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Racconti Erotici Etero

La madre del mio dipendente

By 26 Ottobre 2017Dicembre 16th, 2019No Comments

All’età di cinquant’anni si comincia a provare attrazione verso donne più giovani, soprattutto le fidanzate venticinquenni dei miei dipendenti, ma mai avrei immaginato che avrei iniziato ad intraprendere un rapporto con la madre di uno dei miei dipendenti, visto che mi ero appena separato da mia moglie e cercavo nuove avventure, nuove esperienze che facessero godere sia me che la ventenne di turno con la quale mi sarebbe piaciuto andare a letto.
Ero proprietario di una pizzeria e non era raro che le fidanzate dei miei dipendenti venissero nel mio locale per scambiare qualche parola con loro: certo, a volte queste chiacchiere rallentavano il loro lavoro, ma erano pur sempre giovani ed era giusto che vivessero il loro amore.
Dopo la separazione, evitavo costantemente rapporti con donne della mia età fino a quando nel mio locale non si presentò la mamma di un mio dipendente di ventuno anno che lavorava per me da un anno; non l’avevo mai vista prima e devo dire che il primo incontro fu eccitante per i miei ormoni: quel giorno il mio dipendente non lavorava e aveva deciso di portare sua madre a mangiare una pizza nel mio locale.

“Ehi, oggi &egrave la tua giornata libera e la passi qui?”, gli dissi venendogli incontro.
“Signore, ho deciso di far passare una serata diversa a mia madre e farle vedere finalmente il posto in cui lavoro”, mi rispose lui presentandomi sua madre.

Indossava una minigonna con una maglietta piuttosto attillata che non lasciava spazio all’immaginazione sul suo seno prosperoso privo di reggiseno (di questa cosa me ne accorsi dopo).
Il mio dipendente voleva farle assaggiare una pizza preparata da lui, quindi la lasciò al tavolo da sola e andò a preparare la sua pizza. Visto che sembrava annoiata, decisi di farle un po’ di compagnia portandole dei panzerotti.

“Oh, non doveva disturbarsi…”, mi disse lei prendendo la cesta dei penzerotti. Solo allora mi accorsi che portava la fede al dito.
“Suo marito non &egrave venuto con voi?”, chiesi accennando alla fede nuziale.
“No, era troppo stanco, ma meno male che c’&egrave mio figlio che mi dedica le giuste attenzioni”.
“Sì, &egrave un bravo ragazzo e un gran lavoratore”.

A quel punto, lei prese un panzerotto e cominciò a mangiarlo succhiandolo; sembrava quasi che stesse simulando un pompino. Mentre lo succhiava, mi guardava negli occhi e parlava con me come se nulla fosse, cosa mi procurò un’erezione immediata. Inoltre, dalla maglietta si vedeva che le si erano inturgiditi i capezzoli.
Quando arrivò il figlio con le pizze, subito smise di fare quello che stava facendo. Io mi alzai cercando di nascondere l’erezione e augurando loro buona cena, ma lei mi invitò a restare. Questa volta mi misi accanto a lei perché il figlio si era seduto sul posto in cui ero seduto io, di fronte a lei. Tutto sembrava procedere tranquillamente quando, nel bel mezzo della conversazione con il figlio, lei appoggiò la mano sulla mia gamba accarezzondola, fino a sfiorare il mio pisello eretto, appoggiato sulla gamba. Mentre parlava con lui, lei iniziò a strofinare la sua mano sul mio cazzo, aumentando sempre il ritmo. Io cercavo in tutti i modi di rimanere impassibile davanti al mio dipendente che non poteva immaginare che sua madre me lo stesse segando di fronte a lui, provando un piacere che non immaginavo potesse dare una sega.
Sborrai nelle mutande.

“Cavolo, &egrave tardi! Papà sarà preoccupato”.
“Figurati, sarà già nel mondo dei sogni”, disse lei alzandosi e facendo finta che non fosse successo nulla.
“&egrave stato un piacere conoscerla, mi fa piacere che mio figlio lavori per lei”.
“Ehm… si figuri”.

Non sapevo cos’altro dire.

_

Il giorno dopo, mentre il mio dipendente era al lavoro, mi recai a casa di sua madre per chiedere spiegazioni. Sapevo che il marito era al lavoro, quindi non mi stupii quando mi ritrovai solo a casa sua.

“Spero che quello che &egrave successo ieri le sia piaciuto”, mi disse dopo avermi fatto accomodare in salotto.
“Certo, ma non me l’aspettavo proprio, poi in un locale pieno di clienti, davanti a suo figlio…”.
“Oh, non si preoccupi, nessuno ci ha visti. Non sono una stupida”, mi disse lei facendo l’occhiolino.
“Suo marito sa che le piace prendere in mano i cazzi degli altri uomini?”, le dissi provocandola.
“Non sa nulla. Ho quarantacinque anni e sento il desiderio di provare nuove emozioni e quando l’ho vista…”.
“Credo che possiamo darci del tu, non pensi?”.
“Mi sento trascurata, ecco il punto”.
“Mi dispiace, ma non penso che sarebbe giusto nei confronti di tuo figlio che &egrave un mio dipendente. Del cornuto di tuo marito non mi importa: &egrave uno stupido a lasciare affamata una donna come te”.
“Oh, non ti preoccupare, mio figlio non saprà nulla”.

A quel punto, cominciò a spogliarsi davanti a me, lentamente, rimandendo completamente nuda: i miei occhi caddero subito sulla figa pelosetta che sembrava molto umida e alle tettone che si palpava.

“Dovresti tirarlo fuori, sai, altrimenti rischi di strappare i pantaloni”.
“Tiramelo fuori tu”.
“Speravo che me lo chiedessi”.

Si inginocchiò di fronte a me e mi tolse i pantaloni.

“Che bel cazzone grosso”.

Quando me lo prese in bocca, gettai la testa all’indietro e mi godetti il pompino della madre del mio dipendente. Faceva tutto lei, tenendo le mani sulle mie chiappe e facendo entrare il mio cazzo tutto in bocca, mugugnando di piacere.

“Mi sa che tuo figlio avrà una bella promozione… oh, sì… continua così, leccamelo…”.

Lei rise e continuò a succhiarmelo dicendomi di togliere la maglietta, rimandendo completamente nudo.

“Adesso mi devi scopare fino a farmi urlare dal piacere, intesi?”.

Detto questo, si mise a novanta appoggiando le mani sulla porta del salotto. Il mio cazzo colava di sborra per il pompino appena ricevuto, quindi non ebbi nessun problema a farlo entrare nella sua figa che era, oltretutto, umidiccia.
La scopai tenendo le mani sulle sue tette, strizzandole e strofinando le dita sui suoi capezzoli quando mi diceva di farlo.

“Sì, rendi cornuto mio marito, continua a scoparmi!”.
“Lo vuoi tutto dentro, eh?”.
“Sì, sì… oh, sì!”.

Quando si accorse che stavo per sborrare, si inginocchiò tenendo la bocca aperta nella quale schizzai una gran quantità di sborra che lei ingoiò leccandosi le labbra. Non contenta, prese la mia cappella in bocca e me la succhiò per ripulirla.

“Mmmm… sono così contenta che mio figlio lavori per te”.
“E io sono contento che il mio dipendente abbia una mamma così affamata di cazzo”.
“Non sai quanto”, disse leccandomi il cazzo.
“Ora vado, prima che torni quel cornuto di tuo marito”.

_

La storia di sesso con la madre del mio dipendente durò un anno. Ci divertivamo quando il figlio era al lavoro per me e quando il marito non era in casa. A volte capitava che lei fosse affamata anche quando suo marito era nei paraggi, quindi lei, con una scusa, diceva di andare a fare la spesa quando, in realtà, ci divertivamo in macchina tra pompe e scopate. Purtroppo, quando il mio dipendente decise di cambiare lavoro, lei chiuse la storia con me, facendomi un ultimo pompino nel mio locale.
Affamata di cazzo quale era, sicuramente si sarebbe trovato un altro con cui scopare, un altro uomo fortunato che avrebbe messo il suo pisello in bocca a quella donna di quarantacinque anni che non si faceva nessun problema a cornificare il marito.

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