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Racconti Erotici Etero

INCONTRO HOT

By 30 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Ecco qui che torna la vostra porcellina Monia, vi sono mancata? Sono stata molto impegnata in questo periodo, ma rieccomi qui per raccontarvi una fantastica esperienza che da poco mi &egrave capitata…
A seguito dei due racconti che ho pubblicato mi sono arrivate centinaia di mail di commenti, proposte, inviti più o meno garbati. All’ inizio ho risposto negativamente a tutte le proposte, mi eccitava solo leggere i commenti, ma tra tutte quelle respinte c’ &egrave n’ era una che mi intrigava moltissimo. Il ragazzo &egrave romano, non era insistente, ma molto sensuale e provocante, ma nonostante vacillassi non ero intenzionata a capitolare… finch&egrave mi fece una proposta che mi colpì molto.
Mi diede l’ indirizzo di un palazzo, mi disse che mi avrebbe aspettato sul terrazzo condominiale di quel palazzo, assicurandomi che avrei trovato tutti gli accessi aperti, mi disse che lui mi avrebbe aspettato bendato, io sarei dovuto salire, solo io lo avrei visto, avrei potuto scegliere se rimanere o andare via, ma mi pose solo una condizione, se fossi rimasta, mi sarei dovuta avvicinare e dargli le mie mutandine!
Accettai, mi intrigava ed era senza rischi, scegliemmo un giorno in cui mio marito non ci fosse, mi disse che mi avrebbe aspettato alle sei di sera.
Quel giorno uscii dall’ ufficio alle quattro, avevo preso un permesso, e passai a casa a prepararmi. Mi feci una doccia, profumai la pelle con una crema, indossai un vestitino blu scuro, abbastanza corto, tacchi alti, calza autoreggenti, a rete visto il caldo che già fa a Roma, un bel perizomino nero e niente reggiseno… mi stavo già eccitando!
Presi la macchina e raggiungi in posto prescelto, un bel palazzotto in zona Parioli, il portone era spalancato ma non c’ era il portiere, entri ma mi prese un morso allo stomaco, e se non fosse stato ai patti e mi fosse saltato addosso? Titubai un pochino, ma poi pensai che chi non risica non rosica…
Presi l’ ascensore fino all’ ultimo piano, c’ erano poche scale fino ad una porta che presumibilmente dava sul terrazzo,li salii ed aprii la porta…
Eravamo quasi al tramonto, c’ era una bellissima luce, seduto sul muretto c’ era un ragazzo… bellissimo, capelli rasati, abbronzato, un poco di barba incolta, magro ma muscoloso, camicia blu con maniche arrotolate, un po’ aperta sul petto, jeans scoloriti, naturalmente bendato…
Mi avvicinai, lo vidi sorridere, forse aveva capito…
Sorrisi anche io, non ebbi dubbi, mi sfilai lentamente il perizoma mi avvicinai ancora un poco di più e glielo infilai nella camicetta, mi ero avvicinata molto, non si fece scappare l’ occasione, mi prese con una mano sulle spalle e l’ altra dietro sul sedere e mi tirò a lui, cercò la mia bocca, non opposi resistenza, ci baciammo intensamente, senza dire una parola…
Mi accarezzava il sedere, le gambe, mi baciava sul collo, mi stavo bagnando tutta…
Fece scendere una bretellina dalla spalla e mi scoprì un seno, me lo toccò, lo baciò, baciò il capezzolo, poi fece scendere anche l’ altra, mi succhiava i capezzoli, mi toccava il sedere, poi cominciò a toccarmi anche davanti, tra le gambe, sentì che ero tutta bagnata e cominciò ad accarezzarmi più profondamente, infilò un dito dentro, entrò facilmente, ero un lago…
Ero eccitatissima, gli slacciai la camicia e cominciai a leccarlo sul petto, il collo, i capezzoli, lo mordicchiavo sul collo e sulle spalle, mi stava facendo impazzire, stavo per venire grazie ai suoi sapienti tocchi, lo baciai furiosamente, venni intensamente, mugolando…
Mi abbassai e gli slacciai i jeans, aveva box aderenti bianchi, gli tirai fuori il cazzo, era durissimo, grosso, lo presi in bocca, lo leccavo furiosamente, ero ancora eccitata dall’ orgasmo, mi accarezzava la testa, poi mi fece tirare su, mi spinse contro il muro e cominciò a leccarmi dal collo ai capezzoli, lo baciai, e gli tolsi la benda, aveva due splendidi occhi verdi, sorrise, si abbassò all’ altezza della mia fica, mi alzò una gamba e se la mise su una spalla, cominciò a leccarmi, era fantastico, con le mani mi accarezzava il sedere, io mi toccavo i capezzoli, ero in paradiso…
Si alzò e me lo mise dentro, di colpò, ma entro senza alcun problema, mi taneva alzata una gamba, mi faceva sussultare con i suoi colpi, potenti e decisi, mi abbandonai tra le sue braccia, aveva la camicia aperta, un corpo splendido, abbronzato, nervoso, con poca peluria, ma virile, spingeva, io mugolavo, spingeva ancora più forte, venni ancora una volta, senza parlare, era eccitantissimo, a me piace da morire parlare mentre faccio l’ amore, anche parole spinte, ma era bellissimo il silenzio e l’ intesa tra noi, si tolse da me, senza venire, mi fece sedere sul muretto, mi tolse una scarpa, mi lecco i piedi, le dita, i polpacci, era dolce e sensuale, un dio…
Mi allargò di nuovo le gambe e mi leccò, non si stancava mai, inutile dire che venni ancora, poi mi fece scendere scalza, mi fece appoggiare sul muretto, si mise dietro di me, mi penetrò, ero proprio un lago…
Spingeva e mi stringeva le tette, mi pizzicava i capezzoli, diventava più deciso e quasi violento, ma mi faceva impazzire, spinse, spinse ancora, si tolse per venire, io venni un attimo prima di lui, mi girai e lo presi tutto in bocca, glielo scappellai e lo leccai tutto, lo feci girare, gli leccai le spalle, il sedere, era di marmo, gli accarezzai di nuovo il cazzo, era ancora duro!
Gli toccavo il sedere, bellissimo, mi inginocchiai di nuovo davanti a lui, gli presi il cazzo il mano, lo accarezzavo, mi passavo la cappella sulle tette, sui capezzoli, lo solleticavo con le unghie sotto i testicoli, me lo misi tutto in bocca, era di nuovo durissimo, lo volevo di nuovo dentro di me
– Mettimelo dentro – gli dissi.
Non se lo fece ripetere due volte, mi prese e mi sollevo, con le spalle contro il muro, entrò dentro me, mi sbatteva forte, con vigore, gemevo per il piacere, venni ancora e ancora un’altra volta, non si stancava, ero piena di lui.
– vienimi dentro, non preoccuparti – gli dissi, visto che prendo la pillola.
Venne dentro, era stupendo sentirlo dentro, piena di lui, rimase dentro, mi baciò ancora, dolcemente, stavolta.
– Né &egrave valsa la pena, “porcellina”?-
– Altroch&egrave –
– Sei bellissima, più di quello che mi immaginavo –
– Anche tu mica scherzi –
– Ci rivedremo? –
– Non lo so, sicuramente mi rileggerai… –

Ciao Marco, un bacio.

moniaxxx@virgilio.it

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