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Erotici Racconti

Invaghita da uno diverso

By 26 Agosto 2016Gennaio 30th, 2023No Comments

Io mi sono innamorata, sì, ecco la cosa importante e influente da divulgare, le prime parole da scrivere. Per esempio: non ‘Caro Andrea’, oppure ‘Non so come iniziare questa lettera’, o ancora ‘M’imbarazza doverti dire che’ e così via. No, perché ciò che conta e che importa veramente, è che sono innamorata e voglio che tu lo sappia, forse ci sono questioni che è meglio non vengano dette, giacché il semplice fatto di dirle crea e sviluppa la realtà, il silenzio è tuttavia pesante, giacché la tua presenza nel cuore è aspra, dolorosa e spiacevole.

Tu eri totalmente dentro il mio cuore ponendo l’assedio, in quanto andavi e venivi, legato a me da un filo sottile che si sarebbe potuto spezzare in qualsiasi momento. Te ne andavi, e quella era una sentenza d’addio che m’angosciava e mi martoriava perennemente, tu ritornavi e con te si ripresentava la felicità, in quanto io t’ho amato moltissimo. Perché? E dopo? Sono forse nel frattempo cambiata? Io mi sveglio sennonché in preda a un sogno inverosimile che non so spiegarmi e pertanto mi domando:

‘Dov’è lui? E l’amore? C’è ancora? E’ aumentato o si è dileguato?’.

Oggi sono felice, poiché sembra come se ridessi con tutta me stessa, però nei giorni passati sentivo la tua assenza, coglievo lucidamente la tua svogliatezza e limpidamente la tua pigrizia, in seguito ti sei negato totalmente. Allora mi chiedevo il perché, appresso non mi sono chiesta più niente. Io t’ho amato, ti amo, però mi sono abituata a non occuparmi più di te, dal momento che ho cercato d’ambientarmi adattandomi alla tua mancanza, io ho incontrato un altro, il sollievo, la felicità, il senso d’estraneità, un altro tempo, un altro sogno, un altro corpo, un altro sentore, tutto è tuttavia svanito, eppure rimane dentro di me quel fuoco estinto, insieme a quel carbone acceso che al presente brucia e inaridisce. Io t’ho amato, non saprai mai quanto, perché ti vorrò sempre bene, tenuto conto che la promessa d’esserti amica non si è giammai spezzata, giacché i giorni della nostra vita volano e noi non siamo insieme. Adesso sono felice, eppure mi manchi appieno, profondamente, non mi scrivi, non mi parli, non so se mi sarai amico, io non voglio annunciarti dicendoti addio né arrivederci, però tu dimmi ciò che vuoi. Io sono confusa, disorientata e frastornata, però io ti dico unicamente che mi sono invaghita. (Ausilia).

Con quella lettera tra le mani, lui guarda fuori della finestra con gli occhi fissi in un punto lontano oltre i tetti, oltre la linea sfumata e vaga dell’orizzonte, il vuoto nello stomaco è palpabile, il dolore è vivo, è pressante, lui è afflitto costernato e dispiaciuto, dato che i ricordi s’accavallano mescolandosi e portando notizie d’ostilità, di rancori e di rimpianti, poco è il rimorso, ma profonda è l’afflizione per la ferita dell’orgoglio che gli fa sanguinare concretamente il cuore, anche se in fondo capta e riconosce che lei ha ragione, giacché era cruciale e inevitabile che finisse così la loro storia, dato che lei ha avuto fin troppa pazienza cercando di tollerarlo oltre il dovuto. Il fatto adesso però, è che lui la desidera in una maniera così terribilmente affannosa e tormentosa, come non gli sarebbe mai stato possibile immaginare prima. Perché? Deve telefonarle, deve dirglielo, deve parlarle, deve ascoltare la sua voce, quella carezzevole, dolce e languida voce, dunque adesso comporrà il suo numero e dopo averla chiamata tutto tornerà come prima.

Il suo membro duro la chiama, la cerca, la sua bocca ha sete di lei, le mani tremano nel desiderio di sfiorare la sua pelle di seta, gli occhi desiderano la vista sensuale del suo corpo nudo. E’ la sua donna, poiché non può sfuggirgli sottraendosi in questo modo, considerato che le altre non significano né simboleggiano nulla per lui, sono solamente un passatempo, un diversivo, uno spasso, il soddisfacimento automatico d’un bisogno fisiologico, perché lei è la sola che conta, che lui ama, che ha sempre amato. Quest’aspetto lei non può ignorarlo né sottovalutarlo, lei che lo capisce così bene e poi lo ha sempre perdonato infine graziandolo innumerevoli volte. Addirittura pure quella volta che l’aveva sentita piangere al telefono, mentre lui stava con un’altra, in quanto il ricordo è veramente fastidioso, sgradevole e pungente, però abilmente lo scaccia via.

Che cosa mai gli viene in mente? Si tratta d’una faccenda avvenuta almeno due anni fa, che cosa c’entra adesso? Non ricorda nemmeno più chi fosse l’altra, tuttavia s’affretta nel comporre il numero di telefono apprestandosi per conversare con lei. Ausilia è ancora sdraiata, languida e sfibrata dopo l’amore, pensa ancora allo spasimante, all’incontro pieno d’abbracci appassionati, di baci divoranti, di mani protese ad accarezzare, a colpire e a stringere, con lingue golose da leccare e da penetrare, di bocche aperte da succhiare e da mordere, evocando eccitanti e sconce oscenità. Lei lo aveva incontrato tempo addietro in una festa di compleanno una sera d’estate, c’era stata una cena raffinata dopo la quale tutti gli invitati, pressappoco una trentina, erano usciti in giardino per gustare la torta, mentre iniziavano le danze intorno alla piscina illuminata. Ausilia indossava un abito senza spalline di color giallo oro, che faceva risaltare la sua recente abbronzatura e ondeggiava sui tacchi alti ballando, quando aveva intravisto lui. 

‘Che figura elegante’ – aveva pensato, notando l’indolente scioltezza con la quale si muoveva fra i tavolini, reggendo un piattino e un calice di spumante.

Quando l’uomo l’aveva guardata, i loro occhi si erano incontrati e Ausilia aveva provato un leggero brivido, in seguito quando lei si era seduta per sorseggiare la sua bevanda, lui l’aveva raggiunta. In quell’occasione lui si era educatamente presentato, le aveva sfiorato con le labbra la mano che lei gli porgeva e poi l’aveva trattenuta con la sua carezzandole leggermente l’interno del polso con il dito indice, in un gesto al tempo stesso intimo e moderato che l’aveva fatta infiammare, mentre i loro occhi si erano come incatenati. Era passata una corrente fortissima d’attrazione fra loro due, tanto che Ausilia si era sentita bagnata, appresso avevano conversato, si erano sfiorati mentre ballavano, sentendo crescere il reciproco desiderio e poi si erano baciati nella piccola anticamera che conduceva al guardaroba. Mentre lui la stringeva a sé ansimando, penetrando con la lingua nella sua bocca, ad Ausilia le si erano piegate le ginocchia, poiché aveva capito che quest’uomo stava cancellando il suo passato azzerandolo radicalmente, il suo amore d’un tempo che stava entrando prepotentemente nella sua vita.

Entrambi si erano rivisti più volte ancora, Ausilia, confusa e incerta aveva cercato di parlarne ad Andrea, che però in quel periodo era molto impegnato con il lavoro, almeno così diceva. Non aveva il tempo d’incontrarla e oggi Ausilia e quell’uomo hanno fatto l’amore per la prima volta, lui è giunto a casa di Ausilia in anticipo sull’ora fissata, visibilmente emozionato, l’ha presa fra le braccia affondandole il viso nel collo, carezzandole i capelli e la nuca con una mano, mentre con l’altra le tirava giù la chiusura lampo dell’abito sulla schiena, amorosamente glielo ha sfilato, intanto che la conduceva verso la stanza da letto. Di sotto Ausilia vestiva soltanto un reggiseno e dei minuscoli slip, lui l’ha guardata con adorazione, dopo ha sbarrato gli occhi come sbalordito:

‘Io sono pazzo di te’ – le ha detto, mentre affondava le mani nel reggiseno e poi lo strappava via aprendo la bocca sul suo petto.

Sdraiata sul letto, Ausilia ha goduto come da tempo non le accadeva, poiché il suo nuovo amante le ha provocato il primo orgasmo, stimolando opportunamente per lungo tempo i capezzoli con la bocca, mordendole i seni, mentre lei s’inarcava mugolando di piacere, in seguito le ha allargato le gambe e ha infilato la testa fra le sue cosce. In seguito dopo averle scostato il perizoma ha passato e ripassato la lingua sulle labbra e sul clitoride gonfio, cosicché Ausilia si è sentita tutta irrorata e dopo gliel’ha infilata profondamente nella fica, mentre le sue mani le sollevavano i fianchi per premerla contro di sé. Quello lì è stato il secondo orgasmo di Ausilia, quando ha gridato contorcendosi come una serpe tra le sue braccia. In quell’istante anche lui si è spogliato, mentre Ausilia stava ancora godendo e cercava di tenere gli occhi aperti per gustarsi il corpo dell’uomo, però gli spasimi di voluttà la costringevano a socchiuderli e la testa le girava. Lei si era sentita strappare via anche il minuscolo perizoma, che prima era stato soltanto scostato, dato che lui lo ha appallottolato nella mano e se lo è messo in bocca, ha afferrato il cazzo duro e proteso con entrambe le mani per masturbarsi davanti a lei che gemeva, eccitata alla follia dai suoi gesti.

Dopo, le loro bocche si sono incontrate nei baci profondi, con le lingue avviluppate come se volessero divorarsi, mentre i corpi strisciavano l’uno sull’altro abbracciati dalle mani ingorde e vogliose. Le loro labbra si staccavano solo per trarre respiri intervallati da parole d’indecoroso e d’inopportuno splendore, appresso lui si è girato sopra il corpo di Ausilia, cercando con la bocca la sua fica e di nuovo le ha leccato il clitoride pulsante, le labbra gonfie e il perineo, giungendo fino al suo buchetto, infilandoci infine la lingua. In quel momento Ausilia ha sentito sulla sua bocca il suo odoroso cazzo, ed è stata travolta dal desiderio d’averlo dentro di sé, nella bocca, nella fica, nelle viscere, in quanto è stato un succedersi travolgente e vorticoso d’amplessi ansimanti, di gemiti, di grida e di sussulti, finché lui ha sparso il suo seme sul suo corpo, mentre giungevano insieme al culmine. Ausilia pensa a quando si è sentita piena di lui, con il suo cazzo che le penetrava lentamente nelle viscere, le dita della sua mano che la penetravano nella fica strofinando il clitoride, mentre l’altra mano le afferrava i seni tormentandole i capezzoli sodi. Successivamente quel cazzo per un tempo deliziosamente lungo è andato su e giù, dentro e fuori e il piacere è stato così forte da farla singhiozzare mentre godeva, come impazzita, pronunciando parole disunite e sconnesse, in seguito le carezze, le parole dolci di lui e il tepore del suo corpo stretto a quello di Ausilia e i baci delicati sul suo viso. E’ stato meraviglioso, perché in quest’istante Ausilia sta attualmente rivivendo facendo rifiorire la delizia e l’incanto erotico che l’ha interamente stordita, quando sente inaspettatamente squillare il cellulare:

‘Sì, un attimo’. La voce di Ausilia è al momento morbida e sensuale, mentre risponde immersa com’è nella sua atmosfera del sogno. 

‘Ciao, Ausilia cara’. La voce di Andrea strappa Ausilia al suo sogno.

‘Oh, Andrea, che sorpresa. Hai ricevuto la mia lettera?’.

‘Sì, l’ho ricevuta. Ausilia ti desidero’.

‘Oh, m’immagino. Posso ben capirlo, è una reazione normale’. La voce di Ausilia adesso ha un tono comprensivo, disponibile e materno. 

‘Non vuoi vedermi? Ho bisogno di fare l’amore con te’. L’intonazione di Andrea è lievemente ansiosa, apprensiva e impensierita.

‘Non sarebbe d’alcuna utilità mio caro. Vuoi rimanermi amico? Io ti voglio bene e tu lo sai, perché ti vorrò sempre bene’.

‘Ti prego, Ausilia. E’ essenziale che ti veda subito. Ascoltami’.

‘Mi dispiace Andrea, non posso, per davvero’.

Un indubbio clic avverte repentinamente Ausilia che la comunicazione è stata interrotta, lei scrolla il capo e s’immerge di nuovo nel suo sogno. Andrea è in preda a una furiosa mortificazione, perché non s’aspettava questa reazione da lei, dal momento che non sono state tanto le parole che lo hanno ferito, o il suo rifiuto di vederlo al momento, no, al contrario, è stato unicamente il suo tono disattento, lontano, negligente e perduto in un’altra dimensione: lui peraltro l’ha lucidamente riconosciuto, perché era luminosamente il tono che ha una donna quand’è manifestamente innamorata.

Dunque è proprio vero come sosteneva nella lettera: lei si è argutamente e silenziosamente innamorata d’un altro, Andrea s’agguanta il capo insieme con le mani percependosi disperato, inadeguato e incapace di dominare quello che le sta accadendo. 

Lui riprende fiato, si guarda intorno, poi stabilisce come procedere: entra deciso nella stanza da letto, apre il ribaltino di quell’antico scrittoio, aziona una leva nascosta che solleva un altro cassetto segreto, dal quale estrae una pistola con dei proiettili mettendosela infine in tasca, successivamente esce di casa ardito, baldanzoso e in modo risoluto e sconsiderato alla fine si dirige verso la casa di Ausilia.

{Idraulico anno 1999} 

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