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Racconti Erotici Etero

La fotografia

By 20 Dicembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi chiamo Maurizio, sono un giovane di 23 anni di bella presenza, fisico palestrato, alto 190 cm, moro con occhi azzurri, diciamo insomma che non mi posso lamentare di quello che ho ricevuto da madre natura, e sono un gigolò. Si avete capito bene, il mio lavoro &egrave quello di soddisfare sessualmente donne di qualunque età e di qualunque presenza.
Vivo solo in una città del nord da ormai cinque anni perch&egrave mi ero innamorato di una donna che mai avrebbe potuto contraccambiare il mio amore e cio&egrave di Luisa, mia madre. Ogni giorno era una sofferenza vederla senza avere la possibilità di dichiararle il mio vero sentimento, vederla sorridente, sempre allegra, sempre felice di vedermi e di salutarmi con un bacio sulla guancia che subito mi eccitava, odorare il suo profumo che sentivo aleggiare per casa per ore e ore, vederla girare per casa e sentirsi eccitati ‘ era difficile vivere con lei.
Aveva 18 anni quando sono nato e ne aveva 36 quando traslocai in questa città con la scusa di un lavoro. Quando ci salutammo aveva gli occhi colmi di lacrime, piangeva ed allo stesso tempo mi tranquillizzava dicendomi
“sei un uomo, sei stato sempre più maturo della tua età, vai tranquillo. Comunque ricordati che la mamma &egrave qui pronta a venire in tuo aiuto in qualunque momento. non ti vergognare mai di chiedermi qualcosa. Sono la tua mamma”
Anch’io piangevo ma il motivo era ben diverso dal suo. Piangevo perch&egrave lei era mia madre e non la mia donna, la mia amante.
Iniziai a lavorare come magazziniere in una ditta di traslochi fino a quando, forse per un segno del destino, un giorno di un anno fa ho rimorchiato, per scommessa, una donna di mezza età, bassa e cicciottella, con seni e culo calanti, segnati dal tempo e, forse, dall’uso.
Questa, dopo qualche tentennamento calcolato, e qualche parola di rito del tipo “non sono una donna che fa certe cose” oppure “potrei essere tua madre” ha ceduto alle mie attenzioni con il risultato di trovarsi a trombare con un giovane bello e ben dotato.
Andammo a casa sua, scoprii che era separata da diversi anni, e dopo solo un breve momento di esitazione mi attaccai alle sue labbra baciandola con voglia mentre con le mani palpavo tutto il suo corpo facendola eccitare ancor di più.
Nel sentire la sua lingua ricercare la mia, i suoi lamenti eccitati che aumentavano di volume ogni volta che passavo la mano sopra il clitoride, quando le stringevo il seno o le voluminose chiappe, anche la mia eccitazione aumentò vistosamente come si accorse lei sentendo il mio pacco aderire al corpo.
Bastarono pochi minuti di questo trattamento che la libidine e la passione si erano impossessati di lei, la sentivo ansimare in attesa del suo primo orgasmo che giunse quando le ficcai due dita nella fica bagnata e che mi urlo in bocca mentre mi succhiava la lingua.
Si spogliò in pochi secondi mettendo in mostra la sua nudità, il seno moscio che cedeva alla forza di gravità, le rotonde gambe prima ben nascoste da una gonna larga piene di cellulite, la fica con peluria rada e ben curata, il culo, grande, immenso, con natiche anch’esse molli e ricamate anch’esse da buchi di cellulite. Non era certo uno spettacolo eccitante e lei lo capì dal comportamento del mio cazzo che subì un vistoso calo della sua rigidità. Si inginocchiò tra le mie gambe iniziando ad aprire la cerniera dei pantaloni ed abbassandomi le mutande per tirare fuori il cazzo che subito entrò nella sua bocca vorace.
Per fortuna era una pompinara coi fiocchi, ci sapeva fare, leccava e succhiava aiutandosi con un movimento della testa sempre più profondo fino a quando non sentii il glande toccarle la gola. Le posai le mani sulla testa dandole il giusto ritmo incitandola allo stesso tempo con parole mai dette ad una donna ma che erano quelle giuste per il momento
‘succhia troia, succhia, ti piace il cazzo eh!, fino in gola, fammi sentire la lingua dai’
il suo movimento accelerò automaticamente per quanto era eccitata, intuivo la sua mano torturare la fica ed il clitoride in una masturbazione violenta, sentivo rantoli uscire dalla sua bocca, godevo di quel momento di assoluta padronanza e dell’ottimo pompino che mi stava facendo
‘alzati’ le dissi ‘andiamo sul letto’
obbedì subito al mio ordine alzandosi e facendomi strada verso la camera matrimoniale salendo poi sul letto a gambe allargate mettendo così in mostra quel fiore fracido che era diventato la sua fica.
Mi posizionai sopra di lei con la bocca sul suo sesso ed il mio cazzo all’altezza della sua bocca che subito riprese il lavoro interrotto poco prima.
‘aaaaaahhhhhhhh ” siiiiii ‘..leccamela tutta .. tuttaaaaa’.’ Gemette quando posai la lingua sul clitoride, leccandolo e succhiandolo, leccando gli umori che colavano in misura sempre maggiore accompagnato dai sospiri e gemiti di quella donna sconosciuta.
Non ricordavo il suo nome, e neanche mi interessava, ma nella mia immaginazione era mia madre, nella mia fantasia il suo corpo era bellissimo, giovane e provocante, la sua voce era quella di mia madre, i gemiti di piacere provenivamo dalla bocca di mia madre, ogni volta che udivo quel ‘ssiiiiiiiii Maurizio siiiiiiiii ”.. godooooo’ che veniva urlato con sempre più frequenza e sempre in modo più acuto rappresentava l’avvicinamento del suo orgasmo e non della donna a cui stavo leccando la fica.
Continuai a lungo a leccarla, le infilai dita in ogni orifizio, sordo alle sue proteste quando le forzai l’ano, lamentele che ben presto scomparirono mutandosi in lamenti di piacere.
Stranamente sentivo il mio orgasmo arrivare e sparire, era come se non volessi godere, non volevo interrompere quel momento, quel sogno, in cui facevo l’amore con mia madre, con Luisa.
Cambiai posizione mettendomi sopra di lei, sentii la sua mano impossessarsi del fallo che subito appoggiò sulla fica, sentii le sue gambe sulla mia schiena, sentii la sua voce implorarmi
‘Maurizio chiavami, chiavami ‘ dammelo tutto’
chiusi gli occhi, vidi il viso di mia madre che mi sorrideva, che mi parlava, che aspettava di essere posseduta da me, ed allora spinsi penetrandola in un colpo solo. La sentii balbettare ‘oooooohhhhhhh Maurizio siiiiiiii ”’. Che cazzo ‘.. che cazzo’ mentre spingevo con foga quel pezzo di marmo che era diventato il mio cazzo nella fica spalancata, sentivo le spinte della sue gambe che mi rispingevano dentro ogni volta che uscivo, sempre più energicamente, udivo la sua voce urlare l’ennesimo orgasmo mentre il suo corpo sobbalzava, sussultava sotto le mie spinte e sotto gli spasmi dell’orgasmo stesso
‘oooooooohhhhhhh Maurizio ‘. Oooooohhhhhh’ gridava a squarciagola il mio nome accompagnata dai miei
‘Miiaaaaaaaa sei miaaaaaa ooooohhhhhhhhh’
Si illudeva poverina che era lei che mi faceva godere non poteva sapere che i miei occhi ancora chiusi vedevano mia madre
Urlai per ultima volta quando svuotai il contenuto delle palle inondando la fica di fiumi di sperma mentre la donna giaceva ormai tramortita per i troppi orgasmi provati, per l’eccessivo godimento
‘Luisa sei miaaaaaaaaaaaaahhhh’
Le urla di godimento, il cigolio del letto, le parole gridate dalla donna ‘troiana .. sono una troiaaaaa ” ohhh che cazzooooo siiiiiiiii godooooooo ancoraaa ” ohhhhhh’ che invadevano la camera furono sostituiti da silenzio, odore di sudore e di sesso.
Ansimante mi distesi accanto a lei, aprii gli occhi e respirai profondamente, sentii una lacrima scendere sulla guancia e ‘ divenni triste.
I miei pensieri furono interrotti dalla voce della donna che mi giaceva accanto
‘Maurizio sei stato fantastico. Sei uno stallone. Dovresti fare il gigolò, avresti file di donne che richiederebbero i tuoi servici. Comunque non mi chiamo Luisa ma Ornella.’
La magia del momento e la mia fantasia erano scomparse. Mi vestii e la salutai forse troppo freddamente con un ‘e’ stato bello. Ciao Ornella’
Salii sulla macchina e presi la fotografia di mia madre che sempre portavo con me; la guardai, la baciai e piansi di disperazione per la sua lontananza e per l’amore che provavo per lei.
Pochi giorni dopo stavo seduto in un bar a bere un drink quando mi sentii salutare da una voce conosciuta
‘ciao Maurizio’
Alzai gli occhi e riconobbi Ornella ‘ciao, come mai da queste parti’
‘ti cercavo’ mi rispose sorridendo ‘hai pensato a quello che ti ho detto?’
‘A cosa?’ dissi non capendo di cosa parlava
‘alla mia proposta di fare il gigolò. E di che altro sennò! Parlavo seriamente, hai tutti i numeri per farlo. Ho parlato con delle mie amiche che farebbero carte false per ‘ incontrarti. Sono disposte a pagare, ed anche bene aggiungo io, se ‘ le accontenterai come hai fatto con me’
‘Ornella senti, non vorrei offenderti ma, il nostro incontro era una scommessa con degli amici e basta.’
‘Pensi che non l’avevo capito? Un bel giovane come te che mi rimorchia per strada, che mi invita con parole chiare ed esplicite a letto ‘ dai non sono una ragazzina. Però devo dire che nessuno mi aveva fatto godere come te ‘ nessuno mi aveva lasciato sul letto intontita per gli orgasmi avuti, con la fica in fiamme ed un dolore alla mascella che mi &egrave passato dopo due giorni. Pensa che più di una volta mi sono masturbata al solo ricordo di quella scopata.’ Mi disse leccandosi le labbra in un chiaro segno di eccitazione ‘Dammi retta, provaci. Cosa ti costa. Al massimo ti farai un’altra scopata, incassi i tuoi duecento euro e poi ti ritiri. Dammi retta’ concluse sorridendomi
‘ci penserò. Dammi il tuo cellulare e ti farò sapere’ conclusi
Misi il suo biglietto da visita nel portafoglio, le offrii un drink e la salutai ringraziandola per l’interessamento
‘Non credere che il mio interessamento sia innocente. Se accetterai vorrà dire che mi farai uno sconto quando richiederò i tuoi servizi.’
Per tutta la settimana pensai alla proposta ed alla fine decisi di fare almeno un tentativo per poi prendere la decisione finale.
Telefonai ad Ornella che, contenta, mi diede il numero di telefono di Marina ‘chiamala all’ora di pranzo. Così potrà risponderti tranquillamente.’
Per non aver problemi in seguito, comprai una cellulare economico con una nuova scheda, e alle 13,20 telefonai a Marina.
‘Pronto?’ mi rispose una voce leggermente roca ‘chi parla?’
‘ciao sono Maurizio. Mi ha dato il tuo numero Ornella. Mi ha detto di chiamarti a quest’ora’
‘Ah si! Non ci speravo più. Senti per me va bene domani sera alle 20.00’
‘ok non ci sono problemi. Dove ci incontriamo?’
L’appuntamento era davanti ad un famoso locale dove si poteva mangiare qualcosa di vizioso per poi darci ‘ alle pazze gioie.
Capii subito che era lei quando vidi entrare nel locale una donna molto simile ad Ornella, forse un po’ più alta e, a prima vista, più magra (o meglio ancora meno cicciotella). Le andai incontro con disinvoltura, guardandola negli occhi per vedere le sue reazioni, e giuntole vicino le presi una mano chiedendole
‘Marina?’
‘Maurizio?’ rispose lei sorpresa
‘sei incantevole’
‘sei un bugiardo’ mi rispose ridendo
ci sedemmo in un tavolino ed ordinammo da bere. Più che mangiare stuzzicammo qualcosa. Il suo modo di fare, di parlare me la fecero vedere come una donna autoritaria, o forse come una donna obbligata ad essere autoritaria, una donna che dava ordini, che comandava, ma che allo stesso tempo avrebbe voluto essere comandata. Curioso di vedere il suo comportamento abbassai una mano dal tavolo mettendola sopra la gonna. Lei trasalì solamente a quel gesto, mi guardò prima con occhi irati, vidi nel suo viso una smorfia di sorpresa che si trasformò in una faccia gelida.
Ora scoppia pensai, ho sbagliato. Ma ero ancora convinto della mia impressione.
‘Marina, stai calma. Mi hai invitato perché vuoi essere chiavata, posseduta, scopata ed allora &egrave inutile fare quella faccia sorpresa ed incazzata. Sei qui volontariamente, nessuno ti ha obbligata. Se non la pensi così pazienza, altrimenti calmati e preparati al godimento’ non sapevo come e da dove fossero uscite quelle parole, così dure e cattive, ma il suo cambiamento mi fece capire che avevo ragione.
Uscimmo quasi di corsa dal locale per salire sulla sua automobile. Arrivammo a destinazione nel giro di pochi minuti. La villetta era carina, aveva un giardino ben curato e fiorito (almeno per quello che potevo vedere a quell’ora) e l’aria profumava di fiori. Entrati in casa mi lasciò in salone
‘prendi quello che vuoi, mi rinfresco ed arrivo subito’
rimasto solo presi dal portafoglio la fotografia di mia madre, Luisa, la guardai un secondo per fissarmi nella mente la sua immagine, ma vi assicuro che non serviva perché lei &egrave scolpita nella mia mente, e prima di riporla dentro la baciai come facevo sempre da anni.
‘eccomi’ disse Marina presentandosi nuda ‘vuoi andare al bagno anche tu?’
‘arrivo subito, tu intanto vai sul letto. Troverò la strada da solo’
Entrando nella stanza la trovai distesa sul letto che sospirava mentre si masturbava, con gli occhi socchiusi, in attesa di me e solamente a questa vista sentii il cazzo indurirsi ancor di più.
Marina era quasi la fotocopia di Ornella anche se più magra. Le posai la mano sulla sua seguendo all’inizio i movimenti della sua masturbazione, con l’altra mano le strinsi il seno, stuzzicai i capezzoli irti e turgidi che spiccavano dalle mammelle che si muovevano al ritmo del suo affannoso respiro, la baciai, continuai la masturbazione giocando con le sue dita che sempre più velocemente sgrillettavano il clitoride e si infilavo nella fica. Il suo respiro si fece sempre più veloce, i gemiti, i lamenti aumentarono di volume diventando pian piano gridolini sempre più acuti e frequenti fino a quando non godette con un dito suo ed uno mio nella fica iniziando a spruzzare umori di goduria e di piacere.
‘Aaaahhhhh ” goodooooooo ”. Aaaaaaaaahhhhhhhh’ mi urlava in faccia, con la bava che le usciva dalla bocca, con il corpo che smaniava. Le mie mani non si fermarono scendendo ad accarezzare le cosce, le caviglie, i piedi, per poi risalire facendo il percorso opposto. Marina giaceva sul letto meravigliata dall’intensità del piacere che provava mandando di volta in volta respiri e sospiri profondi. Chiusi gli occhi e subito si affacciò nella mia mente l’immagine di Luisa, mia madre, che godeva del trattamento, che mi guardava con la bocca tremolante balbettando ‘Mauriziooooo ‘… ooooohhhhh maurizioooooo sei mioooooooo ‘. oooooooooooohhh ‘.. siiiiiii’, con il corpo mosso dall’orgasmo che la raggiungeva violento facendola muovere in modo scomposto. Giunsi all’altezza del clitoride che sfiorai appena prima di risalire a stringerle il seno mentre iniziavo a leccarla, a succhiare e bere gli umori che continuavano ad uscire dalla fica, le leccavo l’ano, lo stuzzicavo, ci infilavo la lingua gustandomi il suo sapore forte ed acre. Marina gridava parole sconnesse spesso interrotte da gemiti affannosi ‘oooooohhh”. Siiiiii ”. Bello ”. Leccamelaaaaaa ‘. Chiavami ” cazzoooo ‘. Ooooooohhhhh ‘…’ parole che aumentavano l’eccitazione mia e dell’immaginaria amante, di mia madre.
Mi trattenni dal farla godere di nuovo, mi alzai sul letto, la feci inginocchiare e le misi il cazzo davanti alla bocca. Marina goffamente lo prese in bocca ma quasi subito le vennero i conati di vomito
‘scusami non sono abituata. A mio marito non l’ho mai fatto, mi ha sempre fatto schifo.’ Mi disse riprendendolo in bocca, in minor misura.
‘succhialo, leccalo, pensa che sia un gelato. Bene, brava, così, aiutati con il movimento della testa ‘. Ohhh vedi che inizi ad imparare’ le parlavo con voce calma dandole indicazioni su quello che doveva fare per darmi piacere e, nonostante qualche momento di panico in cui ero sicuro che avrebbe vomitato, le seguiva lettera per lettera.
‘Brava, così ‘ tuo marito non sa cosa perde ‘. Brava, ciuccia così’ mormoravo mentre l’eccitazione cresceva. Interrompi il fellatio e la feci alzare, la baciai sulla bocca prendendo possesso della sua stanca lingua, la succhia, le mie mani strinsero i glutei con forza attirando il suo corpo verso il mio, la sua fica sul mio cazzo. La penetrai in un colpo solo affondando in lei fino in fondo, sentii il glande urtare sull’utero, udii la sua voce urlare mentre con movimenti veloci la sbattevo, la martellavo.
‘Maurizioooooooohhhhhhhhh siiiiiiiii”’.oooooooohhhhhh”’.scopami ” chiamami ‘. Inculami ‘.. tutto fai tutto quello che vuoiiiiiiii ”ooooohhhh ”’ non ‘.. non credevo fosse ‘..oooooohhh ‘..fosse possibile questooooooohh ” godooooo ”.godoooooo”.oooooohhhhhhh’
calai il ritmo per far perdurare il suo piacere, in fin dei conti era per questo che mi pagava, uscii da lei per distendermi sul letto, mi salì sopra e si penetrò di nuovo danzando sul mio cazzo, sculettando ogni volta che le arrivavo in fondo, le sue mani torcevano, stringevano, torturavano il suo seno, le mie accompagnavano il continuo su e giù.
Aprì la bocca un’altra volta come se volesse urlare di nuovo, gridare il suo orgasmo, ma l’unico suono che ne uscì fu un ‘oooooooooooooooooooohhhhhhhhhhhh’ prolungato che terminò all’arrivo dell’ennesimo orgasmo. Il suo respiro si fu sempre più affannoso, i movimenti più lenti, tanto che cambiai posizione per permetterle di riprendere fiato.
La feci distendere sul letto e guardandola negli occhi la penetrai lentamente, molto lentamente, centimetro per centimetro fino a quando non entrai tutto in lei. La sua faccia era stravolta dal piacere che provava come dimostrava anche la sua bocca perennemente spalancata.
La fica era talmente sfondata da darmi l’impressione di muovere il cazzo in uno spazio vuoto, non riuscivo a toccare nulla, nessuna parete, se non l’utero quando arrivavo al fondo. Continuai comunque a muovermi per assecondare le richieste di Marina gridate sempre più forte
‘Ancoraaaa ‘. Più forteeeeeee”’ oooooooooooohhhhhhhhhh siiiiiiiiii spacamelaaaaa tuttaaaa ”..ancoraaaahhhh ”’
Dopo un po’ di tempo però mi ricordai che ero io che dovevo comandare e non lei. Pensai che la prima impressione che avevo avuto al bar era giusta e che dovevo assolutamente cambiare il trattamento.
Di colpo mi fermai, uscii dalla sua fica e la fissai
‘ora basta! Mi sono rotto, hai la fica talmente slargata che non provo nulla. Ora cambiamo registro. Intanto inizia a ciucciarmelo’ le dissi portandole il cazzo all’altezza della bocca ‘ricordati come hai fatto prima e non smettere fino a quando non te lo dico io. A proposito voglio sentire la tua gola questa volta. Tutto in bocca altrimenti me ne vado’
Marina rimase per un secondo immobile, non so se dallo stupore per quello che aveva udito o per prendere una decisione, ma poi fece quello che le avevo ordinato, in un solo boccone. I conati di vomito erano scomparsi, mi leccava il cazzo assaporando anche il sapore dei suoi umori, lo affondava sempre di più nella sua bocca massaggiandomi allo stesso tempo lo scroto con movimenti lenti e circolari che, finalmente, mi fecero sentire un po’ di piacere
‘Brava .. ora puoi anche dire che mi hai fatto un pompino. Continua così’
Queste crude parole aumentarono la sua eccitazione tanto che vidi una sua mano muoversi verso il basso per raggiungere il clitoride.
Senza farla staccare dal cazzo passammo alla classica posizione del sessantanove con lei sopra di me. Leccai la fica partendo dal clitoride e arrivando infine al suo ano dove mi fermai più a lungo e ripartii in senso opposto. Contemporaneamente posai l’indice della mano destra sullo scuro orifizio iniziando a giocarci. Il solo contatto fece sobbalzare Marina in un modo scomposto
‘No ti prego, quello no’
‘Marina continua a darmi piacere con la bocca e pensaci sopra. Non farò nulla senza il tuo assenso. Ora tranquillizzati e continua a succhiarmelo che manca poco e vengo’
E così fece. Riprese a ciucciarmi il cazzo mentre io continuai a leccarle la fica e a farle sentire il dito sull’ano. Presi il gonfio clitoride tra le labbra e lo succhiai a fondo, lo spatolai sempre più velocemente fino a quando non venne. Nello stesso momento in cui fu assalita dall’orgasmo spinsi velocemente il dito nell’ano. Marina aumentò il movimento della testa e la forza delle ciucciate portandomi al mio orgasmo colpendola di sorpresa.
Lo sperma le inondò la bocca facendola quasi soffocare
‘oooooohhhhhhhh bravaaaaaa ‘ sssssssssìììììì ”..continuaaa ‘ succhiaaa ” ohhh’ urlai il mio godimento e spinsi ancora più il cazzo nella sua bocca. Marina, superato il primo momento di sorpresa e forse di imbarazzo, ingoiò tutto lo sperma continuando a succhiarmi il cazzo mentre io ripresi a leccare la fica da cui continuavano a sgorgare fiumi di umori. Sembrava che non sentisse più il dito che aveva nell’ano e quindi provai ad inserire un secondo per allargare quel buco che volevo violare ma mi fu impossibile perché Marina, forse capite le mie intenzioni, cambiò posizione. Quando si sdraiò vidi il suo volto radioso, la sua bocca sporca di sperma negli angoli che mi sorrideva, gli occhi avevano una luce diversa da prima e da essi scendevano lacrime solitarie che si mischiavano alle gocce di sudore perlaceo.
‘grazie’ mi disse Marina ‘non avevo mai goduto tanto come non avevo mai fatto ‘ certe cose.’
‘potevi fare anche nuove esperienze’
‘forse la prossima volta. Oggi proprio non ci riesco neanche a pensarci, pensa a farlo’
‘va bene.’
Queste furono le sole parole che scambiammo. Mi alzai, mi feci una doccia ed uscii da quella casa non dopo aver incassato le 200 Euro previste.
Marina mi lasciò di fronte al bar dove ci eravamo incontrati poche ore prima ‘quando vuoi chiamami’ le dissi baciandola sulla porta ‘ma ti avverto che la prossima volta non sarò così clemente’
Salito sulla mia automobile presi la fotografia di mia madre; la guardai, la baciai e piansi di disperazione per la sua lontananza e per l’amore che provavo per lei.

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