Mia cognata fin dalla adolescenza aveva dimostrato un interesse particolare nei miei confronti, già fidanzato con la sorella di quattro anni più grande, non perdendo occasione per mostrarsi poco vestita o in biancheria intima. Dopo sguardi provocanti allusioni e toccatine veloci, in alcune occasioni eravamo andati oltre il lecito quando, mentre guardavamo insieme un film sul divano di casa a tarda ora, quando tutti già dormivano da tempo, si era sdraiata con la testa sulle mie gambe come per addormentarsi e, quasi per caso, aveva appoggiato la bocca sui miei boxer proprio in corrispondenza del mio uccello, muovendosi impercettibilmente come per caso, ma sfregandomi la parte ed eccitandomi da morire, arrivando ad insinuare la lingua nell’apertura dei boxer ed iniziando e leccare il membro e la cappella già turgida provocando una erezione enorme e facendomi perdere la testa al punto che, abbassati i boxer appoggiai il mio uccello sulla sua bocca spingendo con voglia. Lei, sempre ad occhi chiusi, aprì la bocca e iniziò una pompa incredibile durata lo spazio di pochi minuti e conclusasi con una sborrata in faccia e sui capelli. Andammo anche oltre in un’altra occasione passando da casa pensando di trovare la sorella, avevo trovato lei sola che si stava vestendo per uscire. Con la scusa di aiutarla a scegliere l’abito iniziò un defilè da morire perché sotto gli abiti aveva un perizoma e un paio di autoreggenti e il mio cervello a tale vista aveva perso il lume della ragione. Al terzo cambio non reggevo più e prendendola in braccio la buttai sul letto abbassandomi pantaloni e slip e, spostando con la mano quel brandello di stoffa che portava, incurante del fatto che era la mia prossima cognata ed aveva appena compiuto diciotto anni, la penetrai con forza facendola gridare dal piacere e la scopai sborrandole addosso, poi tiratolo fuori la costrinsi a succhiarlo per bene fino a farmi godere di nuovo. Nonostante i rischi che correvamo cercavamo sempre una scusa per restare soli e una sera mentre ero a casa loro e aspettavamo per metterci a tavola, lei telefonò chiedendo se qualcuno poteva andarla a prendere alla metro. Erano già le otto di sera ed era già buio; salito sull’auto mi apprestavo a partire quando improvvisamente lei salì a bordo e mi confessò che voleva stare un po’ con me prima di rientrare a casa e quello le era sembrato l’unico modo. Così dicendo con la mano iniziò a massaggiarmi il membro facendomi eccitare al volo e, incurante del rischio, eravamo a pochi metri dall’abitazione della sorella, si alzò la gonna mostrandomi le autoreggenti e mi disse che voleva farmi un pompino. Non ci pensai due volte mi tirai giù la cerniera e glielo misi in bocca. Un pompino fantastico e lei mi fece godere ingoiando tutto. Poi rientrammo a casa come se niente fosse. La sorella la vide rientrare e la salutò con calore, anche troppo, baciandola come se niente fosse sull’angolo della bocca e guardandola negli occhi le disse: ‘Che buon sapore’ aggiungendo dopo alcuni attimi di gelo a bassissima voce: ‘di sperma’.