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IOLE E FABIANA

By 26 Agosto 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Era una calda estate e in città non si respirava, Alberto mi chiamò per andare a rinfrescarci al mare dove già la sua Fabiana era dalla mattina con tutta la famiglia, così ci incamminammo verso i lidi, erano quasi le sei ma il sole non aveva l’intenzione di attenuare la sua intensità. Giunti a destinazione cercammo di individuare nel formicaio l’ombrellone giusto. Alle docce trovammo il suocero che scherzava con i due nipotini figli della sorella Iole più grande di Fabiana di qualche anno. Trovati i lettini salutammo la madre, bellissima donna, e Massimiliano, marito di Iole, che stavano preparando la risalita stanchi della giornata passata con le pesti. Iole informò il marito che sarebbe rimasta fino a tardi per rilassarsi un altro po’ e vedere un po’ di che si trattava della festa organizzata dagli animatori sulla spiaggia per la sera. Massimiliano informò che era troppo stanco e che dopo aver fatto mangiare i piccoli sarebbe direttamente andato a dormire augurandoci buon divertimento. Rimasti noi quattro provvedemmo al primo scherzo, Alberto senza nessuno scrupolo gettò d’improvviso un bicchiere d’acqua fresca sulla schiena di Fabiana che non si era nemmeno accorta che fossimo arrivati, era con le cuffiette nelle orecchie e sdraiata a pancia in giù su un’asciugamani. Si alzò di scatto lasciando a terra il pezzo di sopra del costume lasciando vedere così a tutti sulla spiaggia il suo prosperoso seno. Cercò di coprirsi ma oramai in tanti avevamo visto esaudirsi il nostro desiderio più profondo, sebbene ben abbronzata in viso si percepì il suo imbarazzo arrossendo, mi sorrise poi maliziosamente notando il mio rigonfiamento del costume. Con una scusa mi gettai subito in mare, la situazione si stava facendo di fuoco, dopo poco mi raggiunse Iole che costatava l’arrabbiatura della sorellina nei confronti del fidanzato idiota. Si avvicinò scherzando con gli schizzi d’acqua, così per fermarla la dovetti bloccare da dietro, non poté fare a meno di constatare che nel costume ci fosse ancora qualcosa di duro. “Wow certo che la sorellina ti fa proprio un ottimo effetto, certo che le farai divertire le tue donne con questo uccellone? Magari il maritino mio avesse avuto qualche centimetro in più sarebbe stato più divertente.” Ero in trans sentendo le parole sentivo chiaramente la mano segarmi velocemente. Divincolatomi dalla presa risalii verso l’ombrellone e chiesi le chiavi della cabina per riporvi la borsa, Fabiana chiese poi alla sorella mentre mi avviavo cosa fosse successo in acqua. Nella cabina senza nemmeno aver avuto il tempo di richiudere la porta fui assalito da Iole. “E no! Ora m’hai fatto venire voglia di cazzo e mi devi accontentare non posso aspettare stanotte di farmi prendere da mio marito per i suoi canonici cinque minuti.” Mi ritrovai spalle al muro con il costume calato e lei che mi stava sparando un pompa eccezionale, nessuna mai era riuscita a prenderselo tutto in bocca, poi la bloccai d’istinto mentre venivo, mandò tutto giù sino all’ultima goccia lasciandomi stremato. “Wow non ho mai fatto un carico di proteine del genere – una breve pausa – non ci credo che sia ancora così in tiro, promettimi che mi farai godere come mai quel cazzettino di mio marito ha fatto prima” Preso dalla smania di fottermela la misi a pecora strappandole il costume e infilandoglielo nella sua vagina fradicia con una botta secca, la scopai con forza e vigore, sbattendoglielo dentro senza ritegno, con una mano attenuavo i mugolii e l’altra davo schiaffetti sul sedere, ogni tanto le stimolavo il buchetto. Non so cosa mi prese ma non persi tempo a sfilarglielo e puntarlo all’ano, lei cercò di divincolarsi e cercare di dire qualcosa che veniva distorto dalla mano ma forzando un po’ le fui dentro, si agitava e mugolava sempre di più, era ben stretta ma in poco la allargai ben bene dandole delle spinte forti e profonde. Non so quanto pompai ma le riversai tutto nell’intestino. “Cazzo che dolore all’inizio ma poi mi hai fatta godere come una cagna in calore, devi capirmi che prenderne uno come il tuo al primo tentativo non è affatto facile.” Mi scusai dell’irruenza e ripulitomi uscii e ritornai agli ombrelloni. Alberto mi guardò subito in modo strano poi Fabiana all’arrivo di Iole ci chiese che stessimo combinando e di non fare gli stronzi che non eravamo più ragazzini. Iole sebbene meno prosperosa di seno della sorella era più abbondante in altre parti giusto dove serve, Fabiana comunque aveva un sederino perfetto ma per rispetto di Alberto cercavo altro da guardare. Quando la festa cominciò con i cocktail di benvenuto la sorellina ricordò all’altra i suoi doveri coniugali ma di risposta Iole:”Scusa e che faccio lascio il povero Danilo a fare il moccolo a voi due, poi quando vi appartate lui che fa? Oppure avevi intenzione di fare una cosa a tre bricconcella?”

Il viso di Fabiana cominciò a farsi di tutte le gradazioni di rosso, dalla più chiara fino a quella come il fuoco. La situazione non degenerò grazie all’arrivo dei balli che ci risucchiarono. Di alcool e balli ne susseguirono tanti ancora come di sorrisi equivoci e scherzi con l’acqua. Fin quando Alberto non si propose di accompagnare Iole a casa, vista l’ora e le considerazioni di Fabiana che ci vedeva troppo coinvolti nei giochi fatti. Tra cui uno dove ci si doveva scambiare il costume con la partner dietro una caletta nascosta, non vi dico che con Iole ci misi più del dovuto, ci scappò un’altra sveltina. E’ vero, si è proprio vero, che l’alcool rende le persone più sincere, abbatte tutte quelle pareti che metti davanti a certe situazioni, fu proprio quello che fece venire a galla tante verità, scomode ma vere. Rimasti soli attorno al falò con tanti estranei cominciammo a litigare, lei mi rinfacciava il fatto che pensassi solo a me e che facendo lo stronzo con la sorella la mettevo in difficoltà col marito, io le rinfacciai che non potevo far nulla se Iole fosse un po’ puttana. Dopo avermi mollato un ceffone si alzò e con passo veloce s’incammino lungo la riva. Dopo qualche secondo mi alzai per raggiungerla, non sapevo cosa pensare, la bloccai le cominciai a raccontare.

SAI A MARE DOPO AVERMI SCHIZZATO L’ACQUA COS’HA FATTO?

SI DIMMI, DIMMI COSA!!!!!!

DOPO AVER APPURATO IL MIO ARRAPAMENTO PER LA VISIONE DELLE TUE POPPE MI HA PRESO L’UCCELLO IN MANO E MI HA FATTO UNA SEGA!!!

COSA??????????

Ho preso la mano di Fabiana e d’istinto abbassandomi il costume le ho messo la mano sul pisello, l’ho aiutata a segarmi per un po’ pensando ad un altro ceffone che non arrivava finché:

E POI COSA AVETE FATTO QUANDO SIETE ANDATI IN CABINA?

MI HA MESSO ALLA PARETE E MI HA FATTO UN GRANDIOSO POMPINO!!!

AH, QUINDI PER TUTTO QUEL TEMPO TI HA FATTO SOLO UN POMPINO?

SE VUOI PROPRIO SAPERLO, L’HO MESSA A PECORA E MELA SONO SCOPATA DI BRUTTO E LE HO PURE ROTTO IL CULO!!!

Tutto questo continuandomi a segare, dopo l’ultima parola pensavo che era giunta l’ora del ceffone, ma continuava a segarmi, anzi accelerò.

AH SI LA COLPA E’ DELLA TROIA DI MIA SORELLA, PERCHE’ NON VOLEVI EH!?!

CERTO CHE TUA SORELLA ME LA SONO SEMPRE VOLUTA SCOPARE, CHE VUOI MI ECCITA DA MORIRE!

AH SI E ALLORA PRIMA QUANDO MI HAI VISTO LE TETTE E TI SEI ARRAPATO, PERCHE’ T’HO VISTO, AVRESTI VOLUTO SCOPARMI ANCHE A ME, VERO? E CHE MI AVRESTI FATTO?

LO VUOI PROPRIO SAPERE COSA TI AVREI FATTO?

Per fortuna che eravamo dietro ad un gabbiotto dei bagnini illuminati solo dalla luna e lontani dalla vista di tutti, la presi per una spalla e per un fianco, lei non mi oppose alcuna resistenza, anzi mi agevolò inarcandosi in avanti poggiando le mani al gabbiotto, da dietro le scostai il costume e la penetrai. Era bagnatissima e godeva come una pazza, mi incitava a fotterla più forte. Stavo oramai quasi per venire quando lei:

DAI COSI’ BRAVO, INGRAVIDAMI, STRONZO CHE NON SEI ALTRO, QUESTO VOLEVI?

Le misi una mano sulla bocca glielo sfilai dalla vagina e in un solo colpo la inculai, pochi colpi e le riversai tutto ciò che mi era rimasto nei coglioni. Aveva grugnito come se infilzata da un da un forcone rovente.

CHE STRONZO CHE SEI, AHI MI HAI FATTO MALE, DA TE NON ME LO SAREI MAI ASPETTATO.

Quella fu proprio una lunga notte.

Ci ricomponemmo e tornammo al faló, dove Alberto si guardava attorno per vedere dove fossimo finiti.

HO PORTATO TUA SORELLA A CASA ERA UN PO’ SU DI GIRI.

Ci unimmo ad un gruppo di conoscenti che a dir la verità di solito evitavamo perché un po’ trasgressivi.

WBM

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