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Racconti Erotici Etero

Io e A. (in un pub a Roma)

By 24 Novembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Non volevo neanche scriverla questa storia, poi mi sono detto, perchè no?
Dunque’Questo è quello che è successo una sera di primavera a Roma, qualche anno fa.
Per ovvi motivi, non riporto i nomi di luoghi e persone’

Io e A. ci frequentavamo da qualche mese, l’andazzo dell’incontro dipendeva dagli stati d’animo e anche dalle possibilità, cioè io non potevo ospitarla a casa e lei lo poteva fare solo quando i suoi erano fuori.
Si discuteva di varie cose ma alla fine il risultato era solo sesso.

‘ una sera ci diamo appuntamento verso le 17 a Piazza di Spagna, era caldo e finalmente si respirava l’aria frizzante che preannunciava l’arrivo dell’estate.
Arrivo con qualche minuto di ritardo, mi viene incontro, è vestita con un leggero vestito a fiori con le spalline, lungo appena sopra il ginocchio. Ci baciamo velocemente in bocca e cominciamo a passeggiare senza meta, chiacchierando del tempo e vagamente di noi.
Lei è una trentenne mora, capello riccio e lungo fino alle spalle, alta circa 1,65, tette sode e dritte, culo scolpito’fate conto che è massaggiatrice nonché istruttrice di fitness e quelle cose da palestra per fighette’
Ad un certo punto propongo di andare a bere qualcosa, avrei voglia di una birra scura, così andiamo in un pub inglese proprio lì vicino.
All’inizio siamo in pochi avventori, ma dopo una mezz’oretta il locale è pieno.
Cominciamo a parlare di sesso.
Mi dice che a Lei piace proprio scopare (questo lo avevo capito durante i nostri incontri’), cambia tono di voce, abbassa lo sguardo e poi con un sorriso malizioso mi fa: ‘ti aspetto in bagno’.
Si alza e se ne va.
Io aspetto qualche secondo, ma sono eccitato dal suo modo di fare, e da quello che mi aspetta.
Mi dirigo verso il bagno, qualche sguardo distratto mi segue, c’è una prima porta, poi a destra e sinistra due porte, senza insegna per distinguere uomini / donne, vado a sinistra, è chiuso, ma la porta si apre subito: è lei.
Entro.
Non ci diciamo niente, cominciamo a baciarci, sento la sua lingua rovistare dappertutto, sento anche che sto avendo una potente erezione, se ne accorge anche lei perchè spinge il suo bacino verso il mio.
La spingo contro al muro e senza smettere di baciarla le tocco il seno, lei ansima, è accaldata, il suo respiro pesante e il suo ansimare mi fanno eccitare ancora di più.
Porto una mano sotto il suo vestito e non perdo tempo a toccarle la figa. E completamente bagnata, la accarezzo prima tutto intorno, poi ‘ non resisto ‘ faccio scivolare il mio dito medio dentro. Lei per un attimo di sblocca, emette qualcosa che è un gemito e un respiro profondo, poi mi rimette la lingua in bocca e con una mano mi tocca il pacco dei pantaloni. Mi sta scoppiando, devo tirarlo fuori.
Andiamo avanti così per qualche minuto, ma non ce la faccio più, lo tiro fuori, lei lo sega per poco perchè io la giro, la piego leggermente (quasi a novanta), le sue braccia sono tese e lunghe, le mani aperte poggiano sul muro, tiro su il vestito, sposto il minuscolo tanga e la penetro così. E’ bagnatissima e ad ogni colpo si spinge verso di me, ogni volta le entro completamente dentro.
Di tutte le donne che ho avuto A. è stata quella che si bagnava di più, oltrechè la più zoccola!
Continuo così fino a quando lei non viene con un lungo gemito.
Si rimette dritta e mi blocca, ‘vieni qua, siediti sulla tazza, voglio montarti sopra’, la accontento subito, mi siedo, lei mi monta sopra e comincia a cavalcare. Il suo corpo è veramente perfetto. Si muove come se stesse facendo la cosa più semplice e normale del mondo (‘forse si’) io sono completamente partito, infatti comincio a dare dei colpi ritmici anch’io, ma dopo poco aumento il ritmo, lei ha la bocca spalancata e gli occhi chiusi ansima, ‘continua cosi, non ti fermare” sono le uniche parole che capisco, io continuo a pompare, lei non si aspettava che anche da sotto dirigessi io il gioco, ma non ce la faccio più, la tiro su, lei capisce che sto per venire, si inginocchia davanti a me e se lo prende in bocca, io vengo fortissimo, lei continua a succhiare, non si perde neanche una goccia.
Sono stordito, lei, si tira su, mi abbraccia, mi bacia, la porcona ha ingoiato tutto, sento l’amaro che le è rimasto in bocca, mi sorride, mi sento come se fossi ubriaco, mi ha fatto venire veramente forte.
‘adesso esci e aspettami al tavolo’ mi dice con tranquillità, io eseguo.
Esco dal bagno, quanto tempo è passato? Ci avranno sentito ? in un secondo mi faccio mille domande ma non mi do risposta, mi siedo al tavolo, la birra è ancora lì, ne bevo un lungo sorso, poi riappare lei, volto disteso e lo stesso sorriso con cui mi aveva invitato a scoparla.
Si siede davanti a me, non dice niente per qualche minuto, sorseggia la sua birra chiara.
‘Mi è piaciuto’, mi dice.
‘Andiamo via’, faccio io; usciamo ‘ senza neanche pagare !!! (ma di questo ce ne siamo accorti dopo un quarto d’ora!!!)
Fuori Roma ci aspetta, facciamo un lungo pezzo di strada in silenzio, io sento ancora il sapore attorno alla mia bocca.
Infine mi fa: ‘mi è piaciuto tantissimo farmi scopare nel bar di un locale pubblico, mi sono sentita molto puttana, vorrei rifarlo una volta o l’altra. Pensaci’
Mi bacia, mi saluta e se ne va.
Io rimango lì come il solito coglione.
Non importa, alla fine dei conti so benissimo di incontrare A. solo per scopare, anche se non capirò mai chi dei due tratta l’altro come un giocattolo con cui fare sesso.
Mi dirigo verso la metro, penso a questa scopata inattesa, sorrido e vado via.
Con A. ci siamo visti altre volte, oltre a quella del pub ‘.
In quel periodo lavoravo a Roma per il ministero della Difesa, vivevo in caserma e non potevo ospitare personale esterno. Così i nostri incontri erano sempre fugaci o in luoghi inaspettati; poi io avevo orari di lavoro particolari e difficilmente potevo prendere impegni a lunga distanza.
Sta di fatto che una sera la chiamo, i soliti saluti e chiacchiere su tutto e niente, finchè lei: ‘pensavo di invitarti a cena a casa mia sabato sera’, io: ‘accetto, però devo rientrare presto’.
Abitava ancora con i suoi ma questo non le pesava affatto, aveva tutta la libertà di cui aveva bisogno; in uno dei rari momenti in cui parlavamo di noi mi disse che passavano molto tempo fuori casa per lavoro oppure nella loro casa di Ostia.
Ci accordiamo per l’incontro.
Arriva il sabato, esco presto, sono euforico, vado in centro a perdere tempo, guardo le vetrine, mi siedo su una panchina, guardo le persone passare.
Finchè mi decido a prendere la metro e andare a casa di A.
Suono al citofono: ‘sali, quarto piano’.
Entro, mi aspetta sulla porta accogliendomi con un sorriso.
Bacio di circostanza, ‘che buon profumo che c’è’.
‘sto preparando un sughino speciale!’
Mi siedo in cucina e la guardo che armeggia con un pentolino, non c’è molta confusione di pentole e affini, lei è vestita con una camicia e una gonna al ginocchio, è scalza.
Si gira e mi sorride, ‘allora come va?’, io rispondo distratto ‘bhà, è un momento un po’ così, da rompersi le scatole, ci sono cose da sistemare’;
‘qualcosa non va a lavoro?’
‘anche’
Non potevo e non volevo parlare di quello che facevo e lei non provò neanche ad insistere.
Si avvicinò con il mestolo in legno colmo di sugo per farmelo assaggiare: ‘mmm’ è buonissimo’.
Appena si gira per tornare ai fornelli, la afferro per i fianchi, lei rimane immobile, le accarezzo le cosce sotto la gonna, lei con un movimento lieve si piega leggermente in avanti, le mie mani accarezzano il suo culo sodo. Ma dopo neanche un minuto si allontana: ‘il sugo è pronto, meglio spegnere’
Torna da me, mi si siede a cavalcioni e mi mette la lingua in bocca, comincia a strusciarsi sul mio pacco.
Ho un ‘erezione immediata, lei sente il cazzo che cresce e spinge ancora di più.
Poi allontana il bacino e infila tra i due corpi la sua mano, mi sta segando da sopra i pantaloni.
Andiamo avanti cosi, seduti su una sedia, avvinghiati, con le lingue che si cercano e la sua mano che mi tocca.
‘andiamo di la, mettiamoci comodi’, la seguo, ‘andiamo sul letto dei miei, mi piace scopare qua sopra, e poi voglio vedere mentre lo facciamo’.
Davanti al letto dei suoi genitori c’era un vecchio armadio con la parte centrale formata da due porte a specchio che riflettevano tutto quanto accadeva sul letto.
Mi ci spinge sopra, mi spoglia con molta foga, poi mi fa: ‘adesso stai fermo’
A. si spoglia davanti a me, lo fa velocemente, me la ritrovo nuda, statuaria ‘ si vede che il suo lavoro (massaggiatrice e istruttrice di fitness) ha dato ottimi risultati ‘ longilinea, culo e tette sode, e un bel ciuffo su quella pelle chiara.
Io sono nudo sul letto, con l’uccello in piena erezione.
Lei sparisce per un secondo, ritorna con una bottiglietta bianca in mano.
‘ora ti faccio un bel massaggio, ma tu devi restare immobile’ – ‘va bene’, rispondo
Si riempie le mani di olio, poi comincia a massaggiarmi, prima il petto, poi giù, evitando accuratamente il mio uccello in erezione, continua anche sulle gambe.
Poi noto che si cosparge completamente il corpo di olio, mi fa sistemare in mezzo al letto e si sdraia sopra di me.
Comincia a fare movimenti dolci e circolari, prima con tutto il corpo poi solo con il culo e la figa che mi passa dappertutto, provo ad allungare una mano, ho voglia di leccarla e toccarla ma: ‘ho detto che devi stare fermo, capirai quando è il momento di toccarmi’.
Continua a massaggiarmi ovunque, il cazzo mi sta scoppiando.
Scende verso le gambe e con la figa si posiziona sopra un piede e comincia a masturbarsi, io sento un piacevole calore e una netta sensazione di bagnato, è la sua figa vogliosa.
Lei continua, ogni tanto apre gli occhi e guarda la scena allo specchio.
Apre gli occhi, mi guarda, accelera il ritmo, urla, ha un orgasmo.
Io sono immobile mi godo la scena che mi ha eccitato a tal punto che potrei già venire anch’io.
In un secondo si riprende, si piega in avanti e me lo prende in bocca.
Lo succhia tutto, si muove pianissimo, prima solo la punta, poi tutto fino in fondo, lo tiene in bocca e poi ricomincia, sempre con movimenti lentissimi.
Mi guarda da laggiù e poi guarda allo specchio, allunga una mano, mi tocca il mento e mi fa girare verso lo specchio.
Vedo la mia faccia arrossata, e soprattutto, una bella figa che mi sta facendo un pompino favoloso.
La visione è eccitante, ed io ancora non mi sono mosso. Ma la sua lingua e la sua bocca stanno facendo tutto il resto.
Sente che ansimo più forte, si ferma. Non vuole farmi venire.
‘Prendimi da dietro’
Sono un’automa: eseguo i suoi comandi, non potrei fare diversamente.
Si mette a quattro zampe in mezzo al letto, con la faccia di fronte allo specchio.
‘Dai scopami così, scopami, scopami”
Io mi sistemo dietro di lei, le metto il cazzo nella figa, comincio a pompare forte da subito, come un forsennato, guardo il suo culo, la sua figa aperta con il mio uccello che entra ed esce in quel lago caldo. Alzo gli occhi vedo lei a bocca aperta che guarda allo specchio.
‘Sto venendo, la tua figa bollente mi sta facendo sborrare”
‘vienimi sul culo, ti prego dai, tiralo fuori e sborrami sul culo, voglio sentire la tua sborra su di me’
Non faccio in tempo a tirarlo fuori che partono dei fiotti, le riempio la schiena e il suo bel culetto di getti di sperma’
‘spalmamela sul culo’
Le do uno schiaffo sul culo e poi gliela spalmo come vuole.
Ci buttiamo sul letto sudati. Ma lei non sembra soddisfatta: mi fa girare a pancia in su e riprende e succhiarmelo. In poco tempo mi ritorna duro.
‘Inculami ‘ ho voglia” – ”sei una porca ‘girati e fatti sfondare”
Si rimette a pecorina davanti allo specchio, questa volta però ce lo abbiamo di lato, le tocco il buchino e noto con piacere che è già bagnata anche lì. E poi non sembra che sia la prima volta che qualcuno fa visita da queste parti’
Le metto prima il cazzo in figa, è talmente bagnata che me lo lubrifico così, lo tiro fuori e poi comincio a spingere dietro.
Prima piano poi aumento il ritmo, la inculo con foga, lei si mette un dito un bocca e lo succhia: ‘sono la tua puttana, vedi come sono troia? Ti piaccio così? Eh’allora? trattami da puttana’ dai insultami, picchiami”
Io non capisco più un cazzo, comincio a darle degli schiaffi sul culo, e ogni volta lei ansima ancora di più, poi le metto due dita in figa ‘senti questa zoccola com’è bagnata, sei proprio una mignotta, sei bagnata dappertutto, senti come ti monto’troia’
‘Ancora’ scopami ancora’ fammi venire’ scopami ‘ sborrami in culo, voglio vederti mentre sborri’.
Le do gli ultimi colpi con forza, sento che sto per venire: ‘ troia eccoti tutta la sborra che vuoi’
Veniamo insieme. Subito dopo piega le gambe, io tiro fuori l’uccello dal suo culo bagnato e mi sdraio sopra di lei.
Rimaniamo così per un paio di minuti.
Quasi a bassa voce mi fa ‘devo pisciare, accompagnami in bagno’.
Io la seguo, ma appena entriamo lei: ‘aspetta’, mi fa sedere sulla tazza: ‘voglio pisciarti sul cazzo’
Mi fa sedere sulla tazza, apre le gambe e mi si mette davanti: mi sorride e mi piscia sul cazzo che (inaspettatamente, era un’iniziazione per me) mi stava tornando duro.
Mi abbraccia, ‘voglio pisciarti anch’io sulla figa’.
” fammela addosso’, entra nella vasca e mi si mette davanti a gambe aperte, il cazzo mi è ritornato duro, la guardo negli occhi, dirigo il getto sulle sue tette, poi sul suo sesso.
‘alzati’, lei si alza e io finisco questa lunga pisciata sulla sua figa.
Si tocca le tette e poi la passera, mi tocca l’uccello, se lo prende in bocca, è talmente duro che quasi mi fa male: ‘guarda cosa è successo, ti piace, eh?’
‘si, mi ha molto eccitato ‘. Perchè non me lo succhi ancora”
Mentre lo fa, si sta masturbando, ‘fatti scopare ancora’, entro anch’io dentro la vasca, mi siedo sul bordo e la faccio sedere sopra di me, si impala sul mio uccello, comincia a muoversi su e giù e poi comincia un movimento circolare, è sempre più infoiata, le sue tette sbattono sul mio petto
‘sfondami ‘ ancora ‘.sono la tua troia, fammi quello che vuoi’, mi mette le lingua in bocca.
Scopiamo così, sudati, bagnati dei nostri liquidi, siamo solo due animali che ansimano, è una sensazione forte, dopo qualche minuto non ce la faccio più: sto per sborrare’.
‘non dentro la figa!! Voglio sentire la tua sborra in faccia’
Si tira indietro, io mi alzo in piedi, lei si abbassa, lo afferra e mi sega fino a quando non le sborro in faccia.
‘sono una puttana vogliosa di sborra’
La porcona lo prende in bocca, lo pulisce per bene, poi con il mio cazzo si spalma tutto lo sperma sulla faccia e sulla bocca.
Mi fa il suo solito sorriso da zoccola soddisfatta e apre l’acqua della doccia.
E’ quasi bollente: ci laviamo uno contro l’altro, lei mi insapona tutto e poi si strofina contro di me.
”non avevo mai scopato come oggi’ confesso io.
‘Forse posso insegnarti qualcosa, mi piace scopare con te, anzi, mi piace scoparti”, mi sussurra lei con le labbra appoggiate sulle mie, poi continua ‘è stata la prima volta che qualcuno mi ha pisciato addosso, l’ho fatta io qualche volta, ma mai addosso a me’non mi è dispiaciuto”
‘sei una porcona, anzi sei una fantastica zoccola’ – ‘lo so’, sorride, mi bacia, prende il mio uccello tutto in bocca (ormai è inerme!) gli da il suo saluto, poi usciamo e ci asciughiamo.
Guardo l’orologio ‘cazzo!!! Devo scappare via’ – ‘e la cena?!’ fa lei, ‘un’altra volta, magari’.
Mi vesto velocissimo, la bacio di nuovo e scappo via.
Mi tornano alla mente le allusioni alle sue esperienze passate, la ragazza deve averne fatte di tutti i colori, la cosa mi intriga ‘ sono pronto ad imparare, sono pronto a nuove scopate’

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