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Racconti Erotici Etero

LA SIGNORA LIMA

By 17 Febbraio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

LA SIGNORA LIMA

Lavoravo presso una ditta della città. Sebbene l’azienda fosse piuttosto grande(una trentina di dipendenti fra uffici e produzione) la direzione era prettamente familiare. I padroni erano i coniugi Capani, una coppia sulla cinquantina, sposati da venti anni, senza figli che gestivano l’attività con passione e competenza. Dino, il proprietario era un uomo alto con una folta barba, dai modi spicci e frenetici, una voce imponente e doti di grande intrattenitore, i clienti amavano la sua cortesia, i suoi modi decisi ma eleganti, come raccontava storielle ed aneddoti. Curava i suoi affari con precisione e fiuto e trattava tutti i suoi sottoposti con rispetto ma anche con una certa durezza. Si arrabbiava facilmente ed urlava, imprecando, ordinava ma sapeva essere anche generoso e comprensivo, si divertiva a parlare del suo spot preferito, il tennis, e ricordare volentieri la sua giovinezza trascorsa a giro per il mondo a far soldi e viversa alla grande con donne e puttane asiatiche. Con lui il tempo a lavoro passava velocemente e con piacere. La moglie, Giovanna Lima, invece appariva completamente diversa da lui. Era una donna dal fisico ingrassato, bionda, la faccia gonfia e consumata ma che nascondeva una bellezza non poi così passata: due occhi chiari molto belli, un naso francese perfetto, la bocca carnosa. Negli ultimi anni però sembrava essersi lasciata andare. non si curava di perdere quei chili che aveva accumulato in eccesso, si truccava in maniera distratta e mediocre, il seno abbondante le era crollato addosso, portava sempre gli stessi tipi di vestiti, costosi e ricercati s’intende, ma privi di fantasia di gioia. In ufficio tutti asserivano che bevesse parecchio e ciò avrebbe spiegato quegli occhi sempre schiomosi, piccoli e il tremito delle mani e il nervosismo che dimostrava passando da una sigaretta all’altra senza posa. Era una donna distante, fredda, malinconica. In ditta veniva spesso. Stava in ufficio ma la potevi notare anche in sala produzione, le piaceva controllare di persona lo sviluppo del lavoro. Talvolta non si vedeva per giorni o settimane. oppure arrivava la mattina presto e se ne andava dopo un paio d’ore. Con il personale era strana: scortese e cafona, amava non chiedere mai le cose per favore, aveva scatti d’ira e era capace di fare scenate ai dipendenti per motivi futili. Tutti la odiavano e nessuno la sopportava. Ma talvolta era anche molto gentile, chiedeva scusa, spesso portava in ufficio vassoi di pasticcini e torte che comprava alla pasticceria vicina e le offriva a tutti. Per Natale curava personalmente l’acquisto dei regali, che erano sempre originali e belli.
Avevo avuto di stare a contatto con la Signora Lima solo saltuariamente. Qualche volta le avevo fatto firmare delle carte o aiutata quando aveva qualche problema con il computer, ma in genere ci incrociavamo raramente sul lavoro dato che il mio posto era diametralmente all’opposto del suo ufficio. Dubitavo che ricordasse il mio nome o che sapesse da quanto lavorava lì dentro.
Circa sei mesi fa la Signora Lima &egrave stava a casa per un paio di settimane e quando &egrave tornata aveva due dita della mano sinistra fasciate e una piccola escoriazione sulla fronte. Dino mi fece chiamare e mi disse:
‘Ho un favore da chiederti ragazzo. Mia moglie ha avuto un piccolo incidente stradale. Niente di grave, ha distrutto la macchina picchiando contro un muro, si &egrave appena lussata due dita per fortuna, ma stava guidando completamente ubriaca.’ Mi guardò come se aspettasse da me un’osservazione o un giudizio ma dato che rimasi in silenzio continuò come se nulla fosse.
‘Per questo le hanno ritirato la patente. Adesso io non ho né il tempo né il modo di portarla a giro. Per questo mi serve una persona discreta e affidabile che possa prendersi cura di lei e accompagnarla dove vuole andare. ho pensato a te, ragazzo perché mi sembri uno a posto e riservato. Vorrei che tu scarrozzassi Giovanna dove ha bisogno di andare. dal dottore o dal parrucchiere, a fare compere o qui in ufficio, al mare o al cinema, dove vuole lei, capisci? Pensi di poterlo fare?’
annuii.
‘Bene. naturalmente riceverai il tuo stipendio regolarmente con in più una consistente aggiunta per il disturbo. Dovrai essere il suo autista. Tutto qua. Credi di farcela? &egrave un lavoro semplice e poco impegnativo.’
‘Certo, signior Capani. E quanto pensa che durerà questo mio impegno particolare?’
‘Non so di preciso. Per il momento un paio di mesi, credo, poi valuteremo il daffarsi.’
‘Accetto.’
Mi accompagnò dalla moglie e ci accordammo per il giorno seguente.

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