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Racconti Erotici Etero

La spermatologa

By 26 Marzo 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Ogni tanto, da qualche tempo, ho uno strano prurito all’inguine che credo di poter attribuire a qualche fungo preso nei vari spogliatoi della palestra o dei campi di calcio e calcetto che frequento durante la settimana. &egrave un prurito molto fastidioso che passa dopo una decina di giorni per poi tornare dopo qualche settimana.
Vorrei cercare di risolvere definitivamente, se possibile, il problema e così prendo appuntamento con un dermatologo per avere una diagnosi corretta e, possibilmente, la giusta cura.
Trovare un dermatologo che sappia fare il suo mestiere non &egrave affatto semplice. Nessuno tra le mie amicizie e i miei parenti si &egrave mostrato soddisfatto dei dottori con cui hanno avuto a che fare finora e così non mi rimane che pescare dal mazzo.
Elenco telefonico alla mano chiamo lo ‘Studio Medico Dermatologico Belletti’. Mi risponde una voce femminile chiaramente abituata a lavori di segreteria che con estrema cortesia fissa il giorno del mio appuntamento. Chiedo di poter andare verso le 19.00 così da non avere problemi con il lavoro.
‘Guardi, normalmente lo Studio alle 19.00 chiude ma non &egrave un problema. Capita che la dottoressa si trattenga anche oltre per esigenze particolari come la sua’ &egrave la risposta della gentilissima ragazza.
Chiusa la telefonata &egrave immediato il pensiero ‘dottoressa?’. Devo ammettere che stranamente non mi ero posto il problema nonostante avevo da farmi visitare l’inguine.
Arriva il giovedì dell’appuntamento. Esco dall’ufficio e alle 18.50 sono già davanti al citofono. Suono e la voce che conosco mi indica ‘Scala B, quarto piano’.
Entro nello Studio e vengo accolto da una ragazza giovane, avrà al massimo 25 anni. Bassina, un po’ sovrappeso e con gli immancabili occhiali di cui pare non possa fare a meno una segretaria.
‘La ringrazio per la puntualità. Prego, si può già accomodare. L’appuntamento prima del suo &egrave saltato quindi la dottoressa &egrave già disponibile’ mi dice la ragazza.
Mi accomodo come indicato e il ‘buonasera’ che mi accoglie in risposta al mio mi mette già a mio agio. La dottoressa ha una bella voce, matura. E poi &egrave una gran bella donna.
Non riesco a darle più di 45 anni, capelli scuri raccolti dietro la nuca, anche lei ha i suoi occhiali a protezione di due occhi grandi, scuri anch’essi. Le labbra non sono truccate ma hanno un bel colore vivo.
Mi chiede di illustrarle il mio problema e vuole sapere se sto già utilizzando qualcosa per placare il prurito. Le dico il nome della pomata e le spiego che vorrei, se possibile, trovare una soluzione più o meno definitiva al problema.
Anche lei ha un fare molto cortese e alla mano tanto che alle volte mi viene quasi da darle del ‘tu’.
Qualcuno bussa alla porta, apre e dice ‘Dottoressa, allora io vado. Ci vediamo domattina. Buona serata.’. Era la segretaria che per oggi aveva fatto le sue ore lavorative.
‘Certo, vai pure Elena, a domani’ le risponde la dottoressa che poi aggiunge, rivolgendosi a me: ‘Bene, direi che &egrave il caso di dare un’occhiata al suo problema. Ma devo chiederle di spogliarsi completamente. Se vuole tenga pure su la camicia’.
‘Non si preoccupi, ci mancherebbe. E poi non capita tutti i giorni che una donna ti chieda di spogliarti completamente’ la butto sulla simpatia.
Lei sorride alla mia ironia e mi fissa negli occhi per un paio di secondi.
Mi tolgo i pantaloni e le calze (nudo con ancora le calze mi sarei sentito troppo ridicolo) e prima che mi tolga le mutande lei mi chiede: ‘Sei un calciatore o un ciclista?’.
‘Un calciatore, perché?’ replico io notando che aveva appena abbandonato il ‘lei’.
‘Curiosità, null’altro. Con quelle gambe il dubbio era solo tra il calcio e il ciclismo’ mi risponde mentre io tolgo anche le mutande.
Mi stendo sul lettino e torno a sentirmi davvero poco a mio agio.
Lei si mette un paio di guanti in lattice e si avvicina con un ‘Dunque, vediamo un po” allarga leggermente le gambe’.
Con una mano mi prende il pisello e le palle per spostarle un po’ mentre con l’altra passa un dito lungo l’inguine proprio dove avevo la pelle irritata.
Inevitabilmente, nonostante il lattice, sento che l’uccello inizia a gonfiarsi e se prima non mi sentivo a mio agio ora proprio avrei voluto sprofondare.
Lei ovviamente se ne accorge e mi chiede: ‘Tutto bene?’
‘Ehm, sì. Le chiedo scusa ma quando le mie fantasie partono non sono in grado di fermarle’ mi giustifico.
‘Abbiamo lo stesso problema. E le mie fantasie sono già partite da un po’, da quando ho visto i muscoli delle tue gambe’ mi dice mentre mi accarezza una gamba per poi aggiungere: ‘Ma dimmi, dove sono ora le tue fantasie?’.
Mi sento completamente spiazzato ma un assist così un calciatore non se lo fa scappare per nulla al mondo e così abbandono anch’io il ‘lei’ e azzardo: ‘In questo momento le mie fantasie sono nelle tue mani e stanno facendo di tutto perché tu me le metta addosso’.
‘Non scomodiamole, guarda, &egrave questo che vuoi, giusto?’ mi chiede mentre mi passa il palmo della mano lungo tutto il cazzo, scappellandolo un po’ nello strusciare il lattice sulla pelle.
‘Esattamente, ma perché non mi dici dove sono le tue di fantasie?’ replico mentre ormai il cazzo sta raggiungendo un’eccitazione notevole.
‘Te lo dirò, ma non ora. Voglio proprio vedere se anche tu, come me, riuscirai a scoprirle’ &egrave la sua sfida. E intanto si toglie i guanti.
Torna con la mano sul cazzo, stavolta afferrandolo per bene e nello stesso momento in cui inizia a segarlo avvicina la bocca e poggia le labbra bagnate sulla cappella. A quanto pare il sapore non le dispiace affatto e comincia a leccare la cappella.
Resto immobile a godermi il calore della sua bocca che piano scende fino a riempirsi con la mia asta che però continua a tenere in mano, per quanto possibile.
Il pompino &egrave ufficialmente iniziato e così io mi alzo sui gomiti per gustarmi anche lo spettacolo di questa splendida dottoressa in camice che mi pompa l’uccello.
Mi alzo su un braccio mentre con l’altro mi allungo per metterle una mano sul culo. Da lì scendo per far passare la mano sotto il camice. Toccando la gonna le confido: ‘Pensavo che le dottoresse non mettessero nulla sotto il camice’.
Lei si alza e continuando a tenermi il cazzo in mano mi risponde: ‘Solo quelle dei film porno sono nude ma vedrai che sarà più eccitante dei tuoi tanto amati film’ e detto questo approfitta per spogliarsi togliendosi il camice, la camicetta e infine la gonna.
Mentre lei si spoglia io scendo dal lettino, mi tolgo la camicia e le metto la lingua in bocca mentre con le mani le esploro dapprima la schiena, dove approfittano per slacciarle il reggiseno, e poi il culo morbido, abbondante ma non troppo.
Le nostre lingue si leccano a vicenda mentre le labbra ormai bagnatissime scivolano senza alcuna resistenza.
Lei si stacca mi guarda e si china per tornare a dedicarsi al pompino interrotto ma io la prendo dalle braccia e facendo cenno di no con la testa la accompagno vicino alla sua scrivania. Le sfilo le mutandine e la faccio sedere sul bordo della scrivania.
Le allargo le gambe e un paradiso mi si presenta davanti agli occhi. Una figa luccicante e leggermente gonfia mi sta implorando di non perdere tempo.
Affondo la mia lingua tra quelle dolcissime labbra e me la riempio della sua eccitazione. Indurisco la lingua e cerco di penetrarla. Con due dita cerco di scoprirle il clitoride e gli regalo una serie di colpetti con la lingua. I suoi gemiti mi incoraggiano, lei spalanca ancora di più le gambe e io spingo la faccia come a voler soffocare lì dentro.
Con una mano inizio a farmi una sega e mi rendo conto che l’eccitazione non &egrave calata per niente e così quando lei mi dice ‘Non ce la faccio più, scopami!’ non devo fare altro che alzarmi e sbattergli il cazzo dentro con un colpo secco che quasi la sposta da quella posizione. Pensavo di farle male ma &egrave talmente bagnata che scivola dentro a meraviglia.
Inizio a scoparla con movimenti decisi ma regolari. Sento che la cappella si ingrossa ancora di più mentre si bagna dei suoi umori e così inizio a muovermi più velocemente sbattendola con maggior decisione mentre con le dita le torturo un po’ il clitoride.
Le sue morbide tette ballano divertite sotto i miei colpi e io le lascio fare. Non ho nessuna intenzione di bloccare quella danza così arrapante.
Lei mi guarda con lo sguardo di chi ti chiede ‘Ma che male ti ho fatto?’ e allora io esco da lei e glielo rificco dentro con ancora più forza. E inizio a toglierlo e rimetterlo dentro continuamente.
‘Sì, così, che cazzone che hai. Mi sembra di sentire la cappella nello stomaco quando me lo sbatti così!’ mi confessa lei.
‘Allora vieni qui che te lo faccio sentire ancora meglio’ le dico mentre esco da lei, mi siedo sulla sedia e la aspetto col cazzo all’aria.
Lei scende dalla scrivania e monta su di me. Mi prende il cazzo, se lo mette dentro e inizia a muoversi come un’ossessa. Ad ogni movimento finisce per sbattermi il culo sulle gambe e allora mi dice: ‘Erano qui le mie fantasie. Speravo di poter sbattere il culo su questi muscoli mentre un palo mi scopava la figa. Bravo, mi fai sentire una puttana come poche e, credimi, non &egrave da tutti!’
‘Troia! Fammi quello che ti pare. Abusa quanto vuoi delle mie gambe e del mio uccello. Voglio farti godere come una maiala’ le rispondo.
Lei allora si lascia andare ai suoi gemiti mentre mi cavalca e mi fa sentire i suoi artigli sulla schiena. Sento che forse non riuscirò a sopportare i suoi abusi ancora per molto.
Allora la faccio alzare così ho modo di recuperare un po’.
Mi tocco il cazzo e mi rendo conto del lago che c’&egrave in quella passera. Allora mi lecco la mano guardandola con l’espressione più porca di cui sono capace.
Lei si porta le dita alla figa e se le lecca anche lei per partecipare con me a quell’insolito spuntino.
La giro e la faccio stare in piedi con una gamba sulla sedia, leggermente chinata in avanti.
Riprendo il cazzo e lo riappoggio sulla sua figa spalancata.
‘Non me lo metti un po’ nel culo?’ obietta lei.
‘Hai la figa che &egrave un brodo, vuoi lasciarla riposare?’ le chiedo.
‘Macché, apri il secondo cassetto dall’altra parte della scrivania’ mi dice lei.
Apro quel cassetto e non mi meraviglio affatto quando ci trovo dentro un cazzone di gomma chiara.
Torno dietro di lei che nel frattempo si &egrave messa con le gambe leggermente divaricate e chinata sulla scrivania mettendomi a disposizione tutti e due i suoi buchi succosi.
Le infilo il dildo nella figa e subito dopo lei lo prende per iniziare a sbatterselo dentro. Intanto io faccio colare un po’ di saliva sul buco del culo e ci appoggio la cappella.
‘Sfondami!’ &egrave il suo ordine.
Non me lo faccio ripetere due volte e affondo l’asta con forza in quel culo ormai abituato a prendere cazzi di tutte le taglie.
Le faccio male a giudicare dal suo urlo ma lei aspetta che si calmi il dolore e mi dice: ‘Wow! Tu sì che sai come si sfonda il culo di una puttana!’.
E mentre le scopo anche il culo sento il cazzo che, diviso da una pelle sottile, va a sbattere contro la cappella di quel palo di gomma.
Ormai anche nel culo il cazzo entra e esce senza alcun problema e io mi diverto a sbatterglielo dentro come se volessi farle male ad ogni colpo.
‘Vai, vai, vai!!! Siiiiiì! Aaaaaargh! Come godo! Così, dai!!!’ sono le ultime parole di questa troia prima di crollare sotto gli spasmi dell’orgasmo.
Io esco dal suo culo, mi chino, le sfilo il cazzone dalla figa e mi affretto a bere ogni goccia del suo orgasmo, approfittando per leccarle quanta più figa possibile.
Lei non si sposta da quella posizione e con la voce ancora piena di affanno mi dice: ‘Anch’io ho spesso un prurito fastidioso. Mi viene al buco del culo e l’unica pomata che faccia effetto &egrave la sborra di un porco come te’.
‘Allora avrai presto la tua cura, preparati zoccola!’ la avviso io.
Le rimetto il cazzo nel culo e riprendo a scoparglielo con foga finché ormai i coglioni non hanno più spazio per altra sborra e il mio orgasmo sale fino alle tempie.
Esco dal culo, lei apre le natiche con le mani, lasciando quel buco oscenamente aperto.
Prendo il cazzo in mano e dopo averlo scappellato fino al limite le vengo dritto nel culo con schizzi copiosi, densi e caldi. Gemiti da animale accompagnano ogni mio schizzo.
Mi spremo la cappella per far uscire tutto lo sperma che avevo accumulato e la struscio sulle sue natiche e ricordandomi le sue parole inizio a spalmare tutto quello sperma attorno al suo buco del culo come fosse davvero la giusta pomata per il suo prurito. Concludo l’opera ficcandole due dita nel culo ancora devastato da quella scopata.
‘Dammi quelle dita, ora!’ ancora un suo ordine.
Lei le prende e me le lecca con oscena avidità.
‘Troia!’ &egrave il mio ringraziamento.
‘Sei un gran maiale!’ &egrave il suo.
Le passo le dita appena pulite dalla sua lingua sulla figa e me le lecco anch’io guardandola fisso negli occhi.

Mi rivesto e sono pronto per andar via quando lei mi dice: ‘Allora, per il tuo problema ti lascio questo campione. Provalo e fammi sapere se funziona!’
Allora io le rispondo: ‘D’accordo, grazie. Per il tuo problema invece io ti lascio il mio numero. Avrai sempre pomata in abbondanza finché te la meriterai come stasera’.
Che puttana coi fiocchi’

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