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Racconti Erotici Etero

LA PROF TETTONA

By 27 Aprile 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Non mi andava di studiare. Venerdì ero andato alla festa della mia amica Ale e ora ne subivo i postumi della sbornia. Non avevo combinato niente ma ero rimasto col cazzo duro tutto il tempo per via delle fighette in minigonna e top aderenti. Tornato a casa mi ero sparato due o tre seghe di seguito e la cosa era finita lì. Suona il citofono alle nove di mattina, ma chi cavolo è? Risponde la prof Sebastiani! Giusto, m’ero scordato, le ripetizioni di greco per la maturità! Non è possibile, non ho ripassato niente, che casino’ Apro la porta in mutande, dovevo ancora farmi la doccia. La accolgo con un sorriso che più finto non si poteva. ‘Prof che puntualità!’ e lei strizzandomi l’occhiolino ‘Ah bravo Cristiano, fatto le ore piccole vedo’. Nella fretta non mi ero manco messo qualcosa di decente addosso e così la prof poteva ammirarmi le macchie che facevano bella mostra di sé dai miei slip aderenti che la mia ragazza mi faceva mettere ogni volta che uscivamo insieme. La prof mi faceva impazzire, aveva un bel corpo formoso, una trentenne simpatica e alla mano che sapeva come vestirsi per strappare complimenti e fischi in mezzo alla strada. Aveva lo sguardo da troietta che mi arrapava un casino e non faceva nulla per nasconderlo. Si divertiva a mettermi in imbarazzo. ‘Ehm sì mi scusi’ arrossisco di vergogna e corro in bagno a cambiarmi. ‘Fai pure con comodo, Cristiano, intanto ti preparo il caffè sennò che sono venuta a fare alle nove di mattina a casa tua?’.
Quando torno, mi accoglie il profumo di caffè. La prof indossava una camicetta bianca da cui sporgevano le sue belle tette sode, e una gonna aderente che metteva in risalto il suo bel culetto a mandolino da cui spuntavano le gambe ben tornite da gazzella. Sprizzava sesso da tutti i pori e non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Accavallava le gambe continuamente e non ci metto molto a rendermi conto che non portava le mutandine. Chissà se alla vista della mia nerchia si era già bagnata. La situazione mi eccitava e il mio amichetto cominciava a farsi sentire premendo nei pantaloni. ‘Allora Cristiano che hai deciso?’ ‘Sì prof gliel’ho detto, ho avuto un po’ di problemi ma gli esami quest’anno li faccio’. Scoppiò in una risatina civetta che mi faceva impazzire. ‘Ma no, che hai capito? La tua ragazza, la devi accontentare sennò quella viene da me e si dispera che non glielo dai mai’. Trasalii, non avevo mai sentito la prof esprimersi in quel modo così esplicito. Faccio il vago, mi ha colto di sorpresa. ‘Scusi ma a che si riferisce?’ ‘Non fare il santarellino con me, Monica mi dice che non scopate mai, che lei si sente pronta ma che tu ti inventi sempre delle scuse’. Era vero, Monica era la più figa della classe, ma non me lo faceva venire duro. Era molto raffinata ed elegante ma parlava soltanto di shopping e di cellulari. Con lei potevi scambiarci soltanto qualche bacetto al cinema e niente di più. Quando provo ad allungare le mani in mezzo alle gambe mi scansa con decisione, manco fossi l’ultimo degli esseri umani. ‘Prof in verità è che nemmeno io mi sento pronto’. ‘Tutte balle’ mi schernisce umiliandomi ancora di più. Con la Sebastiani non potevi fingere e anche alle interrogazioni non la passavi mai liscia. Le piaceva farsi guardare ma quando si trattava di scuola, era più dura di una SS. Tiro fuori i libri, sperando di cavarmela ma la prof non ha intenzione di mollare l’osso. Era proprio una bomba di sesso e aveva una voglia che se la portava via. Si leva le scarpe con i tacchi e si distende allungando i piedi sulle mie gambe. Con movimenti sempre più confidenziali spinge le piante sulla mia patta che è sul punto di esplodere. Era una tortura, mi sentivo paralizzato dalle sue provocazioni mentre lei con indifferenza mi correggeva gli errori di pronuncia. Mi segava il cazzo e dopo due minuti di questo trattamento meraviglioso ho un orgasmo fantastico. Rimane indispettita dalla fretta. ‘Ma insomma Cristiano possibile che sei già venuto? Vieni qua fammi vedere se è tutto a posto’ E con un gesto da vera esperta lo estrae dai jeans tutto sporco di sborra. ‘Andiamo in bagno, guarda che macello che hai combinato, se viene tua madre poi che figura ci faccio?’ E così afferrandomi per la cappella mi trascina in bagno. Era una situazione surreale, era cento volte meglio di tutte le fantasie che mi sono fatto su di lei. Si sedie sulla tavola del cesso e mentre resto in piedi, prende dei fazzoletti per pulirmelo ‘Sei un vero porco, vorresti che te lo pulisca con la bocca ma se lo vuoi, ti insegnerò come fartelo fare da una donna, hai molto da imparare. Ricordati Cristiano, il sesso è tutto nel controllo’.
Dopo la sborrata il mio arnese era sgonfio e ridotto a un pezzo di carne tutto bagnato. Stimolato dalla situazione e dalle sue mani sapienti che delicatamente lo rimettevano in sesto, ecco che riprendeva la sua forma originale. ‘Wow Cristiano, hai una capacità di recupero che fa impressione, complimenti!’ Lo masturba dolcemente e senza che riesca a fermarla, lo scappella di nuovo. ‘Cristiano con un arnese come il tuo faresti godere qualsiasi donna, che ne dici di farmi divertire pure a me?’ E dicendo questo si sbottona la camicetta mostrandomi le più belle tette che abbia mai visto. A quella visione barcollo, mi gira la testa e sento pulsarmi le vene della fronte’ Avevo voglia di tuffarmici dentro e succhiarmele per ore. Senza farsi pregare lo massaggia con le tette, lo avvolge letteralmente e tutta concentrata mi masturba il cazzo provocandomi un’estasi infinita, finchè non comincia a baciarmi il glande tutto paonazzo, leccandolo e succhiandolo avidamente. Preso dalla foga le stantuffo il cazzo in gola spingendole la testa per provare ancora più piacere. Era un pompino divino, le guance gonfie di cazzo mentre sentivo che con la lingua lo gustava senza sosta. Aveva una bocca meravigliosa e pensai ai miei compagni di classe e a quanto mi avrebbero invidiato se avessero saputo che servizio mi stava facendo la prof più desiderata della scuola. Quando lo tirò fuori dalla bocca si girò di spalle offrendomi la vista del suo culo perfetto. Era venuto il suo turno. Ma volevo farla godere come una porca e perciò mi inginocchio per prendere meglio le misure. Affondo con tutta la lingua nella sua figa che come immaginavo era zuppa per l’eccitazione. La lingua scivolava bene. ‘Non ti fermare, leccami tutta la figa!’ Imprecava e si dimenava e mi venne in mente per aumentare la sua goduria di darle dei vibranti schiaffoni sulle chiappe. Mi gustavo la sua figa profumata e inebriante e con le dita mi lavoravo il buchetto del suo culo. Non ne potevo più, il mio cazzo reclamava il resto dei suoi buchi. Me lo menai di nuovo e senza avvertirla gli assestai un bel colpo di cazzo in figa. ‘MMMMMMMMMM’ mugolò e si girò col suo sguardo da troietta insaziabile. Era un invito bello e buono per spaccarle la passera in due. La sfondai letteralmente ripetutamente sia in figa che in culo, provocandole urla e grida di autentico godimento. Più la scopavo, più il cazzo diventava duro, la montavo a pecora afferrandole le tette e strizzandole i capezzoli, il cazzo scivolava dentro che era una meraviglia, quasi senza nessuna difficoltà e la prof sembrava apprezzare parecchio. La figa gocciolava senza sosta e il suo corpo sussultava ad ogni penetrazione, mi faceva impazzire come godeva, aveva proprio ragione che il sesso era tutto nel controllo e mi sarebbe piaciuto raggiungere un giorno il suo livello. Dopo averla pompata davanti e dietro per almeno un’ora, le sussurrai ‘prof non ce la faccio più’ sto venendooo’ La mia bella maialina si girò di scatto per accogliere in faccia e sulle tette tutto quel ben di dio che sgorgava densa e calda dalla cappella’

Facemmo la doccia e manco a dirlo riprendemmo come se nulla fosse, quel giorno non contai le volte che mi fece sborrare anche in figa e nel culo, aveva un’autentica predilizione per la sborra e la mia, mi confessò all’orecchio, era particolarmente gustosa.
Tra parentesi nemmeno quell’anno riuscì a passare gli esami, in compenso quell’anno mi divertii parecchio in greco e latino!

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