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Racconti Erotici Etero

La Collega (1° Parte)

By 6 Ottobre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Lavoro in una grande azienda, in un palazzone ad uso ufficio lungo la tangenziale.
Potete immaginare di che ambiente si tratti: carrierismo spinto agli estremi, cambi strategici e di management ad ogni cambio di stagione, nepotismi vari, spostamenti da un settore all’altro ad ogni inizio anno, e chi più ne ha ne metta.
Con i colleghi, a pranzo piuttosto che in birreria dopo le partite di calcetto, le discussioni sono sempre le stesse: o il lavoro, o la figa, il più spesso le due cose insieme.
Quest’anno sono salito di ‘piano’: ho un ufficio nuovo e più spazioso, un ruolo più importante, dei colleghi nuovi. Nel mio piano c’è una collega sui trenta anni, né bella né brutta. Radio ‘Serva-aziendale’ (che tra l’altro trova le mie colleghe di sesso femminile tra i principali promotori) l’ha già definita come una mezza sfigata inacidita votata a rimanere zitella.
Ad onor del vero con me non si è mai mostrata acida o scontrosa: ogni volta che ci incrociamo nei corridoi o alla macchinetta del caffè non manca di sorridermi e salutarmi molto cordialmente, e mi ritrovo spesso a guardare le sue curve non appena posso farlo senza che lei se ne accorga.
Insomma, non sarà la protagonista dello spot della Tim, però ha un qualcosa che magnetizza la mia attenzione, rendendomela affascinante.
Una sera mi ritrovo a rimanere in ufficio fino a tardi, più per non tornare a casa da mia moglie che per reali esigenze lavorative.
Avendo saltato il pranzo, prima di abbandonare passo dalla macchinetta degli snack, dove trovo la mia collega, vestita con gonna al ginocchio, camicetta bianca e scarpe rosse a punta con tacco non esagerato. Nel piano credo fossimo rimasti solo noi due. Ci salutiamo, ci guardiamo negli occhi e’non so cosa e come mi sia preso ma’avvicino le mie labbra alle sue, cercando di baciarla e cercando nel contempo di forzargliele. Era la primissima volta in vita mia che ci provavo con una collega, mai e poi mai prima di allora avevo fatto una cosa del genere, figuriamoci poi con una che non ti aveva fatto certo esplicitamente capire che ‘poteva essercene’ !!!!!
Mille pensieri attraversano la mia mente: ‘adesso mi schiaffeggia’ oppure ‘adesso mi spintona e corre subito al personale per denunciare le mie molestie sul luogo di lavoro’. Mentre pensavo a queste cose, quasi senza accorgermene, mi accorgo che la mia collega non solo dischiude le labbra, ma inizia ad infilare la sua lingua nella mia bocca.
A quel punto non ci penso due volte. La spingo di qualche metro e la faccio entrare nell’attiguo bagno. Tutto avviene nel più assoluto e religioso silenzio. Chiudo la porta a chiave ed iniziamo il rituale di spogliarci, con una certa fatica dovuta dall’esiguità dello spazio, dal fatto di essere in ‘divisa’ da ufficio e anche dall’imbarazzo di ogni ‘prima volta’.
Sotto la camicetta e la gonna la mia collega ha un intimo bellissimo, e scopro che possiede una pelle bianchissima, più bella di quanto potessi immaginare.
La cosa mi eccita come non mi capitava da tempo. Mi viene una erezione di dimensioni insolite ed inaspettate, e la cosa non sfugge alla mia nuova amante, che finisce di abbassarmi i pantaloni ed appoggiando una mano sui miei boxer esclama:
– ‘Dio mio, che bello !’.
A quel punto, aggiungendo piacere a piacere, mi abbassa i boxer al ginocchio ed inizia un pompino straordinario, tenendomi ed anzi strizzandomi le palle con la mano sinistra, ed iniziando a sgrillettarsi con la mano destra.
Ogni centimetro del mio uccello trova soddisfazione; la mia collega parte a leccarmi la cappella, per passare all’asta e per finire alle palle, che prende contemporaneamente in bocca. La fermo e le dico solo:
– ‘ Adesso basta, girati’.
Lei si limita a dirmi:
– ‘Hai il preservativo ?’
– ‘No’, è la mia laconica risposta.
– ‘Non importa, mi fido’.
Ho un flash nella mia testa che arriva a farmi chiedere il perché si debba fidare lei e non io, ma dura una frazione di secondo.
Le faccio appoggiare le mani sulla parete, la piego quel poco che basta ad infilare, subito e senza esitazioni, il mio bastone nella sua figa.
Figa che trovo pronta, accogliente, bagnata come poche così ne ho viste.
Inizio subito a pompare, a stantuffare con veemenza. Ho il cazzo durissimo, e le mie spinte avvengono con rapidità tale che la mia collega si ritrova un paio di volte a sbattere la testa al muro.
Non dura molto, e non per causa mia: dopo pochissimo tempo, un minuto o due al massimo, la mia collega ha un orgasmo che la squassa, tanto da costringerla a mettere le mani sulla bocca per soffocare l’urlo liberatorio. Nel frattempo la contrazione delle labbra della sua figa è tale da stringermi l’uccello in una morsa piacevolissima.
Quando esce lei da me, più che io da lei, la guardo negli occhi e senza pronunciare parola alcuna, la faccio abbassare ad altezza dell’uccello.
Lei capisce ed inizia a spompinarmi velocemente, aiutandosi contemporaneamente con le mani. Probabilmente pensiamo la stessa cosa: siamo pur sempre in ufficio, dobbiamo entrambi venire in fretta !
Inizio a masturbarmi, con la mia collega pronta a ricevere il mio sperma.
Mi sembra di metterci una vita, la mia collega impugna con le mani le palle e tiene la bocca a due centimetri dalla cappella.
Vengo, e mentre vengo mi sento tremare; è un orgasmo bellissimo, lungo, ‘consistente’.
La mia collega non vuole perdere una goccia, ma forse è anche perché teme che qualche mio schizzo possa finire chissà dove !
Adesso è finita, mi siedo sul water. Si riveste prima lei ed esce. Sento che esce con fare guardingo dal bagno.
A quel punto mi ricompongo io, anche se faccio molta, molta fatica a farmi il nodo della cravatta.
Torno alla scrivania, mi accendo una sigaretta, e guardo sullo sfondo del computer l’ora: non saranno passati più di dieci, quindici minuti al massimo.
Mi guardo la patta dei pantaloni, scoprendo che ho l’uccello ancora duro”.. (continua , se avete trovato questa prima parte interessante ).

FrankAn.

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