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Racconti Erotici Etero

Internet Personals

By 29 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Era un periodo molto triste per me. Trasferito in un’altra città per lavoro, senza amicizie e senza una donna. Le mie giornate scorrevano in ufficio, lavorando come un camallo senza la speranza di distrazioni nella serata. Fu in quel periodo che iniziai a navigare a lungo nella rete. Il mio ufficio aveva un collegamento permanente con internet, cosa non scontata a quel tempo, cosi’ nei momenti liberi mi mettevo a navigare tra le pieghe del web esplorandone i più reconditi meandri aiutato dalla buona conoscenza delle lingue. Un giorno casualmente capitai in un sito dedicato agli annunci personali, persone in cerca d’altre persone, amicizie, contatti. Cosi’ per gioco inserii un annuncio ‘Italian male sarch for a woman to talk to via e_mail’ allegai il mio indirizzo e_mail e me ne dimenticai.
Con mia viva sorpresa alcuni giorni dopo ricevetti una mail da un indirizzo sconosciuto. Era una donna americana che, confessava, aveva un debole per gli italiani. Divertito ed incuriosito risposi. In breve la nostra corrispondenza divenne sempre più frequente ed intima, lei era una giovane donna divorziata con un figlio, viveva vicino ad una grande città della costa orientale e lavorava per una azienda finanziaria. Era spiritosa nelle sue mail ed anche io mi sforzavo di esserlo nelle mie (compatibilmente con il mio inglese). Dopo qualche tempo ricevetti da lei la richiesta di ricevere una mia foto, fui molto indeciso sul mandargliela, non mi piaceva che la mia immagine viaggiasse sul web, se qualcuno che conoscevo l’avesse vista? La scarsa informazione che i più hanno su internet mi avrebbe automaticamente inserito nella categoria dei pervertiti. Dopo alcuni giorni mi feci coraggio, passai allo scanner una mia foto e glie la spedii. Il giorno seguente ero in trepidante attesa, controllavo frequentemente la mia mailbox per vedere se c’erano nuovi messaggi. Ricevetti una risposta piena di complimenti per il mio aspetto e, sorpresa, un ‘attachment’. Lo aprii, mi si presento’ la foto di una bellissima donna, alta, bionda, occhi chiari, viso acqua e sapone ma uno sguardo malizioso. Le risposi immediatamente dilungandomi in complimenti sul suo aspetto.
Il nostro scambio di messaggi scivolava sempre più verso particolari intimi, non ricordo come fu ma iniziammo a giocare al ‘cosa ti farei se fossi qui’. Lei sembrava essere molto esperta ed avere le idee ben chiare su cosa piace ad un uomo ed a come soddisfare il proprio partner. Le nostre mail diventavano sempre più roventi giorno dopo giorno, improvvisamente in calce ad una delle sue missive più bollenti trovai il suo numero di telefono.
Ancora una volta rimasi indeciso su cosa fare. Chiamarla, non chiamarla, boh! Alla fine decisi di chiamarla, cercai di regolarmi con il fuso orario e composi il numero. ‘Hi’ la voce dall’altro capo del filo era calda e sensuale, proprio come l’avevo immaginata. Quella prima volta chiacchierammo del più e del meno, ma il contatto era stabilito. Ci telefonavamo quando per lei era sera (l’alba per me) ed era a casa. Non so come avessi fatto a finire in quella situazione ma le nostre telefonate si concludevano regolarmente con noi che ci masturbavamo parlandoci al telefono. Le descrivevo quanto il mio cazzo fosse duro e palpitante sentendo la sua voce ed alle mie parole lei si eccitava e si accarezzava finche’ potevo sentire il suo ansimare ed i suoi gemiti dall’altra parte del filo.
Andò avanti cosi’ per un po’, finche’ un giorno venni a sapere che la mia società doveva inviare qualcuno in missione negli USA. Feci carte false, 15 giorni in una città’ a meno di 150Km da lei erano una occasione unica, riuscii a farmi scegliere per la missione.
Il mio albergo si trovava al centro della città’, la mia stanza era al 14 piano di un grattacielo di vetro e cemento. Sembrava la classica stanza d’albergo vista in centinaia di film hollywoodiani. Ci volle un po’ per convincerla ad incontrarci, entrambi eravamo preoccupati che, di persona, le cose non potessero andare cosi’ bene come era andato fino allora. Entrambe eravamo preoccupati che un gioco cosi asettico come era stato fino ad allora non potesse funzionare ‘dal vivo’. Fissammo l’appuntamento per un sabato in un ristorante non lontano dal mio albergo, l’invito prevedeva la sola cena ma non nascondo che speravo che il dopo cena si rivelasse interessante.
Si presento’ vestita con un bellissimo abito da sera di colore blu scuro, lungo con le spalline. Era leggermente più paffutella che nella foto ma era comunque molto bella. Cenammo e chiacchierammo a lungo, non potei fare a meno di notare le occhiate maliziose che, mano a mano che la confidenza aumentava, mi lanciava. O la va o la spacca pensai ed iniziai a farle ‘piedino’. La sua risposta fu un largo sorriso, pagai il conto e ci dirigemmo il più velocemente possibile verso il mio albergo. Salendo in ascensore avevo già iniziato a baciarla, le nostre lingue si erano immediatamente allacciate in un abbraccio. Accarezzavo la pelle nuda della sua schiena lasciata scoperta dal suo abito. La porta si aprii ad un piano intermedio e ci lasciammo per un attimo ma ad attendere l’ascensore non c’era nessuno e tornammo a baciarci appassionatamente. Entrammo in camera ed immediatamente feci scivolare le spalline del suo vestito giù sulle sue braccia. Il vestito cadde a terra con un fruscio rivelando un corpo bellissimo dalla pelle bianca ed una raffinata lingerie nera. Mi tolsi la giacca e slacciai la cravatta. Lei sbottonava la mia camicia mentre io avevo liberato il suo seno dalla stretta del reggiseno iniziando a palpeggiarla. Le sue labbra si appoggiarono sul mio petto, baciandolo e soffermandosi a titillare i miei capezzoli, io intanto le accarezzavo i fianchi e le pasticciavo le natiche. Si inginocchio’ slacciandomi la cintura ed i pantaloni che abbasso’ insieme ai miei boxer. Avevo già una erezione da primato, lei senza esitare si caccio’ tutto in gola ed inizio’ a succhiare carezzandomi le palle. Ero in paradiso, la sua lingua andava su e giù lungo l’asta, si fermava sulla cappella indugiando su i bordi del buchino, poi di nuovo il mio cazzo sprofondava tutto nella sua bocca. Tanto era il desiderio che venni in pochi minuti. Il primo fiotto la colse di sorpresa, poi prese a succhiare con maggior vigore ingoiandolo tutto, fino all’ultima goccia. Mi tremavano le gambe, lei si libero’ delle mutandine ed altrettanto feci io con il resto dei miei abiti. Andammo in bagno e lei mi invito’ ad entrare insieme sotto la doccia. Era meraviglioso stare stretti sotto quel getto di acqua tiepida, io le stavo alle spalle e le accarezzavo il seno ed il clitoride, lei si muoveva lenta strusciando il suo sedere contro il mio pube. Sentivo il suo respiro farsi affannoso ed il suo addome contrarsi mentre il mio cazzo riprendeva vita. Le feci appoggiare le mani contro il muro e la presi da dietro. ‘Push it…push it’. Ed io spingevo sempre più forte e sempre più a fondo, le mani su i suoi fianchi, tiravo e spingevo. Stavo per venire di nuovo e glie lo dissi. ‘Wait a minute’. Allungo’ le braccia all’indietro e si allargo’ le natiche scoprendo un bellissimo buco del culo, bianco e rosa. Non me lo feci ripetere due volte, appoggiai la cappella al buchino e spinsi. La cappella si fece largo senza troppo sforzo. Lei gridava di piacere, spinsi ancora, nuovo gridolino, ancora, tutto dentro, questa volta ricevetti un mugolio strozzato: ‘Fuck me.’. Iniziai a pomparla lentamente ma con forza, lei aveva nuovamente appoggiato le mani al muro e quando io affondavo lei spingeva indietro il bacino, sentivo le mie cosce sbattere contro il suo bel culo. Avevo paura di venire troppo in fretta, cosi’ rallentai il ritmo, presi il telefono della doccia e con il getto del doccino presi a stuzzicarle la fica ed il clitoride. Sortii l’effetto desiderato, fu presa da un orgasmo selvaggio, gridava frasi sconnesse, ansimava, finche’ le venni dentro con un getto incandescente che sembrava non finire mai. Finimmo tutti e due esausti sul pavimento della doccia. Ci guardammo negli occhi e non potemmo fare a meno di metterci a ridere a crepapelle. Ci sentivamo come due bambini che hanno scoperto un nuovo gioco.
Attualmente ho una ragazza ed ho saputo che anche lei ha un nuovo compagno che la ama ed e’ molto buono con il suo bambino. Continuiamo a tenerci in contatto via e_mail e quando sono per lavoro negli USA non perdiamo occasione per vederci, con grande gioia dei vicini di stanza in albergo’.

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