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Racconti Erotici Etero

La porta

By 26 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Non dovevo aprire quella porta socchiusa, ma &egrave stato più forte di me.

La luce dentro era fioca, una sola lampada, quella sul comodino di lei, accesa a rischiarare una casa che dorme. E la sentii, sentii il suo gemito, il suo ansimare forte, mentre lui la esplorava prima con un dito, poi con due. Mentre le loro lingue si intrecciavano. Come potevo non aprirla quella maledetta porta?

Lei era bellissima, gli occhi socchiusi, abbandonata nel piacere. Lui ora si muoveva su di lei con un ritmo forte, lento ma profondo, molto profondo. E lei lo aiutava! Mai l’avevo vista così porca, così puttana. Gli aveva affondato le mani nei glutei e lo spingeva a se durante gli affondi, sempre più forti, sempre più profondi.
Ad un certo punto l’udii:
‘Giochiamo?’
E la T-shirt che era volata via nella fretta dettata dalla passione si trasformò in una benda da calare sugli occhi. E lui la trattava davvero come una puttana ora.
‘Chi vuoi che ti scopi, un nero?’
E lei, troia fino in fondo:
‘No, un asiatico, un asiatico con la pelle olivastra e col cazzo durissimo. Me lo prenderei tutto dentro così!’
E lo spinse dentro di sé piantandogli le unghie nelle natiche. Lui iniziò ad essere quasi preoccupato che la situazione potesse sfuggirgli di mano sul serio, che la sua amante non fosse più la sua soltanto.
‘Ma dici sul serio?’
E tentò di toglierle la benda.
‘Certo che dico sul serio!’
E la danza cambiò. Ora lei si muoveva sinuosa sotto il corpo dell’uomo, quasi a scivolargli via da sotto, per poi andare a ri-impalarsi premendo il bacino verso l’alto.
‘Così gli farei, se lo vuoi sapere’
Disse mentre danzava con la sua fica ad avvolgere il cazzo durissimo, eppure impotente di fronte a tanta maestria nell’arte del sesso. E rise, una risata forte e cristallina, poi gli ficcò la lingua in bocca e lo baciò coma mai nessuna donna aveva baciato un uomo.
‘Lo farò impazzire, come sto facendo impazzire te, lo farò godere e mi godrò il suo cazzo durissimo’
Lei non aveva mai parlato così, non aveva mai raccontato dei suoi desideri nascosti. Allora ne aveva anche lei! E sgusciò sotto di lui, si sfilò dal cazzo e si voltò, immergendo la testa nel cuscino.
‘Anche questo mi farò fare, mi piace pensare che sia lui, forte, che mi scopa’
Mentre lui da dietro la prendeva senza posa i condizionali, i ‘farei’, erano ormai sostituiti da ben più realistici futuri, da tanti ‘farò’.
E lui impazziva di gelosia e, allo stesso tempo, di eccitazione, sapeva che sarebbe successo, che forse era anche già successo, magari non con un asiatico, ma con un uomo diverso sì. Sapeva che lui non era il suo unico amante, ma sapeva anche che quella donna gli aveva rubato l’anima, aveva saputo soggiogarlo e prendergli tutto il suo pur grande sé!
E dire che lo consideravano un egocentrico, avrebbero dovuto vederlo ora gli amici di un tempo, mentre ritornava alla posizione più tradizionale, su di lei, che però ormai lo sovrastava.
‘Lo farò muovere dentro di me, lo sentirò tutto il suo cazzo, finch&egrave non mi farò riempire!’
E lui, quasi inebetito:
‘Maddai, dimmi se lo faresti sul serio!’
E lei:
‘Certo, hai dei dubbi? Poi lo farò venire facendogli male, come faccio ora con te’
Gli afferrò i capezzoli e li tirò forte verso di se, non per dare piacere, ma per provocare dolore. Ma il dolore &egrave anche piacere e lui riversò dentro di lei un mare di sperma. Il suo cazzo non smetteva più di pulsare, non voleva smettere di provare piacere.

B&egrave, lo so che non si fa, ma glielo chiesi:
‘Dicevi sul serio?’
E lei, civetta:
‘Quando?’
‘Dai, lo sai quando ‘ quando parlavi di un altro che ‘.’
‘Ma no, sciocchino, lo sai che scherzavo’
E sorrise birichina. Non dovevo aprire quella porta sul desiderio di una donna.

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