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Racconti Erotici Etero

La Grande Bellezza

By 8 Novembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Se capita in pieno giorno poco importa, si può sempre rimediare. Ma se il bus con il quale contavi di raggiungere la fermata della metro salta la sua ultima corsa’ Sì, ti girano, eccome se ti girano. Aggiungi che da dieci minuti si &egrave messo pure a piovere, quella pioggia stupida, sembra quasi un grande vaporizzatore che ti spruzza, quella pioggia che ti bagna e nemmeno te ne accorgi.

Ricapitolando: stanco dopo una giornata di lavoro, affamato, bagnaticcio e incazzato nero perché rimasto a piedi. Pochi passi più a destra una compagna di sventura. Da mezz’ora scambi di sguardi come a dirsi: “Passa sto bus? Ma quando passa? Quanti minuti sta tardando? Cinque? Dieci? Quindici ora? No, che non passa. Non passa più”. E allora mi avvicino e tolgo gli auricolari. Li toglie anche lei. La teoria del mal comune mezzo gaudio non convince per niente entrambi. Ma tanto vale buttarla lì: smezzarci un taxi? Loreto, Porta Venezia. Sì può fare.

Così scopro che si chiama Chiara. Scuri i capelli, verde il vestitino, come gli occhi. Parigine, pelle chiara. Ha una miopia leggera, come me. Lavoriamo nella stessa zona, lei in uno studio di architetti, io per un’agenzia pubblicitaria.
A quest’ora non c’&egrave traffico, in pochi minuti il taxi &egrave davanti a casa sua. Scende, ci salutiamo, mi regala sorriso che basta a far svoltare una giornata che stava finendo male. Non ci siamo scambiati i numeri, ci ritroveremo, &egrave inevitabile, del resto &egrave capitato più volte di incrociarla sullo stesso bus. Dipende un po’ dagli orari di uscita dall’ufficio. Irregolari, come le nostre vite.

Lancio lo zaino sul divano, idem la giacca. Sono a casa, ci voleva. Apro il rubinetto della doccia, mi spoglio e già penso a Chiara. Fa effetto. Mi diverto a toccarmi davanti allo specchio. Amo il mio corpo ma non &egrave vanità. Facciamo così: mi voglio bene.
Ho dormito bene. Ho lavorato bene. Ho mangiato bene. Va tutto bene per tre giorni. Va ancora meglio al quarto quando scorgo Chiara alla fermata del bus. Sono le 19 e allora mi lancio: una birra ci può stare? Ci sta la birra e ci sta anche Chiara.

La scopro amante delle birre artigianali, degli hamburger ben cotti, delle patate al forno. E ancora la passione per i gialli, per la scrittura, per il mare. Seduti al tavolo di una birreria, stiamo parlando, ci stiamo scoprendo. Stiamo già facendo l’amore.

Un’ora dopo siamo nel suo appartamento. In ascensore il primo bacio, lungo cinque piani. La chiave gira nella toppa e le lingue girano nelle nostre bocche. La faccio girare per abbassarle la zip del vestito. Le solletico la schiena. ‘Ho i brividi’, dice. Io non dico niente ma guardo. Un fisico da far invidia. Un collo bellissimo che bacio subito. Le scapole. Via, via il reggiseno. Via, nonostante il gancio maledetto. La bocca che scende lungo la schiena fino a incontrare le coulotte e il suo contenuto. Vanno giù piano, lente. E il cuore batte forte. Che sedere Chiara, e che culo averti incontrata.

‘Baciami’, dice. Ma non posso certo abbandonare un così un bel culetto appena scoperto. Intanto un bacio sulla chiappa destra, poi anche la sinistra: non vorrei si offendesse. E ora, come vuole lei, siamo labbra contro labbra. Mi bacia e mi spoglia, mi spoglia e mi bacia. Inizia a leccarmi. La faccia, il lobo destro, il petto, i capezzoli. E lo fa, lo fa per la prima volta. Si abbassa, prende il mio cazzo in mano e lo lecca.

Dio mio, a Chiara piace il sesso che piace a me. Quello fatto di sguardi, di mani e di lingue. Quello che non si limita alla penetrazione. Odia il sesso-ginnastica. Quella preferisce farla in palestra, e si vede. Vedo, riflesso allo specchio, la Grande Bellezza, e gli darei subito l’Oscar: vedo i corpi nudi di un uomo e una donna. Cosa c’&egrave di più bello? Vedo le mani che toccano il sesso dell’altro. Vedo i miei occhi e vedo anche i suoi. Anche Chiara si sta gustando lo spettacolo. Siamo solo ai titoli di testa’ La sua mano sul mio cazzo, la mia tra le gambe di Chiara. Bagnata com’&egrave non può nascondere la sua eccitazione. Non può e non vuole. ‘Continua così, toccami e fatti toccare’. E lo dice non a me, ma alla mia immagine riflessa nello specchio. Mi piace il suo modo di far scivolare le dita sul cazzo. Le ha succhiate, poi me le ha date in bocca e quindi &egrave scesa a massaggiarmi l’asta. Piano come piace a me.

Cresce. E sono così duro che sarebbe arrivato il momento di penetrarla ma &egrave più la voglia di assaggiarla. La faccio sedere sul bordo del letto, le chiedo di aprire bene le gambe e rendo onore a una delle fighe pù belle che abbia avuto la fortuna di vedere. Prima la bacio. Se ne merita tanti di baci. Ognuno provoca una risata di Chiara. Ride e ride ancora: bel mestiere fare il comico, no?

‘Con le mani tendo le labbra, voglio vederla bene, voglio studiarla nei dettagli questa fighetta. Liscia fuori, dolce dentro. Le gambe di Chiara si aprono ancora se possibile. La sua mano destro sulla mia testa, sui miei capelli rasati, mi fa capire, minacciosa, che da lì non devo azzardarmi a spostare. E chi si muove Chiara mia? Chi &egrave quel folle che scopre il paradiso e poi lo lascia? A dire il vero per un attimo lo lascio. Ma solo per spostare la lingua dalla figa al buchino del culo.

Quando lo faccio ha un sussulto, evidentemente si era distratta per un attimo e non stava seguendo la scena del nostro film allo specchio. Se tra due punti passa una sola retta, tra l’ano di Chiara e il suo clito passa solo la mia lingua. Non si ferma mai del tutto, ha imparato il percorso, lo apprezza, indugia a volte, altre accelera. Per farla breve: Chiara viene. Mi riempio la bocca del suo sapore e lo offro a lei nel modo migliore: baciandola.

Lo vuole, lo vuole dentro. Non &egrave che me lo immagino, lo dice proprio. La faccio alzare, prendo il suo posto nel bordo del letto. Può darmi la schiena, può sedersi su di me, sul mio cazzo. Io posso vedere tutto: il suo collo, la sua schiena e il suo culo. E guardando lo specchio gli occhi verdi, il seno non grande ma proporzionato, e ancora un momento di Grande Bellezza: la sua figa ora aperta, invasa da almeno due terzi del mio cazzo. ‘Questo film potrà sbancare’, la provoco. Chiara si alza appena quasi sfilandosi dal cazzo, scende pianissimo e farlo sparire tutto dentro di sé e risponde: ‘Già’ l’inizio non &egrave male”.

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