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Racconti Erotici Etero

IUS PRIMAE TROMBATA- JACK E LA CALDA E MATURA SIGNORA McKENSY(PRIMA PARTE)

By 20 Novembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono nato a W., nel Texas orientale nel 1852 o 53, settimo di otto fratelli. Mio padre aveva un po’ di terra dalle parti di K., allevava bestiame non suo e coltivava qualcosa, mia madre era una cattolica venuta dall’Irlanda, lui invece era originario della Germania. Non eravamo proprio dei poveracci, ma neppure ce la passavamo bene, le bocche da sfamare erano tante e la terra era poca. Sono cresciuto lavorando, pregando e facendomi tutti i giorni le numerose miglia che dividevano casa nostra da K., dove c’era la scuola, il mercato, lo sceriffo. Ci voleva un’ora di camminata all’andata e una al ritorno fra casa nostra e K. Un mattino di maggio camminavo con il mio piccolo zaino consumato(con dentro acqua, un pezzo di pane e una fionda), quando fui superato da una carro trainato da 4 cavalli. Il carro rallentò dopo avermi superato e poi un volto di donna si sporse per guardarmi. Non la conoscevo, una donna dai capelli nerissimi e il volto bianco, non delle nostre parti. Mi scrutò a lungo, non ci feci molto caso, ma dopo il carro riprese la sua corsa ed io continuai a piedi.
In vita mia non avevo mai giaciuto con una donna, non ne avevo mai vista una, mi ero toccato più volte, ma ero vergine. Avevo compiuto da pochi giorni 18 anni e mio padre mi aveva detto che un suo conoscente allevatore di maiali aveva una giovane figlia che forse sarebbe diventata mia moglie. Non l’avevo mai vista, ma spesso la notte, pensavo a lei. Me la immaginavo piccoletta, con un bel seno, il volto candido, le labbra morbide e le cosce da toccare, il sesso da vedere, da annusare.
Arrivai a K.sudato per il caldo. Feci le commissioni per mio padre, mi rinfrescai alla fontana e mi sedetti su una panchina a vedere passare i cavalli per riposarmi un poco prima di riprendere la strada di casa. Proprio quando mi alzai per tornare, vidi la donna che mi aveva fissato dal carro. Anche lei mi vide e venne da me. Ero sorpreso. Lei mi fissò ancora. ‘Quanti anni hai, ragazzo?’ mi chiese. ’18 appena compiuti, ma perché lo vuole sapere?’
‘Come ti chiami?’
‘Jack’
‘Dove abiti?’
‘A T., un’ora di strada da qui…ma lei chi &egrave?’
‘Non preoccuparti. Vivi ancora coi i tuoi?’
‘Sì, ma..
‘Silenzio. Rispondi solo alle mie domande, Jack.’
‘E perché dovrei? Mica la conosco a lei?’
Lei si mise una mano in tasca e prese una moneta, grossa, dorata. Me la dette.’Adesso mi risponderai. Prendila &egrave tua, te la regalo.’ Guardai la moneta, non ne avevo mai viste, ma pareva buona. Ero felicissimo. Chissà quante cose potevo comprarci con quella?
‘Sei fidanzato Jack?’
‘Io? Oh, no Signora’.
‘Hai una ragazzina col quale passi del tempo?’
‘Come?’
‘…ho capito…sei vergine, Jack?’
Avvampai di vergogna. Ma che diamine?
‘Meglio così, Jack molto meglio così..senti Jack, sei sano?’
‘Cosa?’
‘Hai malattie? Polmoni? I denti sono sani? Hai problemi di fegato?
‘..io’.no’.direi..di no…’
Mi aprì la bocca e mi fece mostrare i denti. Li guardò. ‘Hai fratelli malati? In famiglia tua siete sani di costituzione?’
‘…ecco’.io’
‘Rispondimi, Jack!’
‘…ecco’.sì ho sei fratelli, tutti sani’.cio&egrave Billy ha solo 7 anni…ma ecco’.mio nonno Russell &egrave vissuto fino a 93 anni’.’
‘Dici davvero? 93 anni? Bene…bene’.ottimo Jack…adesso però ho bisogno che tu mi mostri una cosa’.’ e si guardò attorno. Cavalli e gente a passaggio o a lavoro. La donna si guardò attorno, poi mi disse: ‘Seguimi dietro a quel deposito abbandonato…muoviti Jack!’ e si incamminò verso il deposito di Rett che era andato a fuoco mesi prima. Nervoso ma con la mia moneta in mano la seguii. Lei mi attendeva dietro un muro. Mi afferrò. Era una donna forte, il volto era piacevole, doveva avere più di trentanni, una vecchia. Mi mise una mano nei pantaloni cercai di liberarmi, ero sorpreso e impaurito. ‘Fermo, Jack, pensa alla tua moneta e lasciami fare!’ e con una mano bloccò i miei polsi in una mossa stretta. Quindi con l’altra mano mi toccò il cazzo. Non portavo mutande e il mio coso era libero sotto. Lei toccò, soppesò, controllò poi abbassandomi i pantloni. Ero senza fiato. Tremavo di paura. Mai donna mi aveva toccato sotto e mai mi aveva guardato il pene. La donna lo fece, quindi con una mossa rapida mi tirò su i pantaloni. ‘Adesso vai, Jack, ma credo che ci rivedremo presto…’ disse e sorrise. Io scappai di filato. Ero impressionato e incerto su cosa era successo. Scappai correndo per i campi. Esausto mi fermai a riprendere fiato. E mentre riposavo sentivo in tasca la moneta della donna. E sentivo il mio cazzo duro.
*
Due giorni dopo, la donna accompagnata da un uomo armato venne a casa nostra. ‘Ciao Jack, tuo padre &egrave in casa?’
‘Sì.’
‘Chiamalo, dì che vogliamo parlare con lui..’
Lo feci e la donna, l’uomo armato, mio padre e mia madre rimasero in casa a parlare per 30 minuti. Poi uscirono, i due sconosciuti risalirono sul carro. Lei mi sorrise: ‘Ciao, Jack, ci vediamo presto..’ e andarono via.
I miei mi chiamarono dentro e mi spiegarono che il giorno dopo sarei andato via con la signora, che si chiamva Miss Clumbe e il Signor Smith, a Nord, in cima al Texas. Per sempre. Sarei andato a vivere con una donna!
‘Una donna?’
‘Sì, Jack ti abbiamo trovato una moglie!’
‘Chi?’
‘Non sono affari che ti riguardano, ragazzo. Una moglie, punto e basta. Un’amica della signora Clumbe. Una donna seria. Preparati. Saluta i tuoi fratelli. E buona fortuna.’ disse mio padre.
Io intimorito iniziai a pinagere mia mamma mi consolò abbracciandomi.
Passai la notte sveglio in preda ai timori più strani e neri.
La Clumbe tornò l’indomani al tramonto, col signor Smith. Erano però su un carro pieno di animali e casse. Vidi mio padre ricevere due caprette, un maialino, due casse di vino, olio, carne essiccata e 20$. io ero in piedi con le mie poche cose in un sacco di tela: un paio di libri, una penna, un cappello buono, un ricambio di camicia e pantaloni, la mia moneta. Dopo lo scambio(io per le bestie e il cibo e i dollari)i miei fratelli mi salutarono. Salii sul carro con gli sconosciuti e partii.
*
Viaggiammo per un giorno intero. Fuori Dallas ci fermammo a fare colazione. Uova, bacon, frittelle, caff&egrave. Mangiai di tutto. Miss Clumbe pagava. Aveva rotoli di soldi. Per un po’ dormii, al risveglio Miss Cumble mi indrottinò: ‘Dunque, Jack ascoltami bene. La tua futura moglie &egrave Miss McKensy, &egrave una bella signora di origini nobili, colta, educata, ha tutto insomma..’
‘Signora? Cosa intende, quanti anni ha?’
‘Questi non sono affari tuoi. Non si chiede l’età di una signora, mai.’
‘Ma questa signora, sarà mia moglie…’
‘Jack, &egrave più grande di te. sì. Di qualche anno.’
‘Quanti?’
Miss Clumbe mi mollò uno schiaffo: ‘Adesso basta! Zitto Jack, ascoltami. ‘ il signor Smith mi guardò male, la sua pistola brillava nel buio della carrozza di treno sul quale viaggiavamo. ‘Il tuo compito sarà solo quello di essere un bravo marito per lei. Educato. Premuroso. Gentile. Silenzioso. Ubbidiente, intesi Jack?’
Ero basito.
Nervoso.
Mi veniva da piangere. Lei mi dette un altro schiaffo: ‘Non fare la femminuccia Jack! Non lo sei. Ho visto il tuo fratellino la sotto non &egrave da femminuccia. Puoi scommetterci. Ed io ne ho visti!’ arrossii. Ero senza fiato. Tremavo.
‘dicevo’.comportati bene e rispetta i patti che abbiamo fatto coi tuoi..’
‘Che patti?’
‘Ti hanno ceduto per venti dollari e due capre..ah…ma vedrai che per te sarà stato solo un colpo di fortuna’.saresti finito a fare l’allevatore in quel posto di merda’.da domani vivrai in una casa enorme, calda, confortevole, servito e riverito’.basta che fai il bravo! – e mi schiaffeggiò ancora ‘ devi obbedire! Intesi?! – altro schiaffo leggero – …non fare lo stronzetto, Jack!, Miss McKensy &egrave una vera donna, una tosta!’
ero senza parole. Miss Clumbe mi fissò negli occhi. Tremavo. ”.hai capito, Jack?’
‘…sì..’ sussurrai. Lei mi schiaffeggiò ancora: ‘Bene, Jack…bene…dormi adesso…’
Mi concedò ed io tornai a tormentarmi. Che ne sarebbe stato della mia vita? I miei genitori mi avevano venduto per delle casse di vino e pochi dollari a una donna che non hanno mai neppure visto o conosciuto? Jack, mi ripetevo, sei nella merda.
*
Il giorno dopo un carretto guidato da un nero ci condusse ad una grande villa con ampio giardino, sottili colonne sul porticato, ampie finestre, un edificio a tre piani con guglie, torrette, tutto rosso a mattoncini. Miss Cumble mi fece entrare nella villa, mi portò di sotto, in un ampio stanzone freddo con una vasca in mezzo. Una donna di colore, dal culo che non pareva finire mai e un seno enorme coperto da una veste chiara, si mise a riempire la vasca con acqua calda. ‘Spogliati e fatti fare un bel bagno da Mamita…dopo ti porto dalla tua nuova compagna di vita!’ disse Miss Cumble e mi lasciò nelle mani di Mamita. La donnona nera non sembrava sorpresa da tutto ciò, da me. La guardai spaesato. Aveva ventanni forse ma ne dimostrava quaranta. Il volto era giovane ma il corpo pesante, vecchio. Mi spogliò con rapidi gesti, come se fosse abituata da sempre, mi indicò la vasca. Entrai, era calda e piacevole, Mamita iniziò a lavarmi. Passava spugna e sapone grosso sul m io corpo. Subito l’acqua limpida e fumante si colorò di marrone, di sudore, di polvere. Mi vergognai ma lei sorrise appena e mi fece segno di non preoccuparmi. Passò la sua spugna ovunque, sul collo, il petto, le spalle, il volto, fra gli orecchi, fra i piedi, le gambe. Mi pulì ovunque. E intendo anche lì. Con fare esperto mi pulì il pene e il sedere. Non mostrava stupore o fatidio. Era la prima volta che una donna mi toccava là giù. Ero bello. Mi eccitai. Lei non si scopose. Finì di pulirmi il cazzo che si inorgogliva e poi mi accarezzò la testa, come una mamma. Mamita mi lavò con cura, poi mi fece uscire dalla vasca ‘ dove ero stato da Signore ‘ quindi mi rivestì con un completo marrone a righe, una camicia azzurra con fregi rossi, scarpe di cuoio e un papillon rosso. Mi dette un cappello e mi mostrò allo specchio. Cavolo ero proprio un figurino. Vestito come un principino mi sentivo felice e ridevo fra me.
Miss Clumbe venne a prendermi. ‘Oh, stai bene! Alla Signora McKensy piacerai di sicuro, ragazzo!’ disse e mi condusse in un ampio salone pieno di tappeti, quadri, arazzi, spade, teste di alce impagliate e un camino acceso. ‘Siediti qui e aspetta, Lei arriverà fra poco..’ disse e uscì dal salone. Rimasi seduto in atteso. Ero curioso e impaurito. Ero eccitato e confuso. I miei genitori mi avevano venduto ad una donna! Stavo per sposarmi? Una nuovissima vita!?! passarono lunghi minuti. Molti, non saprei quanti.
Poi una porta si aprì e dei tacchi femminili solcarono il pavimento. Mi alzai intimorito. Lei apparve. Era una donna alta, bianca, vestiva un abito strettissimo in vita a quadretti rossi e bianchi. Una massiccia cintura di pelle le stringeva la vita dando all’aspetto una scioltezza leggiadra e sensuale. Sopra la cintura di pelle marrone, si presentava un seno grosso nel vestito. Due tettone enormi, gonfie, calde, matronali mi estasiarono. Il volto era bello: lucido, un naso fine, occhi azzurro ghiaccio, bocca sottile e larga tutta colorata di rosso. Ero meravigliato. Il volto rivelava un’età avanzata, oltre i conquanta, se non di più’.ero stupito. Tremavo. Deglutivo. Lei sorrise. ‘Oh, Jack mio’.che carino che sei…avvicinati! Vieni qua da me!’..bravo’.che carino…sei elegante vestito così, aveva ragione Miss Cumble…proprio un damerino come piace a me..’
Ero vicino a lei. Vicinissimo. Il suo profumo era forte. La guardai. Prima le tette enormi strizzate nel vestito. Poi gli occhi, la bocca. Forse aveva 60 anni! Ma diamine! Era sexy e bellissima. Lei sorrise ancora. ‘Dammi un bacio, sciocchino!’ e mi prese la faccia e mi dette un casto bacietto sulla bocca. Appena sfiorandomi. Ero felicissimo- eccitato! Il suo profumo era ottimo, mi inebriava, mi conturbava. La sua bocca truccata accendeva la mia fantasia. Ma allo stesso tempo mi sentivo a disagio e non sapevo cosa sarebbe accaduto. ‘Allora, cosa abbiamo qua?’ fece tastandomi il cavallo dei pantaloni. Il rumore degli anelli alle sue dita contro la stoffa dei pantaloni mi eccitò ancora. Toccò e soppesò. Io la guardavo sorpreso e conturbato, poi abbassavo lo sguardo pieno di timore e imbarazzo. ‘Oh, sento qualcosa che mi piace qui’ – ed infilò la mano dentro i miei pantaloni – …senti qua che bel peso’.oh, Miss Cumble &egrave brava a scegliere…ha occhio’.bene…bene’.’ disse. Le sue mani erano fredde, ma sentirla così vicina mi inebriava. Sul collo aveva grosse rughe, ma la pelle era incredibilmente bianca, lucente, i suoi occhi erano molto belli ed avrei voluto baciarla. Lei sorrideva mentre soppesava il mio cazzo. Il desiderio lo induriva e volevo saltarle addosso, non ero mai stato toccato da una donna, se si escludeva Mamie pochi minuti prima durante il bagno. Lei toccava e mi guardava negli occhi, io li abbassavo intimorito. ‘Ehi, baby…sono qua’.tu sei mio adesso’ – disse alzandomi il mento con due dita sottili, profumate e con unghie pitturate di rosso – …sai parlare? Ti hanno morso la lingua?’
Io la fissai smarrito.
‘Allora? Capisci la mia lingua?’
‘…sì..’ dissi a mezza voce.
‘Come? Parla più forte non ti sento!’
‘…ecco…sì, Signora’..capisco quello che dice…’
‘E allora? Cosa ne pensi?’
‘..di cosa?’
‘Come di cosa? Di me, del fatto che sei qui…che ho una mano sul tuo bel cazzone e lo sento indurirsi ogni minuto di più!’ fece maliziosa, sorridendo. Aveva dei denti perfetti, bianchissimi, forse finti, ma li trovavo belli ugualmente.
‘…io’.cio&egrave’…voglio dire’..ecco’…insomma’..io non ho mai visto una donna così bella come Lei…’
‘Oh, che carino’.bravo…lo sapevo che eri un ragazzo bravo…così si parla ad una donna come me’.avanti, dimmi cosa ti piace in me..’
‘…oh, scusi, sono imbarazzato’.’
‘Ehi, figliolo, dobbiamo passare tanto tempo insieme, meglio se non ti imbarazzi facilmente’..e poi non direi che lo sei molto…senti qua..’ disse mentre mi teneva il cazzo in mano. Sentivo la sua mano stringerlo, una mano energica ma dolce, delicata e femminile. Ero teso, ma il cazzo faceva da solo, era duro come marmo nella sua morsa.
‘…ecco…LEI &egrave bellissima…ha occhi bellissimi, capelli bellissimi, mani bellissime…e un corpo’.un corpo…’
‘Scommetto bellissimo’.?’
‘Sì!’
‘Sul tuo vocabolario dobbiamo lavorarci, ma sento che sei sincero…lo sento da qui!’ disse stringendomi il cazzo.
Poi mi spinse verso il letto. Mi fece stendere con le gambe di fuori. Con un gesto rapido mi fece cadere i pantaloni. ‘Dammi quel cuscino!’ disse e le passai un cuscino bianchissimo, profumato e soffice. Se lo mise sotto le ginocchia e senza togliermi la mano dal cazzo disse:
‘Adesso rilassati, baby, stasera sarà la tua prima notte di sesso. Io sarò colei che ti sverginerà e condurrà nel mondo degli adulti. Non preoccuparti: ti piacerà e poi io sono esperta. Sai quanti ne ho battezzati? &egrave un mio privilegio. Lo Ius Primae Noctis, come dicevano in Europa i Signori del castello che si scopavano le sposine la prima notte di nozze’.rilassati, figliolo’.rilassati..stai tranquillo, vedrai ti ricorderai di questa notte per sempre!…’ disse e poi sentii solo il caldo della sua bocca sul mio cazzo. Un caldo umido e fenomenale. Sentii la lingua avvolgere la punta della cappella e provai un brivido lungo il collo e la schiena che mi fece impazzire. Poi la bocca della donna si mosse lungo il mio cazzo, la lingua correva sulla asta del pene. Solo nei sogni avevo immaginato dolci segreti come quello. Una donna che mi succhiava il cazzo!!! lei era brava leccava e con la mano mi toccava le palle. Anche quel gesto mi sembrava bellissimo. Godevo. Sentivo il mio cazzo diventare di marmo più di prima. Come non mai. Poi quando tornava a ingoiare la mia cappella il brivido lungo la schiena mi mandava in estasi, gridai di gioa e poi mi stesi sul letto con la schiena mentre lei continuava a succhiare. Incredibile! La sua bocca sul mio pene era una sensazione magnifica. Mai provato prima nulla di simile! Quella cosa era stupenda! Caldo e dolce, umido e lingua. Ero eccitato da morire…mi sentivo mancare dal piacere’…era unico! Era favoloso. Lei si muoveva rapida e dolce, esperta e carica. I brividi lungo la schiena erano sempre più forti e piacevoli. Mi sentivo la faccia congestionata, le guance avvampare di calore. Quella bocca sul mio cazzo mi mandava in estasi. Volevo morire a quel modo! Mai avrei potuto godere di più in vita mia! Oh, magnifico dicevo mentre quella donna succhiava. La lingua agiva sul mio cazzo e poi quella bocca’.quella bocca che si prendeva tutto il mio cazzo’.oh, mammina’.oh my god…ohhhh’.ohh ssììììììì ohhh sììììììììì, quello era il paradiso pensavo’.che piacere, quel calore sul mio cazzo! Quella mano sulle mie palle.!
Ohh…sìììì…sììììììì’..sìììììììììììììììììì”.oh, sìììììììììììììììììììììììììììììììììììììììì sentii come una fontana che si apriva, un calore di fuoco bruciarmi il cazzo, un piacere che mi stordiva la testa, chiusi gli occhi, le tempie mi pulsavano, il cazzo mi esplodeva, il piacere era lungo ed intenso, mai provato nulla di simile prima, saliva dalle gambe e giungeva al petto, la testa divenne una piuma e ripetevo solo sììììììììììììììììììììììììììssssììììììììììììììììììsssììììììììììììììììììììììsssìììììììììììììììì mentre lei ingoiava tutto il mio sperma.

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