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Racconti Erotici Etero

Karen e il professore

By 6 Dicembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Stefano e mi piacerebbe sapere se sono riuscito ad eccitarvi con i miei racconti, così se sono stati di vostro gradimento non esitate a scrivermi alla mia mail: sense40@hotmail.it

Sono un professore di matematica in una universita’. Tutti i professori sognano di farsi qualche ragazzina promettendo voti in cambio di sesso. Ma non mi era mai successo, a me od altri che conosco. Karen era una studente del mio corso. Questo era un corso propedeutico di introduzione. Dopo questo corso gli studenti devono scegliere il corso di laurea definitivo. La maggior parte dei professori prendono questo corso come una selezione per scartare i timidi e gli svogliati. Lo studio della matematica e’ molto duro. Vogliamo che gli studenti sappiano bene cio’ che li aspetta. Ho subito notato Karen, per molte ragioni. Quella piu’ grande era il corpo. Lei era la bellezza, la freschezza ambulante. Lunghi capelli biondi, un viso simpatico e sorridente. Il corpo era, per farla breve, un sogno bagnato. Aveva tette grosse, sode. Fianchi stretti, un culo grosso il giusto, gambe snelle e lunghe. Gli occhi verdi e le labbra piene completavano quella delizia. Vesteva sempre in modo sexy, senza essere eccessiva, pero’. Normalmente aveva ampie magliette, che le lasciavano l’ombelico scoperto. Una giacca troppo grande di jeans completava il quadro. Karen era ambiziosa, risoluta. Era la migliore in tutti i corsi. Sembrava che la gente non riuscisse a dirle di no. Quasi i suoi compagni di classe si fermavano per lasciarla avere le migliori possibilita’. Durante il primo semestre lei ha dominato le mie fantasie. Al mattino a volte mi svegliavo eccitato, ricordando sogni in qui lei era sul letto, nuda a gambe aperte, che mi succhiava. Ma nel secondo semestre lei smise di studiare. Nonstante i segnali di avvertimento, i primi compiti in classe erano roba da buttare. Alla meta’ del semestre, non mi sono stupito di vederla con un 6 scarso, anche se le concedevo il beneficio del dubbio. Era duro non lasciare che le fantasie sessuali influenzassero i voti. Un caldo pomeriggio, durante il periodo che riservo alle visite degli studenti, sento bussare alla porta. “Avanti” dico. Vedo Karen vestita come mai l’avevo vista. Indossa dei pantaloncini bianchi, aderenti; una camicetta bianca legata sotto le tette mostrando l’abbronzatura. I capezzoli si vedono chiaramente mostrando che non porta reggiseno. Una nuvola di profumo l’accompagna. Sono contento di poterla osservare seduta alla scrivania. “Ha un minuto, professore?” chiede, piegando la testa in modo adorabile. “Certo. Chiudi la porta e siediti” rispondo. Lei si volta e nel chiudere la porta, le cade un libro. Lei si china per prenderlo e io posso ammirare la curva del culo attraverso il bordo dei pantaloncini che si sono sollevati dalle cosce. Le posso vedere il gonfiore tra le gambe, indovinando le labbra sporgenti della figa. Devo togliere lo sguardo sbarrato quando lei si volta. “Cosa posso fare per te?” dico cercando di recuperare un tono serio. Lei sorride “Bene, e’ riguardo al corso. Penso che non stia andando bene.” “Mi spiace, e’ vero” dico. Per fortuna devo parlare di lavoro. Non riesco a spostare lo sguardo dai capezzoli che ora vedo in ogni dettaglio visto che lei ha appoggiato i seni al tavolo, tirando il cotone sulle tette. “Sei al 40% del corso e hai un 6 scarso. Questo non ti da la sufficenza per passare il corso.” “Diavolo.” dice lei. Si morsica un labbro e con la mano si riavvia i capelli. “Avevo deciso di iscrivermi a matematica.” “Dubito che ti accetteranno se hai meno di 7. Il corso e’ a numero chiuso. Prendono solo i migliori. Forse non e’ il tuo campo. Ci hai pensato?” “No ” scuote la testa “Sono sicura. Sono solo stata…. distratta in questo semestre. Ho incontrato persone, e .. credo di essere stata drogata dalla spiaggia, E’ magnifica.” dicendo questo un sorriso le compare sulle labbra e negli occhi. “Bene, non so cosa dirti.” dico io “Dubito che sarai accettata. Dovrai ripetere il corso” “Si, suppongo.” lei mi guarda dritto negli occhi. Quegli occhi verdi che mi fissano mi fanno eccitare. Lei ha 19 anni, penso, e’ una mia studente. Lei si piega sulla scrivania, e sbattendo gli occhi mi dice “Ho un’altra cosa in mente.” “Cosa?” la mia gola e’ secca, la voce stenta ad uscire. “Forse, poteri fare degli straordinari. Potresti darmi un voto migliore se fossi brava.” Sono bloccato. Da una parte non aspetto di meglio. Ma lei vuole andare contro le regole. La mia risposa dovrebbe essere come le altre che ho sempre dato. “Vedi, non e’ giusto per gli altri. Devi sudare e sgobbare come gli altri. Se aiuto te, faccio un torto agli altri.” Lei torna seduta, sorridendo. “Bene, ha ragione. Ma io parlo di altre cose. Parlo di fare cose che altri non possono.” “Non saprei cosa possa fare. Il corso prevede elementi di scienze. Vorresti fare quello?” le dico io, professionalmente. “Dico cose speciali, io”. Mi fissa con quegli occhi. La vedo mentre la sua mano scende. Raggiunge i pantaloncini. Sento il primo bottone che si apre. Guardo nello spazio che ha creato. La pelle e’ chiara, li’, ma liscia e perfetta. “Vede, professore….” Un altro bottone e lo spazio aumenta. Ora posso vedere i riccioli biondi della figa. Sono ora certo che lei non ha mutandine. Provo a parlare, ma non so cosa dire. “.. ho molto da offrire…” Anche il terzo bottone e’ andato. Le mani aprono la stoffa. Ora posso vedere tutta la figa. E’ contornata di riccioli biondi, tagliati corti attorno alle labbra. “.. specialmente a lei, professore….” L’ultimo bottone e’ aperto ora. La figa termina un dio sopra della stoffa. Con le mani, lentamente, fa scivolare i pantaloncini. “…che dovrebbe prendermi sotto le sua ali.” I pantaloncini sono in terra. Ammiro la figa, deliziosa. Quando si siede osservo le labbra bagnate e sporgenti come immaginavo. Lei apre le gambe. Con le dita apre le labbra che rivelano l’interno bagnato e rosa. Le mani vanno alla camicetta. La slaccia e la toglie, rivelando le grandi tette. I capezzoli che avevo guardato sono ora turgidi e desiderosi di essere succhiati. Ora lei e’ nuda sulla sedia. Le gambe aperte. Le tette si muovono al ritmo del respiro. Si passa la lingua sulle labbra. “Voglio lasciarla fare quello che vuole ” dice lei, con una voce vellutata, quasi un sussurro ” se vuole scoparmi, nella figa, nella bocca, come vuole. Quanto spesso vuole, per il resto del semestre.” La sua mano scende, raggiungendo la figa, accarezzandola e raggiungendo il clitoride con la lunga unghia. “Per un semplice 7+, saro’ la tua schiava. Cosa ne dice, professore?” propone lei sorridendomi. Io sono troppo stupefatto per rispondere. Questa ragazza con il suo corpo sempilcemente perfetto, e’ qui e si sta offrendo a me per 5 settimane. Qualcosa nel suo sguardo mi dice che lei e’ disperata. Qualcosa in me, qualcosa di animale, risponde alla richiesta. “Allora, questo e’ quello che proponi ?” dico io, con una voce spezzata, recuperando un velo di professionalita’. “Si, esatto” dice lei, abbassando le gambe e prendendosi le mani. Lei sembra sorpresa che non sia caduto ai suoi piedi. Forse qualcun altro lo ha gia’ fatto. Io quasi. “Bene, come faccio a sapere se accettare o meno?” “Ti ho fatto vedere tutto” dice lei “cosa altro vuoi?” “Tu sei una volpe, non c’e’ dubbio, ma potresti truffare. Penso che una piccola dimostrazione delle tue tecniche sessuali sarebbe gradita. Se fai un buon lavoro, facciamo l’accordo.” rispondo. Lei sorride e si passa la lingua sulle labbra. “Nessun problema” dice lei “tanto sono sicura di soddisfarla.” Lei si alza e gira attorno alla scrivania. Il mio sguardo viene catturato dalla figa e dalle tette perfette. “E’ maglio che chiudi la porta” dico io. Osservo con eccitazione il suo corpo mentre scosto la sedia dalla scrivania. Lei si inginocchia davanti a me e mi slaccia la patta con una mano mentre con l’altra massaggia il cazzo attraverso la stoffa. “L’ho gia’ fatto quando mi sono caduti i libri.” dice lei ridacchiando alla mia sorpresa. Lei afferra il cazzo duro e lo estrae. Lo accarezza con la mano, soffiando sulla cappella. La sensazione e’ straordinaria. “Bel cazzo, professore” dice lei “Ti piacerebbe se te lo succhiassi?” Gli occhioni verdi di lei luccicano. “Si ” mormoro. “Si? Vuoi che te lo lecchi e te lo succhi fino a che vieni nella mia bocca?” Lei mi guarda, i suoi capelli distesi sulla mai pancia. Annuisco. “Non posso aspettare di sentirti venire nella mia bocca, fecendomi scaldare la gola come lo ingoio…” Lei si sta eccitando parlando. La sua lingua scivola fuori dlle labbra umide e da una leccata al glande mentre la mano continua a menare l’asta. Io gemo alla sensazione della lingua. Lei sorride, apre le labbra e prende la cappella dentro la bocca dolce. Lei succhia soltanto la cappella e con la lingua lecca la cappella. Le sue labbra sono sorprendenti. Come hanno circondato l’asta, ho sentito come se mi accarezzassero il cazzo, con il movimento delle sole labbra. Io sono concentrato per non venire troppo presto. Lei lo estrae dalla bocca. Gli soffia sopra. Appena la capppella si raffredda, lei lo infila nella bocca calda. Lo prende appena un po’ piu’ profondo, la lingua e le labbra accarezzano un po’ piu’ in basso. Tutti i suoi movimenti sono lenti, curati. Ancora lo estrae, soffia e lo infila nella bocca che al confronto sembra bollente. Ora accellera il ritmo, la testa oscilla mentre lo succhia senza lasciarlo piu’. Ogni colpo e’ leggermente piu’ profondo. La lingua tocca ogni tanto passa a leccare l’esterno, lasciando la cappella. La sua bocca e’ fatta apposta per succhiare. Io non sono sposato, sono abbastanza attraente e il mio cazzo e’ stato succhiato molto. Posso pero’ dire che questo sta ridefinendo l’arte del pompino. La sua bocca calda, piccola sembra una macchina disegnata apposta per questo. Sento le carezze e il calore lungo tutta l’asta. Come sento l’orgasmo arrivare, lei raggiunge la base. I colpi si sono fatti intensi. Lei ha preso tutto il cazzo fino alla gola. Inizia a ruotare la testa. Questo fa arrivare un terzo livello di stimolazione. Sento l’orgasmo arrivare, forse il piu’ forte della mia vita. Lei lo estrae e mi sorride con gli occhi che luccicano. Solo la mano regge il mio membro. “Vuoi venire, professore?” chiede, con la testa piegata e un’aria innocente. “Si, daii” dico io. Il mio cazzo vibra per la tensione, per il bisogno di spruzzare. Lei me lo mena abbastanza per tenerlo duro, ma non per farmi venire. Provo a muovere i fianchi per farglielo menare di piu’ nella mano. Ma lei rallenta per annullare l’effetto. “Sicuro?” chiede lei con un ghigno di piacere sulla faccia. “Non vuoi prima scoparmi la figa, far scivolare quest’asta dura nella mia figa bagnata che aspetta?” Il suo lignuaggio mi fa impazzire. Voglio solo venire. Ora. “Dopo ” dico “succhiamelo, fammi venire.” “Mmmm ” dice lei chiudendo gli occhi e infilandoselo in bocca. A lei piace parlare sporco. La eccita si vede. Comincia a succhiarmi forte fino in fondo. Le labbra e la lingua danno forti colpi. E io vengo. Il primo spruzzo esce come un’onda bollente. Sono sorpreso che lei lo ingoi senza dolore. Ma quando inizio a venire, spruzzo dopo spruzzo, sembra un torrente. Sento la sua bocca piena. Delle strisce di crema escono dai bordi della bocca. La lingua esce per raccoglierli. Delle gocce cadono dal mento, un misto di crema e saliva bollente. Quando gli spruzzi sono terminati, lei da’ un lungo forte succhio e passa a leccare le gocce sulle palle. Vedo un lampo negli occhi quando lei mi passa la lingua in ogni punto, leccando e baciando. Quando ha finito lei sale e si siede sulle ginocchia, con le gambe piegate e le ginocchia sui braccioli della sedia. Sento la sua figa bagnata premere sul mio cazzo molle. Le sue tette sono davanti a me che si muovono ad ogni respiro profondo. “Allora, professore, un semestre pieno di pompini come questo valgono un bel 7+ ? ” Lei si lecca la labbra e mi soffia dolcemente sul viso. “Se la tua figa e’ buona la meta’ della tua bocca, facciamo l’accordo.” dico io, stupafecndomi della forza di chiedere questo, mentre so che morirei per 5 settimane di pompini cosi’. “Vuoi dire questa figa?” chiede e sento la figa muoversi, i muscoli tirare e lasciare. “Questa piccola fighetta? Ho, penso che ti piacera’!” E successe una cosa incredibile. Come lei ha mosso i muscoli della figa, io ho sentito la cappella del cazzo quasi attirata da lei, come se lo avesse risucchiato. Lei mugola e muove la mia mano sulla tetta sinistra. Io le sfrego il capezzolo tra due dita, sentendolo duro. Sento il cazzo alzarsi. Lei sembra sorpresa, non si aspettava una reazione cosi. Il cazzo entra nel suo canale gia’ pronto. Sento il membro entrare dentro quel lago di burro caldo, mentre sento che le pareti mi afferrano come una mano calda e fremente. La sensazione la eccita enormemente. Sento la figa diventare bollente e colare umori. La piego in avanti, mi alzo in piedi tenendo il suo dolce peso e posandola sulla scrivania. Tutte le carte e le cose sulla scrivania cadono in terra. Sono in piedi tra le sua gambe. Sento i muscoli della figa chiusi sul mio cazzo mentre la martello facendola gridare mentre gira la testa indietro con gli occhi chiusi. Mi sento duro come il ferro mentre sto per venire. I fianchi di lei si agitano. Le sue caviglie su chiudono dietro di me, spingendomi verso la sua figa. “Grande figa, Karen” dico e lei geme “Piccola, bollente. Ti piace il mio cazzo dentro? ” Lei emette un gemito profondo e incremento le mie spinte. Lei emette un lungo sospiro e si prende i capezzoli con le mani. “Scopami, fottimi, daii” lei ripete ansimando. Mi muovo in circolo, facendo scorrere la cappella sulle pareti della figa. E’ una sensazione stupenda. Lei risponde agitando i fianchi allo stesso modo. Lei stringe i muscoli improvvisamente. Il mio cazzo e’ bloccato da lei mentre la sento venire. La sua faccia si blocca in una smorfia. Sembra tutto il suo corpo teso, bloccato, vibrante. Blocca le ginocchia dietro di me. Mi fissa con lo sguardo alzandosi sulle ginocchia. Profondi gemiti sempre piu’ acuti escono dalla gola. Un torrente di umori esce da lei, inondando anche me. Il mio cazzo continua a pompare in lei. Lei sta agitando i fianchi, inarcando la schiena mentre urla di piacere e le posso infilare il cazzo tutto in fondo navigando nel mare di orgasmi che escono da lei. Mi sento venire nella tensione delle emozioni. Non sapendo se prende la pillola o no, tento di avvisarla. “Sto venendo, Karen, vengo.” “Vieni dentro. Vieni nella figa di Karen” grida lei in preda ad una furia degli orgasmi che si succedono. La riempio con il primo spruzzo. La sua figa gia’ piena del suo, gocciola in quantita’. Io continuo a spruzzarla mente lei ad ogni colpo grida piu’ forte ripetendo gli orgasmi. Distrutto dalla potenza e dalla quantita’ dell’orgasmo, cado su dei afferrandole i capezzoli con i denti e leccandoli con forza. Lei continua gli orgasmi. Solo quando tiro fuori dopo un po’ il mio cazzo molle, lei calma le onde e le urla di piacere. Stiamo distesi sulla scrivania per parecchio tempo, recuperando le energie. Lei mi bacia un orecchio e sussurra “Sei stato grande. Facciamo l’accordo?” “Si, siamo d’accordo ” ansimo io “Stessa ora, tutti i giorni.” Lei gira la testa e ride. “Sicuro di farcela?” dice “Mi titi fuori il meglio, ragazza” dico e sollevandomi le mostro il cazzo “Ok, domani.” dice, ridendo ancora “Devo andare in classe…”

Mi chiamo Stefano e mi piacerebbe sapere se sono riuscito ad eccitarvi con i miei racconti, così se sono stati di vostro gradimento non esitate a scrivermi alla mia mail: sense40@hotmail.it

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