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Racconti Erotici Etero

La Pratica

By 15 Novembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La mano di lui è sul collo di lei, coperta dai capelli neri che scendono lisci e disordinati.

E’ appoggiata, non spinge, ma si fa cullare dal ritmo dei movimenti della testa.

E’ seduto sulla sua poltrona, con la schiena dritta e una posizione composta, quasi scomoda.

Guarda nello specchio sul lato della parete.

Riesce a vedere il suo viso.

Lei ha gli occhi chiusi, un’espressione di piacere. Una mano appoggiata alla sua gamba e l’altra che usa sapientemente.

Il suo rossetto è leggermente sbavato. La camicetta piegata con cura sulla sedia crea un contrasto netto con il reggiseno buttato sul bracciolo della poltrona.

Ha un buon profumo e una pelle calda.

Il peso del suo seno sulla gamba di lui lo eccita, ma fa lo sforzo di toccarlo.

Lei sa cosa deve fare.

La cintura aperta dei suoi pantaloni, la cerniera calata con delicatezza, il bottone aperto con decisione, il suo cazzo non ancora del tutto duro che reclama attenzione.

Lei si mette un cuscino sotto le ginocchia sorridendo un po’ imbarazzata. Senza calze il tappeto le da fastidio e inginocchiandosi la gonna già corta è salita a scoprire le cosce bianche.

Prende il cazzo con la mano piena e inizia a segarlo molto lentamente, sa che non deve avere fretta.

Bacia la punta con dolcezza, lambendola con la punta della lingua, e contemporaneamente scoprendo la rosea cappella.

Facendo scivolare la mano sui testicoli di lui, pelosi ma decisamente vigorosi, accoglie in bocca l’intera cappella, soppesandola sulla lingua.

Sa di pulito con un vago sentore di urina sulla punta più estrema. E’ incredibilmente calda.

Anche tra le sue gambe inizia a sentire decisamente caldo.

Massaggia i testicoli con mano ferma, quasi con irruenza. Ha la sensazione che si stiano riempiendo, e sa già come finirà.

Libera la cappella dalla sua morsa lasciando la lingua a lambirla. Cerca la saliva nella sua bocca e la usa per bagnarlo completamente con lunghe e profonde leccate.

Lo lecca per tutta la lunghezza, dalla radice fino alla punta, sente scorrere il sangue a irrigidirlo ancora di più. Come se fosse necessario.

Lo sente duro, forte, vibrante e caldo. E’ ora di fare il proprio dovere.

Lo imbocca, lo fa scorrere tra le guance, aspirando dolcemente, la lingua massaggia con cura il cilindro che occupa interamente la sua bocca, fino in gola.

Sa che per farlo entrare tutto dovrà sforzare la gola fino a rischiare i conati, ma sa anche che se non lo facesse la mano dietro alla sua nuca la spingerebbe a farlo.

Lo fa arrivare in fondo, lo sente spingere. Serra le labbra.

Inizia a succhiare con determinazione, muovendo la testa lentamente su e giu.

Deve trovare il ritmo. Con la mano sostiene lo scroto, che sembra irrigidirsi per le sue succhiate.

Sente i muscoli delle gambe di lui irrigidirsi. E’ ora di accelerare.

Succhia forte e fa scorrere in bocca quel gran cazzo perfettamente dritto. Aumenta sempre più il ritmo e la pressione. Con affondi precisi lo fa arrivare fino in fondo.

La mano sulla sua nuca stringe dolcemente. Lei apre di scatto la bocca, un filo di saliva la unisce a quel cazzo caldissimo. Tira fuori la lingua e lecca. Lo bagna, lo allaga, lo spinge con la lingua.

Lo sente fremere. Lo imbocca di nuovo, con decisione e molta delicatezza. Senza muovere la testa inizia a succhiare e a torturare la punta con la lingua.

Con la mano si sposto sotto lo scroto, andando a spingere in su l’intero organo.

Ricomincia a muovere la testa, tenendolo prigioniero nella sua bocca, che sente calda e assolutamente allagata di saliva. allagata come tra le sue gambe.

Varia il ritmo senza un ordine preciso, ma solo in base ai movimenti della mano sulla nuca e al muoversi del bastone di carne che freme sempre di più.

Accelera la velocità, facendolo uscire quasi tutto dalla bocca mentre si alza. Si accompagna nei movimento con la mano. Lo sega con lo stesso ritmo con cui pompa con la bocca, nella stessa direzione, ma senza stringere, accompagnando il movimento.

Lei per la prima volta apre gli occhi, quasi di scatto. Si fissano attraverso lo specchio. Lui ha lo sguardo perso.

La mano sulla nuca va via. Lei capisce.

Si alza un po’ più in su, adesso con entrambe le mani lo afferra per i fianchi.

Lui trema leggermente, mugola e respira affannosamente.

Uno .. due … tre densi, bollenti, agrodolci, vischiosi, eccitanti getti di sperma arrivano nella sua bocca. Non riesce a ingoiarli tutti subito. Le riempiono la bocca.

Li ingoia lentamente, senza mai liberare il cazzo dalla stretta. Sta iniziando a perdere leggermente di vigore, ma rimane duro e fremente, come se aspettasse altro piacere.

Apre la bocca, lo libera, lo guarda … guarda di nuovo nello specchio, lui la fissa.

Tira fuori la lingua e lo lecca, lo pulisce, lo coccola. Ogni traccia di sperma è sparita.

Prende un piccolo asciugamano morbido che era nascosto vicino al bracciolo della poltrona. Lo asciuga con cura. Lo piega verso la sua destra e lo infila nel boxer blu scuro.

Si alza, adesso si sente nuda. Prende il reggiseno e si gira dando la schiena a lui.
Lo indossa velocemente, si sposta di fronte allo specchi prendendo al camicetta piegata sulla sedia. Mentre si guarda con cura il trucco, la indossa e la chiude dopo aver sistemato le coppe del reggiseno.

Si gira, lui è ancora seduto sulla poltrona con i pantaloni aperti. Lei aspetta.

Lui si alza, prende dal tavolino un tubetto dorato. e glielo porge. Lei china leggermente il capo e si gira di nuovo verso lo specchio.

Mentre lei si rimette il rossetto scarlatto sente il rumore della cerniera dei suoi pantaloni che sale.

Lo vede nello specchio venire verso di lei. Le passa dietro per dirigersi verso la scrivania. Le appoggia una mano sul sedere, piena e forte. Lei sussulta.

Passando le dietro le bisbiglia piano ma chiaro ” Grazie mille.”

Lei diventa rossa, imbarazzatissima balbetta qualcosa a mezza voce. Mentre lui si siede lei si gira e si mette davanti alla scrivania, recuperando una cartellina rossa, stringendola al petto per nascondere i capezzoli dolorosamente eretti dopo quel contatto.

Lui non la guarda. Mentre scorre la rubrica del cellulare, le dice con voce alta e impersonale “Può andare”

“Certo, dottore. A disposizione. ”

Attraversa l’ufficio facendo risuonare i tacchi con decisione e ancheggiando con grazie. Lui le guarda il culo, lei lo sa.

Si chiude la porta dietro le spalle, sospira e si avvia alla sua scrivania.

“Margherita …. hai chiuso la pratica Bocca?”

Si gira verso la voce … “Manu, non immagini …. mi ha ringraziato!”

“eh?”

“Giuro!”

“Mi sa che da adesso in poi le chiuderai tu le pratiche Bocca il venerdì pomeriggio .. … Grazie tesoro, così posso andare a casa mezz’ora prima, senza dover aspettare la chiamata. Ahahaha”

“Cretina !!!”

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