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Racconti Erotici Etero

la prima volta con una nuova amante

By 20 Marzo 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Lei entrò poco dopo il segnale convenuto, quello che avevo ormai consolidato dopo anni di relazioni consumate durante viaggi di lavoro: un leggero bussare sul muro delle nostre camere comunicanti. Metodo semplice ma affidabile: nessuno squillo rivelatore, nessuna traccia nel telefono.
La stavo aspettando sul letto, nella posa di chi sa cosa vuole e sa che sta per ottenerlo.
I primi minuti sono tutti d’un fiato per non soffermarsi a pensare, le vado incontro dicendo qualche parola a caso, ma l’intenzione di entrambi è chiara e ci abbracciamo per un bacio che finalmente non ha bisogno di essere furtivo.
E’ un bacio caldo, mi piace quando ci baciamo, le sue labbra morbide e ben disegnate sono state una delle prime cose che ho desiderato di lei.
Le nostre lingue si cercano frettolose, le mie mani vanno ad appoggiarsi su di lei nei posti ormai soliti ed istintivi: sul sedere e sui suoi fianchi, cercando il contatto con le sue costole che ormai sono un punto di riferimento per le mie dita e solo in questo momento sento un fastidio nel contatto con il cotone spesso della sua maglietta che diventa un ostacolo inutile, un qualcosa da rimuovere. Con gesti poco ortodossi e dettati dalla concitazione le sfilo la maglietta e lei fa lo stesso, le braccia si incrociano, si ostacolano, un breve sorriso è l’unico momento in cui le labbra si staccano prima di ricongiungersi, ma adesso il bacio diventa più frenetico ed i nostri corpi entrano in un contatto mai conosciuto fino a questo momento; sento sulla mia pelle quella vellutata dei suoi seni ed il suo calore su di me.
E’ una sensazione bellissima, sospirata da tempo e finalmente arrivata.
In un susseguirsi di piccoli movimenti ci accasciamo sul letto ed allora diventa l’occasione per continuare la svestizione partendo dai pantaloni che cerco di far scivolare fino alle caviglie per poi passare alle mutandine, ma qui le mani non sono più sufficienti: faccio seguire il percorso del tessuto sulle sue gambe dalla mia bocca che arriva fino alle ginocchia per poi risalire fino al suo viso e ricominciare una lenta discesa.
Voglio scoprire la sua pelle passo passo.
Non conosco la realtà delle sue forme senza i vestiti, ed ora che è nuda siamo troppo vicini per poterla vedere nella sua totalità.
Non riesco a staccare la bocca dalla sua pelle e vorrei avere il tempo, la lucidità e la calma di provarne ogni singolo centimetro ma poi non posso fare a meno di soffermarmi sui suoi seni dove la pelle è morbidissima, vellutata; i capezzoli grossi e belli mi invitano a restare ma non capisco dai suoi movimenti se le piace, anche se la faccia ora sembra più rilassata di qualche istante fa.
Riprendo allora la discesa accompagnando la bocca con le mani che seguono la scia appena lasciata dalle labbra.
Finalmente la pancia. La sua pancia ed il suo ombelico mi fanno impazzire ed ora sono qui davanti a me; sono a mia disposizione. Li bacio a lungo, gioco con la lingua intorno all’ombelico; mi appoggerei qui e ci rimarrei a lungo, ed un giorno lo farò.
Adesso però non posso fermarmi: sono curioso, curioso di lei, delle sue reazioni e del suo corpo.
Con le mani torno a cercare le sue e le dita si incrociano, ma la voglia di scendere ancora di più con la bocca diventa troppo forte ed allora le mani mi servono per farmi spazio fra le sue gambe.
Il suo calore qui è molto più forte, e mentre con una mano tengo un contatto con la sua pancia, con la lingua seguo la linea di ogni gamba all’attaccatura del ginocchio per poi risalire indugiando sempre più a lungo, ad ogni passaggio, fra le sue gambe.
Ad ogni passaggio le sue gambe si aprono leggermente di più passando da un principio di tensione ad una situazione di rilassamento, ma la prima ha il sopravvento man mano che la lingua si muove a cerchi concentrici su di lei e le dita mi aiutano ad accedere al punto più sensibile che la fa sussultare con il semplice sfioramento delle dita e ad ogni colpo di lingua.
Ho paura di superare la barriera del fastidio e quindi cerco di non insistere sullo stesso punto ma quanto è difficile ogni volta staccarmi da quello che so essere il suo ‘punto nevralgico’.
Cerco di capire quale sia ora la sua situazione e riesco a vedere solo la sua mano destra che prima afferra e stringe il lenzuolo e poi si sposta davanti alla bocca .
Insisto cercando di aumentare il ritmo, bacio, lecco, succhio, affondo, e le sue gambe faticano a stare ferme, la pancia si contrae ed i seni si irrigidiscono.
Ho un nuovo punto di vista, da questo, dal mezzo delle sue gambe ora la mia visione di lei è spettacolare, è quella visione che lei non potrà mai avere di se stessa e non può capire lo spettacolo che si perde. Scopro di adorare il suo sapore che si mischia all’odore della sua pelle in una miscela che mi fa avere ancora più voglia di lei.
La pancia tesa, i seni ormai gonfi, la faccia di lato e la mano e chiudere la bocca ed a trattenere per pudore ogni gemito esclamazione o imprecazione; il ritmo aumenta fino a quando con scatti repentini e violenti inarca la schiena, chiude le gambe e si gira sul lato; vorrei continuare a darle piacere ma ogni tentativo viene rifiutato ed allora significa che la soglia limite del piacere sostenibile/fastidio insostenibile è raggiunta.
Ancora una volta ho fatto centro, ma ormai non mi stupisco più della facilità con cui riesco ad ottenere i miei risultati sicuramente da 10 e lode.
E’ quasi un metodo scientifico per me: una vasta raccolta di dati sperimentali mi consentono di conoscere alla perfezione il corpo delle donne e le reazioni che posso provocare. Si tratta solo di tanto piacevole esercizio.
Dopo qualche secondo per riprendere fiato, risalgo su di lei e mi tolgo i boxer; le sue mani mi cingono la vita e mi guidano su di lei mentre le bocche si cercano; con una mano cerco di creare la via per entrare in lei ma ad un tratto si ferma e percepisco un ‘ così no’. Quindi mi fermo spiazzato dalla sua evidente volontà di non continuare con un rapporto completo.
Continuiamo a baciarci e le mie mani si muovono sulla sua schiena e sulle sue natiche, ma nella mia testa i pensieri si rincorrono confusi.
Ma cosa vuole questa qui, ma cosa pensa di fare con me, ma vuole davvero porre dei limiti al nostro rapporto? Stiamo iniziando una relazione clandestina, come è possibile farlo senza gioco, fantasia e spensieratezza? Che delusione! E che frustrazione! Ormai sono eccitato e ho bisogno di dare sfogo al mio piacere, ma cosa me ne faccio di lei se non è capace di darmi soddisfazione?
Ma ecco che mi sorprende.
Tutto d’un tratto prende l’iniziativa facendomi sdraiare sul letto ed inizia a baciarmi, il petto, le braccia, la pancia, le gambe fin sopra le ginocchia per poi risalire fra le mie gambe e fermarsi baciandomi per poi ripartire per un nuovo assaggio della mia pelle.
E’ fra le mie gambe che torna. e lì si ferma iniziando a ‘giocare’ con la lingua e le morbide labbra (ah sì, ecco perché inconsciamente desideravo così tanto le sue morbide labbra).
Si muove con sicurezza e capacità, il calore della sua bocca ed il guizzare della lingua si alternano in un misto di piacere troppo intenso ad uno più rilassante e rassicurante.
Fatico a tenere il controllo, vorrei rilassarmi e godermi a pieno il momento ma i suoi tocchi sulle parti ormai rese sensibili dai passaggi della sua lingua mi fanno sobbalzare e sperare in un abbraccio caldo ed avvolgente delle sue labbra; Vorrei gridarle ‘basta è troppo’ ma sembra che le piaccia giocare con me e questo mi fa piacere.
La guardo mentre cerco di raggiungerla con una mano, è concentrata nel donarmi questo misto di piacere e tortura, ed un dubbio mi prende: gioca con me con una sicurezza invidiabile che non combacia con la sua ritrosia di poco prima.
Forse il suo imbarazzo è stata una recita, forse ho trovato una donna che come me sta mettendo in pratica mille prove e sperimentazioni.
Ma lei è una donna, non l’accetto in lei. A me piacciono quelle ‘pulite’, quelle che ‘cadono’ con me per la prima volta. Io non seguo le mode, io detto le mode ed io voglio essere il primo, quello che avvia le donne sulla strada della trasgressione.
Nessuna mai mi aveva riservato questo trattamento prima. E sicuramente non in modo così spontaneo la prima volta in cui abbiamo fatto sesso.
Ma non c’è più tempo per questi pensieri.
L’alternarsi di piacere e tortura lascia il posto ad un movimento più ‘tradizionale’ ed è in questo momento che sento tutto il piacere che mi possono dare le sue labbra e voglio che sia mio il più a lungo possibile ma sono sicuro che sarà una battaglia persa perché sto per perdere il controllo.
Ed infatti, al prossimo passaggio ben assestato nessuna reazione sarà più controllabile, nemmeno da lei.
I movimenti della sua bocca e delle sue mani hanno ormai raggiunto il loro obiettivo, i muscoli del mio corpo si stanno irrigidendo ed ormai non c’è più nulla che possa fare per controllarli, la avviso e spero mi abbia sentito e capito, ma non accenna a smettere ed io non riesco più a trattenermi.
Mi ha tenuto dentro di sé fino alla fine, ha preso tutto nella sua bocca, ha ingoiato tutto quello che lo ho svuotato dentro. Alla fine ne è valsa la pena.
Mi abbandono sul letto in un attimo senza dimensione temporale o spaziale. Solo ora, ma non so cosa sia successo nel frattempo, riesco con le mie mani ad afferrare la sua testa che ormai ha rallentato la sua azione e con tanta delicatezza si stacca da me e si appoggia alla mia pancia; le accarezzo i capelli e la guardo finchè non alza gli occhi e i nostri sguardi ormai complici si incrociano in un sorriso che in questo momento vale più di tante frasi.
Poi ad un tratto accade quello che sapevo sarebbe successo e per l’ennesima volta questa sera rimango sorpreso dalla sua sicurezza quando decide di rivestirsi e prendendo la chiave della sua camera mi saluta uscendo rapidamente dalla mia con un semplice quanto laconico ‘buona notte’.
Ma ci rivedremo, stai sicura che ci rivedremo, non lascerò andare via così facilmente quelle morbide labbra.

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