza parole e mi si spezza il fiato quando quelle mani che osservo con attenzione scendono di nuovo sul seno accarezzandolo, scendono sulla vita, afferrano l’orlo della maglietta e lo sollevano.
La maglietta sollevandosi scopre il pancino, il seno florido e sodo, viene sfilata dalla testa e fatta cadere a terra.
La voglia di strappare quel reggiseno a morsi si fa urgente, ma mi impongo di rimanere fermo e immobile perché di sicuro ha altro in mente.
Si volta verso la scrivania, appoggiandoci sopra le mani e sempre con le gambe divaricate spinge in fuori il sedere.
Me lo ritrovo a cinque dita dal viso’.combattere la voglia di saltarle addosso sta diventando davvero difficile.
Rimanendo in quella posizione Milena si slaccia il bottone della gonna, abbassa la cerniera e muovendo i fianchi a destra e a sinistra lascia che l’indumento scivoli a terra da solo senza nemmeno sfiorarlo.
Mi diventa di marmo all’istante!
Ora &egrave seminuda dinanzi a me, indossa solo il reggiseno di pizzo bianco con il perizoma e un paio di scarpe aperte con il tacco alto, i cui lacci si attorcigliano lungo il polpaccio fino a terminare sotto il ginocchio.
E’ bellissima, una creatura splendida ‘.
Ho voglia di toccarmi, di toccarla, di prenderla ed entrare in lei, e il fatto di non poterlo fare ora accresce la mia eccitazione.
Non so più cosa fare per rimanere fermo, la poltrona mi sembra bruciare, la verga di marmo che pulsa e reclama la sua parte, il cervello che dice di rimanere ad osservare’..e così faccio. Rivolgo un sorriso a Milena in segno di approvazione e rimango ad osservarla, ancora fermo, con la sola mano che accarezza il mio sesso ancora nei pantaloni.

Guardo Marco, si legge chiaramente che ha voglia di saltarmi addosso’.ma apprezzo il suo self control così potrò andare avanti’.
E poi stuzzicarlo &egrave fantastico!!
Mi metto di nuovo al lato della scrivania, ci appoggio le mani e lentamente ci salgo sopra e rimango inginocchiata.
Sollevo il braccio destro lo appoggio di taglio contro la guancia sinistra e inizio a leccarlo”lunghe leccate che partono del polso fino ad arrivare alle nocche.
Lecco tre, quattro volte come se fossi una gatta che si lecca la zampetta.
Mi metto a quattro zampe e sempre molto lentamente gattono verso la ciotola di latte. Una volta vicino, piego le braccia e affondando il viso nella ciotola inizio a leccare.
Muovo i fianchi come se stessi scodinzolando, nella stanza regnerebbe il silenzio assoluto se non fosse per il rumore delle lappate.
Senza rendermene effettivamente conto sento salire la mia voglia di esibizionismo, di far vedere la mia sensualità, di essere l’oggetto di un desiderio di accentuarlo e di catapultarmi in un mondo parallelo carico di sensualità ed erotismo.
Mi sollevo dalla ciotola rimettendomi inginocchiata, alcune gocce di latte mi colano sul mento, non faccio altro che raccoglierle con le dita e portarmele alla bocca succhiandone i polpastrelli. Poi immergo le dita nella ciotola, sollevo la mano ponendola al di sopra del viso, tiro fuori la lingua e lascio che le gocce di latte ci cadano sopra.
Secondo passaggio, ma questa volta immergo la mano a coppa nella ciotolina, raccolgo il latte nel palmo e dopo averlo riportato sopra il viso rovescio il latte nella bocca aperta’non deglutisco facendo così che il liquido mi coli ai lati della bocca.
Mi volto verso Marco e pulisco fin dove mi consente con la lingua.
Sta sudando, la mano continua a salire e a scendere lungo il suo sesso ancora coperto, e dal viso vedo che gli piace ciò che sta guardando.
Immergo nuovamente la mano e ripeto, ma questa volta lasciando cadere il latte nell’incavo dei seni, abbasso il viso e sollevando il seno con entrambe le mani lecco quel poco che c’&egrave rimasto di latte, sulla pelle.
Afferro con entrambe le mani la scodella e portandola in alto rovescio lentamente il contenuto sulla bocca aperta.
Il latte cade copioso ai lati della bocca, sul mento, scivola lungo il collo fino ad arrivare sul seno e nel suo incavo fino a formare dei rivoli lungo il pancino e sulle cosce. Righe bianche segnano il mio corpo, lo bagnano, lo eccitano.
Raccolgo con le dita il latte che &egrave rimasto nel reggiseno e me le porto alla bocca’.la lingua lecca i polpastrelli, lungo le dita, ci gira attorno per poi prenderle tutte in bocca e succhiarle.
La bocca si muove emulando un rapporto orale, piccoli mugolii fanno da sottofondo in questa cornice erotica.
Sempre inginocchiata mi volto verso Marco e mi slaccio il reggiseno bagnato, le mani accarezzano la carne ancora umida, le dita sfiorano e stuzzicano i capezzoli ormai turgidi e dolorosamente coscienti dell’eccitazione.
Abbasso nuovamente la testa sul seno sollevato e con la lingua lecco la morbida carne. Gli occhi cercano Marco, una sua risposta, un suo movimento, ma nulla, lui &egrave fermo su quella sedia intento a fissarmi senza muovere un muscolo, almeno prima si toccava!
Se a lui la cosa non &egrave piaciuta mi spiace per lui! Io di certo non mi fermo qui, sono arrivata ad un punto in cui mi &egrave impossibile fermarmi.
Allargo le cosce e lascio scivolare la mano tra di esse, la infilo nel perizoma e senza che sia visibile con le dita inizio a stuzzicare la piccola perla.
La sento gonfia sotto i polpastrelli e appena la tocco sollevo il viso verso il soffitto e ansimo. Continuo a toccarmi e ad ansimare mentre Marco rimane immobile a fissarmi da quella maledetta sedia.
Mi sposto in avanti, e mi siedo sul bordo della scrivania con i piedi appoggiati sui braccioli della poltrona su cui &egrave seduto Marco.
Da monella rinfilo la mano nel perizoma, mi accarezzo lungo lo spacchetto oramai umido dei miei umori, poi come una gatta vogliosa porto le dita davanti alle labbra e inizio a leccarle lentamente, avvicinandole le prendo in bocca iniziandole a ciucciare.
Mi porto le mani sui fianchi, afferro l’elastico del perizoma e facendo leva sui piedi sollevo il sedere e me lo sfilo.
Oramai non ho più freni, così sollevo il feticcio e allargando il tessuto tra le dita ne assaporo l’aroma di’..gattina stregata.
La lingua lecca il peri bagnato, il mio sapore mi esalta, mi eccita’..arrotolo il perizoma intorno al dito medio e mi strofino lungo lo spacchetto’.lentamente le dita salgano e scendono su quella fessura umida fino a quando con una piccola pressione faccio entrare il dito medio ‘camuffato.
Mi sembra di impazzire, il pizzo si bagna intorno al dito e in poco tempo sento l’umido sulla pelle, sono letteralmente bagnata.
Tiro fuori il dito con ancora il perizoma arrotolato, me lo porto direttamente in bocca per succhiare tutto il nettare impregnato nel pizzo.
Non mi accorgo che Marco nel frattempo si &egrave avvicinato”ti prego vieni’

Ora basta!! Mi avvicino a Milena, così a gambe allargate con il suo sesso grondante di umori e lei che muove e si agita sulla scrivania mentre lecca il dito che fino a qualche secondo prima era dentro di lei’.come faccio a rimanere fermo!! Libero il fallo dalla costrizione dei pantaloni, mi avvicino alla sua micetta calda e bagnata, non resisto e strofino la cappella sul clito, lo faccio scorrere su e giù lungo le labbra allargandogliele.
I nostri sguardi si intrecciano e rimangono avvinghiati, punto la cappella all’entrata e con un colpo solo mi faccio strada nella sua carne.
Milena geme al soffitto mentre sento le pareti della sua fighetta stringersi intorno all’asta. Quello che ho visto sino ad ora mi ha messo a dura prova e bastano pochi colpi per venirle sul pancino.
Un ansimo profondo riempie la stanza e tremo mentre il liquido non sembra mai smettere di sgorgare e di innondarle il corpo.
Esausto per la forza dell’orgasmo avuto le bacio una coscia e mi siedo di nuovo sulla poltrona per riprendere le forze, ma quella strega me lo fa rizzare nuovamente con una potenza straordinaria.
Con le mani sta raccogliendo la sperma sul pancino e sul seno e tenendo la mano a coppa davanti a sé inizia a leccarla.
Poi si sporge in avanti e sempre a quattro zampe tiene le ginocchia sulla scrivania e mette le mani sui braccioli della poltrona.
Per aiutarla mi avvicino ancora di più facendomi quasi sotto alla scrivania e lei senza perdere tempo me lo prende in bocca e inizia a muovere la testa su e giù.
Le accarezzo la schiena, osservo quel magnifico sedere che si muove insieme al corpo, e intanto godo nel sentire la sua lingua girare intorno alla cappella, dare i colpetti sul filetto, leccare lungo l’asta tesa e pulsante’.&egrave una dolce agonia.
Una volta che ritorna sulla cappella sento la punta della lingua appoggiarsi sul buchetto, la cosa strana &egrave che non si muove, &egrave immobile in quella posizione.
Avverto il suo fiato sulla testolina umida e quando decido di dirle di continuare una colata calda di saliva mi innonda la cappella.
Non ho tempo di assaggiare questo piacere che subito la sua bocca lo accoglie tutto dentro ”.un brivido attraversa ogni fibra del mio corpo.
L’afferro per le braccia e l’allontano &egrave ora che il gioco lo gestisca io.

Ho il corpo che sembra una bomba pronto ad esplodere, l’eccitazione &egrave a livelli altissimi per cui ci rimango male quando mi allontana durante il rapporto orale.
– ‘Sei proprio una gatta in calore!’
– ‘Miaooooo’ fissandolo negli occhi
Allargo le gambe e con il dito gli faccio segno di avvicinarsi, lo vedo sorridere mentre si alza dalla poltrona.
Mi afferra le gambe e mi mette di lato con la gamba sotto piegata e l’altra appoggiata sulla sua spalla.
Così aperta davanti a lui, i suoi occhi che osservano tutto di me, mi penetra con un sol colpo facendomi gemere, mi inarco a lui e mentre mi godo la pienezza del suo sesso dentro di me sento la sua lingua che mi bagna la gamba appoggiata sulla sua spalla, il pollice che mi tortura dolcemente il clito.
Scuoto la testa a destra e a sinistra mugolando come una gatta in calore, appoggiata sulle labbra la mano che sto leccando’.avverto i suoi occhi su di me:
– ‘Troia! Ti muovi e gemi come una troia!’
Colpi rapidi si alternano con affondi secchi e profondi facendomi vibrare e fremere, ad un tratto esce da me, le sue mani mi guidano nel cambio della posizione facendomi scendere dalla scrivania e voltare dandogli le spalle.
Appoggio il ginocchio sul banco, volto la testa e lo osservo come lui sta facendo lo stesso in questo momento.
Inavvertitamente la mano tocca la ciotola di latte che ancora si trova sulla scrivania, ci immergo la mano e non distogliendo lo sguardo da lui la porto davanti alla bocca iniziando a leccarla.
Lui sorride, mi appoggia la mano sul fianco, si avvicina e strofina il membro sulle labbra della micetta allargandole un pochino.
Il corpo &egrave in attesa di essere riempito di nuovo dalla virilità di Marco, ho voglia di sentirlo tutto. Spingo il sedere verso di lui, ma si scosta regalandomi una sonora pacca sulla natica.
Le dita affondano nella morbida carne, le sento attanagliarsi proprio nell’istante in cui entra di nuovo in me. Inarco la schiena e lui non perde occasione per afferrare il seno e tenermelo schiacciato.
I colpi diventano subito secchi e forti, ripetuti da altri di meno potenza.
Ferma bloccata tra le mani di Marco avverto un piacere immenso che mi assale, i gemiti sono più brevi e più alti, e dopo aver toccato il massimo del godimento un fremito si espande in tutto il corpo lasciandomi stordita dal forte orgasmo avuto.
Marco non smette di muoversi dentro di me, prolungandomi così una dolce agonia e amplificando la sensazione di piacere che sto provando.
Una volta ripresa, anche se parzialmente, dall’orgasmo mi rendo conto che Marco &egrave uscito da me e mi sta penetrando con due dita mentre si sega.
Si china e inizia a leccare e a bere i miei succhi, la lingua penetra riempiendosi degli umori. Ansimo e mi contorcio sotto le sue leccate.
Si alza e mi penetra nuovamente con piccoli colpi, lenti e ben assestati, lo sento ingrossarsi dentro di me, lui che geme con voce rauca pronunciando il mio nome.
Pochi colpi, bastano pochi colpi perché lui esca e rilascia il suo seme sulle natiche e sulla schiena. Continua a sgorgare nettare anche quando, dopo i primi schizzi, lo ha appoggiato tra le mezze lune e ha continuato a muovere il bacino.
Sono momenti di pura estasi, interrotto solo dal nostro ansimare da fiato corto per l’amplesso appena terminato, lentamente Marco mi accarezza la schiena spargendo il suo seme sulla pelle.
Spostandomi gli prendo la mano e tirando fuori la lingua inizio a leccargli il nettare che la bagna. Lecco il palmo e con deliberata lentezza prendo in bocca ogni singolo dito per succhiarlo’..come una gatta golosa.
– ‘Milena, non ho parole. &egrave stato incredibile!’
Sorrido e mi siedo sulla scrivania accavallando le gambe mentre Marco si siede sulla poltrona e me le accarezza.
– ‘Pensa che ora potrei essere la tua di assistente ‘..ma durante il colloquio di lavoro eri troppo impegnato a guardarmi il seno’..porco!’
Ridiamo entrambi
– ‘Per forza indossavi una maglia che era di due taglie in meno! E come sai l’occhio’..cade..!’
Scendo dalla scrivania e mi siedo a gambe aperte su di lui e strofino il seno contro il suo torace villoso. I capezzoli ancora sensibili si intugidiscono immediatamente al contatto, sono prepotentemente eretti in attesa che qualcuno li accarezzi.
– ‘Piccola con calma, fammi riprendere’
– ‘Non ti metto mica fretta, e poi vorrei andare a cena’..ho una fame da lupi!’ abbassando la voce in poco più di un sussurro sensuale ‘e poi ci tengo a mangiare le fragole con la panna con te’
– ‘Mi spiace tesoro, ma non vado matto per la panna montata’
Guardo Marco con gli occhi languidi, sollevo la mano e con l’indice mi accarezzo il labbro inferiore:
– ‘Ma ho detto che IO vorrei mangiare le fragole con la panna con te, ma non ho parlato di panna’..montata’
– ‘Acc’Mile”Mile”.MIle’..se non andiamo a cena, di panna ne avrai ben poca’
– ‘Ohhhh io non ci scommetterei’.’

Per le vostre opinioni sul racconto kattina1@alice.it
Grazie a tutti coloro che mi hanno scritto

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