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La mia ultima metamorfisi

By 25 Agosto 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

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La mia ultima metamorfosi

Non si scorda mai la prima volta e questo è un dato di fatto che per molti è un disastro, ma nel mio caso è stato sorprendentemente e singolarmente un momento della mia vita meraviglioso e un ricordo d’amare per sempre anche se, per noi due, era per entrambi giunta… La prima volta.

* * *

Avventurarsi verso l’ignoto.

Nella mia giovane esperienza, da quando i miei ormoni hanno preso una certa corsa, sono sempre stata fortemente sessuata e in questo famoso sabato avevo un disperato bisogno di masturbarmi…. Quando finalmente ho sentito la porta sbattere, era la chiara indicazione che i miei genitori erano andati via e con un certo grado di fortuna, probabilmente non sarebbero arrivati prima di sera.

Sono salita al piano superiore per vedere se c’era mio fratello e se era intento come sempre a studiare per la maturità. Ultimamente si chiudeva sempre più in camera e come sono passata davanti alla porta, l’ho trovata socchiusa e sono restata letteralmente senza parole. Non ho idea quando ho ripreso a respirare. L’ho visto disteso sul letto, con i jeans abbassati all’altezza delle caviglie e con il più bel grosso cazzo che avessi mai visto. Ero affascinata dal prepuzio che copriva e liberava la violacea cappella. La mano era intenta a muoversi stringendo il cazzo in una lunga e lenta masturbazione che si fermava di tanto in tanto per girare la pagina della rivista porno.

Mi piaceva quando liberava il cazzo dalla stretta della mano, perchè così potevo vederlo in tutta la sua maestosità. Ripreso il lavorio con la mano, l’ho sentito gemere e poi si è voltato mettendosi sdraiato sul letto, con la mano che si muoveva furiosa lungo il cazzo.
‘Ohhh!!!’ Ha gridato e uno schizzo lattiginoso è volato in alto per poi atterrargli sulla pancia. Il successivo diluvio si è poi sparso ovunque. Non mi sono persa nessun schizzo violento andare a bagnargli il petto, il letto e anche l’ombelico.

Alla vista di quella masturbazione erotica e di quella sborrata selvaggia, le mie ginocchia si sono trasformate in gelatina e tremavo vistosamente ed ora, percepivo la vagina bruciare letteralmente per la tanto agognata soddisfazione cui reclamava, ma che ancora non avevo fatto.

Velocemente mi precipitai in camera mia. Mi tolsi le mutandine e ho cercato e trovato con un solo dito il clitoride per darmi un orgasmo bruciante che è esploso in pochi secondi. Ero ancora in piedi quando ho iniziato e come ho terminato ero in ginocchio a terra e il dito continuava a muoversi sul clitoride. Per l’abbondanza dei succhi, ero bagnata fino al gomito e a terra avevo fatto un lago. Giacomo e io siamo stati sempre molto vicini e mi ricordo chiaramente come durante l’infanzia avevo visto quel piccolo pezzo di carne che spuntava fra le gambe, ma ora… Si era trasformato in un bellissimo obelisco.

Già da qualche tempo ero diventata molto attiva con i ragazzi e gli amici. Baciare e succhiare nei bagni della palestra della scuola e non solo lì, era diventata una cosa abbastanza abituale. Passare i pomeriggi sdraiati sull’erba del parco a soddisfare il mio insaziabile appetito era diventata un po’ come una sorta di leggenda sul modello delle spacconate dei pescatori-se non lo vedo non ci credo-. Normalmente fra le siepi, al riparo più o meno da occhi indiscreti i ragazzi iniziavano con il leccarmi il clitoride e poi come avevo avuto il mio orgasmo, mi dedicavo a succhiare il cazzo fintanto che non gli svuotavo le palle nella mia affamata bocca. Mi piaceva il gusto dello sperma ed ero piuttosto sorpresa quando ne percepivo delle piccole variazioni.

Un ragazzo, Jack (il soprannome deriva da un noto pirata cinematografico), gli è piaciuto pensarmi come ‘la sua ragazza’. La sua ragazza… ma va! Non sono la ragazza di nessuno perché la ‘lingua’ della scuola ha fatto in modo che il suo non era l’unico cazzo che succhiavo. Non ero particolarmente preoccupata per le dicerie o di quello che diceva lui. Sapeva certamente come darmi degli stupendi orgasmi con la lingua e il suo sperma aveva un sapore particolarmente dolce-salato. Per me era come la vitamina ‘C’ dovevo ogni giorno mangiare un’arancia o una mela per potermi togliere la voglia da dosso.

Jack mi girava sempre attorno e mi era perennemente vicino in cerca di costruire il nostro rapporto.
‘Siamo onesti Jack, ma quale rapporto!?!’ Gli dissi una mattina mentre andavamo a scuola e con il suo cazzo bello duro nella mia mano.

Voleva, come diceva lui: ‘Che il nostro rapporto doveva crescere, dovevamo scopare.’
So che può sembrare sciocco quello che sto per dirvi, ma ero davvero felice e appagata già per quello che facendo. Leccare e succhiare era tutto quello che chiedevo. Non avevo bisogno di altro.

‘I miei genitori sono via per tutto il week end.- Mi ha detto il giorno prima.- Potremmo vederci e andare fino in fondo.’
Dopo 24 ore dalla sua richiesta, sdraiata sul mio letto, mi stavo masturbando e mi erano tornate in mente le sue parole. Il giorno prima non l’avevo neppure presa in considerazione la sua richiesta, ma ora… Non riuscivo a togliermi il cazzo di mio fratello dalla testa. Mi stavo masturbando da molto e gli orgasmi avuti non mi avevano soddisfatta pienamente.

Non riuscivo a capire perché… Dopo tutto il cazzo di Giacomo non era il primo che avevo visto ed al parco, spesso avevo anche due o tre ragazzi che mi osservavano e si masturbavano. Non mi ricordo più in quanti ho visto sborrare e in quanti ho permesso di schizzarmi sulle tette. Così, l’ho stato d’animo in cui ero era nuovo, pur dopo aver avuto il risultato di una tripla se non quadrupla sessione masturbatoria con il mio clitoride in cui non mi sentivo soddisfatta, appagata… Il passo successivo è stato logico, non ho fatto nulla per cancellare dalla memoria la proposta di Jack e anzi, più si avvicinava la sera, più avevo come l’impressione che il cazzo mi si fosse stato tatuato nell’anima.

‘Dillo a mamma, io resto a casa di Roxy.’ Ho detto a mio fratello dopo che ho raccolto alcune cose giusto per passare la notte fuori. L’avevo già avvisata e mi reggeva il gioco e più mi avvicinavo alla casa di Jack e più mi tremavano le gambe come se fossi al mio primo giorno di scuola.

Come ha aperto la porta e mi ha visto, l’espressione sul viso è completamente cambiata. Era come un bambino la mattina di Natale.
‘Non ho intenzione di andare fino in fondo… Quindi lo faremo come al solito.’ L’ho visto chiaramente abbassare la testa e le spalle per la delusione. Ha tirato fuori il cazzo dai pantaloni ed era ancora sgonfio, ma che in poco tempo si è irrigidito e mi ha chiesto di succhiarlo.
‘No! Tu per primo!’ Era la mia regola base. Avevo constatato che se i ragazzi erano su di giri, mi leccavano meglio di quando invece li avevo spompati.

Come sempre si è applicato con fervore e maestria. Era veramente bravo in questo e se mai lo sposerò, voglio la sua lingua prima e dopo i pasti. Si è dedicato leccando e succhiandomi il clitoride e in poco tempo avevo uno strabiliante orgasmo che mi squassa le viscere e tutta me stessa. Per la prima volta in quel giorno, mi sentivo appagata… Purtroppo non è durata a lungo, ma torniamo a quei momenti. Come sempre, dopo che ho goduto lui si sdraia o si mette seduto aspettando impazientemente, ma diversamente dalla altre volte mi chiede.
‘Spogliamoci e mettiamoci seduti tutte e due nudi.’

Sapevo esattamente qual’era il suo scopo. Prima ancora che potessi decidere, era già completamente nudo e il suo cazzo si ergeva dritto e duro e mi faceva venire l’acquolina in bocca; anche alle parti basse mi sentivo particolarmente bagnata e calda. Jack ha un bel cazzo circonciso che mi piace succhiare come anche le sue palle grosse che sono come due prugne mature.

In quel momento non stavo pensando al grosso e grande cazzo, ma mi chiedevo se era il caso di chiedergli di scoparmi. Mille dubbi e perplessità si affollavano nella mia mente.
‘Cosa succede se poi rimango incinta?’ Anche altre domande mi turbinavano in testa e mi facevano sentire un nodo allo stomaco. Lui vedendomi ferma e immobile, indecisa; ha pensato bene di baciarmi e di prendermi in braccio. Mi sentivo leggera nelle sue braccia mentre ci dirigevamo verso la sua camera.

Come mi mise giù sul letto mi stavo rassegnando all’inevitabile e si è poi sdraiato a canto a me.
‘Scopami dolcemente Jack!’ Sussurrai. Tutto il mio corpo tremava di desiderio e lussuria, ma con buona parte di me che aveva paura del passo verso l’ignoto.

Si è girato sopra di me, prendendo il suo peso sulle sue forti braccia. L’intimità di essere nudi, il suo ventre nudo contro il mio, il suo respiro dolce sul mio volto e ora lui sopra di me che mi accarezzava con tutto il suo corpo. Pelle contro pelle. Si è abbassato ulteriormente e ha preso un capezzolo in bocca succhiandomelo e mandandomi immediatamente scosse selvagge per tutto il corpo.

Entrambi i capezzoli spiccavano dritti e duri come matite e ha continuato a tormentarli a lungo succhiandoli, lecccandoli uno dopo l’altro alternativamente. Lentamente le sue labbra hanno continuato a baciarmi scendendo lungo la pancia e facendomi ansimare e togliere il respiro. Era come se tutta me stessa fosse un enorme grosso capezzolo… oppure clitoride…

‘No Jack! Non mi leccare questa volta… Ti voglio dentro di me!’ L’ho sorpreso e mi sono stupita per le parole che gli ho detto e lui non se l’ho è fatto ripetere due volte. Subito si è alzato e il cazzo mi ha colpito fra le gambe. Potevo percepire il glade bruciante di desiderio accarezzarmi l’interno coscia e lungo la mia calda e umida figa. Come si è incuneato allargandomi le labbra interne della figa, si è poi estratto e un fiume è colato bagnandomi il sedere. Più volte l’ho sentito accarezzarmi e frustrata da quel gioco, l’ho bloccato.

‘Tirarti su!’ Ho sussurrato con un filo d’aria. Tremavo tutta e anche lui si muoveva a scatti. Apro di più le gambe e incuneo le mani fra i nostri corpi. Prendo in mano il suo cazzo bruciante di desiderio che sentivo tremare e lo guido verso l’ingresso della figa.

‘Spingi ora!’ Un attimo e ho sentito il suo glade caldo all’interno della bocca della vagina e istintivamente afferro le chiappe del suo sedere. Spinge forte e il cazzo sprofonda completamente dentro di me mentre un forte dolore mi toglie il respiro come se qualcuno mi avesse infilato un coltello rovente dentro di me.

Ho gridato per come era intenso il dolore e subito si è fermato.
‘Dio che male!’ Ho detto mentre con le mani gli trattenevo i fianchi in modo che non potesse più spingere. Sapevo che mi aveva deflorata e da ora in avanti non potevo più essere quella di prima. Sapevo che lui aveva preso la mia verginità.

Lentamente il dolore ha iniziato a lenire. Schiacciata sotto al suo corpo, mi donava teneri baci che non erano di passione, ma dolci e tenere carezze. Ben presto il pensiero di aver perso l’imene mi è sembrato che non fosse poi un gran male e come si è attenuato anche il dolore fisico, è rimasto il calore e la dura consistenza che sentivo dentro di me che mi diveniva piacevole. Sapevo che ora mi potevo definire pienamente una donna. Ho mosso il bacino e lui poi ha iniziato a muoversi a sua volta. Le spinte si sono fatte sempre più lunghe e sempre più veloci. Al contempo il dolore si è trasformato in fastidio e poi piacere… Anzi estasi!!!

‘Ohhh Dio Jack, mi piace… Mi fai sentire così bene! Ohhh Dio!!!!’
Ogni volta che spingeva ed entrava dentro di me lo sentivo con tutto il mio corpo. Era come se le pareti vaginali si allargassero e si adattassero perfettamente alla forma del suo cazzo e mi piaceva, mi faceva sentire in un modo come non ho mai sperimentato prima. Senza che me ne accorgessi, il piacere si è trasformato in qualcosa che mi è esploso direttamente da dentro di me. Come in un turbine, ho provato il mio primo orgasmo indotto da un pene maschile fatto di carne. Tutto si è offuscato. Tutta me stessa stava godendo.

Lui ha continuato a spingere forte, sempre più forte. Le spinte si sono fatte confuse. Mi ha stretto contro di se. Urlavamo scompostamente e tremavamo insieme al letto. Un urlo roco e poi ho compreso, ho sentito il cazzo pulsare e sentire come mi inondava l’utero della sua calda e bollente sborra. Il suo pulsante cazzo mi stava riempiendo di sperma il mio grembo verginale.

Il tutto era durato pochissimo, forse meno di un quarto d’ora dal momento che ci eravamo sdraiati a letto e mi sentivo così bene che avrei voluto riprendere immediatamente. Ero conscia che quella prima scopata era la prima di una lunga serie e la prima di molte prima di domani quando sarei dovuta tornare a casa. Una volta liberata dal suo peso, mi siedo e respiro tenendomi la pancia violata, ma con l’animo tronfio di gioia. Ci siamo guardati e abbiamo sorriso per poi baciarci.

Mi osservo fra le cosce, sentivo qualcosa che mi colava e noto il sangue. Avevo perso una mare di sangue e avevo macchiato completamente il letto. Dovemmo alzarci e cambiarlo completamente in modo che quando sarebbero tornati i suoi genitori non avrebbero avuto da ridire. Non potevo credere a quanto sangue avevo perso. Era come se avessi avuto le mestruazioni. Pure il piumone avevo macchiato. Mi sentivo colare in mezzo alle gambe e sangue misto a sperma mi stava scendendo fra le cosce e guardo il suo cazzo, anche lui l’aveva tutto rosso.
‘Doccia?’ Mi chiede tutto sorridente.

Non riuscivo a smettere di tenermi la pancia e di ripensare a quello che avevamo appena fatto. Avevamo entrambi attraversato la linea e mai più avremmo potuto tornare indietro. Avevamo fatto il passo che ci ha portato alla maturità e completezza sessuale. Mi chiedevo mentre lo guardavo se mai avremmo potuto ancora divertirci con le bocche.

In quel lungo week and non ci siamo risparmiati un attimo. Abbiamo voluto provare ogni fantasia e ogni variante conosciuta e ogni volta terminavamo a farci la doccia per lavarci le parti intime. Se lo eccitavo con la bocca, terminavamo scopando. Quando quella domenica sera ci siamo salutati davanti alla porta, eravamo tristi, ma anche abbattuti e stanchi. Eravamo nella sua camera in cui avevamo appena finito di farci la doccia quando abbiamo sentito i suoi genitori rientrare in casa. Ci siamo rivestiti il più velocemente che mai e poi ci siamo salutati.

Non voglio esaltare la sua virilità, ma credo che in 26-30 ore mi abbia fatto godere almeno 24 volte. Durante le nostre sessioni amorose, sono molte le volte che ho provato orgasmi multipli prima che Jack mi allagasse la figa. Quando poi mi sentivo colare lo sperma fra le gambe, mi sentivo contenta. Ho provato anche ad assaggiarlo e mi piaceva il gusto frammisto con il mio. Mi sembrava che mi desse una carica erotica particolare e che non fossi mai stanca. Anzi ero decisamente insaziabile.

Tornata a casa, ma anche a scuola, non ho potuto fare a meno di girare con aria di superiorità. Sapevo che ora ero una vera donna fra tutte loro ancora immature e bambine. Poi mi è calata sulla testa un pensiero e per molti giorni mi sono trascinata come se dovessi tirarmi dietro un macigno. Quel liquido caldo che mi colava fra le gambe e che tanto mi piaceva bere, era il seme maschile ed eravamo entrambi giovani e fertili.

Il malumore ha contagiato anche le mie avventure con gli altri e pure con Jack al punto che non volevo vedere, ne sentire e neppure parlare di sesso o altro.

Quando finalmente i crampi di pancia si sono trasformati in pioggia benedetta, ho tirato un sospiro di sollievo!!! Ogni volta che mi ricordo di quel periodo mi vengono i brividi per come sono stata male e per il tempo spaventoso che ho passato. Successivamente mi sono indirizzata a prendere la pillola per stare più sicura. Questo mi ha permesso successivamente una certa libertà sessuale per soddisfare la mia sete e le esigenze del quando farlo e con chi ho scelto di farlo…

Ci sono state tante di queste occasioni nei successivi sei anni e fra questi, anche mio fratello.

Un consiglio per tutti e tutte, usate il preservativo sempre!!!
Buone scopate e buone godute a tutti e a tutti.
Ciao da
Biemme.

Maxtaxi

Aiutatemi a migliorare. Aspetto le vostre critiche.
Sono in attesa delle vostre proposte e suggerimenti da inserire nei prossimi capitoli’

Questo romanzo non deve essere riprodotto elettronicamente o a mezzo stampa senza la mia autorizzazione scritta.
This novel should not be reproduced electronically or in print with out my written permission.

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