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Racconti Erotici Etero

La notte è ancora lunga

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Era un sabato di fine estate, decidemmo di andare a cena fuori con amici in un ristorante all’aperto dato che faceva ancora molto caldo e per questo motivo lei si vestì con una gonna corta molto leggera, un top che metteva in risalto il suo splendido seno e le scarpe aperte, che le avevo regalato, che mettevano in risalto il suo piede e la slanciavano notevolmente dato il loro tacco alto. Avevo piacere quando la vedevo vestita in quel modo, ogni volta la libido saliva dentro di me spesso facendomi trovare in situazioni imbarazzanti. Durante la cena bevemmo molto vino’era buonissimo, scendeva nella gola rinfrescandoci ma anche facendo abbassare i freni inibitori e di conseguenza alzare il tasso di eccitazione, cominciai a stuzzicarla piano piano, prima con frasi sussurrate all’orecchio, parole dolci e provocanti, poi sempre più audacemente con delle toccatine fugaci tra le gambe fino a sfiorare il suo perizoma o dietro al solco del suo splendido sedere, inizialmente sembrava infastidita della cosa data la presenza di altre persone poi, anche aiutata dall’alcool, cominciò ad accettare le mie avance facendosi anche lei più smaliziata. Il mio cazzo era già in tiro e lei se ne accorse, così prendendo spunto da ogni cosa non mancava occasione che si strusciasse sulla mia patta constatando l’erezione che c’era sotto. A fine serata gli amici decisero di andare a ballare ma noi guardandoci negli occhi, complici della voglia che avevamo di dar sfogo alla passione, decidemmo di andare a casa. Appena partiti con la macchina non ebbi il tempo di inserire la seconda che subito si gettò tra le mie gambe, apri di corsa la zip e me lo tirò fuori, lo guardò per un attimo come se non lo avesse mai visto, mi guardò negli occhi con la faccia da vera allupata vogliosa e cominciò a farmi un bocchino spaventoso. Sembrava un’assatanata, lo inghiottiva tutto, succhiava forte, teneva stretta la mano assecondando i movimenti, sentivo il sangue scorrere a pressione nelle vene fino ad arrivare alla cappella, , alternava le succhiate a dei movimenti di lingua sul glande, era bellissimo e se non fosse stato per l’alcool credo sarei venuto all’istante, ma il forte piacere era anche molto lungo a sfogare. Attraversammo la città in quel modo, non so se la gente poteva vedere cosa stavamo facendo ma non ci importava nulla anzi, forse complice anche la trasgressione che amplificava il nostro e soprattutto il mio piacere, continuammo ad attraversare le vie ed i semafori della città. Prendemmo il raccordo per raggiungere la sua casa, stavo scoppiando, sembrava stesse succhiando la più buona delle caramelle mentre con la mia mano incominciai a toccare il suo clitoride, era piegata su di me con una gamba alzata sul sedile e con la fica rivolta verso la strada, il mio dito andava veloce come un treno, disegnava cerchi veloci e lenti sul suo clito, era eccitatissima e lo si sentiva da come era fradicia dei suoi umori, cominciai ad infilare un dito dentro di lei poi due, gemeva di piacere, rallentavo i miei movimenti per poi riprendere più veloce, ora i suoi assecondavano i miei, più andavo veloce più lei succhiava voracemente, se rallentavo lei si fermava tenendo il cazzo in tutta la sua lunghezza dentro la bocca, stavamo impazzendo. Per un attimo uscii fuori di testa, volevo leccarla lì, subito, in quel momento, accostai di corsa sulla corsia di emergenza del raccordo e mi tuffai in men che non si dica tra le sue gambe, volevo e dovevo sentire il suo sapore, era buonissima, dolcissima, la leccai una decina di volte lì in mezzo alla strada poi in parte accontentato mi rialzai e ripartimmo. Arrivammo sotto casa, la voglia era ancora tanta, non avevamo dato sfogo al nostro piacere perché dovevamo gustarcelo a lungo, entrammo nel corridoio del garage, era un cunicolo stretto e buio che dava accesso alla rampa delle scale, lei camminava di fronte a me, cominciai a toccare il suo splendido culo da sotto la gonna, infilai un dito tra le sue chiappe mentre camminava, si fermò si girò e mi guardò negli occhi, capì che volevo farlo lì nn c’era tempo per salire le scale, sarebbe potuto entrare chiunque ma non importava la volevo subito, all’istante. La feci poggiare schiena al muro, gli alzai una gamba, spostai il suo perizoma e la infilai in un sol colpo, era stupenda, calda, accogliente, bagnatissima oltre ogni limite, cominciai il mio movimento pelvico molto lentamente, poi preso dalla foga di volerla di più alzai l’altra sua gamba tenendola sollevata da terra, la parte posteriore delle sue ginocchia poggiavano ad incastro sulle mie braccia all’altezza dei gomiti, cominciai un movimento più ritmico e lungo, potevo far uscire il cazzo in tutta la sua lunghezza per poi farlo riaffondare fino alla radice, pompavo come un ossesso, il godimento era troppo forte ed erano passate troppe ore a stuzzicarci. Rimanemmo in quel modo qualche minuto, il suo liquido colava sul mio cazzo con dei rivoli che terminavano sui miei peli, voglioso di possederla ancora più forte la feci scendere, la girai faccia al muro e la feci piegare in avanti, era la posizione che preferivo, a pecora, faceva uscire tutto il mio istinto animale, la infilai e cominciai degli affondi mirati, lunghi, possenti, fino alla base, sentivo le sue chiappe sbattere violentemente sul mio inguine, gridavo di piacere e lei con me, i nostri mugolii risalivano la tromba delle scale, forse i condomini avrebbero sentito ma eravamo giunti quasi all’orgasmo, il mio movimento si fece più veloce, asincrono, mi ritrovai ad essere quasi fermo, spostavo il suo corpo con violenza contro di me, il cazzo era diventato più teso di prima, volevo aspettarla, godere appieno insieme a lei, gli chiesi se c’era se stava per venire mi rispose di si, si ,si stò venendoooo, mi riversai in lei con un getto lunghissimo, l’orgasmo sembrava non volesse finire mai, sentii sei sette contrazioni lunghe, godemmo come non mai, rimasi dentro di lei col mio cazzo ancora duro e l’abbracciai da dietro, gli sfiorai il seno da sotto il top e gli diedi un bacio dietro il collo, mentre col bacino facevo dei piccoli movimenti per gustarmi fino a fondo gli ultimi spasmi di piacere. Uscii da lei la feci girare e la baciai, la voglia era ancora tanta, ci ricomponemmo e salimmo le scale fino al suo portone, entrammo e chiusa la porta””la notte era ancora lunga!

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