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Racconti Erotici Etero

La piscina del albergo

By 5 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Sdraiata sul lettino, al bordo della piscina dell’albergo, mi sto impegnando in una delle mie attività estive preferite, l’ozio totale mentre mi crogiolo sotto ai raggi del sole. Ho gli occhi chiusi, completamente distesa e rilassata, talmente rilassata che immagino non mi rimanga molto tempo di veglia, sicuramente il mio corpo fra poco andrà in stand-by. I raggi caldi mi baciano la pelle e mi fanno sentire l’amorevole tepore addosso, sono una mammifera, ma a sangue freddo come i rettili. C’&egrave un caldo pazzesco ed io sono stesa al sole, oggi che anche le lucertole cercano refrigerio all’ombra. La spiacevole sensazione d’ombra che comincio a provare parte dai piedi, risale lentamente il mio corpo e, quando arriva alla faccia, mi costringo ad uscire dallo stato di stand-by in cui verso, possibile che sia una nuvola? Il cielo era completamente terso quando mi sono stesa, lo sforzo per aprire le palpebre &egrave immane, ma a fatica ci riesco, le socchiudo aspettando che le pupille si restringano per sopportare il nuovo stato di intensa luce. La nuvola che mi ha rubato le coccole del sole, non &egrave un evento meteorologico imprevisto, &egrave un magnifico esemplare di mammifero, genere umano, sesso maschile, in cerca, a quanto pare, di una compagna per accoppiarsi. Sorrido fra me, mentre penso che nell’ultimo periodo sto seguendo troppo Quark ed il mio modo di pensare ne risente tremendamente.
‘Scusa?’, gli chiedo, visto che continua a fissarmi ed a farmi ombra.
‘Volevo accertarmi che sia tutto a posto”, mi risponde preoccupato.
‘Ho dato l’impressione di stare male?’, lo incalzo un po’ irritata.
‘No! Effettivamente no’ ma ho pensato che magari ti sei fatta male quando sei caduta”, ribatte.
‘Ma io non sono caduta!’, la mia voce &egrave ancora molto paziente, ma dentro sto cominciando ad alterarmi.
‘Ma come? Non sei un angelo caduto dal paradiso?’, si affretta a domandare, scatenandomi un accesso di ilarità che mi porta a ridere di gusto, mentre mi guarda come se fosse in apprensione per la mia reazione.
‘Se non ti sposti dal sole sono pronta a dimostrare che sono un demone e non un angelo’ ma il tuo &egrave decisamente l’approccio più fantasioso del mese’ e meriti udienza’ ma se non ti sposti divento violenta!’, sorrido.
‘Ma chi ti ha detto che il mio &egrave un approccio? La mia era vera’ viva preoccupazione’ e adesso che so che &egrave tutto a posto’ ti auguro di goderti il sole!’, mi sorride di rimando, mentre gira sui tacchi e si allontana davvero, lasciandomi li come una fessa, ad osservargli il bel culetto tonico e muscoloso, splendidamente incorniciato dal costume da bagno.
‘Ma veramente”, pronuncio ad alta voce, scuotendo la testa verso la signora che occupa il lettino vicino al mio e mi guarda stupita, mentre mi rimetto nella posizione in cui mi trovavo e spero di recuperare velocemente la condizione di stand-by. Aggiusto la mia posizione con piccoli spostamenti e quando finalmente la ritrovo, chiudo gli occhi e ricomincio a lasciarmi andare.
‘Scusa’ ho pensato che magari avessi sete”, la voce mi arriva da un altro mondo. Un mondo che non mi stava appartenendo da un po’, il mondo reale, e mi costringe a tornare da quello in cui mi ero addentrata, il mondo dei sogni. Apro gli occhi a malincuore, mentre penso che stavo dormendo e non ho idea di quanto tempo sia passato da quando mi sono assopita, &egrave sempre una sgradevole sensazione per me, quando mi appisolo di giorno, non sapere subito per quanto sono rimasta addormentata, ma a giudicare dalla posizione del sole, saranno passati si e no dieci minuti.
‘Ma allora sei proprio”, esordisco, con la voce ancora un po’ impastata dal sonno.
‘Ops’ ti ho disturbata? Scusa’ non volevo! Lascio la bottiglietta d’acqua e vado”, lo seguo con le palpebre socchiuse mentre appoggia la bottiglia sul tavolinetto a fianco al mio lettino e di nuovo si allontana. La signora di fianco a me, che adesso si &egrave seduta sul lettino per far spazio al marito, mi guarda di nuovo con aria stupita ed io faccio spallucce, la signora mi sorride, un sorriso di solidarietà femminile.
Guardo la bottiglia di naturale che ha lasciato sul tavolinetto, una normale bottiglietta da mezzo litro, l’esterno tutto imperlato da goccioline di condensa mi conferma che &egrave fresca, la guardo con voglia, effettivamente ho sete e quel acqua mi fa venire l’acquolina, il tappo sembra ancora sigillato. La prendo in mano, cavoli &egrave ghiacciata, me la appoggio un po’ sulla fronte, sto per svitare il tappo quando un pensiero mi fa bloccare di colpo, ‘E se fosse uno scherzo di cattivo gusto?’. Mi sfugge un sorrisino, sono proprio diffidente, che cosa potrebbe averci messo dentro? Qualche sostanza esotica e strana alla CSI? Decisamente guardo troppa televisione. Apro la bottiglia e ne prendo un lungo sorso, ma l’acqua non mi soddisfa, ho voglia di qualcos’altro, una bella coca ghiacciata, rimetto al suo posto la bottiglietta e decido di andare da sola al bar per prendermi da bere. Inforco le mie ciabatte con la zeppa e mi annodo il pareo attorno ai fianchi, quindi mi incammino verso il chiosco in legno, con tanto di tetto in rami di palma, che costituisce il bar a bordo piscina. Mi siedo ad un tavolo sotto al gazebo, anch’esso in legno e tetto di palma ed ordino una coca ghiacciata. Quando il barista me la porta, nel tavolo vicino a me siede la coppia che occupava il lettino di fianco al mio.
‘Se avessi saputo che preferivi la coca te la avrei portata subito’ non si fanno camminare gli angeli’ &egrave peccato!’, la voce, mi distoglie dalla lettura del listino prezzi che ho trovato sul tavolo, non che sia un disturbo così grande, visto che leggevo per passare il tempo mentre sorseggiavo la bibita.
‘Ma tu chi sei?’, chiedo un po’ preoccupata, più all’indirizzo dei due curiosoni che stanno di nuovo con le orecchie tese ad ascoltare.
‘Mi chiamo Gabriele’ piacere!’, mentre allunga la mano verso di me e mi fa ridere.
‘Allora anche tu sei un angelo’ anzi meglio’ un Arcangelo! Mica sei qua per fare un annuncio, vero?’, scherzo mentre gli stringo la mano.
‘In effetti si’ devo farti un annuncio’ ma non sono un Arcangelo e non devo comunicare gravidanze impreviste e miracolose!’, scherza anche lui.
‘Fiuuu’ meno male’ cominciavo già a sentire le nausee”, ribatto mentre fingo di detergermi con il polso il sudore dalla fronte, ”ma quale annuncio devi fare, allora?’, chiedo sorridente.
‘Mi piaci da morire’ e la mia intenzione &egrave quella di giacere con te!’, esclama andando dritto al punto, ‘Spero di non vederti fuggire’ anche perché il termine biblico, che ho appositamente usato, dovrebbe dare un tocco di finezza alla frase!’, ride alla fine del discorso, osservando la mia faccia basita, mentre di sottecchi osservo i vicini di tavolo, lei ha gli occhi sgranati, lui sorride malizioso.
‘Niente da dire’ sei uno che non ha mezze parole! Ma cosa ti fa credere che io sia così facile?’, ribatto con calma.
‘Nulla in te mi fa pensare che tu sia una ragazza facile’ anzi tutt’altro! Fin da quando ti ho messo gli occhi addosso, ho pensato che non sarebbe stato affatto facile, probabilmente le possibilità di successo sono ridotte al lumicino’ ma io sono fatto così, sono franco fin da subito, sempre! La mia intenzione &egrave quella di provare in tutti i modi a portarti a letto’ non ti ho abbordata per nessun altro scopo’ non cerco una moglie e non cerco un’amica’ adesso lo sai’ puoi alzarti ed andartene incazzata, ma non cambierà nulla! Cercherò di non infastidirti restandoti intorno’ ma non rinuncerò’ neanche se tu, adesso, mi dirai che non farai sesso con me nemmeno fra mille anni’ anche perché il mio soggiorno finisce fra due giorni e quando partirò mi dimenticherò di te’ e spero di non farlo con il rammarico di non essere riuscito nella mia impresa!’, pronuncia tutto il discorso in maniera molto melodrammatica, come se stesse recitando davanti ad una telecamera, &egrave divertente guardare il suo bel viso così serio, che muta continuamente espressione, fino a sorridere alla fine del discorso. Lo guardo con gli occhi sbarrati e la signora al nostro fianco fa altrettanto, la sua faccia sembra dire, ‘ma chi &egrave questo?’. Leggo nella sua espressione che lo ritiene sfrontato e forse anche maleducato, il marito invece sembra divertito, completamente solidale con lui, nella sua espressione c’&egrave una punta di invidia, chissà quante volte ha sognato di parlare ad una donna, diversa dalla moglie, con la stessa franchezza, dal sorrisetto che rivolge alla moglie basita, si vede che fa il tifo per lui. Sono convinta che sia pazzo, ma che gli frulla in testa? Che gli dice il cervello? Apro la bocca per ribattere, ma la richiudo subito, sulle prime non mi viene in mente nulla di intelligente da dire, ci vorrebbe una frase ad effetto per ribattere e sconvolgere il nostro piccolo pubblico, mi viene in mente di dire ‘Camera mia o camera tua?’, ma il pensiero lo tengo per me e preferisco prendere un altro sorso di coca, assieme ad un altro po’ di tempo. Stranamente non so cosa fare, me ne vado davvero incazzata? Non sarebbe un atteggiamento interessante, la situazione non lo richiede, la faccia della signora curiosa poi &egrave tutta un programma, sembra che stia seguendo la propria telenovela preferita in tv.
Preferisco continuare a rimanere in silenzio a sorseggiare la coca, mi dipingo un espressione imbarazzata ed abbasso lo sguardo, mi sforzo di arrossire, ma non ci riesco a comando. Usa un po’ di fantasia Ilaria, cavoli, ma perché la sola cosa che mi viene in mente &egrave sempre la stessa, ‘Camera mia o camera tua?’.
‘Cosa?’, mi chiede con estrema calma, mentre la sua voce adesso mi sembra anche più calda.
‘Cosa? Cosa?’, rispondo.
‘Stavi per dire qualcosa e ti sei fermata’ ti ho lasciata senza parole?’, aggiunge sorridente, con in faccia l’espressione di chi si &egrave avvicinato alla meta più di quanto aveva previsto.
La signora ed il marito seguono trattenendo il fiato, lui sempre più schierato, lei sempre più sconvolta, adesso lo &egrave anche per la mia reazione imbarazzata, glielo leggo in faccia lo stupore, secondo me non comprende come mai non l’abbia ancora rimesso a posto. Ma in fondo, una punta di solidarietà femminile c’&egrave e me ne accorgo da come lo guarda. Probabilmente lo ritiene spudorato ed impertinente, ma se lo sta mangiando con gli occhi ed ogni volta che lui la guarda, si affretta a distogliere lo sguardo imbarazzata. Del resto &egrave nel Dna femminile notare uno come lui, bello, alto, moro, fisico tonico, abbronzatura dorata, addominali scolpiti, pettorali pronunciati, braccia forti dai grossi bicipiti, molto intelligente nel modo di proporsi. Roba da cadere ai suoi piedi come una pera cotta.
Mi avvicino di nuovo il bicchiere alla bocca, tengo gli occhi puntati sui cubetti di ghiaccio nel bicchiere, ogni tanto li alzo per guardarlo, mi sta fissando ed ogni volta li riabbasso subito, sembro una bambina imbarazzata che &egrave appena stata sgridata dal padre in pubblico. Santa o maiala? Ma io non sono mai stata Santa lontano da casa, quindi la conclusione &egrave scontata, ma devo inventare qualcosa. E poi adesso mi sono eccitata, le mie cosce si stanno già serrando involontariamente, per cercare il piacere che ne deriva dallo stringere il clitoride gonfio. Finalmente riesco ad arrossire lievemente, anche se immagino che sia più per il caldo torrido che per l’imbarazzo che sto fingendo. Prendo ancora un sorso dal bicchiere, senza accorgermi che ormai &egrave vuoto e sto bevendo il ghiaccio sciolto, un brivido mi fa rizzare i capelli sulla nuca e sporgere i capezzoli, a tendere il sottile tessuto del costume. La reazione del mio corpo non passa inosservata ai curiosoni, adesso anche l’uomo &egrave stupito quanto la moglie, sembrano due spettatori di una partita di tennis, si voltano e guardano prima me e poi lui, come se ci stessimo tirando una pallina.
Sto protraendo il silenzio oltre misura, devo dare una svolta, o si rischia una caduta di interesse. Inarco la schiena e sporgo il seno, metto in risalto i capezzoli induriti, continuo a tenere gli occhi fissi sul bicchiere vuoto, ma quando mi decido a rialzarli, gli rivolgo uno sguardo languido e lascivo. I due curiosoni sussultano come se gli avessero elettrificato la sedia, se mi fossi tolta le mutande e fatta sbattere sul tavolo, non avrebbero avuto una reazione altrettanto sconvolgente, mi viene da ridere, ma mi trattengo. Adesso leggo negli occhi del marito invidia vera, mentre osserva l’espressione arrogante stampata in faccia al mio interlocutore, lei invece ha gli occhi sgranati, come se gli fosse appena crollato il mito della propria eroina di telenovele.
Appoggio il bicchiere ormai completamente vuoto sul tavolo e mi alzo in piedi, adesso i due uomini mi fissano entrambi con desiderio, sposto la sedia e mi allontano dal tavolo, gli rivolgo un ultimo sguardo languido che dura un secondo, mi giro di spalle e mi incammino ancheggiando verso la piscina. Mi sento addosso lo sguardo della coppia di curiosoni, mentre il rumore di una sedia che si sposta, accompagna la mia uscita dal gazebo del bar. Percepisco la sua presenza alle spalle, mi sta seguendo, raggiungo il lettino dove ero sdraiata e raccolgo il mio telo da mare, poi punto decisa verso la porta della camera, che pur non affacciandosi direttamente sulla piscina, &egrave visibile dal gazebo. Devo percorrere soltanto pochi metri del vialetto delimitato dalle aiuole. Lontana dal chiasso della gente che sguazzava in piscina, sul camminamento in lastre di cemento che arriva alla porta del bungalow, dove si trova la stanza, sento i suoi passi dietro di me, tolgo la chiave dalla borsa e quando sono davanti alla porta la infilo nella toppa, spalanco la porta ed entro senza richiuderla, lui mi segue e la chiude dietro di se.
Appoggio la borsa ed il pareo sul divanetto dirimpetto al letto, slaccio il reggiseno del bikini e mi abbasso le mutandine,sono veramente eccitata ed immagino che anche lui lo sia, appoggio il costume sul bordo del letto, completamente nuda mi giro e lo guardo, anche lui si &egrave già denudato. Il grosso pene eretto mi punta a glande già scoperto, erigendosi al di sopra di un folto ciuffo di peli neri come la pece, in netto contrasto con il corpo glabro. Fa ridere vedere il candore della stampa del costume sulla pelle molto abbronzata, fisso il suo pene mentre si avvicina con lo sguardo carico di desiderio, eccitato come uno stallone che annusa la giumenta in calore. Mi cinge i fianchi e le mani scendono subito a palparmi le natiche con forza, il pene duro come il marmo preme sul mio ventre, &egrave bollente, proprio come immagino sia la mia topina fradicia. Stringe le mani attorno alle natiche e mi solleva da terra, mi prende in braccio ed io lo cingo con le gambe, ci scambiamo un lungo bacio appassionato, mentre mi porta verso il bordo del letto e mi ci appoggia sopra. Muove il pene lungo la mia fessura, fin quando riesce a trovare l’ingresso della vagina e mi penetra a fondo, con una sola spinta decisa, mi riempie completamente facendomi sospirare di piacere.
Godo e gemo ad ogni affondo, sto impazzendo di piacere, lui aumenta il ritmo, la sua &egrave una progressione costante, fino ad arrivare a squassarmi il ventre in profondità, con veloci colpi di reni, mi sbatte con foga, sembra un forsennato che non la vede da tempo, faccio appena in tempo a mordermi il labbro per non gridare a squarciagola, mentre l’intenso orgasmo mi scuote il corpo. Mi morde un capezzolo e non accenna a diminuire l’impeto, respira forte e comincia a gemere mentre mi riempie il grembo di sperma caldo. Resta qualche secondo a riprendere fiato, completamente abbandonato su di me, le gambe ancora appoggiate sul pavimento, mentre io gli sono avvinghiata con le gambe e con le braccia, abbiamo il fiatone entrambi, &egrave stato un amplesso breve ma molto intenso. Finalmente si decide e mi bacia ancora con passione, bacio che ricambio più che volentieri. Si rimette eretto ed esce dal mio corpo, le nostre pelli faticano a separarsi, appiccicate come sono dal sudore, mi tira per una mano in piedi fuori dal letto e lo fa un istante prima che il suo sperma coli dalla vagina ad imbrattare il copriletto. Mi spinge in ginocchio e mi infila il pene semi moscio in bocca, lo ripulisco diligentemente ed alla fine, mi segue quando vado in bagno a farmi un bidet rinfrescante.
‘Gabriele???’, rido divertita, mentre lui di fianco a me urina nel water.
‘Non ti &egrave piaciuto? Solo un Arcangelo può aspirare a farlo con un angelo”, mi risponde ridendo.
‘Non bestemmiare! Sai che lo odio! Hai visto la faccia che hanno fatto quei due, mentre ci ascoltavano? Non so come ho fatto a non sganasciarmi dalle risate!’.
‘Pensa che quando ti sei alzata e ti ho seguita, mi sono anche girato a strizzargli l’occhio’ dovevi vedere la faccia della moglie, &egrave quasi impallidita! Il marito invece mi sorrideva, se mi fossi fermato un secondo di più, si sarebbe alzato a stringermi la mano ed a chiedermi un autografo!’, giù altre risate, mentre io fatico a far uscire tutto lo sperma che mi ha eiaculato dentro.
‘Già’ tu ridi’ ma adesso i nostri vicini di ombrellone mi considerano una troia!’, esclamo fingendo di essere arrabbiata.
‘Amore’ ma tu troia ci sei eccome, quindi che ti frega?’, aggiunge.
‘Si ma se il marito si sentisse invogliato a provarci?’, gli chiedo un po’ preoccupata, visto che lui non &egrave proprio un adone, con il suo fisico minuto ed il ventre pronunciato.
‘E tu fallo contento’ cazzo fagli assaporare un momento di gloria’ sarebbe un opera di bene, gli angeli lo fanno!’, ride.
‘Intanto mi hai riempita ed io ho smesso la pillola. Te ne sei dimenticato?’.
‘Non che non l’ho dimenticato’ ma non saresti una mogliettina contenta se rimanessi in cinta? L’importante &egrave che stai attenta’ non vorrei che nascesse e somigliasse al nostro vicino di ombrellone, il ragionier P.!’, mi prende in giro ridendo.
‘Ma che cavolo’ come fai già a conoscerlo?’, chiedo, ogni volta rimango stupita, quando andiamo da qualche parte, nel giro di venti minuti conosce già tutti.
‘Eravamo al bar, a bere un caff&egrave e ci siamo messi a chiacchierare, qualche discorso sul tempo, poi abbiamo cominciato a parlare del albergo, mi ha detto che la moglie era sdraiata a bordo piscina, me l’ha indicata, proprio al tuo fianco’ sai cosa mi ha detto?’.
‘Cosa ti ha detto?’.
‘Ha detto che la moglie era la signora vicino alla bella biondina che prende il sole’ inutile dire che ho subito inventato la scenetta su due piedi’ abbiamo cominciato a parlare di te’ ho detto che eri davvero bona e che avrei provato ad abbordarti’ lui mi ha detto che eri di un altro pianeta ed io ho scommesso un caff&egrave che ti avrei scopata prima del tramonto’ naturalmente ha accettato e meno male che sei stata al gioco, ti immagini se arrivavo li e mi dicevi qualcosa di compromettente? Sarebbe sprofondato poverino’ visti i commenti che ha fatto su di te’ e direttamente al marito!’, ride sonoramente mentre mi spiega l’accaduto.
‘Che stronzo sei’ qualche giorno chiederò il divorzio!’, ridiamo insieme mentre usciamo dal bagno, pronti ad indossare ancora i costumi e tornare al sole, mi va un bel bagno e non vedo l’ora di vedere la faccia dei nostri vicini, quando arriverò con un espressione sognante di appagamento totale, dipinta in faccia.

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