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Racconti Erotici Etero

In vacanza col nemico

By 26 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Esattamente un anno fa ricevetti una telefonata da un mio caro amico. Mi chiedeva di partecipare ad una breve vacanza il fine settimana successivo. Senza pensarci due volte accettai l’offerta. Avevo un estremo bisogno di rilassarmi. Non era un bel periodo. Solo due giorni dopo mi dissero che, purtroppo, sarebbe stata presente anche Loredana. Dico ‘purtroppo’ perché, pur facendo parte della stessa compagnia da sempre, ci odiavamo. Forse sarebbe meglio precisare: il mio rapporto con Loredana era alquanto strano. La odiavo, mi stava antipatica, proprio non la soffrivo. Tuttavia mi eccitava tantissimo. Non so perché, ma, tutte le volte che la vedevo, provavo il desiderio di possederla carnalmente, di scopare con lei. Non un atto d’amore, ma un atto carnale. Estremamente carnale. Ricevuta quindi quella notizia decisi di impegnare tutte le mie energie per rovinarle la vacanza. Sarebbe stato un gioco fatto di sottili provocazioni. Lei si sarebbe arrabbiata, io mi sarei divertito.

Arrivò finalmente il venerdì pomeriggio e, all’ora stabilita, il mio caro amico arrivò sotto casa mia. Per comodità avremmo viaggiato con una macchina sola. Notai subito che i sedili davanti erano occupati dal pilota (cio&egrave il mio amico) e dalla sua ragazza. Aprii il baule e gettai all’interno il mio scarno bagaglio.

‘Magari le signorine preferiscono sedere vicine, no? Così possono parlare meglio’ dissi.

Ricevetti una risposta negativa. Il mio amico rideva sotto i baffi. Aveva organizzato l’intera faccenda per farsi due risate alle mie spalle. Feci un respiro profondo, aprii la portiere e mi sedetti vicino a Loredana. I lunghi capelli neri erano raccolti in una coda. Indossava una camicetta da cui si intravvedevano i seni. Non erano grandissimi, ma erano ben fatti e sodi. Non indossava reggiseno, ragione per cui vidi subito i suoi capezzoli turgidi puntellare la camicetta. Corredava il tutto una gonna decisamente corta. Tentai di mascherare alla meglio l’erezione che quella visione mi aveva provocato. Non fu semplice, ma ci riuscii. Dopo essermi calmato decisi di iniziare con le provocazioni.

‘Stanotte dormi con me, bella?’ domandai accarezzandole la gamba con la mano.
‘Piuttosto dormo sotto un ponte!’

Il resto del viaggio (tre ore scarse) passò così, tra provocazioni, doppisensi e sfottò. Loredana iniziava ad innervosirsi e la cosa mi divertiva. Si preannunciava un fine settimana divertente e, a suo modo, rilassante. Per me, ovviamente. Giunti all’albergo ognuno prese possesso delle proprie stanze (una doppia per i piccioncini e due singole per me e Loredana). Poco dopo ci saremmo dovuti trovare nella hall dell’albergo. Era ormai sera, quindi dovevamo decidere dove cenare. In seguito avremmo fatto una bella passeggiata notturna. Sceso nella hall trovai ad aspettarmi solo Loredana. Dopo un po’ arrivò il mio amico. Aveva i capelli arruffati e la camicia leggermente sbottonata. Potevo intravvedere una traccia di rossetto sul suo collo.

‘Ragazzi’ disse ‘andate avanti voi. Noi vi raggiungiamo dopo. Forse.’

Una serata da solo con Loredana. Perfetto! Rischiavo di passare dal divertimento della provocazione al sangue amaro dovuto alle troppe ore passate con quella ragazza per cui provavo (ricambiato) solo antipatia. Armato di forza e coraggio mi incamminai con lei. Decidemmo di prendere la metropolitana per spostarci in centro. Passammo i tornelli e giungemmo davanti alle scale mobili.

‘Prego, prima le signore’ dissi, facendola passare avanti.

Subito dopo mi misi dietro di lei. Abbastanza vicino da poter appoggiare il mio ricco pacco al suo culo sodo e ben fatto. Si irrigidì subito. Probabilmente iniziava a capire come mi sono guadagnato il soprannome di ‘toro’. Le provocazioni continuavano e il mio divertimento cresceva. Almeno per ora. Il viaggio continuò in silenzio. Fu lei a rompere il silenzio.

‘Ma secondo te perché quei due là non sono venuti?’
‘Fidati’ risposi ‘per essere venuti sono venuti’

Mi guardò in modo strano, interrogativo.

‘Ma non hai visto come era conciato quel bravo ragazzo? Fidati di me, quei due stanno trombando come ricci. E fanno bene! Lo farei anche io!’ le accarezzai di nuovo la gamba ‘se vuoi provare emozioni uniche sai dove trovarmi’ sussurrai al suo orecchio.

Meglio non riportare le risposte che ricevetti. Sono pur sempre un signore!

La cena proseguì tranquilla. Praticamente nessuno dei due parlò, almeno fino a che non decidemmo di finire la serata in un pub. Alzammo un po’ il gomito e le parole iniziarono a scorrere. Ad ogni modo, stanchi dal viaggio, decidemmo di tornare in albergo abbastanza presto. Ci salutammo e ognuno andò nella sua stanza. Decisi di farmi una doccia calda e rilassante. Mentre ero a metà dell’opera sentii bussare alla porta. Lì per lì pensai di essermi immaginato tutto, ma, dopo poco, sentii bussare di nuovo. Lanciando insulti e maledizioni mi avvolsi un asciugamano attorno ai fianchi e andai ad aprire la porta. Mi trovai davanti Loredana. Teneva in mano una bottiglia e due bicchieri.

‘Bicchiere della staffa?’ mi domandò

La feci entrare, mentre tornavo in bagno per indossare almeno un paio di pantaloni. E non indossai altro. Volevo provocarla ancora. Bevemmo tutta la bottiglia e parlammo a lungo. A un certo punto lei si fermò, arrossì lievemente e poi fece una domanda secca, guardandomi negli occhi.

‘Perché ti chiamano toro?’

La guardai per un po’.

‘Va là, che lo hai capito già oggi in metropolitana!’

Lei negò di aver capito e arrossì ulteriormente. A questo punto mi alzai in piedi e, con un movimento rapido e deciso, mi abbassai i pantaloni. Il mio pene, grande e gonfio, era a pochi centimetri dalla sua faccia.
‘Questo vale come risposta?’

Loredana non disse nulla. Semplicemente afferrò con forza il mio pene, aprì la bocca e lo fece sparire tra le sue labbra. Era una sensazione meravigliosa e subito il mio pene divenne duro come il marmo. Era da tempo che non ricevevo un pompino così. Molte volte le ragazze con cui avevo rapporti restavano intimidite dalle dimensioni, ma a Loredana sembrava non interessare. Leccava e succhiava in maniera divina. Sentivo la sua lingua percorrere tutto il mio pene, indugiando sulla punta. Alla fine esplosi inondandole bocca e faccia di calda sborra. Loredana ingoiò tutto, poi andò in bagno per eliminare eventuali tracce. Si chinò verso lo specchio ed il lavandino e la gonna si spostò. Intravvidi le mutandine e il mio pene tornò immediatamente duro. Andai subito in bagno, le sollevai ulteriormente la gonna e le abbassai le mutandine. Vedevo la sua figa bagnata ed eccitata. Mi chinai e la leccai a lungo, assaporandola tutta. Era una sensazione magnifica! Leccai a lungo e poi mi dedicai a picchiettare con la lingua il suo meraviglioso clitoride. La feci venire così e non riuscì a trattenere un grido di piacere. Subito dopo mi alzai in piedi, la presi in braccio e la portai sul mio letto. La feci voltare e iniziai a strusciare la punta del mio pene, sempre più gonfio e pulsante, sulla sua vagina. Subito dopo la penetrai lentamente, con dolcezza. La sentii gemere e vidi che afferrava le lenzuola, mentre il mio grande pene entrava dentro di lei. La presi così, con una delle mie posizioni preferite, mentre con una mano afferravo un seno sodo e con l’altra la tenevo per la coda dei capelli. Urlavamo insieme dal piacere. Dopo aver visto il suo corpo tremare per l’orgasmo decisi di venire sul suo culo. Ero così eccitato che gli schizzi le inondarono la schiena e i capelli.

La mattina seguente ci trovammo tutti e quattro nella hall dell’albergo e, per un attimo, ci guardammo imbarazzati. Subito dopo uscimmo a visitare la città. Fu davvero un fine settimana rilassante.

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