Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Ivana la signora in chat

By 11 Novembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Aveva 43 anni e abitava vicino alla mia città. Sposata, una vita coniugale che lei stessa non esitava a definire senza emozioni, la quotidianità che faceva scorrere il tempo noiosamente.
Lei insoddisfatta della sua vita piatta, aveva cominciato a frequentare le chat , come forma di ribellione al tran-tran quotidiano.
Nelle sue lunghe chiacchierate in chat, che comunque erano improntate da una certa riservatezza, cercava era di sentirsi ancora donna, desiderata, corteggiata. Contatti, anche se solo virtuali, che la gratificassero.
Era come se avessi accettato una sfida, volevo vedere fino a che punto di trasgressione, quell’insoddisfazione che traspariva in lei, fosse riuscita a portarla.
Non fu un lavoro facile, dovevo dosare tutto, cercando di non strafare. Però man, mano che passavano i giorni, nei nostri contatti, lei si apriva sempre di più, era sensibile a quanto le dicevo.
Finchè decisi di rischiare e le scrissi ” una donna anche se non più’ giovanissima non può rinunciare a una delle cose belle che la vita ci offre’.il sesso.” ,quando lei rispose: ” hai ragione, a me manca molto, ma ho paura di non essere più all’altezza.”, capii che avevo fatto quasi centro e che comunque ero sulla strada giusta.
Non fu una cosa facile convincerla a mostrarsi in cam, continuava a ripetere. ‘ Vorrei, ma devo trovare il momento giusto’ e poi mi vergogno.’
Un giorno in cui mi aveva scritto di essere sola in casa, senza problemi di figli e marito, la convinsi ad accendere la cam. Mi apparve una piacevole signora, che in viso dimostrava meno dei suoi anni, quando gli chiesi di allontanarsi un po’, riuscì avedere il suo corpo che era si un po’ abbondante ma tutto sommato ancora piacente. Si riusciva ad intravedere un seno generoso, aveva inoltre un bel sorriso e questo la rendeva nel suo insieme attraente.
Capii che, anche se la strada era quella giusta, non era per il momento ancora in discesa. C’era da lavorare ancora. Ed io lavorai, i nostri incontri diventarono più frequenti, io cercavo di rassicurarla, di adularla e quando capii che potevo osare di più: gli chiesi di farmi vedere il seno, lei un po’ titubante si sbottonò la camicetta, andai oltre e gli chiesi di togliersela e di slacciare il reggiseno: aveva veramente due tette notevoli, un po’ cadenti con un’aureola ampia e due larghi capezzoli.
Per quel giorno poteva bastare, ma successivamente la invitai ad accarezzarsi i capezzoli, a stringerli tra le dita, si vergognava:
” Non ho mai fatto queste cose davanti ad un altro’ mi imbarazza’
‘ Però sola lo hai già fatto?’
‘ Si’qualche volta.’
‘Fai finta che la cam sia spenta, che io non ci sia. Lo so che ti piace’allora fallo.’
Ci volle pazienza ma cominciò a farlo, si lasciò, finalmente, andare.
I contatti diventarono quotidiani e quando era sola in casa, io le chiedevo sempre di più, fino al giorno che:
‘Togliti le mutandine…fammi vedere il tuo tesoro.’
e Ivana usci dal campo della cam, quando rientrò era nuda, allargò un pochino le gambe e mi mostrò un bel cespuglio folto che contornava la sua figa polposa.
Ora la strada era veramente in discesa, lei mi confessò che non poteva più rinunciare ai nostri incontri virtuali:
” Mi fai sentire desiderata e sapere che un uomo mi guardi mi eccita. Tu ti ecciti a guardarmi’fammi vedere.’
Gli mostrai il mio cazzo in tiro e le chiesi di toccarsi. Ci davamo appuntamento, quando lei era sicura di essere sola in casa, e davanti alla cam si masturbava; con le sue gambe ben larghe le sue dita entravano ed uscivano con facilità dalla sua figa pelosa aperta e bagnata. Voleva vedere il mio cazzo, le piaceva quando le chiedevo:
‘Lo vorresti tutto dentro di te, vorresti che fossi lì a scoparti?’ , la sua risposta era
‘Sìì,’come mi piacerebbe’ e raggiungeva l’orgasmo.
Ormai non le bastava più vederlo il mio cazzo, ma lo voleva toccare, ciucciare e poi farsi scopare.
Organizzare l’incontro non fu facile, anzi fu difficile e laborioso, anche perché lei si mostrava insicura:
‘Ho paura che poi non sarà più come prima e se non sarò all’altezza della situazione’.
Finalmente tutti in tasselli del puzzle combaciarono e c’incontrammo; portava un vestito al ginocchio, aderente, che faceva risaltare le sue forme e un po’scollato davanti, devo dire che la cam non gli rendeva onore, portava delle scarpe basse che non facevano spiccare le sue gambe. Nel parcheggio sotterraneo, appena fummo soli, ci baciammo: ‘Non sai quanto ho desiderato questo momento’ la sua lingua entrò velocemente nella mia bocca, mi stringeva e spingeva il suo seno contro di me.
Non avevamo molto tempo, mi diressi velocemente in un motel dove, senza perdere tempo in preamboli, ci spogliammo a vicenda, il suo corpo era maturo, le forme erano piene, ma toniche, con le mani a coppa le alzai il seno, succhiandolo e mordendogli delicatamente i capezzoli, appena la toccai tra le gambe, emise un sospiro profondo, era bagnatissima, le entrai dentro con le dita.
Era affamata di cazzo, me lo prese in bocca con ingordigia, lo succhiò, lo leccò ripetendo: ‘ ti piace?…sono brava?’ aveva paura di sfigurare, ma mi stava facendo un pompino con i fiocchi e glielo dissi. Rinfrancata, riprese a succhiare con passione, dovetti fermarla, non volevo venirle in bocca.
La feci distendere, cercai di rassicurarla, adulandola, le sussurravo: ‘hai un corpo stupendo’ ed anche frasi più spinte come: ‘sei una gran figa’. Lei sorrideva ad occhi chiusi e lasciava che le mie dita titillassero il suo clitoride e che affondassero in lei; in breve ebbe un orgasmo e lanciò un urlo liberatorio.
‘Prendimi ora’.scopami!’ mi implorò. Affondai il cazzo in lei, sentivo il suo piacere aumentare sotto i miei colpi. Mi ero messo le sue gambe sulle mie spalle, per penetrarla meglio. Si teneva il seno con le mani, le chiesi di lasciarlo, mi piaceva vederlo ballonzolare sotto le mie pompate. Ansimava, gemeva poi la vidi tendersi come un arco stava avendo un altro orgasmo e poco dopo venni anch’io, stavo per uscire da lei, ma mi supplicò: ‘vienimi dentro’riempimi’ ed accolse tutto il mio seme spingendosi contro di me.
Il tempo di riprenderci e la feci mettere sopra di me, il mio cazzo nella sua bocca e la sua figa a portata della mia lingua e quando fui di nuovo pronto la feci impalare su di me e prima che la inondassi di nuovo venne ripetutamente. Ormai era ora di lasciare la nostra alcova, prima di uscire lei mi ringraziò: ‘ Grazie’sei stato fantastico. E’ la prima volta che ho la sensazione’che mi sento una femmina scopata.’
Con Ivana è stata una bella storia di sesso, di carnalità. Avevo risvegliato in questa donna matura non bellissima, la voglia di vivere ancora il sesso, la voglia di dare e ricevere piacere.
Nei nostri successivi incontri non ci siamo risparmiati niente, lei mi ha fatto godere del suo corpo fino in fondo, immolando anche il suo culo vergine sul mio cazzo.
Quando ci lasciavamo mi diceva che era distrutta, ma soddisfatta come donna’come femmina e questo era il miglior complimento che mi potesse fare

Leave a Reply