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Racconti Erotici Etero

La mia storia d’amore e di immancabili corna

By 16 Maggio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Se mi conosceste, direste che non è facile credere a questa storia. Ma è reale.
E’ la storia di una dea, bellissima e affascinante, e di me, che sono un pirla qualunque.
Parliamoci chiaro, non sono bello, non sono ricco, non sono superdotato. Sono normale. Come ho fatto a conquistarla?
Io credo che al mondo ci siano persone tutte diverse. Ogni tanto però alcune hanno caratteri e modi di vedere e vivere il mondo che si incastrano a perfezione. E a quel punto non c’è età, sesso, condizione che conti.
Si sta bene insieme, punto e basta. Ed è amore, e il sesso migliore che possa esistere.
Fu così.
In realtà il destino si prese gioco di tutti e due. Ci conoscemo poco prima di sposarci. Solo che ci sposavamo lei con suo marito e io con mia moglie.
Ma fu un fulmine a ciel sereno, fin dal primo giorno che la vidi scendere quelle scale della stazione, e tirai su la testa al rumore dei tacchi. Biondina, sul metro e sessanta, magrina ma con le curve giuste al posto giusto. Vita stretta, culetto tremendamente sexy e rotondo, seno piccolo ma sodo e con una forma bellissima. E poi il sorriso. Vederla sorridere mi faceva stare bene. Era al telefono, come sempre. Il telefono è l’unico vizio che non sopporto di lei. E parliamo di uno schifosissimo nokia anteguerra.. niente smartphone.
Quello è un lato del suo carattere, lei ama parlare, ama il contatto con la gente. Il telefono è un palliativo, se non puoi stare vicino a chi vuoi.
All’epoca chi voleva era il suo ragazzo.. futuro marito. Poi ci conoscemmo, per caso. Bè, forse al caso gli diedi qualche bottarella di incoraggiamento via…

Dopo il matrimonio di entrambi le cose precipitarono, e mentre i nostri rapporti di coppia andavano sempre peggio, il nostro feeling aumentava sempre più. Inizialmente erano solo cordiali e appassionati dialoghi.. sempre più intimi. Sempre più contatti.
Iniziammo a uscire la sera, mi presentò ai suoi amici, mi integrai. Dei nostri coniugi nemmeno l’ombra, intenti a chissà cosa. Ma a me non mene fregava più nulla oramai ero partito.
E di lì a poco sarei partito davvero.
Un giorno mi disse che per lavoro sarebbe andata via, in america. Mi venne un colpo, poi rettificò, era solo una settimana. Io le parlai dell amia passione per l’america.. la contagiai.
Cercò di aggiungere una vacanza al lavoro, ma il marito non poteva. Cosìun giorno per scherzo mi disse dai vieni tu. Io senza pensarci due volte dissi ok!
All’nizio non ci credette.. poi quando insieme comprammo il biglietto, cambiò idea a cominciò a capire meglio ome sono fatto. Se voglio una cosa, me la prendo. Se dico una cosa, la faccio. Se scommetto, è perchè so di vincere.
Tralasciamo i casini vari con mariti e mogli.. in mezzo c’è spazio per un romanzo e chissà mai che non possa scriverlo un giorno, se a qualcuno interessa.
Milano NY. Avevamo girato per giorni, in un crescendo di emozioni. Oramai eravamo inseparabili, lei si lasciava guidare da me ovunque e in qualsiasi cosa. Nella vita ho imparato che alle donne piac l’uomo capitano, quello che sa sempre cosa fare, dove andare.. ed è un ruolo che adoro.
Camminammo chilometri e chilometri, milioni di foto, abbracci, strusciaenti.. poi comincia a prenderla per mano. E infine dopo averle offerto la cena, e un meraviglioso daiquiri frozen alla fragola tornammo a broadway,in albergo, distrutti.
Avevamo due stanze, ma la mia aveva un problema: un calorifero scaricava vapore da una perdita, sibilando. Impossibile dormire. Le scrissi un sms, era sveglia. Mi gustai il trionfo, e lentamente, contando ogni singolo passo per la gloria, scesi da lei.
Mi aspettava sul letto. Parlammo per un’oretta, sempre sul letto, in pigiama. Poi si alzò e andò a lavarsi i denti, io l’avevo già fatto. Era bellissima, anche stanca. Poi torno e ci infilammo sotto le coperte, a distanza.
Ma volevo avvicinarmi, volevo il contatto che sognavo da mesi. Era l’occasione perfetta e non potevo lasciarla scappare.
Allora mi ricordai che durante la mattina le avevo parlato delle mie abilità di massaggiatore. Lei aveva detto che le sarebbe piaciuto provare le mie mani e così le dissi ok, ti devo un massaggio.
La buttai lì, “ehi ti devo ancora il massaggio, lo vuoi?”. Mi disse un si languido e dolce che ancora me lo ricordo. Così mi avvicinai e iniziai a massaggiarla da sopra la maglia.
Non sono un massaggiatore ma so far miagolare come un gattino la mia preda, così cominciai con la pianta della mano a spingere sui muscoli dorsali, e col pollice a insinuarmi tra le scapole, senza esagerare, alternando a qualche carezza.
Ogni tanto salivo al collo, fino all’attacco dei capelli, e la vedevo godere del trattamento, rilassandosi ancora di più, a occhi chiusi e bocca semiaperta. Quanto avrei voluto baciarla..
Poi le dissi che con la maglia non veniva bene come pelle contro pelle, e allora lei mi disse di andare sotto la maglia. Lo feci subito. Aveva una pelle morbidissima, come scoprii in seguito la curava
tutti i giorni con la crema corpo. Profumava come un fiore, un Iris. La sua meravigliosa pelle era bianchissima e accarezzarla era un sogno per me. Ricominciai a massaggiare, appena sopra il sedere, non volevo ancora osare.
Salivo, e saliva anche l’inevitabile eccitazione.. c’era una tensione erotica notevole. Insomma avessi potuto l’avrei sbranata! MA avevo paura di rovinare tutto.
Con una mossa a sorpresa mi portai sopra lei, in pratica ero con le gambe aperte all’altezza del suo meraviglioso culetto, ma non ero appoggiato col bacino, ero solo intento a massaggiarlela schiena.
Poi mentre giravo intorno al suo reggiseno, fece una mossa a sorpresa: “uff, che fastidio. Togliamolo” E portandosi le mani dietro lo sganciò, e lo sfilo da una manica.
“tanto è inutile” disse, “è solo per la notte”. Certo pensai, con le tette sode che hai a che ti serve! Ma non dissi niente..
La cosa mi colpì e mi eccitò ancora di più. In quella posizione rischiavo che mi uscisse fuori, quindi cercai di sistemarmi e ripresi il massaggio. Iniziai a scendere più in fondo, abbassandole leggermente le mutandine, fino ad accarezzarle la parte alta del culetto.
Lei non diceva niente, sembrava rapita. Poi iniziai a lavorarle i fianchi, spingendomi fino lateralmente ai seni.
Andai avanti così un pò, poi lei mi disse che voleva mettersi di lato, così scesi. E continuai il massaggio dal lato. Lei era in posizione quasi fetale, io dietro lei. Avevo il naso nei suoi capelli e ne sentivo il profumo delizioso.
Improvvisamente mi si avvicino ancora di più, tanto che non riuscivo a massaggiarle la schiena. La mia mano così finì davanti, sul suo splendido pancino piatto. La mie erezione era pericolosamente vicina al suo culetto. Non ce la facevo più, ero in uno stato di trance,
avrei voluto prenderla, spogliarla e baciarla tutta, e fare l’amore con lei.. e sapevo che anche lei lo voleva. Ma era un casino e avevo paura diperderla. Era troppo importante per me.
Ma i minuti passavano e la mano sul pancino non ce la faceva più.. volevo toccarle il seno. Iniziai a salire, a mano piena, lentamente, fino alla base di una e poi del’altra tettina. Ma non le presi. Lei gemeva e improvvisamente appoggio il suo sedere. Apprezzò la mia durezza, e iniziò a sfregarsi.
A quel punto la mano salì, tra le due tette, accarezzandole ma senza palparle. Sentivo il suo respiro affannarsi. Mi fermai sullo sterno, tenendole il seno tra le braccia. Lei cominciò a strusciare il sedere sempre più e il mio arnese le finì ovviamente in mezzo.
Io lo spingevo contro, volevo farglielo sentire bene quanto fosse duro.. Inizia anche baciarle il collo. Ma mai la bocca.
Perchè quella sera non si sarebbe andati oltre. Era un casino, e volevo che fosse mia. Volevo vederla impazzire. Non era ancora cotta a puntino.
Dopo non molto, gemendo venne da sola, senza che la toccassi nemmeno, di fatto, nè la fica, ne il culo nè le tette.
Io mi bagnai un pò per l’eccitazione, ma ero lontano dal venire. E vicino a una crisi nervosa.
Ci addormentammo staccandoci. Al mattino non mi parlava quasi. Parlammo di cosa era successo. Ero pronto a quella cosa, infatti le dissi che non era successo niente. Era la pura verità. Non consumammo niente.
Ma era iniziata la nostra storia, e anche se non voleva ammetterlo, era così. Lo sapevamo entrambi. Quel giorno nacque la mia più importante esperienza con una donna. Quello che successe dopo… non so, se se qualcuno è interessato scrivetemi.
C’è materiale per altri capitoli.. un pò più intensi di questo.

ah ovviamente nessuno è autorizzato a copiare.. trascrivere.. arraffare.. i miei racconti senza l’autorizzazione del sottoscritto.

firmato: Ottimafattura

ottimafattura@gmail.com
Dopo quella sera la vacanza era volta ormai al termine. Passammo la giornata in giro per NY, superato un iniziale imbarazzo, cercando continuamente il contatto.
Fui tentato di baciarla più volte ma ero sempre titubante.
Sul volo di rientro in Italia c’era pochissima gente, c’erano intere file vuote, finimmo in due posti attaccati senza nessuno accanto, lato finestrino.
Poi scese la notte, si spensero le luci, posizionammo i cuscini e lei si buto su di me.
Stesi la copertina, e dopo un pò, quando tutto taceva e lei sembrava addormentata sul mio petto, comincia ad accerazzarla, dalla testa, in giù.
Le baciavo i capelli, scendendo piano, sul collo, sulle guance, fino a sfiorarle le labbra. Ma lei si girò. Quasi come se un bacio fosse un ostacolo invalicabile.
Dio quanto era bella, con quell’espressione seria. Scesi con le mani, accarezzai il suo seno da sopra la maglietta e si lasciò andare. Continuai a baciarla, evitando la bocca.
Le mie mani si infilavano dove potevano, cercando la pelle. Poi si girò, e comincia ad esplorarle la schiena. Candida e delicata. Stupenda. La desideravo.
Scesi, sganciai il primo bottone dei suoi jeans, lei non diceva niente. La mano s infilò dietro, sotto l’elastico della sua mutandine. Si inarcò per farmi spazio e scivolai dentro, ad esplorare
quel monumento alla sensualità femminile che era il suo culetto. A dirla così sembra una cosa di minuti, ma andammo avanti così per ore, a stuzzicarci.
E fu mattina, e Italia. Il sogno sembrava svanito, io dovevo tornare a casa, e lei pure. Le nostre “controparti” ci aspettavano, forse per ammazzarci chissà?
Ancora non sapevo che smidolalto fosse il suo uomo.
Mentre guidavo la mia bmw verso le nostre vite, mi prese per mano, e mi disse: “e adesso? Come facciamo?”
“a far cosa?” dissi. “a vivere normalmente”. Ci pensai e le dissi più o meno: “Hai ragione io non ce la faccio nemmeno ad immaginare la mia vita senza te”
Mi strinse la mano. Arrivati a casa sua scese, e mi salutò con un “a lunedì” visto che viaggiavamo insieme sul treno nei giorni di lavoro.
Passò il pomeriggio, e il giorno. Continuavo a pensare a lei e ci scrivevamo. La volevo vedere. Allungai la mia corsetta della domenica mattina di 10 km e arrivai a casa sua. Il marito non c’era. Mi fece salire.
Apri la porta, mi fece vedere la sua casa, poi in cucina la presi da dietro e l’abbracciai. Si lascio andare. Mi disse “come fai a profumare di buono anche sudato dopo la corsa?”. La presi di peso, mettendole le mani sotto il sedere, e la portai in sala, e stavo puntando al letto.
Mi fermò, non se la sentiva. Mi chiese di andare e io uscii.
Lunedì organizzammo di andare al cinema con gli amici. Solo che io mi dimenticai di avvertirli.. così eravamo soli. E chi se lo ricorda il film?? Continuavamo a cercarci ed accarezzarci nel buio. Uscimmo, prendemmo la mia macchina, la portai vicino ad un parco.
Eravamo emozionati, le chiesi se potevo finalmente darle un piccolo bacio. Disse di si. Come mi capita sempre nella vita con le donne, partii prudente, così mi avvicinai piano.
Lei non era dello stesso avviso e il suo piccolo bacio fu un bacio di passione. Dopo l’iniziale incertezza contraccambia e mi parve di toccare il cielo. Era mia, il suo bacio fu la conferma che anche lei mi voleva. La presi tra le braccia, la baciai, le accarezzai la schiena, il seno, il collo, i capelli..
Finito il “bacetto” ci mettemmo a ridere di felicità. Poi la riportai a casa.
I giorni di quella primavera passarono così nella spensieratezza assoluta e felicità con lei, contrapposta ai litigi e all’infelicità a casa. Oramai eravamo una coppia ma vivevamo la classica vita “doppia” degli amanti. Purtroppo la verità è che queste circostanze, il doversi nascondere, rendono tutto più intrigante e piacevole.
I giorni passavano e il desiderio cresceva. Un giorno mentre eravamo avvinghiati in treno le dissi “ho voglia di fare l’amore con te”. Lei disse “anche io”.
Alea iacta est. Il caso vuole che i miei genitori avessero una casa lungo la “nostra” linea ferroviaria, e che fossero partiti per due mesi al mare.
Scendemmo dal treno, salimmo di corsa le scale, aprii la porta e la presi subito tra le mie braccia, la bacai, la presi in braccio e la portai in una stanza.
La buttai sul letto vestita. Era quasi buio, nonostante la luce delle sette di sera, dalla tapparella filtrava poco e e sembrava di stare in un film in bianco e nero. I raggi passavano dai fori e illuminavano microscopica polvere sollevata dal nostro movimento.
I respiri erano affannati, senza smettere di baciarla cominciai a sollevarle la maglia. rimase in reggiseno. Sganciai i bottoni dei jeans e li sfilai. La passai tutta con le mani, le gambe, il culo, l’interno coscia.. che meraviglia. Emanava il suo delizioso profumo di iris da ogni cm della sua morbidissima pelle. Mi tolsi tutto e la ripresi tra le mie braccia.
Poi fummo uno davanti all’altro. Con una mano le sganciai il reggiseno e nella penombra mi apparve nel suo splendore. I suoi seni erano piccoli, rotondi e sodi. Ci baciavamo, poi inizia a palparle il seno, a baciarlo, a leccarlo.. Lei ansimava ma poi le squillò il telefono.
Era il marito che l’aspettava in stazione. Ci rivestimmo di corsa, l’accompagnai alla stazione e me ne tornai a casa con la coda tra le gambe.. Chiamiamola coda: era un mese che non avevo rapporti sessuali ed ero in costante pressione erotica.
Avevo però ottenuto un incontro per l’indomani mattina.. dormii un breve sonno tormentato.

Continua..

ottimafattura@gmail.com
La mattina seguente ci trovammo molto presto in stazione, la casa era vuota e avevamo tutto il tempo di stare un pò tranquilli da soli
Salimmo, la feci accomodare, e ci spostammo sul letto, dove iniziamo a baciarci con passione. Essendo sul metro e sessanta, magra, era molto leggera e quindi mi piaceva prenderla e spostarla come volevo io.
Poi si alzò e andò in bagno.
Tornò dopo poco, in mutandine e perizoma. Era un completino nero, leggermente trasparente. Potevo vedere bene per la prima volta il suo splendore.
Era candida, magra, con delle bellissime gambe, perfette. Nemmeno un filo di grasso, ventre perfettamente piatto, vita stretta e fianchi perfetti. LA feci girare.
Volevo svenire.. un culo così.. mai visto.
Stava da dio. I capelli sciolti alle spalle, sorriso di chi sa di essere bella.
Mi spogliai immediatamente e rimasi in boxer.
La presi da dietro e me la portai tra le mie gambe, io ero seduto, e lei con la schiena contro la mia. Presi a baciarla, ed accarezzarla.
E’ la ragazza con la pelle più morbida e delicata con cui sono mai stato. Accarezzarla tutta era stupenda. Da quella posizione potevo baciarla, accarezzarle le cosce, la pancia e il seno.
Andai avanti per un pò, poi mentre con una mano le accarezzavo il seno, con l’altra sganciai il reggiseno. Riuscivo a tenerle perfettamente nelle mie mani, portava credo qualcosa tra la second a e la terza. Bellissima.
Poi liberai una mano e cominciai ad accarezzarla la fica da sopra il perizoma. Lei intrufolò una mano e comincio ad accarezzarmelo.. Ero così duro che saltò fuori dal boxer dopo pochissimo.
Lei iniziò a gemere quasi subito, e sentii il perizoma umido, così dopo poco presi a restringere l’inutile indumento in mezzo alle labbra, così da poterla accarezzare direttamente.. Era un lago!
Gemeva sempre di più, e cominciò a muovere il mio pene, di cui aveva preso possesso.
A quel punto le divaricai le gambe e accarezzai più volte l’interno coscia.. volevo farla impazzire. Poi entrai da sopra, con tutta la mano le presi la fica.. che era completamente bagnata.
Col polso schiacciavo leggermente, mentre con le dita giocavo tra le sue labbra.. Praticamente appena infilai un dito dentro venne, gemendo anche abbastanza forte.
Io non ero ancora venuto.. ma il tempo era finito, così rimandai al giorno dopo. Infondo era solo martedì.. restavano mercoledì, giovedì e venerdì. Poi sarebbe dovuta partire per una settimana di meeting.
E poi dopo tutta quella astinenza.. una mano non mi bastava.
Se devo dare una descrizione al ricordo di quei giorni, direi che vivevo essenzialmente nella completa attesa dei successivi incontri. Volevo solo lei, stare con lei. Se devo essere sincero mentre dei momenti passati con lei ricordo tutto, del 2010 senza lei non ricordo nulla.
Ero proprio “cotto” a puntino..

Dopo la seconda esperienza, come me, anche lei era sempre più coinvolta. Era un rapporto perfetto, fatto di interessi comuni, idee comuni, voglie comuni. Ed iniziò a convincersi sempre più. Mi aveva infatti confessato, o meglio raccontato, che nella sua vita aveva diciamo “avuto diverse esperienze” di uomini.
Forse essendo un pò più grande di me, un paio d’anni, pensava che io potessi essere un pò meno esperto diciamo..
Io ero incuriosito, e cercavo di parlarne. Ma lei ne parlava poco e sempre con un pò di imbarazzo. Come se aver avuto tanti uomini fosse per me unproblema.
Le feci capire che per me questa cosa non aveva nessun peso, anzi che reputavo avesse fatto bene. Così parlammo apertamente delle sue esperienze, cosa che mi aiutò a capire cosa aveva provato e cosa potevo offrirle io di meglio.
Nelle sue esperienze vantava per lo più un fidanzamento lungo da giovanissima, con le prime esperienze sessuali, seguite da un “tragico” sfidanzamento, che l’aveva spinta nelle braccia di divesi uomini. Tutte storie di sesso, consumate con passione immediata e di durata per lo più modesta.
Insomma era una impulsiva. Anche nel sesso. E questo l’avevo capito, infatti desiderava il piacere subito, quasi a volersi scaricare.
Io amo invece tirarla per le lunghe, portare il piacere al limite e poi esplodere. E voglio che la mia donna goda, tanto, e possibilmente insieme a me.
Così per il terzo incontro puntai al mio pezzo forte..

La terza mattina si presentò a casa mia nella classica tenuta jeans maglietta. Le ordinai letteralmente di andare in bagno a spogliarsi, e di ripetermi lo spettacolino del giorno prima.
Quel giorno usci dal bagno con uno stupendo coordinato semitrasparente colorato, credo fosse tra l’azzurro e il verde. Meravigliosa.
La presi di peso e la portai sul letto, facendola stendere. Cominciai a dedicarmi al suo culetto. Lo palpavo e massaggiavo, mentre baciandola scendevo dalla bocca in giù.
Con la lingua cercai di insinuarmi nel reggiseno, che slacciòsubito rimanendo a seno scoperto. Lo bacia,palpai e succhiai a lungo, specialmente sui suoi piccoli capezzoli, che erano sensibilissimi e le procuravano dei brividi.
Porto una catenina al collo piuttosto lunga.. anche lei mi aiutò, strisciando sul suo corpo e provocandole un leggero solletico.. Mi ricordo che mentre ansimava mi disse “mm anche la catenina ci si mette..”
Scendendo sempre più in basso portai le mani sui seni e le baciai la fica da sopra alla mutandina. Aveva un odore di femmina incredibile. Misto al solito profumo dela sua crema, mi mandò letteralmente fuorigiri.
Le allargai ancora le gambe e presi a baciarle l’internocoscia, poi a leccare, sempre più su, lentamente. Il suo bacino cominciava a muoversi, non nascondendo la voglia che aveva.
Anche io avevounavoglia matta di leccarla.. è una cosa che adoro, quando la mia partner ha unbuon odore, è pulita e come lei, è poco pelosa.
Anzi, lei era zero pelosa. Scostai leggermente le mutandine, e le spostai di lato, cominciando a leccare le sue grandilabbra quasi glabre. Aveva solo un piccolo ciuffetto castano chiaro, poco sopra.
Andavoi su e giù, continuai parecchio, finchè era un lago. Le mutandine erano inzuppate, quindi mi disse ” queste è meglio toglierle”
Si rimise come prima, a cosce aperte, e mi ripiazzai lì. Con la mano destra le tenevo il seno, delicatamente.
Leccavo sempre sue giù, poi inizia a separarle le labbra con la lingua. Mentre facevo questo, iniziai a spingere delicatamente un dito dentro.. e fuori.
Poi inizia una delle cose che ho imparato piacciono.. ovvero il misto. Delicato e un pò meno delicato. Mentre succhiavo il clitoride, spingevo il dito dentro e fuori un pò più forte per tre quttro volte.
Iniziò a godere gemendo davvero forte. Andai avanti così per altri minuti, finche la sentii implorarmi “ti prego non ce la faccio più”
Infilai subito un secondo dito. Lei strinse la mia mano sul suo seno, forte, mentre con l’altra mano si strizzava il seno libero.
Chiuse gli occhi e gemeva, mentre le mie dita scorrevano veloci, e mentre succhiavo forte il suo clitoride. Infine quando era al limite, spinsi le dita infondo e succhia girando con la lingua intorno al clitoride.
Venne, con un mega orgasmo. Io andai avanti comunque per qualche minuto a leccare e baciare, finchè non fu calma.
Mi colpì molto,mi disse qualcosa tipo “ho avuto un pò di esperienze.. ma così..mai” mentre sorrideva.
Prima di andare via volle ricambiare, così me lo prese in mano, e cominciò a baciarlo, e a muoverlo, un pò frettolosamente, come a volermi far venire per forza.
Ma io non avevo fretta. Volevo una sola cosa. Io la volevo tutta.
E la volevo il giorno dopo. La mattina seguente il mio intento era chiaro. Non ce la facevo più, volevo fare l’amore con lei.
L’andai ad aspettare in stazione, e andammo verso casa mia a distanza di due minuti. Aspettavo con ansia poi la sentii salire le scale a piedi. Non voleva prendere l’ascensore per paura di rimanere bloccata e dover spiegare poi troppe cose.
Entrò e la portai sul letto. Le dissi di andare in bagno, e di tornare in intimo. Dopo poco usci, in reggiseno e mutandine. La “costrinsi” a fare qualche giro per guardarle il culetto. Poi la feci stendere sul letto e mi spogliai, in boxer.
Piano piano cominciai a stendermi su di lei, fino ad allargarle le gambe, e infine a piazzarmi in mezzo. Cominciai a spingere il mio cazzo durissimo sulla sua figa, per farle capire cosa volevo quel giorno.
In mezzo a dividerci c’erano ancora l’intimo.
Sentivo che ansimava sempre più, poi mi disse “mmm che voglia”. Con la mano andai a testare la sua figa.. era fradicia. Scesi lentamente baciandole il corpo e soffermandomi poi li, sul perizoma. Una cosa che non dimenticherò mai è il suo profumo.
Era incredibilmente buono, di donna. Mai trovata in seguito una donna come lei. Le scostai le mutandine, inziando a leccarle le grandi labbra. Poi improvvisamente la presi e le tirai via le mutandine, facendola ricadere indietro, a cosce spalancate, tutta nuda, solo in reggiseno
con la sua bella fighetta bagnata pronta ad essere penetrata. Iniziai a leccarla per bene, ed ad aprirla con la lingua. Poi cominciai a infilarle un dito nella figa bollente, e leì partì. La scopavo col dito avanti e indietro, spingendolo bene dentro e lasciandolo in fondo un pò prima di ricominciare a uscire. Lei si teneva le tette dal reggiseno, gemeva a occhi chiusi.
Con la mano libera le abbassai le coppe e iniziai a strizzargliele. Ora era lì, bellissima, tutta aperta, che si faceva leccare la figa e scopare con un dito, mentre con l’altra mano le strizzavo le tette.
Poi le dissi, “come preferisci venire? Ti metto un altro dito nella figa o ti metto dentro qualcosa di più grosso?” “mm che intenzioni hai?” “lo sai, voglio fare l’amore con te”
Lei “No, non si può dai..”
Io “lasciami fare solo un giretto ok?”
Lei “ma poco ok?”
Io “posso entrare? Prendi la pillola?”
lei “no devi usare il preservativo”
Ne presi uno, e me lo srotolai velocemente sopra, stando attento a non fare bolle d’aria. Lei aveva una paura incredibile che si rompesse.
Infilato il coso mi piazzai tra le sue cosce, cercando di stare abbastanza in alto per godermi la scena.. Mi piace un sacco vedere l’espessione delle ragazze quando entro dentro di loro.
Lei aveva la faccia quasi contratta e gli occhi chiusi, come se avesse paura di sentire male. Lo appoggiai all’entrata della figa e cominciai a spingere piano per farlo entrare, ma lei era così bagnata e aperta che entrò subito per metà, operazione segnalata da un bel mugolio di piacere. Inizia a passarmela per bene, piano piano, spingendole dentro per un pò solo mezzo cazzo. Faceva un bel rumore di figa bagnata. Poi le chiesi se lo voleva tutto, e senza aspettare glielo piantai bene in fondo alla figa.
“mm che bello” disse
Poi le dissi “amore, il giretto è finito, però direi che andrò avanti”
“si vai non fermarti per favore”
E così continuai con movimenti lenti e regolari a estrarlo fino a metà e a piantarlo fino in fondo, tenendolo poi schiacciato contro la figa per qualche istante. Io godevo, ma lei di più. Dopo poco mi disse.. ” ti prego.. posso godere?”
Io “no amore aspettami, ti dico io quando puoi”
Lei “mm mi stai facendo impazzire”
Cominciai ad accelerare il ritmo ed aumentare la pressione dei “colpi” contro la sua figa; in breve anche io giunsi al limite. Allora le dissi che poteva godere. Lei iniziò un movimento di bacino in sincronismo perfetto con le mie spinte
Godeva di brutto. Poi cominciò ad ansimare, io accelerai e mentre godeva con un grido soffocato, sborrai due mesi di attesa nel preservativo.
A quel punto rimango sempre ben piantato dentro, per aspettare che l’orgasmo della mia partner sia completo, dato che mentre il nostro dura 5 secondi, il loro se adeguatamente sostenuto, dura forse un minuto buono.
Basta qualche movimento laterale col bacino per strusciare il clitoride.. e il gioco è fatto.
Poi uscii.. Per fortuna il cappuccio l’avevo messo bene, perchè quando lo estrassi dalla sua figa indemoniata e bollente, era pieno di brutto. Mai ripetuta una roba del genere nella mia vita.
Ci abbandonammo sul letto abbracciati. Lei dopo mi disse una cosa che ancora mi rende orgoglioso:
“te lo devo dire, mi vergogno un pò.. diciamo che ho avuto diverse esperienze nella mia vita.. però così.. così mai”
Quel giorno mi sentii davvero un figo!!

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