Skip to main content
Racconti Erotici Etero

*LA CONFESSIONE**

By 4 Giugno 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

A volte mi picchi: schiaffi, soprattutto schiaffi.
Ti piace schiaffeggiarmi ora di piatto, ora nei momenti davvero cattivi, con il dorso della mano.
Il manrovescio fa male.
Ma non esageri mai, al limite mi resta solo un piccolo livido.
Obiettivamente uno schiaffo é cosa da poco ed io sto diventando obiettiva.
Certo, il mio orgoglio naufraga in un mare di umiliazione, ma quale orgoglio, via, siamo seri,
io non ne ho più.
So che ti piace schiaffeggiarmi non per sadismo, ma per una forma bizzarra di intimità, di familiarità.
Sai bene che non lo permetterei a nessun altro.
Tu hai l’esclusiva.
E non mi proteggo neppure.
Nella mia umiliazione arrivo ad accettare tutto, anche la violenza fisica.
Perché fa parte d’un insieme indivisibile nel quale é compresa l’abbagliante luce del piacere.

Riconosco di essere una donna in preda ad una ossessione.
Ora sono qui, che aspetto una tua telefonata, oppure il rumore dell’auto in fondo al viale.
Non riesco a pensare ad altro che al tuo corpo, alla tua bocca dentro alla mia, al tuo sesso, che mi é diventato indispensabile come l’aria che respiro.
Non so che cosa sia peggio, se il desiderio oppure il non-desiderio, la lotta che combatto invano per non volerti più, per allontanarti da me per sempre.
L’uno e l’altro mi distruggono, mi bruciano, riducendomi in cenere.
I nazisti non avrebbero saputo inventare un forno crematorio più efficace.
Tu sei il mio autodafé, la mia ossessione, l’amata droga da cui dipendo completamente.
Gli amici mi invitano a lasciarti: hanno ragioni da vendere.
Ma non serve perché quello che provo non ha niente a che fare con la ragione.
Più antico di tutti gli antichi dei questo fuoco che mi arde dentro é in realtà la forza primordiale dell’Universo.
Come tu sia riuscito ad accenderlo in me, é un mistero.
Tu, che versi insieme menzogne nel mio orecchio e seme nel mio ventre.
Chi può credere a questa specie di amore che é ossessione, degradazione, dipendenza?
Solo chi ne ha provato il fuoco e si é bruciato a quella fiamma, restando con la pelle secca e piagata come quella dei martiri del medioevo.
Eppure sono un’abile donna d’affari, una che si aggira nei meandri del mercato azionario con notevole abilità.
Ma questa sicurezza mi rende ancora più vulnerabile.
Perché più dura sono nel lavoro, più sono tenera vicino a te, dove il solo pensiero delle tue mani e del tuo corpo dentro al mio mi riduce in cenere.
Detto questo, che cosa vuoi che contino qualche manrovescio o un labbro tagliato e sanguinante, oppuredei piccoli lividi…
Forse avrei potuto trovare un rimedio efficace alla mia ossessione amorosa se fossi vissuta al tempo in cui dalla mandragora strappata di notte ai piedi dei patiboli si ricavavano magici filtri.
Forse…
Chi può descrivere il desiderio quando é così caldo, così corposo, così urgente?
Le parole non lo sfiorano neppure.
Solo la musica può renderne l’intensità crescente, il vigore, il calore, la vibrazione.

Una volta ho cercato di dipingerlo (sono una scadente pittrice per hobby).
Era una tela rotonda con il centro di un infuocato arancione e ondate di rosso e lavanda
tutt’attorno.
Quelle ondate rosse e lavanda ora sono dentro di me, mentre immagino le tue mani sui miei glutei, poi tra le cosce, fino a che trovano il punto setoso dove divento oro liquido.
E’a quest’oro che non posso rinunciare, qualunque sia il suo prezzo.
Ora mi accendo una sigaretta e mi verso un bicchiere di vino rosso.
A volte funziona.
A volte riesci ad arrivare qui prima che mi sia scolata tutta la bottiglia e fumata un intero pacchetto di Malboro.
A volte…

Vieni a
trovarmi sul mio sito: clicca qui!

Leave a Reply