‘E adesso uno sguardo al meteo della prossima settimana’ Colin Williams era seduto sul divano e guardava un po’ di TV subito dopo pranzo.
‘Huh!’ commentò la zia Lynette un po’ stizzita ‘…che vuoi che dicano le previsioni? Che fa un caldo infernale e che l’umidità è alle stelle!’ Colin sorrise, grattandosi la pancia. In effetti, fuori faceva veramente troppo caldo per fare qualunque cosa. Di uscire con gli amici non se ne parlava per almeno qualche ora, aveva già sudato abbastanza in mattinata e per miracolo era riuscito ad evitare di finire dritto in doccia nel momento in cui era rientrato e sua zia l’aveva visto fradicio. No! Meglio starsene tranquilli in casa con l’aria condizionata, almeno per un po’.
‘Colin, ti ho messo i vestiti stirati sul letto…’ gli disse la donna mentre si preparava un po’ di fretta.
‘Grazie zia!’ le rispose lui affettuoso. Lei gli sorrise. Erano un paio di settimane che stava con loro e ci avrebbe passato l’intera estate. Suo padre era fuori per lavoro e aveva chiesto a sua sorella Lynette di occuparsi del suo ragazzo. A dire il vero, non era poi un gran cambiamento per Colin, sua zia abitava a soli due isolati di distanza da casa sua, quindi poteva vedere i suoi amici senza grandi spostamenti. E poi ci stava proprio bene lì, la donna lo riempiva di attenzioni e… beh, di recente il ragazzo aveva scoperto che i divertimenti non mancavano, bastava solo saperseli cercare.
Aveva la testa comodamente appoggiata alla spalliera e i capelli biondi, piuttosto lunghi e inumiditi gli coprivano in parte il visetto furbo e quell’aria da finto innocente che in realtà la sa molto lunga. Con un gesto abituale se li tirò indietro. Indossava soltanto una canotta nera che aderiva perfettamente al suo corpo snello ed un paio di shorts larghi abbastanza da lasciare generosa libertà ai suoi gioielli di famiglia. Stava davvero molto comodo. Aveva le gambe pigramente distese ed appoggiate sul tavolino davanti al divano, i lunghi piedi nudi erano incrociati alle caviglie.
Accanto a lui, rannicchiata nell’angolo opposto, con fare tutt’altro che rilassato, era seduta sua cugina Lucy, una ragazza molto carina e minuta, più grande di lui di qualche anno. Aveva degli occhi bellissimi, ma i ragazzi generalmente tendevano ad ammirare altri suoi attributi, attributi che il succinto top e i mini shorts che oggi indossava mettevano bellamente in mostra.
‘In frigo vi ho lasciato del tacchino, se vi viene fame fatevi un panino, ok?’
‘Ok!’ risposero automaticamente i ragazzi alle parole della donna.
‘Io vado a lavoro, torno verso le sette. Colin, tesoro, che cosa ti va per cena?’ il ragazzo la guardò sorridendole. Era davvero carino, le ragazze a scuola gli andavano tutte dietro e Janet, la sua ragazza, era sempre sul chi vive, per paura di essere tradita. La tentazione, del resto, era forte, difficilmente qualcuno riusciva a resistere a quel faccino angelico dai tratti gentili.
‘Quello che vuoi zia, non stare a preoccuparti, non voglio essere un peso!’ le disse e la donna gli sorrise nuovamente.
‘Ma smettila, non voglio sentirle queste cose, sciocchino! Un peso! Dico io, ma come ti viene in mente??!!!’
Le sorrise in maniera infantile e lei scosse il capo pensando a quanto fosse adorabile suo nipote.
‘Ok, mi farò venire in mente qualcosa, ci vediamo dopo ragazzi fate i bravi!’ con un altro ‘ok’ chiuse la porta e i due rimasero soli.
‘Era ora!’ pensò il ragazzo mentre sorrideva. Un sorriso un po’ strano per dire la verità. Gli sudavano leggermente le mani ma non era nervoso, sapeva cosa fare per ottenere quello che voleva. Si voltò verso la cugina che fissava, imperterrita, la TV, un po’ troppo concentrata sulla pubblicità di un ammorbidente.
‘Allora Lucy!’ le disse stiracchiandosi ‘Ti va di giocare un po’?’ La ragazza lo guardò di lato, senza voltarsi, ingoiando nervosamente. Temeva questo e, con decisione, gli rispose:
‘No Colin, te l’ho già detto! Quello che è successo ieri è stato un errore colossale! Non succederà mai più! Non DEVE succedere mai più!!’ scandì bene il verbo. Lui non fece altro che sorriderle, si aspettava le sue resistenze.
‘Hehehe! Ieri dici? E l’altro ieri, allora?’ il sorriso si trasformò in una sorta di ghigno nel vederla in preda al panico.
‘Colin, basta ti ho detto! Ne abbiamo già parlato ieri, mi sembra no?’ ingoiò di nuovo la ragazza, ora cominciando a respirare con più fatica.
‘Si, ne abbiamo parlato ma io non capisco perché non possiamo… insomma, se ti piace così tanto annusarmi l’uccello…’ la ragazza lo interruppe con un’occhiata, il viso sconvolto:
‘Colin! Non dire queste cose!’ si guardò intorno terrorizzata che qualcuno potesse aver sentito. Colin rise:
‘Hahaha!! Siamo soli Lucy e poi scusa è la verità! Non vorrai negarlo?!’ la fissò con un sopracciglio alzato e l’aria di sfida. Lei non riuscì a sostenere il suo sguardo e dovette abbassare gli occhi.
‘Appunto!’ proseguì il cugino con un sorrisetto trionfante.
‘Colin, smettila, noi non possiamo e basta!’ lo respinse di nuovo.
‘E dai, solo un’altra volta!’ insistette il ragazzino con fare sicuro e tranquillo.
‘No Colin, ti prego smettila’ continuò Lucy ma la sua voce non era più del tutto stabile. Colin proseguì imperterrito, con fare falsamente ingenuo.
‘Ma scusa, perché devi chiuderti in bagno ad annusare le mie mutande sporche…’ si tirò giù i pantaloncini rivelando dei boxer blu ‘…quando puoi strofinare la faccia direttamente qua sopra?’ aveva un sorriso che avrebbe ucciso e la ragazza cercò di distogliere lo sguardo dal suo inguine ma le era impossibile. Respirava ormai con grande affanno.
‘Hehehe! E dai, lo so che lo vuoi! Te l’ho detto, a me non dispiace farti questo piccolo favore! Puoi annusarmi quanto ti pare!’ le disse mellifluo e dolcissimo. Come poteva resistere? Era quello che voleva, il ragazzo aveva ragione, era davvero quello che voleva. Ma non doveva assolutamente, era suo cugino per l’amor del cielo! Eppure non riusciva a guardare nient’altro che l’oggetto dei suoi desideri. La volontà le venne meno, era come se di colpo non esistesse altro per lei e, lentamente ma inesorabilmente, la ragazza cominciò ad avvicinarsi a lui, confusa delle sue parole e dal suo modo di fare così sicuro.
Colin la vedeva in seria difficoltà. Sapeva che avrebbe ceduto, dopotutto era già successo. Sorrideva, pensando, come ogni adolescente, unicamente a come soddisfare il proprio piacere. Lucy si morse il labbro, poi chiuse gli occhi raccogliendo tutto quello che restava della sua forza di volontà e si fermò un secondo. Dentro di lei, una faticosa lotta in corso tra pulsioni irrefrenabili e l’immagine, sempre più sbiadita, di ciò che è comunemente considerato giusto e sbagliato. Sapeva cos’avrebbe dovuto fare… o meglio NON fare! Eppure non ne aveva la forza, non ce la faceva.
‘Ti prego Colin…’ rivolse un’ultima preghiera supplice al cugino guardandolo in viso. Colin continuava a sorridere furbo. Aveva un’idea ben precisa in mente ed era così vicino a realizzarla. Le mise una mano sulla testa spingendola giù, lentamente ma con decisione.
‘Tranquilla Lucy, ci penso io ad aiutarti, hehehe!!!’ il suo viso era a pochi centimetri e l’odore di testosterone misto a sudore adolescenziale le inondò le narici, annientandole la volontà.
‘…ecco, da brava, così, senza fare storie, hehe!’ le premette il viso sul pacco e, come una chiave che scatta nella serratura, di colpo il ragazzo seppe di averla incatenata al suo volere.
Era iniziato tutto un paio di giorni prima. Era rientrato a casa di corsa perché aveva scordato il telefono e aveva fatto una scoperta fortuita quanto piacevolmente conveniente. Aveva visto sua cugina in bagno seduta sul water a gambe spalancate con un paio di suoi boxer premuti sul viso mentre si masturbava e godeva come non mai, senza il minimo pudore. La ragazza aveva lasciato la porta socchiusa, evidentemente sicura di essere sola in casa. Gemeva come un animale e sussurrava vogliosa il suo nome, il nome di suo cugino! Il ragazzo era rimasto un po’ allibito. Non per molto però, gli erano bastati pochi secondi per analizzare ciò che aveva di fronte, dopodiché aveva preso in mano le redini del gioco e aveva fatto in modo di ottenere il massimo da quella situazione. Aveva agito con calma, passo dopo passo, ma non era ancora finita. Adesso sorrideva e ridacchiava mentre guardava quell’animale strofinare il muso sul suo pube. Le teneva la mano sulla testa, ma più per il senso di potere che quel gesto gli dava, sapeva che non ce n’era alcun bisogno. Doveva giocarsi le sue carte nel migliore dei modi per assicurarsi che quel trattamento diventasse una routine.
‘Allora?’ le chiese allegro.
‘mmmmm…. Colin…. mmmm… il tuo odore è così…. mmmm…. maschio e forte… mmmmm…. ne sono innamorata…’ il ragazzo ridacchiò.
‘Hehehe!! Beh? Ho ragione o no? Non è meglio che rubare le mie mutande di nascosto e spararsi un ditalino?’
‘mmmmm… siiiiiiiii…. mmmmmm…. hai ragione…. è… è meglio… è troppo meglio, accidenti se è vero… mmmm…. ma perché? perché mi fa questo effetto?!?!’ piagnucolò lei.
‘Hehehe!! Beh, io credo di saperlo Lucy, ma non ti devi preoccupare, se ti piace così tanto annusarmi, puoi farlo, te l’ho già detto ieri!’ lei lo guardò e gli sorrise grata.
‘Grazie Colin, grazie!!’ gli disse.
‘Hehehe!! Figurati! E comunque non dovresti ribellarti alla tua natura, è ovvio che sei nata così e per me sei bellissima!’ lei lo guardò di nuovo, dritto in quegli occhi verde brillante, colpita da quella frase ‘lo pensi davvero?’ gli chiese. Il giovane sorrise:
‘Certo che lo penso! Per me sei una bellissima cagna a cui piace l’odore del cazzo.’ la buttò là, osando più che mai. Non glielo disse con cattiveria, il suo tono era casomai un po’ derisorio, ma esplicativo, come se la cosa fosse di una banalità e di un’evidenza plateali. Lei continuava a mugolare e ad inebriarsi di lui.
‘…io… mmmm… io… mmmm’ Colin continuò, ora più baldanzoso:
‘Non ti devi vergognare, è quello che sei! La natura ti ha fatta in questo modo, devi solo accettarlo!’
Ancora mugoli animaleschi.
‘Scusa, stai male quando non puoi annusarmi, è vero o no?’ cominciò a ricapitolare il ragazzo. Lei deglutì prima di borbottare un:
‘mmmm… siiiiiii…..’ Colin ridacchiò sotto i baffi.
‘…ed ogni volta che lo fai ti ecciti, scommetto che in questo momento sei fradicia!’
‘siiiii….’ fu la sua risposta.
‘Hehe! E quante altre ragazze conosci che si comportano in questo modo?’ Lucy si fermò a riflettere un attimo. Ancora una volta le parole del cugino le stavano pian piano entrando sotto pelle. Lo guardò vergognandosi, perdutamente schiacciata dal suo sorriso trionfante. Ingoiò, prima di rispondere:
‘Nessuna…’ Colin rise piano.
‘Hehehe!! E allora lo vedi che ho ragione? Non sei una ragazza, puoi sembrarlo forse ma sei un animale! Una cagna per essere precisi, è la prima cosa che ho pensato quando ti ho vista l’altro giorno, è quello che avrebbero pensato tutti, del resto!’ lei continuò ad annusare e a guardarlo:
‘Tu dici?’ lui sorrise di nuovo:
‘E’ così, fidati! Ne vuoi la prova?’ chiuse il pugno afferrandola per i capelli scuri e la tirò via, allontanandola con forza. Presa dal panico la ragazza cominciò a guaire, tirando fuori la lingua e cercando disperatamente di riavvicinarsi a quella che era ormai diventata una droga. Colin scoppiò a ridere e la tenne a patire per una manciata di secondi, poi lasciò la presa e la ragazza si rituffò famelica sul suo pacco che era ormai evidentemente rigonfio.
‘Hahahaha!!! Allora, hai ancora dubbi su cosa sei? hahaha!!’ lei, disperata, scosse il capo strusciando la faccia su ogni centimetro del cotone umido.
‘…è vero…. hai ragione… devo essere una cagna…. una ragazza non si comporta così…’ il giovane le sorrise di nuovo:
‘Esatto, devi accettarlo, non puoi fare altro!’ Lucy lo guardò, gli fece un sorriso amaro e in uno slancio di coraggio gli disse:
‘Ok… sono una cagna!’ piuttosto forte. Colin rise.
‘Hehehehe!!! Brava Lucy, ben detto! E’ stato facile, no? Hahaha!!!’ le premette la testa sul pacco per massaggiarsi il membro, ormai in tiro, sul suo muso. Stava andando tutto secondo i piani, mancava così poco. Dopo un paio di minuti di silenzio:
‘Sai, se lo vuoi puoi essere la MIA cagna, che ne dici? Io mi prenderò sempre cura di te, non ti devi preoccupare!!’ le sorrise il bel giovane.
La ragazza, incerta, inspirò nuovamente quell’inebriante fetore. Poi guardò suo cugino, così sicuro di sé. Perché no? Si disse.
‘Non vorrei essere la cagna di nessun altro Colin…’ lui rise piano quasi non credendo alla sua fortuna. Possibile che fosse fatta davvero? L’aveva in pugno completamente. Non lasciò trapelare la minima incertezza e le disse tronfio:
‘Hehehe!!! E’ deciso allora! Da questo momento smetti di essere mia cugina e diventi la mia cagna, sei d’accordo?’
‘Sii, si sono d’accordo…’ gli rispose incapace di smettere di pienarsi i polmoni del suo odore. Lui scosse il capo divertito:
‘Cristo, deve piacerti proprio tanto annusarmi l’uccello, huh? Hahaha!!!’ la derise, ancora incredulo che fosse andato tutto liscio. La ragazza si strusciò nuovamente il viso sul suo cazzo duro. La cappella faceva ormai capolino dall’elastico dei boxer.
‘Ok…però…’ continuò Colin appena smesso di ridere. Lasciò la frase appesa e la ragazza ebbe un sussulto.
‘Però cosa?’ gli chiese e lui sorrise maligno.
‘beh, devi imparare ad ubbidirmi cagnetta, dovrò addestrarti bene, bene! Una cagna non addestrata è pericolosa! Hahaha!!’ la ragazza sorrise, anche se…
‘Ok…’ gli rispose incerta.
‘Dovrai fare quello che ti dirò e dovrai farlo bene altrimenti dovrò punirti!’ lo disse con quel sorriso adorabile che vinceva sempre tutti. Lei cedette, non più padrona dei propri istinti.
‘Ok… mmmmm… farò del mio meglio… mmmm…. farò tutto quello che vuoi Colin, te lo giuro, mmmmm…..’ poi gli sorrise, rassicurata da quel bel facchino. Gli strizzò l’occhio e, con fare complice, gli disse ‘…del resto è giusto, se sono una cagna devo ubbidire al mio padrone, no?’ il ragazzo rise di gusto.
‘Hahahaha!!! Perfetto! Era proprio quello che volevo sentire!!! Non te le dimenticare mai queste parole!! Hahaha!!!’ le allontanò il muso e si sfilò i pantaloncini e i boxer rivelando un bel cazzo giovane, in tiro.
‘Per cominciare scendi dal divano, quello è per gli umani, le cagne stanno in ginocchio davanti a me, hahaha!!’ la ragazza obbedì, pronta a giocare e spostò il tavolino per farsi spazio. Adesso Colin era seduto a gambe aperte sul divano con la sola maglietta e un bellissimo ghigno arrogante.
‘hehehe!! Brava! Non ti senti MOLTO più a tuo agio laggiù? Hahaha!!’
La ragazza tenne lo sguardo fisso sul suo cazzo ma annuì mordendosi il labbro. Sorrideva vogliosa. Colin scosse la testa ridacchiando di nuovo.
‘Vieni qui! Avvicinati!’ con una mano sulla testa le guidò il naso appoggiandoglielo sullo scroto. Il ragazzo non aveva una peluria troppo fitta e per lo più era bionda.
‘Annusa!’ Lucy inspirò profondamente:
‘Di cosa mi odorano le palle?’ Lucy socchiuse gli occhi, lo guardò e gli rispose languida:
‘Di sudore e… sborra…’ Colin sorrise.
‘Hai visto in che condizioni sono rientrato a pranzo, no? Pensa a quanto ho sudato in mezzo alle gambe!’ la ragazza inspirò ancora più profondamente e Colin ridacchiò.
‘Hehehe!! Leccale! Hanno bisogno di una bella lavata!’
La ragazza ingoiò e si lanciò all’attacco. Il sapore di quello scroto le fece dimenticare anche il suo nome. Colin ridacchiò
‘Hehehe!! Brava, proprio come hai fatto ieri! E’ un dovere importante per una cagna, devi fare in modo che il corpo del tuo padrone sia sempre pulito, hahaha!!!’ la guardò per circa un minuto, poi prese il cellulare. Tra i contatti in rubrica selezionò il suo migliore amico, Scott e digitò quanto segue:
‘La vecchia si è tolta dalle palle e la cagnetta qui me le sta leccando di brutto. Vieni pure, la porta è aperta :-)’
Spedito.
‘Non ti sento guaire! Cos’è non ti piace leccarmi le palle? Potrei offendermi!’ La ragazza ci mise molta più energia e cominciò a mugolare come aveva fatto prima.
‘mmmm… mi piace da impazzire Colin… mmmm…’ il ragazzo sorrise, incrociò le braccia dietro la testa e si gustò la scena.
‘Lecca anche sotto! Non vorrai lasciarmi sudato là in mezzo, no?’ le spinse la testa leggermente più in basso, sotto lo scroto, all’attaccatura della natiche. Quando sentì la linguetta di lei arrivare fin lì gli venne da ridere. Che brivido di potere.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…