Skip to main content
Racconti Erotici Etero

La ex ragazza del nemico

By 14 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

“Chi è quella?” “E’ Katia l’ex ragazza di Giacomo”.

Giacomo era uno dei miei “nemici”, persone diciamo che porto sulle palle. Katia invece era una splendida ragazza, mai vista prima d’ora, capelli neri lunghi lisci,una ragazza dolce e sensibile e con una quarta abbondante di seno che ti faceva venire in mente le porcate più assurde.

Eravamo a mare e con la scusa di fumarsi una sigaretta ,ma soprattutto perchè si stava rompendo sotto l’ombrellone delle sue cugine più grandi, si sedette sotto il nostro ombrellone e cominciò a parlare con una nostra amica dopo essersi presentata con noi altri.

Grazie ai miei occhiali da sole potevo ammirare quel davanzale stupendo, un seno che ondeggiava armoniosamente ad ogni suo movimento,era uno spettacolo unico; il costume poi metteva ancora più in risalto quelle due montagne così soffici e grandi.

Terminata la sigaretta e la chiacchierata se ne tornò sotto il suo ombrellone ma sino a quando non se ne andò non smisi un attimo di guardarle esclusivamente il suo seno.

 

La sera, sul tardi, era mia abitudine prima di ritirami a casa fumare l’ultima sigaretta della giornata percorrendo con la macchina le strade più tranquille a bassa velocità, la incontrai, si avviava verso casa e poichè andavo piano lei ebbe il tempo di riconoscermi e salutarmi,mi fermai con una scusa e le chiesi come mai si stesse ritirando da sola a casa a quest’ora e mi disse che anche a lei piaceva fumare un’ultima sigaretta passeggiando per quelle strade tranquille. La sua sigaretta era finita per cui le chiesi se voleva un passaggio ed accettò.

 

Seguì al rallentatore tutti i suoi movimenti sin quando salì in macchina e fece sobbalzare quelle due tettone coperte da una maglietta bianca aderente che metteva in risalto le bellissime forme; anche il mio socio se ne accorse e si svegliò.

 

In macchina cominciammo a parlare delle solite cazzate che si dicono per conoscersi un pò e mi confidò una cosa “ho un pò di erba,giusto una canna, ce ne facciamo una?” “me lo chiedi pure?”.

La fece in poco tempo,fumammo e ricominciammo a parlare con l’effetto delle canna che cominciava a farsi sentire viste anche le nostre risate per battute e risposte veramente stupide.

 

Mi disse che avrebbe voluto guidare, così mi diressi verso strade più deserte e ci scambiammo di posto; non appena fù al volante non le levai gli occhi di dosso, avevo quelle due tettone a pochi centimetri da me, avrei voluto toccarle e metterci il mio socio in mezzo per cui mi feci coraggio e cominciai a fare le prime mosse.

 

Cominciai a farle il solletico sui fianchi, sulle gambe e lei per nulla offesa rideva a crepapelle divertita dalla situazione; i miei pizzichi erano sempre più prossimi alle due tettone e lei divincolandosi mi fece sfiorare una tetta, se ne accorse e si fece un pò rossa e mi disse “Se c’è una cosa che però non sopporto è il respiro sul collo”.

Ero già lì che le suffiavo sul collo,dallo specchietto notai che tirava spesso gli occhi sù, quella maledetta si stava eccitando e probabilmente era già bagnata.

Cominciai a tirarle sù i suoi bei capelli neri e a respirarle sopra sino a darle dei piccoli baci sul collo e vicino le orecchie sin quando non ce la fece più e si fermò, si girò e mi diede uno di quei baci che mai scorderò nella vita. Le dissi di fermarsi poco più avanti visto che eravamo praticamente in una zona periferica.

Le sue tettone erano a contatto con il mio petto,una cosa che noi maschi adoriamo, la ragazza limonava di brutto, tornai sul suo collo questa volta leccandoglielo e dando dei piccoli morsi, mi riprese il viso e ritornammo a baciarci.

La mia mano cominciò a toccarle una tetta,era così grande che dovetti aprire l’intero palmo della mano, le toccai anche l’altra con l’altra mano e comincia a stuzzicarle i capezzoli ormai ben visibili, glieli grattavo con le unghie, glieli stringevo e poi tornavo a palparle tutta la montagna morbidosa.

Le misi una mano sotto la maglia e finalmente sentì la sua pelle,era così morbida che ripensai subito al mio socio lì in mezzo; le tolsi la maglietta e cominciai a leccarle e succhiarle i capezzoli,lei spingeva la testa indietro e miagolava dal piacere. Nel frattempo mi toccava il pacco e ci grattava sopra con le sue unghie, ancora un pò e sarei venuto in poco tempo.

 

Abbassai i sedili e misi la mia testa nel bel mezzo di quello spettacolo della natura, piano piano scesi baciandole la pancia e nel frattempo le sbottonavo i pantaloni,glieli sfiliai e mi ritrovai davanti una mutandina rosa semplice,mi avvicinai e l’annusai, avevo un odore così dolce, le diedi un bacio…poi un secondo, gliele tolsi e cominciai a baciarle la patatina ben curata e con pochissimi peli; era buonissima, un sapore eccezionale, sembrava fragola,stavo limonando con la sua patata e lei nel frattempo mi manteneva la testa. Eccitata come non mai mi diceva di leccarla e baciarla, uscì tutta la mia lingua e la leccai dal buco del suo splendido culo sino all’apice della sua patata,andavo su e giù, lei allora prese con forza la mia testa e cominciò a spingerà prima verso l’interno e poi su e giù, godeva tantissimo e non ci volle molto che esplose in un orgasmo con urla meravigliose.

 

A Quel punto risalì e cominciammo a baciarci, volevo che andasse giù ma non lo fece,cominciò a stuzzicarmi i capezzoli ,il mio punto debole, così mi tolsi i pantaloni e le aprì le gambe e cominciai a chiavarla, lei strinse le ginocchia e mise i suoi talloni dietro il mio culo spingendomi verso di lei; la stavo scopando ed era una cosa meravigliosa,provai ad alzarle le gambe e mettermele dietro al collo ma notai che forse non le piaceva molto per cui mi misi affianco e la penetrai così, con una mano le tenevo la gamba leggermente alzata e con l’altra le stringevo una tetta,era una delle mie posizioni preferite. Stavamo godendo tutti e due e non ci volle molto che la sentì nuovamente godere, ma io non volevo venire così,volevo inondarle le tettone così mi girai di scatto e la presi con forza, mi misi su di lei e le infilai il mio socio tra le sue tettone, dopo neanche un minuto esplosi in uno degli orgasmi più spruzzanti che ricordi, il mio seme era sul suo collo e su i suoi morbidi meloni, io per inerzia continuavo a muovermi e a lamentarmi fino a quando sfinito non mi appoggiai al suo fianco.

 

Dopo qualche minuto si alzò e si ripulì prima con il fazzoletto e poi con delle salviettine, e nonostante fossimo sudatissimi appoggiò la sua testa sul mio petto e mi abbracciò; la presenza delle sue angurie mi fece rieccitare lei se ne accorse e si mise a ridere, avere quelle tettone appoggiate sul petto era una cosa meravigliosa.

Dopo un pò l’accompagnai a casa, mi diede un bacio e scese dalla macchina, seguì quel culo meraviglioso sino al portone di casa,mi mandò un bacio volante ed entrò.

 

Katia era l’ex ragazza di un mio “nemico”, uno cioè che porto sulle palle.

Dopo esserci conosciuti a mare la incontrai la sera stessa mentre passeggiava e realizzai uno dei miei due sogni ,creati proprio quel pomeriggio, e cioè metterle il mio socio in mezzo ai due meloni che si ritrovava.

I giorni successivi non lo incontrai più, neanche al mare; una sera con i miei amici andammo in un pub del centro e la incontrai,anche lei era con delle sue amiche ed era bellissima. Uno schianto di ragazza, aveva una magliettina simile a quella che aveva qualche sera prima,aderente come non mai, elasticizzata al punto da mettere in risalto quello che madre natura le aveva donato con tanto amore, due montagne soffici e morbide da far letteralmente perdere la testa. Aveva poi un jeans attillatissimo che metteva anche questo in risalto il suo meraviglioso culo e anche in parte le sue forme davanti.

Restai per qualche istante a guardarle la sua patatina, era come se mi chiamasse, l’avevo baciata proprio qualche sera fa e del suo sapore ne ero rimasto estasiato,ora era come se mi trovassi di fronte ad una droga, ce l’avevo davanti e la rivolevo, volevo di nuovo baciarla e leccarla giù.

Alzai gli occhi e lei mi sorrise,dissi ai miei amici di avvicinarci al bancone e poi cercando di farmi sentire da lei dissi che sarei andato nel bagno.

Bagnetto che era circa due metri scarsi per due ,con un gabinetto ed un lavandino,ma c’era comunque un antibagno che isolava dal resto del locale, dopo pochi secondi sentì che qualcuno era entrato,aprì la porta e con grande soddisfazione vidi lei,sorridente,meravigliosa come non mai, la cinsi a me e le diedi un bellissimo bacio; la feci entrare nel piccolo bagno e cominciammo a limonare,era buonissima,aveva un sapore sempre dolce,era come se stessimangiando le caramelle alla frutta,tipo quelle gommose.

Ad un certo punto senza che lei facesse o dicesse nulla scesi a baciarle la pancia e le cominciai a sbottonare i jeans, ovviamente cercò di fermarmi dicendo che non era il luogo adatto, ma quella resistenza durò pochissimo,riuscì ad abbassarle i jeans e mi ritrovai di nuovo davanti quella meravigliosa patatina.

Senza perder tempo l’abbraccia e baciai,lei appoggiò le mani sul lavandino e divaricò leggermente le gambe; cominciai a leccarla cercando di farle entrare la lingua più dentro possibile, leccale e succhiavo quel succo dolcissimo che usciva e cercavo ogni tanto di catturare i suoi occhi per notare le espressioni di estasi che le procuravo. Cominciò a miagolare e questa era musica per le mie orecchie, adoro quando una donna comincia a godere.

Avevo le mani poggiate sulle sue chiappe e facevo pressione per darle sempre più piacere,il suo clitoride era completamente fuori, lo presi bene in bocca e cominciai a succhiarlo per bene, dopo qualche secondo mi venne in faccia, anche se fortunatamente non mi sporcò più di tanto. Continuò a muoversi ondeggiando sul mio viso sino a quando non si spostò e mi sorrise; era visibilmente distrutta,sembrava appena sveglia. Mi diede delle salviettine e mi aiutò a pulirmi.

 

Uscimmo insieme incuranti di tutto e di tutti e ci avvicinammo al bancone,lei alla sua sinistra aveva il gruppetto delle sue amiche io alla mia destra avevo quello dei miei amici, ovviamente qualcuno si conosceva per cui alla fine ci riunimmo quasi in unico gruppo.

 

Lei era sempre meravigliosa,era la più bella del suo gruppo e sapere che pochi minuti prima ero stato giù a leccarla e a farla venire mi metteva uno stato di euforia assurda.

Passammo una tranquilla serata e poi se ne andò con le sue amiche dopo avermi baciato sulla guancia,avrei voluto chiederle il suo numero di telefono ma non volevo rompere quell’armonia, quell’insieme di situazioni improvvise che si creavano; se avessi avuto il suo numero di telefono avrei saputo dove trovarla sempre e comunque e questo non lo volevo,non volevo rovinarmi la sorpresa,mi sembrava di esser tornato un quindicenne.

Passarono due giorni e due notti, sembrava nuovamente sparita, nè in giro nè a mare riuscivo a beccarla. Passavo spesso sotto casa sua ma le luci di casa ,almeno la sera, erano sempre spente e quando ci passavo di giorno anche le persiane erano spesso chiuse e non c’erano automobili parcheggiate sotto casa. Arrivai alla conclusione che sicuramente era partita con i suoi.

Katia era l’ex ragazza di un mio nemico, uno cioè che portò sulle palle.

 

Dopo averla conosciuta a mare, abbiamo fatto sesso sia in auto che in un bagno di un pub, poi è sparita. Ormai mi rendevo conto che il suo pensiero era fisso nella mia mente, era passata quasi una settimana dall’ultima sera al pub in cui ci eravamo visti, mi chiedevo dove fosse andata (sperando con i suoi).

 

Una sera,una delle tante in cui passavo a spassavo sotto casa sua, vidi finalmente una luce accesa e una macchina sotto casa,incurante di tutto scesi dalla mia macchina e mi accesi una sigaretta guardando sempre verso la finestra; avrei voluto suonare direttamente al campanello della sua casa ma mi sembrò un tantino esgerato, così diedi un paio di colpetti con il clacson ed attesi…dopo pochi istanti si affaccio un angelo dalla finestra,mi guardò, mi sorrise e fece segno con la mano di aspettare.

 

Dopo un paio di minuti di attesa che mi sembrarono interminabili, si aprì il portone di casa sua ed uscì in tutto il suo splendore,era una ragazza bellissima senza ombra di dubbio, aveva una cannottierina nera con delle scritte colorate, una gonnellina di jeans e dei leggins neri che le arrivavano al ginocchio…capelli neri leggermente ondulati…era un sogno.

 

Entrò in macchina ed inondò sia me che tutto l’abitacolo di tutto il suo splendore, un profumo così inebriante da ammaliarti in un istante. Mi diede un bacio a stampo e mi disse che era andata al Nord perchè suo padre aveva ricevuto un’offerta di lavoro,ma questo poco mi importava, ora era con me,volevo fare subito l’amore con lei.

 

Andammo su un ripiano dove si può ammirare il paese e si posson vedere le stelle e ci mettemmo a ridere e scherzare,mi chiese come fossi stato in questi giorni e lei mi confidò che mi aveva pensato molto….non persi tempo le dissi subito che non vedevo l’ora di fare l’amore con lei e che l’avevo pensata ogni attimo in questi giorni, mi sorrise e mi diede un bacio,poi un secondo, un terzo…cominciammo a baciarci con passione. Il suo sapore era sempre meraviglioso, mi sembrava di baciare una fragola o delle ciliegie,era bellissimo baciarla. Cominciai quindi a darle anche baci sul collo,dietro le sue piccole orecchie, scendevo giù sulle sue spalle scoperte e risalivo,tornavo a baciarla e leccarla con passione,esploravo ogni centimetro del suo viso,piccoli bacini e piccoli morsi sul collo.

 

Le mie mani avevano già afferrato quei due suoi meloni,così grandi e soffici,facevo dei cerchi con le dita per procurarle del piacere e stuzzicavo i suoi capezzoli memore dei suoi sospiri di piacere nelle sere precedenti.

 

Le abbassai una spallina della canottiera e cominciai a toccarle il reggiseno sottile e trasparente, non ce la feci più glielo abbassai con forza e presi il suo capezzolo in bocca, lo leccavo e succhiavo ed intanto massaggiavo quella grande mammella; le abbassai anche l’altra spallina e le tolsi completamente il reggiseno, restai un attimo ad ammirare quello splendore, mai visto un seno così grosso che restava così alto, sospirai un “mio dio” e ripresi a morderle quei due panettoni alternando sapienti leccate; una mia mano intanto già esplorava la casa della sua patatina. Lei sapeva cosa volevo per cui mi fece abbassare i sedili e si mise sopra, le sue due tettone penzolavano creando dei movimenti per me ipnotizzanti, mi spinse la testa verso il suo seno e cominciò a giocare con i miei capelli, poi mi fece abbassare completamente e si mise praticamente seduta quasi sul mio collo, cominciò ad ondeggiare avanti e dietro facendomi annusare la sua patatina ormai bagnata, le diedi un morso sulla stessa e la feci sobbalzare, si alzò di scatto e tolse gonnellina e leggins in un attimo, quindi si tolse le mutandine e non fece in tempo ad appoggiarsi sulla mia faccia che io avevo già la lingua di fuori, cominciai a leccarla tutta,spingevo come sempre il suo culo verso la mia faccia ed affondavo i colpi di lingua,ogni tanto cercavo di toccarle il seno ma la posizione era un pò pericolosa per cui la mia preoccupazione era quella di mantenerla per i fianchi o per il sedere.

 

Dopo qualche minuto venne con mia grandissima soddisfazione,urlando di piacere e tenendomi la testa verso la sua patatina,si abbassò quindi per baciarmi e si appoggiò per qualche istante, posando il suo davanzale sul mio petto,sarei rimasto un secolo in quella posizione. Cominciai quindi a baciarla e a toccarle tutto il suo splendido corpo ma ad un certo punto si alzò e girò dandomi praticamente il culo in faccia,pensai volesse di nuovo che la leccassi ma dopo qualche attimo sentì le sue mani che cercavano e poi prendevano il mio socio, cominciò un movimento su e giù di avvitamento, volevo tanto che scendesse a prenderlo in bocca ma volevo anche che fosse lei ad andare e non io a spingerla; dopo quache istante si abbassò e cominciò a succhiare e leccare la cappella e quindi a leccare tutta l’asta. Altre ragazze in passato mi avevano fatto dei pompini, ma questa era una dea,i suoi movimenti erano lenti e precisi,non sbagliava nulla, leccava e succhiava cercando di farlo entrare sempre più nella sua bocca,mi massaggiava le palle e succhiava,ormai ero sul punto di venire. Si girò e si mise tra le mie gambe e ricominciò a succhiare e leccare, la porcellina aveva capito che stavo per venire per cui voleva guardarmi in faccia e nel frattempo mi faceva degli sguardi da super sgualdrina in calore dando dei piccoli baci alla mia cappella alternati a piccoli morsi. Ormai non avevo più scampo mi alzai di scatto e misi il mio pene dentro i suoi bei meloni e dopo un paio di viaggi esplosi e continuai a godere gridando come un forsennato perchè lei nel frattempo aveva ben pensato di stuzzicarmi i capezzoli. Si pulì il petto in pochi secondi e riprese a succhiarmelo ed io ripresi a gridare per il piacere, ormai non connettevo più , respiravo quasi a fatica, sembravo sotto l’effetto dell’estasi.

 

Riuscì in poco tempo a farmelo tornare duro, mi alzai e cominciai a baciarla,eravamo seduti più o meno al centro dell’abitacolo della mia macchina e ci baciavamo. Anche questa era una posizione che adoravo, sentire il calore dei suoi meloni sul mio petto era qualcosa di indescivibile; la presi per i fianchi alzandola e glielo misi dentro continuando a stare seduti, si posizionò meglio e cominciò a muoversi sopra di me, ondeggiava il bacino e faceva dei piccoli movimenti verso l’alto; mi misi quindi in posizione distesa e lei si posizionò meglio continuando nei suoi movimenti,praticamente ora avevo come al solito il suo petto davanti che si muoveva e lei nel frattempo godeva lamentandosi delicatamente. Dopo qualche minuto mi alzai e mi posizionai dietro di lei,glielo misi direttamente dentro la sua bella patatina, non provai neanche a strofinarlo per un attimo contro il suo buchino del sedere perchè non volevo rovinare questo momento con un “lì no”, cominciammo a scopare e a gridare entrambi, questa posizione facilitava il suo godimento e per me era un bellissimo modo per scoparla e nel frattempo mantenerla per i suoi meloni, mi disse di stringerle il seno e di spingere di più e dopo qualche minuto esplose anche lei. Io per inerzia continuavo, anche se in maniera più pacata a scoparla fino a che non cambiò posizione,si rigirò mi diede un bacio e mi guardò per un istante, la mia mente le fece una foto che mai più cancellerò, il suo bel viso aveva come contorno i suoi capelli ovviamente bagnati per il sudore che le donavano comunque e un espressione da ragazza a cui era tanto piaciuto fare l’amore. Io ero ancora nella posizione della pecorina con le mani appoggiate allo schienale dei sedili di dietro, lei quindi scese giù e me lo prese nel palmo delle sue mani,cominciò a massaggiarlo sino a quando non si mise con la testa fra le mie gambe e cominciò a succhiarlo e leccarlo, ora era lei che spingeva il mio culo verso il suo viso. Voleva farmi venire così, cominciai a scoparla in bocca e dopo neanche un minuto le venni in bocca gridando come aveva fatto prima e nonostante i getti di sperma nella sua bocca lei continuava a leccare la cappella sino a quando non raccolse tutto, si alzò ed aprì lo sportello sputando fuori il mio sperma. Avevo goduto tantissimo,restammo abbracciati per molto tempo.

 

Mentre l’accarezzavo sentì un piccolo singhiozzo, fù un fulmine a ciel sereno, per un attimo mi si fermò il cuore,avevo già capito cosa significasse quel singhiozzo accompagnato dalla solita lacrima che scende. Doveva insieme ai suoi genitori trasferirsi al Nord e l’avrei rivista solo l’estate prossima; cercai di farmi forza facendo il duro ma quando mi disse che sarebbe partita domattina e che aveva preferito stare da sola con me anzichè stare con le sue storiche amiche vennero gli occhi lucidi anche a me. Cercai un pò di riprendermi e le dissi che comunque potevamo approfittare delle vacanze natalizie o pasquali per vederci e che eventualmente sarei potuto partire io, avrei potuto raggiungerla, ma lei non credeva nei rapporti a distanza perchè si soffriva di più e basta,ore e ore al telefono per lei era solo per masochisti. Ci lasciammo con la promessa che non ci saremmo dimenticati e che se il destino avesse avuto qualcos’altro in serbo per noi prima o poi si sarebbe fatto vivo.

 

Quando l’accompagnai a casa ci fù un solo bacio e un caldo e lungo abbraccio; quando rimasi da solo cominciai a pensare e capì che quella era una punizione per me, io mi ero avvicinato a quella ragazza solo per fare un dispetto al suo ex che porto sulle palle, e poi me ne ero innamorato, il destino quindi aveva  poi fatto in modo che lei si allontanasse da me. Piansi tutta la notte e le notte successive.

Leave a Reply