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Racconti Erotici Etero

La baita

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Quel Natale, decidemmo con Marina e Luca di passare le vacanze insieme, affittando una piccola baita appena fuori Courmayeur.

Marina e Luca erano probabilmente i nostri migliori amici … con lui mi conoscevo sin dai tempi del liceo, e si erano messi insieme nello stesso periodo in cui Barbara e io avevamo cominciato ad uscire. Si erano sposati un anno prima di noi, ed eravamo reciprocamente stati testimoni di nozze.

Avevamo già trascorso, negli anni precedenti, qualche breve vacanza insieme. Per un caso, avevo visitato questa bellissima baita, appena ristrutturata, a Courmayer, e avevo proposto di affittarla. C’era un piccolo salottino molto caldo, con un delizioso camino nell’angolo, di fronte a due divani di tessuto rosso, e due stanze da letto. Una cucina tutta in legno, molto “tipica”, abbastanza grande da mangiarci, e due bagni. In uno dei due bagni, il più ampio, era stata costruita una piccola sauna, e la vasca idromassaggio.

Insomma, un posticino molto gradevole, e i nostri amici avevano aderito entusiasticamente all’idea.

Arrivammo insieme, con le nostre due macchine, in serata. Aveva nevicato abbondantemente nei giorni precedenti, e la coltre candida copriva ogni cosa, regalando al paesaggio quell’aspetto “fatato” che &egrave ciò che mi piace maggiormente della montagna d’inverno.

Scaricammo i bagagli, e ci sistemammo velocemente.

Le giornate di vacanza furono fantastiche. Ci alzavamo abbastanza presto, aprendo le finestre ad un sole brillante nel cielo terso e azzurro intenso. Una colazione abbondante apriva la mattinata, poi ci vestivamo velocemente per raggiungere le piste da sci.

Ho sempre pensato che la giornata in montagna, sulla neve, sia la vacanza migliore … era bellissimo sciare al sole, sulla neve crocchiante, fino alle due, poi fermarsi in qualche rifugio a mangiare panini con i wurstel e la senape, annaffiati da una bella birra ghiacciata. Le ragazze ne approfittavano per abbronzarsi, mentre Luca e io chiaccheravamo di computer, libri e calcio.

Tra noi quattro, dopo tanti anni, si era instaurata una confidenza reciproca fortissima. Molto spesso al sabato sera passavamo le serata a cena a casa degli uni o degli altri, chiaccherando fino a tarda ora.

Dopo aver mangiato, raggiungevamo le mogli sdraiati al sole, bevendo il caff&egrave e fumandoci qualche sigaretta.

Una bella sciata pomeridiana, e infine la sosta al piccolo rifugio “Rientro”, dove ci bevevamo un grappino per riscaldarci, dato che a Natale il sole purtroppo scende presto.

Arrivavamo fino alla baita sugli sci, e proprio il fatto che la giornata sciistica finisse già verso le quattro, a causa del sole che spariva dietro i monti, ci permetteva il tempo, arrivando a casa, di goderci un bel t&egrave fumante, o una cioccolata calda, prima di infilarci sotto la doccia o nella vasca e prepararci per la cena.

Una sera, dopo alcuni giorni, entrammo tutti e quattro nei due bagni contemporaneamente. Barbara e io avevamo “scelto” il bagno con la doccia, visto che loro preferivano la vasca. Quella sera Barbara si infilò sotto la doccia con me, e mentre ci baciavamo ci insaponammo e lavammo reciprocamente, sotto il getto caldo e fumante.

Non era in programma di andare fuori a cena, e allora uscimmo dal bagno in accappatoio, sedendoci un poco sui divani e accendendo il camino, prima di rivestirci.

Quando Luca e Marina uscirono a loro volta, notarono il camino acceso e ci raggiunsero in salotto. A quel punto decidemmo per un aperitivo, e preparai un Martini per Luca e per me, e del vino bianco secco per le ragazze.

Era molto piacevole e rilassante chiaccherare davanti al camino, sorseggiando qualcosa, ancora caldi e con quella deliziosa sensazione che ti lasciano addosso una doccia o un bagno caldo dopo una giornata di attività fisica.

Come capitava spesso, cominciammo a parlare di sesso. Oltre ad essere molto simpatici, i nostri amici erano forse le persone più disinibite che conosciamo, e ci siamo scambiati ormai quasi ogni confidenza possibile, nonché ogni presa per i fondelli reciproca.

Erano anni che si scherzava cercando di convincere Barbara a “concedere” il proprio sedere al marito, e su altre sciocchezze.

Quella sera, cominciammo a parlarne poiché Luca e io avanzammo scherzosamente la speranza che l’atmosfera rilassata e la vacanza ci facessero trombare un po’ più del solito. Era un argomento che toccavamo spesso, ironizzando sul fatto che, ormai sposati da anni dopo lunghi fidanzamenti, capitavano periodi fin troppo prolungati in cui la stanchezza, il lavoro, lo stress e soprattutto l’abitudine facevano sì che i rapporti si diradassero alquanto.

Come sempre, l’argomento successivo riguardò le modalità con le quali nei periodi poco scoperecci venivamo “accontentati” dalle mogli con un pompino, oppure con una sega.

Marina era un po’ brilla, e cominciò a vantarsi ridacchiando della propria abilità “manuale”. Mi sentii in dovere di assicurare che anche Barbara era ormai più brava di me a menarmi l’uccello, e che da tempo preferivo farmi masturbare da lei piuttosto che farmi una sega sotto la doccia.

Abbracciati davanti al fuoco, sui divani, con addosso solo gli accappatoi, sentii crescere lentamente una eccitazione insolita, e mentre guardavo Marina baciare Luca provavo un intenso desiderio di vedere la sua mano entrare sotto la spugna a carezzargli l’uccello. Mi accorsi che anche Barbara era eccitata, perché mentre rideva mi infilò una mano sul petto, accarezzandomi, come faceva sempre quando aveva voglia di scopare.

L’accappatoio di mia moglie si era leggermente aperto, e la forma del suo seno ampio era perfettamente visibile. Nonostante la mia gelosia cronica, mi eccitava il fatto che lo sguardo di Luca fosse tornato un paio di volte sul suo petto.

Non che il mio amico dovesse invidiare qualcosa da questo punto di vista … Marina aveva un seno bellissimo, forse più grosso di Barbara, anche se meno sodo. Inoltre aveva delle splendide gambe, che uscivano dalla sua spugna in modo molto eccitante.

Sentii l’uccello che si induriva, ma invece di sistemare l’accappatoio rimasi immobile, con le gambe leggermente divaricate, quasi sperando che la mia erezione venisse notata dai nostri amici.

Marina smise di baciare Luca, e ridendo si voltò verso di noi.

“Sarà meglio che smetta, o questo porco ne vorrà subito una, di pippa rilassante”

“E cosa ci sarebbe di male? …” intervenne il mio amico “… non voglio mica che tu perda l’esercizio …”

“Per quanto mi riguarda …” mi intromisi “… io senz’altro ne avrei proprio piacere …”

“Il solito porco” chiuse Barbara. Ma Marina rise di nuovo e disse “Oh sì, l’ho notato che hai proprio bisogno”

Barbara si girò verso di me, e guardandomi mise le mani sui fianchi e disse “Infatti, ma potresti anche coprirti, maiale … non &egrave necessario far vedere il tuo uccello a tutto il mondo”

Decisi di portare lo “scherzo” fino in fondo.

“Tesoro, potresti sempre approfittarne per far vedere come sei brava …”

Barbara mi guardò perplessa, ma fu Marina ad intervenire.

“Dai Barbara, facciamo una bella sega stereo … mi ha sempre eccitato l’idea di toccare Luca davanti ad altre persone … tesoro, &egrave vero che hai voglia che ti meni il cazzone mentre Barbarina lo mena al suo amore??”

Prima ancora che Luca si fosse girato a guardarla, la nostra amica aveva infilato la mano sotto il suo accappatoio. Sentii le dita di Barbara un’istante dopo che la sua voce aveva cominciato a dire “Tanto vale che lo tiriamo fuori del tutto, esibizionista dei miei stivali, la povera Marina così non lo vede bene …”

Strinse la mano intorno al mio cazzo duro, e scostò la spugna, impugnandolo in modo che puntasse verso l’alto.

Nel medesimo momento, Marina aveva estratto l’uccello di Luca, che si trovava nelle medesime condizioni del mio.

Barbara mi baciò il collo, mentre la sua mano cominciava a muoversi sulla mia asta. La nostra amica stava invece accarezzando le palle di Luca, con il pugno ancora stretto intorno al suo bastone.

Era terribilmente eccitante vedere mia moglie che mi masturbava davanti ai nostri amici, ed ero affascinato a guardare la mano di Marina sul cazzo di Luca.

Con voce lievemente rauca, Barbara sussurrò “Dovrò svelare i miei segreti …” e avvicinando la bocca alla mia cappella, lasciò cadere la saliva sulle sue dita, spargendola sull’uccello con i movimenti lenti che mi facevano impazzire.

Le dita di Barbara, così lubrificate, scivolavano lungo il cazzo. Per me era sempre stata una visione molto eccitante, ma lo era evidentemente anche per i nostri amici, perché Luce diede in un gemito, mentre la mano della moglie cominciava a muoversi menandoglielo sapientemente.

“Tutti hanno dei piccoli trucchi segreti …” disse Marina, che infilò in bocca due dita, coprendole di saliva e poi cominciando a giocherellare con l’ano di Luca, che in quella posizione (sdraiati, più che seduti, sul divano) raggiungeva agevolmente.

Vidi il mio amico chiudere gli occhi, e quasi venii mentre un dito di Marina scivolava nel suo culo.

Anche Barbara continuava a far correre lo sguardo dal mio uccello a quello di Luca, osservando i movimenti della mano di Marina.

Feci passare il mio braccio sotto al suo, e raggiunsi la sua fica sotto l’accappatoio. La fessura era fradicia. Mentre godevo la sega spettacolosa che mi stava facendo, cominciai a far scorrere un dito lungo le sue labbra, sfiorando il clitoride all’apice del movimento, per poi ridiscendere. Scostai il suo accappatoio, perché desideravo che i nostri amici potessero ammirare la sua bellissima fica.

“Oh …” disse Marina “… anche io …” e aprì a sua volta l’accappatoio.

Allargò le sue bellissime gambe, mostrando un cespuglio folto di pelo scuro. La mano di Luca andò a carezzarle il clitoride, strappandole un gemito. Doveva essere anche lei molto bagnata, perché dopo un istante vidi le dita del mio amico scivolare facilmente dentro di lei.

Ero al limite, con il cazzo durissimo … e Barbara se ne accorse.

Rallentò il ritmo, lasciando cadere ancora un poco di saliva sul mio uccello, e riprendendo a spargerla con le dita. Il suo accappatoio era caduto dalle spalle, e le sue tette sporgevano evidenti. Accarezzai il suo capezzolo sinistro, godendo il suo gemito.

Marina era incredibilmente eccitata, e sollevando la spugna sopra i fianchi si inginocchiò accanto al marito, sul divano, continuando a menargli il cazzo ma chiedendogli di riempirle la figa.

Luca allungò il braccio, accarezzò il culo della nostra amica e poi fece sparire due dita dentro la sua fregna, mentre con il pollice stuzzicava il suo clitoride.

La mano di Marina andava su &egrave giù lungo l’asta di Luca, e i suoi gemiti aumentavano … improvvisamente si piegò in avanti, venendo con un piccolo grido. La bocca aperta si tuffò sul cazzo di Luca, accogliendolo e cominciando a succhiarlo avidamente, mentre le dita del marito le prolungavano il piacere.

Sentii la fica di Barbara contrarsi sulle mie dita, dentro di lei, e il tremito del suo corpo che sapevo preannunciare il suo orgasmo.

Lasciando un dito profondamente infilato nella sua fica che colava, sfiorai il clitoride, e cominciò a gemere in quel modo che mi piaceva così tanto. La sua mano prese a correre veloce sul mio cazzo, fermandosi improvvisamente per alcuni istanti nel momento in cui l’orgasmo la percorse.

Ero vicinissimo anche io … ma la follia del momento mi spinse a cercare di fare un “regalo” al mio amico.

Mi tirai improvvisamente in piedi, lasciando cadere la spugna, e la tolsi anche a Barbara, che mi guardava con gli occhi liquidi e dolcissimi che le vengono dopo l’orgasmo. La feci inginocchiare davanti a me. Il divano su cui eravamo era posto ad angolo con l’altro, e il suo viso era girato verso i nostri amici.

“Coraggio Marina …” dissi “… fai felice tuo marito … guarda come &egrave facile …”

Leccai il buchetto del culo di Barbara, già dilatato dall’eccitazione e umido dei suoi umori che erano colati dalla fica. Penetrai all’interno con la lingua, allargando il suo delizioso forellino, poi mi sollevai e accostai la cappella, spingendo il cazzo, ormai al limite dell’eccitazione, nel suo culetto con un movimento deciso.

Marina ci fissava quasi ipnotizzata, mentre il marito continuava a masturbarla. Sapevo cosa stava vedendo … sapevo quanto piaceva a Barbara prenderlo nel culo, e avevo negli occhi l’epressione di godimento che aveva nel volto, come l’avevo osservata tante volte scopandola davanti a uno specchio.

Il mio amico si inginocchiò dietro la moglie, leccandole alternativamente la fica e lo sfintere.

Con un gemito, il respiro corto, Barbara guardò l’amica.

“Forza tesoro … senti anche tu quanto &egrave bello sentirlo nella pancia …”

Dopo queste parole stavo per venire … ma volevo vedere se Marina avrebbe ceduto, e mi trattenni, rallentando ancora più il ritmo con cui entravo e uscivo dal deliziosio culetto di Barbara.

Come al rallentatore, la nostra amica si voltò verso il marito, e gli prese in mano il cazzo coperto di saliva accostandolo al suo sedere.

Luca aveva un’espressione quasi incredula mentre, con delicatezza estrema, faceva scivolare lentamente il suo uccello nello sfintere dilatato di Marina. Lei chiuse gli occhi, poi diede un forte gemito quando il cazzo del marito la penetrò completamente.

Non riuscii più a trattenermi.

Strinsi le mani sui fianchi di Barbara, e ripresi a incularla con forza, velocemente … sollevai la testa e gridai, mentre cominciavo a sborrare copiosamente nel culetto fantastico di mia moglie, che accoglieva gemendo ogni mio schizzo.

Pochi istanti dopo, l’eccitazione della “prima volta” vece venire anche il nostro amico, che stava muovendo delicatamente il cazzo nelle viscere della moglie. Estrasse l’uccello, e schizzò copiosamente sul culo bianco e sodo di Marina … e mi accorsi in quel momento della mano di lei, tra le cosce, che aaccarezzava il proprio clitoride. Mentre i fiotti candidi dello sperma di Luca colavano sulle natiche bianche, la nostra amica raggiunse con un gemito profondo il suo secondo orgasmo.

Crollammo tutti sui divani, ancora abbracciati. Ci guardammo negli occhi, e una fragorosa risata proruppe nel piccolo caldo salotto.

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