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Racconti Erotici Etero

La bimba: colazione con tanta schiuma

By 11 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella mattina mi ero alzata da poco. Erano quasi le 10, i miei erano al lavoro ed io, ancora in pigiama, gironzolavo per casa in attesa di prepararmi. Anche Mario, il mio ragazzo, era al lavoro e potevo prendermela comoda. Dopo la folle masturbazione della sera prima mi sentivo ancora un po’ stravolta. Mi era piaciuto il gioco erotico fatto in chat con Rocco. Avevo goduto veramente ed avevo immaginato lui con le mani impiastricciate del suo seme, dopo aver sborrato per me. Per una diciannovenne &egrave pur sempre una soddisfazione far tirare così un uomo di 35 anni’

Uscita dal bagno sentii suonare il citofono. Subito pensai che mia madre avesse dimenticato qualcosa in casa ma non era possibile. Avrebbe aperto con le chiavi. Mi avvicinai alla porta e dallo spioncino vidi il viso di Rocco. Non sapevo cosa fare. Indossavo ancora il leggero pigiama con cui avevo trascorso la notte e mi vergognavo un po’ ad aprire così. Se &egrave vero che in chat ce ne eravamo dette di tutti i colori &egrave pur vero che di persona mantenevamo sempre un atteggiamento molto distaccato. Corsi in cameretta, infilai una felpa e tornai ad aprire. Appena in tempo. Rocco stava scendendo le scale per andar via.

L. Buongiorno ‘ gli dissi

R. Ciao Lalla. Disturbo? ‘ mi rispose

L. No, no. E’ che’. non ti aspettavo.

R. Come non mi aspettavi? Stanotte non ci eravamo dati appuntamento per oggi?

Non sapevo cosa dire. Sinceramente non credevo che sarebbe mai venuto e non ci stavo neanche pensando. Ma quell’insolita visita mi aveva eccitato. Mi sentivo impacciata, non sapevo cosa dire.

L. Sei sempre il solito ‘ scherzai ‘ ma dai vieni dentro che stavo per fare il caff&egrave.

Entrò e ci sedemmo in cucina. Ero sola con Rocco. Una situazione che avevo spesso immaginato ma che ora mi gettava nel panico. Tra le gambe cominciai a sentire un certo languore. Ma non potevo fare nulla’ Cosa avrebbe pensato? Misi il caff&egrave sul gas ed iniziammo a parlare del più e del meno. Guardavo il suo viso, il suo petto, le gambe’ Sentivo il buon profumo che aveva addosso. Per fortuna che ha sempre la battuta pronta e non c’erano quei silenzi che raggelano l’ambiente. Dopo una decina di minuti mi alzai per poggiare le tazzine sul lavello.

R. Ma dove &egrave finita la Lalla tutto pepe che conosco in chat. Dal vivo sempre tutto fumo eh’?

Stavo sciacquando la moca e sentii Rocco alzarsi ed avvicinarsi a me. Brrrr’ dei brividi mi percorsero la schiena. Arrivò, in piedi, ad un centimetro da me. Non mi girai per non trovarmi direttamente viso a viso con lui. Non sapevo come avrei reagito. Si avvicinò ancora di più e mi sfiorò il collo con le labbra.

L. No, fermo. Cosa fai?

Non disse nulla. Tirò fuori la lingua e me la fece scivolare sul collo. Dalla spalla fin sotto il lobo dell’orecchio. Riscese e tornò ancora su. Stavolta la lingua non si fermò ed andò dentro l’orecchio. Stavo impazzendo. Ma avevo paura di quel che sarebbe potuto succedere. Eppure tra le gambe sentivo la fica che iniziava a bagnarsi. Avevo l’impressione di sentirne l’odore nell’aria.

Mi girai per allontanarlo ma’ non ci riuscii. Mi prese il viso tra le mani e mi baciò in bocca. La lingua si muoveva, morbida, contro la mia. E le mani sulle guance mi davano un senso di sicurezza che mi faceva perdere quello stato di panico che avevo poco prima.

R. Stai tranquilla ‘ mi disse ‘ faremo solo quello che vuoi tu. Sei una bimba e non devi fare nulla di cui non hai voglia.

Mentre ci baciavano, però, sentivo sul ventre il suo membro che si era gonfiato nei pantaloni. Era come se battesse a ritmo. Lo sentivo addosso e mi stava facendo impazzire. Lo avrei voluto subito in bocca ma non potevo fare io questa mossa. Mi strusciai su di lui, come a volerlo accoglierlo nella mia fichetta bagnata con tutti i vestiti addosso. Per fortuna capì che poteva spingersi oltre e, sempre con la lingua nella mia bocca, fece scivolare una mano sul pigiama fino a raggiungere l’incavo delle mie cosce. Ero sempre più eccitata. Quella mano passava da una coscia all’altra sfiorandomi appena il pube. Ma senza toccarmi la fica. Stavo letteralmente impazzendo. Gli afferrai una natica per tirarlo a me. Avevo bisogno di un contatto diretto sul pube. Ma lui si scostò.

Quando, finalmente, passo il dito medio sulle labbra della mia fichetta sentii un fiume sciogliersi. Il perizoma nero che indossavo era ormai fradicio ed anche il pigiama si stava bagnando. La mano risalì, lentissima, fino all’ombelico per poi scendere ancora. Ma, stavolta, andò dentro l’elastico dei pantaloni. Passò sui peli del pube e sfiorò le labbra grondanti, tutto intorno all’apertura. Mmmmm era bellissimo. Ero come paralizzata dall’eccitazione. Ma volli comunque arrivare con una mano sopra il suo membro per tastarne la consistenza.

Non ne avevo visti e sentiti molti, fino ad allora, ma quello di Rocco mi parve grosso e durissimo. Lo iniziai a massaggiare da sopra la stoffa dei pantaloni mentre lui, ormai, aveva il dito medio che mi toccava il clitoride mentre con le altre dita si muoveva tutto intorno. Stavolta ne ero sicura: il profumo della mia fica aveva pervaso la stanza. Mi arrivava al cervello e mi piegava le gambe.

Rocco mi prese per mano e mi portò nel salone. Mi fece sdraiare sul divano e mi sfilò i pantaloni lasciandomi con il solo perizoma.

R. Sshhhh’ non dire nulla. Ma, sai com’&egrave, io le promesse le mantengo!

Si inginocchiò ai miei piedi ed iniziò a leccarmi le cosce. Dalla caviglia fino a qualche centimetro dal centro del piacere. Era bellissimo. Mentre la lingua saliva su una coscia con l’altra mano faceva il percorso inverso sull’altra. Ero seduta a gambe larghe, oscenamente aperta davanti a lui. Con il bacino iniziai a muovermi avanti e indietro ma lui continuava ad ignorare la mia fica. Dopo qualche minuto di questa piacevole tortura, però, spostò di lato il perizoma ed arrivò finalmente al bersaglio. Temei, per un attimo, che potesse non gradire tutta quella broda che mi colava tra la fica e le natiche. Ma non fu così. Infilò la lingua dentro le labbra movendola lentamente in alto e in basso e, nel frattempo, succhiando voracemente tutti i miei umori. Stavo già per venire. Era bellissimo. Mentre la lingua continuava a muoversi dentro di me, sempre più dentro, con il pollice iniziò a sfiorarmi il clitoride. Dapprima leggero poi spingendo sempre di più mentre la lingua aumentava la velocità. Non durai molto. E quando con il dito indice tentò di forzare il mio buchetto posteriore, ben lubrificato dai miei stessi umori, l’orgasmo mi travolse in ogni muscolo del corpo. Dalla punta dei piedi all’ultimo capello. Mi sbattevo sul divano come una lucertola e, mentre stavo venendo, con le gambe quasi stritolai la testa di Rocco.

Quando mi fui pacata lui, dolcemente, posò le sue labbra sulle mie. Sentivo il sapore e l’odore dei miei umori e mi piacque tantissimo.

R. Ecco ‘ mi disse sorridendo – uomo di parola sono’

Era stato meraviglioso. E non potevo certo mandarlo via così. Rischiava di strappare i pantaloni tanto era in tiro il suo cazzo. Ma non osava chiedermi niente. Anch’io, però, avevo una gran voglia di vedere quel membro tanto duro. Di sentirne il profumo, di assaggiarne il sapore.

Gli sbottonai i pantaloni e lo tirai fuori. Era uno spettacolo. Duro come pochi, con una cappella gonfia da far paura ed un odore che mi invitava a prenderlo in bocca.

E non me lo feci ripetere due volte. Mi accucciai di lato, tra le sue gambe, e con la lingua inizia a leccarlo tutto. Lungo l’asta e sulla punta. Lasciavo colare un po’ saliva sulla cappella e la raccoglievo mentre scivolava verso il basso. Andai avanti così per un po’. Volevo rendergli pan per focaccia. Poi, però, non ce la feci più. Volevo sentirlo tutto in bocca. Poggiai le labbra sulla cappella e, delicatamente, ne lasciai scivolare quanto più potevo in bocca. Quando era quasi tutto dentro lo massaggiavo con la lingua. La mia bocca era un lago di saliva nel quale quel pesce nuotava che era una meraviglia.

Da qualche istante, intanto, Rocco aveva ricominciato a toccarmi la fica. Ed io ero nuovamente su di giri. Mi sbottonò la giacca del pigiama e mi tirò fuori il seno che iniziò a leccare con grande maestria. Andammo avanti così per diversi minuti. Con la mano accompagnavo i su e giù della bocca ed iniziavo a sentire quel cazzo pulsare sempre di più.

Una mano sulla fica, la lingua sui capezzoli ed un cazzo duro in bocca’ Non durai molto. Quando sentii l’orgasmo salire ancora accelerai il movimento con la mano e con la lingua fin quando non venni ancora mentre da quel bastone infuocato iniziarono a zampillare copiosi schizzi di sperma. Il primo mi colpì in gola e feci fatica ad ingoiarlo ma del resto non me ne feci sfuggire una goccia. Aveva un buon sapore di nocciola’ Dopo aver bevuto tutto, direttamente dalla cannella, raccolsi con la lingua il poco seme che era finito sulla pancia di Rocco e lo portai con la bocca nella sua bocca. Fu l’ultimo bacio, lunghissimo e saporito, di una colazione veramente emozionante.

Senza latte ma con tanta, tanta, schiuma calda.

continua’

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