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Racconti Erotici Etero

inutile essere ipocriti

By 20 Giugno 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Lo aveva scelto Anna, lo sapeva fin da subito che era una cosa che sarebbe successa prima o poi.

A 44 anni ti ritrovi con un marito di 58 anni che non sa fare niente in casa e che, come tutti lavora troppo, con un lavoro part-time che non ti da soddisfazione e senza figli. Certo c’è da rimanere delusi, ma Anna no.

Aveva mille interessi, hobbies divertenti, amiche e amici, viaggi e la fortuna di avere un marito premuroso e attento, con cui aveva un ottima intesa … pur non essendo perfetto, conosceva persone che stavano peggio di lei.

Ma quest’estate è successo, lo aveva messo in conto ma non aveva pensato troppo. La sfortuna ha voluto che proprio l’estate più calda di sempre diventasse per Anna la più difficile.

Suo suocero, 76 anni portati molto bene, vedovo ma indipendente, ha pensato bene di cadere dalla scala, mentre faceva chissà che cosa e rompersi una gamba.

Ovviamente suo marito si lascia prendere dall’isteria tutta maschile nei confronti del dolore e della sofferenza, mentre lei, più pratica e razionale ha capito subito a chi sarebbe toccato accudire il suocero.

A partire dal mese di giugno, dopo il lavoro, si ritrova tutti i pomeriggi a casa del suocero a fare la badante/infermiera/donna delle pulizie/cuoca. Potete immaginare la felicità, considerato anche il fatto che deve occuparsi anche della sua casa e di suo marito.

Oltre la fatica ci si aggiunge anche il caldo eccezionale di quest’estate che rende tutto più faticoso.

Alle 14 uscita dal lavoro, va direttamente a casa del suocero, si cambia, inizia dare una pulita generale, prepara qualcosa da mangiare da lasciare al suocero per la sera e la mattina dopo, e poi va in camera sua e lo lava, lo cambia e gli cambia le lenzuola. Prima di andare via, va in bagno si fa una doccia veloce per togliersi il sudore e poi si rimette i suoi vestiti e torna a casa a preparare la cena e sistemare … non certo una cosa riposante.

Non è arrabbiata col suocero, e neanche con la situazione che è decisamente faticosa, voleva solo che finisse presto.

Bisogna anche dire che il suocero è un uomo ancora in gamba, piacevole e molto gentile. Ovviamente immobilizzato a letto e per niente abituato ad avere una persona che lo accudisce e lo lava è anche in soggezione e imbarazzo. Per fortuna la conversazione con lui è sempre piacevole e il tempo passa più veloce.

Il problema nasce un giovedì, un caldissimo giovedì di fine giugno.

Anna esce dal lavoro e va direttamente a casa del suocero, entra saluta, gli allunga i giornali e va in bagno per cambiarsi, per mettersi qualcosa di comodo per fare le faccende di casa. Indossato un vestitino leggero, anche se un po stretto, si accorge che ha dimenticato a casa le ciabatte … così è costretta a tenere i sandali con la zeppa di corda che aveva a lavorare. Un po’  scomodo fare le faccende con quel tacco, ma le scocciava stare scalza.

Scopa, pulisce, carica la lavatrice, stira veloce, prepara qualcosa da mangiare e poi va in camera dal suocero. Lo spoglia delicatamente, con una spugna lo lava, lo aiuta a cambiarsi e poi inizia a cambiargli le lenzuola. Tutto questo sarebbe normale, quello che fa tutti i giorni, ma stavolta, mentre si china per prendere la spugna inumidita si accorge che il suocero ha una potente erezione.

Imbarazzata, si raddrizza e con una scusa entra in bagno, pensando di dare tempo al suocero per smaltire l’erezione.

Torna in camera dopo alcuni minuti, e senza dire niente e sforzandosi di non guardarlo, con gesti meccanici lo lava, lo aiuta a rivestirsi e cambia il letto, sempre con l’incombente presenza di quel pene eretto che come una sentinella percepisce ogni suo movimento.

“scusami Anna, sono imbarazzato, ma non so cosa farci … non offenderti, non è colpa mia, ma capisci bene anche tu che ormai è più di un mese che sono bloccato a letto e non ho potuto …. beh hai capito. Aggiungici il fatto che una bella donna come te mi gira intorno semi svestita, mi vede nudo, mi lava, mi tocca … oggi pure con i tacchi e quel vestitino che non lascia niente alla fantasia”

“ma Papà, cosa dice ……!!!!”

“… ti chiedo scusa, ma sono di carne pure io. Guarda che puoi darmi del tu, ormai  hai visto tutto di me … “

“la prego, basta, mi imbarazza….”

“ti imbarazzi tu? guarda me, con sto lenzuolo sembro una barca a vela!”

…..

“beh almeno un sorriso te l’ho strappato, non voglio sembrarti un vecchio maniaco, non posso fare a meno di guardarti e mi sono eccitato, non farmene una colpa”

“non si preoccupi, mi rendo conto di esser stata poco accorta, da domani cercherò di venire vestita in maniera più consona”

“no, ti prego non …. odio volevo dire … ecco …. vieni come vuoi, anche in costume da bagno, c’è un gran caldo, non fare caso a me … magari evitiamo un’ipocrita educazione, siamo adulti, penso che tu sappia bene che appena te ne vai io mi masturberò per calmarmi, ho bisogno di chiederti una cortesia, personale che rimanga tra noi”

“io … veramente … beh si lo immaginavo … ma io, ecco, se posso essere utile”

“vorrei chiederti la cortesia di aiutarmi, vorrei chiamare una professionista, ma essendo immobilizzato a letto non posso aprirle la porta, capisci che intendo …”

“no, ma Papà, no su, una prostituta? ma perché? non è bello!!

“non fare la pudica adesso, ho delle esigenze pure io, non posso mica stare 3 mesi fermo qui, ho 76 anni, mi ci vedi a farmi le seghe come quando ne avevo 16? per favore, un minimo di dignità!”

“si ma …”

“mica voglio che tu faccia qualcosa, ti chiedo solo di aprirle la porta e di accompagnarla fuori quando ho finito, per prudenza anche se vogliamo, e poi di te mi fido, non posso chiederlo a mio mio figlio”

“io, non posso, veramente ….. non posso”

“figlia mia, mettiti nei miei panni, tu mi giri intorno tutti i giorni, con questi vestiti, sempre così piccoli …. ti pieghi con quella bellissima scollatura, mostri le gambe, il sedere, si vede la tua biancheria veramente eccitante …. sono felice per mio figlio che ha una moglie sexy, ma la mia pressione va alle stelle ….”

“odio Papà, ma che dice … ma sono sua nuora …. la prego! mi imbarazza! … le chiedo scusa, starò più attenta”

“attenta? ma no perdio! è un piacere vederti, anzi esagera … sei bella e mi piace vedere una bella donna, ma prima o poi devo sfogarmi pure io, fosse per me potresti girare anche nuda per casa …. ma probabilmente avrei un infarto ahahahah”

“mamma mia che conversazione imbarazzante”

“pensa a quello che ti ho chiesto, sarebbe un grande favore per me, non ti chiedo di fare altro che farla entrare e uscire. Ti chiedo scusa se ti ho messo in imbarazzo, ma dire che ormai hai messo a nudo tutte le mie debolezze. E leva quella mano dalla scollatura, è più di un mese che mi mostri il seno o il sedere o le gambe, adesso non diventare timida …. potrei essere tuo padre, accetta i miei sguardi come fossero una complimento di un anziano signore.”

“grazie, non sapevo di farle questo effetto … “

“non siamo ipocriti, lo sapevi eccome, e giustamente come tutte le donne te  ne beavi …. ma fai bene! sei la gioia di queste mie giornate e te ne sarò grato per sempre, non solo perché mi aiuti e accudisci, ma anche perché ti sei comportata da femmina e non da suorina con me, e ne sono felice.”

“… io, io devo andare adesso …”

“grazie e pensa a quello che ti ho chiesto, per favore”

Anna è sconvolta, è come se avesse perso qualcosa, non sa più dove guardare e come muoversi. Con gesti prudenti va in bagno. Appena sola non sa se piangere o ridere, deve cambiarsi per tornare a casa, ma temporeggi facendo la pipi … e cercando di pensare cosa fare.

Vuole che lei gli faccia entrare una puttana in casa …
perché lei lo ha eccitato …
lei ha eccitato suo suocero …
ha fatto rizzare il cazzo a suo suocero …
e pure un bel cazzo …
odio ma cosa sto pensando …
ma davvero mi sono comportata così da zoccola ….
mostro il culo e neppure me ne accorgo …
e a lui piace …
basta! ma che mi passa per la testa …
sono una pazza …

Anna riapre la porta del bagno, va dritta in camera del suocero, gli da un bacio sulla guancia sorridendo

“Papà, le prometto che ci penserò”

“grazie”

mentre si gira, lascia sul lenzuolo un pacchetto di fazzoletti di carta, si dirige verso il bagno, entra senza chiudere la porta,

dando la schiena alla porta, sapendo bene dello sguardo di suo suocero

apre i bottoni del vestitino, lo sfila e lo appoggia sulla borsa

si sistema lo slip sul sedere

slaccia il reggiseno, lo sfila

si piega in avanti tenendo le ginocchia dritte

pensa “sei una stupida Anna”

ripone il vestitino e il reggiseno nella borsa

sente il cigolio del letto, sa bene cosa significa

rimane ferma un attimo col sedere in su e il seno a penzoloni

si rimette dritta, infila la camicetta sentendo la stoffa sui capezzoli duri

sente un sordo grugnito provenire dalla stanza del suocero, i cigolii finiscono

sempre dando la schiena alla porta tira su la gonna, chiude la cerniera

prende la borsa da terra, e si gira per uscire dal bagno.

Sfoggiiando il suo migliore sorriso, va dal suocero, prende la pallina di fazzoletti di carta bagnati che lui tiene in mano.

“questi li butto io, ha ragione Papà, siamo adulti, inutile essere ipocriti, buona serata”

“grazie”

…. e torna a casa da suo marito pensando “speriamo che stasera non sia stanco!”

sono ormai 3 settimane e lei non gli ha ancora risposto.

sono cambiate molte cose in queste 3 settimane.

il suo corpo ha capito prima di lei le esigenze di suo suocero.

piccoli cambiamenti nel suo modo di fare avvenivano ogni giorno.

le ciabattine sono state sostituite da una paio di zoccoletti con un tacco altissimo che non metteva da un sacco i tempo

i vestitini che usava di solito sono stata sostituiti da camicie smesse del marito, anche se risultavano molto corte e molto scollate, e paurosamente trasparenti quando sudava.

la biancheria che indossava la mattina diventava sempre più audace, fino a ritrovarsi ad indossare completini che di solito riservava alle serate con suo marito

i suoi movimenti e il suo modo di fare indugiavano sempre più in posizioni che lasciavano al suocero il tempo e il modo di vedere e ammirare

ogni volta che lo lavava la sua erezione era  immediata e potente

ogni volta che si rivestiva sapeva che lui si masturbava

ma non era tutto così semplice.

lui tornava alla carica sempre più spesso, la pressava e voleva una risposta.

“Anna, ti prego aiutami, basta solo che la fai entrare e uscire, io così impazzisco. Mi fai impazzire, sono costantemente eccitato e non posso farmi le seghette come i ragazzini”

“ma Papà si renda conto anche lei, non posso far entrare una prostituta, non è bello, non si fa, e se poi lo viene a sapere suo figlio?”

“non preoccuparti di lui, sei qui per preoccuparti per me”

“non so, mi mette in difficoltà”

“ma mettiti nei miei panni … guarda che imbarazzo, sei qui per aiutarmi a lavarmi e guarda che roba … non è dignitoso, mi vergogno”

mentre lei prende la spugna e comincia a lavarello tacciono, in un certo senso lei sa che lui ha ragione, oltre al fatto che sa di aver esagerato nel provocarlo. Non sa perché, ma le piace e la lusinga il suo sguardo. E’ una cosa molto trasgrediva per lei, brava moglie, sempre fedele e a modo … l’idea che gli occhi sul suo corpo di suo suocero scatenino un’erezione la inebria.

ora è arrivata al punto più difficile, deve lavarello li e l’erezione dell’uomo è sempre davanti ai suoi occhi, e lei la fissa.

non riesce a non pensare che ha un gran bel cazzo, e diventa rossa per questo pensiero sconcio.

lava la pelle con delicatezza al bordo del gesso, l’inguine e i testicoli palesemente gonfi.

“Papà, senta io non posso farle entrare una prostituta … mi mette in difficoltà con mio marito, se solo una vicina si accorge scoppia una gran casino, glielo chiedo per cortesia non mi metta in questa situazione, non può chiederlo a uno dei suoi amici? quelli che vengono a trovarla la sera, con cui gioca a carte?”

“hai ragione cara, lascia perdere, fai finta che non ti abbia chiesto niente … non voglio crearti problemi, sei già tanto gentile con me.”

mentre l’uomo finisce la frase, Anna lascia la spugna umida sulla sua pancia nuda e con la mano sinistra afferra il pene dell’uomo.

il silenzio diventa quasi irreale, lui è stupito del gesto, lei ancora più stupita di lui.

“senta Papà, vediamo di risolvere così”

e lentamente inizia a masturbarlo

la sua mano si muove su e giù lentamente, lo afferra saldamente e con forza, ma si muove lenta facendo scorrere la mano per tutta la lunghezza dei quel cazzo da cui non riesce a distogliere lo sguardo.

aumenta leggermente il ritmo, mentre con la mano destra avvolge e solleva leggermente lo scroto, soppesandolo quasi, stringendolo delicatamente, sentendo la pressione aumentare.

il ritmo aumenta ancora, sente il letto cigolare come quando l’uomo si tocca da solo, sente il suo respiro pesante.

si bagna la mano sulla spugna e inumidisce la pelle tesa di quel cazzo così duro e così caldo, inumidisce la pelle rossa di quella cappella tonda e larga e inumidisce anche il buchino sulla punta, da cui sente spuntare una prima goccia trasparente di piacere.

ricomincia a masturbarlo, stringendo lo scroto con più fermezza e con un ritmo più veloce, più intenso, portando la mano fino incima a massaggiare quella punta rossa e con forza fino in fondo a stringere la radice dura.

le piace quel cazzo, le piace da morire e non dovrebbe, le piace l’idea che sta per far godere un uomo su cui non dovrebbe avere pensieri sessuali di nessun tipo, le piace sentirsi così cattiva e sporca, le piace sapere di piacere a lui.

lo sente fremere, sta per finire il suo lavoro, sta per venire, sta per godere.

Anna fissa la punta di quel cazzo, un po’ si sorprende quando il primo fiotto di bianco sperma, e poi un secondo e un terzo molto più piccolo.

Ha la mano sporca, prende la spugna, la sciacqua nel catino con l’acqua, si pulisce la mano e pulisce a fondo quel cazzo che piano piano si rilassa e torna a essere il normale pene di un anziano signore con la gamba rotta.

Aiuta il suocero a risistemassi, cambia le lenzuola, e sistema tutto, ormai la sua giornata li è finita.

Accoglie gli occhi del suocero sulla sua scollatura con ancora più indulgenza, gli sorride, ma nessuno dei due parla o commenta quello che è successo. Finito di sistemare tutto, va a cambiarsi.

Come al solito entra in bagno, non chiude la porta, ormai non lo fa più. Questa volta però è diverso, il livello di intimità tra loro è molto aumentato. Stavolta lo guarda, non gli gira la schiena, stavolta cerca i suoi occhi.

Apre lentamente la camicia vecchia di suo marito che ha usato per fare le faccende, se fino a ieri si è mostrata solo di schiena, oggi sa che può fare di più, ha già fatto molto di più. Con solo reggiseno e mutandine, davanti a lui, cerca di leggere il suo sguardo. Gli occhi di lui cadono sulla folta peluria che sul monte di venere che si intravede dalla trasparenza del troppo piccolo slip.

Lei porta la mano sulla schiena e slaccia il reggiseno, lo lascia cadere, sfilandolo e i suoi seni si rilassano e cadono un po’, lui fissa la pelle bianca mentre i capezzoli di lei diventano immediatamente duri mentre si sfila gli zoccoletti col tacco alto.

Si mette i pantaloni, la maglietta stretta senza reggiseno, prende la borsa, sorride e va a casa.

Non una parola tra loro.

ormai ogni tabù era rotto, ogni limite imposto da morale ed educazione sembrava superabile, rimaneva la razionalità e la paura delle conseguenze a fermarli. Ma la routine quotidiana ogni giorno subiva piccole evoluzioni, così come il loro rapporto.

lei era sempre la nuora, moglie del figlio, gentile, educata e disponibile a venire incontro alle esigenze di lui, padre, suocero, uomo che sta uscendo da un lungo periodo di debolezza e di dipendenza dalle cure di lei.

il pudore iniziale, la fasulla timidezza dei primi tempi è stata cancellata dal gesto di lei.

non c’è più nulla da nascondere tra loro, gli argini sono rotti, un aspetto nuovo della loro personalità piano piano emerge.

quando esce dal lavoro si reca a casa del suocero, come faceva prima, come dovrà fare per altri 2 mesi

va direttamente in camera sua, saluti e convenevoli vengon interrotti dai vestiti di lei che rapidamente vengono sfilati ed accuratamente piegati

non c’è più pudore, lei si cambia davanti a lui, con calma e perfettamente conscia dei suoi occhi addosso

slaccia il reggiseno, spariti vestiti e camicie larghe, indossa solo una canottierina leggera, per combattere il caldo, rimanendo con il perizoma che fino a poco prima era riservato solo agli occhi di suo mairto.

infila gli zoccoletti col tacco alto che ha capito che tanto piacciono al suocero e inizia le faccende di casa e elle incombenze necessarie per il benessere del suocero

chiacchierano amabilmente, parlano molto più di prima, c’è un’atmosfera piacevole

fino al momento di lavare e cambiare l’uomo

quello che ormai è diventato un rito si ripete ogni volta uguale come la prima volta.

lei seduta affianco a lui che con gesti precisi ma gentili lo masturba fino a farlo godere, lo lava e lo riveste

lui la guarda, la spoglia con gli occhi, la desidera e si gode quelle mani curate e le unghie smaltate che lo portano lentamente a svuotare la pressione creata da quella donna per tutto il pomeriggio.

sono settimane che va così, settimane che compiono questo rito senza chiedersi niente, oggi qualcosa cambia.

“perché lo fai”

“Papà lo sa perché lo faccio”

“te ne sono grato, ma non capisco perché fai tutto questo per me”

“ogni uomo ha diritto a una dignitosa vita sessuale, ecco perché la aiuto”

“non è dignitosa per te, che giri seminuda per casa solo per i miei occhi, che masturbi un vecchio per pietà”

“non dica così … non lo faccio per pietà, e se preferisce mi rivesto”

“allora perché lo fai? per dovere? per esibizionismo? per pazzia?”

“pazzia … oppure”

“come va con mio figlio?”

“bene … meglio … insomma”

“ti senti in colpa?”

“si, un po’ … ma …”

“ma ora lo fate più spesso, vero? ti concedi di più? perché ti senti in colpa o perché sei eccitata da questa situazione?

“non lo so, non voglio … non mi metta in imbarazzo”

“imbarazzo? continui a usare questa parola, ma sei in persona e canottiera e tacchi alti, con le mani piene del mio sperma, ormai l’imbarazzo è un chiaro che è una scusa …. parla, sai che niente può uscire da sta stanza senza danneggiare entrambi”

“entrambe le cose, mi sento in colpa perché sono eccitata da questa situazione”

“eccitata”

“i suoi occhi … me li sento addosso, mi scaldano”

“ti piace essere guardata, ammirata, esposta agli occhi di un vecchio porco?”

“lei non è un porco, e neppure vecchio …. si mi piace, non lo sapevo ma mi piace … ecco l’ho detto”

“e a me piace guardarti”

il loro rito prosegue così per altri giorni, fino a un pomeriggio in cui lei le chiede di portare il computer portatile, che vuole vedere dei siti insieme a lei

la navigazione fatta col suocero sconvolge i suoi sensi, la ubriaca di adrenalina, fa cadere in lei le ultime resistenze …

arrivata a casa si tocca da sola sul letto, mentre aspetta il marito, per farsi trovare nuda, per farsi scopare, per calmare il demone fino al lunedì successivo, giorno in cui sarebbe arrivato il pacco ordinato sul sito con il suocero.

ma il demone non si calma.

domenica sera hanno una cena con dei colleghi del marito, cene piuttosto noiose e molto formali, ma necessarie.

vi tralascio i dettagli della cena, le chiacchiere vuote su politica ed economia e la fatica a concentrarsi di Anna, ma vi lascio immaginare la gioia del marito  quando lei gli sussurra “portami via, andiamo a fare cose più divertenti, facciamolo in auto”  … il demone è scatenato.

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