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Racconti Erotici Etero

La professoressa di matematica

By 27 Gennaio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Al liceo, 15 anni fa,io come buona parte degli studenti, fantasticavo su alcune prof. Quella di educazione fisica era la più gettonata, un gran tocco di gnocca, però la mia preferita era la prof. Nicolini l’insegnante di matematica. Pugliese, mora non tanto alta, formosa,capelli lunghi sempre legati a coda di cavallo, anche se vestiva in modo sobrio, con la gonna risaltavano le sue belle gambe, con i pantaloni il suo culo rotondo e sodo. La classica donna del sud, all’epoca aveva circa 35 anni; sempre compita e composta, non dava nessuna confidenza ed era veramente severa. La fantasia galoppava ed io sotto quella corazza m’immaginavo che si celasse una donna con un gran fuoco dentro, mi ricordo le discussioni con i miei compagni, si erano create due fazioni quelli, pochi, che erano in accordo con me ed altri che la definivano un ghiacciolo anzi in modo più colorito una ‘figa di legno’.
Era stata una buona insegnante che, nonostante le nostre zucche, ci aveva accompagnati alla maturità senza troppi patemi d’animo.
Anche dopo aver lasciato la scuola la incontravo spesso, perché abitava nella mia zona. La vedevo a spasso con la figlia che, all’epoca era una bambina, all’uscita dalle elementari che la bimba frequentava, spesso ci si fermava a fare due chiacchiere, s’informava sul prosegui dei miei studi m’incitava a conseguire una laurea. Un giorno mi disse che si trasferiva e così ci siamo persi di vista.
La laurea è sempre la che mi aspetta, ho trovato lavoro, mi sono sposato, per fortuna non ho avuto figli, perché sono ritornato single. Grazie a questa ‘libertà’ di ritorno mi sto’ togliendo qualche capriccio. Avevo sempre invidiato un amico che, lui single convinto, si poteva permettere qualche ‘safari’.
Per lui il safari era andare, in inverno, in posti come le Canarie, dove a suo dire andavano a svernare le ‘passerottone’ del Nord Europa e, sempre secondo lui, c’erano ampi territori di caccia. Appena libero dagli impegni matrimoniali mi sono unito a lui per questi ‘safari’ e devo dire che la caccia è sempre stata proficua.
Certo la ‘selvaggina’ è un poco stagionata, ma il più delle volte ben conservata e sempre disposta ad una sana scopata senza troppi annessi e connessi.

Quest’anno il mio amico, dopo aver prenotato con me la vacanza, è stato trattenuto a casa da una banale operazione d’ernia (continuavo a dirgli che alla sua età deve stare attento agli sforzi) e pertanto sono partito, a malincuore, da solo.
Dopo il solito viaggio disastroso, si sa i charter non sono il massimo, arrivo a notte fonda in hotel a Tenerife, un veloce snack invece della cena e poi finalmente un letto.
Il mattino successivo di buon ora scendo per la colazione e mentre mi servo dal buffet, adocchio in giro. Ho solo una settimana di vacanza e non posso perdere tempo, a prima vista il panorama non prometteva niente di buono, sembrava che dal Nord Europa ci fosse stata una migrazione di ultrasessantenni poi la mia attenzione è richiamata da una conversazione in italiano proveniente da un tavolo in un angolo, dove due donne discutevano a voce abbastanza alta. Sono due signore sulla cinquantina e guardando meglio mi viene un coccolone, saranno passati anni, sarà sfiorita ma una delle due è la mia prof. di matematica, la Nicolini. Con il piatto della colazione in mano mi fermo fissandola meglio, l’amica si accorge del mio interesse e scambia qualche parola a bassa voce con quella che ritengo fosse la mia ex-prof. che a sua volta alza lo sguardo verso di me. I nostri sguardi s’incrociano, non ho più dubbi è proprio lei, mi avvicino al loro tavolo:
– Mi scusi, ma mi sembra di conoscerla, lei non è la prof. Nicolini? Non insegnava matematica al Galileo una quindicina d’anni fa? –
E’ proprio lei ed è piacevolmente sorpresa, si ricorda di me, mi invitano a sedermi al loro tavolo e facciamo colazione insieme, mentre io e la prof. ricordiamo i tempi della scuola.
Finita la colazione andiamo insieme verso la piscina, sempre continuando a raccontarci brevemente la nostra vita e scoprire che eravamo tutti e due single di ritorno e che lei dopo la separazione aveva cambiato città. La figlia era andata a fare la settimana bianca con il padre, e lei, libera da impegni essendo ormai in pensione, è venuta al mare con la sua amica Grazia.
Resto quasi tutto il giorno con loro e visto che io continuo a chiamarla prof., mi prega di chiamarla solo Maria.
Sdraiati a bordo piscina non posso non notare che entrambe, per la loro età, erano ancora due belle donne. Anche se un po’ in carne, entrambe sfoggiano dei costumini molto ini e nonostante culo e seno fossero un po’ flosci anche il topless era più che accettabile.
Penso che sia un segno del destino e che, forse riuscirò a realizzare con 15 anni di ritardo i miei sogni giovanili.
Sia la sera che il giorno successivo stiamo praticamente tutto il tempo insieme. Grazia, forse d’accordo con lei, discretamente si apparta lasciandoci soli, non eravamo più prof. ed alunno, ma un uomo ed una donna che si stanno piacendo.
Dopo aver cenato insieme e essere andati ad ascoltare musica e a ballare, invece di riaccompagnarla verso la sua camera mi dirigo verso la spiaggia e lei senza dire niente mi segue.
In riva al mare ci facciamo delle confidenze, io le dissi che era dai tempi della scuola che mi piaceva e nonostante fossero passati anni era sempre una donna bella ed elegante.
Lei sorride e avvicinandosi a me mi disse:
– Non sei più un ragazzino timido, ora sei un uomo, un bell’uomo che in una situazione simile”.-
Non finisce la frase ma, è stata chiarissima e mi allungo verso lei e la bacio, lei risponde immediatamente e la sua lingua cerca la mia.
Stretti uno all’altra e sbaciucchiandoci ci dirigiamo verso la parte più buia ed appartata della spiaggia. Dove con lei appoggiata ad una cabina esploro con le mani tutto il suo corpo, le faccio scivolare le spalline del vestito scoprendo il suo seno sorretto dal reggiseno a balconcino. I capezzoli sono già turgidi e mi abbasso a baciarli, a morderli. Nello stesso tempo con le mani le alzo il vestito e faccio conoscenza con il suo sedere praticamente nudo ad eccezione di una strisciolina di stoffa che le entrava tra le natiche. Si udirono delle voci e Maria mi disse:
– Forse è meglio se andiamo in camera tua. –
In camera le tolgo immediatamente il vestito, lasciandogli reggiseno e perizoma la faccio sedere sul letto e mi sbottono i pantaloni e presentandole mio fratello che era già arzillo le chiesi:
– Professoressa vuole gradire? –
Impugna il mio cazzo con una mano e se lo porta alla bocca; ha una doppia laurea, matematica e succhia cazzi, sarà che aspetto questo momento da 15 anni ma in breve sono pronto a riempirle la bocca ed allora la fermo. La faccio stendere sul letto, le tolgo il perizoma e allargandole le gambe vedo finalmente quello che ho sognato da ragazzo, la sua figa, pelosa e polposa; le allargo le labbra ed ecco uscire allo scoperto il suo bottoncino che sembra chiedermi di leccarlo, cosa che faccio immediatamente ed immediatamente Maria comincia a gemere. Mi tiene le mani sul capo e spinge col bacino, il mio viso si bagna dei suoi umori, sembra una cascata. Continuo a leccarle il clitoride mentre con due dita percorro l’interno della sua caverna non ci vuole molto perché mi implori:
– Prendimi’. si dai’. scopami. –
Sono ancora vestito, in un secondo mi tolgo tutto mentre lei aspetta a gambe aperte toccandosi la passerotta, quando mi metto tra le sua gambe con una mano prende il cazzo e lo strofina tra le labbra della figa:
– Dai, spingi, mettimelo dentro! –
La penetro lentamente, provocandole un lungo sospiro di piacere. Si è messa le mani sotto le ginocchia alzandole per farmi incuneare meglio nella sua figa. Ho una gran voglia di sbatterla a dovere, ma riesco a controllarmi, voglio allungare il più possibile questo momento e così continuo con il mio andamento lento, che a giudicare da come ansima anche a Maria va molto, molto bene:
– Uuh! Come sei dolce’..siii continua così’.mi fai impazzire. –
Ed io continuo, continuo, fino a quando noto che sta’ stirando tutti i suoi muscoli, i pugni chiusi e la testa che ondeggia da un lato all’altro, capisco che è prossima all’orgasmo come anch’io del resto ed infatti:
– Più forte, più forte’vienimi dentro, riempimi’. ooh’.vengo, vengooo! –
Sento le sue contrazioni vaginali che mi stringono il cazzo, aumento il ritmo, la sto’ sbattendo proprio bene, le sue tette ondeggiano sotto i miei colpi. Non resisto più, un paio di colpi ancora e mi svuoto in lei.
Quando si riprese, mi bacia, sorride e mi dice:
– Un compito da 7. Vai molto meglio a letto che in matematica. –
– Solo 7, la solita tirchia con i voti, sono sicuro che posso fare meglio’.ricominciamo?-
– Per oggi va bene così, è stata una bella scopata’.me la sono gustata. Poi fino a sabato c’è tempo’.-
– Avevo ragione io, anche se fuori sembravi un ghiacciolo, dentro c’era il fuoco che covava. –
– Cosa stai dicendo? –
Gli spiego delle due fazioni che si erano create in classe, vuole sapere anche i giudizi sulle altre insegnanti ed alla fine ci facciamo una risata rotolandoci sul letto.
Si riveste e si avvicina al letto abbassandosi a baciarmi ed accarezzandomi il mio fiore ormai sfiorito, mi saluta lasciandomi solo:
– Buonanotte’ci vediamo domani.-
Mi stiracchio tutto soddisfatto, mi sono fatto la prof. di matematica ed è come avevo sempre pensato io, non è certo una figa di legno, anzi”. .
Il mattino successivo scendo per la colazione e trovo solo Grazia, con un sorriso beffardo stampato sul viso, chiedo di Maria e mi risponde che non si era ancora alzata e sempre ridacchiando aggiunge che si è stancata molto la sera prima.
Grazia ha deciso di fare un giro per negozi e mi fa capire che sarebbe stata contenta se io l’accompagnavo, accetto anche perché da quando sono arrivato non ho messo fuori il piede dall’albergo.
Come ho già detto Grazia in spiaggia sfoggia costumi abbastanza ridotti e spesso si limita allo slippino. Però quando mi chiama dal camerino di prova, per avere un parere su quanto stava provando e si mostra tette al vento e con delle mutandine trasparenti che non lasciavano niente all’immaginazione, non è la stessa cosa, vedere due tette in spiaggia non fa lo stesso effetto che vederle in questo modo. Inoltre, mentre facevamo colazione, le allusioni si erano sprecate e mi ero accorto che da cacciatore sono diventato preda.
Ritorniamo in albergo, gentilmente sono io a portare i sacchetti degli acquisti, dalla terrazza notiamo Maria sdraiata a bordo piscina e ci dirigiamo verso le camere per cambiarci e raggiungerla. Arrivati alla davanti alla camera di Grazia, lei si accorge di non aver la chiave elettronica per aprirla, mi offro di andare da Maria per recuperarla ma invece Grazia dice che si sarebbe messa il costume appena acquistato e che poteva cambiarsi anche camera mia. Non bisogna essere dei geni per capire che è tutta una scusa per ”..

Arrivati in camera mia, non perde tempo mi mette una mano sul pacco e dice:
– Maria mi ha detto che lo sai usare bene’..-
Mi sbottono i pantaloncini, tiro fuori l’uccello già mezzo in tiro e facendola abbassare glielo misi davanti alla bocca:
– Vediamo cosa sai fare tu. –
Comincia a leccarmelo di gusto e a mugolare, con una mano si accarezza tra le gambe. La faccio alzare e appoggiare con le mani sulla scrivania ed un piede sulla sedia, le sollevo il vestitino scosto le mutandine e glielo infilo di botto. E’ completamente bagnata, lancia un urlo, la pompo, la sbatto fino a farla godere. Che troiona, nella furia dell’orgasmo comincia a parlare, mi incita:
– Scopami tutta’. dimmi che ti piace sbattere una troia come me. –
Per non farla urlare le metto due dita in bocca e lei comincia a leccarle come aveva fatto con il cazzo prima.
La sdraio sul tavolo, le allargo le cosce e riprendo a scoparla. E’ in preda ad una trance erotica, si tocca le tette, si strizza i capezzoli e poi si mette un seno in bocca succhiandoselo. I suoi umori sono colati tra le natiche ed hanno bagnato il culo le dico:
– Girati che te lo metto dietro.-
Si volta ed alza un gamba, con le mani si tiene aperte le natiche, punto il cazzo e spingo con un colpo secco, non è sicuramente vergine, mi accoglie prima con un urletto poi:
– Spingi’.che porco che sei, ti piace incularmi’. dai, dai,mi fai morire.-
Che troia’.geme, mugula, con le mani serrate ai bordi del tavolo mi incita a sbatterla ancora più forte, mentre si tocca la figa. Mai avevo visto una donna godere in quel modo. Infine prende a fremere, a vibrare, i gemiti si trasformano in sordi rantoli:
– Dai, riempimi la pancia’..non ce la faccio più!!-
La prendo per le tette, sollevandole il busto e spingo per l’ultima volta il mio cazzo in fondo al suo culo:
– Senti’senti, bel puttanone’senti come ti riempio.-
Mi svuoto, accasciandomi sopra di lei. Restiamo cosi per un attimo e quindi ci sdraiamo sul letto, ci vuole del tempo prima che Grazia ritorni ad una respirazione normale.
Ripresasi, corre in bagno e quando riesce, con indosso il costume nuovo, si passa una mano tra le natiche e mi dice:
– Cazzo’..mi brucia, potevi lubrificarlo un po’!-
Io la guardo che si strofina il culo ed a questo punto mi viene da ridere:
– Tu ridi, tanto è a me che brucia. –
– No, rido perché penso che tu e Maria mi avete proprio messo in mezzo. ‘
– Non sei contento?….dove le trovi due belle signore come noi? ‘
A questo punto mi si accende la lampadina , mi scatta l’idea. Non avevo mai fatto sesso con due donne insieme; diversi, tanti anni fa io ed un amico al mare d’estate eravamo entrati nel letto di una signora villeggiante e convinti di farla morire, ne eravamo usciti conciati come due pelli di fico. L’idea di un bel trio con la mia ex-prof. e la sua amica mi alletta molto e senza tanti giri di parole le propongo:
– Senti a questo punto potremmo fare che’.la prossima volta lo facciamo in tre?-
– Ma ‘ma sei proprio un porco, cosa ti fa pensare che Maria ed io’.!-
– Senti’santarellina, ho una vaga idea che tu e Maria la testa tra le cosce dell’altra l’avete già affondata’. o mi sbaglio? ‘
Non risponde, raccoglie la sua roba e fa per uscire dalla camera, ma io la fermo:
– Pensaci’.sarebbe bello! Tu che lecchi Maria mentre io ti scopo. –
Esce lasciandomi con un ‘forse, ma’. vedremo’ che è tutto un programma.

(CONTINUA)

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