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La scoperta di Laura

By 30 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

L’inverno era ormai terminato da un pezzo e l’aria calda cominciava a farsi sentire. Laura aveva tolto le coperte pesanti dal suo letto e fatto il cambio di stagione dell’armadio per se, per suo marito e per il piccolo. Nonostante fosse solo marzo, le sembrava che l’estate si stesse avvicinando a grandi passi. Certo, quando usciva dal suo ufficio il sole era già tramontato, ma presto con l’ora legale e la primavera le giornate si sarebbero allungate e sarebbe arrivata a casa ancora in tempo per andare ai giardini con suo figlio.

Per il momento era sempre di corsa con le incombenze di casa. Non ultima: la spesa. Era uscita dal suo ufficio e si era recata al supermercato. Preferiva il supermercato ai negozi sotto casa sua perché, pur allungando un po’ la strada, poteva parcheggiare nel grande parcheggio senza problemi e senza diventare matta a cercare un posto e questo le evitava di fare l’asino da soma per riportare a casa il pesantissimo sacco della spesa. Sandro, suo marito, di solito, l’aiutava per la spesa del sabato, ma durane la settimana avevano convenuto che andare a far la spesa insieme sarebbe stato più complicato e molto meno produttivo. Meglio che lui andasse direttamente a casa, svincolare la baby sitter e giocasse un po’ con il pupo. Quella sera era rimasta con la testa nel suo ufficio, mentre gironzolava per il supermercato con un abitino che le scendeva morbido, lasciando scoperte le belle gambe e mettendo in risalto il sedere, alto e sodo, che gli stessi amici di Sandro, avevano definito un culo imperiale.  

Era assorta nei pensieri per le cose che doveva comprare e non si accorse che davanti al carrello si era fermato, a sbarrarle il passo, Alberto. Alzò lo sguardo e lo riconobbe.

“Ciao Alberto! Anche tu di spesa? Come mai in questo supermercato? non ti ho mai visto prima.”

Alberto è l’amico fraterno di Sandro. Amici da quando erano alle scuole elementari. Lei stessa lo conosceva da quando si era fidanzata con Sandro. Alberto si è sposato, alcuni anni dopo Sandro, con una ragazza alta ed elegante che lui aveva conosciuto in vacanza in Grecia. Lilia, questo era il nome di sua moglie, era una gran bella ragazza ed insieme facevano una bella coppia. Alberto, a differenza di Sandro, aveva avuto molte esperienze sentimentali prima di sposarsi e nessuno si era meravigliato che, tornato da una vacanza, avesse portato con se una gran bel pezzo di figliola. Gli amici, quando conobbero Lilia, pensarono che fosse l’ennesima preda di Alberto, che per quanto una bella preda, sarebbe durata ben poco e presto lui si sarebbe stancato e sarebbe passato ad una nuova fiamma. Alberto era il classico giovanotto di bella presenza e di spirito goliardico che non brillava per responsabilità, ma con il quale era piacevole passare una serata o una vacanza insieme.  Lilia, invece, ce l’aveva fatta e si era guadagnata la simpatia degli amici di Alberto e la solidarietà delle amiche.

“Ciao Laura. Si, stasera la spesa tocca a me. È la prima volta che vengo in questo supermercato, ma mi sono ricordato che tu ne parlavi bene per la comodità del parcheggio e la varietà dei prodotti. Poi, vedi, non devo comprare molta roba, solo un po’ di prosciutto ed il pane. Lilia non c’è! È da sua madre.”

“Ah… sei da solo. Vieni a cena da noi. Aggiungiamo un posto a tavola …….”

Alberto, con educazione, rifiutò l’invito e passarono a parlare di altro ed in particolare delle prossime vacanze di Pasqua.

Dopo un po’, però, Alberto bruscamente cambiò ancora discorso.

“Sei davvero molto bella Laura! Ti conosco da tanti anni e lo so bene quanto sei bella, ma stasera hai qualcosa in più. Sarà che si avvicina la primavera, sarà questa magnifica gonna che hai indossato e che lascia vedere le tue bellissime gambe e, soprattutto, lascia immaginare  il paradiso che si cela sotto di essa.”

“Ma che dici, Alberto? Stai bene?” lo interruppe Laura.

Ma Alberto continuò: “Si, sto benissimo, ho solo trovato il coraggio di dirti ciò che penso da anni. Certo, la tua è una bellezza discreta. Tu non sei come le altre, non sventoli la tua bellezza per attirare attenzioni, ma c’è e si vede in tutte le situazioni, in ognuno dei tuoi atteggiamenti. Sei bellissima e sai di esserlo. E tutto questo ti rende straordinariamente affascinante”

“Andiamo, Alberto. – lo interruppe di nuovo – Cerca di ritrovare la tua normale capacità di stare al mondo. Sono la moglie del tuo migliore amico e questi discorsi sono dannosi e inutili in qualsiasi caso. Sono discorsi fuori luogo sia che tu parli seriamente, perché sono sposata, sia che tu stia solo scherzando perché non è questo il modo di scherzare con una donna madre di un bambino. Buona serata Alberto. Ci rivedremo quando avrai capito la stupidaggine che hai commesso”

Così rispose Laura. Con risolutezza e senza lasciare spazio a malintesi. Teneva al suo rapporto con Sandro e, soprattutto, alla tranquillità di suo figlio. Poi armeggiò sul carrello e, altrettanto risolutamente, si allontanò.

Riprese a far la spesa. Il supermercato era molto grande e Alberto sembrava aver già trovato tutto quello di cui aveva bisogno. Le probabilità di incontrarlo nuovamente erano molto basse.  Si sentiva offesa e piena di rabbia. Come aveva potuto immaginare, Alberto, che lei avrebbe gradito quei complimenti? Era rabbiosa ed offesa e doveva far la spesa in fretta per tornare da suo figlio.

Pensava, mentre cercava lo yoghurt, che Alberto fosse stato un vero pirla a parlare come aveva fatto. Con chi credeva di aver parlato? Pensava che fosse una di quelle donne  che ogni tanto si portava a letto? Certo, oltre alla rabbia, Laura era un po’ lusingata.  Lusingata dei complimenti, ma anche dal fatto che era stata paragonata a sua moglie, alle sue numerose amanti, tutte bellissime, tutte desiderate dai maschi della compagnia, tutte irraggiungibili.

Lei, Laura, non era come le donne di Alberto. Laura era oggettivamente bella, ma non faceva nulla per esaltare le sue doti, non aveva mai messo in evidenza il suo bel corpo con abiti ridotti all’essenziale, non magnificava il suo bel petto o le sue lunghissime gambe ponendosi in prima fila. Al contrario, lei si era fidanzata con Sandro e si era messa studiare sodo all’Università per diventare rapidamente avvocato e, una volta raggiunto questo obiettivo, si era spostata e fatto un figlio. Altra storia, altre scelte. E tuttavia ora era lusingata dalle parole di Alberto, perché nonostante tutto ora sembrava che fosse assolutamente all’altezza delle sue amiche che avevano fatte scelte opposte. Era lusingata perché pur avendo badato a studiare e a farsi una famiglia riscuoteva lo stesso apprezzamento di chi si era dedicata ad essere sempre affascinante e mai allo studio. Era lusingata perché Alberto aveva solleticato il suo amor proprio di donna.

Questi pensieri frullavano nella testa di Laura mentre continuava a spingere il suo carrello. Sceglieva i suoi prodotti guidata dalla lista per la spesa scritta nella sua testa, che aveva compilato mentre, dall’ufficio, guidava verso il supermercato, ma quanto era accaduto era ora in prima fila tra i suoi pensieri. Le vennero in mente tutte le storie di Alberto con le sue fiamme e le storie di Alberto e Lilia. Ricordò che, cercando di consolare una sua amica molto bella, che oggettivamente era una che non si era fatta mancare niente nel campo sessuale, si era sentita confessare che Alberto era uno dei più grandi amatori che lei mai aveva incontrato. Un amatore ben dotato, ma soprattutto un amante instancabile, fantasioso, generoso, rispettoso ed altruista. Aveva confessato quanto fosse stato appassionante il rapporto con lui, passare una notte d’amore con Alberto, lasciarsi coccolare dalle sue mani, dalle sue parole.

In fondo quella sua amica era una autorità nel campo e meritevole di esser creduta e non era l’unica. Molte altre ragazze, con diverse sensibilità e con diverse sfumature, avevano confermato la specialissima capacità di Alberto di rendere felici le donne, anzi le belle donne.

Terminò la spesa e si diresse verso la cassa. Fece una brevissima fila, pagò e uscì nel grande parcheggio del supermercato. Fuori, ormai, era buio pesto ed il parcheggio si era svuotato. Prelevò la busta della spesa, depositò il carrello e si avviò all’auto un po’ ai margini del parcheggio.  Quando fu quasi arrivata alla sua auto, si materializzò Alberto che la affiancò.

“Cosa c’è adesso?” lo anticipò Laura.

“Non riesco a capire, Laura. Perché mi hai lasciato come un deficiente nel supermercato? “

“Non lo capisci? Non ti rendi conto, Alberto, di quello che hai detto? Sono la moglie del tuo amico fraterno. Sono una donna onesta, cosa ti fa credere di poterti comportare come ti stai comportando?“

“Avrei dovuto continuare a mentire? Cosa avrei dovuto fare? Ho il dovere di informarti quale sia il sentimento che mi anima verso di te. Io ho sempre fatto fatica a vederti come la donna di Sandro. Cosa ha lui più di me? Sei sicura che egli ti dia ciò che la tua bellezza ed intelligenza merita? Sandro è un uomo fortunato ad avere te, ma tu cosa hai fatto di male per doverti accontentare di lui?”

Si, pensava Laura, in effetti molte volte si era chiesta se Sandro la meritasse. Lei sempre così attiva e lui placido e rinunciatario.

“Basta Alberto, non ti permetto di continuare ad offendere Sandro. Vattene. Io farò di tutto per dimenticare ciò che hai detto questa sera, farò finta che non sia mai successo nulla. Per il bene di Sandro e di mio figlio”

Dimenticare? Far finta di nulla? Alberto perse la calma e fu molto rapido e delicato nell’afferrarle, con la mano destra, il collo e, mentre le teneva la testa ferma, guardandola negli occhi, tuonò : “Non puoi fingere Laura. Non puoi fingere che non abbia anche tu desiderato questo momento. Sandro non lo saprà mai e tu, invece, troverai il modo di gestire la situazione. Io ti desidero più di ogni altra cosa, desidero la tua bocca, desidero sentire il profumo della tua pelle, il tuo respiro da tranquillo volar verso un eccitazione sessuale, un turbamento dell’animo. Ti voglio, qui, ora! “

Laura si spaventò, ebbe l’impulso di liberarsi dalla stretta, ebbe una reazione di forte repulsione, dettata più dalla paura che da altro. Cercò di resistere, di negarsi, ma sentiva la forza di Alberto che non le lasciava vie di fuga, che la guardava con quei suoi occhi intensi e supplici. Alberto aveva ragione, anche lei lo desiderava, ma voleva sentire fino in fondo cosa aveva da dire. Lui, ritrovata la calma, mentre la presa sul collo si allentava e la mano sembrava accarezzarla, con voce tranquilla continuò: “No, Laura. Non puoi far finta di nulla. Non puoi cancellare la realtà. E poi, cosa credi? Credi che sia stato facile per me dire ciò che ho detto? Credi che non abbia considerato i rapporti e l’amicizia con Sandro? E ora tu vuoi far finta che io non abbia detto nulla, vuoi dimenticare tutto? No, non è giusto fingere che non sia successo nulla. Io ho dovuto fare leva su tutto il mio coraggio. Non merito questo!”

Così dicendo, Alberto avvicinò lentamente la sua bocca alla bocca di Laura. Laura non reagì, ma quando le labbra di Alberto furono sulle sue, le cadde la busta della spesa per terra e rispose al bacio.

Fu un bacio dolcissimo e Laura non poté fare a meno di trovare conferma nei racconti delle sue amiche. Fu un lunghissimo bacio e le lingue si intrecciarono e si accarezzarono. Quando il bacio finì, Alberto si staccò per guardare Laura negli occhi e, questa volta, fu lei a riavvicinarsi per un altro bacio. Alberto, a sua volta, rispose al bacio e appoggiò la mano sul seno di lei  mentre lei, appoggiata alla sua auto, lo abbracciò teneramente. Così incoraggiato, Alberto mise ancora più passione nel suo bacio e cominciò a manovrare sul seno di lei. Un bacio di fuoco, accompagnato da una mano che sapeva come muoversi, che sapeva stringere, che sapeva, senza andare sotto il vestito, dove fosse il capezzolo. Laura ebbe un sussulto di piacere sentendosi stringere il capezzolo, sperò che non si fermasse.

E Alberto non si fermò, anzi, lentamente, portò la mano sulla coscia, sotto la gonna, poi salì su fini all’inguine. Laura trattenne il respiro, ma non potè dissimulare un sospiro di delizia quando Alberto raggiunse la sua passerina.

Alberto, esperto di questo tipo di attività, si accorse di una certa eccitazione di Laura e, soprattutto, di una certa umidità della sua passerina e, rapidamente,  afferrò il collant di Laura e lo strappò per liberare l’accesso al suo sesso. Prima che Laura potesse rendersi conto, le dita di Alberto erano già sotto le mutandine e cercavano il clitoride. Laura era un lago di desiderio, ebbe un sussulto, allargò leggermente le gambe e si predispose appassionata a quanto l’aspettava. Senza staccare le sue labbra, le dita di Alberto si fecero strada verso il sesso di Laura e, trovandola in un lago di umori si infilarono al suo interno e con sicurezza raggiunsero il punto più sensibile della vagina. Stimolò il punto G di Laura con pazienza e sapienza, accendendo il suo desiderio, eccitando la sua fantasia e procurandole un primo orgasmo. Ansimava, ora, Laura mentre godeva e continuava a produrre il suo miele più profumato.  

Alberto si muoveva rapidamente e afferratala per le gambe l’alzo da terra a la pose a sedere sul cofano dell’auto di Laura. Come un fulmine Alberto le aprì le gambe e, scostando le mutandine, le infilò il medio e l’anulare nella figa dimenandole a sollecitare il punto G. Laura avrebbe voluto fermarlo, avrebbe voluto gridare per richiamare Sandro, ma, invece, si lasciò andare e si fece prendere, in pochi minuti, dal suo primo orgasmo. Ma non ebbe il tempo di tirare il fiato perché immediatamente  Alberto le infilò il suo uccello.

Sentiva, Laura, l’uccello entrare dentro. Lento ma inesorabile, come una portaerei entra in un porto amico, così Alberto la stava penetrando. Laura si avvinghiò al suo collo e sperò, dentro se stessa, che quel momento non finisse mai più. E Alberto non aveva nessuna intenzione di finire in fretta. Cominciò il dolce su e giù, senza minimamente accennare a fermarsi per la stanchezza. Né si fermò quando un signore con il suo carrello, passo a pochi metri da loro. Laura non si accorse di nulla, ma il passante non potè fare a meno di sentire i gemiti e le grida  dell’orgasmo che inondò il corpo di Laura.

Quando, finalmente, dopo la tempesta Laura raggiunse un po’ di pace, guardò Alberto con tenerezza ed un sorriso da bimba che le illuminava il volto e, per gratitudine, si lasciò scivolare dal cofano della macchina e, pur non sapendo nemmeno come si facesse, accoccolata sulle ginocchia, con passione, prese l’uccello di Alberto nella sua bocca. Bastò poco, Alberto era già sul punto di venire, ed inondò di sperma la bella bocca di Laura. Era il primo pompino che mai avesse fatto Laura in vita sua e trovò meraviglioso essere inondata dal seme caldo e dolcissimo del suo amante.

Ripresosi dallo sforzo, Alberto aiutò Laura a rialzarsi, avvicinò la sua bocca a quella di lei e con la lingua raccolse il suo stesso seme che aveva imbrattato la bocca di Laura. Poi si profuse nel più dolce bacio di passione che Alberto avesse mai dato. Laura si sentì sciogliere e, quando si staccò dalla sua bocca, gli sorrise con gioia. Non avrebbe mai immaginato, anche solo un’ora prima, di trovarsi lì, tra le braccia di Alberto dopo aver fatto l’amore e con lui e succhiato il suo cazzo, di poter fare il più smagliante dei sorrisi. Poi, sussurrando, ironicamente gli disse: “Che cosa abbiamo fatto! Non credere, non sono pentita. È stato meraviglioso fare l’amore con te e sono felice di averlo fatto. Lo rifarei di nuovo, ma spero, allo stesso tempo, che non ne abbia a soffrire Sandro”.

“Non ne soffrirà – rispose Alberto – perché non lo saprà mai!”

E così tra baci languidi e accese carezze si salutarono e laura prese la strada per casa. Era ancora eccitata e ripensava a quanto era accaduto. Era orgogliosa di se stessa e l’interesse che Alberto aveva dimostrato per lei la faceva sentire la regina delle seduttrici, una donna fortunata. Non pensò nemmeno per un minuto a quanto sarebbe potuto accadere tornando a casa. Non la sfiorava il pensiero che avrebbe trovato Sandro e suo figlio in trepida attesa. Appena arrivata casa, quindi, annunciò un fortissimo mal di testa e se ne andò a letto.  

Aveva voglia di riassaporare quei momenti magici sul cofano della sua macchina, i baci dolcissimi di Alberto, quell’orgasmo così intenso e forte da poter essere definito il suo primo vero orgasmo. E poi la gioia di tenere tra le mani l’attore principale del film, quel massiccio e robusto cazzo di Alberto che tanto si era prodigato per farla godere.

Questo pensava Laura mentre piano piano scivolava nel mondo dei sogni. Si risvegliò verso le due di notte e alzando il volto dal cuscino, vide Sandro che dormiva accanto a se.  Povero Sandro, non sapeva nulla di quanto fosse accaduto, non sapeva che la sua vita stava per cambiare. Poco a poco, Laura si persuase che, per soddisfare il suo sentimento di onestà, avrebbe dovuto raccontargli tutto.

Così il giorno dopo si predispose per raccontare a Sandro quanto era avvenuto nel parcheggio del supermercato. Uscendo dal suo studio, però, si disse che prima avrebbe dovuto sentire cosa ne pensava Alberto. E lo chiamò al telefono. Alberto fu dolcissimo al telefono e concordò un appuntamento, nello stesso parcheggio del giorno prima, di lì a una mezzora.

Quando s’incontrarono, in un angolo buio del parcheggio, lontani dai lampioni, non poterono astenersi dal far nuovamente l’amore. Alberto le cinse la vita prendendola da dietro e baciandole il collo. Poi le mani salirono fino al suo seno e Laura, nonostante le mani fossero solo appoggiate sul vestito, cominciò a perdere il respiro, sentendo su di se le attenzioni mascoline di Alberto. Non fece resistenza, quando Alberto la fece appoggiare con i gomiti sul cofano della sua auto e, mentre lei aspettava, ansimando, il momento di sentire ancora quel diavolo di Alberto dentro di se, lui con lentezza studiata prima le alzò la gonna scoprendo il suo magnifico culo e ripiegandola sulla schiena, poi le abbassò i collant fino ai piedi e infine le abbassò le mutandine fino a metà coscia, in modo che si tenessero in quella posizione senza cadere. Poi, con entrambe le mani, Alberto afferrò le chiappe di Laura e le aprì come si apre un melone e affondò la sua lingua furiosa, nel buco del culo, mentre con le solite due dita nella figa le stimolava l’eccitazione.

Laura non aveva mai provato il sesso anale e ne aveva paura. Avrebbe voluto sottrarsi, ma Alberto fu più forte di lei e quella lingua che le ispezionava il retto, la faceva sussultare. Ebbe un primo orgasmo clitorideo e, ormai, aspettava con ansia la penetrazione anale. Alberto fu un vero signore e non spinse con violenza come le aveva raccontato qualche sua amica parlando del proprio fidanzato. Sì, un po’ le bruciava, ma dopo poche spinte il piacere fu notevolmente maggiore del dolore. Ebbe un orgasmo improvviso, come un terremoto, così intenso che le vennero le lacrime agli occhi.

Dove era stata tutto quel tempo? Come aveva potuto vivere senza provare simili sensazioni? Anche questa volta, Alberto non si risparmiò, ma quando si rese conto che il bruciore aumentava e superava il piacere, pur non essendo venuto, si fermò. Tirò fuori il cazzo con delicatezza e Laura ne fu così toccata e grata che si girò verso di lui, s’inginocchiò e completò l’opera che non era riuscita a portare a termine con il culo, con la sua bella bocca.  

Seguirono momenti di appagamento totale. Laura era felice.

Poi, lentamente si rivestirono, scambiandosi carezze dolcissime e baci di passione. Quando ebbero finito Laura disse ad Alberto che aveva deciso di dire tutto a Sandro. Alberto ne fu contrariato, ma poiché era un abile mediatore, riuscì a convincerla di aspettare ancora qualche giorno, perché le emozioni si placassero.

Quando tornò a casa, Laura trovò Sandro che aveva già cucinato e, aspettandola, giocava col bimbo. Questo, nel loro linguaggio di coppia, significava che Sandro voleva fare l’amore, dopo mangiato. Laura ne fu sgomenta. Non era preparata a tradire Alberto, ma non sapeva nemmeno come fare per evitare e disattendere il desiderio di Sandro. E così, finito di mangiare, messo a dormire il bimbo e riassettata la cucina, Laura e Sandro andarono a letto. Laura si spoglio come se fosse tutto normale e andò a lavarsi sperando di trovare Sandro addormentato. Ma Sandro era lì che la aspettava, senza pantaloni, senza mutande, con la sola giacca del pigiama. Laura sforzandosi, riuscì a sorridergli e s’infilò nel letto. Quando anche Sandro la raggiunse, Laura, come di abitudine, giocò di attacco e gli prese in mano il cazzo ancora moscetto. E così, mentre lui pose le mani sui suoi fianchi, lei cominciò lentamente a masturbarlo. Piaceva a Sandro quell’inizio e si strinse contro per baciarla, ma Laura cercava tutti i pretesti per evitare i baci di lui. Fino a che Sandro, che ormai era sul punto di eiaculare e avrebbe voluto che laura si fermasse, non fece la domanda che più di ogni altra Laura temeva.

“Cosa c’è, amor mio, stasera non ti piace far l’amore?” Laura, senza smettere di masturbare Sandro, tergiversò un po’, poi vuoto il sacco!

“Ti ho tradito” disse d’un fiato senza smettere di masturbarlo.

“Ma cosa dici?” chiese Sandro un po’ allarmato e con il fiato corto dal piacere.

Laura continuò con maggior lena: “Sì, hai capito bene, ti ho tradito con un altro uomo!”

“Ma …. cosa … come“ farfugliava Sandro tra lo stupore e l’approssimarsi dell’orgasmo.

“Sì, sì. Dio mio! Sono stata con un altro uomo” disse d’un fiato mentre continuava, disperata a masturbarlo.

“Cosa vuol ……. dire stata con …… un altro uomo….. gli avrai sorriso, vi sarete tenuti per mano…..”

“No. Di più!” rispose laura mentre, sentendolo quasi sul punto di venire, rallentò il ritmo.

“Di più, cosa? Lo hai baciato? Perché hai baciato un uomo?” incalzò Sandro non più sotto pressione.

“No …. Sì, l’ho baciato!”

“Ma …… chi hai baciato? E perché?” riprese Sandro che cominciava a perdere la pazienza non riuscendo a capire.

Laura, spaventata, riprese ad aumentare il ritmo “L’ho baciato perché mi piaceva!”

“Laura, chi hai baciato?”

“Un altro uomo!”

“Questo l’ho capito, ma chi è quest’uomo?”

“Lo conosci” disse di un fiato Laura mentre furiosamente aumentava il ritmo.

“Lo conosco? E chi è?”

“Ho baciato il tuo amico Alberto!”

“Alberto? Alberto è un maiale, ……. come minimo ti avrà messo …… la mano sul culo”. Respirava a fatica, ora, Alberto, stava arrivando l’orgasmo.

“E non solo!” disse svelta Laura

“Hai baciato anche …..  un altro?”

“No, no, non capisci! Non mi capisci mai!“ gridò Laura mentre rallentò il ritmo.

“E allora cosa? Hai detto non solo!”

“Non solo il culo!”

“Ti ha messo le mani sulle tette?”

“Non sulle tette, sotto il reggiseno!”

“Ah! Bene! Gli avrai dato un ceffone a quel maiale!” gridò Sandro un po’ indispettito per Alberto, ma anche perché Laura aveva quasi fermato la mano che lo masturbava.

“No, nessun ceffone, perché mi piaceva – Laura riprese a masturbarlo con un ritmo accelerato – abbiamo fatto l’amore”.

Non poté fare a meno, Laura, di notare che nel momento in cui aveva detto che avevano fatto l’amore, Sandro si era, per così dire, irrigidito. O meglio si era irrigidito il suo cazzo. In effetti, Sandro ebbe una reazione un po’ contraddittoria.

“Avete fatto l’amore? E perchè? Quando? Dove?”

“Adesso stai calmo! – disse Laura mentre quasi fermava la mano – se no, smetto di parlare!!!”.

“Ma cosa smetti? Ti fai scopare dal mio amico e smetti di parlare?”.

Laura lasciò il cazzo di Sandro e si girò dall’altra parte.

“Andiamo, Laura, mi sembra comprensibile la mia reazione, vieni qua a raccontarmi che ti sei fatta scopare dal mio migliore amico!!!”

“Prima di tutto non mi ha scopata! Abbiamo solo fatto l’amore! E poi, con chi dovevo farlo? Non è forse stato meglio che l’abbia fatto con uno che conoscevo?

Sandro le prese il braccio e la invito a girarsi verso di lui. Poi, quando fu ormai girata, portò la mano di lei sul cazzo. “Cosa vuol dire? Dovevi scopare per forza qualcuno?”

“Tu non ti accorgi mai di niente! Non hai notato quanto mi hai trascurata negli ultimi tempi”.

“Ma cazzo! Potevi dirmelo, invece di andare a scopare con Alberto”.

“Di nuovo? – saltò su Laura mentre aveva ripreso a masturbare con impegno Sandro – ti ripeto che non mi ha scopata! Abbiamo fatto l’amore”

“Ma quando avete fatto l’amore? Dove?”

“Ieri, è stato ieri, io non avrei voluto, ma lui è stato dolcissimo, non sono riuscita a fermarmi”.

“Dolcissimo cosa? Avrà avuto il cazzo in tiro e tu ti sei fatta abbindolare”.

“Non essere volgare! Io sono tua moglie e lui è il tuo migliore amico”.

“Migliore amico un par di balle! Mi ha scopato la moglie!”.

“Volgare, sei volgare e spregevole, parli di tua moglie come se parlassi di una puttana!”

“Ok, ok – riprese Sandro – in fondo se non non lo hai lasciato venire dentro…. Non sarà un gran problema”

“Mi è venuto dentro!”

“Ma sei pazza? E se sei rimasta in cinta?”

“Non è venuto dentro la figa”

“No, noooo non dirmelo! Dove è venuto?”

“È venuto in bocca?”

“Ma porco giuda! In bocca? Ma se non ti piace fare pompini!”

“Non mi piace farli a te – rispose Laura che aveva acquistato molta sicurezza avendo capito che ormai lo teneva in pugno – ma farlo a lui mi è piaciuto molto. E poi, ormai mi bruciava e Alberto ha avuto la sensibilità di estrarlo per non ferirmi”

“Ti bruciava? Ma porca miseria, quanto tempo ti ha scopato la figa?”

“Non era la figa. Era il culo”

“Sto per impazzire, mia moglie che non mi ha mai fatto un pompino e non lo ha mai preso nel culo, nemmeno per provare…… arriva Alberto e si fa scopare nel culo e gli fa anche un pompino!!  Ti ha lasciato un … .buco libero?“

“Non so come dirtelo, Sandro, ma Alberto è riuscito a farmi venire una voglia pazzesca e non sono più stata capace di fermarlo.”.

“E per questo lo hai preso nel culo?”

“Si, ha preso tutti i buchi, ma mi è piaciuto da morire. Avrò avuto una decina di orgasmi!!!”

A quel punto Laura considerò che fosse arrivato il momento di farlo eiaculare, bagnò il palmo della mano con la saliva e inumidì la cappella di suo marito, poi con movimenti lenti ma lunghi, tirando la pelle del cazzo giù giù fin quasi alle palle, in pochi attimi Sandro eiaculò e una parte dello sperma rimase nella mano di laura. Si ricordò del giorno prima, di come Alberto, da vero uomo, le aveva leccato il suo sperma, si ricordò di come aveva gustato lo sperma di Alberto, ma, ora, dello sperma di Sandro non voleva nemmeno sentirne l’odore. Invece volle sperimentare se anche Sandro era così uomo da leccare il proprio. Portò la mano imbrattata di sperma alla bocca di Sandro ma quando Sandro se ne accorse, girò con violenza la testa gridando: “Che schifo! Toglimi la mano dalla bocca – poi riacquistata la calma continuò – va bene, amore, a tutti può capitare di sbagliare una volta!”.

“Non è stata solo una volta!”

“Ah, no? E quante volte?”

“Anche oggi pomeriggio!”

Deglutì amaro, Sandro, ma si riprese! “Ok, ok, se mi prometti che non lo vedrai più …… ti perdono, amore, ma non mi lasciare”.

“Non posso – rispose Laura – non posso prometterlo”

Sandro rimase muto, poi colto da un forte senso di disperazione, si girò dall’altra parte a piangere in silenzio.

 

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