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Racconti Erotici Etero

La nevicata

By 14 Febbraio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

E ora cosa faccio! Penso, mentre con una mano cerco di tamponare il sangue che esce dal taglio sulla fronte e con l’altra di trovare dei fazzoletti in borsa.
Ero di ritorno da una visita ad un’amica a Ravenna e avevo deciso di tornare per la Romea, invece che in autostrada. Il tempo non prometteva niente di buono: prevedevano neve, ma non credevo che sulla costa potesse nevicare davvero. Invece questa volta le previsioni erano giuste e già dal Lido delle Nazioni erano apparsi i primi fiocchi. Di solito mi piace guidare, ma la nevicata sempre più fitta mi ha messo in ansia: sarà per questo che quando un cane all’improvviso mi ha tagliato la strada, ho perso il controllo. Sono uscita fuori strada, una gomma è esplosa ed io ho battuto con violenza la fronte sul volante: l’airbag non si è nemmeno aperto’ accidenti a lui’ ed ora sento il sangue colarmi sul viso.
Mentre frugo in borsa, vedo le luci di un’auto avvicinarsi: accosta, si ferma e scende un uomo che si avvicina a passo veloce.
– Signora, sta bene? Si è fatta male? –
– Si, grazie’ ho solo battuto la testa, ma non è nulla –
– Lei sanguina, non può stare qui, deve farsi medicare. L’accompagno in ospedale –
– No no, per favore, in ospedale no’ –
– Ma deve’ non può rimanere così’ – mi fa con voce preoccupata.
– Non posso, ho una vera fobia per gli ospedali’ non ce la faccio’ – gli rispondo.
– …mmm, allora forse potrebbe medicarsi da me, abito qui vicino – mi dice con tono premuroso – è tardi, e sta nevicando, l’auto ora non è possibile spostarla; la medico e poi l’accompagno dove vuole. –
Non so cosa fare. Effettivamente sta diventando buio e non accenna a smettere di fioccare. Certo, fidarsi di uno sconosciuto, ma fino a questo momento non è passato nessun altro e inizio ad avere mal di testa per il colpo. Mi guardo ancora un attimo attorno smarrita e lui sembra aver compreso il mio stato d’animo: – non voglio farle male – mi dice con voce dolce – la prego. Poi la porterò dove vuole. –
Esito, ma la paura di rimanere sola al buio è più forte , ed accetto. – Va bene, mi aiuti, la prego. – gli dico mentre cerco di slacciarmi la cintura, sempre tenendomi la fronte compressa. Lui si allunga verso di me, per raggiungere il pulsante, posso così sentirne l’odore: ha un profumo di cuoio, leggermente agrumato, discreto e molto maschile. Afferra la mia borsa, il piumino e sfila le chiavi dal cruscotto, mi porge la mano e mi aiuta a sollevarmi: con gesti misurati mi copre col piumino e mi sostiene. Chiude l’auto e mi accompagna verso la sua, facendomi accomodare: di nuovo risento il suo odore quando mi aiuta a legarmi con la cintura.
– Io sono Luca – mi dice sedendosi alla guida – ed abito qui vicino –
– Grazie – gli rispondo un pochino affranta – io mi chiamo Marzia’ se vuole possiamo darci del tu – aggiungo timidamente.
Lo vedo sorridere: – volentieri Marzia –
Luca guida per pochi minuti, arriviamo ad un villino e mi aiuta ad entrare. L’ambiente è accogliente e un camino in un angolo rischiara il soggiorno.
– Vieni, accomodati – mi dice sostenendomi fino al divano – prendo il necessario per la medicazione e torno – Si allontana e ne approfitto per guardarmi attorno: l’arredamento è semplice e curato, ma non sembra esserci traccia di mano femminile. Dopo poco rientra con portando garzine e cerotti ed un flacone di disinfettante. Con cura deterge il taglio e lo medica. – Bene, è meno profondo di quello che credevo – mi dice e sorride. Io a quel sorriso sento la tensione calare e scoppio in lacrime. – Cosa c’è Marzia?- mi fa Luca – ti ho fatto forse male?-
– No, scusami, è che ho avuto paura e pensavo di rimanere li tutta la notte da sola –
Si avvicina per asciugarmi le lacrime, ma come il suo viso si accosta al mio e con la mano mi sfiora la guancia, per la prima volta incrocio davvero i suoi occhi. Ci guardiamo mentre mi accarezza il volto, schiudo leggermente le labbra e lui, leggendo il mio invito, le sfiora con le sue. E’ un bacio tenero, dolce’ Rispondo cercando la sua lingua: lui si fa trovare e ricambia, giocando con la mia.
– Scusami, non volevo – mi dice ritraendosi’ – ora penserai che ti ho portata qui per approfittare della situazione. –
– Non devi scusarti, sono stata io – gli dico abbassando lo le ciglia – mi sono sentita’ indifesa’ e tu sei così premuroso –
Mi sorride. Per la prima volta lo osservo bene. E’ un bell’uomo’ avra 50-55 anni al massimo, brizzolato e tratti del viso eleganti, con occhi dolci e sinceri. Ispira fiducia.
Mi adagio sui cuscini del divano. – Sei stanca? – mi dice – m mm’ – gli rispondo – deve essere il calo di tensione –
– Ascolta, tu riposa pure qui – io preparo qualcosa da mangiare, poi ti accompagnerò dove vorrai, anche se mi farebbe piacere se ti fermassi: la stanza degli ospiti e sempre vuota –
– Grazie, mi farebbe piacere – rispondo in un soffio, mentre chiudo gli occhi e mi appisolo sul cuscino.

Una carezza sui capelli mi sveglia. – Marzia, la cena è pronta – mi dice e davanti ai miei occhi trovo un tavolino da salotto, apparecchiato con su due piatti di pasta fumante ed una bottiglia di vino. – Non è molto, ma spero sia buono – mi dice.
Mettiamo i cuscini sul parquet e ci accomodiamo su questi per cenare. Il tempo passa veloce. Luca è un uomo affascinante: è un geometra, lavora per una ditta edile ed è separato. Non ha figli e vive praticamente per il lavoro. A parte l’età (io sono più giovane, ho 39 anni) scopriamo di avere diverse cose in comune: gusti letterari, cinematografici’
Parliamo e ridiamo mentre sorseggiamo il vino. Lui si è appoggiato con la schiena al divano ed io alla sua spalla: è la cosa più naturale del mondo quando torna a poggiare le labbra sulle mie. Questa volta non ci sono fraintendimenti: è un bacio desiderato da entrambi. Mi prende il volto fra le mani e avvicina la bocca alla mia. Rimane sospeso, a pochi millimetri da me, sento il suo respiro mescolarsi al mio. Avvicina la bocca fino a sfiorarmi le labbra con le sue, me le passa lungo il contorno delle mie. Le bocche si uniscono ed entra con la lingua a cercarmi, solo un attimo, si ritrae e succhia leggermente il mio labbro inferiore. Torna a esplorarmi la bocca. Di nuovo si allontana, mi guarda con dolcezza e passa a baciarmi il viso ed il collo; con le labbra e la punta della lingua, entra nella fossetta al lato del collo, provocandomi un fremito. Io gli accarezzo i capelli e la schiena.
Le nostre mani esplorano il corpo l’uno dell’altro e mi sfila il golfino: la luce del camino mi illumina la pelle chiara. Uno ad uno apro i bottoni della sua camicia e lo aiuto a sfilarla: gli accarezzo il torace e scendo fino alla cintura’ sento la sua erezione e l’accarezzo dalla stoffa esterna dei jeans. Anche Luca non ha fretta. I suoi baci corrono lievi sulla mia pelle, indugiando sull’ombelico lo penetra con la lingua, mentre mi apre i jeans e me li sfila. Mi adagio completamente sui cuscini, lui mi guarda e mi accarezza.
– Come sei bella – mi dice, ed io arrossisco ed abbasso lo sguardo. – No davvero’ – ridice, prendendomi il mento fra le dita e baciandomi di nuovo. Poi mi bacia ancora e ancora, scendendo sui seni, li libera dal reggiseno e ne prende i capezzoli in bocca: prima uno, poi l’altro. Brividi di piacere mi increspano la pelle e reclino la testa indietro. Mi accarezza il ventre e l’ombelico: inarco la schiena mentre ondate di piacere si spandono dentro di me. Lo allontano e gli apro i jeans, liberandogli il membro eretto e l’accolgo in bocca: ha un gemito di piacere al contatto della lingua. Lo succhio dolcemente e profondamente. – Oh, tesoro’ – lo sento dire. Non voglio però che venga così e lo allontano, spingendolo a terra, lo scavalco e così, in piedi, Luca mi afferra il bordino delle mutandine e me le tira giù sfilandole, rimanendo a guardarmi dal basso: io mi accovaccio su di lui e lo faccio entrare dentro di me. Scivola lentamente, fino a piantarsi in profondità e vedo il piacere sul suo viso. Poi mi muovo, cavalcandolo: lo faccio scivolare quasi tutto fuori e poi scendo di nuovo. Mi afferra i fianchi e modula i movimenti, accompagnandoli con i suoi. – Ohh’ si.. Luca, sii’ – è quello che riesco a dire, mentre lui geme sotto di me.
– mmm’ Marzia’ sto per venire – dice ansimando – si’ vieni con me’ dentro di me’ – gli rispondo, mentre accellero i movimenti. I nostri respiri si fanno più veloci, i gemiti più intensi, fino a sentirlo inarcarsi e venirmi dentro e un’onda di piacere risalirmi dal ventre fino ad infrangersi nel cervello. Mi adagio sul suo petto e mi abbraccia e rimaniamo un po’ così’ abbracciati alla luce del camino, mentre i respiri tornano regolari.
– Tesoro, sei la donna più dolce che abbia mai conosciuto – mi dice – e tu l’uomo più tenero’ – gli rifaccio eco’ scivoliamo uno accanto all’altro, Luca tira giù il plaid dal divano e ci copre: ci addormentiamo così, l’uno nelle braccia dell’altro.
Alle prime luci del mattino mi sveglio, lui non c’è, ma mi ha avvolta nel plaid – Luca? – chiamo con la voce impastata – si tesoro, arrivo subito, preparo il caffè ed arrivo –
Scivolo da sotto il plaid e mi avvicino alla finestra: voglio vedere se c’è neve. Scosto la tenda e vedo il giardino imbiancato; non mi rendo conto, ma devo essere una sorpresa per lui, vedermi appoggiata al davanzale, carponi, con il culetto all’aria completamente nudo.
Arriva dietro di me. – Dio come sei bella! Non muoverti ti prego’ – mi dice. Rido leggermente e rimango così. Lo sento chinarsi e baciarmi la schiena: mi accarezza le braccia, i seni ed i fianchi, mentre con la bocca arriva ai glutei. Me li apre leggermente e sento la sua bocca sulla vulva: con la lingua la percorre e si insinua fra le labbra. – Ohh.. Sii’ – ansimo – continua, ti prego’ – Come una lumachina la lingua procede nella sua esplorazione, calda, umida’ risale fino al forellino anale e si sofferma: mi sente fremere.
– Ti piacerebbe se’ – dice, senza avere il coraggio di terminare la frase – si, ti prego’ – gli rispondo con un sussurro. – aspetta un attimo – mi fa e lo sento allontanarsi. Un secondo dopo è tornato e lo sento passarmi qualcosa fra i glutei, forse burro’ – Tesoro, se ti faccio male ti prego dimmelo – – Va bene – gli rispondo.
Un attimo dopo mi poggia il pene tra i glutei e spinge piano, supera lo sfintere e si ferma. – Marzia, tesoro, ti faccio male? – – no, continua ti prego – gli dico. Lui riprende a spingere, io inizio a sentire il piacere aumentare nel ventre: senza pensare mi tocco. Con le dita gioco con la fighetta, mentre lui mi affonda dentro crescendo il ritmo. I movimenti diventano più intensi e frenetici, gemiti ed ansimi aumentano, fino a terminare con lui che mi afferra per i fianchi, spingendosi fino in fondo per farmi sentire il seme eruttare, ed io con una scossa di piacere che mi fa contrarre il ventre.
Luca aspetta che mi si regolarizzi il respiro, e scivola fuori di me.
– Piccola stai bene? – mi dice mentre mi abbraccia da dietro. -Oh, si’ sei stato dolcissimo – gli rispondo e voltatami lo bacio con trasporto.
…Chi mai avrebbe immaginato che una nevicata ci avrebbe fatto incontrare, penso, e mi godo questo momento, come se non dovesse finire mai…

Fine

Al mio amico speciale: grazie per la tua dedica…

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