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Racconti Erotici Etero

La Formula – L’incontro con la pantera nera

By 31 Luglio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Lunedì mattina ero molto allegro, colleghi e colleghe rimasero stupiti dalla mia allegria, mi guardavo in giro con occhi diversi, c’erano varie colleghe e inizia a informarmi sui loro turni, per usare la “formula” nel pomeriggio quando in ufficio c’era meno gente.
Intanto la vita scorreva regolarmente, il mercoledi nel primo pomeriggio stavo rientrando a casa ed incocciai in una delle mie vicine più sexi una trentenne pantera nera alta 1,80 formosa e con un paio di gambe che non finiscono più, indossava un prendisole scollato e un paio di jeans attillatimi, salimmo in ascensore e mormorai la “formula2”, subito mi guardo con i suoi occhioni verdi che ardevano, si passo la lingua sulle labbra più volte, scendendo tesi la desta verso di lei che la strinse e mi segui entrammo in casa e dopo aver chiuso la porta la schiacciai con il seno contro di essa, feci passare le mani davanti e gli slacciai i pantaloni calandoglieli ai piedi, estrassi il mio pene e dopo aver scostato i suoi slip bianchi di cotone, lo spennellai alcune volte lungo il canale formato dai suoi glutei belli tondi e sodi, poi lo accostai alla sua vagina e lentamente e costantemente la penetrai, lei ansimò forte e spinse il sedere contro di me, aumentai il ritmo tenendomi ai suoi fianchi e spingendo a fondo fino a portarla all’orgasmo, rimasi duro dentro di lei ma sfilai lentamente la presi per mano e la portai in camera, l’attirai a me e la baciai con passione, le nostre lingue si intrecciarono, mi staccai e la spogliai completamente, la adagiai sul letto e mi cavai i vestiti di dosso poi restando in piedi a fianco al letto presi ad accarezzarla su tutto il corpo soffermandomi sui grossi seni per scendere fino alle cosce lentamente, era completamente depilate, le grandi labbra si stagliavano sul suo pube, non resistetti alla tentazione e cominciai a leccarla spingendo la lingua all’interno, lei gemeva e teneva la mia testa premuta contro di lei.
Il suo clittoride era molto sviluppato e turgido lo “spompinai” con foga facendola saltellare sul letto, il mio viso fui inondato dal suo succo mentre lei godeva emettendo dei gridolini incomprensibili che riempvano l’aria.
Mi sdraiai viciino a lei la girai su un fianco e feci scorrere più volte il pene nel solco tra i suoi glutei mentre la coprivo di bacetti sul collo e sulle orecchie, lei con una mano arrivò ai miei testicoli che saggiò per poi afferrarmi il cazzo e lo imbocco alla sua figa, avanzai molto piano ma lei rinculo per avermi più a fondo, aumentai il ritmo portando anche le mani sui suoi seni per ravanarli, la pantera girò il viso per baciarmi e ad un certo punto si mise a pancia sottp lentamente, avendo capito le sue intenzioni ruotai con lei trovandomi steso sullla sua schiena restando conficcato dentro la sua fica, presi a sbatterla con vigore facendola mugolare di continuo sino a quando urlo il suo piacere.
Ero fermo ma ancora duro in lei, la vidi separarsi le chiappe con le mani mostrandomi il suo fiorellimo scuro, recepiii il chiaro messaggio e mi sfilai dalla sua vagina madida di umori per appuntarlo all’ano premendo in modo costante sino a superare con il glande i suoi sfinteri e mi fermai, lei sposto e le mani e afferrò il cuscino, prese a ruotare il bacino assorbendomi dentro di se, era stretta e mi sentivo quasi ustionare dal suo calore le sue chiappe nere e sode in quel momento erano il centro del mio universo, i mie movimenti dapprima calmi e misurati divennero frenetici, la inculavo con ardore al ritmo dei suoi mugolii, ad un certo punto lei girò la testa e fisso i suoi occhioni verdi nei miei, la libidine che lessi in quello sguardo mi porto rapidamente all’orgasmo riempiendola con il mio succo, il sentirsi inondata le strappo un orgasmo molto intenso che la costrinse a mordere il cuscino per non urlare.
Rimasi steso su di lei per alcuni minuti baciandole la nuca e accarezzandole il viso, lo estrassi lentamente per non farle male e tornai al suo fianco, le dissi il mio nome e gli chiesi il suo, Aisha mi rispose
Mario: Grazie Aisha sei splendida
Aisha: tu sei un gran porco, ma mi è piaciuto tantissimo!
Scoppiammo a ridere e corremmo a farci una doccia, il mio vano doccia non è larghissimo e con la scusa mi strusciavo contro di lei con il pene rigidissimo, mi guardo sorridendo e mi disse
Aisha: non mi dire che vuoi continuare ad abusare di me
Mario: per la veità SI
Aisha: sono contenta di farti questo effetto ma per oggi basta
Mario: e domani?
Aisha: vedremo….
Ci asciugammo a vicenda scherzando e poi ci rivestimmo, le lasciai i miei numeri di telefono
Mario: in caso di necessità sai come trovarmi
Mi bacio saettando la sua lingua sulle mie labbra aprii la porta e uscì
Grazie alla formula” un altro sogno si era realizzato, ma ne avevo tanti altri……

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