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Racconti Erotici Etero

La moglie del titolare

By 11 Giugno 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo &egrave un racconto di una situazione realmente accaduta.
Lavoro da più di un anno presso un’azienda, dove sono un dei due geometri, dove porto avanti l’azienda insieme ai due titolari come se fossi anche io uno dei titolari.
In amministrazione ci sono due segretarie, una più giovane (Federica nome casuale per privacy), bella ragazza, un bel culetto, ma tanto stupida quanto carina, poi c’&egrave l’altra segretaria, la moglie del titolare (Sabrina nome casuale per privacy).
Sabrina &egrave la classica donna, che si &egrave sposata per i soldi, arriva da una famiglia di operai, di basso livello, ma da quando si &egrave sposata e ha visto i soldi passerle sotto il naso, &egrave diventata la classica STRONZA, nuova Y, 5-6 borse di Vuitton, Gucci, ecc, non parla mai con gli operai, e li guada come se guardasse dei barboni, dall’alto verso il basso.
E’la classica donna che odio, la disprezzo, nonostante sia una bella donna, capelli mossi bruni con un bel culo, seni belli ma non molto grossi’.MOLTO SCOPABILE.
Non corre buon sangue tra me e lei, i discorsi sono solo di lavoro.
Con il capo, cio&egrave suo marito mi aveva sputtanato un paio di volte su degli errori che avevo fatto, ma essendo la moglie del capo non potevo rispondergli a modo, e non potevo dirgli di farsi i cazzi suoi, quindi zitto e lavora!!!!
Un giorno sono stato contattato da un’altra azienda, dove ho fatto un colloquio e dove andrò a lavorare, la mattina dopo ho rassegnato le dimissioni, con una discussione epocale con i titolari, perché non volevano che io me ne andassi.
Al pomeriggio ho avuto a che dire con Sabrina per delle bolle, e le ho sfogato tutti i miei pensieri verso di lei, dicendole tutto quello che pensavo di lei.
Come reazione, lei si &egrave alzata dalla sedia, e mi ha ficcato un ceffone che me lo ricordo ancora adesso che sono passate due settimane, non dissi nulla e me ne andai nel mio ufficio.
Dopo un’ora la vedo entrare nel mio ufficio, chiudere la porta a chiave, io mi alzai immediatamente dalla sedia pronto a mandarla al quel paese, si avvicina a me, si inginocchia, mi slaccia i pantaloni, mi tira giù le mutande ed inizia a segarmi il pene.
Per trenta secondi il mio cervello era in tilt, l’unica cosa che funzionava era l’uccello che diventò duro in dieci secondi, quando incomincia a capire la situazione, mi prese una rabbia pazzesca, la stacco dall’uccello prepotentemente, la alzo, la giro, la faccio distendere sulla scrivania a pancia in giù in modo da offrirmi il culo, gli slacciai i pantaloni gli tolsi le mutande, e gli piantai il cazzo direttamente nel culo, in modo da farle mele.
Il tutto con una violenza che non mi era mai capitata;tolto l’urlo iniziale di dolore, Sabrina incomincia a godere come una troia in calore che non avevo mai visto prima.
Si stacca dal mio cazzo si gira, mi fa sedere sulla sedei, si toglie la camicetta e il reggiseno, e si impala nuovamente sul mio cazzo, incomincia saltando sul cazzo procurandomi anche del dolore, fino a quando non gli sborrai nella figa!
Si alza dal cazzo, si riveste senza dirmi niente, senza guerdarmi, finito di vestirsi, prima di uscire dall’ufficio, mi da dello stronzo e se ne va.
Da quel giorno la sfondo quasi tutti i giorni, anche se non lavoro più in quella azienda.

solarotto@jumpy.it

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