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Racconti Erotici Etero

la compagna di scuola

By 30 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono un ragazzo di 27 anni bella presenza educato, cresciuto in un piccolo paese della liguria,la mia timidezza ha sempre chiuso in gabbia le fantasie sessuali che la mia mente continua a creare, questo sito mi ha aperto gli occhi, e la tastiera del pc mi da quella forza di raccontare le mie poche esperienze e magari le mie fantasie.
Dopo il diploma qualche anno fa decido di andare a trovare i vecchi compagni e i professori nell’istituto che frequentavo.Mai e poi mai avrei pensato che quella visita avesse riscontri cosi piacevoli.
J era una ragazza come tante, anzi come poche visto che le donne presenti in Istituto durante la mia permanenza si contavano sulla punta delle dita, non tanto alta, un viso con lineamenti orientali, un seno nella norma ma il suo corpo sprizzava energia sessuale da tutti i pori.
Ci conoscevamo poco, ma credo che la sua intelligenza in campo sessuale, molto superiore la mia, le faceva capire cose che ad altri erano sconosciute.
Mi vide parlare col bidello davanti la porta dell’aula e usci a salutarmi come una normale ex compagna, quel giorno indossava un paio di jeans attillati e un maglioncino scollato, rigorosamente senza reggiseno, si avvicino e iniziò a raccontarmi di una brutto incidente avuto durante l’estate appena trascorsa, la fine del suo fidanzamente con un altro ex alunno il divorzio dei suoi genitori, insomma tutto il male che poteva avere me lo stava confessando in maniera dolce e tranquilla.
Da vero gentlman quale mi reputo, non mi resta che darle il mio numero di telefono promettendole che in caso di telefonata sarei stato tranquillamente ad ascoltare i suoi problemi, magari davanti ad un caffè.
Non avrei mai immaginato che quella mia proposta si trasformasse a breve in fatto reale, ma sopratutto non avrei mai e poi mai immaginato il seguito.
J mi contatta il pomeriggio stesso e organizziamo una pizza per il venerdi sucessivo , giusto in tempo prima della mia partenza per una chiamata di lavoro fuori regione.
Decido di andarla a prendere io anche se la distanza da casa mia è notevole, ma non mi va che guidi sola fino alla pizzeria ; arrivato sotto casa sua lei si presenta vestita di nero, un leggero trucco sul viso orientale, una maglietta a collo a V rigorosamente scollata, una gonna lunga un palmo sotto il ginocchio ma con uno strappo vortiginoso, calze di nylon e una scarpa col tacco 8 che abbellivano ancora di più la sua moderata altezza, il tutto ricoperto da una giacca di pelle lunga.
Optammo per una pizzeria in un paese vicino, abitiamo entrambi nel levante ligure, quindi spostarsi da un paese all’altro è semplice e la perenne vista sul mare rende gradevole il tragitto.
Durante il percorso J cominciò da capo a raccontare il tutto, io ero più interessato ai brontolii del mio stomaco che alle sue parole, sono sincero, ma facevo di tutto in modo da nasconderle il bruttissimo rumore proveniente dalla mia pancia, non vedevo l’ora di parcheggiare la macchina e di incominciare a mettere qualcosa sotto i denti.
Entrammo in pizzeria, chiesi un tavolo in veranda con vista mare, un po appartato in quanto io ero fidanzato, e naturalmente la mia lei era allo scuro di tutto.
Ci accomodammo e notai che quel suo spacco era al quanto provocante, incorniciato da quel tacco nero , molto sensuale, peccato per le calze che non facevano vedere niente, ma vista la temperatura rigida chi poteva darle torto.
Parlammo del più e del meno per tutto la cena, anche se adesso, con lo stomaco pieno iniziavano a balenarmi in testa altri pensieri e non i suoi martiri estivi; ripensavo alle leggende scolastiche che la riguardavano, il sesso orale che faceva nei bagni col suo fidanzato, le scopate in treno , le nottate che trascorreva sul tetto della scuola sempre in compagnia del suo ex, erano leggende? c’era almeno un velo di verità nelle parole degli alunni o era solo invidia?
Per la mia pudicità o timidezza, non osai chiedere niente ma lei capi al volo, forse fui tradito dai miei occhi verdi che scrutavano nello scollo a V, o dalla mia gamba che “involontariamente” la sfiorava per trovare un contatto con la sua,si alzo , ando alla toilette dicendomi di chiedere il conto che era stanca di stare seduta in quel posto ormai affollato.
Al suo ritorno mi trovò intento a fumare una sigaretta fuori dal locale, pronto più che mai a doverla solo (per mio rammarico) accompagnarla a casa e invece, mi propose una passeggiata lungo la spiaggia.Fenomenale pensai, chissà dove porterà questa serata.
Camminavamo sulla sabbia molto vicini, lei col suo tacco in mano, incurante dell’acqua che le bagnava le calze, io che non sapevo minimamente cosa fare.I miei occhi continuavano a cadere sulla sua scollatura, sul suo spacco, sui suoi piedi che cosi bagnati, celati dalla calza ormai fradicia mi eccitavano sempre di più, non durò molto il silenzio che si era creato, lei tirò in ballo le leggende scolastiche con mio stupore.
Mi raccontò quasi tutto, con una naturalezza tale da far sembrare le sue scopate giornaliere semplice routine.
Più lei raccontava e più io sentivo il mio membro crescere nei boxer, il desiderio di poterla avere li, in quello stesso istante era forte, ma non potevo, o forse, visti gli sviluppi futuri, non ne avevo il coraggio; lei capi qualcosa, si fermo mi prese per mano, e posizionandosi davanti a me mi diede un bacio cosi “sessualmete attivo” che quasi mi fece scoppiare nei pantaloni, nel mentre sentivo la sua mano che tastava sui jeans cercando il mio membro, non ci mise molto a trovarlo e soddisfatta si rivolse a me confermando il mio pensiero che noi uomini siamo fatti di carne.Purtroppo mi confidò che la serata doveva volgere a termine cosi, il timbro rosso del mese non le permetteva di possedermi anche se il desiderio era tanto.
Salimmo in macchina, io con le palle gonfie, e lei con un sorrisino di soddisfazione per aver fatto arrapare quel ragazzo che in passato aveva già desiderato (a mia insaputa).
Pochi km ci separavano da casa sua, quando la sua mano cadde nuovamente sui mie jeans, iniziando a massaggiare il basso ventre e sussurandomi all’orecchio di fermarmi nella piazzola di sosta poco distante, aveva il desiderio di ringraziarmi a modo suo della splendida serata.
Ci mettemmo seduti sui sedili di dietro, e dopo pochi baci la mia cerniera e il bottone dei jeans erano gia slacciati, la sua mano scivolava dentro ai boxer sicura ma leggiadra, sapeva già cosa voleva, non ci mise molto a raggiungere l’obettievo e in poco tempo, memore dei racconti della serata il mio membro era nella sua migliore erezione possibile, la cappella pulsava a ritmo del battito del cuore, si lego i capelli, e prima lo inumidi con dolci leccate , poi se lo prese tra le labbra, la mano accarezzava le palle e da li non si mossero per tutto il tempo, solo la bocca e la lingua toccavano la mia asta, io vedevo poco e niente, lo scuro intorno, mi faceva solo immaginare, mi si addormentarono entrambe le gambe dal piacere, ero in estasi assoluta e lei lo capiva, era brava, sapeva il fatto suo.
Arrivato quasi all’orgasmo la avvertii della mia a breve venuta, e senza proferire parola continuò imperterrita a succhiare solo con l’ausilio delle labbra fino a che fiotti di liquido non le inondarono la gola, continuò ancora, ripulendomi quel poco che colava, mai la sua mano si era mossa dalle mia palle ormai vuote.
Le mie gambe non avevano la forza di muoversi, le mie mani impietrite non riuscivano a staccarsi dalla sua coscia, rimasi fermo con i pantaloni calati qualche minuti mentre J si sistemava i capelli e la maglietta.
Mi guardò e chiedendomi se ero soddisfatto del rigraziamento mi fece promettere che in futuro ci saremmo rivisti perchè desiderava essere scopata da me, in quanto godendo per il piacere che mi stava procurando non osava immaginare cosa avremmo potuto provare assieme, magari su un bel materasso comodo.
Ci salutammo, e diressi la macchina verso casa, i pensieri erano ancora rivolti agli attimi appena trascorsi, e ancora adesso, sono sincero, ripensando a quel pompino, al mio primo pompino completo ricevuto, mi viene duro e vorrei che lei potesse essere qui vicino a me.
Da quella sera ci incontrammo diverse altre volte, e mi apri la porta di un mondo a me sconosciuto.

uxo

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