Skip to main content
Racconti Erotici Etero

La cinquentona

By 1 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

LA CINQUENTONA

Barcellona è una bellissima città, piena di vita, gente cordiale, con una movida fantastica.
Io per lavoro ci vado spesso, almeno 5 o 6 volte all’anno. Sono viaggi di 2-3 giorni, ma che mi hanno dato la possibilità di conoscerla bene.
Nei miei giri ho una guida, Andres un giovane, mio coetaneo, architetto catalano che lavora per lo studio con cui collaboro.
Girando la città,di rumba, con Andres non ci si annoia mai, conosce tutti i locali più alla moda, i più divertenti, dove c’è vita. Il risultato è che l’ultima mia sera di permanenza è un massacro, il giorno dopo sull’aereo che mi riporta in Italia sembro uno zombie. Una volta la hostess mi ha chiesto se avevo problemi, se mi sentivo bene e poi sorridendo mi ha detto ‘Serata pesante ieri?’.
Una delle ultime volte mentre stavo tornando in albergo,Andres, mentre passavamo davanti ad un locale abbastanza anonimo, mi dice:
– Si quieres una cinquentona este es el lugar justo.-
– Que significa cinquentona?- chiedo
– Una mujer madura, como de cinquenta anos, mais no son profesionales. Son mujeres solteras, divorciadas que quieren salir con chicos.-
– Por favor, Andres, estas loco,a mi me gustan de primer pelo.-
Ci facemmo una risata e la cosa finì lì.

In uno dei miei ultimi viaggi sono rimasto senza compagno di rumba, Andres era dovuto andare a Siviglia per seguire dei lavori.
Girare la sera da solo era un po’una noia, cenavo poi mi fermavo in un locale a bere una cosa per tirare l’ora d’andare a letto e al mattino ero in studio bello e scattante, meravigliando tutti.
Era l’ultima sera, per fortuna, la serata era gradevole e stavo girando senza meta per la strade e svoltato l’angolo mi trovo davanti quel locale delle ciquentonas. Sono all’estero, solo e la curiosità e tanta, entro.
Se fuori era piuttosto anonimo, dentro il locale era molto intrigante sopratutto per un architetto come me, un mix di stili accostati con una certa linea logica lo rendevano bello ed accogliente.
Mi diressi al banco bar ed ordinai una birra, mentre la sorseggiavo la mia attenzione era rivolta non tanto alla gente che c’era, ma ai particolari dell’arredamento che lo rendevano molto accattivante.
In particolare c’erano delle sedie molto moderne accostate a dei tavoli con il piano in pietra che erano un must.
Guardando le sedie non potevo fare a meno di vedere anche una signora che era seduta ad uno di quei tavolini.
La signora da un certo punto mi sorride e mi invita a sedermi insieme a lei.
Sono imbarazzato, ma più per cortesia che per altro mi dirigo al tavolino.
La signora mi porge la mano, molto curata, e mi fa cenno di accomodarmi, mentre mi siedo le lancio un vistazo (come dicono qui), è proprio una cinquentona.
Appena le dico che sono italiano, diventa un torrente in piena, mi dice che si occupa di moda è spesso viene a Milano, che conosce di qui, conosce di la, io posso solo sorridere ad annuire.
Che si occupa di moda è sicuramente vero, infatti è vestita con molta cura ed eleganza.
Finita quell’alluvione di parole, mi chiede come mai sono a Barcellona, faccio appena in tempo a dirle che sono architetto e che collaboro con uno studio locale, che arriva un’altra ondata di parole sui grandi architetti catalani, debbo dire che dimostra una certa cultura oltre ad una certa classe.
Chiamo il cameriere e ordino un altro giro di drinks, birra per me ed una copa de cava per Ines, così si chiama la signora.
La serata sta trascorrendo piacevolmente, forse domani riesco a prendere l’aereo come una persona normale.
Ines guarda l’orologio e dice:
– E’ ora di andare, mi accompagni?-
– Certo, ma non ho la macchina, prendiamo un taxi.-
– No, non serve abito qui vicino, nel Barrio Gotico, è una bella serata facciamo due passi.-
Il Barrio Gotico è uno dei quartieri storici di Barcellona, viuzze strette, acciottolati, palazzi medioevali e su quegli acciottolati Ines con i suoi sandali con un tacco altissimo è in equilibrio instabile.
La vedo in difficoltà e le offro il braccio, accetta l’aiuto e conversando amabilmente arriviamo sotto casa sua.
Che casa! Un palazzo del settecento, mi spiega, ristrutturato recentemente da uno studio famoso.
– Sali che ti faccio vedere la ristrutturazione-
Sono sincero, sono salito solo per curiosità professionale. L’appartamento è molto bello, sembra che rispecchi la proprietaria, eleganza e classe.
Mentre mi illustra la casa, Ines prepara da bere e ci accomodiamo in salotto. Lei si allunga su una chaise longue, togliendosi i sandali e allungando le gambe. La gonna sale mettendo in mostra due cosce abbronzate ed ancora toniche.
Solo allora faccio mente locale ‘ l’ho incontrata in quel bar, mi invita in casa sua, ora fa la gattona che fa le fusa, ergo vuole scopare’.
Mi avvicino a lei, che mi fa posto sulla chaise longue, sorride quando le accarezzo le gambe, mi abbasso a baciarla lei risponde con trasporto.
Mi conduce a visitare la ristrutturazione della sua camera.
Mentre mi bacia, comincia a spogliarmi, ha classe anche in questo, lo fa con lentezza, accarezzandomi il petto mentre mi libera della camicia. Scende a baciarmi i capezzoli, mordicchiandoli, mentre le sue mani mi palpano le natiche.
Slaccia i pantaloni che scivolano lungo le gambe, abbassa gli slip e comincia ad accarezzarmi il cazzo con le due mani.
Quando cerco di toglierle i vestiti, mi ferma, mi fa sdraiare sul letto e comincia un sensualissimo strip. Ormai è nuda, ha un corpo ancora notevole, prosperoso con un seno pieno anche se un po’ appesantito.
Con le mani a coppa si alza il seno quasi ad offrirmelo poi una mano scende sul ventre poi giù tra le gambe, non ce n’era bisogno ma uno spettacolino del genere avrebbe messo in tiro anche mio nonno che ha 82 anni.
Sempre in piedi di fronte a me continua da accarezzarsi tra le gambe e passandosi la lingua sulle labbra.
– Altro che donna di classe, un troione di classe, ecco cos’é.- penso.
Si avvicina, mi fa stendere sul letto e si sdraia a sua volta di fianco a me nella posizione del 69 e prendendomi una mano se la porta sulla figa:
– Senti che voglia che ho!-
Me lo prende saldamente in mano e comincia a leccarmelo come fosse un gelato, non so se è una tecnica catalana, ma è veramente piacevole. Un po’ di panna, un po’ di cioccolato ed ogni tanto una ciucciata a tutti e due.
Le passo al lingua dal culo al clitoride, con la voglia che deve avere è un attimo portarla ad ansimare a gemere, continuo a leccargliela fino a che:
– Lo quiero, damelo, damelo’damelo duro!-
Da un cassettino estrae un preservativo, lo scarta e me lo infila appoggiandolo in cima con le mani e srotolandolo poi con la bocca.
Posizionato l’impermeabilino, mi scavalca con una gamba e se lo infila in un sol colpo.
Mi da di schiena con le mani appoggiate alle mie gambe comincia a muoversi avanti ed indietro, sempre più forte fino a che raggiunge l’orgasmo, all’apice si muove in modo scomposto sbattendo il culo di qua e di la, ho paura che me lo sradichi.
Si calma e si gira verso di me, lo prende in bocca e questa volta pompa all’italiana fino a quando si mette a quattro zampe:
– Otra vez’damelo otra vez!-
Non mi faccio pregare, ce l’ho che scoppia, e la monto dandoglielo ‘duro’ come ha chiesto lei.
– Que rico, no te paras! Riquisimo!-
Asseconda i mie movimenti con i fianchi, io continuo a pomparla con forza e le infilo un dito nel culo: – ahia, mi amor, despacito.-
Sono alla fine della corsa e quando sento che anche lei sta venendo mollo la diga.
Mentre mi svuoto in lei, la prendo per le tette e strizzandole le faccio mettere quasi verticale, sempre con il cazzo dentro.
Ci sdraiamo:
– Hombre que follada! Ho capito subito che eri un grande amatore, come gli italiani in genere.-
– Li conosci bene gli italiani?-
– No sei il primo, quando vengo a Milano incontro solo i maricones della moda.-
– Quando vieni in Italia?-
– Sono appena tornata, che peccato che non ti ho conosciuto prima-
– Già proprio un peccato-
Mi alzo e mi dirigo in bagno, al ritorno la trovo assopita. Prendo il telefono e le scatto una foto, il lampo del flash la risveglia, mi guarda stupita:
– Que haces?-
– Souvenir de Barcelona- rispondo ridendo.
– Non la farai mica vedere in giro? Faresti brutta figura, una vijequita como yo’..-
– Se vuoi la cancello.-
– No’.tienila pure, basta che non la mostri in giro.-
– Allora te ne faccio altre, dai mettiti in posa.
– Estas loco?-
Si fa pregare un po’, ma poi si mette in posa ed io scatto diverse foto. Si vede che è abituata ai set fotografici e alle passerelle della moda, perché assume pose, non volgari, ma molto erotiche.
Non ci vuole molto perché il mio fratellino si svegli dal suo momentaneo torpore, lei se ne accorge:
– Mira esto, està listo, otra vez, Que rico.-
Si siede sul letto e allunga le braccia invitandomi ad avvicinarmi.
E’ lei che comanda il gioco, me lo prende in bocca, lo accarezza, si accarezza. Ora sento proprio l’odore della femmina in calore, la cavalcata di prima deve aver eliminato l’aroma del profumo dalla sua pelle. Si ferma un attimo e da un cassettino estrae un altro preservativo e un tubo di crema.
Sono pronto e lei anche, si alza, dandomi di spalle e si piega in avanti appoggiandosi al letto con le mani. Che spettacolo il suo culo!
La prendo così, da dietro, tenendola per i fianchi. Nello specchi vedo riflesse le sue tette che sbattono sotto i miei colpi. Le infilo un dito nel culo e lei questa volta non si lamenta anzi:
– Despues,despues, me lo pones alli tambien.-
Non me lo faccio ripetere due volte ed allungandomi arrivo al tubo di gel e ne spalmo in abbondanza sul suo buchetto.
Continuo a scoparla fino a che:
– Amor, ponlo en el culo que estoy acabando.-
Ansimava e gemeva pronta all’orgasmo.
Il gel favorisce la penetrazione e siccome anch’io stavo per venire comincio a sbatterla con forza.
– Dale mi amor, dale duro, no te pares”..aacaaaboooo!-
Venne con un urlo.
– Lo quiero en la boca, quiero tu leche en mi boca.-
Tolsi il condom e me lo prese in bocca fino a che non le venni in bocca.
Esausti entrambi ci accasciammo sul letto.
Mi scappò lo sguardo sull’orologio erano le 4 del mattino, avevo l’aereo alle 7 e dovevo ancora passare in albergo, prima di andare all’aereoporto.
Anche questa volta sarei tornato in Italia come uno zombie.

Leave a Reply