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Racconti Erotici Etero

La stagista

By 3 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Nei periodi di intenso lavoro l’organico del dipartimento in cui lavoro come dirigente viene integrato con l’inserimento di personale temporaneo, spesso offrendo stage a studenti appena diplomati o laureati , secondo il profilo.

Nel mese si gennaio viene il turno di una ragazza, 19 anni appena compiuti, che notammo tutti per la bellezza discreta ma molto evidente.

Capelli neri lisci raccolti in una coda, occhi verdi, circa un metro e sessantacinque, all’incirca una 4° di seno, abitudine a vestire molto seriamente, generalmente tailleur scuri, piccoli occhiali rettangolari.

Mi era stata presentata frettolosamente con le frasi di rito, poi i nostri contatti si erano dispersi nella moltitudine di persone. Qualche occasionale incrocio al caffè oppure nell’andirivieni delle toilettes.

In queste occasioni mi aveva spero sorriso un po’ impacciata ed io avevo ricambiato con qualche battuta.

Naturalmente la leggenda della stagista (più frequentemente sono maschi) non ha mai mancato di ricorrere negli uffici e nel suo caso era alimentata da qualche sguardo malizioso e qualche battuta con sottintesi anche un po’ scontati dei colleghi maschi per lo più.

In una occasione o due era capitata nel mio ufficio con qualche pratica e avevo avuto occasione di scambiare qualche parola, chiedendole cosa si aspettasse dallo stage nella nostra azienda e quali fossero le sue aspirazioni. Mi aveva fatto qualche battuta sul fatto che non fosse la sua prima esperienza di quel tipo e che le era capitato di dover fare lavori poco edificanti me che era molto motivata a ritagliarsi un ruolo.

A questo fine si era dichiarata “molto disponibile”. Non avevo avuto modo di chiederle cosa intendesse con questa disponibilità ma nei giorni successivi notai un atteggiamento un po’ malizioso e me la ritrovai più volte intorno in momenti di calma, con varie scuse.

Un giorno ci incontrammo nell’anticamera del bagno. Li si stava aggiustando probabilmente le calze sotto una gonna che arrivava al ginocchio e notai che aveva un piccolo tatuaggio. Feci un commento di apprezzamento, rimarcando che sotto un look serio ci fosse un ché di trasgressivo. Lei mi rispose con un sorriso malizioso che non era l’unico particolare di una natura che era riservata a qualche individuo speciale. Le chiesi se ce ne fosse uno e se fosse uomo e lei rise dicendo che forse era più di uno ma che c’era anche una chiave per accedervi.

La cosa finì in quei termini fino a quando non mi ammalai per una forte influenza e fui costretto a lavorare da casa per qualche giorno. Chiesi alla mia assistente di mandarmi a casa alcune pratiche che mi servivano e quel giorno si presentò lei a casa mia.

Aveva i capelli sciolti sul davanti e notai un trucco un po’ accentuato. La invitai ad entrare ed a spogliarsi per prendere un caffè. Quando si tolse il cappotto la vidi con un abbigliamento estremamente aggressivo: camicetta bianca con maniche corte e precariamente abbottonata sul davanti, minigonna nera e stivali neri di pelle sotto il ginocchio con un tacco molto sottile di acciaio.

Le dissi subito che aveva un’aria diversa e francamente un po’ da mignotta.

Le si sedette sul divano senza parlare e, accavallando le gambe, mi rispose che era esattamente quello che intendeva essere quel giorno.

Le chiesi quindi: che cosa intendi dire? E lei: ho intenzione di mostrarti qualcosa di ciò che sono disponibile a fare per ottenere quello che voglio.

A quel punto si sbottonò leggermente la camicetta lasciando emergere un po’ di seno . Si alzò e venne verso di me e si sedette sul bordo del tavolo rettangolare. Mi guardò passandosi la mano nella parte centrale della gonna e quindi allargando leggermente le gambe facendomi vedere le calze autoreggenti sotto la mini.

Io a quel punto mi avvicinai e cominciai a baciarla, incrociammo le lingue per poi allontanarci subito in quanto lei mi guidò sui suoi seni, poi si tirò su la gonna offrendomi la visione del suo perizoma da cui traspariva una fica depilata con un piccolo ciuffo triangolare. Io scostai il perizoma e cominciai a leccarla mentre lei apriva le gambe e, appoggiata sui gomiti iniziava lentamente a gemere.

La spinsi leggermente più indietro  e le lubrificai la passera a dovere. A quel punto lei mi chiese di tirare fuori il mio cazzo, cosa che feci mentre lei continuava a toccarsi e guardarmi passando le dita sulle labbra della fica.

Quando ebbi tirato fuori l’arnese lei scese dal tavolo, si mise inginocchio e cominciò a spompinarmi dopo aver fatto un commento sulle dimensioni ragguardevoli. Andava quindi su e già concentrandosi sulla cappella, poi tenendomi per i fianchi e facendo andare tutto il cazzo possibile in fondo alla gola e lasciando colare un po’ di saliva ad ogni rilascio del mio membro. Le tette erano ormai fuori dalla camicetta, con i capezzoli che spingevano verso l’esterno e quando fui in forte erezione lei si mise nuovamente sul tavolo spalancando le gambe e chiedendomi di darglielo.

Le sfilai la mini e il perizoma  e dopo averla sistemata in posizione cominciai a penetrarla, prima lentamente poi sempre più forte. Con la mano mi indirizzava dentro la sua fica nei momenti in cui uscivo leggermente per poi riprendere a scoparla.

Quindi lei mi chiese di uscire e si levò in piedi per togliersi completamente la camicetta e rimanendo in calze reggiseno e stivali. Quindi appoggiata sul bordo del tavolo prese a masturbarsi leggermente e poi nuovamente in ginocchio per spompinarmi e ridarmi il massimo dell’erezione.

Dopo pochi minuti ero di nuovo dentro di lei e la presi in braccio sollevandola e facendole sentire la penetrazione in profondità. I suoi gemiti stavano aumentando e quindi mi portai sul divano continuando a scoparla con vigore. Lei si sollevò per girarsi di schiena e sedersi sul mio cazzo. Fu lei quindi ad andare su e giù toccandosi le labbra esterne della fica. Nel movimento il mio membro uscì qualche volta dato che lei era ormai molto bagnata a causa di un primo orgasmo. A tratti mi prendeva il cazzo in mano per segarmi un po’ prima di rimetterlo dentro e continuare il movimento, rinvigorendo la mia cappella che ormai appariva rossastra e gonfia.

Dopo un altro leggero orgasmo che la riempì di umori lei rallentò il ritmo dicendo che non era ancora il momento per me, fino a farmi uscire nuovamente.

Mi disse che avrebbe preferito che non le venissi dentro la fica ma che aveva un paio di altre opzioni per me. Si sdraiò quindi nuovamente sul tavolo questa volta su di un fianco e mi chiese di penetrarla  da dietro. Io le lubrificai nuovamente l’apertura della fica comincia a stantuffarla. A quel punto lei mi disse che poteva controllare meglio il mio orgasmo. Quando i miei movimenti stavano aumentando ed anche la mia eccitazione lei si rese conto che stavo per venire e con un movimento rapido  mi fece uscire e si mise in ginocchio davanti a me prendendo il cazzo tra le mani e facendomi schizzare la sborra in bocca. Io venni abbondantemente e lei indirizzò gli schizzi anche sulle tette facendoseli colare sin nel basso ventre.

Le dissi che era stata fantastica e che sembrava molto esperta malgrado fosse ancora una teen ager per qualche mese. Lei mi disse che adorava il sesso e che le piaceva sentirsi un po’ puttana in certe situazioni, provocando l’uomo, specie se più grande di lui perché sapeva di avere un forte sex appeal e di riuscire ad esercitare una forza magnetica. Mi disse che aveva iniziato a fare sesso molto giovane con qualche coetaneo e che poi la sua passione per il sesso era cresciuta.

Le chiesi quale fosse la cosa più trasgressiva che avesse fatto.

Lei mi disse che questo argomento era per un ‘altra volta.

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